Patologie della tiroide: possono far veramente ingrassare?

MEDICINA ONLINE PESO TIROIDE IPOTIROIDISMO PARATIROIDI NODULI BILANCIA MASSA  INDICE CORPOREA COCALORIE BASMATI BIANCO INGRASSARE DIETA COTTO CRUDO PIATTO CUCINA LIGHT MANGIARE DIMAGRIRE GRASSO DIABETE CARBOIDRATI GLICEMIA.jpgSe recentemente hai notato un cambiamento nel tuo corpo e la bilancia segna qualche chilo di troppo, potrebbe essere a causa di uno stile di vita sbagliato, ad esempio l’alimentazione scorretta e la sedentarietà. Ma se nonostante una dieta equilibrata o addirittura ipocalorica e l’esercizio fisico non riesci a mantenere il tuo peso forma o a perdere i chili in eccesso, la colpa potrebbe essere di una ipofunzione della ghiandola tiroidea.

Se la tiroide non funziona correttamente, uno dei sintomi più comuni è proprio l’aumento di peso o la difficoltà a dimagrire.

La tiroide si trova nella parte anteriore della gola e produce ormoni in gran parte responsabili del nostro metabolismo, il processo con cui il corpo digerisce il cibo e lo trasforma in energia. Quando la tiroide smette di secernere ormoni correttamente, un sorprendente numero di processi interni va letteralmente in tilt.

In condizioni di ipotiroidismo si bruciano meno calorie e quanto non viene smaltito è immagazzinato nel corpo come grasso. La stanchezza avvertita si traduce in svogliatezza e pigrizia. Per svolgere le le normali attività quotidiane, ed ovviamente per praticare dello sport, il corpo deve avere energia sufficiente.

E’ quindi ovvio che le cellule non possono funzionare correttamente senza il “carburante” di cui hanno bisogno: il cuore non può battere, i polmoni non possono respirare, e lo stomaco non può digerire il cibo. La tiroide è essenziale per garantire le funzioni vitali, ovvero quei processi che continuano a funzionare nel nostro organismo anche quando ci troviamo in condizioni di riposo e relax (ad esempio quando siamo seduti sul divano a guardare la televisione) o, addirittura, quando stiamo dormendo.

Se la tiroide non funziona in modo ottimale, l’organismo non riceve abbastanza energia e, conseguentemente, ci si sente sempre stanchi e privi di forza.

La malattia della tiroide può essere congenita o derivare da una risposta auto-immune che induce gli anticorpi ad attaccare i tessuti sani dell’organismo. Le due condizioni più diffuse sono l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo. Potrebbe anche accadere che un paziente non si renda conto di avere un deficit tiroideo in quanto, apparentemente si sente vitale per tutto il giorno, e non riscontra  alcuna difficoltà a svolgere le attività quotidiane (lavoro, faccende domestiche…).

In questo caso, in realtà, l’energia che si sta utilizzando è quella prodotta dalle ghiandole surrenali: in altre parole, adrenalina. Pur non avvertendo fatica, se la tiroide è poco attiva, si ha la necessità di assumere più caffeina , di introdurre più zuccheri o di fumare di più rispetto al normale.

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Tiroide: la verità su proteine, carboidrati, grassi e salute

Chi soffre di disturbi della tiroide, è spesso confuso rispetto all’alimentazione da seguire, su ciò che dovrebbe mangiare e, in particolare, sulla giusta quantità di proteine, carboidrati e grassi da assumere attraverso gli alimenti.  Quale dieta si dovrebbe seguire?   Qui entra in gioco, come spesso in verità accade, il buon senso.

La prima regola è quella di non prestare troppa attenzione ai rapporti tra proteine, carboidrati e grassi. Piuttosto, si dovrebbe cercare di seguire una dieta composta principalmente di cibi integrali, che riduca al minimo i cibi raffinati e gli zuccheri.  Carne biologica (se non siete vegetariani), frutta e verdura  fresca, noci, semi e altri cibi ricchi di fibre, costituiscono una dieta  sana ed equilibrata.

