I trucchi per dimezzare le calorie del tuo panino, senza perdere il suo buon sapore

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO MANGIARE PANINO DIETA CUCINARE DIMAGRIREQuante calorie contiene mediamente un panino con prosciutto crudo e un filo di manionese? Circa 350! Oggi cerchiamo di capire come fare a mangiare un panino che sia altrettanto buono ma che abbia la metà delle calorie. Continuate la lettura! Spesso non è una scelta, ma l’unico modo possibile per risolvere la pausa pranzo quando si è a lavoro o si va di corsa: il panino. Prima di tutto, lo si trova con facilità e ovunque, è veloce da consumare e si può anche preparare a casa da portare in ufficio. Insomma, il panino è un vero jolly per chi lavora, a patto di “comporlo” nel modo corretto. Vediamo allora come evitare ogni rischio, per avere un panino che sia il meno possibile calorico ma il più possibile gustoso! La prima cosa da fare è scegliere il pane giusto: ovviamente, quelli che hanno meno calorie non contengono grassi, e sono il cosiddetto pane comune, le michette (o rosette), la baguette, il francesino e la ciabatta, che apportano tra le 260 e 290 calorie l’etto. Meglio ancora sarebbe optare per il pane integrale: è più ricco di fibre e meno calorico. È anche più saporito, e questo aiuta a non esagerare con gli ingredienti e i grassi del ripieno. Alcune persone però hanno una spiccata preferenza per i panini più morbidi: quelli all’olio, ad esempio, apportano circa 300 calorie per etto, e lo stesso vale per il pane al latte. E quello in cassetta? Due fette di questo pane, per nulla saziante, ammontano a circa 250-260 calorie, a fronte di un ridotto indice di sazietà.

Continua la lettura su https://www.riza.it/dieta-e-salute/dimagrire/3371/dimezza-le-calorie-del-tuo-sandwich.html

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Quante calorie ha la pasta cruda e cotta? I 15 consigli per mangiarla senza ingrassare

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Cosa contiene la pasta?

Le definizioni  “pasta di semola di grano duro e pasta di semolato di grano duro” sono contenute nel DPR 187/01. Clicca questo link per consultarlo: DPR187_01

Il DPR 187/01, all’articolo 6, recita:

Sono denominati “pasta di semola di grano duro” e “pasta di semolato di grano duro” i prodotti ottenuti dalla trafilazione, laminazione e conseguente essiccamento di impasti preparati rispettivamente ed esclusivamente:

  • a) con semola di grano duro ed acqua;
  • b) con semolato di grano duro ed acqua.

Gli unici ingredienti ammessi per legge la produzione della pasta di semola e di semolati di grano duro in Italia sono quindi la semola o i semolati e l’acqua, con l’eccezione per le paste speciali come ad esempio la pasta all’uovo o la pasta con ripieno. E’ consentita l’aggiunta di sale (cloruro di sodio) fino ad un massimo del 4% sul prodotto secco.

Quante calorie contiene?

Dal momento che esistono regole così rigide, anche prendendo marche diverse le calorie di questo tipo di pasta sono praticamente sempre uguali e corrispondono a circa 353 kcal per 100 grammi (1476 kj). Ovviamente a queste calorie serve aggiungere quelle del condimento: la stessa pasta cotta con un filo d’olio e parmigiano contiene ad esempio molte meno calorie di un’amatriciana.

Pasta cruda

100 grammi di pasta di semola semola di grano duro (cruda) contengono:

  • 353 kcal
  • 11 g di acqua
  • 11 g di proteine
  • 1,4 g di lipidi
  • 79 g di carboidrati
  • 68 g di amido
  • 4 g di zuccheri
  • 2,7 g di fibre
  • 4 mg di sodio.

Le 353 kcal per 100 grammi di pasta di semola di grano duro, sono così “composte”:

  • da carboidrati 296,80 kcal (84,08%)
  • da grassi 12,60 Kcal (3,57%)
  • da proteine 43,60 Kcal (12,35%).

