Pandoro: ricetta con lievito di birra, facile e gustosa

MEDICINA ONLINE NATALE DOLCI NATALIZI PANDORO PANETTONE TORRONE NOCCIOLE CIOCCOLATO BIANCO SFOGLIATA LIEVITAZIONE OFFELLA INGREDIENTI ZUCCHERO VENEZIANA A VELO CALORIE RICETTE DIFFERENZE DIETA CIBO DOLCE COLOMBA PASQUA.jpgUna stella a ben otto punte, la più dolce e soffice che ci sia: parliamo del pandoro, uno dei dolci simbolo del Natale assieme al rivale di sempre, il panettone. Della tradizione pasticcera veronese uno (in realtà di origini viennesi) e lombarda l’altro, si contengono lo scettro di dolce preferito durante le feste da gustare in “purezza” oppure farcito o accompagnato da deliziosa crema al mascarpone. Alla corte degli Asburgo, il pandoro veniva chiamato il “Pane di Vienna”, mentre altri fanno risalire il suo nome al “pan de oro”, il dolce che veniva servito nelle case dei ricchi veneziani.
E’ curioso sapere che il pandoro è stato disegnato da Angelo Dall’Oca Bianca, un pittore impressionista; la forma, insieme alla ricetta dell’impasto, fu depositata all’ufficio brevetti il 14 ottobre del 1894 da Domenico Melegatti, titolare dell’omonima industria dolciaria.
Noi vi proponiamo la nostra versione realizzata con la biga, ovvero il pre-impasto da preparare la notte precedente alla realizzazione del pandoro e che vi garantirà un prodotto molto aromatico, maggiormente digeribile e più duraturo.
La preparazione del pandoro è piuttosto laboriosa e richiede molte ore di lavorazione, ma la soddisfazione di servire questo lievitato natalizio fatto in casa ripagherà ogni sforzo!

Ingredienti per la biga

  • Farina Manitoba 45 g
  • Acqua 30 g
  • Lievito di birra fresco 5 g

PER IL 1° IMPASTO (PER UNO STAMPO DA 750 G)

  • Biga (preparata e lasciata maturare tutta la notte) 80 g
  • Farina Manitoba 90 g
  • Zucchero 20 g
  • Uova 50 g
  • Lievito di birra fresco 7 g

2° IMPASTO

  • Farina Manitoba 210 g
  • Zucchero 90 g
  • Miele di acacia 10 g
  • Uova (2 medie) 100 g
  • Tuorli (circa 1) 20 g
  • Baccello di vaniglia 1
  • Scorza di limone ½
  • Burro ammorbidito 125 g

Per la biga

Pandoro

Per preparare il pandoro fatto in casa, iniziate dalla biga (il pre-impasto). Dovrete prepararla la sera prima in modo che maturi tutta la notte. In una ciotolina versate 45 g di farina manitoba, 5 g di lievito di birra fresco sbriciolato e 30 g di acqua (1). Mescolate gli ingredienti con le mani (2) per ottenere un impasto omogeneo (3). Coprite con pellicola e lasciate maturare per tutta la notte a temperatura ambiente.

Per il 1° impasto (per uno stampo da 750 g)

Pandoro

Per preparare il primo impasto del pandoro, riprendete la biga fatta maturare tutta la notte come indicato in precedenza (1), versatela in una planetaria dotata di gancio e aggiungete 90 g di farina manitoba, poi 20 g di zucchero semolato (2)  e 7 g di lievito di birra fresco sbriciolato (3).

Pandoro

Cominciate ad impastare con il gancio gli ingredienti facendo andare la planetaria a velocità media; quindi versate l’uovo (uno medio da 50 g) (4) e lavorate ancora fino a completo assorbimento e incordatura. Una volta incordato l’impasto attorno al gancio della planetaria, trasferitelo su un piano di lavoro leggermente infarinato aiutandovi con un tarocco (5); quindi realizzate delle pieghe all’impasto, riportando i lembi laterali verso l’interno (6)

Pandoro

e ripiegando poi l’impasto da sotto verso l’interno (7). Pirlate l’impasto sul banco di lavoro per creare una forma sferica le cui pieghe si dovranno trovare nella parte sotto della palla che formerete (8). Ponete la sfera di impasto con la parte delle pieghe a contatto con il fondo della ciotola e coprite con pellicola (9). Il primo impasto è pronto e dovrà lievitare in forno spento con luce accesa per 2 ore almeno (il forno spento con luce accesa garantirà una temperatura costante di 26-30° massimo); dovrà raddoppiare di volume.

