Plasmaferesi e donazione di sangue

MEDICINA ONLINE SANGUE BLOOD LABORATORY VES FORMULA LEUCOCITARIA PLASMA FERESI SIERO FIBRINA FIBRINOGENO COAGULAZIONE GLOBULI ROSSI BIANCHI PIASTRINE WALLPAPER HI RES PIC PICTURE PHOTOLa maggior parte delle persone conosce la donazione di sangue intero, una procedura indolore che dura solo una decina di minuti (oltre al tempo necessario alla preparazione e al recupero). Ma è anche possibile donare solo il plasma tramite una procedura chiamata plasmaferesi. Durante la plasmaferesi, il sangue viene prelevato, il plasma viene separato, mentre i globuli rossi e le e le piastrine vengono re-infusi al donatore. Solitamente il processo richiede circa 45 minuti e il plasma si rigenera rapidamente. La frequenza delle donazioni e il loro volume, in genere tra i 650 ml e gli 880 ml, sono regolate normativamente da ciascun Paese.

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Differenza tra insufficienza renale acuta, cronica e dialisi

MEDICINA ONLINE RENI RENE URINA APPARATO URINARIO URETRA URETERE AZOTEMIA ALBUMINA SINDROME NEFRITICA NEFROSICA PROTEINURIA POLLACHIURIA UREMIA DISURIA CISTITE INFEZIONE POLICISTICO LABORATORIO INSUFFICIENZA RENALEI reni sono due organi a forma di fagiolo localizzati nel mezzo della parte bassa della schiena, su entrambi i lati della colonna vertebrale. L’urina che si forma nei reni scorre attraverso dei tubi, chiamati ureteri, per essere depositata nella vescica, da quest’ultima l’urina raggiunge l’esterno tramite l’uretra. Hanno funzione di filtrazione del sangue e collaborano nel determinare la pressione arteriosa grazie alla loro capacità di eliminare liquidi tramite l’urina. Varie condizioni e patologie possono determinare la perdita parziale o totale della funzionalità renale, fino anche alla dialisi.

  1. Si definisce insufficienza renale acuta (IRA) la patologia caratterizzata da un rapido decremento della funzione renale; è potenzialmente fatale.
  2. Si definisce invece insufficienza renale cronica (IRC) la sindrome caratterizzata dal lento e progressivo decadimento della funzione renale, indipendentemente dalla causa; nei casi di insufficienza renale più gravi, può rendersi necessaria la dialisi o il trapianto renale.

Leggi anche: Apparato urinario: anatomia e fisiologia [SCHEMA]

Insufficienza renale acuta

L’insufficienza renale acuta è caratterizzata da una compromissione molto rapida della funzione renale; tale compromissione può avere molte cause fra cui patologie e/o altre problematiche quali per esempio disidratazione da perdite di fluidi corporei (per esempio in seguito a diarrea, febbre, sudorazione e vomito), scarsa assunzione di liquidi, assunzione di sostanze tossiche per il rene (molti farmaci, fra cui vari FANS e alcuni antibiotici), assunzione di diuretici (questi farmaci possono provocare sia un’eccessiva perdita di acqua sia un aumento eccessivo del flusso sanguigno verso il rene con conseguente ostruzione dell’arteria renale) e ipovolemia da perdite ematiche. L’insufficienza renale acuta viene solitamente suddivisa in tre categorie:

  • IRA da cause pre-renali: si ha un’alterazione del processo di filtraggio legata all’afflusso di sangue verso le arterie renali (è la più diffusa tra le insufficienze renali acute);
  • IRA da cause renali: nel secondo caso si ha un coinvolgimento dei tubuli che consentono il passaggio del filtrato glomerulare;
  • IRA da cause post-renali: nel terzo caso si ha un problema nel processo di espulsione delle urine

I sintomi e segni dell’insufficienza renale acuta sono diversi; peraltro in alcuni casi la patologia è asintomatica e il problema viene rilevato casualmente in seguito ad analisi di laboratorio effettuate per altri motivi. Fra i sintomi e i segni più frequenti in caso di insufficienza renale acuta vanno ricordati i seguenti:

  • riduzione della produzione di urina (oliguria), anche se, occasionalmente, la diuresi risulta normale;
  • ritenzione di liquidi con conseguente gonfiore agli arti inferiori;
  • sonnolenza;
  • fame d’aria;
  • affaticamento;
  • stato confusionale;
  • nausea;
  • convulsioni e/o coma (nei casi più gravi);
  • dolore o senso di oppressione al petto.

