Perché col freddo la pressione arteriosa è più alta che col caldo?

MEDICINA ONLINE PRESSIONE ARTERIOSA VENOSA SANGUIGNA CENTRALE PERIFERICA CUORE SANGUE BRACCIO VENE ARTERIE VASI PETTO DESTRO SINISTRO COME QUANDO SFIGMOMANOMETROLa stagionalità è una delle variabili ambientali che maggiormente influenza la pressione arteriosa con importanti ricadute cliniche per il paziente iperteso in trattamento farmacologico che dovrebbe adattare la terapia dal periodo estivo (più caldo) a quelli freddi. Durante i mesi freddi i valori pressori tendono ad essere più elevati che nei mesi caldi: per quali motivi?

L’aumento della pressione arteriosa, oltre dalla gittata cardiaca, dipende soprattutto da due cause legate al freddo:

  1. aumento delle resistenze vascolari periferiche (vasocostrizione);
  2. aumento del volume di sangue circolante (ipervolemia).

Ebbene il freddo determina vasocostrizione, oltre a minore perdita di liquidi con la sudorazione con conseguente alta volemia; ciò determina un aumento della pressione nei mesi freddi.

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Stiramento muscolare alla schiena: cause, sintomi e rimedi

runner's high  sballo del corridore endorfine droga endogenaLo stiramento muscolare è una lesione muscolare che altera il normale tono muscolare e provoca dolore. E’ una condizione patologica molto frequente fra gli sportivi perché è provocato dell’elevato allungamento subito dalle fibre muscolari che si lesionano in alcuni tratti, provocando dolore e la formazione di versamenti di sangue.
Lo stiramento muscolare si verifica soprattutto quando a muscolo “freddo” si eseguono sforzi eccessivi: ad esempio quando non viene effettuato un riscaldamento adeguato prima di un allenamento, oppure dopo aver compiuto un movimento brusco oppure a causa di problemi alle articolazioni.
Lo stiramento muscolare può interessare diverse parti del corpo e tra le forme più frequenti ricordiamo:

  • stiramento muscolare al polpaccio;
  • stiramento muscolare inguine;
  • stiramento muscolare alla gamba;
  • stiramento muscolare alla schiena.

Tra tutte le forme di stiramento muscolare, quello che colpisce la schiena è il più frequente ed anche il più doloroso. Lo stiramento muscolare schiena colpisce soprattutto i nuotatori e chi fa atletica ma anche coloro che svolgono lavori pesanti per molte ore al giorno; a volte può essere provocato anche da un incidente domestico, da un movimento innaturale con la schiena o da altri fattori che analizzeremo più dettagliatamente nel prossimo paragrafo. Quando si è interessati da uno stiramento muscolare alla schiena si è impossibilitati a svolgere movimenti regolari.
I punti della schiena in cui si manifesta più frequentemente lo stiramento sono il tratto cervicale e il tratto lombare, mentre difficilmente colpisce il dorso.
Quando si avverte un dolore alla schiena è opportuno recarsi dal medico per un consulto in modo da poter intervenire rapidamente evitando che lo stiramento possa trasformarsi in uno strappo muscolare.

Le cause di stiramento muscolare alla schiena

Le cause che possono provocare uno stiramento muscolare alla schiena, sono diverse:

  • sforzi eccessivi a “muscolo freddo”;
  • riscaldamento insufficiente prima di un allenamento o di una gara;
  • movimento innaturale del dorso e del bacino;
  • incidenti domestici;
  • problemi di postura;
  • movimenti bruschi;
  • microtraumi ripetuti alla schiena;
  • poco stretching;
  • utilizzo frequente di calzature non adatte ad alcune tipologie di sport e allo svolgimento di alcuni lavori pesanti;
  • svolgimento di sport non adatti alle proprie capacità fisiche.

I sintomi di stiramento muscolare alla schiena

Lo stiramento muscolare alla schiena si manifesta con un dolore intenso nel momento in cui si verifica il trauma. All’inizio il dolore è localizzato e poi si diffonde su tutta la schiena. Altri sintomi frequenti sono:

  • difficoltà a compiere alcuni movimenti;
  • difficoltà ad assumere alcune posizioni;
  • collo bloccato e rigido (quando lo stiramento colpisce la zona cervicale);
  • difficoltà a piegarsi in avanti o a rimanere seduti a lungo (quando lo stiramento colpisce la zona lombare);
  • disturbi al sonno.

Rimedi per lo stiramento muscolare alla schiena

Per attenuare il dolore e guarire dallo stiramento muscolare è necessario tenere la schiena a riposo, stoppando anche per alcune settimane ogni attività sportiva. Nei momenti successivi allo stiramento muscolare è fondamentale:

  • immobilizzare la schiena;
  • assumere una posizione  di riposo (supini o di fianco);
  • applicare del ghiaccio;
  • effettuare un bendaggio compressivo per bloccare l’emorragia, se presente.

