Differenza tra aerobico e anaerobico: tipi di esercizio e vantaggi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CLASSIFICAZIONE GRUPPI SPORT AGONISTICHE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari An PeneIn questo articolo si parla della differenza tra lavoro aerobico e anaerobico, con particolare riferimento all’attività sportiva. Se sei invece interessato alla differenza tra organismo aerobio (o aerobico) ed organismo anaerobio (o anaerobico), ti consiglio di passare subito a questo articolo: Differenza tra organismi aerobi ed anaerobi con esempi

In campo sportivo, qual è la differenza tra lavoro (o esercizio) aerobico e anaerobico? In sintesi la differenza principale è relativa all’utilizzo dell’ossigeno. Durante l’esercizio aerobico l’ossigeno tramite la respirazione è portato ai muscoli dandogli l’energia necessaria per sostenere lo sforzo, l’ossigeno diventa parte determinante del processo di risintesi dell’ATP (adenosina trifosfato). Nell’esercizio anaerobico, invece, la risintesi dell’ATP avviene in assenza di ossigeno.

Esercizio aerobico
Qualsiasi esercizio richiede energia; quando esercitiamo aerobicamente il nostro corpo (come ad esempio in allenamento a cirucito) esso utilizza glicogeno e grasso come combustibile. Questo livello di sforzo, da basso a moderato può essere sostenuto per lunghi periodi e infatti sotto sforzo il respiro si fa più pesante per permettere di espellere dal corpo velocemente l’anidride carbonica. Nell’esercizio aerobico l’acido lattico non è prodotto come nell’esercizio anaerobico.

Processi metabolici coinvolti:

  • Glicolisi aerobica;
  • β-ossidazione;
  • Ciclo di Krebs;
  • Fosforilazione ossidativa;
  • Catena di trasporto degli elettroni.

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Benefici dell’esercizio aerobico
Tutti sanno dei benefici dell’esercizio aerobico: migliora la salute e la qualità della vita in generale, ma può anche prolungare la vita. L’esercizio aerobico brucia grassi, migliora l’umore, rafforza il cuore ed i polmoni e riduce il rischio di diabete.

Tipi di esercizio aerobico
I tipi comuni di esercizio aerobico includono l’esecuzione ad un ritmo confortevole (si dovrebbe essere in grado di parlare senza respirare troppo affannosamente) come la corsa leggera, la camminata veloce o la bicicletta, oppure l’esecuzione ad un ritmo più pesante quali il nuoto o la parte dell’allenamento della resistenza in uno sport da combattimento.

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Esercizio anaerobico

Nell’esercizio anaerobico invece l’ossigeno non gioca un ruolo fondamentale e quando ci esercitiamo “in modo anaerobico” il glicogeno viene utilizzato come combustibile. Una volta che tutto il glicogeno è esaurito (di solito in circa due ore) si può aspettare di abbattere il proverbiale muro. Gli atleti di resistenza evitano questo spauracchio con il carico di carboidrati prima della gara (che una volta convertito in zucchero dà più energia) e gli integratori durante l’esercizio fisico per sostenere lo sforzo. Durante l’esercizio fisico anaerobico vostro corpo accumula acido lattico, che provoca disagio e la fatica su livelli sostenuti. Per questo motivo l’esercizio anaerobico o esercizio fisico ad alta intensità avviene in tempi brevi. Può essere utile prendere in considerazione la differenza tra un velocista (anaerobica) e un maratoneta (aerobico). Lo sprint è uno sforzo a tutto campo, che è sostenuta per un periodo relativamente breve, mentre correre in una maratona è uno sforzo sostenuto in tempi più lunghi.

Processi metabolici coinvolti:

  • Glicolisi anaerobica;
  • Ciclo di Cori.

I benefici dell’esercizio anaerobico
L’esercizio anaerobico aiuta a costruire massa muscolare magra e inoltre le calorie vengono bruciate in modo più efficiente in fisici più muscolosi. L’esercizio anaerobico è particolarmente utile per il mantenimento del peso, in quanto aiuta a bruciare più calorie anche in un corpo a riposo.

Tipi di esercizio anaerobico
L’esercizio anaerobico include prestazioni ad alta/altissima intensità o a livelli massimi di sforzo, esempi classici sono la corsa cento metri piani e sollevamento pesi con grandi carichi.

