I 7 motivi per non smettere di disegnare anche da adulti

MEDICINA ONLINE BAMBINO MOTIVI DISEGNARE SMETTERE COLORE COLORARE DISEGNO CERVELLO BIMBO.jpgColorare da adulti, una pratica forse abbandonata che molti di noi dovrebbero riprendere. Questo almeno è quanto suggeriscono gli scienziati, i quali sostengono che l’atto del disegnare e riempire gli spazi con i colori favorisce il benessere generale dell’essere umano ad ogni età. Da bambini era un passatempo naturale, una valvola di sfogo, ma con la crescita abbiamo abbandonato pastelli, pennarelli ed album senza quasi rendercene conto: ora sembra arrivato il momento di riprovarci. Vediamo quali sono i principali benefici che questa attività può apportare alla nostra mente e al nostro corpo.

Gli psicologi hanno dimostrato che il colorare da adulti è rilassante e aiuta a combattere lo stress. Sollecitando le aree del cervello preposte alle emozioni e ai sensi, può essere un modo per alleggerire l’animo, per evadere dalle preoccupazioni e dalle ansie quotidiane, per dedicare un momento al proprio mondo interiore. Lo psichiatra Carl G. Jung si serviva del colorare quale tecnica per il rilassamento dei suoi pazienti utilizzando i mandala , rappresentazioni simboliche della nascita, della vita, della maturità e della rinascita, provenienti dalla tradizione indiana, che sono diventati nella concezione occidentale riproduzioni dell’io e delle emozioni umane.

L’atto del colorare tende a far ritrovare il centro, recuperare la consapevolezza del presente, accrescere la pazienza e migliorare la concentrazione: sembra infatti che il cervello, mentre si scelgono i colori e si colma uno spazio bianco, si posizioni sulla stessa frequenza attivata durante la meditazione. Davanti ad un colorbook, ci si libera dei pensieri negativi, delle ansie, si calmano i nervi indirizzando l’attenzione solo su quello che si ha di fronte; la concentrazione aiuta quindi ad affrontare i problemi, facendo trovare soluzioni più opportune ed un nuovo equilibrio.

Il colorare tende inoltre ad incentivare la creatività, l’immaginazione e il senso di innovazione. Riportandoci indietro all’infanzia, una fase della vita meno stressante, induce un senso inconscio ed immediato di benessere. E non è tutto perchè i benefici sono anche fisici. Colorando infatti si aguzza la vista, ci si orienta nello spazio, si riconoscono le forme, si coordinano i movimenti mano-occhio e si stimolano le attività motorie. L’atto del colorare da adulti può essere visto quindi come una vera e propria palestra per il cervello: l’emisfero sinistro lavora per rispettare i margini del disegno, l’emisfero destro per scegliere i colori e per far fluire le emozioni.

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Differenze tra ricostruzione unghie in acrilico o gel: qual la è migliore?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Cavitazione Dieta Dimagrire Grasso Dietologo NutrizionistaDimagrire Pelle Rughe Laser Sessuologo Sex Psicologo Roma UNGHIE FRAGILI INTEGRATORINon c’è una risposta univoca alla domanda del titolo, dal momento che entrambe le metodiche hanno vantaggi peculiari:

Vantaggi della ricostruzione unghie in acrilico

  • tempi di “catalizzazione” veloci e senza l’utilizzo di lampada UV se non in caso si vogliano utilizzare gli stessi sigillanti del gel;
  • le unghie sono molto più resistenti e difficilmente scheggiabili. Utile quindi per chi ha problemi di onicofagia o a livello professionale lavora molto con le mani. L’acrilico una volta catalizzato è stabile e duro;
  • numero di prodotti da utilizzare per effettuare una ricostruzione base che vanno da 2 a massimo 4 (monomero, polvere bianca, trasparente, cover) mentre per il gel differiscono in viscosità, colorazioni di base, riflessi di colorazione in asciugatura;
  • numero di pennelli da utilizzare limitato ad uno o massimo 3 in caso di ricostruzioni elaborate con decorazioni in 3D;
  • non doloroso sia nella catalizzazione sia nei rari casi di rottura dell’unghia.

