Crisi di mezza età maschile: sintomi, quanto dura, depressione

MEDICINA ONLINE UOMO IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE SESSO ANDROPAUSA CRISI DI MEZZA ETA QUANTO DURA SINTOMI DEPRESSIONE COPPIA AMORE MATRIMONIO PENE SESSUALITALa crisi di mezza età viene comunemente identificata con una serie di stereotipi legati ad azioni “sconsiderate” come, per esempio, licenziarsi dal posto di lavoro in modo impulsivo, comprare una macchina sportiva o lasciare il coniuge. Per anni, la crisi di mezza età ha evocato questo repertorio di luoghi comuni. Oggi, invece, non viene più definita come crisi, bensì transizione di mezza età. Gli esperti di salute mentale affermano che il termine crisi, infatti, spesso è inappropriato, perché sebbene questa fase della vita possa essere caratterizzata da grave depressione, può anche rappresentare un periodo di grande crescita interiore. Ciò che è importante realizzare è quando questa transizione rischia di trasformarsi in depressione, in modo da poter chiedere aiuto a chi di dovere.

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Definizione di “crisi di mezza età”

A partire dagli anni ’80, il termine “crisi di mezza età” ha acquisito molta importanza in ambito scientifico, soprattutto da parte degli studiosi dello sviluppo e delle transizioni della personalità adulta. Non è mai stata catalogata come una formale categoria diagnostica. Inoltre, l’età in cui può presentarsi la crisi di mezza età è variabile. Essa, infatti, dipende dal soggetto e in parte da fattori come, per esempio, l’aspettativa di vita dell’individuo. La crisi di mezza età è comunque un periodo della vita di un uomo – ma può interessare anche la donna, seppur in maniera lievemente minore – in cui il fisiologico decadimento fisico ed intellettivo porta il soggetto a non sentirsi più in grado di reggere i ritmi lavorativi, sociali, sessuali di quando era più giovane, fatto che viene accettato con estrema difficoltà dalla maggioranza degli uomini e che può portare ad una vera e propria depressione. Il risultato di queste considerazioni equivale ad una forte frattura nella mente maschile e ad una conseguente ricerca di fuga. La prima cosa ad esser messa in discussione è il rapporto di coppia: il desiderio sessuale cala, la moglie o compagna viene vissuta come la materializzazione del tempo che avanza e quindi come fonte d’angoscia. L’insoddisfazione comincia a farsi sentire con atteggiamenti di “evitamento”: si cercano interessi fuori delle mura domestiche, si tira tardi con gli amici, si cerca in ogni modo di sentirsi più giovani e di mettersi alla prova per provare a sé stessi di “essere ancora in grado di”. Gli atteggiamenti estremi sono le relazioni con donne molto più giovani, l’acquisto di moto o auto sportive, il rinnovo del guardaroba, del linguaggio, del taglio/tintura di capelli, della musica ascoltata: tutto nella disperata ricerca di una nuova giovinezza.

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Crisi di mezza età negli uomini: quanto dura?

La crisi di mezza può comparire, come già prima accennato, in un arco temporale piuttosto ampio che va dai 40 ai 50 anni. Secondo alcuni studi la data “precisa” nella quale questa condizione si manifesta, sia 53 anni, anche se chi scrive pensa sia sbagliato ridurre l’arco temporale in una data così specifica. La crisi di mezza età maschile ha una durata estremamente variabile: solitamente i sintomi possono durare alcuni mesi fino anche a svariati anni.

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Cause della crisi di mezza età negli uomini

Qualsiasi sia il termine utilizzato (crisi o transizione), di norma questa fase tende a verificarsi in concomitanza con eventi particolarmente significativi della vita, tra cui la laurea del figlio più giovane oppure la nascita di un nipotino che annuncia l’inizio di una nuova fase della vita. Anche la morte dei propri genitori, che mediamente avviene quando si hanno circa 50 anni, può essere un evento in grado di influenzare la propria percezione delle cose, facendo pensare all’uomo di essere “il prossimo della lista“. Qualsiasi evento che può ricordarci che “il tempo passa”, anche semplicemente ascoltare una canzone della propria infanzia e rendersi conto che è di quarant’anni fa, può scatenare sentimenti malinconici ed introdurre la crisi. Secondo alcuni psicologi in realtà, la causa di una crisi di mezza età, vanno ricercate in come ci si “sente dentro”: si invecchia se ci si sente vecchi. Insomma, tralasciando eventuali patologie, la crisi di mezza età dipenderebbe solamente da una errata percezione di tipo psicologico e legata alla personalità piuttosto che ad un vero e proprio calo fisico. Anche se va detto che grazie all’allungamento della vita ed al miglioramento delle condizioni generali vi è un minore “attaccamento” alle questioni anagrafiche, di ogni sorta.