Quale allenamento è da preferire?
Non esiste un esercizio migliore dell’altro, dipende molto dai vostri obiettivi: un aumento importante della massa muscolare si otterrà grazie ad un lavoro soprattutto anerobico, mentre un miglioramento della resistenza si otterrà orientandosi verso un allenamento aerobico. In realtà la cosa migliore, per la nostra salute, è alternare i due tipi di lavoro in modo preciso, con tempi decisi insieme al vostro medico ed al vostro allenatore.

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Camminare fa davvero dimagrire?

MEDICINA ONLINE WALKING INTO NATURE CAMMINARE PASSEGGIARE NATURA BOSCO SAND POLVERE MONTAGNA ALBERI OMBRA SOLE SPIAGGIA COMPAGNIA AMICI STILE DI VITA DIMAGRIRE CORSA RUNNER HI WELLPAPERDimagrire camminandoper quanto tempo e funziona davvero? Se avete realmente intenzione di perdere chili, il primo passo importante da fare è alzarsi dal letto e mettersi in movimento: invece di guardare la propria serie televisiva preferita o di schiacciare un pisolino di pomeriggio, conviene fare una bella passeggiata all’aria aperta, che non fa bene semplicemente al girovita, ma anche alla salute in generale, anche a quella mentale. Camminare aiuta a ridurre lo stress e a donarvi così più energie per affrontare nella maniera più giusta le difficoltà del quotidiano. Questo significa che camminare fa bene a chi vuole dimagrire e a tutti coloro che desiderano trovare un po’ di serenità, staccando la spina da lavoro e problemi.
Non inventate mille scuse per non uscire di casa e fare qualche passo, ma imparate a ritagliarvi sempre almeno mezz’ora al giorno per fare una passeggiata. Dimagrire camminando si può! Se invece, per motivi che solo voi conoscete, non potete proprio mettere la testa fuori casa, vi consiglio di compare la cyclette o il tapis roulant che, se usati con costanza e abbinati a uno stile alimentare per dimagrire velocemente, vi daranno dei grossi risultati.

Non è impossibile dimagrire camminando sul tapis roulant, dunque, ma non svolge lo stesso effetto rilassante di quando si cammina all’aperto (fate attenzione quando il sole è troppo caldo): stare rinchiusi nelle quattro mura non vi permetterà realmente di prendere del tempo per la cura di voi stessi. Se non avete un tapis roulant o avete seguito questo mio consiglio – quello di uscire di casa e camminare per dimagrire -, allora non dovete mai rinunciare a scarpe comode, a una borraccia con acqua fresca (mai fredda), a dei polsini per il sudore e a un cappellino se il sole batte forte sulla testa.

Ma per quanto tempo bisogna camminare per dimagrire? Il tempo ideale, per chi vuole perdere veramente peso e rendere più toniche e belle le gambe, è di 60 minuti: si può davvero dimagrire camminando un’ora al giorno. L’importante è essere costanti e non mangiare troppo per recuperare le energie perse. Molti si affidano ad app gratis per dimagrire camminando, ma con i consigli che troverete qui di seguito, capirete che perdere peso in poco tempo non è impossibile.

Dimagrire camminando 1 ora al giorno

Se il vostro intento è quello di tenere sotto controllo il peso, allora bastano 30 minuti circa di camminata, ma se invece volete dimagrire camminando dovete passeggiare e correre (alternando le due attività) per un’ora al giorno. Non bisogna strafare: non serve a niente. Dimagrire camminando 1 ora al giorno è possibile e, appena più in basso, scoprirete cosa fare per perdere chili con una semplice passeggiata unita a una corsetta benefica:

  1. Prima di tutto, bisogna camminare lentamente, a passo normale, per 5 minuti, in modo tale da mettere in funzione i muscoli delle gambe;
  2. Accelerate e andate a passo spedito per 15 minuti;
  3. Dopo venti minuti di attività, correrete piano, molto piano: ricordate che non dovete allenarvi per conquistare l’oro olimpico!;
  4. Terminati i 10 minuti di corsa leggera, camminate molto lentamente per 5 minuti;
  5. Fate un pausa di 5 minuti camminando sempre molto lentamente: approfittate di questa occasione per bere;
  6. Altri dieci minuti di camminata veloce;
  7. Cinque minuti di corsetta;
  8. Infine camminate lentamente e recuperate;
  9. Dedicate dieci minuti del vostro tempo allo stretching;
  10. Fate una doccia con acqua fresca per recuperare più in fretta le energie e tonificare gambe e braccia.