Vantaggi della ricostruzione unghie in gel

  • inodore ( l’acrilico ha un odore per alcuni insopportabile e pungente )
    facile da applicare e modellare soprattutto per chi sta imparando ad utilizzarlo perché si ha il controllo della forma fino a quando non viene catalizzato in lampada;
  • morbide e flessibili, in molte lo trovano più leggero e confortevole;
  • il prodotto è già pronto per essere utilizzato mentre per l’acrilico bisogna trovare la giusta razione di componenti monomero/polvere che ci consente di lavorare bene e questa manualità nel dosaggio si ottiene solo con molta pratica nell’uso del prodotto.

Quale preferire?
Nel complesso, la ricostruzione unghie acrilico e gel tendenzialmente si equivalgono e la vera risposta che darei alla domanda “cosa usare per la ricostruzione unghie, acrilico o gel?” è quella di guardare con attenzione la moltitudine di video a disposizione in rete, seguire una ricostruzione in acrilico passo passo e una ricostruzione con gel monofasico o trifasici, comprare dei prodotti con dosi dimostrative cosi da non avere mai del prodotto inutilizzato e provare un paio di volte entrambi: con un po’ di esperienza sarà facile per voi decidere quale tecnica preferire. L’acrilico è amato soprattutto da chi ha molta manualità ed ama avere sotto controllo le forme che si stanno lavorando mentre il gel permette di vedere per bene la forma realizzata solo una volta catalizzato e prendere il tempo necessario per scolpirlo e perfezionarlo. Il segreto è solo di non scoraggiarsi del risultato mentre si sta provando e capire in quale delle due tecniche ci si trova più a proprio agio: i risultati possono essere ugualmente belli con entrambi i metodi.

I migliori prodotti per la cura delle unghie
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere di mani e piedi, in grado di migliorare forza, salute e bellezza delle tue unghie e della tua pelle. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperte:

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Liquido seminale (sperma) giallo o giallastro: cause e cure

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Qual è il colore normale dello sperma?

Partiamo dal colore “normale” del liquido seminale. Lo sperma umano, come già prima accennato, ha un colore bianco opaco perlaceo. Nel caso in cui sia avvenuta più di una eiaculazione nel breve periodo, però, questo colore può tendere a sfumare, risultando sempre più trasparente e di un bianco sempre meno intenso all’aumentare delle eiaculazioni. Ad ogni modo non è assolutamente normale avere uno sperma con toni di giallo, rosso o marrone. Fortunatamente, tra le colorazioni anomale che può assumere il seme umano, il giallo è in genere quello con la minor percentuale di problemi. Vediamo perché.

Scarsa motilità e alto numero di spermatozoi

Il colore giallo dello sperma può essere causato innanzitutto da un numero abnorme di spermatozoi, i quali però hanno una scarsa motilità. La grande concentrazione di spermatozoi può causare la colorazione gialla di cui stiamo parlando e si può verificare quando l’uomo non eiacula da tempo. Tornerà bianco dopo alcune eiaculazioni.

Presenza di urina nello sperma

A cause di patologie, tracce di urina possono ritrovarsi nello sperma: in questo caso è la stessa urina a dare il colore giallognolo allo sperma.

Infezioni delle gonadi e della prostata

Una colorazione giallo-verdastra o verde dello sperma può essere anche causata da un’infezione a carico delle gonadi, gli organi preposti alla produzione appunto degli spermatozoi, che nell’uomo sono i testicoli. Anche una infiammazione/infezione della prostata o delle vie genitali può generare il problema. Spesso in questi casi sono associati altri sintomi, come un cattivo odore dello sperma, dolore, prurito, bruciore. È necessario in questo caso rivolgersi prontamente ad un andrologo, che dopo i test di rito individuerà con accuratezza quali sono le problematiche che possono aver portato il nostro sperma ad ingiallirsi.