I 100 grammi di pasta, contengono quindi:

  • 84 grammi di carboidrati;
  • 3 grammi di grassi;
  • 12 grammi di proteine (di basso valore biologico, quindi non certo paragonabili per esempio a 12 grammi di proteine ottenuti dalla carne).

Pasta cotta

È importante infine ricordare che la pasta raddoppia il proprio peso in cottura: 100 grammi di pasta di semola di grano duro cruda diventano 200 grammi da cotta. La densità calorica viene dimezzata: la pasta passa infatti da 353 kcal per 100 grammi (cruda) a 353 kcal per 200 grammi (cotta), quindi 176 kcal per 100 grammi di pasta di semola di grano duro cotta. Ricapitolando:

  • pasta cruda: 353 kcal per 100 grammi;
  • pasta cotta: 176 kcal per 100 grammi.

Nelle diete, generalmente, la quantità di pasta è indicata a crudo. Se sono indicati 80 grammi di pasta, voi dovrete pesare 80 grammi di pasta cruda, che diventeranno circa 160 grammi da cotta.

Consigli per mangiare pasta senza ingrassare

La pasta non va assolutamente da una dieta ipocalorica, ma bisogna comunque tenere a mente alcune regole:

  1. non eccedere mai con le quantità;
  2. non eccedere mai con condimenti ipercalorici;
  3. preferirei una pasta di qualità;
  4. preferire la qualità alla quantità;
  5. evitare l’uso di condimenti ricchi di grassi animali saturi (sughi alla panna, alla besciamella…);
  6. preferire i grassi vegetali insaturi (usare olio extravergine di oliva di qualità aggiunto a freddo, senza comunque esagerare);
  7. abbinare la pasta a grandi quantità di verdure di stagione;
  8. abbinare la pasta ai legumi;
  9. abbinare la pasta al pesce;
  10. abbinare la pasta a spezie molto saporite;
  11. evitare la “spolverata” di formaggio;
  12. preferire la pasta integrale, che ha un più basso indice glicemico, previene il diabete e la stipsi;
  13. preferire una cottura al dente;
  14. abbinare un secondo leggero;
  15. evitare di assumere la frutta a fine pasto.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Per dimagrire è meglio eliminare carboidrati o i grassi? L’esperimento dei due gemelli

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Alexander e Chris Van Tulleken, 35 anni, sono un vero e proprio laboratorio scientifico vivente. Tanto per cominciare sono gemelli monozigoti, ossia identici. E tutti e due medici (Alexander, detto Xand, ha uno studio medico a New York e pratica medicina tradizionale, Chris lavora a Londra e ha un approccio più alternativo).

Uno ha eliminato i carboidrati, l’altro i grassi
Il fatto di condividere Dna e professione li ha spinti a un esperimento singolare: mettersi entrambi a dieta scegliendo però due diversi regimi alimentari per vedere quale era meglio. Alexander per un mese ha rinunciato a zuccheri e carboidrati, Chris ha dato addio ai grassi. Sulla loro duplice dieta la Bbc ha mandato in onda un documentario con discussione finale tra esperti. I due, peraltro, hanno anche un sito, dove si scopre che, tra un paziente e l’altro, passano il tempo a inventarsi esperimenti e spedizioni per il mondo, purché stravaganti. Avvicinandosi ai 40 anni, hanno deciso che perdere peso sarebbe stata la loro missione più urgente. Soprattutto per Xand, che superava i 90 kg per 1 metro e 80, con una percentuale di grasso del 26,7 per cento. Chris era un po’ sopra gli 80 kg, e la sua percentuale di grasso era del 22,6 per cento.