Solitamente, chi segue questi consigli per dimagrire camminando un’ora al giorno, brucia intorno alle 400 calorie, massimo 700. Si può seguire questo programma di allenamento anche cinque volte a settimana, lasciando come giorni di riposo il mercoledì e il sabato o la domenica.

Dimagrire camminado sul tapis roulant

Si può anche dimagrire camminando col tapis roulant, ovviamente: potete alternare, proprio come la camminata all’aperto, la passeggiata con la corsetta e scegliere di inclinare il nastro per rendere ancora più duro l’esercizio oppure aumentare il livello di velocità. Vi conviene non eccedere con la corsa sul tapis roulant per dimagrire, soprattutto se è la prima volta che lo utilizzate: bastano 10 minuti al giorno di camminata lenta, massimo 20 se lo avete usato per più volte. Per dimagrire davvero, dovete associare la camminata ad altri esercizi che coinvolgano altre parti del corpo. Sono presenti in Italia anche delle palestre che offrono dei particolari esercizi sul tapis roulant per dimagrire realizzati da personal trainer esperti.

Come avrete avuto modo di constatare, non è difficile dimagrire camminandofunziona davvero e, se affiancate questa attività a tutti i consigli che trovate nella sezione per perdere peso, scoprirete che è molto più semplice di quanto pensiate avere un bel fisico e soprattutto rimanere in salute. Pazienza e costanza sono le parole d’ordine per chi intende veramente migliorarsi!

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Stretching e corsa: qual è il migliore per il runner?

MEDICINA ONLINE PALESTRA PESI CORRERE CORSA MUSCOLI DOPO ALLENAMENTO MASSA PROTEINE AMMINOACIDI BCAA RAMIFICATI ESSENZIALI WHEY LATTE SIERO CASEINE CREATINA WORKOUT BICIPITI SPALLE GAMBE ESERCIZI DONNA GLUTEI STEROIDI SQUATIl primo tipo di stretching comparso sulla scena dei runner, il cosiddetto stretching balistico, è stato abbandonato diversi decenni fa. Gli atleti che lo provarono scoprirono che il passaggio rapido da una posizione a un’altra provocava dolori muscolari e a volte anche stiramenti. Dopo questa prima versione ne apparve una seconda, lo stretching statico, che raggiunse ben presto un’enorme diffusione grazie a libri, articoli e poster nelle palestre. Nello stretching statico il runner raggiunge la posizione e la mantiene per 30-60 secondi. Poiché non ci sono movimenti rapidi, affermano i sostenitori di questa attività, lo stretching statico non può provocare dolori muscolari. Al contrario, dovrebbe favorire la flessibilità mediante un adattamento graduale all’allungamento.

Molti runner hanno ricevuto notevoli benefici dallo stretching statico, ma altri hanno comunque sofferto di dolori ai muscoli e non hanno risolto i loro problemi a livello di infortuni. Peraltro, un articolo pubblicato sulla rivista Research Quarterly qualche anno fa sollevò alcuni dubbi circa i benefici di questa pratica specifica. I ricercatori utilizzarono due gruppi di persone di sesso maschile in età compresa fra i 18 e i 22 anni e li sottoposero rispettivamente a una serie di 17 esercizi di stretching balistico e statico.

I risultati mostrarono che il secondo gruppo andò incontro a un maggior livello di dolore ai muscoli e a una maggiore produzione di CPK (un enzima che, come noto, è correlabile agli infortuni a livello del tessuto muscolare) rispetto al primo gruppo. Perché? Una possibile spiegazione può essere ricavata osservando la fisiologia muscolare. Tutti i muscoli hanno un riflesso d’estensione che viene attivato dopo un movimento rapido e intenso oppure dopo due secondi di allungamento. Questo riflesso fa sì che il muscolo cominci una lenta contrazione. Se si continua l’allungamento mentre il muscolo cerca di contrarsi possono sorgere problemi.

Oggi si preferiscono sostanzialmente due strade:

a) lo stretching statico non massimale; non essendo massimale si minimizzano le probabilità di infortunio. Essendo la corsa prolungata non particolarmente critica in termini di elasticità (come i salti o la velocità), si ottengono buoni risultati pratici.

b) Lo stretching attivo (metodo Wharton); poiché la posizione viene mantenuta per 1-2 secondi solamente, si evitano i problemi eventualmente presenti con gli altri tipi di stretching. Per ottenere il massimo beneficio la difficoltà è quindi totalmente esecutiva.