Cure

Come abbiamo visto, le principali cause di sperma giallo sono problemi che si risolvono con delle brevi terapie e che non sono segno di alcuna gravissima patologia. È necessario però farsi visitare immediatamente dal proprio andrologo, specie se il problema si ripresenta più volte di seguito. Non esiste una cura che vada bene per tutte le situazioni: il medico effettuerà la diagnosi grazie alla visita e ad eventuali esami (come lo spermiogramma) per individuare il problema (ammesso che esista); solo successivamente prenderà provvedimenti adeguati che aiuteranno a superare il problema. Si tratta di un problema comunque molto comune, che colpisce almeno una volta praticamente tutti gli uomini in età fertile. È importantissimo non farsi assalire dal panico: il problema in genere c’è quando lo sperma vira verso il rosso, segno che c’è del sangue dove, appunto, non dovrebbe essere.

Integratori alimentari consigliati

Qui di seguito trovate una lista di integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di migliorare la quantità/qualità dello sperma e la prestazione sessuale sia maschile che femminile a qualsiasi età e trarre maggiore soddisfazione dal rapporto:

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Cibi che macchiano i denti: quali evitare ed i consigli per mantenerli bianchi

MEDICINA ONLINE DENTI BIANCHI CARIE TARTARO PUS ALITO ALITOSI DENTISTA IGIENE ORALE INCISIVI SPECCHIETTO BOCCA LABBRA DONNASebbene il tè detenga un’ottima reputazione in quanto bevanda salutare, potrebbe tuttavia non rappresentare la scelta migliore quando si tratta di preservare i denti bianchi. I dentisti affermano che il tè, specie la varietà base di colore nero, può causare la formazione di un numero maggiore di macchie rispetto al caffè. Studi recenti, inoltre, hanno dimostrato che anche le tisane e i tè bianchi possiedono la potenziale capacità di erodere lo smalto dei denti e causare la comparsa di macchie.

Salse

Possono essere deliziose, ma si ritiene che le salse molto colorate (come la salsa di soia, la salsa di pomodoro e la salsa al curry) possano potenzialmente macchiare i denti. Quindi, meglio optare per salse più leggere oppure lavarsi i denti subito dopo aver mangiato per ridurre l’eventualità di un potenziale danno alla normale colorazione dei denti.

Bevande sportive

Anche i cibi acidi e le bevande possono comportare lo scolorimento dei denti. Ricerche recenti hanno scoperto che le bevande altamente acide (come le bevande sportive o le bevande energetiche) possono erodere lo smalto dei denti, ponendo le basi per lo scolorimento degli stessi. Quindi, mentre si pratica attività fisica, è consigliabile limitare l’assunzione di queste bevande. L’acqua rappresenta, sotto questo punto di vista, una scelta sicuramente migliore.

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Vino

Se un alimento o una bevanda possono macchiare una tovaglia, possono potenzialmente macchiare anche i denti. Il vino rosso, una bevanda acida contenente molecole intensamente pigmentate chiamate tannini e cromogeni, è noto per scolorire i denti. Il vino bianco è ancora più acido e può anch’esso macchiare i denti.

Frutti di bosco

Le molecole intensamente pigmentate aderiscono allo smalto dentale. Ecco perché mirtilli, more, ciliegie, melograni e altri frutti dai colori vivaci possono macchiare i denti. Anche i succhi di frutta e le torte preparate impiegando tali frutti possono causare macchie. La frutta meno pigmentata, come uve bianche e mirtilli bianchi, ha meno probabilità di macchiare i denti. Ma queste sostanze acide possono tuttavia danneggiare lo smalto, quindi è consigliabile lavarsi i denti e utilizzare il filo interdentale.

