Chiedere aiuto non è un segno di debolezza

MEDICINA ONLINE AFORISMI FRASI SEGRETI PER VIVERE BENE VITA AMORE AIUTO MONTAGNA PANORAMA AIUTARE GLI ALTRI HELPING PEOPLE LOVE WALLPAPER SUPPORTO ANONIMI AUTO AIUTO GRUPPO FORZA CORAGGIO BENEFICIENZA VOLONTARIATOSe non ce la fai da solo, abbi l’umiltà di farti aiutare da un amico, perché chiedere aiuto non è un segno di debolezza: tutt’altro!

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Chi ha paura di Babbo Natale?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO UOMO TRISTE TRISTEZZA SUICIDIO DEPRESSIONE PAURA AIUTOMolti non vedono l’ora che arrivi Natale, altri lo eviterebbero volentieri. Ma c’è persino chi sotto le feste rischia addirittura un attacco di panico. E’ il caso di Stefanie Howlett, 28enne di Wirral, nel Merseyside, Regno Unito: la vista di Babbo Natale scatena in lei una reazione emotiva molto forte, dalle lacrime alle palpitazioni, fino ai vere e proprie crisi d’ansia. Il motivo risiederebbe, racconta la ragazza al tabloid britannico ‘Daily Mail’ on line, nel fatto che da piccola è stata più volte forzata dai genitori a incontrare e a sedersi sulle ginocchia di vari ‘Santa Claus’ nei centri commerciali del suo Paese.

Il risultato è una vera e propria fobia che obbliga Stefanie a fare shopping natalizio esclusivamente on line, per evitare di incappare nei Babbi Natale che popolano i negozi in questo periodo, per allietare grandi e piccini. Salvo poi, come nel caso della giovane designer di gioielli, traumatizzarli fino all’età adulta. Sfortuna ha voluto che, quando era alle superiori, Stefanie ha dovuto anche ‘subire’ una gita scolastica in Norvegia, dove gli insegnanti hanno organizzato un incontro con ‘il vero Babbo Natale’. “Quando ho saputo che Santa Claus era nella stanza accanto, il panico è iniziato a salire. Non sopporto nemmeno la sua vista, persino sui biglietti d’auguri”, assicura.

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Perché i bambini finlandesi dormono nelle scatole di cartone?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Roma Medicina Chirurgia Estetica Rughe Cavitazione Dieta Peso Dimagrire Pancia Grasso Dietologo Cellulite Senologo Psicologo Pene Studio Cuore Baby Sessuologo Sesso BAMBINI FINLANDESI SCATOLE CARTONE 04Il saggio governo finlandese da ormai settantacinque anni dona una scatola di cartone alle donne in attesa di un bambino. La scatola contiene il necessario per il bambino e può essere utilizzata come letto. Molti dicono che ha contribuito a far raggiungere alla Finlandia uno dei tassi di mortalità infantile più bassi del mondo. La scatola di cartone in Finlandia è una tradizione che risale alla terza decade del secolo scorso, ed è stata progettata per dare a tutti i bambini, non importa il loro ceto sociale, un uguale inizio nella vita. La scatola con il materassino diventa il primo letto di un bambino. Moltissimi bambini finlandesi hanno trascorrono – e trascorrono anche oggi – i loro primi sonnellini in sicurezza all’interno delle quattro pareti di cartone della scatola, simbolo – come noterete continuando nella lettura – di uguaglianza, di civiltà e di unità nazionale. Ecco cosa contiene la scatola maternità:

  • materasso, coprimaterasso, sottolenzuolo, copripiumino, coperta, sacca / trapunta con imbottitura in pelo naturale (pelo di cammello o lana di pecora naturale);
  • scatola che può essere utilizzata come lettino;
  • tuta, cappello, guanti e stivaletti coibentati;
  • abito con cappuccio e una tuta leggera lavorata a maglia;
  • calze e guanti, cappello lavorato a maglia e passamontagna;
  • body, tutine, calzini in modelli e colori unisex;
  • accappatoio, asciugamani, forbicine per le unghie, spazzola per capelli, spazzolino da denti, termometro da bagno, tubetto di crema, salviette;
  • libro illustrato e giocattoli per la dentizione.

Pacco o soldi? Meglio il pacco!