Quando ci si concentra sull’assunzione di un solo tipo di cibo (ad esempio proteine) e si eliminano altri alimenti essenziali (grassi o carboidrati), questo si traduce spesso in un piano alimentare sbilanciato, dunque in una dieta scorretta che può generare numerosi problemi di salute. Seguire una dieta “equilibrata” di per sé non significa necessariamente garantire la salute ottimale della tiroide ma è tuttavia vero che una dieta sana e bilanciata, può contribuire a mantenere l’organismo in buona salute, rafforzando il sistema immunitario.

Questo a sua volta contribuirà a garantire un corretto funzionamento della ghiandola tiroidea e ridurrà al minimo le probabilità di sviluppare una condizione autoimmune. A volte i chili di troppo sono dovuti alla tiroide che fa ingrassare anche se si è a dieta, ma una corretta ed equilibrata alimentazione rappresenta sempre il primo passo di ogni trattamento e cura.

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Zucchine per dimagrire: proprietà, calorie, e controindicazioni

MEDICINA ONLINE ZUCCHINA ZUCCHINO LIGURE CALORIE DIMAGRIRE PANCIA CALORIE PROPRIETà BRUCIA GRASSO DONNA CIBO VERDURA VEGETALE VITAMINE SALI MINERALI DIETA.jpgLa zucchina o zucchino liguro (Cucurbita pepo L.) è una specie della famiglia delle Cucurbitaceae i cui frutti sono utilizzati immatur. Ha origini americane sebbene, oggi, venga coltivata in diverse parti del mondo, nelle sue numerose varietà. Quali sono le proprietà benefiche e terapeutiche di questo straordinario ortaggio? Scopriamole.
Appartengono a questa specie differenti varietà:

  • le zucchine lunghe, le più diffuse nei mercati europei. Il frutto è generalmente cilindrico, più raramente piriforme. Il colore più comune è il verde scuro, anche se esistono varietà verdi chiare (comunemente chiamate “romanesche”), striate, e persino dalla buccia completamente bianca o gialla. Tra le cultivar ascrivibili a questa tipologia si possono segnalare lo Zucchino Nero di Milano, a buccia verde assai scura, lo Zucchino Fiorentino, a buccia striata e assai scanalata, lo Zucchino Siciliano, leggermente piriforme e a buccia verde molto pallida.
  • le zucchine tonde, dal frutto sferico. Queste cultivar sono tutte di colore verde eccetto alcuni ibridi F1. Da citare: Tondo di Piacenza, di colore scuro; Tondo di Nizza, più chiaro e appiattito ai poli; Tondo di Firenze. Questa tipologia è molto apprezzata in cucina per ricette che richiedano un ripieno, dal momento che la forma si presta in modo ottimale.
  • le zucchine patisson (dette in inglese patty pan o ufo squash), dalla forma lobata e un gusto più deciso di quello delle zucchine comuni, che ricorda vagamente il cuore di carciofo. Le cultivar disponibili sono numerose, ma simili tra loro. Buona parte di esse è di origine francese. Generalmente si distinguono in base ai colori: ci sono cultivar gialle, arancioni, verdi chiare, verdi scure, bianche e variegate (in francese panaché).
  • le zucchine eccentriche, che hanno una forma non riconducibile alle altre tipologie. Da segnalare la varietà Crookneck, dal frutto a collo d’oca e buccia gialla, affine alla cultivar detta “rugoso friulano”.

