Epicondilite: cure, cosa fare, quando chiamare il medico?

MEDICINA ONLINE EPICONDILITE EPICONDILO TENDINE INFIAMMAZIONE TENDINITE OLECRANO ULNA OMERO DOLORE ARTO BRACCO SINISTRO FORMICOLIO CIRCOLAZIONE CANCRO TUMORE ATTACCO CARDIACO CUORE GOMITPrima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento trattato, leggi questo articolo: Gomito del tennista (epicondilite): cos’è, quanto dura e rimedi

Ecco i cinque punti chiave per proteggere il gomito in presenza di epicondilite:

  1. Protezione. Proteggete il gomito da ulteriori lesioni mettendolo a riposo. Se i sintomi sono provocati da attività o da sport particolari, non praticateli finché i sintomi non migliorano.
  2. Riposo. Non fate lavorare troppo il gomito, ma non lasciatelo nemmeno immobile. In molti casi è sufficiente indossare una guaina elastica sull’avambraccio di notte per diminuire i sintomi.
  3. Ghiaccio. Per diminuire il gonfiore usate la borsa del ghiaccio, i massaggi con la borsa del ghiaccio, i bagni nell’acqua fredda o la guaina elastica impregnata d’acqua fredda. Cercate di applicare il ghiaccio il prima possibile dopo la comparsa del dolore.
  4. Compressione. Usate una benda o una guaina elastica per comprimere la zona lesionata.
  5. Elevazione. Quando possibile cercate di alzare il gomito al livello delle spalle per prevenire o diminuire il gonfiore.

È possibile poi modificare il modo in cui si affrontano determinate attività, ad esempio chi gioca a tennis può verificare che la racchetta abbia le caratteristiche adatte, oppure ci si può mettere a riposo o limitare le attività che comportano un uso eccessivo del braccio e della mano.
La classica borsa del ghiaccio può essere utile per diminuire il dolore e l’infiammazione. È possibile applicare il ghiaccio direttamente sulla zona dolorante oppure massaggiare con la borsa del ghiaccio diverse volte al giorno per circa venti minuti, soprattutto dopo quelle attività che provocano il dolore.
Fare stretching e ginnastica per i muscoli collegati al gomito è utile per rafforzare i muscoli e diminuire il dolore. Di solito è possibile fare gli esercizi a casa, ma nei casi più gravi sarà necessario l’aiuto del fisioterapista.
Esistono bende e tutori in grado di diminuire il sovraccarico del tendine e quindi il dolore. Li si può usare durante l’attività fisica, oltre a seguire il programma di esercizi di stretching e rafforzamento del gomito. Per difendere i polsi esistono le polsiere, efficaci per diminuire lo stress dei tendini.
Per diminuire il dolore è possibile andare in farmacia e acquistare un comune antinfiammatorio senza ricetta. Esistono anche antinfiammatori con obbligo di ricetta ma, prima di farseli prescrivere, è opportuno informarsi su eventuali effetti collaterali.
Un’altra possibilità per evitare l’intervento chirurgico sono le iniezioni di cortisone. Il cortisone è iniettato direttamente nel tendine in modo da diminuire l’infiammazione. Possono rivelarsi necessarie diverse iniezioni. Se questo tipo di cure, associate a fisioterapia, non hanno il successo sperato ed il dolore dovuto all’epicondilite continua a essere grave ed invalidante, è consigliabile ricorrere all’intervento chirurgico.

Leggi anche:

Quando chiamare il medico
E’ necessario parlare con il medico quando i principali rimedi di automedicazione (riposo, ghiaccio e l’uso di antidolorifici da banco) non migliorano la situazione.
E’ invece urgente la necessità di una visita se:

  • il gomito è caldo e infiammato e c’è febbre,
  • non è possibile piegare il gomito,
  • il gomito sembra deforme,
  • si sospetta una frattura ossea.

I migliori prodotti per la cura delle ossa e dei dolori articolari 
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere di ossa, legamenti, cartilagini e tendini e la cura dei dolori articolari. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Mimmo Beneventano: il medico antimafia che stava sempre dalla parte degli ultimi

MEDICINA ONLINE Domenico Beneventano, detto Mimmo (Petina, 11 luglio 1948 – Ottaviano, 7 novembre 1980), è stato un politico italiano, vittima della CamorraSiamo abituati a pensare agli eroi come a uomini straordinari, dotati di poteri speciali e di capacità sovrumane. Ma gli eroi sono altri, sono le persone normali che fanno ogni giorno il proprio dovere.
Questa è la storia di uno di loro, di un eroe normale, che si chiamava Mimmo Beneventano.

