L’avocado fa ingrassare? Posso assumerlo durante una dieta ipocalorica?

MEDICINA ONLINE AVOCADO FRUTTO DIETA COME SI MANGIA QUANTITA' GIORNALIERA CONTROINDICAZIONI QUANTO MANGIARNE SAPORE PROTEINE RICETTE VITAMINE CALORIE FA INGRASSARE DIMAGRIRE DIETA CIBO.jpgL’avocado è un frutto esotico appartenente alla famiglia delle Lauracee originario dell’America centro-meridionale (Messico, Colombia, Perù), in Italia coltivato soprattutto in Sicilia e Sardegna. Un frutto generalmente pesa intorno ai 200 grammi ed è ricco di vitamine e sali minerali, che lo rendono un ottimo alimento “anticancro“.

Valori nutrizionali

Per ogni 100 grammi (mezzo frutto) l’avocado fornisce circa 160 calorie, 15 grammi di grassi (di cui 2,1 g di acidi grassi saturi; 1,8  g di polinsaturi; 10 g di monoinsaturi). L’avocado NON contiene colesterolo ed ha un indice glicemico pari a 10 (un valore particolarmente basso). I carboidrati sono circa 9 g (zuccheri 0,7 g). In uno studio su soggetti affetti da dislipidemia, il consumo regolare di avocado per una settimana ha ridotto del 17% il colesterolo totale, del 22% l’LDL ed i trigliceridi ed incrementato dell’11% il valore di HDL (il colesterolo “buono”).

L’avocado nella dieta ipocalorica

L’avocado è – in definitiva – un cibo sano dal punto di vista nutrizionale e perfettamente inseribile in una dieta ipocalorica, a patto – come avviene per qualsiasi cibo esistente – di non abusarne: mezzo frutto di avocado al giorno – lontano dai pasti principali – è più che sufficiente per godere dei vantaggi offerti dai suoi antiossidanti, senza rischiare di eccedere dal punto di vista calorico. Se il vostro metabolismo basale è elevato e quindi la vostra dieta lo consente, potete arrivare a consumarne anche uno intero (di 200 grammi) al giorno. In ogni caso, prima di modificare arbitrariamente la vostra dieta ipocalorica, chiedete al vostro medico nutrizionista.

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Tè nero e tè verde aiutano a perdere peso

MEDICINA ONLINE DIETA FIBRA VERDURA GRASSI ZUCCHERI PROTEINE GONFIORE ADDOMINALE MANGIARE CIBO COLAZIONE MERENDA PRANZO DIMAGRIRE PANCIA PESO MASSA BILANCIA COLON INTESTINO DIGESTIONE STOMACO CALORIE METABOLISMO FIANCHIUn recente studio della University of California Los Angeles, pubblicata su European Journal of Nutrition ha confermato che il tè nero, come quello verde, aiuta a perdere  peso e porta anche altri benefici alla salute, merito del fatto che modifica i batteri nell’intestino, aumentando il metabolismo dell’energia a livello del fegato. Secondo gli studiosi sia il tè verde che quello nero promuovono a livello intestinale la presenza di batteri associati alla massa corporea magra, facendo diminuire quelli legati all’obesità e modificano anche il metabolismo ma in due modi differenti.

Nel tè verde i polifenoli, sostanze note per la loro azione positiva sulla salute, vengono assorbiti, mentre nel tè nero sono troppo grandi perché ciò accada, perciò avviene un meccanismo che stimola la crescita di batteri intestinali e la formazione di acidi grassi a catena corta, legati al metabolismo dell’energia. “I risultati suggeriscono che il tè verde e quello nero sono prebiotici, cioè sostanze che inducono la crescita di microrganismi buoni che contribuiscono al benessere”, evidenzia Susanne Henning, che ha guidato lo studio.

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Dolcificanti artificiali: fanno male alla salute e alzano il rischio di obesità

MEDICINA ONLINE ZUCCHERO BAR ASPERTAME DOLCIFICANTE DOLCE ZUCCHERI CARBOIDRATI CALORIE LIGHT RICETTA ZOLLETTE CUCCHIAINO CAFFE BAR THE COCA COLA DIETA DIMAGRIRE INGRASSARE ZUCCHERATO DIETOR STEVIASe lo zucchero è considerato uno dei principali killer dei nostri tempi, insieme al fumo e alla sedentarietà, i prodotti pensati per sostituirlo non godono certo di una buona fama. I ricercatori dell’Università di Manitoba a Winnipeg, in Canada, hanno condotto una revisione sistematica di 37 studi sui dolcificanti che hanno coinvolto complessivamente 400 mila persone per una media di 10 anni. Non tutti i lavori presi in considerazione erano svolti in base ai medesimi criteri, e solo 7 di loro erano studi controllati randomizzati, lo standard dell’eccellenza nella ricerca clinica.