Per il 2° impasto e la cottura

Pandoro

Il vostro primo impasto dopo 2 ore si presenterà come nella foto (1); versatelo nella tazza della planetaria dotata di gancio (2), unite 10 g di miele (3)

Pandoro

e i semi di una bacca di vaniglia (4); poi grattugiate la scorza di mezzo limone (5) prelevandone solo la parte gialla. Quindi versate 90 g di zucchero semolato (6)

Pandoro

e 210 g di farina manitoba (7); iniziate a lavorare l’impasto con il gancio, quindi unite le uova e i tuorli (100 g di uova intere corrispondono a 2 uova medie e un tuorlo a circa 20 g), ma una alla volta (8), attendendo l’assorbimento completo di una prima di procedere con la successiva. Una volta assorbite le uova, assicuratevi che l’impasto si incordi: risulterà elastico ma molto idratato. Potete provare a prenderne in mano una parte per verificarne la consistenza (9).

Pandoro

Quindi prendete 125 g di burro ammorbidito a temperatura ambiente, ma ancora plastico, e un pezzetto alla volta inseritelo nell’impasto (10) sempre con la planetaria in funzione, attendendo l’assorbimento completo prima di passare al pezzetto successivo. Una volta che tutto il burro sarà assorbito e l’impasto incordato, arrestate la planetaria (11). Raccogliete l’impasto aiutandovi con un tarocco (12)

Pandoro

e rovesciatelo su un piano di lavoro; sempre con il tarocco aiutatevi per realizzare le pieghe di rinforzo. Prendete il lembo in alto e ripiegatelo verso di voi (13), poi nuovamente da sotto a sopra (14). Pirlate l’impasto sul piano di lavoro, ovvero ruotatelo tra le mani (se necessario potete ungervi leggermente le mani con del burro) in modo da realizzare una sfera liscia e ben tesa (15).

Pandoro

Versatela nello stampo da 750 g di pandoro precedentemente imburrato e infarinato assicurandovi che la chiusura delle pieghe realizzate sia verso l’alto (16); lasciatelo riposare per l’ultima lievitazione, sempre in forno spento con luce accesa per almeno 8-12 ore fino a quando non raggiungerà il bordo dello stampo (17). Ora potete togliere lo stampo dal forno, inserire una ciotola con acqua calda alla base del forno per creare la giusta umidità e portare il forno in modalità statica alla temperatura di 140-150° e cuocete il pandoro ponendolo nell’ultimo ripiano del forno per circa 55 minuti, sempre mantenendo la ciotola di acqua all’interno. Una volta cotto (18), sfornate il pandoro e lasciate raffreddare almeno per 30 minuti.

Pandoro

Ponete poi un piatto da portata sulla base del pandoro (19) e capovolgete lo stampo (20); quindi lasciate raffreddare completamente e poi delicatamente sfilate lo stampo (se dovesse far resistenza attendete ancora qualche minuto perché si raffreddi meglio) (20); infine spolverizzate il vosto pandoro con lo zucchero a velo (21) e gustatelo fetta dopo fetta!

Conservazione

Il pandoro fatto in casa si conserva per circa 7 giorni, ben sigillato in pellicola e in sacchetto per alimenti.

Si sconsiglia la congelazione.

Consiglio

Per ottenere un risultato ottimale è consigliabile aggiungere i liquidi poco alla volta per dare tempo alla farina di assorbirli per bene e incordarsi nel migliore dei modi. L’impasto alla fine deve risultare ben incordato e morbido.

Se preferite al secondo impasto potete aggiungere un pizzico di sale!

A cosa servono le pieghe?