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I sintomi della crisi di mezza età

Quelli che possiamo definire i sintomi della crisi di mezza età sono evidenti e facilmente riconoscibili. Il primo segno è quello di trovarsi a disagio nel non capire le nuove generazioni e lamentarsi che “i giovani sentono musica e vedono film stupidi”, sviluppare frustrazione verso le innovazioni ed una maggiore dipendenza dai riposini pomeridiani. Come dicevamo piccoli ma indicativi cambiamenti, e sottolineiamolo ancora, sentirsi vecchi è la prima via per invecchiare sul serio. Tra gli altri sintomi, possiamo trovare l’odio – mai provato prima – per i luoghi affollati e rumorosi, il focalizzarsi sui propri dolori alle articolazioni ed avere la tendenza a parlarne sempre in pubblico, sviluppare delle piccole manie o ossessioni che prima non avevate (es: giardinaggio o la cura di qualche animale domestico in particolare, dimenticare i nomi delle persone, perdere di vista oggetti importanti come le chiavi di casa e dell’auto. O ancora lamentarsi di tutto e tutti e ricercare ossessivamente prodotti anti-invecchiamento come cosmetici ed integratori. Altro sintomo è pensare sempre al passato con malinconia e credere che ormai i momenti più belli della vita sono già stati vissuti e persi. Infine può nascere una sorta di invidia – prima mai provata – per le generazioni più giovani, con idee ossessive sul tipo “se fossi io al posto di quel giovane, mi divertirei molto di più di lui”.

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La crisi di mezza età come normale fase della vita

La transizione di mezza età è sempre più vista come una fase normale della vita. La rinomata “teoria dello sviluppo della personalità adulta” del celebre e stimato psicologo Daniel Levinson prevede che tutti gli adulti nel corso delle loro vite passino attraverso una serie di fasi. Il punto focale di questa teoria è la struttura della vita individuale, che viene descritta come il modello base della vita di una persona in un determinato momento. Per molte persone, questa struttura coinvolge principalmente famiglia e lavoro, ma può anche includere, per esempio, religione e condizione economica. Secondo questa teoria, la transizione di mezza età è semplicemente un’altra normale transizione verso una diversa fase della vita.

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Rivalutare priorità ed obiettivi

Le donne, sentendo di aver ormai cresciuto i loro figli, possono esprimere il desiderio di tornare a studiare, anche se hanno lavorato in passato, basando questa nuova esigenza sul fatto che ora sono libere di fare ciò che vogliono. Si sentono, quindi, in grado di realizzare quei sogni che avevano deciso di abbandonare per dare priorità alle responsabilità familiari. Gli uomini, invece, potrebbero entrare più in contatto con il loro lato femminile. In questo caso, tenderanno a svolgere attività come cucinare, pittura (o qualsiasi altra disciplina creativa) oppure volontariato con i bambini. Le donne di mezza età possono diventare più “egoiste”, pur valorizzando l’importanza delle relazioni interpersonali. Sentono di aver già “pagato i loro debiti” verso la vita e potrebbero anche non essere disposte a fungere da baby sitter ai loro nipotini ogni volta che verrà loro chiesto di farlo.

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Crisi di mezza età: depressione o crescita interiore?

La transizione di mezza età per alcuni può essere illuminante, per altri difficile. Il modo con cui viene affrontata questa fase della vita dipende da una serie di fattori, tra cui il sostegno del partner e delle persone care. La Dottoressa Joan R. Sherman, terapeuta matrimoniale e familiare, ricorda il caso di una donna che si recò nel suo studio per un consulto. La donna in questione aveva quasi 50 anni, era sposata con un uomo che aveva la sua stessa età e che per tutta la durata del loro matrimonio era spesso in viaggio per lavoro. La continua assenza del marito la rese l’unica responsabile dell’educazione dei figli. Prima di diventare madre era un’infermiera, ma rinunciò alla sua carriera per essere genitore a tempo pieno. Quando i figli creberro e se ne andarono di casa, la donna domandò a sé stessa “e adesso?”. Sentiva di aver perso la sua identità. Il marito, che ebbe modo di parlare con la Dottoressa Sherman, cominciò a preoccuparsi dopo aver visto la moglie piangere e non dormire per un’intera settimana. La volta successiva che Sherman vide la donna nel suo studio, le offrì un’alternativa: “…Lei non sta perdendo la sua identità, ora ha l’opportunità di crearne una nuova”. Certo, il ruolo genitoriale della donna era cambiato, ma ora aveva molte meno responsabilità e questo le avrebbe permesso di sviluppare una nuova immagine di sé stessa. Questa alternativa piacque molto alla donna e la settimana successiva l’incontro si recò all’università per vagliare le opzioni disponibili.

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La crisi di mezza età si può trasformare in depressione

Non tutti sono in grado di affrontare la transizione di mezza età con scioltezza e facilità. E’ necessario, quindi, essere consapevoli dei sintomi che caratterizzano la depressione, come:

  • cambiamento delle abitudini alimentari;
  • cambiamento delle abitudini legate al sonno ed insonnia;
  • stanchezza cronica;
  • pessimismo;
  • senso di disperazione;
  • irrequietezza;
  • ansia;
  • irritabilità;
  • senso di colpa;
  • senso di impotenza o di inutilità;
  • perdita di interesse nelle attività un tempo considerate piacevoli;
  • pensieri autolesivi e suicidari;
  • dolori fisici come mal di testa o disturbi gastrointestinali che non rispondono al trattamento.

Integratori alimentari consigliati

Qui di seguito trovate una lista di integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di migliorare la prestazione sessuale sia maschile che femminile a qualsiasi età e trarre maggiore soddisfazione dal rapporto, aumentando la quantità di sperma disponibile, potenziando l’erezione e procurando un aumento di libido sia nell’uomo che nella donna:

Crisi di mezza età diventata depressione, cosa fare?