Scoperte spiacevoli

Non solo gli studi analizzati non hanno mostrato una significativa perdita di peso in coloro che utilizzavano dolcificanti artificiali in sostituzione dello zucchero, ma anzi gli studi di più lunga durata hanno evidenziato un collegamento tra questi e un rischio relativamente più alto di aumento di peso e obesità. E non solo: aumentava anche il rischio di pressione altadiabetemalattie cardiache e altri disturbi. Sembrerebbe perciò che il consumo dei sostituti dello zucchero porti alla lunga agli stessi identici problemi per i quali lo zucchero è finito giustamente sul banco degli imputati. Ciò che stupisce gli autori è prima di tutto la scarsità di studi clinicisu questi prodotti che pure sono consumati quotidianamente da milioni di persone. “Abbiamo scoperto che i dati degli studi clinici non confermano in maniera chiara i benefici che ci si attendono dai dolcificanti per quel che riguarda la gestione del peso”, riassume con un eufemismo la questione Ryan Zarychanski, tra gli autori del lavoro.

Dalla mamma al feto

Intanto Meghan Azad, autrice principale dello studio, invita alla cautela in attesa di capire quali siano davvero gli effetti a lungo termine del consumo di questi prodotti. Certo c’è poco da stare allegri dal momento che un’altra ricerca condotta da lei e dal suo team del Children’s Hospital Research Institute di Manitoba e pubblicata nel 2016 aveva già appurato che il consumo bevande dolcificate artificialmente da parte delle donne in gravidanza è legato a un indice di massa corporea più elevato nei bambini. Ora, grazie all’arrivo di altri fondi, Azad potrà intraprendere una nuova ricerca per capire quali siano le ragioni biologiche di questa associazione, analizzando il possibile ruolo del microbioma intestinale. “Dato l’uso diffuso e crescente di dolcificanti artificiali e l’attuale epidemia di obesità e malattie correlate, sono necessari ulteriori studi per determinare i rischi e i benefici a lungo termine di questi prodotti”, ha dichiarato Azad.

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Più grassi e meno carboidrati per ridurre la mortalità

MEDICINA ONLINE DIETA FIBRA VERDURA GRASSI ZUCCHERI PROTEINE GONFIORE ADDOMINALE MANGIARE CIBO COLAZIONE MERENDA PRANZO DIMAGRIRE PANCIA PESO MASSA BILANCIA COLON INTESTINO DIGESTIONE STOMACO CALORIE METABOLISMO FIANCHII risultati di una ricerca canadese pubblicati su The Lancet e presentati pochi giorni fa al congresso della Società Europea di Cardiologia che si è tenuto a Barcellona, stanno facendo enormemente discutere in tutti il mondo, perché mettono in dubbio molte certezze in campo dietologico. I dati sulla dieta di 135mila pazienti in 18 paesi nei cinque continenti hanno dimostrato che un elevato apporto di carboidrati è associato a una più alta mortalità totale e non cardiovascolare, mentre una maggiore assunzione di grassi è legata a un rischio più basso. In pratica tutto il contrario, o quasi, di quanto suggerito dalle linee guida alimentari a livello globale.”I nostri risultati non supportano l’attuale raccomandazione di limitare l’assunzione totale di grassi a meno del 30% dell’energia e l’assunzione di grassi saturi a meno del 10% dell’energia”, ha dichiarato Mahshid Dehghan, della McMaster University di Hamilton, in Canada.

L’assunzione di grassi totali per circa il 35% dell’energia con una riduzione concomitante dell’assunzione di carboidrati può far calare il rischio di mortalità totale. Infatti, gli individui con elevata concentrazione di carboidrati – oltre il 60% dell’energia – possono beneficiare di una riduzione dell’assunzione di carboidrati e dell’aumento del consumo di grassi”. Insomma, meno pasta, più camembert? In realtà non tutti i grassi, come sappiamo, sono uguali.

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Più grassi saturi, meno ictus

Ogni tipo di grasso è comunque associato a una significativa riduzione del rischio di mortalità. Meno 14% per i grassi saturi, meno 19% per i monoinsaturi e meno 20% per i polinsaturi. Di più: una più elevata assunzione di grassi saturi, quelli che fino a oggi ci hanno invitato a rifuggire come la peste, è stata associata a una diminuzione del 21% del rischio di ictus.

