Le maratone di serie tv peggiorano il sonno e causano insonnia

MEDICINA ONLINE TABLET SMARTPHONE CELLULARE TELEVISIONE SERIE TV NETFLIX MARATONA FILM COMMEDIA DRAMMATICO LETTO DORMIRE DIVANO INSONNIA CERVELLO LUMINOSITAUna ricerca dell’Università di Leuven (Belgio) e di quella Michigan (USA) è arrivata a concludere che guardare in modo compulsivo le serie tv danneggia il sonno, lo rende peggiore come qualità, aumenta il senso di affaticamento e l’insonnia, ciò a causa del senso di allerta cognitiva provocato dalle maratone televisive, al fatto cioè che il cervello rimane attivo troppo a lungo. Per giungere a tali conclusioni i ricercatori hanno preso in esame 423 giovani, di età compresa tra 18 e 25 anni, il 74% per cento dei quali erano studenti. È stato chiesto loro di rispondere a un questionario online, e dai risultati è emerso che oltre l’80% dei partecipanti si sono identificati come spettatori compulsivi di serie tv, con il 20,2% che affermava di esserlo stato almeno un paio di volte alla settimana nel mese precedente.

Stanchezza diurna ed insonnia

Gli amanti delle maratone televisive – specie su smartphone e tablet – hanno riportato più stanchezza durante il giorno e sintomi di insonnia, scarsa qualità del sonno e un maggior senso di allerta prima di andare a dormire. Ulteriori analisi hanno evidenziato che avevano anche un 98% in più di probabilità di avere una qualità del sonno peggiore rispetto a chi la tv la guardava moderatamente. Ai fanatici delle serie, i ricercatori consigliano di ridurrne la visione e di effettuare tecniche di rilassamento per ridurre il senso di allerta del cervello prima di andare a letto. Inoltre suggeriscono che i servizi in streaming come Netflix dovrebbero consentire ai telespettatori di pre-selezionare una durata massima di visione, oltre la quale non andare.

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Il medico dei giovani si chiama internet

MEDICINA ONLINE HIKIKOMORI DIPENDENZA INTERNET GIOVANI BAMBINI PC COMPUTER INTERNET WEB MASTURBAZIONE COMPULSIVALa salute è un tema che sta a cuore a tutti, ma l’età incide in modo particolare su come viene affrontato. Il 77% degli adolescenti preferisce affidarsi a Internet per avere risposte che riguardano il benessere e la buona salute e solo il 45% sente il bisogno di confrontarsi con i genitori dopo aver navigato sul web.

Lo rivela la ricerca Diagno/click, la prima in Europa che analizza il rapporto tra i giovani, la salute e il web. Lo studio, patrocinato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e promosso dall’associazione Family Smile, ha coinvolto un campione di 1.713 adolescenti scelti su gran parte del territorio italiano. I giovani quindi preferiscono il web, che consente loro, soprattutto in questa delicata fase della vita, di non mostrare agli altri di non sapere o di voler conoscere più a fondo alcune tematiche. “Il desiderio di comprendere – spiega Andrea Catizone, avvocato e presidente di Family Smile – diventa in fase adolescenziale un senso di controllo sulla propria vita attraverso la consapevolezza, più o meno fondata, di sapersi e potersi curare di sé”.

Alla domanda diretta, il 92% degli intervistati ha risposto che preferisce il web, rispetto ad un confronto con gli esperti o con i genitori, perché è sempre accessibile e la risposta arriva velocemente. “Ciò dimostra – spiega Filomena Albano dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza – come il percorso di autonomia e di auto affermazione dei ragazzi in verità presenta aspetti di fragilità che non possono essere ignorati e che talvolta costituiscono un humus fertile nel quale affondano le radici successive patologie di natura psicologica difficili da controllare”.

Cos’è la salute per gli adolescenti

II concetto di salute per gli adolescenti è molto diverso da quello strettamente legato agli aspetti sanitari. Per la maggioranza essere in salute significa avere un corpo in forma, quindi non è altro che la rappresentazione ideale di ciò che i giovani vogliono essere o tendono a divenire.

Cosa cercano sul web

Le notizie più cliccate sono quelle legate ai temi che riguardano la forma fisica, l’alimentazione, l’utilizzo di alcool e droghe, la sessualità, le malattie trasmissibili sessualmente e le medicine e i farmaci. Qualche differenza c’è tra le ricerche delle ragazze e quelle dei ragazzi. Ad esempio il 26% delle femmine adolescenti cerca informazioni sull’alimentazione, mentre lo fa solo il 17% dei maschi. Questi ultimi sono più interessati alla sessualità e all’uso di alcol.