Proprietà
Il potassio è indicato per combattere stanchezza, spossatezza e affaticamento, ma anche per regolare la quantità di acqua nell’organismo: le zucchine sono, infatti, un ottimo rimedio naturale che porta benessere alla mente per merito delle proprietà calmanti e rilassanti, che favoriscono il sonno. Le zucchine sono un alimento povero di calorie: per questa ragione sono, infatti, indicate nelle diete di chi desidera dimagrire – anche bere una tisana allo zenzero aiuta – e perdere peso. La presenza di vitamina E – insieme ad altre sostanze benefiche contenute nelle zucchine – aiuta a contrastare i radicali liberi e l’invecchiamento precoce. L’acido folico, invece, favorisce la digestione. Le zucchine possono, inoltre, essere utilizzate nello svezzamento dei neonati. Diverse sono le proprietà salutari che possono essere associate alle zucchine. Certamente, una caratteristica importante di questo tipo di verdura è la capacità di combattere i problemi di ipertensione e le infiammazioni delle vie urinarie – grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e diuretiche – nonché i problemi legati alla sfera intestinale, come diarrea e stitichezza: in quest’ultimo caso, aiuta anche bere molta acqua.

Proprietà nutrizionali
Le zucchine sono composte principalmente da acqua, carboidrati, proteine, fibre, sali minerali – come potassio, zinco, fosforo, rame, sodio, manganese, magnesio, calcio e ferro – vitamine – quali la A, quelle del gruppo B, la C e la E – e diversi preziosi aminoacidi. Questo ortaggio contiene, poi, pochissime calorie: si tratta di circa 12 calorie ogni 100 grammi di prodotto.

100 g di zucchine contengono:

  • Calorie: 11 kcal / 47 kj
  • Acqua 94,23 g
  • Carboidrati 1,4 g
  • Zuccheri 1,3 g
  • Proteine 1,3 g
  • Grassi 0,1 g
  • Colesterolo 0 g
  • Fibra totale 1,2 g
  • Magnesio 17 mg
  • Zinco 1,14 mg
  • Rame 0,14 mg

Le zucchine in cucina
Le zucchine entrano da sole o con altre verdure in varie preparazioni alimentari. Tra i primi compaiono a volte come condimento della pasta o come uno dei principali ingredienti del minestrone. I loro fiori vengono utilizzati per fritture, a volte ripieni. Le zucchine finemente affettate possono anche venire cucinate in carpione e servite come antipasto. I modi di utilizzo sono diversi a seconda delle forme e dimensioni: si possono utilizzare lessati, o, nel caso delle zucchine, fritti dopo averli tagliati a fettine e impanati, altri ancora al forno. Il fiore di zucca o fiore di zucchino (chiamato anche fiorillo), dal colore giallo-arancione, è molto utilizzato in campo culinario; per questo vengono utilizzati prevalentemente i fiori maschili quelli che hanno il gambo, chiamato peduncolo, sottile e che sono destinati, dopo l’impollinazione a seccare. Vengono pertanto colti quando sono ancora turgidi e usati generalmente fritti. Volendo usare i fiori femminili, ma già di maschili ve ne sono a sufficienza, si devono recidere con delicatezza, senza danneggiare l’ovario cui sono portati ove non danneggiarlo e così perderlo. Pertanto, come già detto il fiore si usa solitamente fritto, per ricavarne piatti come gli sciurilli napoletani o i fiori di zucca in pastella “alla romana”.

Una ricetta con le zucchine

Le zucchine, quando sono molto fresche, vengono vendute solitamente con il fiore. Il fiore di zucchina può essere fritto in pastella, ma è molto buono anche ripieno e cotto al forno. Dopo aver lavato e asciugato i fiori di zucchina, togliere i pistilli e riempire con un quadratino di scamorza o di mozzarella e un’acciuga. Passare nel pan grattato, sistemare in una pirofila con olio extravergine di oliva, spolverare con formaggio grana. Cuocere in forno a 180 gradi per cinque minuti circa.

Controindicazioni
Non esistono particolari controindicazioni ed effetti collaterali legati al consumo di zucchine. L’unico accorgimento da seguire riguarda la provenienza di questo cibo: è, infatti, opportuno mangiare zucchine possibilmente biologiche e che non contengano, dunque, pesticidi e fertilizzanti e che non siano OGM.

