Differenze tra merluzzo, nasello, baccalà o stoccafisso

MEDICINA ONLINE PESCE MERLUZZO NASELLO BACCALA STOCCAFISSO MARE PESCHERIA MARE ACQUA NUOTARE PESCA PESCARE LAGO DIFFERENZE CALORIE VALORI NUTRIZIONALI PROPRIETA.jpgMerluzzo, nasello, baccalà, stoccafisso. Pochi alimenti come questi hanno generato nel trascorrere del tempo una così grande confusione terminologica.… Una volta per tutte facciamo chiarezza e cerchiamo di mettere ordine nella complessa questione.

Il merluzzo

Con il termine merluzzo si definiscono propriamente il merluzzo bianco o comune, il merluzzo del Pacifico, il merluzzo della Groenlandia e altri tipi simili originari di vari mari del mondo, tutti appartenenti al genere “Gadus”.
Il loro nome moderno deriva dall’appellativo “luccio di mare” (“mar lucius”) che gli tributarono i Romani in virtù della sua somiglianza con il luccio, pesce di fiume allora diffusissimo nelle nostre acque dolci. In alto potete vedere la foto di un merluzzo.

Il nasello

Con il termine nasello vengono invece denominati i pesci appartenenti al genere “Merluccius” (e già qui si capisce perché possano essere iniziate a circolare informazioni confuse al proposito).

Si tratta quindi di un altro animale e non, come sostengono varie leggende metropolitane, di merluzzo giovane o di piccole dimensioni (anche se risponde a verità il fatto che, generalmente, il nasello sia più piccolo del merluzzo).

Il baccalà

Baccalà è la parola che definisce la carne di merluzzo conservata sotto sale, un sistema pare inventato nell’antichità dai pescatori di balene baschi e subito copiato da molti popoli, sia dei Mari del Nord, sia del Mediterraneo.

Lo stoccafisso

Stoccafisso invece è il termine che indica la carne di merluzzo conservata mediante essiccazione, secondo un metodo probabilmente di origine olandese e definito “stocvisch” (pesce a bastone) da cui il nome italiano.

Caratteristica comune a baccalà e stoccafisso è quella che, per essere utilizzabili al consumo, hanno bisogno di una lunga immersione in acqua fredda, sia per eliminare il sale sia per restituire ai tessuti secchi la originaria consistenza.

Ulteriore motivo di confusione fra baccalà e stoccafisso: in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino, regioni ai vertici nel consumo di queste carni conservate, il termine baccalà (o meglio bacalà, con una sola “c”) indica genericamente entrambi i prodotti, senza distinzione. In altre parole, il famoso “bacalà alla vicentina” o “bacalà mantecato” è in realtà stoccafisso.

Proprietà

Merluzzo e nasello, pesci molto simili (in pratica differiscono solo per le dimensioni) presentano di conseguenza proprietà nutritive affini: il nasello presenta un quantitativo di grassi leggermente superiore (0,67 contro 0,35) e maggiori calorie (82 contro 71) ma si tratta di differenze davvero minime.

Anche il baccalà e lo stoccafisso ammollati (presi in esame cioè dopo essere stati a lungo immersi in acqua fredda cambiata più volte) hanno proprietà nutritive analoghe: superiori i grassi del baccalà (1,0 contro 0,9 dello stoccafisso) e maggiori calorie (95 contro 92).

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Idee in cucina

Merluzzo al forno

Semplicissima e leggera, questa ricetta consente di apprezzare il gusto tipico del merluzzo. Sistemare in una teglia unta con poco olio i filetti di pesce, bagnarli con vino bianco secco e infornare per circa 20 minuti a forno caldo (180° C). Tritare finemente prezzemolo e aglio e stemperare in succo di limone. Sfornare, girare i filetti, inumidire con la salsa e cuocere per altri 20 minuti. Servire ben caldo.

Cartoccio di nasello con cipolle di Tropea

Prendete una pirofila e preparatevi una marinatura con pomodorini tagliati a metà, uno spicchio d’aglio e il succo di un limone, in cui introdurrete i filetti di nasello e li irrorerete di vino bianco secco, lasciandoli riposare per una mezz’oretta. Sbucciate della cipolla di Tropea e tagliatela a rondelle finissime, con le quali fodererete un foglio di carta forno (uno per ogni filetto di nasello) e vi adagerete il filetto con la marinatura.
Ungete con poco olio, aggiustate di sale, chiudete con cura il cartoccio e cuocete in forno ben caldo per un quarto d’ora circa. Il gusto delicato del nasello trarrà vantaggio da questa preparazione semplice ma saporita.