Successivamente è opportuno sottoporsi ad una visita medica per valutare la gravità dell’infortunio. Se il terapista lo ritiene necessario, si possono assumere antidolorifici per alleviare il dolore e dei miorilassanti per aiutare i muscoli, eseguire delle terapie fisiche e praticare dello stretching per facilitare il recupero. In caso di lieve dolore, anche il semplice paracetamolo (la Tachipirina), col dosaggio di 1000 mg, può migliorare la situazione. L’assunzione di agenti antinfiammatori non steroidei, come aspirina ed ibuprofene, contribuisce ad alleviare il dolore e a migliorare la capacità di movimento. Applicare sulla zona dolorosa una crema all’arnica, può migliorare la situazione. Io vi consiglio questa di ottima qualità della Colours of Life: https://amzn.to/3BXAVOA

Continua la lettura con: Stiramento muscolare: sintomi, rimedi e prevenzione

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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I 9 errori banali sotto la doccia che fanno male alla tua salute

MEDICINA ONLINE ERRORI BANALI DOCCIA ACQUA HAIR SOAP SHAMPOO.jpgLa doccia è una cosa che fai diverse volte ogni settimana, se non ogni giorno; ma tutto quell’insaponarsi, coprirsi di schiuma, sciacquarsi e crogiolarsi sotto il getto di acqua calda potrebbe essere molto dannoso per la tua pelle. Il problema più grave che riscontriamo nei pazienti più anziani è relativo alla pelle secca e al prurito, che spesso porta all’eczema. Invecchiando le ghiandole che lubrificano la pelle fanno brutti scherzi e quindi si diventa più inclini a soffrire di secchezza della pelle. Per questo motivo bisogna regolare le nostre abitudini sotto la doccia in base a questi dati. Di seguito potete leggere 9 degli errori più comuni commessi facendo la doccia di cui potresti non essere a conoscenza:

1. Esporsi a getti d’acqua molto calda.
Potresti pensare che un forte getto d’acqua calda abbia effetti terapeutici rilassando i tuoi muscoli, ma un dermatologo ti direbbe di fare uso dei regolatori del calore dell’acqua e di relegare l’acqua bollente alla tisana pomeridiana. “L’acqua calda fa male per due ragioni” spiega Cynthia Bailey, medico e dermatologo nella California del nord e fondatrice di DrBaileySkinCare.com. “Innanzitutto rimuove gli oli naturali (proprio come funziona meglio nel rimuovere i grassi dalle padelle rispetto all’acqua fredda). Inoltre l’acqua calda porta il sangue più vicino alle pelle, ed è per questo motivo che assumiamo il classico color aragosta. Col sangue arrivano infiammazioni che possono condurre al prurito ed anche ad un rash cutaneo”. Il Dr. Bailey consiglia di tenere la temperatura dell’acqua tiepida, ossia alla stessa temperatura della pelle o leggermente più calda, specialmente se avete una cute delicata naturalmente predisposta alla secchezza.

2. Restare sotto la doccia troppo a lungo.
Tra il vapore, l’acqua ed il tepore spesso siamo tentati dal restare sotto la doccia 15, 20 o anche 30 minuti, ma secondo diversi esperti superare i 10 minuti è sempre un male. “Non si dovrebbe restare sotto la doccia più di 5 o 10 minuti al massimo” spiega il Dr. Farris. “Meno tempo ci restate, meglio è”. Anche le docce molto lunghe tendono a disidratare la pelle.

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3. Fare uso di sapone aromatizzato.
Può essere difficile separarsi dai prodotti ai quali siamo abituati, ma nel caso tu faccia utilizzo di sapone aromatizzato o antibatterico dovresti sapere che le forti fragranze e gli ingredienti aggressivi strappano via l’idratazione dall’epidermide. “I tradizionali saponi aromatizzati o antibatterici possono causare estrema secchezza, prurito e desquamazione” spiega Rhonda Klein, medico e detrmatologo a Milford, assistente professore di Analisi clinica in Dermatologia presso la Yale University. “I detergenti privi di sapone sono molto meglio soprattutto per le pelli che stanno invecchiando. Con l’età la pelle diventa più sottile, perde grassi, sudore e ghiandole lubrificanti. tra i prodotti più consigliati per le pelli in fase di invecchiamento ci sono quelli della Cetaphil, di CeraVé, di Vanicream/free&clear e della Dove.

4. Insaponare tutto il corpo.
Il sapone è creato per dissolvere sporco e grasso, permettendo all’acqua di lavarlo via. La pelle degli arti di solito non ha molti oli da offrire, quindi lavarle col sapone è come cercare di ottenere acqua da una roccia – resteranno secchi e asciutti. “Riducete l’insaponamento alle parti più grasse e odorose del corpo, come faccia, ascelle, pube e piedi” consiglia il Dr. Bailey.