Le mamme possono scegliere tra il “pacco maternità” ed una sovvenzione diretta in denaro, ora fissata a 140 euro, ma il 95% preferisce la scatola di cartone: vale molto di più. Heidi Liesivesi lavora al Kela – l’Istituto delle assicurazioni sociali della Finlandia, ha detto:  «La tradizione della scatola di cartone risale al 1938, all’inizio era disponibile solo per le famiglie a basso reddito, dal 1949 è stata cambiata con la nuova legislazione: ora le future mamme per ottenere la sovvenzione in denaro o il pacco maternità prima del quarto mese di gravidanza devono sottoporsi a visita prenatale presso una struttura medica.  La scatola di cartone ha avuto il merito non solo di fornire alle mamme il necessario per prendersi cura del loro bambino ma anche a contribuire a orientare le donne in gravidanza a prendere contatti con medici e infermieri al servizio del nascente stato sociale. La Finlandia nel 1930 era un paese povero con un alto tasso di mortalità infantile (65 su 1.000 bambini morti). Le cifre sono migliorate rapidamente nei decenni successivi». Mika Gissler, professore presso l’Istituto nazionale per la salute e il benessere a Helsinki, ha detto che nel 1940 tutte le donne ricevevano la scatola di maternità e l’assistenza prenatale. Negli anni ’60 l’assistenza è passata in gestione al sistema nazionale di assicurazione sanitaria, supportato da un sistema centralizzato della rete ospedaliera. La scatola di cartone dopo settantacinque anni ora fa parte del rito che segna il passaggio verso la maternità e l’unione delle generazioni delle donne finlandesi.

Qualche testimonianza

Reija Klemetti, quarantanove anni di Helsinki, ricorda quando andò all’ufficio postale a ritirare un pacco maternità per uno dei suoi sei figli:  «E’ stato bello ed emozionante. La mia mamma, amici e parenti erano tutti ansiosi di vedere che tipo di cose erano dentro il pacco e il colore che avevo scelto. La mia mamma ha settantotto anni, ha fatto affidamento sulla scatola quando nel ’60 ha avuto il primo dei suoi quattro figli». Klemetti Solja la figlia di ventitré anni, ha aggiunto:  «Ho due bambini, ho condiviso il senso di eccitazione sperimentato dalla mia mamma quando prima della nascita del suo primo bambino ha preso possesso di “qualcosa di sostanziale”». Titta Vayrynen, trentacinque anni, madre di due giovani ragazzi, ha detto:  «E’ facile sapere in quali anni sono nati i bambini perché ogni anno l’abbigliamento contenuto nella scatola varia un po’. E’ bello confrontarlo con parenti e amici e scoprire che quel ragazzo è nato nello stesso anno di mio figlio.  Il contenuto della scatola per alcune famiglie sarebbe insostenibile se non fosse gratuito. Nel mio caso più che una riduzione di spesa, ha significato un risparmio di tempo. Incinta del mio primo figlio, impegnata con il lavoro, sono stata felice di risparmiarmi la fatica di cercare i negozi per confrontare i prezzi per comprare l’abbigliamento meno costoso.  Le mamme finlandesi, come conferma un recente studio, sono le più felici del mondo, siamo ben curate anche adesso che alcuni servizi d’assistenza sono stati ridotti.  Io quando è nato il mio secondo bambino al posto del pacco maternità ho preferito la sovvenzione in euro. Ho riutilizzato l’abbigliamento del mio primo figlio. Gli indumenti possono essere riutilizzati e passare da una bambina a un bambino, e viceversa, perché i colori sono volutamente di genere neutro».

Il contenuto della scatola nel corso degli anni

Il contenuto della scatola è cambiato un bel po’ nel corso degli anni, riflettendo i tempi che cambiano. Negli anni ’30 e ’40, conteneva solo il tessuto perché le mamme erano abituate a realizzare da sole i vestiti del bambino. Durante la seconda guerra mondiale, la flanella e il cotone necessari al Ministero della Difesa, in parte furono sostituiti da lenzuola di carta e fasce di stoffa.  Gli anni ’50 ha visto un aumento del numero di abiti già pronti, negli anni ’60 e ’70 questi cominciarono a essere prodotti con tessuti elasticizzati.  Nel 1968 nella scatola maternità apparve il sacco a pelo, l’anno successivo i pannolini usa e getta anche se per breve tempo, visto che – per non inquinare la natura – caddero in disgrazia e vennero quasi subito sostituiti nuovamente dai pannolini di stoffa. Panu Pulma, docente di Storia finlandese presso l’Università di Helsinki, ha detto: «Ai genitori si raccomandava di non far dormire i bambini nel letto matrimoniale assieme a loro: l’introduzione della scatola di cartone ha aiutato molti genitori a lasciare i loro bambini a dormire da soli, separati da loro, aiutando la loro autonomia futura.  Uno degli obiettivi principali di tutto il programma è stato anche quello di far allattare di più le donne. A un certo punto, biberon e ciucci sono stati rimossi per promuovere l’allattamento al seno. E’ stato un successo.  Tra gli oggetti inseriti nella scatola, ha avuto un effetto positivo anche quello del libro illustrato: ha incoraggiato i bambini a maneggiare i libri e un giorno a leggerli. In Finlandia la scatola di cartone è un simbolo, un simbolo dell’idea di uguaglianza sociale, di educazione e dell’amore verso i bambini».