Leggi anche: Cosa succede al tuo corpo quando smetti di mangiare pasta e pane

Vite identiche a parte i cibi
Xand al Daily Mail ha raccontato:”Potevamo mangiare quanto volevamo, tranne che io non dovevo toccare carboidrati e zuccheri, e Chris ha eliminato i grassi“. “Per ogni altro aspetto, stile di vita e sport, le nostre vite erano uguali. Quindi ogni cambiamento fisico sarebbe stato riconducibile alla dieta”. Un modo per vivere in prima persona uno dei tormentoni alimentari del momento: cosa fa peggio, i grassi o gli zuccheri? Oltretutto, era anche un duello Stati Uniti (dove demonizzano gli zuccheri) contro Inghilterra (dove a essere presi di mira sono i grassi). Così, mentre a Xand era consentito inserire formaggi, carne, pesce, latticini, burro, con il divieto per dolci e pasta, Chris poteva consumare pasta, riso, pane, cereali, frutta, verdura, dessert, eliminando grassi di origine animale (niente carne, formaggi e latticini, e proteine solo da legumi). Due diete alquanto tristi, ammette Xand: “Io ero più fortunato: potevo mangiare carne, pesce, uova. Ma leva i carboidrati e la gioia se ne va dal tuo pasto”.

Insulina e colesterolo
La logica di azzerare carboidrati e zuccheri deriva dal fatto che aumentano i livelli di glucosio nel sangue e stimolano l’organismo a produrre più insulina; a lungo andare, questo può portare all’insulino-resistenza (l’ormone che il corpo usa per abbassare i livelli di glucosio in circolo): l’anticamera del diabete di tipo 2. E i grassi saturi (margarina, lardo, burro, alcuni oli) di cosa sarebbero colpevoli? Principalmente, di aumentare i livelli di colesterolo mettendo in pericolo il cuore. A dir la verità, il loro ruolo è stato appena rivalutato da uno studio del Croydon University Hospital di Londra: “L’idea che siano dannosi non ha fondamento” scrive il cardiologo Aseem Malhotra.

Leggi anche: Differenza tra dietista, dietologo e nutrizionista: quali titoli servono?

Non esistono diete risolutive
Ma tant’è, il dibattito grassi o zuccheri non si è placato. E dunque, i menu divergenti dei gemelli cosa hanno dimostrato? Intanto, che le diete risolutive non esistono, e che le cose non sono mai così semplici (in medicina, poi, è la regola). “Consumando poca frutta e verdura, perché hanno carboidrati, ero spesso stitico” ha raccontato Xand. “Mi sentivo stanco, poco brillante, e avevo un alito terribile. Chris invece, privandosi dei grassi non era mai sazio e mangiava spesso fuori pasto”.

I risultati
Dopo un mese Xand ha perso 3 chili e 50, Chris uno. Però: di quei tre chili e mezzo, 1 e mezzo era composto di grasso, 2 di muscoli, risultato meno apprezzabile. E del chilo eliminato di Chris, metà era grasso, metà muscolo. Prima e dopo l’esperimento, ai gemelli era stato misurato, tra i vari parametri, anche il colesterolo. Ci si aspettava che Xand, con la sua dieta ricca di grassi, avesse alla fine livelli più alti. Ma in entrambi è rimasto invariato. Che i grassi, in fondo, non siano così pericolosi? L’organismo di Chris, d’altro canto, dopo un mese di carboidrati ha aumentato la sua produzione di insulina; la conferma che, a lungo andare, un regime di questo tipo potrebbe portarlo verso problemi metabolici. Entrambe le diete, in fondo, si sono dimostrate abbastanza inutili: qualche chilo perso, massa muscolare ridotta, nessun cambiamento nel colesterolo, variazioni poco salutari nell’insulina.”

La domanda è mal posta
“La cosa più interessante che abbiamo scoperto è che la domanda ‘Sono peggio i carboidrati o gli zuccheri?’ è mal posta” è la conclusione dei due medici. “Dovremmo piuttosto domandarci quali sono i cibi che ci fanno ingrassare e perché”. Non è tanto un singolo ingrediente, zuccheri o carboidrati, a risultare dannoso, bensì la loro combinazione nello stesso alimento, che spinge a cercare sempre questo sapore mixato. Lo zucchero da solo non dà assuefazione (nessuno si nutre di zuccherini), così come non la danno i grassi in sé (e nessuno mangia panetti di burro). «Danno dipendenza, piuttosto, i cibi industriali come gelati, cioccolata al latte, patatine fritte, nei quali grassi e zuccheri sono uniti. Alzano i livelli di dopamina, neurotrasmettitore legato al circuito del piacere. Se volete perdere peso riducete i cibi preconfezionati a favore di quelli da cucinare. Fissarsi sui grassi piuttosto che sui carboidrati renderà la vostra dieta monotona, senza gusto e, alla lunga, insostenibile”.