La diagnosi si basa su una serie di esami di laboratorio (BUN -azoto ureico ematico-, Creatinina, Sodio, Potassio, Cloro, Calcio, Fosforo, Emocromo, Acido urico, esame delle urine) e strumentali (radiografia addominale, ecografia, TAC, RMN, scintigrafia renale, urografia, biopsia renale).

Il trattamento dell’insufficienza renale acuta richiede solitamente la degenza in una struttura sanitaria; la terapia è rappresentata dall’eliminazione della causa che l’ha provocata, dal ripristino della diuresi e degli equilibri idroelettrolitici, dal trattamento delle infezioni. Ovviamente è necessario anche il trattamento delle eventuali complicanze.

Il rischio di danno renale permanente in seguito a insufficienza renale acuta è concreto; peraltro l’IRA può avere esito fatale; questo rischio è più elevato nei soggetti che avevano problemi renali prima di manifestare il problema acuto.

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Insufficienza renale cronica

L’insufficienza renale cronica è una condizione patologica piuttosto seria legata a un lento, ma progressivo declino delle funzioni renali. Diversamente da quanto accade nel caso dell’insufficienza renale acuta che ha un decorso rapido e improvviso, l’insufficienza renale cronica è una condizione che si sviluppa nel corso di settimane e mesi o addirittura di anni.

Le principali cause di insufficienza renale cronica sono il diabete mellito (sia di tipo 1 che di tipo 2) e l’ipertensione arteriosa; queste patologie, infatti, sono in grado di danneggiare i piccoli vasi sanguigni presenti nell’organismo, ivi compresi quelli che si trovano nei reni. Altre cause di insufficienza renale cronica sono rappresentate da patologie autoimmuni, rene policistico, pielonefrite ricorrente, ostruzione delle vie urinarie e reflusso, utilizzo cronico di farmaci metabolizzati a livello renale ecc.

Relativamente ai segni e ai sintomi, va premesso che il declino della funzione renale può essere talmente lento che non è infrequente che la patologia rimanga asintomatica per lunghi periodi di tempo; questo rappresenta un problema di non poco conto perché la patologia, di fatto, passa inosservata fino a quando i reni non hanno subito danni irreparabili. Quando si manifesta, fra i segni i sintomi più comuni vi sono un aumento della frequenza delle minzioni, ematuria, urine torbide e dal colore scuro; altri segni e sintomi sono rappresentati da ipertensione arteriosa, senso di fatica persistente, edemi, calo ponderale, fiato corto, sete eccessiva, crampi, prurito, rash cutanei, alitosi, nausea e vomito. Man mano nell’organismo si accumulano tossine e si possono avere anche convulsioni e confusione mentale. Si possono poi verificare varie complicanze fra cui alterazioni elettrolitiche, in particolare iperkaliemia, ipercalcemia e iperfosfatemia, anemia, ipertensione arteriosa, frequenti sanguinamenti, disidratazione, osteoporosi ecc.

Per la diagnosi ci si avvale degli stessi mezzi citati a proposito dell’insufficienza renale acuta. Per quanto concerne il trattamento, nel caso della forma cronica, si devono adottare severi cambiamenti nella dieta, passando a un’alimentazione priva di sodio, con poche proteine e fosfati, per evitare ulteriori danni ai reni, e una terapia farmacologica che consenta di correggere gli squilibri presenti nell’organismo. Nel caso dei pazienti ormai giunti all’uremia, le uniche possibilità sono rappresentate dalla dialisi e dal trapianto renale (quest’ultimo indicato soprattutto per i pazienti molto giovani). La forma più completa di terapia è rappresentata dal trapianto; in più della metà dei casi, il rene trapiantato funziona in modo ottimale anche dopo quindici anni dall’intervento. In caso di fallimento del trapianto, il paziente torna alla dialisi, ma potrà in seguito effettuare un nuovo tentativo.