La Finlandia possiede una delle democrazie più avanzate al mondo: dal mio punto di vista l’Italia ha molto da imparare da questa nazione così civile e lungimirante.

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Problemi a rimanere incinta? Rimedi naturali per diventare mamma

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO GRAVIDANZA PANCIA MATERNITA MAMMA GINECOLOGIA CONCEPIMENTO PARTO PANCIONE FIGLIO MADREPartiamo dal presupposto che tu sia in buona salute, non fumi, non abusi di droghe o di alcool e non sei particolarmente in sovrappeso o sottopeso. Se fumi, soffri di qualche tipo di disturbo o patologia o, per esempio, sei molto in sovrappeso, dovresti lavorare subito su questi punti, perché potrebbero essere la causa dei tuoi problemi a rimanere incinta. Detto questo, ci sono tantissime cose, del tutto naturali, che puoi seguire e inserire nella tua vita per migliorare la tua fertilità. In questo articolo troverai alcune idee, consigliate dagli esperti della fertilità, che potrebbero risolvere i tuoi problemi a rimanere incinta: con un piccolo sforzo potrai realizzare il tuo sogno.

Leggi anche: Acido folico (vitamina B9): a cosa serve, in quali alimenti trovarlo e perché è importante PRIMA e durante la gravidanza

1) Caffeina
Le donne che cercano di rimanere incinta dovrebbero stare lontano o, per lo meno, limitare al massimo l’assunzione della caffeina. Alcuni scienziati americani hanno scoperto che le donne che assumono elevate quantità di caffeina (più di 2 tazze al giorno) hanno più difficoltà a rimanere incinta rispetto alle donne che non ne assumono o che, almeno, si limitano a una tazzina al giorno. Questo, però, sembra non essere valido per gli uomini. Negli uomini la caffeina può effettivamente dare una bella spinta alla fertilità dello sperma. Alcuni ricercatori brasiliani hanno scoperto che la motilità degli spermatozoi era più alta negli uomini che bevevano caffè regolarmente rispetto a quelli che non ne bevevano.

2) Yoga, meditazione e rilassamento
Il consiglio più frequente che si dà alle donne che hanno problemi a rimanere incinta è di rilassarsi. Ma basta davvero così poco per non dover aver a che fare con tutto questo? La verità è che gli esperti non sanno con esattezza quale sia l’impatto dello stress sulla fertilità, ma le nuove ricerche indicano che le terapie di rilassamento e la riduzione dello stress possono essere molto utili quando si cerca di avere un bambino. Un recente studio pubblicato nel 2011 sulla pubblicazione inglese “Fertilità e Infertilità” del mese di giugno, ha mostrato che le donne che avevano partecipato ad un programma di terapia di rilassamento mente/corpo hanno avuto un sensibile aumento della fertilità e un miglioramento dell’equilibrio ormonale. Il 52% delle donne che hanno partecipato a questo programma è riuscito a concepire, mentre tra le donne che non hanno partecipato, solo il 20% ha concepito.

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3) L’idratazione
La cervice della donna (o collo dell’utero) produce un fluido chiamato muco cervicale. Questo fluido è simile a qualsiasi altro muco nel corpo. Quando non sei abbastanza idratata, sai cosa succede? La bocca si secca, la pelle diventa meno elastica e perde di salute, il muco diventa secco. Ovviamente, bere molta acqua e mantenere ben idratato il tuo corpo, migliorerà la qualità e la quantità del tuo muco cervicale. Avere muco cervicale fertile è indispensabile per riuscire a concepire e risolvere i tuoi problemi a rimanere incinta. Il muco cervicale fertile è scivoloso, elastico e molto lubrificante.