Le differenze in base all’età

Se a 14 anni le ragazze sono molto concentrate sulla forma fisica (le ricerche su questo argomento – sempre in base allo studio Family Smile – riguardano il 74% delle femmine) l’interesse va scemando man mano che l’età aumenta. A 20 anni solo il 31% cerca informazioni di questo tipo sul web, a differenza dei ragazzi che diventano il 69% alla stessa età, mentre a 14 anni sono solo il 26%. L’interesse degli adolescenti di entrambi i sessi si mantiene alto e costante, invece, per quanto riguarda le informazioni su alcol e droghe. Anche se i maschietti sono tendenzialmente più interessati all’argomento: lo cerca il 66% dei 17enni, il 65% dei 18enni e il 79% dei 19enni.

Una marcata differenza tra i sessi c’è invece per quanto riguarda le informazioni sulla sessualità. Per i maschi l’argomento è tra i più interessanti e quindi ricercati in rete. Le percentuali di ricerca tra i 14 e i  20 anni  superano sempre il 50%, mentre sono più basse quelle delle ragazze. Inoltre il 33% dei maschi e il 34% delle femmine naviga in siti di tutti i tipi per cercare informazioni sulle malattie, soprattutto per identificarle partendo dai sintomi. Questa percentuale cresce con l’età.

Come si sentono i giovani dopo la ricerca sul web

  • Il 91% è ansioso perché non sa come gestire queste informazioni;
  • L’88% si sente rassicurato perché comunque ha ottenuto una risposta;
  • L’82% è confuso perché non è riuscito a comprendere tutte le informazioni ricevute;
  • Solo il 10% è incuriosito e va a ricercare altre malattie.

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Android o iPhone? Lo smartphone che possiedi dice che carattere hai

MEDICINA ONLINE TECNOLOGIA TECHNOLOGY HOMO TECNOLOGICUS SMARTPHONE CELLULARE APP APPLICAZIONE COLLEGAMENTO USB PC PERSONAL COMPUTER ANDROID HDMI VGA I3 I5 I7 I9 WINDOWS APPLE SAMSUNG 16 9 SCHERMO PIATTO WI FI INTERNET WEBDimmi che smartphone scegli e ti dirò chi sei. Ovvero: se preferisci addentare la mela dell’iPhone oppure affidare chiamate, messaggi, chat e post a volontà al sistema Android. Ad indagare sulla personalità dei due gruppi di utenti sono stati i ricercatori dell’University of Lincoln School of Psychology del Nebraska. Attraverso uno studio, presentato alla conferenza annuale della British Psychological a Cardiff, che ha testato i clienti di entrambi i device, registrando delle differenze fra i due “universi”uman-digitali. Per esempio i primi, seguaci affezionati di Cupertino  sono  apparsi più estroversi degli Androidiani che dal canto loro sono stati percepiti maggiormente umili e onesti. Inoltre sembrerebbe che le donne siano due volte più predisposte a scegliere un iPhone. E che, cosa che si nota ad ogni nuova uscita delle creature della Apple, chi opta per quest’ultimo, femmina o maschio che sia, punta ad avere il modello più recente che faccia “status”. Molto meno di chi invece usa Android.

Uno spaccato di diverse visioni del mondo che appartengono alle preferenze di ciascuno. Come ha sottolineato Heather Shaw, l’autrice della ricerca: «La scelta di un dispositivo mobile è il livello più elementare di personalizzazione, e anche questo, ci può dire molto riguardo all’utente. È sempre più evidente che gli smartphone stanno diventando una mini versione digitale dell’utente stesso, e a molti non piace quando altre persone utilizzano i nostri telefoni, perché possono rivelare molto su di noi». Il test, diviso in due fasi, ha interessato prima 240 partecipanti che, attraverso un questionario, hanno descritto le caratteristiche associate agli utenti dei vari brand. Nel secondo step  queste stesse caratteristiche sono state messe a confronto con i tratti della personalità di oltre 500 reali possessori dei cellulari esaminati.