Se pensi che la tua crisi di mezza età sia in realtà la spia di una depressione, il primo passo è quello di rivolgersi ad un professionista della salute mentale. La terapia comportamentale o la talk therapy (terapia del dialogo), così come la prescrizione di farmaci antidepressivi (come gli SSRI) possono contribuire a trattare la depressione anche clinica. In uno studio pubblicato sul Journal of Consulting and Clinical Psychology, i ricercatori dell’Università di Stanford hanno messo a confronto farmaci, terapia del dialogo o la combinazione di entrambi su più di 656 persone che soffrivano di depressione cronica. Hanno scoperto che la combinazione di entrambi gli elementi, ovvero farmaci e terapia del dialogo, comportava una più rapida e completa remissione della depressione cronica. Nel caso in cui la depressione sia di lieve entità, un approccio singolo può essere sufficiente.

Se credi di avere un problema di crisi di mezza età, di crisi di coppia o di disfunzione erettile di origine psicologia, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, riuscirai a risolvere definitivamente il tuo problema.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Ormone follicolo stimolante (FSH) alto, basso, valori normali e significato

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L’ormone follicolo-stimolante (FSH, follicle-stimulating hormone), conosciuto anche come follitropina, è un ormone sintetizzato dall’adenoipofisi che ha la funzione di stimolare l’ovulazione nella donna e la spermatogenesi (formazione di nuovi spermatozoi) nell’uomo; si tratta quindi di un valore fondamentale nella valutazione della fertilità.

Più nel dettaglio, l’ormone è in grado nella donna di favorire la crescita dei follicoli nelle ovaie fin quando quello dominante rilascerà l’ovulo pronto ad essere fecondato; con il procedere della maturazione, i diversi follicoli rilasciano delle sostanze in grado di ridurre progressivamente la produzione di FSH (feedback negativo). Questo aspetto è molto importante per capire come interpretare l’esame, perchè con l’aumentare dell’età diminuiscono i follicoli a disposizione ad ogni ciclo e quindi le sostanze prodotte per segnalare che è possibile diminuire la produzione dell’ormone diventano inferiori e, di conseguenza, i valori di FSH diventano più alti.

Semplificando possiamo riassumere così:

  • In giovane età ad ogni ciclo mestruale vengono prodotti numerosi follicoli (anche se poi solo uno rilascerà l’ovulo) e questa grande quantità è un forte segnale che riduce la produzione di FSH (valori bassi nel sangue).
  • Verso la menopausa ad ogni ciclo mestruale sono ormai pochi i follicoli disponibili rimasti, che non hanno quindi più la forza di abbassare sufficientemente i valori di FSH, che saranno quindi più alti.

Valori Normali

  • Uomini
    • Età prepubere: 0-5.0 mIU/ml
    • Pubertà: 0.3-10.0 mIU/ml
    • Adulto: 1.5-12.4 mIU/ml
    • Donne
      • Età prepubere: 0-4.0 mIU/ml
      • Pubertà: 0.3-10.0 mIU/ml
      • Età fertile
        • Fase follicolare: 1.0-8.8 mIU/ml
        • Ovulazione: 4.0-25.0 mIU/ml.
        • Fase luteale: 1.0-5.1 mIU/ml
      • Menopausa: 16.7-134.8 mIU/ml

(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all’altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)

Interpretazione

Donna

Quando viene prescritto per lo studio della fertilità di una donna, l’esame viene effettuato di norma nella prima fase del ciclo (fase follicolare) e più esattamente in genere fra il terzo ed il quinto giorno del ciclo, ci concentreremo quindi sull’analisi di questo valore.

Il valore dell’ormone follicolo stimolante ci permette di valutare la fertilità della donna dal punto di vista della riserva ovarica, in altre parole di permette un’idea approssimativa di quanti ovuli rimangono a disposizione.

Uno studio del 1989 effettuato su più di 750 cicli mestruali di circa 450 donne, ha dimostrato che, anche a parità di età, le donne con valori di FSH in terza giornata (ossia dal terzo giorno della mestruazione) inferiori a 15 mIU/ml dimostravano una drammatica differenza di probabilità di gravidanza rispetto alle donne con valori superiori a 25 mIU/ml, che avevano invece molte più difficoltà.

Cercando di generalizzare i risultati, l’esame nelle donne nel terzo giorno di ciclo può essere così valutato:

    • Valori superiori a 15: scarse probabilità di successo (ma non nulle).
    • Valori tra 10 e 15: possibile diminuzione della fertilità dovuta all’età.
    • Valori inferiori a 10: situazione ottimale.

Mi preme tuttavia aggiungere che uno studio recente ha dimostrato che, nonostante sia più difficile rimanere incinta con valori alti, in caso di gravidanza il rischio di complicazioni rimane legato all’età ed indipendente dall’FSH; questo significa che la quantità di ormone presente di fornisce una stima della quantità dei follicoli ancora presenti e sulla probabilità di impianto, ma non influisce in alcun modo sulla loro qualità

Un valore alto è infine predittivo di scarsa probabilità di successo anche in caso di tecniche di fecondazione assistita; questo è dimostrato dal fatto che molti centri per l’infertilità non accettano donne con valori di FSH oltre una certa soglia, in genere proporzionale all’età. Per esempio il CHR considera normali questi valori:

Età FSH
< 33 anni < 7.0 mIU/ml
33-37 anni < 7.9 mIU/ml
38-40 anni < 8.4 mIU/ml
Più di 40 anni < 8.5 mIU/ml

Questo tuttavia non significa che non sia possibile rimanere incinta con valori superiori, ma solo che può insorgere qualche difficoltà in più; il dato viene infine spesso incrociato con il valore di ormone antimulleriano, un esame molto più recente e preciso per la stima della riserva ovarica.