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4) L’Agopuntura
L’agopuntura è una tecnica che deriva dalla medicina tradizionale cinese, praticata in con successo tutto il mondo da migliaia di anni. Prevede il posizionamento, assolutamente indolore, di aghi sottilissimi in punti specifici con lo scopo di alleviare lo stress e curare condizioni fisiche e mentali patologiche. Gli scienziati non comprendono appieno il funzionamento di questa tecnica, ma gli innumerevoli studi effettuati sull’effetto dell’agopuntura sulla fertilità hanno dimostrato che può realmente migliorarla, anche se non agisce direttamente sul problema fisico. Per esempio, non sbloccherà le tue tube di Falloppio bloccate, ma ti aiuterà a ridurre lo stress, a migliorare il flusso di sangue verso l’utero e le ovaie, che a sua volta rafforzerà e stimolerà l’ovulazione e l’impianto. L’agopuntura in Italia può essere praticata solo da medici.
Uno studio ha esaminato gli effetti della moxibustione e dell’agopuntura su 30 donne, dai 24 ai 37 anni, che soffrivano di infertilità. I risultati hanno mostrato che, dopo un solo ciclo di trattamento, 9 donne sono riuscite a concepire, mentre altre 8 donne hanno ottenuto la loro gravidanza dopo 2 cicli.

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5) Succo di Limone
I limoni sono dei veri toccasana per la tua fertilità per un paio di motivi. Prima di tutto, sono ricchi di vitamina C e vari antiossidanti, che aiutano a migliorare tutta la salute generale. I limoni sono un alimento alcalinizzante, infatti, grazie ai nutrienti che contengono, rendono il tuo corpo più alcalino. L’ambiente vaginale è di natura molto acido e quindi ostile agli spermatozoi. Il muco cervicaleaiuta a proteggere gli spermatozoi da questo ambiente acido, e i limoni danno una spinta in più, rendendo la vagina più alcalina. Aggiungi il succo di limone alla tua alimentazione quotidiana per migliorare la qualità del tuo muco cervicale e la tua fertilità. Spremi mezzo limone in una tazza di acqua calda e bevila circa 15-20 minuti prima di fare colazione.

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6) I Lubrificanti
Alcuni ricercatori hanno studiato recentemente l’effetto della lubrificazione sulla motilità degli spermatozoi e hanno scoperto che quasi tutti i lubrificanti ostacolano il movimento degli spermatozoi attraverso la vagina: i lubrificanti hanno in pratica un effetto spermicida, anche quelli naturali come l’olio d’oliva o la saliva. Se durante il rapporto, senti una certa secchezza vaginale, ci sono alcune cose che puoi fare per migliorare la lubrificazione naturale del tuo corpo. Assicurati di bere molti liquidi durante la giornata e non prendere farmaci come decongestionanti o antistaminici, che asciugano di loro natura l’organismo. Tu e il tuo compagno dovete concentrarvi sulla piacevole esperienza del rapporto, dall’inizio dei preliminari alla fine, prendendovi il vostro tempo, così da permettere al tuo corpo di produrre tutti i tuoi fluidi naturali e avere la giusta lubrificazione.

7) L’Olio di Enotera
L’olio di enotera (conosciuto anche come EPO-Evening Primrose Oil) è un integratore naturale che deriva da un fiore di campo dell’America del Nord. E’ ricco di vitamina E e di acidi grassi essenziali. Alcune donne utilizzano questo integratore per ammorbidire il collo dell’utero e prepararlo al concepimento. L’olio di enotera viene convertito dall’organiamo in una sostanza molto simil-ormonale molto affine alle prostaglandine. Le prostaglandine, contenute anche nello sperma, aiutano ad ammorbidire il collo dell’utero. Questo renderà l’apertura della cervice molto più ampia e più facilmente attraversabile dagli spermatozoi. L’EPO aiuta anche a migliorare la qualità del tuo muco cervicale. Questo particolare integratore deve essere usato solo nel periodo tra le mestruazioni e l’ovulazione (da circa 1500 mg a 3000 mg al giorno); si deve interrompere l’assunzione nel momento in cui si verifica l’ovulazione.

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8) Il Tè Verde
Il tè verde contiene anche la caffeina, ma a differenza di altre bevande come il caffè, questo tipo di tè può aiutarti a risolvere i tuoi problemi a rimanere incinta. Il tè verde è una fonte molto ricca di diversi tipi di antiossidanti. Questi antiossidanti possono dare al tuo sistema immunitario una forte spinta, aiutando l’organismo a scongiurare patologie come il cancro, le malattie cardiache e le malattie degenerative. Non è ancora ben chiaro perché il tè verde aiuta a migliorare la fertilità in modo così evidente, ma secondo gli scienziati il motivo sta nelle sue proprietà protettive. Uno studio condotto dalla Kaiser Permanente Cura Medical Program ha scoperto che le donne che bevevano regolarmente tè verde avevano letteralmente raddoppiato le loro probabilità di concepire. Tuttavia, dosi massicce di tè verde possono interferire con l’assorbimento dell’acido folico, necessario per la divisione cellulare durante la gravidanza.

