La scapola, anche chiamata omoplata dal greco: ὦμος, che significa “spalla”, e πλατύς, che vuol dire “largo”, (in inglese “scapula” o “shoulder blade”) è un osso piatto, pari (cioè il corpo umano ne contiene due) e simmetrico della spalla; la scapola articola il tronco all’arto superiore di ciascun lato del corpo umano.
Dove si trova la scapola?
La scapola è situata sulla superficie dorsale del torace e si estende dalla seconda alla settima costa.
Forma ed anatomia
Ha una forma triangolare, con l’apice rivolto in basso: presenta quindi due facce e tre margini. Le due facce sono:
- La faccia anteriore (faccia costale) è rivolta verso la gabbia toracica. Presenta un’ampia concavità, detta fossa sottoscapolare (o subscapolare), che ne ricalca la forma e sulla cui superficie si trovano delle creste trasversali che danno inserzione al muscolo sottoscapolare.
- La faccia posteriore è divisa da un rilievo (la spina scapolare) in due fosse: la sovraspinata (o sovraspinosa), che occupa il terzo superiore, e la sottospinata o infraspinata (o infraspinosa), che occupa i 2/3 inferiori. Queste 2 fosse danno origine agli omonimi muscoli.
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Funzioni delle scapole
Le scapole hanno tre funzioni principali:
- agganciare la testa dell’omero alla loro cavità glenoidea, formando così la cosiddetta articolazione gleno-omerale (o articolazione della spalla);
- dare inserzione alle estremità iniziali dei muscoli costituenti la cuffia dei rotatori;
- permettere i movimenti della spalla.
Movimenti delle scapole
Grazie ai numerosi muscoli che la scapola ospita, essa può compiere svariati movimenti:
- Elevazione. È il gesto di elevare le scapole.
- Depressione. È il movimento di abbassamento delle scapole.
- Adduzione. È il gesto per cui le due scapole tendono ad avvicinarsi il più possibile al piano sagittale.
- Abduzione. È il movimento opposto all’adduzione, quindi quello in cui le scapole tendono ad allontanarsi il più possibile dal piano sagittale.
- Rotazione verso l’alto. È il movimento che compiono le scapole, quando si alzano le braccia verso il cielo.
- Rotazione verso il basso. È il gesto che eseguono le scapole, quando si portano le braccia dall’alto lungo il corpo.
La scapola si può fratturare?
Certamente si, come un qualsiasi osso dello scheletro umano la scapola può fratturarsi, anche se questo tipo di frattura è piuttosto rara. In genere le fratture della scapola sono determinate da forti traumi al torace od alla spalla, in caso di incidenti stradali, cadute, traumi sportivi.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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In biologia, le ciglia sono degli organelli lunghi e sottili che si estendono dalla superficie di molte cellule eucariotiche. Queste sono per lo più corte e numerose. Le ciglia si originano, insieme ai flagelli, dal corpo basale, anche questo costituito da microtubuli, il cui numero e disposizione mostrano qualche differenza. La struttura delle ciglia è detta “9+2” poiché presenta un anello di nove doppiette di microtubuli tenute unite tra loro dalla nexina. Le ciglia mobili (vibratili) caratterizzano la superficie apicale delle cellule epiteliali che tappezzano le vie respiratorie e le vie genitali femminili: nel primo caso esse sono incaricate di spingere continuamente verso l’esterno lo strato di muco che ricopre l’epitelio e che contiene eventuali particelle solide penetrate accidentalmente con l’aria inspirata; nel secondo caso le ciglia vibratili con il loro movimento facilitano la progressione della cellula uovo dalla tuba verso l’utero. Tali strutture sono presenti anche in alcuni protozoi dove con il loro battito sincrono permettono la mobilità e il convogliamento di particelle alimentari verso l’apparato buccale.
Il nostro occhio “vede nitidamente” solo in una piccolissima area all’interno della macula detta “fovea” per cui non sta mai fermo compiendo velocissimi micromovimenti (detti “movimenti saccadici” o “saccadi“), non percepiti consciamente, che “scandagliano” rapidissimi l’oggetto della nostra osservazione e solo la successiva elaborazione cerebrale ci ricostruisce integralmente l’immagine “vista” nel nostro cervello. Tali rapidissimi movimenti oculari sono necessari per portare porta una regione inizialmente periferica, al centro del campo visivo (nella fovea).
Con “orbita” in fisica ed astronomia si intende il percorso incurvato dalla gravitazione di un oggetto attorno a un punto nello spazio, ad esempio l’orbita di un pianeta attorno al centro di un sistema stellare, come il Sistema Solare. Le orbite dei pianeti sono normalmente ellittiche. L’attuale comprensione della meccanica del moto orbitale è basata sulla teoria della relatività generale di Albert Einstein, che spiega come la gravità sia dovuta alla curvatura dello spazio-tempo, con orbite che seguono le geodetiche. Per comodità di calcolo, la relatività è di solito approssimata con la legge di gravitazione universale, basata sulle leggi di Keplero relative al moto dei pianeti.
Lo stiramento muscolare è una lesione muscolare che altera il normale tono muscolare e provoca dolore. E’ una condizione patologica molto frequente fra gli sportivi perché è provocato dell’elevato allungamento subito dalle fibre muscolari che si lesionano in alcuni tratti, provocando dolore e la formazione di versamenti di sangue.
Il cervelletto è una parte del SNC (sistema nervoso centrale) coinvolta in moltissime importanti funzioni del corpo: nell’apprendimento e nel controllo motorio, nel linguaggio, nell’attenzione e, probabilmente, in alcune funzioni emotive, come le risposte alla paura o al piacere. Le connessioni con il sistema limbico gli permettono di intervenire anche nei processi di memorizzazione e apprendimento, potendosi così parlare di cervelletto cognitivo. Sebbene sia ampiamente coinvolto nel controllo del movimento, il cervelletto non vi dà origine.
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Lo sport fa bene alla salute ed allunga la nostra vita, ma vi siete mai chiesti quali sono gli sport che l’allungano di più? La risposta a questa domanda è… il tennis. Racchetta e pallina staccano infatti, nella classifica degli sport più salutari, anche i quotati nuoto e ginnastica. Il rischio di morte, per i tennisti, diminuisce del 47 per cento rispetto a chi non fa attività fisica e scende ancora di più (56%) se relazionato ai decessi provocati da malattie cardiovascolari e ictus. E’ almeno quanto sostiene una