Spaghetti al sugo di baccalà

ate un soffritto di olio, cipolla e pomodorini in cui poi aggiungere il baccalà sminuzzato con le mani e due bicchieri di acqua bollente. Dopo dieci minuti di cottura aggiungere capperi, prezzemolo e olive e spegnete il fuoco, lasciando riposare qualche istante, aggiustando di sale e peperoncino. Nel frattempo avrete cotto degli spaghetti n° 5, che condirete – senza scolarli troppo – con il sugo di baccalà, decorando il piatto con foglie di basilico.

Stoccafisso all’abruzzese

Mettete a bagno una tazza di funghi porcini secchi. In un tegame di terracotta preparate un soffritto di aglio, cipolla, prezzemolo e peperoncino, aggiungete i funghi tagliati a listarelle sottili e un mestolo di brodo vegetale. Disponete nel tegame lo stoccafisso ammollato e rosolatelo per qualche minuto, aromatizzando il tutto con chiodi di garofano, alloro e cannella. Cuocete a tegame coperto per tre ore circa a fiamma bassissima, aggiungendo brodo di tanto in tanto e sistemando di sale. Dopo tre ore, togliete dal fuoco, incorporate qualche patata a tocchetti e cuocete per un’altra ora scarsa.

In conclusione

Speriamo, grazie a questo articolo, di aver sciolto dubbi e incertezze sulla materia. In ogni caso, merluzzo e nasello da una parte, baccalà e stoccafisso dall’altra dimostrano di essere tutti alimenti di grande pregio, magri e nutrienti, saporiti e salutari.
Nella scelta, affidatevi al gusto. Quale che sia la vostra preferenza, non rimarrete delusi.

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Pesce a tavola: i trucchi per riconoscere quello fresco

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TAVOLA TRUCCHI SCEGLIERE PESCE FRESCO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgPer avere un pesce di qualità a tavola, è importante saperlo scegliere quando si acquista. Ma come capire se il pesce è di qualità e, soprattutto, se è fresco o no? L’occhio, le branchie, la pelle, le squame, il peritoneo, la colonna vertebrale e la carne possono lanciare dei segnali che, colti durante l’acquisto e la scelta del pesce, possono aiutarti a distinguere quello fresco da quello andato a male. Ma come interpretarli?

Se il pesce è fresco…

  • L’occhio è bombato (convesso), la cornea trasparente e la pupilla nera e brillante;
  • Le branchie sono di colore rosso vivace e senza muco. L’odore delle branchie (e della cavità addominale) è di alghe marine;
  • La pelle è di colore vivo, senza decolorazioni. Il muco cutaneo, presente naturalmente sulla superficie del pesce, è acquoso e trasparente;
  • Le squame aderiscono alla pelle. La carne è compatta ed elastica;
  • Il peritoneo, la membrana che riveste la cavità addominale, nel pesce fresco, aderisce alla carne;
  • La colonna vertebrale si spezza invece di staccarsi; internamente, lungo la colonna, non è presente alcuna colorazione.

Se il pesce non è fresco…

  • l’occhio è incavato al centro, la cornea lattiginosa e la pupilla è grigia;
  • Il colore delle branchie tende al giallastro ed è presente muco lattiginoso. L’odore delle branchie (e della cavità addominale) è acre;
  • La pelle si presenta spenta o in uno stato più avanzato di deperimento; il muco è grigio-giallognolo e opaco;
  • Le squame si staccano con facilità dalla pelle;
  • La carne è molla e flaccida;
  • Il peritoneo non aderisce alla cavità addominale e la colonna vertebrale si stacca. Inoltre, la zona lungo la colonna vertebrale, diventa di colore sempre più rosso con l'”invecchiamento”.

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Il sushi fa ingrassare o dimagrire? Quante calorie ha?

MEDICINA ONLINE SUSHI PESCE CALORIE DIABETE GIAPPONE MANGIARE CIBO DIETA PASTO INGRASSARE DIMAGRIRE.jpgAlmeno un sushi a settimana ormai è diventata la regola e l’idea di mangiare giapponese piace talmente tanto che sui social impazzano le foto di chi mangia prodotti tipici giapponesi. Ma il sushi è davvero così light come sembra oppure fa ingrassare? Insomma, ci si può sedere al tavolo ordinando tutto quello che si vuole perché tanto si tratta di mangiare sano?