Come riporta Medical Daily, inoltre, sembra ci siano anche delle diversità di approccio fra i due gruppi. Per esempio come indicato dallo psicoterapeuta americano Kimberly Moffit, gli irriducibili dell’ iPhone sono considerati degli “amatori da ufficio”, ovvero pare che molti di loro negli ultimi cinque anni abbiano avuto una storia d’amore in ufficio. Mentre chi adopera Android è considerato un “seduttore” con maggiori probabilità di avere rapporti sessuali al primo appuntamento. il 62% rispetto al 57% di chi si accontenta della mela del peccato, basta che sia morsicata.

Dallo studio è risultato che le persone che usano iPhone sono generalmente:

  • meno umili,
  • attente allo status sociale ed al benessere economico,
  • maggiormente emotive,
  • socievoli ed estroverse,
  • più frequentemente donne.

Mentre le persone che usano Android sono generalmente:

  • meno interessate alla ricchezza ed allo status sociale,
  • più oneste,
  • simpatiche,
  • tendono meno ad infrangere le regole per un ritorno personale,
  • più frequentemente uomini.

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Da oggi puoi usare la foto del tuo pene come password

MEDICINA ONLINE PENE TESTICOLO ASIMMETRICO PENIS SCROTO DAVID MICHELANGELO FIRENZE ASIMMETRIA VENA VARICOCELESe la password più diffusa è ancora 123456, quelli di CamSoda, la piattaforma di video hot (in webcam), avranno pensato: “Perché non offrire una soluzione che svicola il problema in modo inequivocabile?“ Impronta digitale? Già fatta. Caratteri speciali? In un certo senso. La risposta definitiva è stata “pene”.

Il sistema si chiama Dick-ometrics, ed è esattamente quello che sembra, cioè un modo per far diventare il proprio membro la chiave di sicurezza per aprire le porte virtuali del servizio. Con tanto di “Penis Recognition Tech” a disposizione per verificare che il fallo inquadrato risulti esattamente combaciante con la foto di partenza fornita dall’utente. Pene che, si raccomandano, sarebbe meglio se in fase di erezione, perché più riconoscibile. A quel punto, la tecnologia sarà in grado di dare l’ok (“Penis Verified”) o negare l’accesso (“Penis denied”).

Chi pensa male, sbaglia. Così come un’impronta digitale o un bulbo oculare, che sono due delle parti del corpo più comunemente utilizzate nelle tecnologie biometriche, il pene ha molti fattori che lo caratterizzano, come la dimensione, il colore e la sporgenza delle vene – spiega Darren Press, Vice Presidente di CamSoda, a Mashable – Tuttavia, a differenza delle impronte digitali e degli occhi, i peni non vengono esposti al pubblico nella maggior parte dei casi e sono comunemente coperti, al massimo condivisi con persone amate e di cui, presumibilmente, ci si fida”. Capito? Tutta questione di sicurezza.

Se è vero che non sempre la password più “lunga” è la più sicura, questo metodo va ben oltre i tanti già ideati per evitare di tenere a memoria sfilze di numeri e caratteri. Sì, ma le donne? La piattaforma fa sapere di essere al lavoro per una tecnologia equivalente, rivolta al pubblico femminile.

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Tutti i motivi per cancellare il tuo ex fidanzato da Facebook

MEDICINA ONLINE CELLULARE COLAZIONE SMARTPHONE APP WHATSAPP APPLICAZIONE PROGRAMMA TELEFONARE TELEFONO TELEFONINO PHONE CALL MARMELLATA MANGIARE DONNA MATTINA BREKFAST WALLPAPER PIC HI RHai rotto con il tuo fidanzato ormai da diverso tempo, magari ti stai già frequentando con qualcun altro, non c’è rancore tra di voi, e quindi tu e il tuo ex siete ancora “amici” su Facebook. Come mai dopo aver eliminato ogni traccia del vostro amore (strappato le foto, regalato i vestiti comprati insieme, tolto di mezzo tutto ciò che potesse farti pensare ancora a lui) non lo hai cancellato dalla cerchia delle tue amicizie social? Non ce la fai? Non vuoi? O magari vorresti ma è troppa la curiosità di continuare a monitorare la sua vita a distanza?

Mantenere un rapporto di amicizia via social con l’ex fidanzato è sempre più frequente, soprattutto tra i giovani, ma, sebbene apparentemente non ci sia nulla di male, psicologicamente ed emotivamente il poter accedere quando si vuole, dal pc o dallo smartphone, alle foto, ai video e ai post dell’ex può essere deleterio ed impedirti di voltare pagina una volta per tutte.