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Dialisi

La dialisi è un processo che consente di purificare il sangue mediante un macchinario specifico, il rene artificiale, la cui introduzione ha permesso di garantire la sopravvivenza ai malati di insufficienza renale cronica. Infatti, fino agli anni Sessanta, chi non poteva sottoporsi a trapianto di rene, arrivava alla sindrome uremica terminale e inevitabilmente moriva nel giro di pochi giorni o alcune settimane. Nell’emodialisi è necessario attivare la circolazione extracorporea del sangue, con appositi macchinari; il paziente dovrà recarsi più volte alla settimana in ospedale (o presso un centro specializzato) per sottoporsi al trattamento. Nel caso della dialisi peritoneale si utilizza come membrana il peritoneo (invece di un filtro artificiale come nell’emodialisi). Qui viene introdotto il liquido di dialisi per effettuare lo scambio delle sostanze. Questo secondo tipo di trattamento può essere effettuato anche durante la notte, a domicilio, riducendo così notevolmente il disagio per il malato.

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Il plasma contiene fibrinogeno? Ed il siero?

technician placing blood tubes in the laboratory centrifuge

technician placing blood tubes in the laboratory centrifuge

Il plasma contiene fibrinogeno? La risposta è SI. Il plasma è composto per il 90% da acqua, in cui sono disciolti sali e proteine plasmatiche: albumina, fattori della coagulazione prodotti dal fegato, le immunoglobuline (o anticorpi per la difesa) prodotte dai linfociti e appunto fibrinogeno.

Il siero sanguigno – o più semplicemente “siero” – invece NON contiene fibrinogeno. Il siero è infatti plasma privo di fibrinogeno, fattore VIII, fattore V e protrombina.

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Eosinofili alti, bassi, valori normali ed interpretazione

MEDICINA ONLINE BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE ANALISI GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME MEDITERRANEA EMOGLOBINAI granulociti eosinofili sono un tipo di globuli bianchi il cui contenuto contiene granuli che legano fortemente l’eosina, una sostanza in grado di conferire loro un tipico colore rosso-arancio; hanno funzione di difesa dell’organismo, anche per esempio verso i parassiti intestinali come i vermi.

Vengono prodotti dal midollo osseo, partendo da cellule staminali comuni agli altri globuli bianchi, globuli rossi e piastrine.

Una volta maturi circolano nel sangue per 6-10 ore per migrare poi nei tessuti e sopravvivere ulteriori 8-12 giorni svolgendo le loro funzioni.Svolgono il loro compito nelle reazioni allergiche e nella difesa da parassiti ed elminti (vermi). Sono in grado di rilasciare mediatori per i processi infiammatori e l’uccisione dei microbi.

Una seconda importante funzione, benchè negativa per l’uomo, è la secrezione di leucotrieni, molecole coinvolte nell’asma in grado di stimolare tra l’altro la secrezione di muco e favorire una broncocostrizione.

Valori Normali

  • 0.04-0.4 x 109/l e rappresentano normalmente circa il 2-4% dei globuli bianchi

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Interpretazione

Per eosinofilia si intende un valore di eosinofili più alto del normale e questo può verificarsi nel sangue od in un preciso sito di infiammazione/infezione; quando viene rilevata un’eosinofilia tissutale (per esempio nell’analisi del muco) è probabile che invece i livelli circolanti nel sangue siano normali.

L’esame del sangue rileva invece solo alte concentrazioni in questo fluido e possono essere associati per esempio a malattie parassitarie e reazioni allergiche ai farmaci, fra  le cause più comuni. L’aumento dei valori si registra quando un gran numero di eosinofili sono rilasciati in un sito specifico, oppure quando il midollo osseo ne produce in quantità eccessiva. Ciò può essere causato da una varietà di condizioni tra cui:

  • Malattie parassitarie e fungine,
  • Allergie, comprese quelle a farmaci o alimenti,
  • Malattie del surrene,
  • Disturbi della pelle (eczema, dermatite, …),
  • Malattie infiammatorie intestinali,
  • Tossine,
  • Malattie autoimmuni,
  • Patologie endocrine,
  • Asma,
  • Tumori.

L’eosinopenia è al contrario caratterizzata dalla carenza di eosinofili, può essere dovuta all’uso di cortisone o da gravi stress continuati e  da infezioni batteriche molto gravi ed aggressive; quando rilevata solo occasionalmente in genere non ha significato clinico.