“Una diminuzione dell’assunzione di grassi ha portato automaticamente un aumento del consumo di carboidrati”, spiega Dehghan, autrice principale dello studio. “E le nostre scoperte potrebbero spiegare perché alcune popolazioni come quelle del sud dell’Asia, che non consumano molti grassi ma mangiano molti carboidrati, hanno tassi di mortalità più elevati”.

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Frutta e verdura: bastano 3-4 porzioni

Non contenti di far vacillare le nostre certezze sul fronte dell’assunzione di grassi e carboidrati, i ricercatori canadesi in un altro studio, pubblicato e presentato contestualmente al primo, hanno dato un’occhiata anche al consumo di frutta, verdura e legumi, per capire se e quanto la loro assunzione abbondante, anch’essa suggerita dalle linee guida, sia effettivamente protettiva.

E’ emerso che ad avere l’effetto più significativo, cioè un maggiore abbassamento del rischio di mortalità, era un’assunzione moderata, pari a tre-quattro porzioni (tra i 375 e i 500 grammi) di frutta, verdura e legumi al giorno, con pochi benefici aggiuntivi derivanti da un consumo più abbondante. L’assunzione di frutta, a quanto pare, era più fortemente associata ai benefici rispetto a quella di verdura. Perciò a chi stentasse ad arrivare a quattro porzioni quotidiane conviene aggiungere una macedonia piuttosto che un’insalata.

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Più verdura cruda e legumi

Ma meglio un’insalata di un piatto di verdure alla griglia. Già, perché un’altra delle scoperte fatte dai ricercatori è che “l’assunzione di verdure crude ha un’associazione più forte a un minore rischio di morte rispetto all’assunzione di verdure cotte”. “Le linee guida dietetiche non distinguono i vantaggi delle verdure crude rispetto alle verdure cotte”, avvertono, ma “i nostri risultati indicano che le raccomandazioni dovrebbero mettere in risalto l’assunzione di verdure crude rispetto a quelle cotte”. E i legumi? Fagioli, lenticchie, ceci, piselli sono comunemente consumati da molte popolazioni dell’Asia meridionale, dell’Africa e dell’America Latina. “Mangiarne una porzione al giorno diminuisce il rischio di malattie cardiovascolari e morte“, spiegano i ricercatori. Occorrerebbe perciò incoraggiarne il consumo in Europa e Nord America, dove i livelli di assunzione non sono molto alti.

Dieta equilibrata

Lo studio PURE (Prospective Urban Rural Epidemiology) dal quale sono stati attinti i dati “comprende popolazioni provenienti da regioni geografiche che non sono state studiate prima e la diversità delle popolazioni aumenta notevolmente la forza delle nostre scoperte”, spiega Victoria Miller, studentessa di dottorato tra gli autori dello studio. Ma se tutto quello che ci hanno raccomandato finora era sbagliato o impreciso, come dobbiamo regolarci da adesso in poi? “La moderazione nella maggior parte degli aspetti della dieta va preferita, rispetto all’assunzione molto bassa o molto elevata della maggior parte dei nutrienti”, chiosa Salim Yusuf, ricercatore principale dello studio e direttore del Population Health Research Institute della McMacter, che ha condotto l’indagine. Il vecchio mantra che suggerisce di seguire una dieta equilibrata, mangiando un po’ di tutto, alla fine si rivela la linea guida più intelligente e forse, in ultima analisi, anche la più facile da seguire.

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Diabete: lista di alimenti vietati e moderatamente ammessi

MEDICINA ONLINE MANGIARE VERRDURA LEGUMI MAGRA DIABETE CALORIE SEMI GLICEMIA GASSATA OLIGOMINARALE RICETTA INGRASSARE DIMAGRIRE INSULINA GLICATA COCA COLA ARANCIATA THE BERE ALCOL DIETAPrima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento trattato, vi consiglio di leggere questo articolo: Cosa può e non può mangiare il diabetico: cibi per controllare la glicemia

Il diabetico, per evitare ripercussioni sulla propria salute, deve prestare particolarmente attenzione alla propria dieta, in particolare ci sono alcuni cibi che gli sono vietati, ed altri che può assumere moderatamente. Ecco una lista di questi cibi:

Vini vietati al diabetico

  • Vino dolce (ad esempio il moscato), vini liquorosi (ad esempio il vinsanto ed il porto) e liquori dolci.
  • Bevande gassate artificiali.
  • Mascarpone e Pecorino stagionato.
  • Parti grassi o semi-grasse di tutte le carni e del pollame.
  • Coppa, mortadella, pancetta di maiale, capocollo, prosciutto grasso, salami suini, salsiccia.
  • Frutta candita e/o sciroppata, mostarda di frutta, miele, marmellata, gelatina di frutta, melassa, frutta secca ed oleosa (noci, nocciole, arachidi), castagne, fichi, cachi, uva, banane.
  • Zucchero da cucina, caramelle, cioccolato, creme e budini, dolciumi in genere (torte, pasticcini), gelati.

Alcuni alimenti concessi al diabetico, in quantità limitata variabile

  • Acqua minerale, caffè, thè, moderate dosi di birra.
  • Succo di limone, aceto, aglio, cipolla, sedano, basilico, origano e spezie in genere.
  • Mozzarella, caciotta, ricotta di mucca, groviera e stracchino in dosi moderate.
  • Nasello, sogliola, tonno fresco, trota, pesce azzurro, moderate dosi di crostacei.
  • Insalata verde, carote e finocchi crudi, pomodori, spinaci, carciofi, piccole porzioni di patate.
  • Ciliegie, fragole, arance, mele e pere.

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Prediabete:

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Diabete: il diabetico può mangiare cioccolato? Quale preferire?

MEDICINA ONLINE CIOCCOLATO CACAO CIBO DIABETE INSULINA DOLCI DOLCE GRASSI ZUCCHERO CARBOIDRATI CUORE PANCREAS DIGESTIONEPrima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento trattato, vi consiglio di leggere questo articolo: Cosa può e non può mangiare il diabetico: cibi per controllare la glicemia

Il cioccolato, se di qualità, fa sicuramente bene alla salute perché – secondo molte recenti ricerche – migliora il metabolismo degli zuccheri, riduce la pressione, riduce il rischio cardiovascolare e aterosclerotico, ha un grande effetto antiossidante grazie alla presenza dei flavonoli. E’ pertanto importante scegliere cioccolato di qualità ad alto contenuto di cacao e quindi di flavonoli, per essere certi di assumere un alimento salutare e non solo grassi e calorie.
Però non tutto il cioccolato è ammesso: solo quello fondente ad alte percentuale di cacao. In ogni caso, dato l’elevato apporto di grassi e di calorie, chi introduce il cioccolato nella dieta dovrà fare qualche rinuncia sottraendo una quantità di calorie pari a quelle introdotte con una barretta di cioccolato dalla dieta abituale oppure incrementare l’esercizio fisico o più verosimilmente combinare entrambe le cose.
Ricapitolando:

  1. si al cioccolato, ma solo fondente al alta percentuale di cacao;
  2. si a cioccolato di qualità e quindi ricco di flavonoidi;
  3. no a cioccolato al latte o bianco;
  4. no agli eccessi di cioccolato; diabetico o no io consiglio comunque al paziente di moderarne l’assunzione: uno o due dei tipici quadretti piccoli al giorno sono sufficienti per toglierci lo “sfizio” volendo bene alla nostra salute;
  5. evitare di superare i 15 grammi giornalieri di fondente.

I migliori prodotti per diabetici

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, estremamente utili per aiutare il diabetico ed il pre-diabetico a mantenere i giusti livelli di glicemia, perdere peso e migliorare la propria salute. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

I migliori glucometri per misurare la glicemia

I migliori apparecchi di ultima generazione per l’automonitoraggio della glicemia, selezionati, consigliati ed usati dal nostro Staff sanitario, sono i seguenti:

Sono strumenti abbastanza economici, tuttavia ottimamente costruiti, affidabili e professionali, prodotti da aziende che da anni sono leader mondiali nella produzione di tecnologie sanitarie.

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Diabete: zucchero o dolcificanti per il diabetico?