Le pieghe servono a dare ariosità all’impasto e a favorire lo sviluppo di un’alveolatura omogenea e fitta. Questa è una fase molto importante per la riuscita ottimale dei lievitati come il pandoro, infatti una volta realizzate le pieghe e la pirlatura (ovvero aver dato una forma rotonda rigirando l’impasto tra le mani sul bancone) dovrete ottenere una sfera ben tesa, per tendere ancora meglio la maglia glutinica dell’impasto.

Perché si usa la biga?

La biga, ovvero il pre-impasto, è una preparazione a base di acqua, farina e lievito di birra o lievito madre che può avere diverse consistenze in base al tipo di risultato che si vuole ottenere. Questo pre-impasto, da far maturare tutta la notte e che renderà l’impasto del pandoro di più lenta realizzazione per le ripetute fasi di lavorazione e lievitazione, garantirà un risultato: fragrante, aromatico, più digeribile e meglio conservabile.

Fonte originale: Giallo Zafferano

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Dieta per rimettersi in forma dopo le feste: cosa fare e cosa non fare

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIETA FORMA DOPO FESTE COSA FARE NON CIBORiabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpg

Fra Natale e Capodanno, è facile prendere  dai due ai quattro chili e i problemi di digestione subiscono un’impennata facendo registrare il 23% dei casi totali durante i vari cenoni. Passato questo periodo è il caso di seguire qualche consiglio per per rimediare agli “strappi” degli eccessi.

Sconsigliati i digiuni che hanno numerose controindicazioni, specie se “fai da te”. Si può scegliere di seguire un regime a basso contenuto calorico, ma ad alto tasso di alimenti e sostanze drenanti e depurative, da seguire per cinque giorni.
Per prima cosa è bene iniziare la giornata bevendo molta acqua appena svegli. L’idratazione è fondamentale per il buon funzionamento dei reni e del fegato. Anche nell’arco della giornata, è bene continuare a bere. E’ importante seguire una dieta bilanciata, comprensiva di tanta verdura, frutta (meglio a fine pranzo piuttosto che a cena) e proteine. Anche la colazione è un pasto da non sottovalutare: fette biscottate ricche di fibre insieme a un po’ di ricotta con marmellata senza zucchero o insieme a qualche fettina di prosciutto cotto, sono un ottimo modo di cominciare la giornata.

A metà mattina e a metà pomeriggio, meglio fare uno spuntino, così da non esagerare con il cibo durante i pasti principali. A pranzo e cena, invece, è sempre bene iniziare con una minestra di verdure prima della portata principale, così da saziare l’appetito. I cibi ricchi di carboidrati come pasta, pane, riso, pizza vanno sostituiti con le verdure (ad eccezione di carote, patate e legumi). Infine gli esperti consigliano di eliminare completamente gli alcolici per il loro tasso glicemico particolarmente alto, ma di non rinunciare all’olio per l’utilità dei grassi.

Subito dopo pranzo, vale la pena fare il giro dell’isolato camminando a passo spedito per almeno venti minuti. Può andar bene anche andare a correre o fare un altro sport. L’importante è muoversi.

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Colleghi le donano le ferie per stare con la figlia malata: morta la bimba di 6 anni

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DONANO FERIE FIGLIA MALATA MORTA 6 ANNI  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgNicole non ce l’ha fatta: la piccolina si è spenta il giorno della vigilia di Natale tra le braccia della mamma nella loro casa di Marostica (Vicenza). La bimba di sei anni era affetta da tetraparesi spastica e la sua storia aveva commosso il Paese dopo che, qualche settimana fa, i colleghi della mamma avevano deciso di donarle le loro ferie per consentire alla donna di stare accanto alla figlia. Le condizioni di Nicole si sono aggravate a settembre, con il ricovero della bimba in terapia intensiva all’ospedale di Padova. Poi il ritorno a casa, sulle colline di Marostica, nonostante le sue condizioni fossero ancora gravi. A dicembre, a complicare la situazione ci si è messo il lavoro dei genitori: i due si sono trovati senza ferie e permessi mentre la piccola aveva costante bisogno della loro assistenza, giorno e notte. Ed è qui che è successo un piccolo “miracolo di Natale” che ha commosso il Paese.