Valori Bassi
(Eosinopenia)

  • Cortisonici
  • Infezione acuta e severa
  • Shock
  • Sindrome di Cushing
  • Stress
  • Trauma

Valori Alti
(Eosinofilia)

  • Allergia
  • Anemia perniciosa
  • Artrite reumatoide
  • Colite ulcerosa
  • Leucemia
  • Linfoma di Hodgkin
  • Lupus eritematoso sistemico
  • Morbo di Addison
  • Parassitosi intestinale
  • Policitemia
  • Scarlattina
  • Scleroderma
  • Tumore al polmone
  • Tumore alle ovaie
  • Tumore allo stomaco

(Attenzione, elenco non esaustivo. Si sottolinea inoltre che spesso piccole variazioni dagli intervalli di riferimento possono non avere significato clinico.)

Fattori che influenzano l’esame

Il loro numero può presentare oscillazioni dal giorno alla notte, a seconda delle stagioni e delle fasi del ciclo mestruale nella donna.

L’abuso di alcool può causare diminuzione dei valori.

Quando viene richiesto l’esame

L’esame viene richiesto come controllo di routine insieme ai restanti valori dell’emocromo oppure per la conferma della diagnosi di specifiche condizioni e malattie.

Preparazione richiesta

Non è richiesta alcuna preparazione.

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Differenza tra sangue, plasma e siero

technician placing blood tubes in the laboratory centrifuge

Il sangue è un il tessuto biologicamente attivo che ha il compito principale di trasportare le sostante in ogni angolo del nostro corpo. Il sangue  rappresenta circa l’8 percento del peso corporeo (nei maschi il volume medio è di 5-6 litri) e che perdite di sangue (emorragie) del 15-30% provocano pallore e stanchezza, mentre perdite superiori al 35% possono causare la morte in brevissimo tempo. Il sangue è comporto da due parti:

  • parte cellulare (elementi corpuscolati o figurati, anche chiamato “ematocrito”): globuli rossi, globuli bianche e piastrine, il 45% del sangue;
  • parte liquida (plasma), il 55% del sangue.

Per approfondire:

Il plasma rappresenta la componente liquida del sangue, grazie alla quale le cellule sanguigne possono circolare. Il plasma è costituito prevalentemente da acqua (oltre il 90%), nella quale sono disciolte e veicolate molte sostanze quali proteine, zuccheri, grassi, sali minerali, ormoni, vitamine, anticorpi e fattori della coagulazione.
Dal plasma donato si possono ottenere, mediante frazionamento industriale, alcune sostante importantissime ai fini trasfusionali:

  • Albumina, trasporta diverse componenti del sangue e sostanze nutritive. È una proteina utilizzata nel trattamento di alcune malattie del fegato e dei reni (cirrosi, nefrosi, ecc.), per la cura di stati patologici gravi come lo shock da ustioni, da tra uma, ecc.
  • Immunoglobuline, sostanze protettive o anticorpi che si sviluppano normalmente a contatto con diversi agenti estranei all’organismo, o dopo vaccinazioni. Vengono utilizzate in vari tipi di difetti immunologici o per patologie autoimmunitarie.
  • Fattori della coagulazione (VIII e IX), fondamentali per i pazienti affetti da emofilia A e B che hanno una carenza nel sangue di fattore VIII o IX. Negli ultimi anni l’uso di questi preparati altamente purificati e assai efficaci ha permesso una vita normale a chi soffre di emofilia.
  • Fibrinogeno, è una glicoproteina del plasma sanguigno sintetizzata dal fegato e dal tessuto endoteliale. Il fibrinogeno è il precursore della fibrina, presente nel plasma sanguigno sotto forma di molecole proteiche ed è essenziale nella coagulazione del sangue poiché esso è trasformato dalla trombina tramite un processo di polimerizzazione in fibrina necessaria alla formazione del trombo emostatico.

A tal proposito leggi anche:

La differenza tra sangue e plasma dovrebbe quindi essere chiara: il plasma è la parte liquida del sangue, in cui sono immerse le cellule (parte cellulare) del sangue.

Siero sanguigno
Il siero sanguigno – o più semplicemente “siero” – è semplicemente plasma privo di fibrinogeno, fattore VIII, fattore V e protrombina. Il fibrinogeno è una proteina solubile che nel processo di coagulazione del sangue viene convertita in fibrina, proteina non globulare ma filamentosa. Per ottenere un plasma senza fibrinogeno (quindi per ottenere il siero), in seguito al prelievo del sangue, si attende la coagulazione. In seguito, per centrifugazione del campione biologico, si separa la fase liquida del sangue dalla parte corpuscolare e si ottiene dunque il siero.