Calorie del sushi: Un nigiri (pezzo di riso con sopra pesce) ha circa 30-40 calorie, ma in alcuni tipi può raggiungere anche le 80 calorie per pezzo; un rotolino (alga con riso e pesce dentro) ha circa 20 calorie; una porzione di sushi è di 12/14 pezzi quindi raggiunge le 420 calorie circa

Sì, il sushi fa bene alla linea ma solo se mangiato nelle giuste quantità

Senza considerare le ricette elaborate con uova, maionese o tempura, il sushi non è altro che riso, pesce ed alghe. È una ricetta bilanciata perché contiene i carboidrati del riso che viene normalmente cotto con aceto di riso, le proteine del pesce, ricco di omega 3 (acidigrassi polinsaturi), le fibre e i sali minerali delle alghe. Se mangiato in quantità normali, come possono essere i classici 6 pezzi, non apporta calorie eccessive.

Il segreto per non strafare è l’abbinamento dei piatti

Evitate di ordinare solo maki, ad esempio, ma bilanciate il tutto con solo pesce crudo o una zuppa di miso come antipasto che vi aiuterà a farvi sentire più sazi. ll sushi è un alimento equilibrato solo se associato a un pasto bilanciato ecco perché consiglio di variare. Se invece si eccede nel quantitativo di roll, ad esempio, è come se si mangiasse tre piatti di riso con pesce. Meglio associare una porzione di sushi con altre di solo pesce (sashimi), anche alla griglia, e magari insalate di alghe o zuppa di miso. No ai maki con maionse o formaggio in crema, alla tempura o ai crunchy roll che sono stati precedentemente fritti. Il vero problema del sushi nella dieta, però, è rappresentato dalla salsa di soia: «La salsa di soia è molto salata. Contiene mediamente 15 grammi di sale per 100 grammi di prodotto (un alimento con più di 1,5 gr di sale è da considerarsi salato). Oltre a essere utilizzata per accompagnare sushi e sashimi, la salsa di soia viene spesso usata per cucinare anche altri piatti della cucina giapponese, il che trasforma delle ricette poco caloriche in pasti molto salati, favorendo così la ritenzione di liquidi».

Quindi sushi sì o sushi no? Mangiatelo tranquillamente una volta alla settimana, ma limitando la salsa di soia e abbinando i roll a porzioni di alghe o pesce senza riso.

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Colesterolo alto: i cibi che lo abbassano e quelli da evitare

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COLESTEROLO LDL ALTO CIBI ABBASSANO EVITARE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano.jpgLa situazione classica che mi si presenta avendo spesso a che fare con pazienti in sovrappeso o obesi, è che le loro analisi del sangue evidenziano livelli di colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità, Low Density Lipoprotein, il colesterolo “cattivo”) troppo alti. Oltre alle soluzioni farmacologiche, cosa si può fare per limitare i danni ed abbassare i livelli di LDL? Tanto per cominciare, si possono cambiare le abitudini alimentari. La scelta di certi alimenti favorisce infatti l’eliminazione del colesterolo LDL, detto anche “colesterolo cattivo”, e diventa un’arma per combattere l’ipercolesterolemia.

I cibi che abbassano il colesterolo LDL

Via libera a cerealilegumi e vegetali: questi alimenti, infatti, non contengono colesterolo e aiutano a ridurre i livelli di quello in eccesso. I vegetali ricchi di fibre contribuiscono anche a ridurre l’assorbimento del colesterolo alimentare a livello intestinale. In caso di colesterolo alto è bene quindi consumare porzioni normali di cereali, preferendo quelli integrali a quelli lavorati, e di legumi, assumendo questi ultimi almeno 2-4 volte a settimana. Tra i cereali sono pertanto consigliati pane, pasta e riso integrali, ma anche farro, avena e orzo. Largo invece a frutta e vegetali, non dimenticando di inserire nel menu quotidiano 2-3 porzioni di verdure e 2 di frutta. Il pesce è il benvenuto. Il consumo almeno 2 o 3 volte alla settimana è consigliato a chi ha problemi di colesterolo alto grazie alla particolare composizione del suo grasso. Va però ricordato che sono da preferire cotture alla griglia, al cartoccio o al vapore, mentre la frittura è da evitare. Quanto al consumo di molluschi e crostacei, non deve essere superiore a una volta la settimana.