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Il gesto dei colleghi della mamma
I colleghi della mamma, Michela Lorenzin, 34enne dipendente della Brenta Pcm di Molvena, hanno deciso di aiutarla. Si sono uniti e le hanno regalato le loro ferie, dieci mesi in tutto. “Molti li conosco soltanto di vista, eppure hanno saputo fare un gesto di puro altruismo, arrivando a rinunciare, per me, a un po’ del tempo che invece avrebbero potuto trascorrere con le loro famiglie”, raccontava Michela al Corriere del Veneto. “Questo Natale è magico, ricevo cosi tanta solidarietà da tante persone”, scriveva il 22 dicembre su Facebook. Solo due giorno dopo, la sua Nicole si sarebbe spenta. E’ proprio Michela, il giorno di Natale, ad annunciarlo in un post: “Ieri sera io e Nicole nel nostro abbraccio di arrivederci. Ti amerò per sempre, un giorno ci incontreremo”.

Tante volte pensiamo di essere sfortunati perché non ci possiamo permettere l’ultimo modello di cellulare o di borsa. La realtà è che le cose importanti della vita, come la salute di un figlio, le diamo per scontate e non lo sono affatto. Fermiamoci un attimo e riflettiamo sulle cose belle che abbiamo – e che altri non hanno – piuttosto che su quelle che vorremmo.

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Auguri di buone feste da Medicina OnLine!

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma AUGURI DI BUONE FESTE NATALE 2016 Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgA tutti voi lettori ed ai vostri cari, un augurio di liete festività, che possiate passarle in serenità in compagnia di chi amate!

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Christmas Blues: a Natale sei triste perché sei obbligato ad essere felice. I consigli per stare bene durante le feste

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CHRISTMAS BLUES NATALE SEI TRISTE FELICE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari An Pene.jpgTutto sembra essere felice durante le feste natalizie: luci, colori, suoni all’insegna dei buoni sentimenti. Ma tu ti senti stressato, pieno di impegni da rispettare, tasse da pagare, amici o presunti tali a cui fare necessariamente regalo ed auguri, parenti insopportabili a cui sei costretto di ridare la parola dopo mesi di silenzi. L’anno sta finendo e tu non hai rispettato quasi nessuno dei buoni propositi che avevi programmato un anno fa. Tutti apparentemente si divertono, dovresti divertirti anche tu, ma non ci riesci. Ripensi con nostalgia ai natali di quando eri bambino, quando tutto sembrava magico e ti bastava una macchinina o una bambola per essere felice, mentre ora ti serve l’ultimo modello di smartphone, per esserlo.
Ripensi alle tavole imbandite del cibo che aveva cucinato tua nonna ed a quando i tuoi cari erano ancora tutti vivi, seduti accanto a te. Ora al contrario tutto sembra grigio.

Vorresti esternare la tua tristezza ma non puoi: a Natale DEVI sentirti felice, non puoi fare altro. E questo ti fa sentire ancora più infelice.
Ma soprattutto ti senti solo.
In mezzo alla folla, ma inesorabilmente solo.

Forse anche tu ti ritrovi nel bel mezzo del Christmas Blues, il mix esplosivo di sentimenti e condizioni che, proprio durante le festività natalizie, fa cadere molti in uno stato di profonda tristezza o acuire i sintomi di una preesistente depressione, uno stato di frustrazione in contrasto, ma solo in apparenza, con l’atmosfera delle feste.

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Essere felici per forza

Questo senso di tristezza e depressione può derivare da quella sorta di obbligo al dover essere felici che si percepisce e che deriva dall’idea stereotipata del Natale veicolata ad esempio dalla pubblicità ma che, in vari casi, non ha nulla a che vedere con la realtà. È una sorta di ‘effetto post partum natalizio’: così come, infatti, la donna che ha appena partorito è spesso depressa ma tutti pretendono che sia invece felice e piena di entusiasmo, allo stesso modo una persona con un disagio interiore si sente chiamata a esternare felicità per rispondere appunto ad un clichè sul Natale.