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9) L’Agnocasto
L’agnocasto è una pianta da sempre utilizzata dagli antichi greci per ridurre il desiderio sessuale, da qui il nome “casto”. Oggi le donne usano l’agnocasto, chiamato anche Vitex, per regolare il ciclo mestruale, ridurre i sintomi della PMS e alleviare quelli della menopausa. Gli scienziati hanno constatato che l’agnocasto agisce sulla ghiandola pituitaria e sull’ipotalamo, che sono responsabili della regolazione degli ormoni coinvolti nella riproduzione. Se assunto regolarmente, l’agnocasto è in grado di ridurre i livelli di prolattina del tuo corpo. Quando i livelli di prolattina sono troppo alti, le mestruazioni possono diventare irregolari, il che può causare problemi a rimanere incinta. Questa pianta è utilizzata anche per il trattamento dei difetti della fase luteale: rafforza l’ovulazione, provocando un aumento dell’ormone LH e di conseguenza, migliora la funzione del corpo luteo.

10) Una Buona Passeggiata
L’aggiunta di una semplice passeggiata alla tua giornata può migliorare sensibilmente la tua fertilità e la tua salute generale. Camminare è un perfetto esercizio fisico molto semplice da mettere in pratica ed è molto sicuro quando si sta cercando di rimanere incinta. Camminare per venti o trenta minuti al giorno ti aiuterà a ridurre lo stress, a mantenere un peso sano e a migliorare il flusso di sangue nel tuo utero e nelle tue ovaie. L’esercizio fisico regolare aiuta il sistema riproduttivo a funzionare meglio. Tuttavia, più esercizio fisico non equivale a più fertilità! I ricercatori hanno scoperto che troppo esercizio fisico, troppo intenso e per troppo tempo può avere un effetto negativo sulla fertilità.

Questi sono alcuni consigli molto facili da applicare, molto efficaci, che chiunque può inserire senza troppo sforzo nella sua routine quotidiana. Impegnati a seguirli e vedrai che risolverai i tuoi problemi a rimanere incinta. Buona fortuna!

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Fobie specifiche: quando un ragno o un ascensore ci mettono nel panico

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO UOMO TRISTE TRISTEZZA SUICIDIO DEPRESSIONE PAURA AIUTOIn psichiatria, con “fobie specifiche” (anche chiamate “fobie semplici“) si intende un gruppo variegato di patologie caratterizzate da una irrazionale e fortissima reazione di ansia, paura e di fuga che compare quando il soggetto è esposto (o sa che a breve sarà esposto) a specifici oggetti, fenomeni, animali, ambienti o situazioni reali o semplicemente immaginate o raccontate. Lo stato di estrema ansia generato da tale esposizione è assolutamente irragionevole e spropositato rispetto alla gravità e/o alla pericolosità dell’oggetto, del fenomeno, dell’animale o della situazione. Le fobie specifiche fanno parte del grande gruppo dei “disturbi d’ansia“, accomunati da uno stato mentale caratterizzato da diverse forme di paura e di ansia patologica che si accompagnano spesso a manifestazioni psicosomatiche e che creano notevole disagio all’individuo, andando ad interferire con la sua vita sociale, relazionale e/o professionale. I più comuni disturbi d’ansia sono il disturbo d’ansia generalizzato, il disturbo da attacchi di panico e le fobie. In alcuni casi un disturbo d’ansia può associarsi ad un disturbo dell’umore, come la depressione.

Definizione di fobia specifica nel DSM-5

Il DSM-5 (l’ultima e più aggiornata versione del Manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali) definisce la fobia specifica come una paura, spropositata rispetto alle comuni paure, che si manifesta in modo marcato e persistente in presenza di un oggetto o in relazione a specifiche situazioni.

Diffusione

L’incidenza delle fobie specifiche negli USA ed in Europa va dal 7 al 9%. L’età media di insorgenza è tra i 7 e gli 11 anni.