La mia opinione sul modo migliore per dimagrire
La mia opinione è che se volete dimagrire davvero in modo sano e duraturo, non dovete eliminare proprio nulla del tutto dalla vostra dieta, specie se siete frequentatori di palestra (eliminare i carboidrati è una eresia). Si può sicuramente seguire un regime alimentare lievemente ipocalorico ipolipidico, ma il vero segreto è fare molta attività fisica, aumentare la vostra massa magra (specie con i pesi, la zumba da sola è quasi inutile allo scopo) e quindi aumentare il vostro metabolismo basale: questo è il più grande investimento che possiate fare per la vostra linea e – soprattutto – la vostra salute.

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Mangiare popcorn fa bene alla salute

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO UOMO GUARDA LA TV MENTRE MANGIA POP CORN CINEMA TELEVISIONE FILM SERIE TVMangiare popcorn farebbe bene alla salute. Sembrerebbe di si, e così lo stereotipo del bambino seduto davanti alla televisione intento a sgranocchiare popcorn pescati svogliatamente dal secchione stracolmo, non dovrebbe più essere sinonimo di sovrappeso. E si perché i famosi chicchi di mais scoppiato possono essere equiparati – in teoria! – a frutta e verdura, dal momento che contengono una gran quantità di antiossidanti che, come tutti ormai ben sanno, sono dei preziosi alleati per la salute dell’organismo. Questo grazie al fatto che l’acqua rappresenta solo il 4% del loro peso, per cui polifenoli e fibre sono presenti si potrebbe dire in quantità massiccia, in sostanza una scorpacciata di salute. La concentrazione di tali polifenoli nei popcorn è più o meno pari a quella presente nelle noci, per cui una porzione media dei famosi chicchi di mais ne contiene ben più di una porzione di frutta e verdura.

Continua la lettura su https://hardoctor.wordpress.com/2013/06/29/mangiare-pop-corn-fa-bene-alla-salute/

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Sono normopeso, sottopeso o sovrappeso? Come si calcola l’Indice di Massa Corporea (BMI)?

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L’indice di massa corporea (IMC o anche BMI acronimo di Body Mass Index) è un dato biometrico espresso come rapporto tra peso e altezza di un soggetto ed è utilizzato da noi medici come un indicatore dello stato di peso forma del paziente. E’ un dato che non tiene conto delle differenze tra individuo ed individuo come la lunghezza degli arti, la larghezza del bacino, la tonicità dei muscoli, la quantità di massa grassa/magra.

I limiti dell’IMC

Purtroppo l’IMC, preso da solo, è un dato che può trarci in errore: prendiamo il caso di due persone che sono alte uguali e pesano lo stesso peso tuttavia una delle due può essere in sovrappeso per un eccesso di massa grassa, mentre il secondo può essere un culturista con molta massa magra e pochissima massa grassa. Nonostante ciò hanno lo stesso IMC. I limiti di questo indice sono superati dalla bioimpedenziometria, che ci dice QUANTO del nostro peso corporeo totale sia determinato dalla massa magra, da quella grassa e dall’acqua. Per quanto l’IMC sia un valore potenzialmente fuorviante, ha il vantaggio di fornire in maniera rapida ed economica un valore che nella maggior parte dei casi permette ai medici di inquadrare il paziente. A tal proposito, leggi anche: L’indice di massa corporea non dice sempre la verità

Come si calcola l’Indice di Massa Corporea?

L’IMC si calcola come il rapporto tra la massa-peso, espressa in chilogrammi, e il quadrato dell’altezza, espressa in metri. In pratica:

IMC = MASSA / ALTEZZA IN METRI AL QUADRATO

Piccolo esempio valido per una persona alta 1 metro e 70 cm che pesa 62 kg:

IMC = 62 / (1,7) al quadrato         quindi         62 / 2,89 = 21,45

quindi l’indice di massa corporea in questo caso sarà di 21,45 che indica un valore compreso tra 18,5 e 25, cioè il range che significa peso normale.