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Differenza tra insufficienza e stenosi valvolare

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Ecografia Vascolare Articolare Medicina Estetica Mappatura Nei Posturale Dietologo Roma COME FUNZIONA IL CUORE ECG ONDE2 Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Pressoterapia Linfodrenante DermatologiaLe più diffuse patologie che riguardano la valvola mitralica (quella che collega atrio e ventricolo sinistri), sono la stenosi (restringimento) o l’insufficienza (perdita). Per capire quali siano le conseguenze delle due situazioni, occorre ricostruire il percorso effettuato dal sangue. Questo giunge al cuore attraverso il circolo polmonare dove il sangue si è arricchito di ossigeno, proprio attraverso la valvola mitrale che, quando è aperta, consente il flusso dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro. Richiudendosi, la valvola impedisce che il sangue torni indietro, dal ventricolo all’atrio.

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Semplificando, quando la valvola è troppo stretta (stenotica) non lascia entrare il sangue nel ventricolo, causando una congestione di sangue nell’atrio sinistro, e quindi a ritroso nel circolo polmonare. Per questo nei momenti in cui il soggetto compie azioni che richiedono sforzi di particolare intensità il cuore non riesce ad aumentare – come l’organismo richiederebbe – la quantità di sangue da pompare, sovraccaricando il circolo polmonare con il rischio di edema polmonare.

Se, al contrario, i lembi della valvola mitralica non si chiudono correttamente nel momento in cui il ventricolo pompa il sangue in periferia, si dice che la valvola perde (è insufficiente). In questo caso il sangue tende a tornare indietro, nell’atrio, ogni volta che c’è una contrazione del cuore, che per questo fatto è costretto a pompare più sangue per cercare di mantenere la giusta quantità da distribuire all’organismo. Il risultato è il cosiddetto “sovraccarico di volume” del cuore, che può essere portato avanti per mesi e anni senza avere sintomi, fino a quando l’insufficienza si sviluppa lentamente e progressivamente.

Entrambi i danni alle valvole (come anche la presenza di un prolasso mitralico), appaiono chiaramente ad un esame ecocardiografico effettuato con colordoppler.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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I 12 segni che indicano una cattiva circolazione da non sottovalutare

MEDICINA ONLINE VENE VARICOSE VENA ARTERIA CATTIVA CIRCOLAZIONE GAMBA GAMBE PIEDI DOLORE RITENZIONE SANGUE CUORE INSUFFICIENZA VALVOLEOgni giorno, il nostro corpo lavora incessantemente per trasportare sostanze nutritive, ormoni, ossigeno, favorendo la funzione degli organi e di altro ogni processo corporeo vitale, questo avviene grazie alla circolazione del sangue, che ha un posto di primo piano per la nostra sopravvivenza. Arterie e vene sono come delle autostrade che rendono possibile tutto ciò. Come le comuni infrastrutture, però, queste autostrade richiedono manutenzione per poter funzionare correttamente. Ecco perché è importante prestare attenzione ai più piccoli segnali di malfunzionamento che possono nascondere problemi più gravi di ciò che pensiamo. Ci sono diverse abitudini di vita, condizioni mediche e comportamenti sbagliati che rendono un individuo suscettibile a problemi di circolazione: parliamo ad esempio del vizio del fumo, di una gravidanza, di disturbi alimentari.

problemi di circolazione possono colpire persone di tutte le età e se non curati possono causare gravi danni al corpo. Ecco alcuni segni e sintomi che non vanno sottovalutati.

1) Ulcere alle gambe o ai piedi. Le ulcere sono delle lesioni della pelle che possono avere diverse cause. La cattiva circolazione può essere una di queste. Sono molto dolorose e si presentano come un’infiammazione accompagnata da una specie di eruzione cutanea che non vuole andare via. Iniziano a comparire sotto forma di chiazze rosse che man mano crescono di dimensione. A tal proposito, leggi anche: Lesioni da decubito: prevenzione, stadi, classificazione e trattamento

2) Gonfiore. Mani e piedi cominciano a gonfiare a causa del lento deflusso del sangue.