5. Aspettare troppo a lungo prima di applicare l’idratante
I dermatologi sono d’accordo: tre è il numero magico. Aspettare più di tre minuti dopo aver lasciato la doccia per idratarla causa la perdita di liquidi molto preziosi per l’epidermide. Ecco come idratarti correttamente: Dopo essere uscito dalla doccia rimuovi l’acqua in eccesso dalla pelle, lasciandola leggermente bagnata. Subito dopo applica un idratante contenente ceramide (un olio naturale già presente nella cute) e spalmalo su tutto il corpo massaggiandoti delicatamente. “L’aspetto cruciale è l’intrappolare l’acqua attraverso l’applicazione di una crema idratante entro tre minuti dall’aver asciugato i liquidi in eccesso” commenta il Dr. Bailey. Il Dr. Farris è d’accordo: “Nell’attimo in cui lasci la doccia, applica l’idratante prima che il liquido evapori e tu perda anche l’idratazione propria della tua pelle. Quando la pelle è secca e ci sono spaccature, per i batteri è più facile infiltrarsi nell’organismo”.

6. Non cambiare spazzole, luffe o guanti esoflianti.
Anche se gli attrezzi esfolianti non sono intrinsecamente dannosi per la pelle, usarli troppo a lungo è una cosa da evitare. “Su spazzole esfolianti e guanti crescono e si riproducono batteri e muffe: dovrebbero essere buttati in ogni caso dopo 4 settimane dal primo utilizzo” spiega Debra Jaliman, medico, dermatologo e autrice del libro “Skin Rules: Trade Secrets from a Top New York Dermatologist”. “Dopo averli usati portali fuori dalla doccia e lasciali asciugare. I liquidi incoraggiano i batteri e i funghi a riprodursi”. Utilizzare attrezzi esfolianti troppo vecchi può causare un fastidioso disturbo detto follicolite, un’infezione dei bulbi follicolari, spiega il Dr. Farris. “Non è pericolosa e andrà via da sé, ma può essere molto pruriginosa e fastidiosa”.

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7. Sprecare denaro per acquistare prodotti “naturali”.
Nomi altisonanti che sembrano naturali possono significare grandi somme spese per prendersi cura della pelle. Ma questi prodotti “naturali” valgono la spesa? Se quello che t’importa è l’efficacia e l’effetto che la tua doccia avrà sul pianeta terra, dovresti comprare in ogni caso prodotti organici. Ma se ciò che ti interessa è la bellezza della tua cute, allora potresti doverci pensare due volte. “Anche i prodotti organici o “naturali” possono privare la pelle del suo stato naturale di oli e grassi, distruggendone la naturale barriera protettiva” spiega il Dr. Farris. “La parola “naturale” di per sé non significa molto, e fin quando utilizzi prodotti privi di coloranti artificiali, fragranze e altri ingredienti aggressivi starai trattando la tua cute in maniera responsabile”.

8. Lavare i capelli quotidianamente.
Quante volte al giorno pensi di doverti lavare i capelli? Ogni giorno? A giorni alterni? Secondo i tricologi (nome tecnico con cui sono indicati gli specialisti del cuoio capelluto) è davvero troppo. “Le persone che hanno capelli sottili o delicati dovrebbero evitare di lavarli troppo spesso – non più di due volte a settimana dovrebbe essere sufficiente a tenerli puliti e preservarne gli oli naturali mantenendoli abbastanza idratati” spiega Andrea L. Hayden, direttore della International Association of Trichologists statunitense. “I capelli mossi o ricci hanno bisogno di tempi più lunghi per ristabilire i grassi e gli oli naturali, quindi in questi casi si può ricorrere allo shampoo anche solo una volta ogni sette giorni. Nel caso ci si voglia rinfrescare lo scalpo si può passare il balsamo sui capelli e risciacquarli dolcemente durante la settimana, basterà”.

9. Usare il solito vecchio shampoo.
Come spiega Hayden, proprio come la tua pelle invecchia e diventa più delicata anche i tuoi capelli hanno lo stesso destino. “Le persone oltre i 50 anni – commenta – hanno capigliature con meno proteine, che sono meno dense ed elastiche. Salvaguardate i vostri capelli usando shampoo che siano privi di solfati, molto più gentili sulla pelle delle loro controparti. Se poi vi sembra che i vostri capelli si spezzino troppo spesso dovreste sottoporvi ad un trattamento a base di proteine una volta al mese per donare loro nuova forza ripristinando le sostanze perse”.

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Perché il freddo e l’ansia riducono le dimensioni del pene?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ESERCIZI ALLUNGAMENTO PENE JELQING TECN Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneL’erezione del pene è alimentata dal flusso sanguigno. Il freddo è un vaso costrittore, cioè diminuisce il diametro dei vasi sanguigni, questo significa il freddo determina un minore afflusso di sangue al pene che a sua volta potrebbe diminuire di dimensioni. Inoltre il pene è ricco di cellule muscolari lisce che hanno l’importante compito di regolare la presenza di sangue all’interno delle cavità del tessuto erettile. In particolare:

  • la loro contrazione determina lo svuotamento delle cavità, situazione propria dello stato flaccido del pene;
  • il loro rilassamento determina una facilitazione nell’ingresso di sangue, caratteristica dello stato di erezione.