Cause e fattori di rischio

Le cause specifiche delle fobie specifiche e degli altri disturbi d’ansia, come avviene per numerose altre patologie di interesse psichiatrico, non sono ancora state comprese del tutto. Si ritiene che le fobie siano dovute ad una combinazione di fattori genetici, psicologici, fisici e ambientali. Alcune caratteristiche predisponenti (come la famigliarità con la malattia, cioè aver dei casi in famiglia di fobie o altro disturbo d’ansia) unite ad episodi particolarmente traumatici e stressanti (incontri ravvicinati con animali che si sono manifestati più aggressivi del solito, essere rimasti rinchiusi in spazi angusti e bui, lutti, licenziamenti, bullismo, abusi in tenera età, difficoltà economiche o famigliari, patologie croniche ed invalidanti, una diagnosi di malattia terminale…) possono innescare la fobia. Alcune patologie organiche, come l’ipertiroidismo o altri squilibri endocrini, sono note per causare sintomi di nervosismo cronico e di ansia, quindi potrebbero essere un fattore di rischio per i disturbi d’ansia in generale. Patologie psichiatriche (come la depressione) e neurologiche (soprattutto se croniche, invalidanti e/o incurabili) potrebbero rappresentare un altro fattore di rischio per i disturbi d’ansia in generale. La dipendenza da sostanze legali o illegali (alcol, caffeina, benzodiazepine, cannabis, cocaina, eroina ed altre sostanze psicotrope) e le dipendenze comportamentali (shopping compulsivodipendenza dal sessodisturbo da gioco d’azzardomasturbazione compulsivacleptomania, dipendenza da uso di doping, dipendenza dal lavoro, dipendenza dal cibo, piromaniadisturbo da interazione di più dipendenze…), potrebbero favorire o causare un disturbo d’ansia oppure aggravarne uno preesistente. Alcuni geni sembrerebbero essere collegati ad un maggior rischio di sviluppare i disturbi d’ansia. Alcuni farmaci antidepressivi (ad esempio gli SSRI), pur essendo spesso anche degli efficaci ansiolitici, possono causare in alcuni soggetti dei sintomi d’ansia che potrebbero essere confusi con un peggioramento della patologia iniziale. L’esposizione prolungata ad alcune sostanze chimiche, come i solventi industriali, possono favorire la comparsa di un disturbo d’ansia. Il mobbing ed il burn out sono possibili cause di un disturbo d’ansia. Un disturbo post-traumatico da stress), la dipendenza affettiva, la sindrome da abbandono, la dipendenza da un partner narcisista patologico, o la fine di una relazione possono innescare un disturbo d’ansia. Le “psico-tecnopatologie” (le malattie psicologiche causate da un abuso delle nuove tecnologie) come la dipendenza da smartphone, la dipendenza da notifiche, la dipendenza da internet e la dipendenza da social network possono causare o favorire una fobia o altro disturbo d’ansia.

Dall’evento traumatico alla fobia specifica

La fobia specifica si sviluppa in genere a causa del fatto che il paziente, in un certo momento della sua vita, ha vissuto personalmente un evento altamente traumatico, come ad esempio essere attaccati da un cane. Si possono generare le fobie più stravaganti: una persona per esempio potrebbe aver per sempre paura del colore giallo perché ad esempio al momento dell’attacco da parte del cane si trovava di fronte ad una parete gialla. Anche il solo osservare un evento traumatico senza provarlo direttamente su di sé può generare una fobia specifica: se da bambini si è visto ad esempio un cane attaccare un altro bimbo, si può generare una fobia. Non necessariamente da adulta la persona ricorda quale sia stato l’evento specifico scatenante la sua fobia, se esso è avvenuto molti anni prima, magari in tenerissima età. L’associazione evento traumatico/fobia è ancora più forte se durante l’esperienza traumatica si ha sofferto degli spiacevoli sintomi di un attacco di panico.