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Colesterolo alto: i cibi da evitare

Poco olio e di quello buono. I grassi saturi di origine animale provocano l’aumento dei livelli di colesterolo, mentre quelli insaturi di origine vegetale sono in grado di ridurlo. Da evitare, quindi, burro,lardo e strutto a favore di oli vegetali polinsaturi o monoinsaturi, come l’olio extravergine di oliva.
Si può consumare liberamente la carne, sia rossa che bianca. Vanno preferiti, però, i tagli magri. Ricordando sempre, prima della cottura, di eliminare il grasso visibile e di spellare il pollame. Meno grassi è meglio: è bene limitare al minimo il consumo di insaccati, formaggi e uova che contengono quantità piuttosto elevate di grassi e che influenzano negativamente il tasso di colesterolo. Preferire il latte scremato o parzialmente scremato a quello intero.

Consigli per una cottura sana

Quanto ai metodi di cottura vanno preferiti quelli senza l’ausilio di grassi aggiunti – come la bollitura, la cottura a vapore, la cottura al microonde o la grigliatura– e scoraggiato l’impiego della frittura in padella o nella friggitrice.

Leggi anche: Dieta per abbassare il colesterolo: cibi consigliati e da evitare

I migliori prodotti per abbassare il colesterolo e dimagrire

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, che sono estremamente utili per abbassare il colesterolo e dimagrire, fattori che diminuiscono il rischio di ipertensione, ictus cerebrale ed infarto del miocardio:

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Dopo aver sentito il battito del cuore di quella cernia, non ho più mangiato pesce

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ENZO MAIORCA BATTITO CUORE CERNIA PESCE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpg“Mi ero immerso in una secca poco lontana dal capo che protendendosi verso il mare aperto chiude a sud la baia di Siracusa. Quella mattina mi accadde di arpionare una cernia. Una cernia robusta, combattiva. Si scatenò sul fondo una vera e propria lotta titanica fra la cernia che pretendeva di salvare la sua vita e me che pretendevo di togliergliela. La cernia era incastrata in una cavità fra due pareti; cercando di rendermi conto della sua posizione passai la mano destra lungo il suo ventre. Il suo cuore pulsava terrorizzato, impazzito dalla paura. E con quel pulsare di sangue ho capito che stavo uccidendo un essere vivente. Da allora il mio fucile subacqueo giace come un relitto, un reperto archeologico impolverato nella cantina di casa mia. Era il 1967”.

Vincenzo “Enzo” Maiorca (Siracusa, 21 giugno 1931 – Siracusa, 13 novembre 2016), apneista italiano, più volte detentore del record mondiale di immersione in apnea e vegetariano dichiarato.

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Sindrome sgombroide: ti piace il sushi? Ecco perché ti devi preoccupare

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PIACE SUSHI PREOCCUPARE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Glutei Testa.jpgNei ristoranti del nord Italia l’hanno ribattezzata “Mal di sushi”, in realtà in termini tecnici si chiama sindrome sgombroide e dall’inizio dell’anno ad oggi sono quasi cinquanta i consumatori finiti all’ospedale accusando i sintomi classici dell’intossicazione da istamina: nausea, diarrea, palpitazioni e sbalzi improvvisi di pressione. La sindrome sgombroide, però, può avere effetti ben peggiori: nei pazienti cardiopatici, ad esempio, l’avvelenamento da istamina può addirittura provocare uno choc anafilattico.

I pesci più esposti

Il caso è finito sul tavolo della Procura di Milano dopo che quattro medici sono rimasti intossicati lo scorso 29 settembre dopo avere mangiato tonno in un ristorante del centro. L’intossicazione da istamina è causata dal consumo di pesce crudo mal conservato o  semplicemente non più fresco: a causa del deterioramento delle carni, per la cattiva conservazione o semplicemente perchè il pesce è vecchio, si sviluppa il focolaio della contaminazione. Il problema riguarda il tonno e il pesce azzurro, dalle sarde alle palamite, sgombri, tombarelli.

Come lo rendono “fresco”

Esistono metodi per spacciare come fresco un pesce che staziona da qualche giorno di troppo sul bancone. Il tonno viene colorato con succo di rapa rossa (trattamento lecito, ma da indicare) oppure in modo illecito attraverso il monossido di carbonio. Per dare lucentezza alle sardine, invece, le si immerge in un bel bagno diacqua ossigenata. Oppure peggio: si utilizzano additivi vietati a base di perossidi, come il Cafodos, per far rinascere la freschezza perduta di un pesce che invece, naturalmente dovrebbe cominciare a puzzare.
Su talune specie di pesce, come gli sgombroidi, dalle sardine al tonno, l’impiego di additivi può avere effetti indiretti sulla salute. Se il pesce appare fresco, mentre invece è stato conservato male, magari perché non è stata mantenuta la catena del freddo, si può sviluppare una concentrazione elevata di istamina, producendo quella che in linguaggio tecnico si chiama sindrome da sgombroide. A una concentrazione superiore ai limiti di legge previsti, l’istamina può avere effetti tossici per l’uomo.