Le cellule muscolari lisce si contraggono ad opera di segnali nervosi o mediatori chimici. Questi segnali vengono prodotti in seguito a situazioni di vario genere, come ad esempio: emozioni, eccitazione, caldo, freddo, traumi, ecco il motivo per cui il pene può ritrarsi in alcune condizioni, per esempio appunto con il freddo od in caso di forti emozioni come ansia o paura.

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Terremotato muore mentre dorme in roulotte: la temperatura era a -17

MEDICINA ONLINE Terremotato muore mentre dorme in roulotte la temperatura era a -17.jpgBruno Anzuini di 52 anni è morto a Montereale, il paese aquilano epicentro dell’ultimo terremoto che ha scosso il Centro Italia il 18 gennaio 2017. Da allora Continua a leggere

Ipotalamo e controllo della temperatura corporea

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma IPOTALAMO CONTROLLO TEMPERATURA CORPOREA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneL’essere umano è un animale omeotermo, cioè contraddistinto dall’omeotermia, una parola che deriva dal greco omòs = uguale; termos = calore: è la condizione caratteristica di quegli animali in grado di mantenere costante la propria temperatura corporea a prescindere dalle temperature esterne. Questo significa che la nostra temperatura corporea rimane il più possibile costante nel tempo, aggirandosi intorno ai 37°C con delle minime variazioni nel corso della giornata (c’è un picco minimo di temperatura intorno alle 4 del. ed un picco massimo intorno alle ore 16).

Perché la nostra temperatura corporea è proprio 37°?
Le ragioni, dal punto di vista filogenetico, per cui si è selezionata questa temperatura sono spiegate dal fatto che a questa temperatura avvengono correttamente tutti i processi metabolici, mentre ad altre temperature questi processi sono difficoltosi o addirittura impossibili.
Quando si parla di valore della temperatura del corpo è però importante ricordare che si ci riferisce al valore del nucleo del “core”, ossia degli organi interni alla testa, al collo e al tronco. La cute, che è la porzione più superficiale del corpo, non ha una temperatura costante ed è l’organo che risente di più delle influenze della temperatura esterna. La temperatura per essere misurata in modo corretto, andrebbe misurata a livello rettale, ossia nel punto più prossimo al core.

Produzione del calore e dispersione del calore
Per mantenere la temperatura e del corpo costante l’organismo deve usare elementi di produzione del calore ed elementi di dispersione del calore. Alla produzione di calore contribuisce per il 60% circa al metabolismo degli organi interni, in minor misura contribuiscono la cute ed i muscoli, per un 20% , ed il resto è dato dagli altri organi.
Queste diverse quote si modificano nel momento in cui l’individuo svolge esercizio fisico. Nel momento in cui si compie attività fisica la quota di calore che viene prodotta è legata in prevalenza all’attività muscolare. L’organismo produce calore attraverso processi metabolici o attività fisica. Uno dei meccanismi con i quali si ci difende rispetto al freddo è infatti il brivido, ossia “attività muscolare in assenza di movimento”, o per meglio dire contrazioni muscolari di muscoli agonisti ed antagonisti che determinano sviluppo di calore in assenza di movimento. Ai meccanismi di termogenesi corrispondono anche meccanismi di scambio di calore con l’esterno, che solitamente ha una temperatura inferiore a quella del corpo. L’organismo si avvale del meccanismo di “irradiazione”, ossia scambiare calore attraverso radiazioni nell’ambito dell’infrarosso, la “conduzione”, ossia il passaggio di calore da un corpo più caldo ad uno più freddo e questa conduzione, che avviene con l’aria, è maggiore se c’è un flusso di aria, questa conduzione viene definita allora “convezione”. Se la temperatura del corpo aumenta molto l’unico mezzo che l’organismo ha per scambiare calore col mondo esterno è l’evaporazione, ossia la perdita di acqua che evaporando raffredda il corpo. Ma l’evaporazione è possibile solo fino ad una certa umidità dell’ambiente esterno, infatti la sudorazione è inibita da una forte percentuale di umidità nell’aria.

Ipotalamo e temperatura corporea
Attraverso il bilancio dei fattori termogenetici e dei fattori di termodispersione il nostro corpo mantiene una temperatura intorno ai 37°C, e questo set-point è stabilito dall’ipotalamo. Nel fare questo l’ipotalamo viene costantemente informato da tutta una serie di recettori periferici che sono disposti a livello cutaneo, da recettori che sono disposti a livello del midollo spinale e da recettori centrali che sono disposti a livello dell’ipotalamo anteriore. Tutte le volte che questi recettori segnalano valori del core non uniformi a quello del set-point vengono innescati tutta una serie di processi compensatori atti a ristabilire la temperatura settata.