3) Pelle e labbra scolorite o cianotiche. La pelle non ha il corretto apporto di ossigeno, quindi comincia a essere più bianca, quasi cianotica. Le aree più lontane dal cuore (piedi e mani) possono apparire annerite. A tal proposito, leggi anche: Labbra blu: da cosa sono causate e come si curano in bimbi ed adulti

4) Vene varicose. Le valvole che lavorano per pompare il sangue si indeboliscono. Questo fa sì che le vene appena sotto la superficie della pelle iniziano a torcersi e gonfiarsi. Il sintomo può accompagnarsi a prurito o dolore dopo essere rimasti troppo tempo seduti o in piedi. A tale proposito, leggi anche: Insufficienza venosa: cause, sintomi, prevenzione, trattamento farmacologico e chirurgico

5) Perdita di capelli e unghie deboli. Come la pelle, anche capelli e unghie in seguito a una cattiva circolazione non ottengono la giusta quantità di nutrienti. I capelli possono diventare secchi e iniziare a cadere. La pelle può anche diventare molto più secca e pruriginosa e le unghie tendono a indebolirsi e a sfaldarsi facilmente. Le unghie possono dire effettivamente molto circa la vostra salute, a tal proposito leggi anche: Le tue unghie dicono molto sulla tua salute: ecco come leggerle

6) Problemi digestivi. Con un minore pompaggio del sangue attraverso il corpo, anche tutte le altre funzioni rallentano. Quando la digestione rallenta, subentra la stitichezza; a tal proposito, leggi anche: Stitichezza acuta e cronica: tipi, cause, trattamenti medici e rimedi

7) Indebolimento del sistema immunitario. Gli anticorpi sono più lenti, pigri, e aumenta la possibilità di ammalarsi. Anche le ferite guariscono più lentamente. A tal proposito, leggi anche: Nove cose che non sai sul tuo sistema immunitario

8) Mani e piedi freddi. Quando il sangue scorre a velocità ottimale aiuta a mantenere la temperatura corporea ad un livello sano e confortevole. Se la circolazione è lenta, il processo di regolazione della temperatura è disturbato e questo provoca sensazioni di freddo, di solito a mani e piedi; a tal proposito leggi anche: Perché ho sempre le mani ed i piedi freddi? Cosa fare e cosa NON fare per scaldarli

9) Stanchezza. Con una cattiva circolazione, i muscoli diventano deficitari di ossigeno e sostanze nutrienti, necessari per lavorare bene. Il respiro si fa più affannoso, i muscoli risultano indolenziti e c’è una minore resistenza durante lo svolgimento delle attività quotidiane.

10) Disfunzione erettile. Negli uomini i problemi di circolazione potrebbero portare a una quantità insufficiente di flusso di sangue negli organi riproduttivi. A tal proposito, leggi anche: Disfunzione erettile (o impotenza): cause, prevenzione e cure

11) Scarsa funzionalità cognitiva. Il funzionamento del cervello si basa molto sul flusso sanguigno. Meno ossigeno e meno sangue comportano una minore concentrazione. La cattiva circolazione può anche influenzare l’efficacia della memoria a breve e lungo termine. A tal proposito, leggi anche: Com’è fatto il cervello, a che serve e come funziona la memoria?

12) Sentirsi intorpiditi. Il liquido stagnante genera un intorpidimento e formicolio agli arti che può durare anche anche qualche minuto.

Come potete notare, una cattiva circolazione sanguigna può influenzare il vostro corpo in modo significativo. Il trattamento dei sintomi può portare un sollievo, ma è necessario risolvere il problema alla finte.

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Differenza tra emocromo ed ematocrito

MEDICINA ONLINE LABORATORIO BLOOD TEST EXAM ESAME DEL SANGUE ANALISI CLINICHE GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI LEUCOCITI ANEMIA TUMORE CANCRO LEUCEMIA FERRO FALCIFORME MEDITERRANEA EL’ematocrito (Ht o HCT) indica la percentuale del volume sanguigno occupata dalla parte corpuscolata del sangue, rappresentata specialmente dai globuli rossi dal momento che globuli bianchi e piastrine occupano un volume decisamente minore.

L’emocromo o “esame emocromocitometrico” è invece un esame di laboratorio completo del sangue, che determina la quantità dei globuli (leucociti o globuli bianchi, eritrociti o globuli rossi, e trombociti o piastrine), i livelli dell’ematocrito (HCT), e dell’emoglobina (Hb), nonché diversi altri parametri del sangue, come gli indici corpuscolari. Sul referto che viene consegnato al paziente, vengono indicati i valori riscontrati nell’analisi del campione con accanto l’intervallo di riferimento, ossia l’intervallo di valori normali per il sesso, l’età e la strumentazione usata.

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