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Il sale iodato è importante per prevenire le malattie della tiroide: in quali alimenti trovarlo?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO PESCE MARE ABISSO PROFONDITA NUOTARE PESCA PESCARE CUCINA DIETA CIBO CARNE PROTEINE GRASSI OMEGA 3Lo iodio fa bene, non solo in caso di malattie tiroidee o per combattere l’esposizione alle radiazioni nucleari. Lo iodio fa bene a tutti e per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità auspica che il consumo di sale arricchito con questo minerale aumenti fino a raggiungere il 95%. Ma le proprietà dello iodio e il relativo consumo sono ancora molto lontane da questo obiettivo.

Il sale iodato è il sale marino a cui viene aggiunto artificialmente dello iodio. Lo iodio è importante per salute delle persone e lo si rileva in modo ancora più evidente sulle persone che vivono in luoghi lontani dal mare: la carenza di iodio può causare dei problemi alla tiroide, fino all’ingrossamento della ghiandola e al formarsi del gozzo. A conferma di quanto lo iodio sia importante, una ricerca delle università inglesi di Surrey e di Bristol, pubblicata sulla rivista The Lancet, è giunta alla conclusione che lo iodio è direttamente connesso allo sviluppo intellettivo. Lo studio è stato condotto su un campione di mille donne in gravidanza: quelle che avevano una dieta ricca di iodio hanno avuto bambini con un QI superiore di tre punti rispetto ai bambini nati dalle donne che avevano una dieta carente di questo minerale.

In quali alimenti si può trovare lo iodio? Innanzi tutto in pesci e crostacei, ma ne contengono una buona quantità anche il latte, la carne e le uova. Per quanto riguarda i cibi arricchiti artificialmente, oltre al sale iodato, si possono trovare in commercio anche le patate iodate e presto arriveranno altri tipi di verdura con aggiunta di iodio come pomodori, carote e insalata che si ottengono aggiungendo iodio al terreno: l’esperimento è stato condotto con successo presso l’università di Pisa. Saranno presto nei negozi anche latte e formaggi ulteriormente arricchiti, cosa che si ottiene aggiungendo iodio ai mangimi degli animali.

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Perché il primo aprile si fa il “pesce d’aprile”?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO PESCE MARE ABISSO PROFONDITA NUOTARE PESCA PESCARE CUCINA DIETA CIBO CARNE PROTEINE GRASSI OMEGA 3Oggi è il primo giorno del mese di aprile, conosciuto in tutto il mondo come il giorno degli scherzi e le sue origini sembrerebbero essere molto lontane, anche se una storia precisa non è mai stata data come origine certa della “festa”. Ecco alcune di queste – fantasiose, a volte – storie.

Una teoria dice che la sua origine si deve attribuire all’arrivo dell’equinozio di primavera, che cade il 21 marzo, e segna l’inizio del capodanno che veniva celebrato prima del 1582, anno in cui venne adottato il calendario Gregoriano. Il capodanno durava dal 25 marzo fino al primo aprile, e quando fu spostato al primo gennaio, in Francia si diffuse l’abitudine di inviare pacchi vuoti il primo del mese di aprile proprio per scherzare sulla giornata, chimanado questo scherzo “poisson d’avril”, cioè pesce d’aprile.

Una seconda teoria dice che il primo di Aprile nasce in età classica grazie al mito della madre di Proserpina, che cercava la figlia rapita da Plutone. La donna, ingannata da una ninfa, non riuscì mai a ritrovarla.

Una terza teoria dice che lo scherzo d’aprile si associa alla data della morte di Gesù che secondo il calendario Gregoriano sarebbe appunto avvenuta il 1 Aprile del 33. La denominazione “pesce” d’aprile potrebbe essere nata dall’usanza dei primi cristiani di farsi riconoscere con il segno del pesce.

Una quarta teoria si basa sulla creazione del mondo, che sarebbe stata terminata dal dio cristiano proprio il primo di aprile: gli uomini rimasti soli cercarono del cibo per sfamarsi e dei ripari per la notte. Alcuni di loro erano intraprendenti ed attivi, mentre altri erano sciocchi ed intralciavano le attivitaà, tanto che quest’ultimi furono mandati dai primi a cercare cose inesistenti pur di “levarseli di torno” e riuscire a lavorare tranquillamente.

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