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Abebe Bikila, l’uomo che vinse la maratona correndo senza scarpe

MEDICINA ONLINE ABELE BIKILA UOMO VINSE MARATONA SCALZO SENZA SCARPE.jpgFiglio di un pastore, lavorava come agente di polizia per mantenere la famiglia, ma di sogni nel cuore Abebe Bikila ne aveva molti, primo tra tutti quello di portare sul tetto del mondo la sua Africa, la sua Etiopia. Non basta però ricordare che nell’Olimpiade del 1960 corse in terra romana conquistando il podio più alto; non basta dire che fu il primo africano di colore ad aggiudicarsi un oro olimpico; Abebe Bikila vinse in un modo tutto suo, un modo che l’ha reso, agli occhi di tutti, il simbolo di libertà per quella terra lontana, schiava del colonialismo europeo: correndo 42 chilometri scalzo, senza le “scomode scarpe” consegnategli prima della gara.

Ricorda un po’ l’impresa di quel Filippide che corse da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria dei Greci contro i Persiani. Dopo più di 2000 anni da quell’evento il mondo è tornato a stupirsi di fronte ad un epilogo che ha dell’incredibile. Abebe Bikila non era tra i favoriti: correva nelle competizioni di atletica da soli 4 anni; prese parte alla nazionale olimpica in sostituzione di un compagno, Wami Biratu, ritiratosi per un infortunio. Nessuno avrebbe mai immaginato che un giovane sconosciuto ventottenne potesse resistere alla fatica per 2 ore, 15 minuti e 16 secondi correndo a piedi nudi, superando per primo l’Arco di Costantino, traguardo di quella XVII edizione dei Giochi.

Corse di nuovo quattro anni dopo, nell’Olimpiade di Tokyo, nonostante l’operazione di appendicite a quaranta giorni dalla gara, e per la prima volta un atleta vinse due ori consecutivi nella maratona olimpica.

Pare quasi che le disgrazie piombino su coloro che hanno il coraggio, la forza e la volontà di affrontarle. E Abebe di animo ne aveva tanto quanti i sogni che alla fine raggiunse. Nel 1969, a pochi anni da quando gli invincibili piedi nudi solcarono l’arrivo di un lungo viaggio verso la libertà, la vittoria, la storia divenuta leggenda, un incidente d’auto privò Abebe Bikila proprio di quelli, di quelle gambe d’oro, ma non certo della grinta che le faceva correre. E così partecipò ad un’altra Olimpiade, questa volta un’Olimpiade con un para davanti, questa volta gareggiando nel tiro con l’arco, correndo, anche questa volta, anche se in un modo diverso.

“Se sono libero è perché continuo a correre”, diceva Jimi Hendrix, e l’emorragia che colpì Abebe Bikila l’anno seguente fermò il suo respiro, non la sua corsa. Tutti, guardando la sfida della vita di quel giovane etiope, hanno sudato insieme a lui, poggiato i piedi sull’asfalto rovente, lottato, sognato la libertà che Abebe, a piedi nudi e con un cuore vestito di un sogno, raggiunse.

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Usain Bolt: biografia dell’uomo più veloce del mondo

MEDICINA ONLINE Usain Bolt's Olympic Smile Mid-RaceUsain Bolt nasce a Trelawny (Giamaica) il giorno 21 agosto 1986, da Jennifer e Wellesley Bolt. Il suo nome completo è Usain St. Leo Bolt. Per il suo talento, in accordo al suo cognome, è soprannominato “Lightning Bolt“, termine che in lingua inglese significa fulmine o saetta. Le sue grandi doti atletiche si fanno notare fin dai primi anni: giovanissimo pratica diversi sport, soprattutto il cricket. Entrato nella William Knibb Memorial High School, l’allenatore di cricket nota le doti da velocista che Usain possiede, così decide di farlo partecipare alle gare di atletica leggera. Va sottolineato come in Giamaica tutti i ragazzini corrano per diventare velocisti, al pari di quanto in Italia i giovanissimi sognano una carriera da calciatore e negli U.S.A. un futuro da cestista.