Uomo

Nel caso dell’uomo l’esame viene in genere richiesto in presenza di uno spermiogramma non ottimale, in quanto consente di ottenere indicazioni sulle possibili cause.

Elevati livelli di FSH maschile sono dovuti a un’insufficienza testicolare primaria., causata in genere da difetti dello sviluppo nella crescita dei testicoli o a lesioni agli stessi:

Difetti dello sviluppo:

  • Mancato sviluppo,
  • Anomalie cromosomiche,
  • Infezione virale (parotite),
  • Trauma,
  • Radiazioni,
  • Chemioterapia,
  • Malattie autoimmuni,
  • Tumori delle cellule germinali.

Bassi livelli fanno invece pensare a disturbi ipofisari o ipotalamici.

Valori Bassi

  • Amenorrea
  • Anoressia
  • Disfunzione ipotalamica
  • Iperplasia surrenale
  • Ipofisectomia
  • Ipogonadotropismo
  • Pubertà tardiva
  • Tumore al testicolo
  • Tumore alle ovaie
  • Tumore del surrene

Valori Alti

  • Acromegalia
  • Adenoma pituitario
  • Amenorrea
  • Anorchidia
  • Castrazione
  • Insufficienza gonadica
  • Insufficienza ovarica
  • Insufficienza testicolare
  • Iperpituitarismo
  • Ipogonadismo
  • Isterectomia
  • Menopausa
  • Mestruazione
  • Orchiectomia
  • Pubertà precoce
  • Sindrome di Stein-Leventhal
  • Sindrome di Turner
  • Sindrone di Klinefelter
  • Tumore ipotalamico

(Attenzione, elenco non esaustivo. Si sottolinea inoltre che spesso piccole variazioni dagli intervalli di riferimento possono non avere significato clinico.)

Fattori che influenzano l’esame

Il risultato può essere alterato da numerosi farmaci, inoltre i valori di possono aumentare nel caso di soggetti fumatori.

Si segnala infine che recenti esami radiologici possono influenzare il risultato.

Quando viene richiesto l’esame

Sia negli uomini che nelle donne l’esame può essere richiesto in caso di problemi di infertilità, ma nelle donne è spesso usato anche nei casi di ciclo mestruale irregolare od assente.

Preparazione richiesta

Non è richiesta alcuna preparazione particolare nè il digiuno, ma è molto importante effettuare il test nel giorno indicato dal medico per una corretta valutazione del risultato.

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Differenze tra il cervello del maschio e della femmina

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Estetico Medicina Estetica Roma AMICIZIA UOMO DONNA ESISTE NO LUI HA IN TESTA SOLO SESSO Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Pulsata Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Nei Dietologo DermatologiaIl cervello è l’organo più importante del sistema nervoso centrale con un peso piuttosto variabile che non supera i 1500 grammi ed ha un volume compreso tra i 1100 e i 1300 cm³, tenendo presente la possibilità di significative variazioni tra individuo e individuo, anche legate a sesso, età e altri fattori.

Il cervello della donna adulta pesa in media circa il 12% in meno di quello dell’uomo adulto. Fino a non molti decenni or sono questo veniva interpretato come il correlato biologico di una presunta superiorità intellettiva dell’uomo rispetto alla donna. In realtà questa differenza riflette semplicemente la maggiore taglia corporea del maschio rispetto alla femmina nella specie umana. Infatti se si fa una misura non assoluta del peso cerebrale, ma relativa al peso corporeo la differenza si annulla ed anzi ne esiste una molto lieve a favore della femmina.

Il cervello femminile ha l’11% in più di neuroni rispetto a quello maschile nelle aree del linguaggio e dell’ascolto, inoltre presenta zone collegate alle emozioni e alla memoria, situate nell’ippocampo, più grandi che negli uomini. Il cervello femminile ha meno circuiti neuronali nell’amigdala, zona del cervello in cui si attivano le risposte di fronte al pericolo o si generano i comportamenti aggressivi, ecco perché alcuni possono arrivare a uno scontro fisico in pochi secondi mentre molte donne fanno di tutto per evitare il conflitto.La zona del cervello in cui si genera l’ansia è quattro volte inferiore negli uomini. Nell’uomo lo spazio cerebrale preposto all’impulso sessuale è due volte più grande.

Esistono altre piccole ma significative differenze anatomiche fra il cervello della donna e dell’uomo: in particolare le connessioni fra i due emisferi cerebrali sono relativamente più sviluppate nella donna che nell’uomo, mentre in piccoli centri nervosi di una regione del cervello chiamata ipotalamo esistono nell’uomo neuroni maggiori in numero e dimensioni. D’altro canto, test appropriati mettono in luce differenze in alcune capacità intellettive fra l’uomo e la donna, ad esempio nel pensiero logico-matematico, nella capacità di calcolo, nell’abilità linguistica, nella capacità di orientamento spaziale. In linea di massima è possibile ipotizzare oggi che l’uomo possegga un cervello che segue schemi logici più basati sulla razionalità, mentre nella donna il funzionamento cerebrale sarebbe maggiormente di tipo intuitivo, che nell’uomo il funzionamento dei circuiti nervosi sia più rigido mentre è più plastico nella donna. Questa differenza è certamente il risultato di una catena di effetti, avvenuti nel corso di millenni, che coinvolgono la genetica, gli ormoni, il cervello, i comportamenti, e che non implicano alcun giudizio di inferiorità o superiorità, di maggiore o minore intelligenza, ma semplicemente il riconoscimento del fatto che durante l’evoluzione, nel corso di millenni, l’uomo e la donna hanno avuto ruoli diversi e per questo si sono realizzati adattamenti cerebrali diversi nei due sessi, in grado di fornire una base neurobiologica alle diversità comportamentali.