Per chi non vuole fare il piccolo calcolo, si può usare la tabella presente in alto in questo articolo.

Cercate il vostro peso sulla sinistra e seguite la riga finché non incontrate la colonna della vostra altezza: il numero (e il colore) che risulterà, indicherà la vostra condizione.

Se ad esempio pesate 54 kg e siete alti 1 metro e 62 cm vorrà dire che avete un IMC di circa 21 quindi siete normopeso

Se pesate 86 kg e siete alti 1 metro ed 82 cm vorrà dire che avete un IMC di circa 26 e quindi siete lievemente sovrappeso.

MEDICINA ONLINE SONO NORMOPESO SOVRAPPESO OBESO SOTTOPESO 1 2 3 GRADO ALTO BASSO IMC BMI INDICE DI MASSA CORPOREA IMPEDENZIOMETRIA BIOIMPEDENZIOMETRIA GRASSO PESO DIMAGRIRE TABELLA UOMO DONNA BAMBINO DIETA.jpg

Come già prima accennato, per superare i limiti dell’indice di massa corporea è importante eseguire una bioimpedenziometria, che ci permette di analizzare con esattezza le percentuali di massa magra, massa grassa, idratazione ed altri valori.

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Una dieta povera di fibre causa disturbi intestinali e indebolisce la flora batterica

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO VERDURA FRUTTA DIETA VITAMINE DIMAGRIRE CALORIE POMODORI CETRIOLI ERBETTAUna dieta povera di fibre, come sottolinea un recente studio italiano, potrebbe causare disturbi e indebolire la flora batterica, fondamentale per combattere agenti esterni, virus e batteri che potrebbero danneggiare il fegato e l’intestino. Paolo Lionetti, ricercatore dell’Università di Firenze, nella sua ricerca ha evidenziato come, chi segue una dieta troppo povera di fibre, può avere ripercussioni serie sull’intestino impedendo alla flora batterica di rigenerarsi e di proteggere dagli agenti esterni.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Pnas, Proceedings of the National Academy of Science: gli studiosi hanno infatti analizzato in modo approfondito la composizione e le caratteristiche della flora batterica intestinale di alcuni bambini occidentali che seguono una dieta tipica confrontandola con quella di bambini del Burkina Faso, che seguono un’alimentazione a base di vegetali e cereali.

Ne è risultato che la flora batterica dei bambini africani è più in salute rispetto ai quella dei bambini italiani e un maggiore numero di acidi grassi. Fondamentale quindi per i bambini, ma ovviamente non solo, seguire una dieta il più varia possibile ma soprattutto ricca di fibre, che si trovano prevalentemente in vegetali e cereali. Questi acidi sono fondamentali per contrastare le azioni degli agenti patogeni che possono portare alla formazione di rischi seri come la salmonella.

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Correre non fa dimagrire

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA CHE CORRE SPORT ALLENAMENTO RUNNER MARATONETA CORREREOvviamente il titolo dell’articolo è volutamente provocatorio: un titolo più politically correct potrebbe essere “correre non fa sempre dimagrire”. Ma cominciamo con una domanda (apparentemente) facile: chi ha meno percentuale di grasso corporeo, uno sprinter professionista che corre i 100 metri o un maratoneta professionista che in gara corre per 42 km e 195 metri?

Sprinter o maratoneta?

La risposta che ricevo sempre é “un maratoneta”. Si puó capire perché le persone, a cui é stato ripetutamente detto che per ridurre il tessuto adiposo é necessario allenamento aerobico continuativo, pensino in questo modo. La loro risposta è sbagliata. Gli sprinter fanno ben poco allenamento aerobico continuativo, eppure hanno meno percentuale di grasso corporeo rispetto ad un maratoneta e questa non è una mia opinione ma un dato assolutamente oggettivo.

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Come è possibile ciò?