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Soda, coca e altre bevande gassate

L’acido e i cromogeni presenti in queste bevande possono comportare un grave scolorimento dei denti. Anche le bibite di colore chiaro contengono una quantità di acido sufficiente in grado di favorire lo scolorimento dei denti da altri alimenti e bevande. Il livello di acidità in alcune bevande gassate è talmente elevato da essere paragonabile a quello presente in una batteria. Molte di queste bevande contengono additivi aromatizzati che si aggiungono ai loro effetti erosivi.

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Caramelle e dolci

Se il vostro dolce preferito (come caramelle, gomme da masticare o ghiaccioli) tende a far cambiare il colore della lingua, può contenere coloranti che favoriscono lo scolorimento dei denti. Fortunatamente, a meno che non si consumino queste golosità frequentemente, la possibilità di macchiare i denti è ridotta.

Come minimizzare le possibilità di macchiare i denti

Ovviamente, è impossibile eliminare tutti i cibi e le bevande che possono potenzialmente macchiare i denti. Molti di questi alimenti e di queste bevande (come mirtilli, more e salsa di pomodoro) sono infatti ricchi di antiossidanti. E’ importante che tali nutrienti benefici siano presenti all’interno del regime alimentare. Quindi, è bene consumare questi cibi e bevande, ma con moderazione oppure sostituirli con altre fonti di antiossidanti, come cavolfiore, mele, pompelmo e melone.

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Utilizzare la cannuccia

L’impiego di una cannuccia per sorseggiare la bevanda scelta (come succhi di frutta, bibite gassate e tè freddo), contribuisce a mantenere la bevanda lontana dai denti anteriori riducendo così il rischio di antiestetiche macchie.

Deglutire rapidamente

Tenere a lungo in bocca gli alimenti o le bevande che possono macchiare i denti può incrementare il rischio di scolorimento. Per proteggere i denti dalle macchie, meglio quindi deglutire rapidamente. Attenzione! E’ comunque di estrema importanza masticare bene il cibo prima di deglutire.

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Dopo aver mangiato è bene sciacquare la bocca e lavarsi i denti

Subito dopo aver consumato un cibo o una bevanda che possono macchiare i denti, è consigliabile sciacquare la bocca. Per circa 30 minuti dopo aver consumato qualcosa di acido, lo smalto dei denti è particolarmente a rischio di abrasione dovuta a spazzolamento. Quindi, è bene come prima cosa sciacquare la bocca e poi lavare con cura i denti dopo ogni pasto. Nel caso in cui non fosse possibile utilizzare lo spazzolino, è consigliabile masticare una gomma senza zucchero subito dopo aver mangiato.

I migliori prodotti per l’igiene orale

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere della bocca e del viso, in grado di migliorare l’igiene orale, combattere l’alito cattivo, pulire la lingua dalla patina ed idratare le labbra:

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Colore delle feci: normale e patologico

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma FECI GIALLE GIALLASTRE ORO CAUSE CIBO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneIn condizioni normali, il colore delle feci varia dal marrone chiaro al marrone scuro. Questa caratteristica pigmentazione è conferita dai residui biliari sfuggiti al riassorbimento intestinale e metabolizzati dalla flora locale (la bile viene prodotta dal fegato e riversata nell’intestino, dove favorisce la digestione e l’assorbimento dei lipidi alimentari). Nonostante il colore delle feci sia pesantemente influenzato dalle abitudini alimentari, un’eventuale anomalia cromatica può essere dovuta anche a condizioni morbose. Per questo, qualora l’alterazione non sia attribuibile a particolari modificazioni dietetiche o si accompagni ad altri sintomi – come diarrea, stitichezza, debolezza, dolori addominali o capogiri – è importante segnalarlo prontamente al proprio medico.