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Uomo troppo geloso: cosa fare e come comportarsi con lui?

MEDICINA ONLINE GELOSIA UOMO AMORE DONNA OTELLO PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA AMORI TRISTE GAY ANSIA PRESTAZIONE JEALOUS LOVE COUPLE FRINEDS LOVER SEX GIRL MAN WOMAN.jpgTi accusa di essere ambigua, seduttrice, trascorrere le serate con gli amici senza di lui… e può persino spingersi a controllare le tue e-mail. Dietro le crisi di gelosia si nasconde una profonda mancanza di fiducia in se stesso, che “lo spinge a pensieri negativi e a un comportamento sospettoso più o meno accentuato nei confronti della partner”, spiega la dottoressa. A causa della sua insicurezza permanente, ha bisogno di prove d’amore continue per calmare la propria angoscia.

L’uomo geloso va rassicurato

Il geloso manca radicalmente di autostima. La chiave sta nell’aiutarlo a costruire un’immagine positiva di sé: valorizzalo, accentua le cose di cui può andare fiero: il suo lavoro, il suo stile, il suo charme…

Mentre non perde occasione per sottolineare ogni aspetto negativo del tuo comportamento, il geloso dimentica invece tutto ciò di positivo che il tuo amore gli dona. Tenere un “Diario d’amore” può aiutarvi: annoterete tutte le piccole attenzioni che ricevete e ciò che amate uno dell’altra, i bei ricordi, le foto… Un diario intimo amoroso insomma, che in caso di bisogno potrà essere consultato per rassicurarsi.

Con un geloso ci vuole comprensione: il geloso soffre! “Questi attacchi incessanti sono la prova di una profonda sofferenza interiore”, sottolinea l’esperta. Intimamente persuaso di non meritare il tuo amore, può fare di tutto per sabotare la relazione, ovviamente in modo inconscio, così da rafforzare le proprie convinzioni! Potresti essere tentata di rivoltarti contro queste accuse infondate e rispondergli con critiche violente, che non faranno altro che peggiorare la situazione.

La soluzione: prendi coscienza della sua sofferenza e dimostragli comprensione! Digli che tutti noi abbiamo il diritto ad essere felici, lui compreso, e che non ha nulla di cui preoccuparsi, va tutto bene.

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Gelosia: non rimetterti in discussione

Il geloso fa la vittima. La sua specialità: travestirsi da Calimero e farti sentire in colpa. E’ talmente convinto che a volte ti capita di dubitare di te stessa, di pensare di aver avuto davvero un comportamento ambiguo… Ed eccoti in preda al senso di colpa, a ripensare a ogni dettaglio e a rimetterti in discussione.

La soluzione: devi fare attenzione. Cercare di giustificarti è un errore: rischi di arenarti e ciò non farà che aumentare i suoi sospetti. Non dimenticarti che percepisce le situazioni a modo suo e non mancherà di aggiungere mille dettagli per confonderti e per sottolineare il vostro misfatto: “Anche France ha rimarcato che tenevi spesso la mano di Franck”. Evita quindi di giustificarti: questo lo rassicurerà nella sua posizione.

Affronta l’uomo geloso

Quando la situazione diventa insostenibile, è necessario fargli prendere coscienza del suo comportamento, perché accetti di lavorare su se stesso.. per lui e per il bene della relazione!

La soluzione: quando è troppo è troppo, poni un limite! Non hai nulla da rimproverarti, esprimi chiaramente che non ti senti parte in causa per queste accuse. Puoi fargli notare che sta avendo una crisi di gelosia, che non è la prima volta, che non è giustificata e che bisogna che ne prenda atto.

Convivere con un vero geloso è molto difficile e soprattutto snervante. “Quando la gelosia si trasforma in patologia, il soggetto può diventare un reale vampiro affettivo”, avverte Florence Escaravage. Puoi rassicurarlo quanto ti pare, rischi di non scalfirlo nemmeno. Il continuo fornirgli dimostrazioni d’amore che non sono mai abbastanza rischia di esaurirti.

In conclusione, se rifiuta di lavorare su se stesso, digli che la situazione rischia di trasformarvi in un coppia troppo appiccicosa! Quando è il caso, domandati comunque se non rischi di stravolgere la tua personalità profonda per corrispondere al suo punto di vista e rassicurarlo. E ripeti a te stessa che hai fatto tutto quello che potevi!