Curiosità sulle zucchine
L’Italia, importante produttrice di zucchine, è entrata nel Guiness dei primati per la zucchina più grossa del mondo: era lunga 2 metri. La zucchina che ha vinto il primato è stata raccolta in provincia di Ferrara.

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Clistere: quanto tempo va trattenuto affinché agisca?

MEDICINA ONLINE DIARREA VIAGGIATORE VACANZA VIAGGIO CIBO ESOTICO INFEZIONI CIBI CONTAMINATI ACQUA INTESTINO DOLORE FECI LIQUIDEIl clistere è una tecnica che permette l’iniezione di un liquido nell’ano con lo scopo principale di stimolare l’evacuazione, ma anche utile in caso di irregolarità intestinali e irritazioni della mucosa intestinale, preparazione ad intervento chirurgico o procedura d’indagine, fecalomi.

Quanto tempo va trattenuto affinché agisca?

Il clistere evacuativo fa effetto in tempi molto variabili, che dipendono ovviamente dalla variabilità individuale, dalla patologia/condizione del paziente e dalla tipologia di liquido usato. Il clistere può fare effetto dopo alcuni secondi come anche trenta minuti dopo aver tolto la sonda, anche se generalmente tende a fare effetto entro circa 5 minuti. Ricordiamo che dopo aver tolto la sonda dall’ano, il soggetto dovrà rimanere disteso per almeno 10-15 minuti, per rendere efficace il clistere, in alcuni casi più gravi, i tempi si allungano fino anche a mezz’ora.

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, acidità di stomaco, reflusso, cattiva digestione ed alitosi:

Per approfondire:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Dieta zero grano senza pane né pasta: cosa mangiare?

MEDICINA ONLINE CIBO DIETA ALIMENTAZIONE PASTA RISO SUGO DIABETE CIBI GLICEMIA CARBOIDRATI PRANZO CUCINA CENA RICETTADieta zero grano: cos’è?

Questo regime alimentare è stato diffuso in seguito ad una pubblicazione di William Davis, cardiologo statunitense. Quest’ultimo è convinto che bisognerebbe bandire dalla tavola sia il pane che la pasta. Soltanto in questo modo si può dimagrire in maniera veloce e naturale. Secondo Davis, le cause del sovrappeso vanno rintracciate nei processi di lavorazione del grano, che ne alterano la composizione originale: tutto ciò determinerebbe vari problemi all’organismo, comprese le patologie cardiovascolari legate strettamente all’aumento del peso corporeo.

Come funziona

Secondo il cardiologo Davis, nella nostra epoca abbiamo sviluppato una sorta di dipendenza dal grano. Tutto sarebbe imputabile alla gladina, una proteina del frumento che si comporterebbe come un oppiaceo. L’unico modo per dimagrire e per aggirare l’effetto di questa proteina è rinunciare ai farinacei, a tutti quei prodotti preparati con la farina di grano. In questo modo, secondo l’esperto, si possono perdere fino a 20 chili in pochi mesi, regolando anche i problemi di pressione alta e di ipercolesterolemia.

Cosa mangiare

L’alimentazione senza grano, secondo l’ideatore di questa dieta, permetterebbe di non andare incontro a nessuna carenza nutrizionale. In particolare dovremmo strutturare i nostri pasti in questo modo:

  • alimenti consentiti – verdura, frutta fresca, frutta secca, carne, uova, pesce, formaggi;
  • alimenti non consentiti – tutti i prodotti realizzati a base di grano, farro, orzo e segale e tutti i cibi pieni di zuccheri;
  • alimenti parzialmente ammessi – latticini, legumi, succhi di frutta.