Aspettative troppo elevate

Il problema risiede anche nel fatto che in molti di noi c’è una aspettativa troppo elevata rispetto alle feste ed ai rituali. Questo perché viviamo in un momento di paura e destabilizzazione e dunque, per reazione, spostiamo l’aspettativa di gioia e serenità proprio sulle feste natalizie, viste come possibilità di ricarica e stabilizzazione. Ma ciò difficilmente si realizza e subentrano così delusione e depressione. Dobbiamo invece renderci conto che il Natale può certamente regalare gioia e serenità, ma non può affrancare totalmente, come se avesse l’effetto di una bacchetta magica, dai disagi profondi che si vivono, sia nella propria vita (disoccupazione, malattie, lutti…) che nel mondo in cui viviamo (guerre, morti,stragi, incidenti aerei…).

Isolamento sociale

Va inoltre considerato che, nell’epoca della globalizzazione e dei social network, l’esperienza dell’isolamento sociale e di una mancata rete di rapporti reali si accentua in maniera fortissima nel periodo natalizio, specie per alcuni soggetti a rischio come gli anziani: i messaggi che riceviamo sono di serenità, casa abbondanza, e diventano una esplosiva miscela per chi tutto questo sente di non poterlo realizzare, mentre si amplifica lo stato di malessere.

Crediamo di vivere più vicini alle altre persone, ma nella realtà siamo più lontani

Shopping, parenti e bilanci esistenziali

Un ruolo nella malinconia delle feste, però, lo giocano pure il ‘tour de forcè legato allo shopping, gli incontri a volte non proprio graditi con parenti anche lontani o il ricordo, più intenso in questi giorni, di chi non c’è più. Altro capitolo ‘a rischio’ è poi quello dei bilanci esistenziali, tipico della fine dell’anno: spesso a Natale tendiamo a mettere in evidenza quello che non siamo riusciti a ottenere durante l’anno, invece di spostare l’attenzione su cosa abbiamo fatto e sugli obiettivi raggiunti.

I consigli per stare bene durante le feste

Non c’è una ricetta vincente per stare bene durante le feste. I consigli principali sono:

  • Cercare di sforzarsi di vedere il ‘bicchiere mezzo pieno’ e di essere positivi.
  • Non investire emotivamente troppo nel Natale.
  • Tenere a mente che questo evento non può far scomparire per magia le nostre frustrazioni e la nostra paura di essere soli.
  • Considerare il Natale un “giorno come un altro”.
  • Ricalibrare le aspettative.
  • Liberarsi dai ‘clichè delle feste’.
  • Non impazzire alla ricerca del regalo perfetto: a volte basta anche il primo regalino che trovate nel primo negozio.
  • Ricordarsi che a Natale non è obbligatorio essere felici, ma che è assolutamente normale provare anche tristezza.

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Diabete a Natale: le 10 regole da seguire per tenere sotto controllo la glicemia

MEDICINA ONLINE NATALE DOLCI NATALIZI PANDORO PANETTONE SFOGLIATA LIEVITAZIONE INGREDIENTI ZUCCHERO A VELO CALORIE RICETTE DIFFERENZE DIETA CIBO DOLCE COLOMBA PASQUA BUONE FESTE CAPODANNOCene e pranzi si moltiplicano in occasione delle feste di fine anno. E c’è chi ha già fissato l’appuntamento col dietologo subito dopo l’Epifania. Ma nonostante il diabete è possibile affrontare le festività natalizie senza troppi problemi, con le dritte degli esperti della Società italiana di diabetologia (Sid). “Le feste rappresentano un’occasione per riunirsi con i propri familiari e incontrare amici e conoscenti. Come tutti – rassicura Giorgio Sesti, presidente della Società italiana di diabetologia (Sid) – anche la persona con diabete deve godere del tempo speso a tavola durante le festività di fine anno e seguendo poche semplici accortezze, allontana il rischio di peggiorare il proprio stato di salute”.