Usain Bolt è stato il primo uomo nella storia delle Olimpiadi a vincere, nel 2008, sia i 100 che i 200 metri realizzando tempi record. Quattro anni più tardi, il velocista giamaicano è stato il primo atleta a riuscire a vincere due medaglie d’oro in due Olimpiadi consecutive ed il primo uomo nella storia a raggiungere tre record del mondo in un unico appuntamento dei Giochi Olimpici. Nato in Giamaica il 21 agosto 1986, fin da piccolo gioca a cricket e corre veloce.

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Bolt comincia a concentrarsi sullo sprint sotto la guida di Pablo McNeil, ex atleta Olimpico. Già a 14 anni, conquista i primi fan correndo alla velocità della luce; nel 2001 vince la sua prima medaglia d’argento in un campionato del liceo correndo i 200 metri. All’età di 15 anni, Usain Bolt si affaccia sulla scena mondiale: ai Campionati del Mondo Junior del 2002 a Kingston, in Giamaica, vince i 200 metri. Diventa così la più giovane medaglia d’oro juniores mondiale. Le gesta di questo ragazzino impressionano il mondo di atletica, che gli affibbia il soprannome “Lightning Bolt“.

Nonostante un fastidioso infortunio al bicipite femorale, Bolt viene scelto come membro della squadra giamaicana per le Olimpiadi di Atene 2004, ma viene eliminato al primo turno dei 200 metri. Usain Bolt si rifa subito dopo, raggiungendo il vertice delle classifiche mondiali nel 2005 e 2006. Nel 2007 batte il record nazionale di 200 metri e guadagna due medaglie d’argento ai Mondiali di Osaka, in Giappone. Alle Olimpiadi di Pechino, nel 2008, Bolt vince la gara dei 200 metri e corre in scioltezza anche i 100 sbaragliando tutti: è suo il record del mondo con 9,69 secondi.

Alle Olimpiadi del 2012, tenutesi a Londra, Bolt si ripete: dopo i 200, ottiene la sua quarta medaglia d’oro olimpica nella gara dei 100 metri maschile, con un tempo di 9,63 secondi, nuovo record olimpico. Usain Bolt conquista di nuovo il titolo mondiale dei 100 metri l’11 agosto 2013, dopo che aveva perso lo stesso titolo nel 2011. Nel corso del 2015 ha qualche problema fisico che condiziona il suo rendimento, ma riesce comunque a vincere i 100 metri nella gara di celebrazione dei Giochi Olimpici di Londra.

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Che significa allenamento “cardio” in palestra? Alcuni esempi

MEDICINA ONLINE TREADMILL RUNNER CARDIO CORRERE CORRIDORE CORSA APERTO TAPIS ROULANT MAGNETICO ELETTRICO MECCANICO DIFFERENZE DIETA DIMAGRIRE AEROBICA GRASSO CALORIE SALITA BOSCO CITTA SMOGIl termine cardiofitness o più semplicemente “cardio” sta a significare un insieme di esercizi che aiuta a migliorare il sistema più importante per la salute del nostro corpo, cioè il sistema cardiorespiratorio, formato da polmoni e cuore che rappresenta il vero motore del nostro corpo. Con questa tipologia di allenamento cardio non alleneremo solo la nostra resistenza, ma ci prepariamo ad una vita più sana facendo prevenzione verso le malattie cardiocircolatorie e lo stress. Il cardio è un tipo di esercizio aerobico, al contrario dei pesi che sono invece un tipo di esercizio anaerobico.

Cos’è un esercizio aerobico?

L’esercizio “aerobico” è un tipo di esercizio caratterizzato da un’attività svolta a modesto impegno cardio-circolatorio, con intensità costante e tale da permettere di protrarre della sforzo per parecchi minuti. Per essere aerobico un esercizio deve permettere al corpo di utilizzare l’ossigeno per produrre energia: quando l’intensità dello sforzo si innalza troppo e la quantità di ossigeno a disposizione non è più sufficiente, il corpo produce acido lattico e l’esercizio diventerà “anaerobico”. Non esiste una separazione netta tra esercizi aerobici e anaerobici: lo stesso esercizio può essere uno o l’altro a seconda dell’intensità con cui viene svolto, inoltre nulla vieta che un esercizio “inizi” aerobico e “diventi” anaerobico.

Come capire se il mio esercizio è aerobico o anaerobico?

Per considerare un esercizio aerobico bisogna misurarne l’intensità e valutare appunto che il corpo non accumuli acido lattico. Questa misurazione può essere eseguita attraverso diverse tecniche ma nella pratica viene semplicemente utilizzato come riferimento la frequenza cardiaca in rapporto all’età del soggetto. Più precisamente si calcola la frequenza cardiaca di soglia anaerobica che corrisponde all’85% circa della frequenza cardiaca massimale. Per attività aerobica si considera quella svolta al disotto di questa frequenza cardiaca.