Perché il grano farebbe male

Secondo il cardiologo William Davis, ci sarebbero alcuni motivi in base ai quali il grano si rivelerebbe dannoso nei confronti dell’organismo. L’esperto ritiene che il grano di oggi non sia più quello di una volta, per questo sarebbe da evitare:

  • livello degli zuccheri nel sangue – dopo aver mangiato un piatto di pasta, il livello degli zuccheri nel sangue rimane alto per più di 4 ore;
  • livello dell’insulina – anche il livello dell’insulina rimane alto e contribuisce alla formazione del grasso soprattutto addominale;
  • grasso addominale – il grasso addominale, che determina la formazione della tipica pancetta, deve essere considerato il frutto di un’infiammazione;
  • effetto sul cervello – l’effetto del grano sul cervello corrisponderebbe in maniera del tutto simile a quello provocato dagli oppiacei;
  • effetto sulla pelle – Davis ritiene che il grano contribuisca in maniera determinante a far invecchiare la pelle.

IMPORTANTE: prima di seguire una dieta di questo tipo, chiedete prima consiglio al vostro medico.

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Il diabetico può mangiare la zucca? Quanti carboidrati e calorie contiene?

MEDICINA ONLINE ZUCCA CALORIE PROPRIETA USI BENEFICI SALUTE FRUTTA VERDURA CUCINA RICETTE RICETTA LIGHT DIETADal punto di vista nutrizionale la zucca si caratterizza, come tutte le verdure di colore arancione, per l’elevato contenuto di carotenoidi. Contiene 26 calorie per 100 grammi e 7 grammi di carboidrati, inoltre possiede molta acqua (fino a quasi il 90%) ed è una buona fonte anche di vitamine C, B1, B6, niacina, acido folico, acido pantotenico, minerali come il potassio e apporta anche fibre. I carboidratirappresentano soltanto il 2%.
Molteplici sono le sostanze vegetali (phytochemicals) a cui si possono ricondurre i diversi effetti salutistici. Molti test, effettuati su cellule in vitro e su ratti, hanno evidenziato che alcune sostanze contenute nella zucca, sia nel frutto, sia nei semi della pianta hanno proprietà benefiche per la nostra salute. Si iniziano ad avere conferme anche da studi epidemiologici sull’uomo, ma occorre ancora tempo prima di poter chiarire le dinamiche fisiologiche di certe sostanze e per avere un’evidenza forte e indiscutibile degli effetti positivi sull’uomo. Allo stato attuale i potenziali effetti sulla salute attribuiti alla zucca e ai semi o a loro derivati sono molteplici:  anti-diabetica, antiossidante, anti-tumorale e anti-microbica, anti-infiammatoria, anti-parassitica, epato-protettiva, ipotensiva. Attualmente, di queste, le prime quattro sono le proprietà rilevate con la maggiore solidità scientifica.

Attività anti-diabetica
In alcuni studi si è vista un’azione ipoglicemizzante con una riduzione dei livelli di zucchero circolanti grazie a un estratto di zucca cruda (specialmente con la Cucurbita ficifolia), sia nei ratti diabetici, sia in soggetti affetti da diabete mellito di tipo 2. E’ possibile che in qualche modo venga stimolata la produzione di insulina da parte del pancreas. Anche nei semi di zucca è stata rilevata una sostanza con un forte potenziale ipoglicemizzate, si chiama D-chiro-inositolo. Per questi motivi il paziente diabetico può assumere la zucca, ovviamente in quantità adeguate e previa autorizzazione da parte del medico curante.

Attività antiossidante
Lo stress ossidativo è considerato una caratteristica di molte patologie croniche e delle loro complicanze come diabeteobesitàtumori. Grazie alla zucca è possibile fare il pieno di antiossidanti per combattere i radicali liberi e proteggere le cellule. Come tutti gli alimenti ricchi di antiossidanti anche la zucca sembrerebbe potenziare le difese interne dell’organismo contro i radicali liberi.

Effetti anti-tumorali
Un’alimentazione ad elevato apporto di vegetali e frutta è ormai universalmente considerata preventiva nei confronti dell’insorgere di un tumore.
Diete con un elevato consumo di semi di zucca si sono dimostrate in grado di abbassare il rischio di tumore alla prostata, al seno, al polmone e al colon-retto. Alcune proteine dei semi potrebbero inoltre inibire la proliferazione del melanoma.
Effetti anti-tumorali si sono osservati anche nell’olio di semi di zucca, probabilmente per l’elevato apporto di carotenoidi.