Feci verdi

Nella composizione della bile rientra una sostanza, chiamata bilirubina, derivata dalla degradazione dei globuli rossi. Questa viene metabolizzata dalla flora batterica intestinale in stercobilina, che dona alle feci la tipica colorazione marrone. La bilirubina deriva a sua volta da un precursore, chiamato biliverdina, anch’esso presente nella bile e talvolta nelle feci, a cui dona un colore verde. Tale situazione si verifica quando il transito intestinale è talmente veloce da causare un’incompleta trasformazione della biliverdina in bilirubina e derivati. Feci verdi sono quindi una tipica espressione della diarrea e delle condizioni di natura patologica e non (ad es. abuso di lassativi) che la provocano. Anche alcune cure antibiotiche o gli integratori a base di ferro possono dare il medesimo inconveniente. Il colore verde delle feci può essere legato alla cospicua assunzione di alimenti ricchi di clorofilla, contenuta soprattutto negli spinaci, nella rucola, nel prezzemolo, nei fagiolini e nei vegetali a foglia verde in genere.

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Feci arancioni

Feci arancioni possono essere la conseguenza di un abbondante consumo di cibi ricchi di beta-carotene, riconoscibili perché caratterizzati da sfumature giallo-arancioni (carote, zucche, albicocche, mango, patate dolci ecc.). Anche l’abuso degli integratori che contengono questo pigmento ad azione antiossidante, l’assunzione di medicinali a base di rifampina (un antimicobatterico) o di alimenti con coloranti di analoga tonalità, possono causare l’evacuazione di feci arancioni.

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Feci rosse

Quando il colore delle feci assume tonalità rossicce, il timore è che l’evento sia in qualche modo correlato a gravi patologie associate alla presenza di sangue negli escrementi. Fortunatamente, anche in questo caso esiste una possibile correlazione con l’abbondante consumo di alimenti di colore rosso (succo di pomodoro, frutta rossa e barbabietole). Dall’altra parte, non dobbiamo dimenticare che un’emorragia nei vari tratti del tubo digerente può avere come effetto l’evacuazione di feci rossicce o con presenza di sangue. Nella peggiore dell’ipotesi potrebbe anche trattarsi di cancro al colon, oppure di un polipo intestinale con tendenza ad evolvere in una forma cancerosa. Il colore rosso delle feci può essere uniforme o alterato da filamenti o macchie di colore rosso vivo, che si possono notare anche sulla carta igienica o sulle pareti del wc; tale condizione si manifesta quando l’emorragia interessa l’ultimo tratto dell’intestino (proctite, diverticolite, emorroidi, ragadi anali, polipi o tumori del retto). Se le feci sono di colore rosso scuro, è più probabile che l’emorragia provenga dai tratti superiori del tubo digerente (esofago, stomaco e duodeno).

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Feci bianche, grigie o pallide (acoliche)

Feci di colore tendente al chiaro possono essere dovute alla cospicua assunzione di cibi di colore bianco o beige, come riso, patate o tapioca. L’ingestione di antiacidi (a base di idrossido di alluminio) o il bario utilizzato come metodo di contrasto per radiografie del tubo digerente, possono conferire alla massa fecale un colore bianco gessato. Nella parte iniziale abbiamo detto che il colore delle feci è dovuto soprattutto alla presenza di bilirubina e dei suoi metaboliti. Ne consegue che un’ipocromia fecale è spesso dovuta al mancato arrivo della bile nell’intestino, ad esempio per la presenza di calcoli alla colecisti o più raramente per un tumore del dotto biliare o del pancreas. Feci di colore bianco possono segnalare anche una serie di gravi disturbi epatici che comportano il blocco dei dotti biliari, come cirrosi, epatite e cancro al fegato.
Feci lucide, untuose e di colore pallido, sono tipiche della steatorrea (eccessiva presenza di grasso negli escrementi, causata generalmente da un malassorbimento intestinale come avviene nella celiachia).

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Feci nere, picee, scure, catramose

Feci di colore grigio scuro possono segnalare la presenza di metalli, come ferro (ad esempio per l’eccessiva ingestione di cioccolato e/o carne) o bismuto; possono essere anche la conseguenza dell’assunzione di carbone o di un elevato apporto di liquirizia. Più in generale, comunque, feci nerastre e catramose possono indicare la presenza di sangue parzialmente digerito (melena); tale condizione può testimoniare emorragie del tratto digerente superiore, ad esempio a livello esofageo, gastrico o duodenale (ulcera peptica) e, in alcuni casi, può essere la spia di un tumore di tratto digerente.