Il decalogo per la persona con diabete messo a punto dagli esperti della Sid, contiene alcune regole di buon senso e di facile applicazione che permettono il mantenimento di un buon controllo metabolico, senza perdere il gusto e il piacere di un buon pranzo. Con in più un consiglio fuori decalogo: “Condividete la gioia della tavola con i vostri familiari, la vicinanza dei nostri cari ci aiuta a gestire il diabete con giudizio e buon senso. Durante le festività natalizie e per tutto l’anno”. Ecco dunque i punti del ‘decalogo’ firmato dai diabetologi:

1) Occhio alle porzioni. Ridurre le quantità delle porzioni di ogni portata, per assaporare tutti i piatti della tradizione senza nuocere eccessivamente alla glicemia

2) Misurare più spesso la glicemia. Prima e dopo i pasti, per diventare consapevoli dei cibi che maggiormente aumentano la glicemia e provvedere eventualmente a correzioni estemporanee con boli addizionali di insulina, per chi ne fa uso

3) Bere tanta acqua. Quando mangiamo di più, bere tanta acqua aiuta la diuresi; al contrario, è bene limitare gli alcolici ed evitare bevande zuccherate

4) Largo alla verdura. Assunta all’inizio di ogni pasto o durante, aiuta a sentirsi sazi più facilmente e limita l’assorbimento degli zuccheri

5) Non restare a digiuno a lungo. Fare dei piccoli spuntini con frutta fresca o cereali integrali protegge da oscillazioni glicemiche ampie, permettendo di giungere al pasto successivo senza troppa fame

6) Usare l’olio extravergine d’oliva. Condire sempre le pietanze con olio extravergine di oliva, un vero toccasana per il cuore e i vasi, evitando l’utilizzo di burro o strutto

7) Dopo i pasti fare un po’ moto. Dopo un pasto sostanzioso, una passeggiata in compagnia o un po’ di ballo con gli amici consentono di attenuare i picchi glicemici post-prandiali

8) Attenzione ai dolci e alla frutta secca. Meglio non consumarli a fine pasto, quando aumenterebbero eccessivamente il carico glicemico. Preferire i dolci fatti in casa, soprattutto se preparati con farine integrali (tipo 2) o di legumi. La frutta secca, in piccole quantità, può essere assunta come uno spuntino tra un pasto e l’altro

9) Preferire metodi di cottura sani. Preparare le nostre pietanze usando la cottura al vapore, al forno, alla griglia ed evitando la frittura

10) Finiti i giorni di festa rimettersi subito in riga. Compensare tutte le eccezioni seguendo con attenzione il regime dietetico abituale nei giorni non festivi.

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Articoli sul prediabete:

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I 5 migliori libri da regalare ad un nerd

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma 5 MIGLIORI LIBRI REGALARE NERD NATALE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgRegalare un libro è uno dei migliori gesti che esista: un libro è per sempre, costa poco, fa capire a chi lo riceve che conosciamo i suoi gusti e che lo stimiamo. Un libro ha tante qualità, serve per sognare, per evadere, per divertirsi, ma anche per imparare, per vivere le vite degli altri,  per farsi venire nuove idee. Ecco 5 proposte di libri perfetti per un amico nerd (o perfetti se volete fare un regalo al sottoscritto!):


Perché comprarlo? Perché la pizza è il mio piatto preferito e sicuramente quello italiano più mangiato al mondo, ed è in corsa per entrare tra i patrimoni dell’Umanità Unesco.
Il successo della pizza? È questione di scienza e di gusto… E proprio un viaggio alla scoperta degli aspetti scientifici del cibo più apprezzato al mondo, è l’impresa editoriale di Walter Caputo e Luigina Pugno per imparare a preparare questo alimento di grande successo internazionale. Un viaggio alla scoperta degli aspetti scientifici del cibo più mangiato al mondo, per imparare a conoscerlo e a farlo.
La vostra cucina diventerà un laboratorio, in cui scegliere farine, impastare e osservare i lieviti al lavoro. Imparerete a farcire la vera pizza napoletana e a valutare una Margherita a regola d’arte. E se la pizza ha un brutto aspetto? Non preoccupatevi, troverete le soluzioni per perfezionare la vostra ricetta! Inoltre curiosità come la pizza di Archimede, l’equazione della pizza… in attesa della pizza nello spazio. Aneddoti storici e informazioni scientifiche da raccontare agli amici, anche in pizzeria. 5 esperimenti Come estrarre il DNA dal pomodoro Ricaviamo il glutine Chi ha gonfiato il palloncino? Come si fa a estrarre il lievito dall’uva? Provate a cuocere con l’aceto. E l’uovo rimbalzerà 2 quiz La storia della pizza La sicurezza alimentare + una check-list sulla bontà della pizza. Un libro tutto da gustare per imparare i segreti dell’antica arte dell’impasto. Ecco la pagina Feltrinelli Gribaudo per acquistare il libro