Conclusioni
I presupposti sono tanti e buoni ma occorrono maggiori studi per chiarire i meccanismi ed esplorare il potenziale terapeutico degli estratti di zucca e di semi. Nel frattempo possiamo gustare il sapore dolce della zucca e la sfiziosità dei suoi semi sicuri di rifornire l’organismo di preziose sostanze, senza innalzare troppo i livelli glicemici (attenzione comunque al pasto generale) con l’accortezza di variare spesso l’alimentazione, perché nessun cibo è completo dal punto di vista nutrizionale.

I migliori prodotti per diabetici
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, estremamente utili per aiutare il diabetico ed il pre-diabetico a mantenere i giusti livelli di glicemia, perdere peso e migliorare la propria salute. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Differenza tra calcoli e polipi

MEDICINA ONLINE BILE DOTTO EPATICO COMUNE CISTICO COLEDOCO CISTIFELLEA COLECISTI FEGATO DIGESTIONE ANATOMIA SCHEMA SISTEMA BILIARE SINTESI IMMAGINEIl calcolo è una concrezione (cioè un aggregato) di sali minerali associati o meno a sostanze organiche che si forma nell’organismo, specialmente dentro condotti ghiandolari ed in alcuni organi cavi per precipitazione e successiva aggregazione di sostanze prima disciolte nei relativi secreti. Normalmente facciamo riferimento a due tipologie di calcoli clinicamente rilevanti:

  • calcoli renali: quelli che si formano nelle vie urinarie e determinano calcolosi renale;
  • calcoli biliari: che si formano nella cistifellea e nei dotti biliari e determinano colelitiasi.

Con “polipo” in medicina si indica  un’escrescenza patologica che si forma su una mucosa, una sierosa o all’interno del connettivo sinoviale, sporgente in una cavità del corpo o in un canale. Di solito si tratta di una neoformazione di carattere benigno, mentre per le neoformazioni di carattere maligno è più appropriata la definizione di carcinoma o adenocarcinoma. Se il polipo aderisce direttamente al tessuto, si parla di polipo sessile, mentre se aderisce mediante un peduncolo, il polipo si definisce peduncolato.

In particolare i “polipi della colecisti” sono rilevazioni della mucosa che riveste internamente la parete della colecisti. Queste formazioni sono molto comuni, inoltre la grande maggioranza di esse è del tutto benigna e rappresentata da polipi di colesterolo. Una piccola parte è rappresentata da adenomi o da papillomi della parete, che sono considerati veri e propri tumori benigni della parete della colecisti.

La maggior parte dei polipi della colecisti si forma a causa dei calcoli. La colesterolosi che è alla base della formazione dei polipi nella parete della colecisti è caratterizzata dall’accumulo di trigliceridi in particolari cellule (i macrofagi) della parte di parete che si chiama lamina propria. Questo accumulo è quello che dà origine all’aspetto ecografico di piccoli polipi. I polipi di colesterolo sono formati da queste cellule che contengono colestrerolo e che sono ricoperte da un singolo strato di cellule dell’epitelio. Il motivo della loro formazione tuttavia è sconosciuto. Alcuni scienziati pensano che queste lesioni possano derivare da depositi diretti di colesterolo che proviene dal colesterolo presente nel sangue, altri ritengono che steroli liberi possano essere trasferiti dalla bile alla mucosa che costituisce la parete della colecisti e che lo sviluppo dei polipi possa essere associato con un’alterata sintesi epatica del colesterolo stesso.

Sia calcoli biliari, che polipi biliari, pur essendo strutture diverse, possono dare origine a colica biliare, in quanto entrambi possono causare una ostruzione del flusso di bile all’interno dei condotti biliari.