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Feci nere e melena: cause e cure in adulti e neonati

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BAGNO TAZZA TOILETTE WC SANITARI CACCA FECI URINA PIPI GABINETTO BIDET CISTITE EMORROIDI STIPSI COSTIPAZIONE STITICHEZZALa presenza di sangue nelle feci conferisce loro un colore molto scuro, tendente al nero. È sangue che arriva dalla zona alta dell’apparato gastrointestinale, ovvero dall’esofago, dallo stomaco e dall’intestino tenue: se il sangue derivasse da una zona bassa dell’intestino (più vicino all’ano), il sangue sarebbe di colore rosso vivo e non marrone scuro tendente al nero. Le feci nere dovute a sanguinamento prendono il nome di “melena“. Non tutte le feci nere sono necessariamente dovute a sanguinamento: “false melene” sono quelle feci che risultano scure o nere, ma in realtà non contengono sangue.
Le feci nere possono essere provocate da varie cause, come ad esempio l’ingestione di alcune sostanze o l’assunzione di integratori di ferro. Tuttavia, come prima accennato, le feci nere possono anche essere causate da una grave condizione, ovvero il sanguinamento nel tratto digestivo dovuto ad un’ulcera peptica. Tra le cause più comuni di feci nere spiccano:

  • ulcera allo stomaco (ulcera peptica);
  • infiammazione del tratto gastrointestinale;
  • uso di farmaci anti-infiammatori non steroidei.

Le feci nere potrebbero essere un’abitudine per le persone che hanno subito un intervento di colectomia, perché il cibo non viene digerito nel modo più completo. Tuttavia, se si è presentato un sanguinamento gastrointestinale in passato, le feci hanno un cattivo odore o il problema va avanti per più di un paio di giorni, consultare immediatamente il medico.

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Le cause di feci nere

Una delle possibili cause di melena è l’ulcera che sanguina: l’ulcera è una ferita che appare sul rivestimento dello stomaco, può provocare sanguinamento e melena. Contrariamente alla credenza popolare, le ulcere allo stomaco non sono di solito causate da stress o da cibo piccante (anche se questi possono aggravare un’ulcera già esistente). In realtà, esse sono causate da un’infezione dovuta ad un batterio chiamato Helicobacter pylori (H. pylori). Gli antibiotici sono normalmente prescritti per eliminare l’infezione, e talvolta un riduttore acido. Un’altra causa di ulcere allo stomaco è l’uso a lungo termine di farmaci antidolorifici noti come FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei). I FANS possono irritare lo stomaco, indebolendo la capacità del rivestimento di resistere all’acido prodotto nello stomaco. Per questo stesso motivo, i FANS hanno un effetto negativo sulla malattia di Crohn e la colite ulcerosa. I FANS sono farmaci comuni come l’ibuprofene, il naprossene sodico e l’aspirina. Alcuni FANS sono prescritti dai medici. Le ulcere dello stomaco, causate da FANS, di solito guariscono dopo che viene interrota la somministrazione del farmaco incriminato. Anche la gastrite (l’infiammazione del rivestimento dello stomaco) può determinare la comparsa di feci nere. Questa infiammazione può essere causata da troppo alcol o cibo, dal cibo piccante, dal fumo, da infezione da batteri o dall’uso prolungato di FANS. La gastrite si può sviluppare anche dopo un intervento chirurgico o un trauma, oppure può essere associata a condizioni mediche preesistenti. Le varici esofagee sono vene dilatate nella parete dello stomaco, nell’esofago o superiore o inferiore, e possono anch’esse determinare la comparsa di feci nere. Quando queste vene si rompono, possono causare sanguinamento, che può far comparire il sangue nelle feci o nel vomito. Le varici esofagee sono una grave complicanza derivante da ipertensione portale (pressione alta) causata da cirrosi epatica.