Perché comprarlo? Perché gli aneddoti, le storie di vita, le chiacchiere sono più intriganti dei fatti (ma grazie al loro si può imparare anche molto di scienza.)  
Partendo da un fatto storico, Gabriella Greyson conduce il lettore a quella tavola, tra porcellane finissime e luci sfavillanti, camerieri compassati e ottimo cibo, facendogli ascoltare le chiacchiere che si intrecciano da una sedia all’altra, e soprattutto l’acerrima discussione sulla fisica quantistica tra Einstein e Bohr, punto cruciale nella storia della disciplina. E così, tra una portata e l’altra, travolti dalla narrazione in presa diretta, ci troviamo come per magia a capire concetti complessi, ascoltandoli direttamente dalla voce di chi li ha ideati. E al termine di questa davvero incredibile cena, ci alziamo anche noi dal tavolo, divertiti e più colti di quando ci siamo seduti.

Perché comprarlo? Perché ci hanno raccontato (e ancora lo stanno facendo) un sacco di inesattezze e falsità sui vaccini. 
In maniera semplicissima e come un racconto il Prof. Roberto Burioni spiega che cosa è un vaccino, la storia incredibile delle vaccinazioni, come funziona il sistema immune e perché le malattie non sempre scompaiono in un mondo più pulito. Perché è importante vaccinare senza indugi i vostri figli ma soprattutto perché non bisogna credere alle mille bugie che si leggono in rete e che vi spaventano.
In altre parole, in un mondo oramai ripieno di bugie che conducono i genitori a scelte scellerate che possono provocare – e provocano – conseguenze terribili, questo medico molto informato ci racconterà la verità scientifica e fornirà le conoscenze di base che ci consentiranno, da soli, di capire quante e quali sciocchezze ci raccontano gli antivaccinisti. Riportando fatti inoppugnabili, sui quali concorda tutto il mondo medico-scientifico. Raccontandoci solo i fatti, perché il vaccino non è un’opinione!  Un libro per chi non vuole lasciarsi ingannare dalle bufale in giro per la rete. 

Perché comprarlo? Perché questo libro di Maia Luisa Villa, già professore ordinario di immunologia perso l’Università degli Studi di Milano, parte da una verità:  non avendo certezze assolute, la scienza è il mezzo più potente di cui l’uomo dispone per discernere tra fatti e fantasie, tra razionale e irrazionale. Familiarizzare tutti con i criteri di accreditamento dell’evidenza scientifica è un compito urgente: gli scienziati non possono semplicemente spiegare quello che conoscono, ma devono dire come lo conoscono, in modo che diventi chiaro che la fiducia nella scienza non è cieca ma è basata sulla valutazione critica delle prove. Se questa consapevolezza non è sufficientemente diffusa, il dialogo con il pubblico si trasforma in uno sterile scontro che alimenta polemiche devastanti, come quelle recenti sull’uso dei vaccini o sui rischi del riscaldamento globale. Un libro per studenti, giornalisti, docenti e formatori, divulgatori scientifici. 
Perché comprarlo? Perché Steven Hawking non ha bisogno i presentazioni! Il libro parla di una delle scoperte più inquietanti fatta proprio da questo scienziato negli anni ’70 secondo cui i buchi neri potrebbero evaporare, o anche esplodere, e distruggere tutta l’informazione della materia caduta al loro interno.

I fisici hanno impiegato i successivi quarant’anni a mettere ordine alle conseguenze di questo risultato, finora indimostrato. In queste due lezioni, Hawking ritorna sul tema chiave della sua ricerca per raccontarci qual è il punto della situazione, e cosa rimane da capire sullo spazio, sul tempo, sulla nostra parte nell’universo. “I buchi neri rappresentano una sfida al principio più fondamentale che riguarda la prevedibilità dell’universo e la certezza della storia”, scrive. E ci coinvolge nell’ultima puntata di un’appassionata disputa scientifica, iniziata parecchi anni fa, tra la fisica classica della relatività generale e la fisica quantistica. Un libro che vi aprirà le porte al lato più oscuro dell’Universo!