Meccanismi di compensazione ipotalamici a caldo e freddo
L’ipotalamo anteriore mette in atto tutta una serie di risposte al caldo, ossia di termolisi, mentre invece l’ipotalamo posteriore mette in atto una serie di risposte che fanno si che l’organismo si adatti al freddo, ossia di termogenesi. L’ipotalamo anteriore è essenzialmente responsabile di due risposte: una vascolare e una di sudorazione. La risposta vascolare si esplica con la vasodilatazione, soprattutto a livello cutaneo, e così facendo si ottiene un secondo meccanismo in cui lo scambio di calore “in controcorrente” è meno accentuato. Se la temperatura è troppo bassa, viceversa, il circolo cutaneo va incontro a modificazioni opposte. La sudorazione invece viene controllata dall’ipotalamo con una azione sulle ghiandole sudoripare ed in particolare tramite la componente simpatica, l’unica componente in cui la componente simpatica ha come mediatore l’acetilcolina. L’ipotalamo attiva quindi il sistema simpatico, che attiva le ghiandole sudoripare che aumentano la produzione di sudore che evaporando facilita la dispersione di calore. Quando l’ipotalamo deve mettere in atto delle risposte al freddo si osserva una vasocostrizione che di per se impedisce lo scambio di calore con l’esterno, e c’è un aumento dello scambio in controcorrente di calore di modo che le vene riportino verso il core sangue che è stato riscaldato dal arterie. L’altro meccanismo che viene messo in atto è operato attraverso il sistema nervoso somatico: c’è un aumento della contrazione muscolare attraverso il brivido. Nei neonati è possibile avere una termogenesi in assenza di brivido legata all’attività del tessuto adiposo bruno, che è un tessuto adiposo contenente dei recettori β3, quindi predisposto ad essere stimolato dal sistema nervoso simpatico. Questa produzione di calore senza brivido è legata al fatto che il sistema simpatico è in grado di attivare quelle uncoaping proteins che hanno la facoltà di dissociare la produzione di ATP dal passaggio degli elettroni attraverso la catena respiratoria. Di fatto non si ha produzione di ATP e quindi l’energia prodotta viene dispersa come calore. Negli animali cosiddetti a pelo lungo per quanto concerne i meccanismi di termolisi può essere utile la perdita di calore attraverso l’aumento della ventilazione, così come negli animali funziona con efficienza il meccanismo di termogenesi chiamato “orripilazione” che consiste nell’erezione del pelo che fa si che di fatto si crei intorno all’animale il sequestro di aria calda che facilita il mantenimento di valori ideali di temperatura, ma nell’uomo è molto poco efficiente.

Quando la temperatura non rimane costante
Ci sono alcune situazioni patologiche in cui si perde la capacità di mantenere la temperatura a valori ideali e, a parte l’ipotermia, soprattutto esistono due situazioni abbastanza comuni in cui l’organismo non riesce a mantenere sui valori del set-point i valori di temperatura: il colpo di calore e la febbre.

  • Nel colpo di calore c’è un deficit delle attività termolitiche perché la temperatura esterna è molto alta e se l’aria esterna è particolarmente umida la mancata possibilità di sudare fa abbassare la temperatura a cui si può andare incontro a questo fenomeno.
  • Nella febbre quello che si modifica è il valore del set-point: nella febbre si distinguono due momenti uno di termogenesi e uno di termolisi; in genere la febbre determinata da alcuni fattori, detti “pirogeni”, in grado di modificare il set-point ipotalamico che di norma dovrebbe stare a 37° C portandolo a valori più elevati, inducendo di fatto una termogenesi che porta la temperatura al nuovo valore stabilito centralmente. Per cui la prima fase della febbre si associa brivido, fin tanto che la temperatura del corpo non abbia raggiunto il nuovo set-point. In un secondo momento si ha un processo di termodispersione, quindi sudore, vasodilatazione, etc.

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Labbra screpolate e gonfie: cause e rimedi in bambini ed adulti

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma LABBRA SCREPOLATE SECCHE RIMEDI NATURALI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneQuando si tratta di contrastare l’azione degli agenti atmosferici, la pelle è sempre in prima linea in quanto a difesa. Ma sono le labbra a dover sopportare il peso degli “attacchi” di sole, vento, freddo e aria secca. Le labbra sono membrane mucose e in quanto tali sono rivestite da uno strato superficiale di pelle molto sottile. Rispetto alla pelle del resto del viso, le labbra sono molto più inclini a seccarsi. La ricerca scientifica, infatti, ha dimostrato che l’organismo perde la propria naturale umidità attraverso le labbra 10 volte in più rispetto alle altri parti del viso o del corpo. L’aria invernale secca, le raffiche di vento freddo e la scarsa umidità presente negli ambienti chiusi, causano la disidratazione delle labbra. Quando le cellule della pelle vengono private della loro naturale umidità, diventano fragili, comportando la screpolatura delle labbra e la formazione di piccoli taglietti talvolta dolorosi, associati talvolta a gonfiore.