Ecco tutti i motivi per cui è meglio cancellare il tuo ex da Facebook:

1. Dimenticarlo sarà più semplice

Soprattutto se nella storia sei tu ad essere stata lasciata, mantenere l’amicizia con il tuo ex su Facebook non ti aiuterà a dimenticarlo, anzi, soffrirai di più e ti dannerai ad ogni foto che lui pubblicherà con una ragazza sospetta. Per dimenticare e ricominciare, meglio non vedere e non sapere

2. Eviterai la dipendenza da ex

Poter controllare in qualunque momento la vita “virtuale” del tuo ex può portarti fino alla dipendenza, fino a sentire il bisogno spasmodico di vedere dove si trova, con chi sta e cosa posta appena hai un momento libero. Come si fa a voltare pagina così?

3. Lui non potrà controllarti

Non devi sottovalutare il fatto che, se siete “amici” su Facebook, anche lui può controllare cosa fai, cosa scrivi e le foto che posti e questo potrebbe provocarlo e portarlo ad avere una reazione (un mi piace, uno smile, un cuoricino). Se hai deciso di chiudere definitivamente, meglio evitare che ciò accada.

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4. Allontanerai depressione e rimpianti

Facebook è anche il miglior amico dei rimpianti. A guardare e riguardare le foto del tuo ex, potresti finire per rimpiangere i momenti passati insieme e, se disgraziatamente lui dovesse iniziare ad uscire con una nuova ragazza, potresti finire per deprimerti. Cliccare su quell’ “elimina” è la cosa migliore per il tuo cuore e per la tua salute e dopo averlo fatto ti sentirai subito più leggera

5. Sarai più felice

Secondo uno studio eseguito in America, le persone che non hanno gli ex tra i propri amici di Facebook hanno il 73 per cento di possibilità in più di essere felici

6. Potrai essere te stessa

Quello che viene mostrato attraverso Facebook, è solo una parentesi della proprio vita e questo vale anche per te e il tuo ex. Se ti limiterai a seguire solo la sua vita virtuale, avrai sempre una visione distorta della realtà, che potrebbe portarti a fraintendere e a rispondere mostrando sui social una te poco vera, ma molto influenzata dal tuo ex e da quello che potrebbe pensare aprendo il tuo profilo.

A meno che tu non abbia mantenuto un rapporto di amicizia vera e face to face con il tuo ex, dunque, cancellarlo da Facebook sarà la cosa migliore da fare, per poter guardare avanti da single o con una nuova persona al tuo fianco.

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I dubbi su pacemaker e ICD: carica, impulsi, cellulare, banca ed aereo

MEDICINA ONLINE CUORE HEART INFARTO MIOCARDIO NECROSI ATRIO VENTRICOLO AORTA VALVOLA POMPA SANGUE ANGINA PECTORIS STABILE INSTABILE ECG SFORZO CIRCOLAZIONECosa bisogna fare se si avverte una scarica del defibrillatore?
In caso di scarica dell’ICD bisogna fare controllare il paziente. Se la scarica è una sola ed il paziente sta bene, il controllo può essere eseguito in ambulatorio (negli orari in cui l’ambulatorio è aperto). Se le scariche fossero due o più di due, anche a distanza di alcune ore, è raccomandato recarsi al più presto al più vicino pronto soccorso.

Quanto dura la carica di un pacemaker o un defibrillatore?
Essendo alimentati da un batteria, i dispositivi hanno una certa durata e poi la batteria si scarica. Il tempo è variabile a seconda del funzionamento: i dispositivi funzionano a demand, cioè monitorizzano costantemente l’attività cardiaca ed intervengono solo se necessario. Più intervengono e più presto si esaurisce la carica.
Indicativamente possiamo dire che i pacemaker durano dai 7 ai 10 anni (o più); i defibrillatori dai 5 ai 7 anni (o più).
È importante tenere presente che fino alla fine della carica il funzionamento rimane perfetto , cioè non va perdendo capacità man mano che si scarica.

Quando è scarica, la batteria si può ricaricare o bisogna sostituirla?
Né l’uno né l’altro. Al momento viene cambiato tutto il dispositivo perché la batteria è integrata al suo interno. I fili (elettrocateteri) però rimangono per cui non è necessario un nuovo impianto e di norma neppure rimanere in ospedale ma è sufficiente un ricovero in Day Hospital.

Gli impulsi del pacemaker vengono avvertiti dal paziente?
No. Il pacemaker eroga una corrente molto debole che non viene sentita dal paziente. Al massimo, in certe situazioni particolari, può essere avvertito una leggera contrazione muscolare nella sede di impianto o sulla fascia addominale, ma è un piccolo disturbo che si può di solito correggere riprogrammando il dispositivo.