La ragione di questa apparente stranezza è da riconoscersi nella natura stessa dell’allenamento. Più alta è l’intensità (con intensità si intende la capacità di Massime Pulsazioni del Cuore), più calorie si consumano al minuto. Il maratoneta si sottopone a escursioni lunghe e frequenti nella zona aerobica e ciò provoca, per adattamento specifico, la perdita di tessuto muscolare importantissimo per tenere alto il metabolismo basale dell’organismo. Perché il corpo del maratoneta “sacrifica” la massa muscolare? La risposta è una domanda: vi siete mai chiesti perché i nuotatori professionisti sono “muscolosi ma non troppo”? Perché il muscolo è un tessuto molto pesante ed, estremizzando, un culturista quasi non riuscirebbe a stare a galla! Dato che il muscolo pesa più del grasso, è il tessuto da cannibalizzare preferito dal corpo per cercare di alleggerire il carico da trasportare, quando l’attività che svolge è portata più alla resistenza che alla forza esplosiva.

Correre sul tapis roulant non fa dimagrire

Tra i miei pazienti, quelli che vogliono dimagrire, è diffusa la falsa convinzione che per perdere adipe basti “corricchiare” il più a lungo possibile sul tapis roulant, magari un paio di volte a settimana. Poi doccia e a casa. Grande errore! Ovviamente non voglio dire che correre (in palestra, in pista o al parco sotto casa) non faccia perdere una certa quantità di massa grassa, né che sia una cosa buona per il nostro organismo – anzi fa benissimo a cuore, circolazione, polmoni e psiche – voglio invece affermare che un programma di allenamento volto al dimagrimento – incentrato quasi totalmente sull’attività aerobica e che tralascia l’attività anaerobica – non porta ai risultati sperati, ma al contrario produce una diminuzione della percentuale di massa magra presente nel corpo e ciò provoca una diminuzione del metabolismo del nostro corpo, cosa che non certo ci aiuta nel perdere peso!

Con la corsa perdi soprattutto acqua

Durante l’allenamento aerobico tipico della maggior parte delle persone che vogliono dimagrire, avviene una notevole perdita d’acqua e una combustione di acidi grassi e zuccheri. A differenza di quanto si possa pensare, i grassi persi dopo aver svolto attività aerobica prolungata sono di solito solo poche decine di grammi. Quindi è assolutamente inutile avviarsi frettolosamente verso la bilancia presente in palestra a controllare i kg persi dopo una bella corsa, in quanto l’abbassamento del valore indicato sulla bilancia è principalmente dovuto alla copiosa perdita di acqua mediante la sudorazione e non alla (esigua) perdita di grassi. Lo sapevate che un maratoneta perde tranquillamente 6 litri di acqua (non di grasso) durante un gara e che un calciatore durante un incontro ne può perdere anche due o più? Inoltre, se correte in palestra, sono quasi sicuro che non avete mai tenuto conto di un fattore quasi banale: per chi corre sul tapis roulant viene a mancare il tipico “effetto vento” che si ha correndo all’aria aperta, ciò determina – per chi corre in palestra – un innalzamento della temperatura maggiore e maggior perdita d’acqua, rispetto a chi corre al parco. In definitiva, dopo un’ora di corsa specie al chiuso, se pesate 1 kg di meno e siete felici, vi basterebbe sottoporvi ad una rapida bioimpedenziometria per farvi passare l’entusiasmo: avete sudato tanto, perso molta acqua ma poco grasso e, cosa peggiore, il vostro metabolismo basale è rimasto praticamente invariato. Triste ma è così!

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Correre ti fa mangiare di più

Moltissimi miei pazienti subiscono inoltre quello che io chiamo “effetto corro e mangio“: tornati a casa dopo un’ora di corsa in palestra, si mettono a tavola con l’idea che – avendo fatto quell’ora di attività fisica – possono permettersi di poter mangiare un “dolcetto” in più. Il risultato è che, al netto delle entrate e delle uscite, il soggetto in questione avrà paradossalmente assunto molte più calorie rispetto a quante ne avrebbe assunto se non avesse fatto quell’ora di corsa e non avesse assunto il dolcetto. Addirittura alcuni fanno la “corsa preventiva“: il giorno prima di un evento in cui prevedono di mangiare molto (come un matrimonio), fanno la loro corsetta di un’ora al parco pensando di poter mangiare chissà quanto il giorno dopo. Inutile dire che al matrimonio mangeranno ben più delle poche centinaia di calorie perse con quella corsetta. Paradossale, vero? Senza contare che, chi si comporta in questo modo, affronterà quella corsa una tantum senza fare stretching e, probabilmente, correndo come dei forsennati e quindi in modo sbagliato: ciò può arrecare molti danni alla loro salute! Correre BENE è una scienza, non ci si improvvisa corridori!