Cosa NON fare

Inumidirsi le labbra con la lingua. L’istinto di passare la lingua sulle labbra quando sono screpolate può, in realtà, peggiorare la situazione. L’evaporazione della saliva, infatti, comporta una maggiore disidratazione della pelle. E’ bene ricordare che la saliva contiene acidi deputati alla scissione del cibo. Tali acidi causano irritazione quando sono a contatto con la pelle screpolata delle labbra. Un altro errore che molte persone compiono, nel tentativo di eliminare il problema, è quello di utilizzare prodotti per scrub o peeling oppure di mordere e strappare quelle fastidiose pellicine che talvolta si formano sulle labbra quando sono screpolate. Tali azioni possono comportare sanguinamento e grave disagio. Ciò, oltretutto, non fa altro che rallentare il processo di guarigione e irritare ulteriormente la pelle. Nel peggiore dei casi, è anche possibile sviluppare una infezione causata dall’entrata dei batteri nelle spaccature della bocca. Una complicazione comune è la cheilite, che può essere correlata ad una infezione da candida agli angoli della bocca. Tale condizione è curabile tramite l’applicazione di una crema topica antimicotica. Inoltre, irritare o sottoporre la pelle intorno alla bocca ad un maggiore stress, può comportare il risveglio del virus dormiente dell’herpes e causare la potenziale insorgenza di un herpes labiale. Le labbra screpolate espongono anche le terminazioni nervose (punto in cui il virus dell’herpes trova luogo fertile). Tale esposizione, quindi, può anch’essa stimolare il virus.

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Come proteggere le labbra

La labbra necessitano di una barriera protettiva. Il balsamo per labbra, altrimenti detto lip balm, agisce come una sorta di scudo protettivo, ponendo la pelle delicata delle labbra al riparo dagli agenti atmosferici e dalla estrema secchezza degli ambienti chiusi. La parola d’ordine quindi è proteggere sempre le labbra. Preservare la naturale umidità della pelle ne favorisce una più rapida guarigione. E’ consigliabile applicare un balsamo o una pomata emollienti piuttosto che soluzioni in stick. L’obiettivo è quello di creare una barriera occlusiva che possa preservare l’umidità naturale della pelle mantenendo, al contempo, la pelle debitamente idratata grazie all’azione degli oli benefici. Inoltre, l’applicazione di un agente occlusivo contribuirà a porre rimedio alle spaccature profonde presenti sulle labbra screpolate, proteggendole da infezioni e irritazioni. Il petrolato è uno degli agenti occlusivi più comuni, ma è possibile nutrire le labbra screpolate anche con olio di semi di ricino, burro di karitè, olio di semi di girasole o squalane. Per mantenere le labbra umide, i dermatologi suggeriscono ingredienti come acido ialuronico, sodio PCA e glicerina. Un altro ingrediente di fondamentale importanza è il fattore di protezione solare (SPF). Se la pelle delle labbra viene compromessa dall’azione dei raggi UV, la possibilità che si screpoli è maggiore. Quindi è essenziale proteggere le labbra anche dal sole per contrastare l’eventuale formazione di quelle fastidiose pellicine di cui sopra.

Attenzione ad alcuni ingredienti

Esistono alcuni trattamenti per le labbra che fanno più male che bene. Molti ingredienti (tra cui eucalipto, mentolo e canfora) possono provocare secchezza e irritazione. Per le persone con pelli inclini all’acne, è consigliabile utilizzare prodotti privi di petrolato. In alcuni casi, tale ingrediente può favorire l’occlusione dei pori e causare la comparsa di punti neri o acne. Evitate i prodotti venduti in piccoli vasetti. Immergere le dita in un vasetto non è sicuramente igienico quanto l’utilizzo di una soluzione in tubetto.

Per una protezione costante delle labbra

Il trucco per evitare la screpolatura delle labbra, è quello di applicare il balsamo per tempo e spesso. Applicatelo anche prima di andare a dormire. Molte persone tendono a dormire con la bocca aperta e questo porta le labbra a seccarsi. Così facendo, avrete meno probabilità di svegliarvi con le labbra screpolate. Quando procedete all’acquisto del prodotto scelto, acquistatene due tubetti e teneteli sempre a portata di mano (in macchina, vicino al letto o nel cassetto della vostra scrivania). E’ consigliabile, inoltre, posizionare un umidificatore in casa, specie di notte, che contribuisca a preservare il livello naturale di umidità della pelle. Bere molta acqua contribuisce a contrastare la disidratazione, ulteriore causa di labbra screpolate.