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Le 10 cose da non dire ad una donna al primo appuntamento

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Proprietà MAGNESIO DEPRESSIONE ANSIA STRESS UMORE CIBI RICCHI Roma Pressoterapia Grasso Massaggio Linfodrenante Dietologo Perdere  Donna Cellulite Calorie Peso Sessuologia Pene Laser Filler Rughe BotulinoIn questa guida, passo dopo passo, illustrerò 10 frasi per farla scappare. Il primo appuntamento con una donna è fondamentale per poter capire se si può dare inizio ad una storia oppure no. Queste frasi che dirò di seguito sono da evitare, altrimenti si rischia di bruciare tutto in partenza e di allontanare una donna.

1) Ho bisogno di tempo

Anche essere temporeggiatori non è molto gradito alle donne. Infatti, una donna, non appena sentirà questo tipo di frase, si allontanerà di sicuro, perché questo bisogno di tempo lo interpreta come un periodo infinito che non porterà da nessuna parte.

2) Esco ora da una storia lunga

Un uomo mollato da poco risulta essere fra le categorie più detestate dalle donne. Infatti, dopo diversi anni di relazione, lui tenderà ad attaccarsi sin da subito alla nuova donna, non essendo più abituato alla solitudine. Questa frase la farà sicuramente scappare, perché a lei non piacciono coloro che sono molto appiccicosi.

3) Non sono pronto per una relazione

Si tratta di un’altra frase a dir poco perfetta per farla scappare. In poche parole un modo per illuderla, visto che prima la si riempe di attenzioni e di premure. Però, non appena la relazione dovrebbe fare quello che è il salto di qualità, ci si ritiene non pronti per questo ed inesorabilmente lei deciderà di troncare il tutto.

4) Sono innamorato di un’altra

Dire ad una donna che le si vuole bene e che al tempo stesso si è innamorati di un’altra è sicuramente un ottimo modo per farla scappare e senza alcuna possibilità che lei possa tornare sui suoi passi. Un errore a dir poco imperdonabile ed al quale non esiste rimedio.

5) Ti amo..di bene

Questa è una delle classiche frasi che farebbero scappare inevitabilmente una donna. Non ha nemmeno bisogno di troppe spiegazioni, in quanto il suo significato risulta essere sin troppo chiaro, tenuto conto che è praticamente la tomba di tutte le speranze.

6) Ti vedo come una sorella

Un’altra frase idonea per farla scappare, in particolar modo se lei ha una sorella con la quale non ha un buon rapporto. Se magari una donna si aspettava l’inizio di una storia vera e propria, in questo modo proverà sicuramente una forte delusione.

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7) La persona giusta al momento sbagliato

Pronunciare una frase di questo tipo, magari dopo una cena a lume di candela ferirà sicuramente una donna che vorrà allontanarsi quanto prima, tenuto conto che prima di questa cena pensava che ci sarebbe stato l’inizio di una storia con colui che riteneva il tipo giusto.

8) Ho paura di perdere la tua amicizia

L’esperienza dimostra che è praticamente impossibile mantenere un rapporto di amicizia con una donna che avrebbe invece desiderato una storia. Manifestare questo tipo di timore a lei non farà altro che deluderla e farla scappare a gambe levate.

9) Scusami, devi aver capito male

Dopo mesi e mesi di messaggi sul telefono caratterizzati da frasi d’amore irripetibili, se non si è intenzionati a proseguire il rapporto in una storia d’amore vera e propria, l’espressione “Scusami, devi aver capito male” è proprio l’ideale per far fuggire una donna.

10) Ti vesti sempre così?

Al primo appuntamento, una frase di questo tipo offenderebbe e farebbe sentire in forte imbarazzo la donna che si ha di fronte, perché significherebbe dirle apertamente che il suo abbigliamento è scadente e che non è adeguato al tipo di incontro.

 

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Come fare il primo passo con un ragazzo?

MEDICINA ONLINE TRISTE COME RICONQUISTARE EX RAGAZZA RAGAZZO FIDANZATA FIDANZATO MARITO MOGLIE MATRIMONIO COPPIA DIVORZIO SEPARATI SEPARAZIONE AMORE CUORE FIDUCIA UOMO DONNA ABBRACCIO LOVE COUPLE WALLPAPER.jpgSiamo nel 2017 ragazze, dove sta scritto che deve essere ancora l’uomo a fare il primo passo per conquistarvi? Certo, farsi desiderare è bello e piacevole, ma nel caso ci si trovi di fronte ad un ragazzo timido non bisogna gettare la spugna e farsi coraggio e avvicinarsi per prime. Ecco come fare il primo passo senza sembrare disperate:

1. Guardatelo insistentemente.
 La seduzione inizia dallo sguardo ed è un modo sicuro, ma discreto per fargli capire che siete interessate. Guardatelo, senza fissarlo, ma distogliendo lo sguardo ogni tanto, quel tanto che basta per intrigarlo.

2. Attaccate bottone con una scusa.
 Può essere un semplice “che ore sono” o un “sai se è passato l’autobus”? Se è interessato ma timido, coglierà al volo l’occasione per prolungare la conversazione.

3. Occhio al linguaggio del corpo.
 Se avete iniziato a parlare, attente al linguaggio del corpo: non siate spudorate mettendogli subito un braccio intorno alla vita, ma sfioratelo quasi accidentalmente.

4. Giocate la carta dell’inesperta. Inventate di non essere del quartiere/zona/università e chiedetegli cosa si fa la sera per divertirsi. Potrebbe cogliere la palla al balzo per invitarvi fuori.

5. Non insistete.
 Se dopo tutti questi trucchi lui continua a restare sulle sue gettate la spugna: evidentemente non è interessato, tanto vale guardarsi intorno!