Quali sintomi accompagnano la comparsa di feci nere?

Le feci nere possono essere accompagnate da altri sintomi, che variano a seconda della causa principale. I sintomi e segni che possono accompagnare le feci nere includono:

  • dolore addominale;
  • gonfiore addominale;
  • cambiamento delle abitudini intestinali;
  • diarrea;
  • indigestione;
  • sintomi simil-influenzali ;
  • feci maleodoranti;
  • nausea e vomito;
  • scarso appetito;
  • malessere generale;
  • astenia;
  • dolore rettale o sensazione di bruciore;
  • perdita di peso imprevisto.

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Come avviene la diagnosi delle feci nere?

La causa a monte delle feci nere generalmente viene diagnosticata dal medico tramite anamnesi, esame oggettivo e vari test di laboratorio e di diagnostica per immagini. Questi test possono includere:

  • radiografie;
  • ecografie;
  • esami del sangue;
  • esami delle feci;
  • ricerca di sangue nelle feci;
  • colonscopia;
  • gastroscopia;
  • cultura delle feci.

A quali trattamenti si deve ricorrere in caso di feci scure?

La cura varia in base alle cause che hanno generato il problema, quindi può essere farmacologica, chirurgica o di altro genere, a seconda dei casi.

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Feci nere nei bambini e neonati

E’ possibile che le feci assumano questa colorazione per una assunzione eccessiva di ferro, se il bambino si è alimentato con molte verdure. Se la colorazione invece è del tutto nera allora è necessario far visitare subito il bambino dal pediatra perché ciò potrebbe essere sintomo di sanguinamento nel tratto digestivo alto ed il colore scuro essere determinato dalla presenza di sangue digerito. Se insieme alle feci si vedono invece piccole striature di sangue rosso vivo, la causa più frequente risiede in piccole ragadi o escoriazioni della mucosa anale, dovute all’espulsione di feci più dure; la mamma (o il pediatra) se ne accorge perché sono ben visibili attorno all’ano. Per evitarle, basta fare in modo di ammorbidire le feci, curando un’eventuale stitichezza; per lenire il fastidio, si possono applicare pomate cicatrizzanti, ad esempio a base di fitostimoline, oppure un po’ di pomata all’ossido di zinco che ha la funzione di proteggere la pelle al passaggio delle feci.

Quale contenitore sterile usare per l’esame delle feci?

In caso di un eventuale esame delle feci, per raccogliere e conservare correttamente il campione di feci da inviare in laboratorio, è necessario usare un contenitore sterile apposito, dotato di spatolina. Il prodotto di maggior qualità, che ci sentiamo di consigliare per raccogliere e conservare le feci, è il seguente: http://amzn.to/2C5kKig

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Coprire i capelli bianchi in gravidanza: ecco le tinte più sicure

MEDICINA ONLINE GRAVIDANZA ATTESA MATERNITA ESTATE SOLE CALDO MARE PISCINA ABBRONZATURA PELLE MAMMA FIGLIO INCINTA FETO BIMBO BAMBINO SOLE AMNIOTICO MALE DOLORE UMIDITA FASTIDIO GINECOLOGIAE’ del tutto ingiustificato temere che le tinture per capelli in gravidanza possano creare dei problemi. In particolare è infondata l’idea che sostanze potenzialmente nocive, che potrebbero essere presenti nei prodotti usati per la tintura, passando attraverso i vasi sanguigni presenti nel cuoio capelluto possano raggiungere il nascituro attraverso la placenta. Le sostanze impiegate in tali prodotti, infatti, sono preventivamente valutate e approvate dal Comitato scientifico europeo e il loro uso in gravidanza è ritenuto assolutamente sicuro.