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Differenza tra disfagia ai liquidi e ai solidi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ACIDITA STOMACO FARMACI ANTIACIDI BRUCIORE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari AnoCon il termine “disfagia” (in inglese “dysphagia“) si intende la difficoltà del corretto transito del cibo nelle vie digestive superiori, subito dopo averlo ingerito, quindi anche le difficoltà a deglutire rientrano nel campo delle disfagie;

La disfagia si classifica in:

  • disfagia ai solidi: quando la difficoltà di transito riguarda il cibo solido ma non il liquido;
  • disfagia ai semiliquidi o liquidi;
  • disfagia a solidi e liquidi.

A livello funzionale e semeiotico, si distingue inoltre tra:

  • Disfagia ortodossa, nel caso di difficoltà di transito all’inizio con i solidi, poi anche con i liquidi
  • Disfagia paradossa, nel caso di difficoltà di transito all’inizio con i liquidi, poi anche con i solidi (frequente in caso di acalasia esofagea).

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Come coltivare l’anguria in un orto

MEDICINA ONLINE DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO ANGURIA COCOMERO MELONE FA INGRASSARE DIMAGRIRE FRUTTA ACQUA CALDO ESTATEL’anguria o cocomero è un classico frutto estivo dell’orto, ideale da mangiare nei periodi più caldi matura proprio durante l’estate. Vi sono diverse varietà, le più conosciute hanno la sugosa polpa rossa, ma ci sono anche di colore giallo. Si tratta di una pianta della famiglia delle cucurbitacee, dalla coltivazione simile a quella del melone.

Il frutto dell’anguria in genere è molto grande, può arrivare a 25 kg, ma per l’orto famigliare ci sono anche varietà dal frutto di dimensione minore, chiamate “angurie baby”, più adatte ai consumi di una famiglia media.

Il terreno e il clima adatti

Le condizioni climatiche sono le stesse del melone, l’anguria è originaria dei climi caldi, ha un seme che nasce sopra ai 24 gradi e poi cresce bene se si hanno temperature attorno ai 30 gradi, per questo è un ortaggio tipicamente estivo e se il clima è un po’ rigido bisogna pensare a tunnel o pacciamatura con teli neri per scaldare meglio le piante. Una temperatura sotto i 14 gradi può fermarne la crescita pregiudicando il raccolto. Il terreno per coltivare l’anguria deve essere ricco e non arido, tendenzialmente acido (pH sopra ai 5,5). Si tratta di una coltivazione che richiede acqua e sostanze nutritive. Come molte piante anche l’anguria teme il ristagno di acqua che provoca marciumi radicali, per cui si prepara il terreno con vangature profonde e lo si arricchisce concimando con stallatico, compost o pollina, l’anguria ama una ricca concimazione di fondo. Se volete che l’anguria sia dolce curate in particolare che vi sia nel terreno una buona presenza di potassio se così non fosse arricchite con concimazione (si può usare anche la cenere).

Come e quando si semina l’anguria

La semina dell’anguria deve avvenire in primavera, se la fate in vasetto da tenere in coltura protetta potete iniziare a marzo, altrimenti, soprattutto se seminate in pieno campo, meglio farlo tra aprile e maggio per evitare il rischio di basse temperature o gelate tardive. Anche il trapianto nell’orto non va eseguito prima di aprile. Sesto di impianto. Dopo aver vangato a fondo e preparato un letto di semina bene affinato si semina l’anguria in postarelle, mettendo tre o quattro semi ognuna a 3 cm di profondità. Lasciamo due metri tra una fila e l’altra e non meno di un metro tra ogni pianta lungo la fila, le angurie sono piante che occupano molto spazio e che chiedono tanto al terreno. Dopo che le piantine sono spuntate è fondamentale diradarle lasciandone solo due ogni postarella.