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Crostata con crema di castagne alla vaniglia: ricetta gustosa e pratica

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CROSTATA CON CREMA DI CASTAGNE VANIGLIA RICETTA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari.jpgQuesto è il periodo dell’anno migliore per gustarsi una buonissima crostata con crema di castagne alla vaniglia, ecco come prepararla:

Ingredienti per la pasta frolla:

  • Farina 00 300 g
  • Burro 150 g
  • Zucchero a velo 130 g
  • Tuorli 2

Ingredienti per la crema di castagne alla vaniglia:

  • Castagne 800 g
  • Acqua 260 g
  • Zucchero 240 g
  • Baccello di vaniglia 1
  • Scorza di limone

Per spennellare, imburrare e infarinare la tortiera:

  • Uova 1
  • Burro q.b.
  • Farina 00 q.b.

Preparazione della crema:

  1. Lavate con cura le castagne sotto acqua corrente.
  2. Trasferite le castagne in una pentola capiente colma d’acqua e, una volta raggiunto il bollore, lasciatele bollire per 15 minuti.
  3. Trascorso questo tempo, scolatele e lasciatele intiepidire, quindi privatele della buccia aiutandovi con un coltellino affilato.
  4. Una volta sbucciate, ponetele in un passaverdure, fino ad ottenere un composto sabbioso (3), in alternativa potete usare uno schiacciapatate.
  5. In una pentola ponete la bacca di vaniglia con i suoi semi, lo zucchero, l’acqua e fate sciogliere lo zucchero a fuoco medio per 10 minuti, mescolando con una frusta.
  6. Eliminate la bacca di vaniglia con una pinza e quindi aggiungete il composto di castagne.
  7. Mescolate il tutto e dopo aver aggiunto la scorza grattugiata di un limone, lasciate cuocere per 1 ora, girando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno.

Mentre la crema di castagne cuoce, dedicatevi alla preparazione della pasta frolla:

  1. Versate la farina e il burro freddo a tocchetti nella ciotola di un mixer e azionate fino ad ottenere un composto sabbioso.
  2. Trasferite la “sabbiatura” su una spianatoia e formate una conca al centro, dentro la quale verserete lo zucchero a velo.
  3. Rompete le uova, tenete da parte gli albumi e unite i tuorli alla “sabbiatura” e allo zucchero, amalgamate il tutto e lavorate con le mani velocemente, per evitare che l’impasto si scaldi, fino a quando non formerete un panetto sodo ed omogeneo.
  4. Avvolgetelo nella pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per mezz’ora.

Preparazione finale:

  1. Tirate fuori il panetto dal frigo, eliminate la pellicola e stendete un cerchio di pasta frolla con un mattarello (13).
  2. Imburrate e infarinate una tortiera dal diametro di 28 cm, quindi adagiateci sopra la pasta frolla (14), per agevolarvi in questa operazione, arrotolate la sfoglia di pasta sul mattarello per poi srotolarla sulla teglia.
  3. Esercitate una leggera pressione lungo il perimetro della tortiera con il mattarello, in modo da eliminare la pasta in eccesso, infine premete con le dita per far aderire la pasta alla tortiera.
  4. Versate la crema di castagne, che nel frattempo si sarà intiepidita.
  5. Livellate la crema di castagne con il dorso di un cucchiaio, stendete la pasta frolla avanzata e ritagliate delle strisce di pasta con un tagliapasta, quindi disponetele sulla superficie della crostata, formando le classiche losanghe delle crostate.
  6. Una volta adagiate tutte le losanghe (19), spennellate la frolla con un uovo (20), per conferire croccantezza e lucentezza alla crostata.
  7. Infornate in forno statico preriscaldato a 180° per 45 minuti, se usate il forno ventilato, cuocete a 160° per circa 35-40 minuti.
  8. Una volta sfornata, lasciate raffreddare la vostra crostata con crema di castagne alla vaniglia e servitela!

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Lo staff di Medicina OnLine

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