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La funzione del cardio

Semplificando molto il concetto, si potrebbe dire che mentre la funzione più ricercata dei pesi è quella di aumentare forza e massa muscolare (quindi la potenza), invece la funzione principale del cardio è quella di potenziare il sistema cardio circolatorio (quindi la resistenza). L’allenamento cardio, pur aumentando ovviamente anche la forza, è quindi ottimo per migliorare soprattutto la resistenza fisica avendo la capacità di aumentare la gittata cardiaca, la quantità cioè di sangue che il cuore riesce ad inviare alla periferia e di migliorare la capacità dei muscoli di captare l’ossigeno

Cardio per dimagrire

In generale, per dimagrire, il nostro corpo ha bisogno di bruciare più calorie di quante ne assume con il cibo e il cardio è proprio uno dei tipi di allenamento che riescono ad accrescere il dispendio energetico e che al contempo riesce a migliorare il nostro stato metabolico. E’ importante ricordare che l’esercizio cardio, usato con scopo dimagrante, è utile soprattutto quando viene protratto per almeno 20 minuti con intensità medio-alta. Ricordiamo infine che, se il vostro obiettivo è la perdita di massa grassa, dovete abbinare al cardio anche i pesi: questi ultimi tendono infatti ad aumentare la massa magra e quindi il metabolismo basale, favorendo il dimagrimento.

Esempi di esercizi cardio

Ci sono diversi tipi di cardio, alcuni esempi possono essere:

  • camminata (sia su strada che su tapis roulant);
  • corsa (sia su strada che su tapis roulant);
  • corda;
  • bicicletta (sia su strada che cyclette);
  • ellittica;
  • step;
  • nuoto.

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Il tapis roulant magnetico fa dimagrire?

MEDICINA ONLINE TOM TOM RUNNER CARDIO CORRERE CORRIDORE CORSA APERTO TAPIS ROULANT MAGNETICO ELETTRICO MECCANICO DIFFERENZE DIETA DIMAGRIRE AEROBICA GRASSO CALORIE SALITA BOSCO CITTA SMOQuanto ci può aiutare il tapis roulant magnetico (o “meccanico”) per dimagrire o comunque per perdere peso?

Ci aiuta molto, ma in base a l’utilizzo che ne facciamo: se corriamo molto piano bruciamo i grassi e dimagriamo perché diminuisce la scorta di grassi; se corriamo forte bruciamo i carboidrati e impediamo che carboidrati assunti con l’alimentazione vadano a immagazzinarsi come grasso e quindi dimagriamo perché dirottiamo i carboidrati, trasformandoli in energia che ci aiuta a continuare nello sport.
Poiché nella corsa il consumo calorico dipende dai chilometri percorsi, quindi, è ovvio che per dimagrire occorre scegliere la velocità che consenta di effettuare il maggior numero di chilometri nel tempo a disposizione. Il consiglio è quello di lasciarsi consigliare dal proprio personal trainer in palestra o di auto allenarsi al parco monitorando l’effettivo percorso ed i tempi che si impiegano per percorrerlo. Una volta stabilita la velocità con cui riuscite a percorrere la maggior parte di chilometri potrete continuare ad allenarvi a tale velocità e ricavarne maggiori benefici e risultati.
Con il tapis roulant magnetico regolare la velocità è, ovviamente, più difficile che nei tapis a motore. Bisogna fare da soli, conoscersi e sapere a che velocità andare; non possiamo memorizzare una velocità, ma ricordarci a che passo riusciamo a tenere più duro. Se utilizziamo quotidianamente il nostro tappeto magnetico saremo sicuramente in grado di reimpostare la velocità tenuta il giorno prima.
Con il nascere di tutti questi attrezzi utili per il raggiungimento della forma fisica è stato fatto un sondaggio per verificare quale attrezzo era preferito dagli sportivi di diversi livelli, dal professionista allo sportivo occasionale. Secondo i dati raccolti dal sondaggio, eseguito dal portale degli specialisti in Fitness e Sport, per il 41% degli intervistati il tapis roulant non è solo l’oggetto che non può mancare nei centri sportivi, ma è anche l’attrezzo a cui non si può assolutamente rinunciare nel momento in cui si decide di praticare il training in casa.
La camminata veloce (o corsa leggera) è ormai lo sport per antonomasia, l’attività prediletta, sia dai più piccoli e giovani, che dagli sportivi più avanti con l’età; ogni mese aumentano gli acquisti di Tapis Roulant, che per le loro caratteristiche rappresentano una valida alternativa alle passeggiate o alla corsa nei parchi e sulla spiaggia.