La coltivazione e l’irrigazione

  • Pacciamatura. L’anguria beneficia molto dalla pacciamatura. Oltre al risparmio di lavoro nel sarchiare le erbe infestanti pacciamando si scalda il terreno, inoltre si evita che il frutto si appoggi per terra salvaguardandolo sia dal marciume che da eventuali parassiti.
  • Potature. Si può cimare la pianta di anguria andando a recidere il germoglio apicale per evitare lo sviluppo in larghezza e tenere le energie della pianta per svilupparsi in orizzontale.
  • Sarchiatura. Se non si pacciama occorre tenere sotto controllo le erbacce e zappettare il terreno intorno alle angurie periodicamente per ossigenarlo e mantenerlo drenante.
  • Irrigazione. E’ fondamentale garantire acqua alle angurie, servono irrigazioni frequenti in fase di germinazione e trapianto, con la crescita della pianta serve una quantità crescente di acqua perché le radici non vanno particolarmente a fondo. Non si irriga invece poco prima della raccolta per non annacquare troppo il sapore della frutta.
  • Maturazione del frutto. Consigliamo di ruotare le angurie nelle ultime fasi di crescita ogni 2 o 3 giorni, per far prendere sole a tutti i lati. E’ importante farlo una volta a sinistra e una volta a destra, altrimenti si torce il picciolo e si stacca il frutto prima del tempo di raccolta. Un’altra pratica utile è rialzare il frutto con un’assicella in modo da non farlo poggiare diretto sul terreno.
  • Rotazione e consociazione. Evitiamo di coltivare angurie dopo altre cucurbitacee e possibilmente anche in seguito a solanacee, tutte piante molto esigenti che impoveriscono il terreno. L’anguria sta bene vicino a molte piante, ad esempio insalate, spinaci, cipolle e pomodori.

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Malattie e parassiti della pianta

L’anguria può essere colpita da diverse malattie, le più pericolose sono le virosi, ci sono poi alcune malattie funginee (le stesse che colpiscono il melone). Per quanto riguarda le virosi occorre prevenrie facendo attenzione agli attrezzi che si usano e tenendo sotto controllo gli afidi. Nella lotta gli afidi attenzione a non usare gli insetticidi, soprattutto al mattino quando si schiudono i fiori: le cucurbitacee hanno un’impollinazione entomofila, servono quindi insetti pronubi come api e bombi che potrebbero restare vittima di insetticidi, anche quelli consentiti in agricoltura biologica come il piretro. Contro gli afidi meglio quindi usare rimedi naturali, come l’ortica, l’aglio o acqua e sapone. Se si uccidono gli insetti che impollinano si rischia di trovarsi senza frutti.riga verde

Raccogliere le angurie

Non è semplice capire quando raccogliere le angurie e saper scegliere il momento giusto è fondamentale per avere un frutto sugoso e zuccherino. Un sintomo che preannuncia la maturazione è la buccia che da rugosa si fa più liscia e “cerosa”, se avete visto un bel cocomero maturo capirete cosa si intende, la patina lucente si scalfisce con l’unghia. Un altro sintomo è l’imbrunimento del viticcio che si chiama pampino e sta in posizione opposta al frutto, se tende a seccare l’anguria è pronta da raccogliere. Per chi ha orecchio si può battere l’anguria: se bussando fa un suono cupo è pronta. Altro indizio di anguria da raccogliere è una leggera depressione intorno all’attacco del frutto alla pianta. L’anguria in frigorifero si conserva anche 20-25 giorni, in un orto domestico volendo si può fare una raccolta scalare in relazione ai consumi

Varietà di angurie

L’anguria si coltiva fino dall’antichità ma oggi vengono preferite dagli orticoltori varietà di origine americana perché di misure minori, parliamo di frutti da circa 10 kg che sono più consoni all’orto domestico, mentre le angurie italiane spesso superano i 20 kg. Le diverse varietà di anguria, dalla polpa rossa oppure chiara fino ad arrivare al giallo, anche la buccia può essere chiara, scura, striata o meno, vi sono anche ibridi senza semi. Per un piccolo orto domestico vi consigliamo la varietà Sugar Baby, si tratta di un’anguria molto dolce e di frutto piccolo, che generalmente non va oltre i 5 kg.

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