Caratteristiche

La fobia specifica è caratterizzata da una irrazionale e fortissima reazione di ansia, paura e di fuga (“crisi fobica“) che compare quando il soggetto è esposto (o sa che a breve sarà esposto) a specifici oggetti, fenomeni, animali, ambienti o situazioni reali o semplicemente immaginate o raccontate (“stimoli fobici” o “stimoli fobigenici“, cioè capaci di scatenare la fobia). Lo stato di estrema ansia generato da tale esposizione è assolutamente irragionevole e spropositato rispetto alla gravità e/o alla pericolosità dell’oggetto, del fenomeno, dell’animale o della situazione.
Il soggetto che soffre di grave fobia arriva al punto di organizzare la propria vita sociale e professionale in modo di evitare accuratamente il contatto diretto con gli oggetti o le situazioni che gli generano la crisi fobica. Il soggetto che ne soffre talvolta non è in grado di rappresentarsi e immaginare le situazioni o le cose temute se non per pochi attimi e può temere anche di nominarle. La paura può essere attivata sia dalla presenza reale dell’oggetto o animale o situazione, che da semplici tracce che anticipano la sua presenza o anche solo da un racconto che lo cita o dalla sua presenza in un film.
Gli adulti con fobia nella maggioranza dei casi sono in grado di riconoscere che tali reazioni non hanno una base razionale e che sono totalmente spropositate, ma non sono comunque in grado di controllarle. Una fobia può essere capace di interferire fortemente con la qualità della vita di un soggetto, sia da un punto di vista sociale, relazionale o professionale. Pensiamo ad esempio ad un soggetto che ha la fobia per i gatti: una eventuale relazione amorosa con un partner che possiede un gatto, sarebbe fortemente penalizzata e ostacolata.
La gravità del disturbo e il suo impatto sul benessere e la qualità di vita di chi ne soffre dipendono non soltanto da quanto è intensa la crisi fobica quando si è al cospetto dell’oggetto fobigenico, ma anche dall’effettiva probabilità che la persona interessata ha di venire a contatto con tale oggetto. Una persona potrebbe ad esempio aver timore di prendere un aeroplano, ma tale fobia non creerà alcun problema in persone che non devono viaggiare in aereo per lavoro e che non siano particolarmente appassionate di turismo in luoghi lontani.

Sintomi e segni associati

Oltre alle caratteristiche della crisi fobica precedentemente elencate, tipicamente chi soffre di fobia specifica tende ad avere una serie di altri sintomi e segni, tra cui:

  • stato di maggiore attivazione fisiologica e costante agitazione;
  • palpitazioni;
  • tremori;
  • sudorazione;
  • insonnia;
  • sonnolenza;
  • tachicardia (aumento della frequenza cardiaca);
  • aritmie (vari tipi di alterazione del normale ritmo cardiaco);
  • tachipnea (aumento della frequenza respiratoria);
  • ipertensione arteriosa (aumento della pressione sanguigna arteriosa);
  • dispnea (difficoltà a respirare, “fame d’aria”);
  • nausea;
  • vomito;
  • diarrea;
  • dispepsia (cattiva digestione);
  • dolori al torace e/o all’addome;
  • cefalea;
  • scatti d’ira;
  • incubi;
  • astenia (stanchezza psico-fisica);
  • difficoltà a concentrarsi;
  • vuoti di memoria;
  • allerta cronica;
  • svenimenti se posti obbligatoriamente di fronte allo stimolo fobico e senza possibilità di fuga.

Continua la lettura con: Fobie specifiche: tipi, diagnosi, terapie, farmaci, psicoterapia

Se pensi di soffrire di una fobia o o di altro disturbo d’ansia, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a risolvere definitivamente il tuo problema.

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Fobia sociale: aver paura del giudizio degli altri

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA TRISTE STANCA BIANCO E NERO DEPRESSIONE SUICIDIO DISTURBO PAURAEssere agitati e un po’ intimoriti quando si devono affrontare situazioni che espongono al giudizio di altre persone, come tenere una conferenza, intervenire in un dibattito, salire su un palcoscenico per recitare, danzare, cantare o suonare uno strumento musicale in pubblico è del tutto normale. Ma quando la preoccupazione e l’ansia per la situazione che si sta per affrontare è tale da suscitare desideri di fuga e da indurre a cercare scuse e stratagemmi per non trovarsi nuovamente nella stessa situazione, si è di fronte a una vera e propria patologia psichiatrica nota come “fobia sociale”. La fobia sociale è una condizione che, se non adeguatamente trattata, può interferire seriamente con le relazioni interpersonali, le prestazioni scolastiche e lavorative, determinando un significativo scadimento della qualità di vita. La fobia sociale può interessare chiunque, ma tende a insorgere più facilmente nell’infanzia/adolescenza. Le donne hanno maggiori probabilità di soffrirne rispetto agli uomini, ma questi ultimi tendono a sviluppare forme più gravi della malattia. Una volta instaurata, la fobia sociale non si risolve quasi mai spontaneamente, ma tende a mantenersi in modo cronico, peggiorando via via nel corso della vita. In genere, chi ne soffre è consapevole dell’insensatezza delle proprie reazioni emotive e comportamentali, soffrendo oltre che dei sintomi specifici anche di un notevole senso di colpa e inadeguatezza.

Sintomi emotivi e fisici

Sintomi EMOTIVI della Fobia sociale:

  • Intensa paura di interagire con persone estranee.
  • Nervosismo e apprensione verso situazioni in cui si può essere giudicati.
  • Senso di colpa per il proprio imbarazzo/timidezza.
  • Timore che gli altri si accorgano della propria paura. Impossibilità di controllare il terrore e l’ansia provata in contesti sociali.
  • Evitamento delle situazioni che causano disagio.
  • Interferenza della ansia provata con le attività quotidiane. Difficoltà a parlare in pubblico o con estranei.
  • Difficoltà a guardare negli occhi gli interlocutori.