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Quale allenamento sul tapis roulant brucia più calorie in assoluto?

A differenza di quanto ci si possa aspettare l’allenamento che regala maggiori risultati in termini di dimagramento e smaltimento della massa grassa non è la corsa su piano, bensì la camminata veloce in salita. Ciò che occorre fare è inclinare la pedana del tapis roulant in modo da ricreare una salita (impostate il livello di inclinazione in base alla vostra resistenza). La camminata in salita, oltre a valorizzare maggiormente i glutei rispetto alla corsa normale, a certe velocità riesce a portare l’allenamento anche sui 100 kcal ogni 10 minuti.

Come scegliere il tapis roulant magnetico giusto per noi?

Per scegliere il migliore tapis roulant che soddisfa tutte le nostre esigenze bisogna considerare diversi punti, quali:

  • possibilità di inclinare la superfice da corsa. Rendere più difficoltoso il nostro allenamento è importante e scegliere il modello che soddisfa ciò è indispensabile. Diamo sempre un occhio qualità-prezzo.
  • l’ammortizzazione del nastro da corsa. Verificate che tipo di ammortizzazione sia supportata nel modello di tapis roulant da voi scelto (elastomeri, poliuretano o altro ancora) facendo attenzione a non risparmiare su questo aspetto perché si tratta della vostra salute; è fondamentale allenarsi senza dover temere infiammazioni o problemi di vario tipo alle varie giunture o legamenti.

 

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Differenze tra correre all’aperto e su tapis roulant: vantaggi e svantaggi

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO DIFFERENZE CORRERE APERTO O TAPIS ROULANT CHIUSO PALESTRA STANCA DI PIU FATICOSO MEGLIO PER DIMAGRIREVa precisato innanzitutto che ci sono due tipi di tapis roulant: quelli magnetici, poco adatti per la corsa e più per la camminata, e quelli motorizzati più diffusi ed adatti alla corsa. Spesso, ma non è una regola, l’uso del tapis roulant è meno gradito ai corridori più appassionati rispetto alle uscite all’aperto, perché gli allenamenti «al chiuso» risultano generalmente più noiosi, più faticosi e meno «rivitalizzanti», allenanti e soddisfacenti. La corsa all’aperto, essendo vario l’ambiente circostante risulta ovviamente meno monotona, specie se gli allenamenti sono lunghi e sono svolti in ambienti piacevoli. Tuttavia anche la corsa all’aperto ha vari svantaggi da non sottovalutare: il paesaggio può essere bellissimo, ma se piove a dirotto?
Detto questo, correre sul tappeto è, per certi versi, innaturale e difficoltoso; per altri più facile.

Corsa su tapis roulant

Cominciamo dagli aspetti meno vantaggiosi del “nastro trasportatore”: l’uso del tapis roulant può risultare più faticoso perché viene a mancare la spinta del corpo in avanti, poiché il movimento del tappeto porta indietro il piede proprio nel momento in cui l’avampiede dovrebbe spingere in avanti il corpo. Mancando la spinta in avanti si lavora di più coi quadricipiti e per evitare il contatto col nastro si tende a sollevare di più il piede, con maggior sforzo del muscolo tibiale anteriore. Ciò può comportare infiammazione di alcuni tendini e maggior affaticamento muscolare, specie a velocità elevate.

Gli ambienti chiusi, se da un lato hanno il vantaggio di consentire la pratica della corsa anche quando fuori è buio e a dispetto di ogni condizione atmosferica, dall’altro spesso sono umidi e causano una minore dispersione del calore attraverso la sudorazione, cosa che riduce la resistenza agli sforzi prolungati e intensi. Un ambiente chiuso, inoltre, specie se affollato, è più ricco di anidride carbonica e più povero di ossigeno rispetto all’aria aperta (in mezzo alla natura) e ciò determina un maggiore sforzo del nostro organismo. Nell’ambiente chiuso – al contrario della corsa all’aperto – l’aria intorno a noi rimane praticamente immobile, quindi se da una parte siamo avvantaggiati perché non c’è la resistenza dell’aria al nostro movimento, dall’altra manca la tipica azione di raffreddamento del corpo esercitato dall’aria che ci investe e questo può affaticarci di più, specie nei mesi più caldi dell’anno. Non a caso alcuni tapis roulant montano delle apposite “bocche d’aria” ad intensità variabile indirizzate verso chi corre.