Dipendenza da balsamo per le labbra?

Per qualche oscura ragione, il termine “dipendenza” è sulla bocca di tutti quando si parla di balsamo per le labbra. Ma l’impiego di tale parola è ampiamente abusato in molteplici circostanze, tra cui questa. E’ possibile essere “dipendenti” dalla sensazione che procura l’applicazione del balsamo sulle labbra, ma non c’è nulla di correlabile alla dipendenza quando si tratta di balsami non medicati. Alcuni ingredienti, come la canfora e il mentolo, possono dar vita ad un circolo vizioso, ma non di certo ad una dipendenza. Alcuni ingredienti presenti nei balsami per le labbra, che favoriscono un più rapido assorbimento, possono far percepire le labbra come meno umide rispetto alla precedente applicazione, inducendo la persona ad applicarlo nuovamente. Questo, comunque, non significa che le labbra dipendano dal balsamo.

E se le labbra screpolate colpiscono un bambino?

Se il vostro bimbo ha le labbra screpolate o tagliate, nella maggioranza dei casi non occorre che andiate dal medico: ci sono alcuni ottimi rimedi casalinghi che possono risolvere la situazione. Ma prima di applicare qualunque cosa sulle labbra del vostro piccolo, aspettate un paio di giorni perché potrebbero guarire naturalmente. Se restano screpolate, ci sono vari possibili trattamenti. Applicate delicatamente della vaselina sulle labbra del neonato. Essa è un efficace idratante ed è consigliata dai pediatri. Una soluzione alternativa è la lanolina: è una miscela di composti organici, costituente il grasso di lana depurato, usata in farmacia e per la preparazione di cosmetici e pomate. Potete anche applicare dell’olio di oliva per mantenere idratate le labbra mentre la natura le guarisce. Ci sono molti fattori climatici e dietetici che contribuiscono alle labbra screpolate, come l’eccessiva esposizione al sole, l’aria molto secca o fredda: cercate di evitare a vostro figlio l’esposizione a tali fattori.

I migliori prodotti per l’igiene orale

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere della bocca e del viso, in grado di migliorare l’igiene orale, combattere l’alito cattivo, pulire la lingua dalla patina ed idratare le labbra. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato, testato ripetutamente ed usato dal nostro Staff di esperti:

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Naso chiuso: perenne, senza raffreddore, di notte, farmaci e rimedi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma NASO CHIUSO CONGESTIONE NASALE CAUSE FARMACI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari.jpgIl “naso chiuso”, chiamato scientificamente “ostruzione delle vie respiratorie nasali” o più semplicemente “congestione nasale” è uno dei problemi più diffusi e fastidiosi dell’apparato respiratorio. Nella maggioranza dei casi è un problema che tende a risolversi in pochi giorni e che non indica nulla di grave.

Cause di congestione nasale

Il naso chiuso può essere causato da varie condizioni come raffreddore, influenza ed allergie, ma dal punto di vista medico la più importante distinzione eziologica è tra rinite allergica e rinite non allergica.

Sintomi e segni

Sintomi e segni spesso associati a congestione nasale:

  • tosse;
  • naso che cola (attraverso le narici o verso a parte posteriore del naso sotto forma di catarro);
  • starnuti (più frequenti in caso di reazione allergica);
  • leggera irritazione o disagio dentro e intorno al naso;
  • ridotto senso dell’olfatto;
  • formazione di croste sulla mucosa nasale, in grado di causare un odore sgradevole e sanguinamento in caso di rimozione accidentale o volontaria.

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Consigli

Consigli generali per migliorare la situazione, sono:

  • Drenare il muco mediante l’ausilio di soluzione a base salina (irrigazione nasale), da instillare direttamente nel naso. Il rimedio è particolarmente indicato per i bambini piccoli affetti da naso chiuso, che non riescono a soffiarsi il naso da soli.
  • Dormire con la testiera del letto lievemente sollevata (posizionare un cuscino sotto il materasso, in linea con il punto in cui si appoggia la testa): così facendo, il paziente affetto da naso chiuso può riposare meglio, e la respirazione viene favorita.
  • Soffiare spesso il naso, utilizzando preferibilmente fazzoletti di carta usa-getta.
  • Soffiare il naso delicatamente, eccedere con la pressione può peggiorare la situazione.
  • Usare un fazzoletto di carta nuovo ogni volta che ci si soffia il naso.
  • Curare la causa che si pone alle origini del naso chiuso.
  • Bere molti liquidi, in particolare caldi.
  • Avvalersi dell’ausilio di vaporizzatori nasali od umidificatori, utili per favorire la fluidificazione del muco, dunque la liberazione dal naso chiuso.
  • Evitare sbalzi termici.
  • Coprire il naso e la gola con una sciarpa, prima di uscire.
  • Gli alimenti liquidi caldi sono particolarmente indicati per facilitare lo scioglimento del muco, liberando quindi il naso: brodo, latte caldo, tè, tisane, infusi ecc.
  • Assumere tanta frutta e verdura ricca di vitamina C, utile per rafforzare le difese immunitarie e garantire l’ottimale efficienza dell’organismo.
  • Utilizzo di un umidificare per l’ambiente domestico o lavorativo.
  • Fare una doccia calda (umidità e calore libereranno il naso).
  • Bere abbondantemente per mantenersi idratati (le bevande calde libereranno il naso, ancora di più se balsamiche).
  • Impacchi con un panno caldo-umido sul naso.
  • Evitare sbalzi termici.