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Differenza tra piccole e grandi labbra

MEDICINA ONLINE VULVA LABBRA GRANDI PICCOLE LABIA MINORA MAJOR VAGINA SEX SESSO DONNA APPARATO SESSUALE FEMMINILE CLITORIDE MEATRO URETRALE OPENING IMENE VERGINITA WALLPAPER PICS PICTURE PHOTO.jpgLa “vulva” è l’insieme degli organi dell’apparato genitale femminile che sono esterni e quindi visibili. Fanno parte della vulva le grandi labbra, le piccole labbra, il clitoride e il vestibolo della vagina. Molti confondono le grandi labbra con le piccole labbra, in particolare le piccole labbra sono erroneamente da molti chiamate grandi labbra.

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Vediamo le differenze tra queste due strutture dell’apparato sessuale femminile:

Le grandi labbra (in inglese “labia majora”, vedere figura in alto) sono più grandi ed esterne rispetto alle piccole labbra. Sono fisse e caratterizzate da un colore più scuro, poiché lo strato cutaneo che le copre è maggiormente pigmentato rispetto alla normale colorazione cutanea; si tratta inoltre di un tessuto particolarmente ricco di ghiandole sudoripare (che rispondono ad una funzione di attrazione sessuale soprattutto nel mondo animale).

Le piccole labbra (in inglese “labia minora”, vedere figura in alto) sono più piccole e più vicine alla vagina rispetto alle grandi labbra. Sono mobili e possono ricoprire l’entrata della vagina. Sono situate anteriormente al clitoride, da cui decorrono formando il prepuzio clitorideo.

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Uretra maschile e femminile: anatomia, funzioni e patologie in sintesi

vescica ed uretra maschile e femminileL’uretra è l’ultimo tratto delle vie urinarie. È un piccolo condotto che unisce il collo della vescica urinaria con l’esterno. Mentre nella femmina e in tutti i non mammiferi ha la sola funzione di permettere il passaggio dell’urina, nel maschio dei mammiferi serve anche per il passaggio del liquido seminale poiché in essa si immettono i condotti eiaculatori.

Uretra femminile

L’uretra femminile è un canale lungo circa 4 cm e dal diametro di mezzo centimetro. Ha origine a livello dell’orifizio uretrale interno posto nel collo della vescica e decorre anteriormente e inferiormente attraversando la membrana perineale e sbucando, tramite l’orifizio uretrale, nel vestibolo, subito davanti all’apertura della vagina e circa due centimetri posteriormente alla clitoride. Lungo il suo decorso è in stretto rapporto posteriormente con la parete anteriore della vagina, in particolare nel suo tratto più distale e anteriormente con il tessuto adiposo e le vene contenute all’interno dello spazio retropubico. L’uretra femminile è stabilizzata dai legamenti pubouretrali posteriori che si portano dalla faccia posteriore dell’osso pubico all’uretra e dal legamento sospensore della clitoride. In condizioni normali l’uretra a riposo presenta un lume centrale quasi virtuale, poco più che una fessura tra le pliche mucose longitudinali della mucosa interna delle quali, la più notevole, è la cresta uretrale sulla parete posteriore. Lungo tutta l’uretra si possono riscontrare orifizi in cui sboccano piccole ghiandole mucose, spesso posti all’interno di lacune della mucosa. Due ghiandole mucose maggiori, le ghiandole di Skene, che svolgono una funzione simile a quella della prostata nel maschio, secernono il proprio fluido lubrificante attraverso i condotti parauretrali che sboccano lateralmente all’orifizio uretrale.

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Uretra maschile

L’uretra maschile è un canale considerevolmente più lungo di quello femminile (circa 18–20 cm) che origina a livello del collo vescicale (orifizio uretrale interno) e termina a livello dell’orifizio uretrale esterno che sbocca esternamente nel glande del pene. Nell’uretra maschile si distingue una porzione posteriore, prostatica, lunga circa 4 cm e collocata prossimalmente al corpo spongioso e in buona parte all’interno della prostata e una porzione anteriore, lunga 15–16 cm e collocata internamente a esso. L’uretra posteriore è ulteriormente divisibile in uretra preprostatica, uretra prostatica e uretra membranosa. L’uretra anteriore è chiamata anche cavernosa, ed è divisibile in uretra bulbare e uretra peniena.