Posso usare il telefono cellulare?
Sì, il telefono cellulare può essere usato, ma con piccole precauzioni: non tenerlo in un taschino della camicia vicino al pacemaker e usarlo preferibilmente dall’orecchio opposto alla sede di impianto.

Sono una casalinga, posso continuare ad usare gli elettrodomestici?
Tutti gli elettrodomestici possono essere adoperati in tutta tranquillità a patto che l’impianto elettrico sia a norma e dunque dotato di “messa a terra”.
In vecchi impianti elettrici senza la regolare messa a terra, si verifica una dispersione di corrente attraverso gli elettrodomestici (compreso lo scaldabagno); la dispersione normalmente non viene avvertita dalla persona ma determina delle interferenze (chiamate EMI) che possono provocare malfunzionamenti del pacemaker e addirittura scariche inappropriate del defibrillatore.

Come mi comporto per entrare in banca o passare il controllo in aeroporto?
Per entrare in Banca o passare nel metal detector dell’aeroporto è preferibile mostrare il tesserino di portatore di PM o ICD e passare per vie alternative solo solo per evitare spiacevoli imbarazzi al suono dell’allarme.

Le barriere antifurto dei negozi e dei supermercati possono danneggiare il dispositivo?
No. I dispositivi antitaccheggio non influiscono sul funzionamento dei pacemaker e dei defibrillatori. Si può dunque tranquillamente entrare nei negozi muniti di dispositivi antifurto. Per prudenza è preferibile evitare di sostare a lungo nel loro raggio di azione. In ogni caso, possibili interferenze sarebbero solo momentanee e il dispositivo non viene danneggiato.

Posso prendere il sole tranquillamente o corro qualche rischio?
Il sole non procura alcun rischio, quindi ci si può abbronzare in tutta tranquillità, tenendo conto che il dispositivo, essendo di materiale metallico, specie se si è particolarmente magri, può scaldarsi un po’, ma questo non procura alcun problema. Ricordate però che se la ferita è fresca il sole potrebbe causare una cattiva cicatrizzazione.

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Posso continuare a lavorare dopo l’impianto?
Certamente. Ma è chiaro che molto dipende dal tipo di lavoro. Consiglierei di parlarne col cardiologo di fiducia che può valutare il tipo di eventuali limitazioni a cui è necessario attenersi. Per esempio motoseghe, saldatrici ad arco, martelli pneumatici ed altri attrezzi del genere sarebbero sconsigliati perché potrebbero generare delle interferenze elettromagnetiche (EMI) con malfunzionamento dei pacemaker e shock inappropriati nei defibrillatori.
In ogni modo nessuno di questi attrezzi danneggia i dispositivi in maniera permanente ed i malfunzionamenti cesserebbero immediatamente alla sospensione dell’utilizzo dell’attrezzo.

Posso fare attività sportiva?
Se si è portatori di pacemaker, di norma si possono eseguire quasi tutte le attività sportive. Naturalmente bisogna evitare i traumi nella zona di impianto e quegli sport che richiedono un eccessiva estensione delle braccia con sforzi notevoli (come il sollevamento pesi, ad esempio).
È chiaro che questa è una indicazione di massima e va valutata attentamente la patologia che ha determinato la necessità dell’impianto. La stessa cosa vale per i portatori di defibrillatore per cui in entrambi i casi è preferibile rivolgersi al cardiologo curante per maggiori indicazioni.

Quando posso ricominciare a guidare l’automobile?
Subito dopo l’impianto è bene tralasciare la guida per evitare di sforzare il braccio con movimenti che potrebbero procurare uno spostamento degli elettrocateteri. Superato il primo controllo (circa sei – otto settimane dopo l’impianto) si avranno maggiori indicazioni anche in relazione alla patologia che ha determinato la necessità dell’impianto.
Per i portatori di defibrillatore il discorso è un po’ diverso perché va tenuto conto della patologia cardiaca, perché una eventuale aritmia, anche se trattata con lo shock potrebbe causare uno svenimento o una perdita di controllo dell’automobile. Dunque meglio parlarne col cardiologo di fiducia.