MEDICINA ONLINE MANGIARE TIPI DI ZUCCHERO INTEGRALE CANNA FRUTTA MAGRA DIABETE CALORIE GLICEMIA RICETTA INGRASSARE DIMAGRIRE INSULINA GLICATA COCA COLA ARANCIATA THE BERE ALCOL DIETA CIBPrima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento trattato, vi consiglio di leggere questo articolo: Cosa può e non può mangiare il diabetico: cibi per controllare la glicemia

Per la pianificazione della dieta in caso di diabete è essenziale eliminare completamente lo zucchero da cucina (saccarosio); al suo posto è possibile utilizzare (in piccole dosi e dopo parere medico positivo):

  • Saccarina.
  • Ciclamato.
  • Miele: in quantità moderate il diabetico può utilizzarlo ma deve controllare la glicemia.
  • Stevia: indicato per coloro che soffrono di ipertensione, diabete di tipo 2 e/o insulino-resistenza in quanto sembrerebbe favorire il trasporto dello zucchero dentro le cellule con una riduzione dell’insulino-resistenza e un effetto ipoglicemico.
  • Fruttosio: è consigliabile ai diabetici ma, se si supera la dose massima giornaliera consigliata, che è pari a 30 grammi, si può avere un aumento della trigliceridemia.
  • Sorbitolo: non innalza la glicemia, infatti, una volta arrivato nell’intestino il sorbitolo è convertito in fruttosio, da cui la possibilità per i diabetici di utilizzare questo zucchero. Va consumato saltuariamente ed in piccole dosi (l’uso cronico è sconsigliato).
  • Aspartame: non è adatto in gravidanza, a tal proposito leggi anche: L’aspartame fa bene o fa male alla salute? ed anche: Nuovo studio italiano assolve l’aspartame: non è cancerogeno

I migliori prodotti per diabetici
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, estremamente utili per aiutare il diabetico ed il pre-diabetico a mantenere i giusti livelli di glicemia, perdere peso e migliorare la propria salute. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Bere acqua e limone fa dimagrire? Tutti i benefici

MEDICINA ONLINE MANGIARE LIMONE ACQUA LEMON WATER ROSSE FRUTTA MAGRA DIABETE CALORIE GLICEMIA RICETTA INGRASSARE DIMAGRIRE INSULINA GLICATA COCA COLA ARANCIATA THE BERE ALCOL DIETA CIBO LONTANO DAI PASTI WALLPAPER.jpgÈ vero che bere acqua e limone fa dimagrire o è solo un sogno? Sarete molto felici di sapere che sì, è tutto vero e che no, non è solo un sogno! Ma rimanete con i piedi ben piantati a terra, perché non è certo miracolante: non dovete pensare, quindi, di poter mangiare di tutto e di più e che acqua e limone vi salverà, perché è sempre e comunque importante fare una sana dieta e muoversi, muoversi, muoversi! Effettuando delle ricerche sul web, comunque, abbiamo scoperto che molti medici consigliano di bere un bicchiere di acqua tiepida e limone al mattino per facilitare la perdita di peso, ma soprattutto è un metodo che abbiamo sperimentato in prima persona e possiamo testimoniare l’effettivo aiuto che giunge da questo metodo per dimagrire.

C’è una domanda importante a cui trovare risposta, però: perché e in che modo ciò accade? Si tratta di una scoperta che viene dall’India, che prova il fatto che bere acqua e limone ha un sacco di benefici: depura, aumenta le difese immunitarie, idrata, purifica, rinfresca l’alito e infine ha un effetto dimagrante. Come mai? Il limone, che è molto usato anche contro i brufoli, aiuta la rimozione di tossine digestive e contiene fibre di pectina, che aiuta la regolarizzazione delle funzioni intestinali ed è in grado di favorire il rapido assorbimento degli zuccheri. Inoltre, riduce gli attacchi di fame ed ecco perché fa dimagrire.

Inoltre, una seconda spiegazione riguarda la vitamina C contenuta nel frutto – utile anche per una maschera viso naturale -: è stato provato da uno studio pubblicato sul Journal of American College of Nutrition che il consumo di questa vitamina aiuta a perdere peso; chi ha consumato grandi quantità di vitamina C, infatti, ha bruciato più grassi durante gli allenamenti di chi ne ha invece consumato meno. Infine, bere acqua e limone non solo fa dimagrire ma stimola la diuresi e combatte il gonfiore.

È consigliabile, quindi, bere un bicchiere di acqua tiepida o calda con mezzo limone spremuto, tutto questo rigorosamente a digiuno e lasciate passare almeno venti minuti prima di fare colazione; potete anche sostituire l’acqua con un tè verde. Intanto, lavate bene i denti perché il limone potrebbe danneggiarne lo smalto. Da evitare in caso di gastrite e non usate l’acqua fredda, perché potrebbe essere uno shock per l’intestino. Potete anche bere un bicchiere di acqua tiepida e limone due o tre volte al giorno, per stimolare il metabolismo.

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