  • L’uretra preprostatica è la porzione più prossimale dell’uretra posteriore, è lunga circa 1 cm e si estende dall’orifizio uretrale interno all’ingresso dell’uretra nella prostata. Nella sua parete sboccano i condotti di piccole ghiandole periuretrali. Il lume dell’uretra in sezione trasversale è stellato in questo tratto.
  • L’uretra prostatica è la porzione dell’uretra, lunga 3–4 cm, che decorre all’interno della prostata, vicina alla faccia anteriore e termina presso l’apice della prostata. La caratteristica più importante di questo tratto dell’uretra è la cresta uretrale, un rilievo ricoperto da mucosa che sporge nel lume a partire dalla sua parete posteriore, facendolo divenire arcuato in sezione. Il solco che si viene a formare ai lati della cresta uretrale è il solco laterale, sulla sua superficie sbocca un numero variabile (15-20) di condotti prostatici che secernono il liquido prostatico. A circa metà lunghezza della cresta uretrale è presente una prominenza, detta verumontanum o collicolo seminale che è perforato da un orifizio detto utricolo prostatico. Ai lati dell’utricolo o al suo interno sboccano i due condotti eiaculatori che vi convogliano lo sperma. L’utricolo è un piccolo canale a fondo cieco profondo circa mezzo centimetro in cui sboccano i dotti di piccole ghiandole mucose ed eventualmente, come detto, i condotti eiaculatori. Si pensa che sia il corrispettivo maschile della vagina o dell’utero (da qui “utricolo”, cioè “piccolo utero”). I legamenti puboprostatici si inseriscono sulla faccia posteriore dell’osso pubico e sull’uretra, immobilizzandola.
  • L’uretra membranosa è la porzione distale dell’uretra posteriore, lunga circa 1–2 cm, presenta un lume stellato in sezione trasversale. È la porzione che attraversa il diaframma urogenitale, affiancata dalle due ghiandole bulbouretrali del Cowper, non ne riceve il secreto che invece si dirige in basso sboccando nella porzione successiva.
  • L’uretra bulbare, lunga circa 4 cm, è accolta dal bulbo, cioè la prima porzione dell’uretra spongiosa caratterizzata da un notevole slargamento. Esternamente, questo è ricoperto dal muscolo bulbocavernoso del contingente superficiale dei muscoli del perineo.
  • L’uretra pendula, o peniena, è la porzione che scorre all’interno del pene. Circondata dal corpo spongioso (mediale rispetto ai corpi cavernosi), presenta uno slargamento a livello del glande in cui l’epitelio cambia: passa da epitelio di transizione, tipico delle vie urinarie, a epitelio pavimentoso stratificato molle, andando quindi ad assomigliare alla mucosa peniena che trova all’uscita dell’orifizio ureterale.

Arterie

L’uretra maschile è irrorata da vasi arteriosi diversi a seconda della porzione di cui si tratta. L’uretra prostatica riceve rami arteriosi dall’arteria rettale media e dall’arteria prostatica; l’uretra membranosa riceve rami dall’arteria pudenda interna; dall’arteria rettale media e dall’arteria trasversa profonda del perineo; l’uretra spongiosa riceve rami dall’arteria pudenda interna, dall’arteria uretrale e da rami dell’arteria dorsale del pene. L’uretra femminile è irrorata dall’arteria vaginale, dall’arteria vescicale inferiore e dall’arteria pudenda interna.

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Vene

Nel maschio il sangue viene drenato da un plesso sottomucoso che si scarica nel plesso venoso pudendo e nel plesso vescicoprostatico in alto, e nelle vene profonde del pene.
Nella femmina il plesso venoso uretrale drena nel plesso venoso vescicale del collo della vescica e nella vena pudenda interna.

Linfa

I vasi linfatici dell’uretra drenano nei linfonodi iliaci interni ed esterni.

Innervazione

Le fibre simpatiche pregangliari dell’uretra originano dalla colonna intermedio laterale del midollo spinale, si portano al tronco del simpatico tramite i nervi comunicanti bianchi, quindi al plesso ipogastrico inferiore dove sinaptano. Le fibre simpatiche postgangliari dal plesso ipogastrico inferiore e in particolare dai nervi attorno alle arterie vescicali si distribuiscono all’organo. Le fibre pregangliari parasimpatiche originano da neuroni dei neuromeri sacrali del midollo spinale (S2-S4), si dirigono al plesso vescicale dove sinaptano. Le fibre parasimpatiche postgangliari si distribuiscono alla muscolatura della parete dell’uretra a partire dal plesso vescicale. Le fibre sensitive decorrono nei nervi splancnici pelvici, sinaptano nei gangli delle radici dorsali dei neuromeri S2-S4.

Anatomia microscopica

La parete dell’uretra è delimitata da due tonache (mucosa e muscolare) nell’uretra femminile e nel tratto prostatico e in quello membranoso nel maschio, mentre nel tratto penieno ve ne è una sola (tonaca mucosa). L’epitelio di rivestimento nel primo tratto è di transizione, come quello della vescica, nella parte prostatica è batiprismatico e infine pavimentoso, composto non corneificato, fino all’orifizio uretrale esterno dove si continua con l’epidermide del glande o della vulva. Sono presenti due strati muscolari: uno strato interno di tessuto muscolare liscio (andamento longitudinale e circolare), uno esterno striato che prende il nome di muscolo sfintere striato dell’uretra. Lungo la porzione cavernosa dell’uretra, è possibile notare numerosi avallamenti, chiamati lacune del Morgagni. Rappresentano lo sbocco delle ghiandole del Littré, che lubrificano e proteggono la porzione membranosa e peniena tramite una secrezione mucosa. Lo studio dell’uretra si effettua con l’uretrografia.

Patologie dell’uretra

Problemi nell’organogenesi dell’uretra possono determinare nel maschio ipospadia qualora l’orifizio esterno dell’uretra sia posto inferiormente rispetto alla normale posizione all’apice del glande ed epispadia qualora sia posto sulla superficie superiore del pene. Le infezioni dell’uretra prendono il nome di uretriti. La più importante è l’uretrite gonococcica. La minor lunghezza del condotto nella femmina favorisce un più facile accesso dei germi alla vescica spiegando la maggior incidenza della cistite nel sesso femminile.

Per approfondire: Apparato urinario: anatomia e fisiologia [SCHEMA]

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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