Posso usare radiocomandi, telecomandi e consolle per video giochi?
Secondo le indicazioni dei produttori di pacemaker, l’uso di telecomandi provvisti di antenna, come quelli per modellismo, è consentito a patto di mantenerlo ad una distanza di sicurezza di almeno 30 centimetri dal dispositivo. Telecomandi e consolle per video giochi possono essere usati tranquillamente.

In quale sedi si può eseguire l’impianto?
Di norma, pacemaker e defibrillatori vengono impiantati al di sotto della clavicola sinistra. Potrebbe essere scelta la parte destra senza alcun problema (anzi alcuni Centri Cardiologici, soprattutto all’Estero, per un certo periodo, lo impiantavano a destra). Per motivi di estetica o di eccessiva magrezza può essere scelta come zona di impianto la sede sottomammaria: l’intervento è un po’ più complicato, tuttavia si fa. Nei bambini piccoli il pacemaker viene impiantato entro l’addome con gli elettrocateteri posizionati nella parte esterna del cuore. Altre sedi, come sotto l’ascella sono di norma sconsigliate per l’ingombro che arreca il dispositivo.

Pacemaker e Risonanza Magnetica (RMN)
La Risonanza Magnetica con i pacemaker e i defibrillatori tradizionali non può essere eseguita. Esistono, da qualche tempo, dispositivi compatibili con la risonanza magnetica,  ed in questo caso l’esame può essere eseguito.
Per i vecchi impianti, va tenuto presente che tutto il sistema, elettrocateteri compresi, deve essere adatto alla esposizione ai campi magnetici per cui non basta sostituire il device per potere eseguire una RMN.
Al momento di eseguire la risonanza magnetica, il dispositivo va riprogrammato in una modalità di sicurezza, per cui è consigliabile rivolgersi ai grandi Centri, dove sarà possibile avere l’assistenza del cardiologo per riprogrammare il dispositivo.
Tac e Radiografie possono essere eseguiti tranquillamente.

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Usare lo smartphone a letto prima di andare a dormire potrebbe ucciderti

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SMARTPHONE TELEFONO TELEFONINO TABLET CELLULARE TECNOLOGIA PSICOTECNOPATOLOGIACome già avrete tante volte immaginato, guardare lo schermo luminosissimo e sempre più ampio del vostro cellulare prima di andare a dormire non aiuta certo il vostro sonno. Quello che probabilmente invece ancora non sapete, sono altri risvolti dannosi per la nostra salute che questa abitudine potrebbe provocare. A metterli in luce una nuova ricerca condotta dal Brigham and Women Hospital di Boston, Massachusetts. Lo studio è durato due settimane. Dodici partecipanti hanno letto su un iPad per quattro ore prima di dormire, per cinque giorni di fila. Processo ripetuto con libri cartacei. Per altri partecipanti l’ordine è stato invertito: prima i libri stampati, poi l’iPad. I lettori di iPad hanno impiegato più tempo ad addormentarsi, si sentivano meno assonnati di notte e avevano il sonno REM più breve e melatonina più scarsa, rispetto ai lettori di libri.

Meglio un libro di carta

La dottoressa Anne-Marie Chang, neuroscienziato e co-autore dello studio, ha dichiarato: “Sappiamo da lavori precedenti che la luce dagli schermi di sera altera il sonno e sopprime i livelli di melatonina. Questo studio mostra i risultati completi di un confronto diretto tra la lettura su un dispositivo luminoso e la lettura su un libro stampato e le conseguenze sul sonno.” Se non volete sentirvi uno zombi durante tutto il giorno i risultati parlano chiaro: leggete un libro stampato per stimolare la vostra mente prima di dormire ed evitate gli schermi luminosi. La carenza di sonno, così come una sua scarsa qualità, è collegata a problemi di salute come l’obesità, il diabete e le malattie cardiovascolari.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Gli smartphone hanno ucciso l’amore

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO SMARTPHONE CELLULARE TELEFONO SMARTPHONE COPPIA (2)Si guardava con frenesia nella buca delle lettere. Si andava nelle cabine telefoniche. Si aspettava sotto casa. Si attendeva, sempre. E più si attendeva, più si desiderava. Questo anni fa, un’epoca che non ho vissuto. Un tempo tutto era più lento e forse anche più duraturo. Nei negozi di elettrodomestici ho assistito a discussioni sulla durata di una lavastoviglie, un tostapane. «Pensi sia un’offerta, lo compri e ti fregano. Due, tre anni al massimo e l’aggeggio è già morto». Mi chiedo se anche l’amore sia così: un aggeggio in offerta che dopo due, tre anni muore.

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