L’eccesso di attività aerobica può addirittura determinare dei danni:

1) Peggiora la relazione testosterone/cortisolo che impedisce l’abilità di aumentare la massa muscolare (quella che determina il nostro metabolismo e quindi la nostra capacità di dimagrire).

2) Aumenta lo stress delle ghiandole adrenali che PUÓ avere come conseguenza il SOVRAPPESO e produrre altre conseguenze indesiderabili per la salute.
Secondo il Dr. James Wilson (autore di Fatica Adrenale – La Sindrome di Stress del 21 Secolo), “le ghiandole adrenali hanno la funzione di produrre ogni minuto, una quantità precisa e bilanciata di ormoni”. Quando una persona fa troppo esercizio di tipo aerobico continuativo, le ghiandole adrenali possono alterarsi e possono avere come conseguenza la fatica adrenale. La fatica adrenale é associata a sintomi come: stanchezza, senso di paura, allergia, indebolimento del sistema immunitario, artrite, ansia, depressione, fatica cronica, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione, insonnia e piú importante in relazione a questo articolo, la inabilità di perdere peso.

3) Aumenta lo stress ossidativo che accelera i processi di invecchiamento.
Secondo l’endocrinologa Dr. Diana Schwarzbein (autrice del Secondo Principio Schwarzbein), “l’ossidazione” é un processo che favorisce la formazione di radicali liberi nel corpo. Normalmente il corpo neutralizza i radicali liberi con sostanze conosciute come antiossidanti. Solo in presenza di una eccessiva produzione di radicali liberi, il corpo non é in grado di neutralizzare tutti i radicali liberi. Questo ha come conseguenza ALTERAZIONI nel metabolismo che rende più difficile perdere peso ed accelera i processi di invecchiamento.

4) Secondo alcune teorie, la corsa prolungata causerebbe addirittura danni irreversibili alle articolazioni.

5) Altera l’equilibrio degli ormoni sessuali femminili.

Ma allora correre fa male?

Come già precedentemente affermato, lungi da me affermare che l’allenamento aerobico ben eseguito sia inutile o dannoso. Tutto il contrario: è importantissimo (il piede è addirittura considerato il secondo cuore del corpo: camminando/correndo, la pressione col terreno, spinge il sangue che ristagna alle estremità degli arti inferiori, verso il cuore, impedendo le famose “gambe gonfie”) ma deve essere svolto nella maniera corretta e accostato all’allenamento anaerobico (oltre ad una corretta alimentazione!). Esso apporta poi notevoli benefici, non solo per quanto riguarda l’aspetto fisico, ma anche quello mentale, liberando endorfine nell’organismo che ci faranno provare una sensazione di benessere generale notevole.

Allenarsi in maniera corretta

Cosa fare allora? Continuare imperterriti a macinare km su km incuranti della perdita di massa muscolare, oppure cercare di combinare i benefici dell’allenamento aerobico con i risultati di quello anaerobico? La seconda che hai detto. Bisogna semplicemente mixare il tutto in un’unica soluzione per ottenere i risultati sperati. Allenamento aerobico (non eccessivo) per aumentare la sudorazione, capacità polmonare e battito cardiaco, in associazione ad un buon allenamento anaerobico per mantenere e migliorare la muscolatura che è il vero motore del nostro metabolismo e della nostra perdita di grasso. I due tipi di allenamento: insieme per vincere!

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Vuoi bruciare più calorie? Fai esplodere il tuo metabolismo!