Per precauzione, una sola volta al mese e con un breve tempo di posa

Va a ogni modo precisato che le applicazioni delle tinture per capelli in gravidanza devono essere poco frequenti (circa una volta al mese) e il contatto con la cute non deve superare la mezz’ora. In ogni caso, per evitare ogni possibile e più remoto rischio, è preferibile evitare i trattamenti più penetranti e aggressivi soprattutto nei primi tre mesi di gravidanza, la delicata fase in cui il feto va formandosi.
Alcune sostanze potenzialmente sensibilizzanti contenute nei prodotti per la colorazione dei capelli potrebbero, invece, indurre reazioni allergiche (arrossamenti, gonfiori e prurito ecc.) che, nei nove mesi, risultano favorite dalle variazioni ormonali che l’organismo della gestante subisce.

Verificare che non provochino reazioni allergiche

Prima di ricorrere alle tinture per capelli in gravidanza, sia a casa sia dal parrucchiere, è importante accertarsi dell’assenza di eventuali fenomeni allergici attraverso il “test di sensibilità cutanea”. Basta applicare una piccola dose di tintura sulla pelle, seguendo le istruzioni riportate nelle avvertenze dei prodotti, e verificare che cosa accade: se nell’arco di 48 ore compaiono nella zona rossori, pruriti o gonfiori, il prodotto non deve essere applicato.

Meglio trattamenti che non penetrano in profondità

Per sentirsi sicure nei nove mesi il consiglio degli esperti è sempre quello di preferire trattamenti che non penetrano in profondità. Si tratta di prodotti come le fialette ravvivanti, gli spray riflessanti o i mascara per capelli, le cui particelle coloranti sono legate a resine dall’azione fissativa e ad altri componenti che rimangono sulla superficie del capello senza entrare in contatto con la cute e la radice. Di solito, il loro effetto scompare dopo uno shampoo.

Le colorazioni da preferire

Le possibili colorazioni sono:
1. colorazioni a ossidazione leggera tono: si tratta di tinte leggermente ossidanti che coprono bene i capelli bianchi senza un cambiamento deciso della tonalità. La durata varia in base alla quantità di ossidante presente nel prodotto;
2. colorazioni a ossidazione classica: sono soluzioni o emulsioni in crema molto penetranti che fissano le sostanze coloranti nella parte più profonda del capello grazie all’azione dell’ammoniaca o di altre sostanze basiche (alcaline). Aprendo le squame del capello permettono ai principi attivi di entrare al suo interno. Si tratta di tinte permanenti perché modificano in modo definitivo il colore dei capelli.

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A cosa è dovuto il colore dei capelli?

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Nei capelli scuri, per esempio, è presente eumelanina; in quelli biondi e rossi feomelanina. Il pigmento è sempre e comunque limitato alla corteccia.

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Con l’avanzare dell’età i melanociti diventano sempre meno attivi, fino a cessare completamente la produzione di melanina. Si parla in questo caso di incanutimento (capelli bianchi), una condizione che si rende evidente mediamente dai 40 anni in poi. Sono tuttavia frequenti eccezioni, poiché il suo manifestarsi è programmato geneticamente.
Si dice che un grave trauma possa portare ad un incanutimento pressoché istantaneo. Si tratta in realtà di una leggenda metropolitana, poiché il capello, come i peli, è una cosa morta e come tale non può rispondere a stimoli traumatici.
E’ tuttavia possibile che i capelli possano ingrigire in seguito ad un trauma, anche se il fenomeno non insorge dalla sera alla mattina. Una possibile spiegazione è la seguente: innanzitutto occorre tener presente che i peli terminali sono più sensibili all’incanutimento di quelli del vello. In seguito ad un trauma (paura, emozione, stress, problemi di salute ecc.) può esserci un diradamento dei capelli, a causa dell’accorciamento del ciclo vitale dei peli più sottili, che cadono rapidamente lasciando più spazio a quelli terminali depigmentati. Per questo motivo un evento traumatico può determinare incanutimento, anche se la cosa non è così fulminea come viene proposta in certi film, fumetti o cartoni animati.

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