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Rimedi naturali per la congestione nasale

A seconda della causa può cambiare la cura, ma da un punto di vista generale i rimedi più comuni ed efficaci per liberare il naso chiuso sono i suffumigi: la tecnica della suffumigazione consiste nella riduzione di una sostanza in vapore, a finalità prettamente terapeutiche. I suffumigi favoriscono l’inspirazione del vapore, assicurando una percezione immediata di conforto. Le droghe naturali più indicate per accelerare la guarigione dal naso chiuso sono:

  • basilico (Ocimum basilicum L.): utilizzato, in tal caso, per le proprietà antinfiammatorie;
  • eucalipto (Eucalyptus globulus Labill): proprietà antinfiammatorie, espettoranti, balsamiche;
  • lavanda (Lavandula officinalis): proprietà antisettiche;
  • limone (Citrus limon): proprietà antisettiche ed antiossidanti;
  • rosmarino (Rosmarinus officinalis): proprietà balsamiche, espettoranti, antiossidanti;
  • arancio amaro (Citrus aurantium L. var. amara): proprietà disinfettanti, antinfiammatorie, decongestionanti;
  • sodio benzoato: azione espettorante, che facilita l’eliminazione di muco;
  • efedrina (estratto da Ephedra sinica): proprietà decongestionanti, impiegata come decotto (specie nella medicina popolare cinese).

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Cosa non fare?

In caso di naso chiuso non si dovrebbe:

  • dormire in posizione prona (a pancia in giù);
  • fumare;
  • deglutire il muco;
  • frequentare posti inquinati;
  • soffiare continuamente il naso nello stesso fazzoletto.

Rimedi farmacologici per la congestione nasale

I farmaci più usati in caso di naso chiuso sono (in caso di naso chiuso dipendente da raffreddore/ influenza): paracetamolo (es. Tachipirina, Efferalgan), claritromicina (es. Biaxin, Macladin, per il naso chiuso dipendente da Haemophilus influenzae), Amantadina (es. Zitrobiotic, farmaco antivirale), ibuprofene (es. brufen, moment) ecc. In caso di naso chiuso dipendente da allergie/rinite si usano invece: corticosteroidi come fluticasone spray (es. avamys, Fluspiral), antistaminici come desloratadina (es. neoclarityn, azomyr, aerius) e decongestionanti come Oximetazolina cloridrato (es. Vicks sinex).

Farmaci: raccomandazioni

Importanti raccomandazioni riguardo alle terapie farmacologiche per il naso chiuso, sono:

  • Non guidare od eseguire lavori pericolosi dopo la somministrazione di antistaminici: la sonnolenza è uno degli effetti collaterali di questi farmaci;
  • Non assumere antistaminici/corticosteroidi senza prescrizione medica;
  • Non assumere antistaminici per la cura del naso chiuso in caso di ipertensione od aritmie cardiache: la somministrazione di questi farmaci aumenta il battito cardiaco ed innalza la pressione arteriosa;
  • Non utilizzare i farmaci corticosteroidi per lunghi periodi;
  • Non assumere antistaminici per lunghi periodi.

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Prevenzione del naso chiuso

Non ci sono ricette fisse per prevenire la congestione nasale, sicuramente è utile evitare sbalzi di temperatura improvvisi e mangiare molta frutta e verdura. Non è possibile prevenire il naso chiuso dipendente da allergie, se non assumendo antistaminici o vaccini specifici a finalità profilattiche. La plastica del setto nasale (settoplastica) consiste nella correzione della deviazione del setto nasale, possibile causa scatenante del naso chiuso recidivante. Quando il naso chiuso dipende dall’ingrossamento delle adenoidi, il trattamento ottimale consiste nella rimozione chirurgica delle stesse. Per approfondire, leggi anche: Adenoidi ingrossate, operazione, convalescenza, ricrescono

Quando chiamare il medico?

Consultare immediatamente il medico se il soggetto riferisce una seria difficoltà respiratoria o se il paziente affetto da naso chiuso è un bambino di età inferiore ai 2 mesi e presenta febbre. A tale proposito leggi questo articolo: Febbre alta nei bambini e neonati: quali farmaci e cosa fare

I migliori prodotti contro febbre, influenza e raffreddore

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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