MEDICINA ONLINE PALESTRA ALLENAMENTO UOMO MUSCOLI PESI BELLEZZA GINNASTICA PESISTICAIl metabolismo è l’insieme delle reazioni chimico-fisiche alimentate dalle calorie introdotte con l’alimentazione, è fortemente collegato alla massa magra del corpo ed all’azione della tiroide e dei suoi ormoni. E’ il motore dell’organismo grazie al quale si bruciano le calorie e i grassi. Tale motore è però diverso da persona a persona, ed è per questo motivo che in alcuni individui mangiare tanto non implica per forza un grande aumento di peso. Tuttavia ognuno di noi ha la possibilità di aumentare il proprio, seguendo queste semplici regole!

Cosa mangiare?

1) Cereali integrali (col loro basso indice glicemico danno energia di lunga durata e rimandano la fame)
2) Verdure (ricche di vitamine, acqua e minerali e poche calorie rispetto alla frutta. Regalano un senso di sazietà)
3) Crostacei e pesce (sono ricchi di iodio che stimola la tiroide)
4) Formaggi (contengono tiramina, una sostanza che viene trasformata in adrenalina)
5) Caffè (la caffeina svolge un’azione brucia grassi, stimola la produzione di adrenalina). E’ bene non esagerare
6) Tenete sempre a mente l’indice glicemico

Come mangiare?

1) Mangiare cinque volte al giorno. Colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena: quando si mangia si mette in moto la macchina metabolica e si bruciano calorie: più pasti favoriscono il calo di peso e permettono di non arrivare affamati al pasto successivo.
2) Fare una colazione abbondante. Chi salta la colazione o resta a digiuno per ore, sollecita l’organismo a rallentare le sue funzioni metaboliche per risparmiare energia e immagazzinare tutte le calorie possibili sotto forma di scorte di grasso.
3) Meno carboidrati e più proteine. Digerire richiede energia. Rispetto ai carboidrati, gli alimenti proteici richiedono un lavoro maggiore di metabolizzazione. Importantissimo conoscere il concetto di “termogenesi indotta dalla dieta“. Il pane e la pasta non vanno eliminati (non si dovrebbe scendere sotto i 100.120 grammi di zuccheri al giorno) mentre la quantità giusta di proteine è un grammo per ogni chilo di peso. Tra grassi e condimenti, bisognerebbe rispettare la quota di 60 grammi
4) Consumare piatti leggeri a cena. La sera si bruciano meno calorie rispetto al giorno. Si consiglia di assumere la maggior parte di calorie nella prima parte della giornata
5) Bere molta acqua durante i pasti. Non ha calorie e non gonfia ma contribuisce al senso di sazietà
6) Evitare diete drastiche. Producono un rallentamento del metabolismo e predispongono l’organismo a riprendere i chili persi appena si interrompe la dieta (effetto yoyo)

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Tutto qui? certamente no!

1) Dormire almeno sette ore. L’insonnia o le alterazioni del sonno provocano alterazioni metaboliche e innescano la fame. Leggete come dormire bene.
2) Fare costante esercizio fisico. Nuoto, palestra, bici ma anche una semplice camminata di venti minuti al giorno permette di bruciare più grassi e meno glicogeno muscolare. Anche piccole azioni contribuiscono a stimolare il metabolismo (fare le scale, scendere dal bus ad una fermata prima, portare a spasso il cane, ecc). Per chi preferisce camminare si consiglia di non fare meno di 10 mila passi al giorno prima dei 25 anni, e non meno di 5 mila dopo i 25 anni. Ricordate poi che è sempre meglio praticare sport a giorni alterni. Dopo lo sport, infatti, il metabolismo resta accelerato per diverse ore e si brucia più in fretta. Alternare i giorni permette di mantenere un consumo energetico sempre più alto del normale.
3) Allenare i muscoli. La massa magra ha un’attività metabolica superiore alla massa grassa. Se aumentano i muscoli si innalza il metabolismo anche a riposo.
4) Non tenere i riscaldamenti al massimo. Anche se siamo a primavera le temperature sono ancora pittosto basse e tendiamo ad alzare il riscaldamento, grosso errore: temperature alte determinano un metabolismo più basso mentre le temperature più basse costringono il metabolismo a lavorare di più per far fronte alla differenza termica tra l’esterno e il corpo.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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