Diversamente dalla corsa all’aperto, infine, quella al chiuso, per la regolarità dell’appoggio sul tapis roulant, non «allena» la capacità propriocettiva (la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista) del piede e della caviglia: un aspetto, questo, da tenere a mente quando si torna poi ad allenarsi nella corsa all’aperto su terreni diversi e irregolari. La differenza tra allenamento all’aria aperta e in palestra è ancora più evidente nel ciclista che alternativamente usa bike e pratica spinning in palestra, effettuando un lavoro aerobico che richiama il gesto atletico del ciclismo ma su uno strumento perfettamente stabile, che non allena per niente equilibrio, propriocezione e orientamento, bensì solo le qualità cardiovascolari.

Correre sul tapis roulant è, per alcuni aspetti, più facile: grazie all’elasticità del tappeto, si riduce l’impatto del corpo all’appoggio, con conseguente minor lavoro dell’apparato cardiorespiratorio a parità di velocità e pendenza. Per avere una sollecitazione sull’apparato cardiovascolare simile a quella della corsa su strada, infatti, si dovrebbe correre sul tapis roulant con una pendenza di circa l’uno per cento. E ancora, sotto il profilo psicologico, alcuni trovano sia di sprone, correndo sul tapis roulant, poter leggere in tempo reale sul display la distanza coperta, la stima del consumo calorico, la frequenza cardiaca, poter liberamente variare la velocità di corsa e la pendenza creando un tragitto anche in salita la cui difficoltà può essere decisa momento per momento. Correre all’aperto invece – se non si è esperti, se si è da soli e se si è in un ambiente poco ospitale – può psicologicamente essere più difficile. Per i più esperti, al contrario, correre all’aperto in queste condizioni può essere molto eccitante e psicologicamente “rinforzante”.

A parte tutti questi fattori, comunque, secondo me la corsa sul tappeto dovrebbe rappresentare un’opzione di riserva quando non si può proprio correre all’aperto.

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Corsa all’aperto

Nella corsa all’aperto la resistenza dell’aria ci raffredda e ciò facilita la corsa, specie d’estate, tuttavia la stessa resistenza si oppone per definizione ai nostri spostamenti, quindi rende la corsa più faticosa. Se è presente vento contrario, inoltre, la corsa è molto più pesante e diventare “roba da esperti” se si corre con forti raffiche di vento laterale.

La corsa all’aperto (in un ambiente, si spera, non inquinato, quindi non in mezzo al traffico!) offre anche il vantaggio primario in primavera/estate di esporre il corpo alla luce solare, con conseguente attivazione della vitamina D, indispensabile alla nostra salute. Ci abitua, poi, ad affrontare diverse condizioni climatiche, permettendoci di rafforzare le difese immunitarie e di ridurre così il rischio di infezioni batteriche e virali. Infezioni che è invece statisticamente più facile contrarre in un ambiente chiuso, sicuramente meno salubre, come è quello della palestra.

Mentre le condizioni atmosferiche al chiuso sono sempre uguali, quelle che deve affrontare chi corre all’aperto possono essere anche molto variabili: freddo, caldo, umido, neve, pioggia… Soprattutto le escursioni termiche estreme costringono il nostro corpo a sforzarsi di più per mantenere l’omeostasi, con sforzo maggiore. Inoltre, mentre il percorso di chi corre sul tappeto è sempre dritto e con terreno piatto e regolare, chi corre all’aperto – soprattutto in zone accidentate – può stancarsi di più per via di possibili curve, saliscendi improvvisi e di terreni pieni di sassi, buche, irrigolarità, radici…

Come abbiamo visto, non esiste un sistema di corsa in assoluto più faticoso dell’altro. Esistono moltissimi fattori da considerare, come tipo di corsa, percorso, terreno, temperatura, umidità… In ogni caso, sia che si corra all’aperto, sia che si corra al chiuso, sono sempre importanti un abbigliamento adeguato che faciliti la dispersione del calore, calzature idonee e costante idratazione.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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