Sintomi FISICI della Fobia sociale:

  • Rossori e vampate.
  • Tremori e movimenti involontari.
  • Accelerazione del battito cardiaco.
  • Difficoltà respiratorie.
  • Mal di stomaco.
  • Nausea.
  • Crampi intestinali e diarrea.
  • Alterazione del tono di voce.
  • Tensione muscolare.
  • Mani fredde e sudate.
  • Confusione mentale.

Quando sintomi di questo tipo si ripresentano costantemente con un’intensità tale da creare un significativo disagio, abbassare il benessere generale del paziente ed interferire con la sua vita sociale, relazione e/o professionale, è essenziale rivolgersi al medico e intraprendere un trattamento specifico.

Trattamento della Fobia sociale

Attenuare i sintomi della fobia sociale e recuperare una vita di relazione serena e soddisfacente è possibile grazie a interventi psicoterapici abbinati a una terapia farmacologica adeguata.

Terapia farmacologica della Fobia sociale

La terapia farmacologica della fobia sociale può avvalersi di diverse tipologie di farmaci. Di norma, quelli impiegati più frequentemente sono antidepressivi della classe degli inibitori del riassorbimento della serotonina (SSRI) e della noradrenalina (SNRI). Si tratta di farmaci utilizzati anche nel trattamento di altri disturbi d’ansia e dei disturbi dell’umore che risultano efficaci anche nella fobia sociale poiché i sistemi neurobiologici coinvolti in queste diverse problematiche sono in parte sovrapponibili. SSRI e SNRI si sono dimostrati efficaci nell’alleviare tutti i principali sintomi ansiosi, determinando un significativo miglioramento già dopo 2-4 settimane dall’inizio della terapia. Per trarne i massimi benefici è importante assumerli regolarmente, seguendo le indicazioni del medico rispetto a dosaggi e tempi di assunzione. In relazione alle specifiche caratteristiche del paziente e del disturbo presente, il medico potrà decidere di proporre il ricorso occasionale ad altre tipologie di farmaci: in particolare, tranquillanti come le benzodiazepine oppure beta-bloccanti (farmaci antipertensivi utilizzati in cardiologia, che nel paziente con fobia sociale aiutano a prevenire l’insorgenza di tachicardia, alterazioni della voce e tremori). Anche in questo caso, per assicurarsi un’azione ottimale è indispensabile seguire attentamente le indicazioni del medico e rispettare i dosaggi e i tempi di trattamento prescritti.

Approccio psicoterapico nella Fobia sociale

La tipologia di supporto psicologico più usata ed efficace per superare la fobia sociale è la terapia cognitivo-comportamentale, che aiuta ad analizzare razionalmente le situazioni che generano ansia e a smitizzarle, slegandole da emozioni e presagi negativi. Nei pazienti con forme lievi può essere l’unico intervento necessario; nei casi di ansia sociale moderata-severa aiuta a ottimizzare e consolidare l’azione della terapia farmacologica. Sul piano pratico, l’approccio comportamentale prevede che la persona affetta da fobia sociale, anziché evitarle, si esponga gradualmente alle situazioni che creano disagio ed, elaborandole in chiave positiva, riesca a gestire meglio e ad adattarsi progressivamente allo stress associato. Oltre che attraverso esperienze della vita reale, questo percorso può prevedere giochi di ruolo nel contesto di terapie di gruppo che facilitano l’analisi degli elementi critici di specifiche situazioni e il confronto con altre persone che vivono un problema analogo.

Interventi di supporto nella Fobia sociale

Seguire ritmi di vita regolari. Dormire un numero sufficiente di ore per notte. Alimentarsi in modo sano. Praticare un’attività fisica moderata ogni giorno. Dedicarsi ad attività rilassanti e piacevoli con persone con cui si sente a proprio agio. Frequentare corsi indirizzati a migliorare la comunicazione in pubblico. Assumere tutte le terapie prescritte dal medico con regolarità, ai dosaggi indicati. Evitare di bere alcolici e bevande a base di caffeina. Non fumare o cercare di ridurre il numero di sigarette abituali. Frequentare gruppi di auto-mutuo aiuto e condividere la propria esperienza con altre persone affette da un problema analogo.

Se pensi di soffrire di una fobia o o di altro disturbo d’ansia, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a risolvere definitivamente il tuo problema.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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