Domenico Beneventano nasce a Petina, in provincia di Salerno, ma si trasferisce fin dal 1968 a Ottaviano. Mimmo, così lo chiamano gli amici, è un ragazzo dal cuore d’oro, sta sempre dalla parte degli ultimi. L’amore per gli altri lo porta a iscriversi alla facoltà di medicina e a diventare dottore, una professione che dovrebbe essere sempre animata da quello spirito altruistico di cui Mimmo era ricolmo.

Lo stesso amore che lo conduce nel Belice ad aiutare i terremotati, a Firenze durante l’alluvione, tra i poveri al fianco delle organizzazioni caritatevoli. Ma Mimmo non è soltanto una persona buona, è anche intelligente, colto, lucido, scrive poesie e tiene gli occhi aperti. Così, per uno come lui, per un eroe normale, è facile vedere che nella sua terra c’è un cancro che distrugge tutto. Un cancro che si chiama camorra.

Quel cancro lo vede tra i suoi pazienti che si ammalano di tumore con percentuali molto superiori al resto d’Italia. Lo vede nelle discariche abusive. Lo vede nei laghi di percolato che appestano la sua regione. Lo vede nella cementificazione selvaggia, nell’abusivismo, nell’inquinamento dei prodotti della terra.

Mimmo lo vede e lo combatte. Perché è un eroe normale e gli eroi normali questo fanno. Vedono un cancro e cercano di estirparlo.
Si candida alle elezioni comunali di Ottaviano nelle liste del Partito Comunista. Viene eletto nel 1975 e riconfermato nel 1980.

Mimmo diventa una spina nel fianco per quelle che oggi vengono chiamate ecomafie e che allora erano ancora una realtà pressoché sconosciuta. Una spina che la camorra decide di togliersi nell’unico modo infame che conosce.

I sicari lo freddano il 7 novembre 1980 appena uscito di casa. Si stava recando al lavoro, dai suoi pazienti, dai malati, dagli ultimi. Stava andando dalla sua gente.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Dolore toracico: infarto o altre cause? Quando chiamare il medico

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Estetico Medicina Estetica Roma RICONOSCERE INFARTO DEL MIOCARDIO Vita Cuore HD Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Pulsata Peeling Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Nei Dietologo DermatologiaIl dolore toracico è un fastidio od un dolore che colpisce la parte anteriore alta dell’organismo, tra il collo e l’addome inferiore. Molti di coloro che soffrono di male al torace temono un infarto, tuttavia il dolore toracico può avere molte altre cause diverse: alcune di esse non sono pericolose, mentre altre possono essere gravi o addirittura letali. Il dolore può irradiarsi nel torace dal collo, dall’addome e dalla schiena e la causa può essere legata a uno qualsiasi degli organi della zona toracica:

  • cuore,
  • polmoni,
  • esofago,
  • muscoli,
  • costole,
  • tendini,
  • nervi,
  • pelle della zona.

Si tratta di un sintomo piuttosto comune, che tuttavia non deve essere mai essere sottovalutato per non rischiare ritardi nel caso di emergenze mediche; in particolare si consiglia di chiamare immediatamente il 118 nel caso in cui il dolore:

  • si presenti come una forte pressione o sensazione di costrizione,
  • duri più di 15 minuti,
  • si irradi verso braccia, schiena o mascella,
  • sia accompagnato da mancanza di fiato, nausea, sudorazione o tosse con sangue.

Particolare cautela va posta nei soggetti affetti da malattie coronariche o che presentano fattori di rischio cardiovascolari come

  • fumo,
  • obesità,
  • pressione alta,
  • diabete,
  • colesterolo alto.

Cause cardiache

L’infarto è sicuramente la causa più temuta tra quelle in grado di spiegare un dolore al petto; i sintomi in questo caso possono essere in parte variabili da un soggetto all’altro, alcuni addirittura non manifestano alcun sintomo, alcuni solo un po’ di fastidio al braccio, mentre altri possono sviluppare:

  • dolore o disagio in altre zone del parte superiore del corpo, tra cui braccia, spalla sinistra, schiena, collo, mandibola, stomaco,
  • difficoltà di respirazione o fiato corto,
  • sudorazione (eventualmente “sudore freddo”),
  • senso di pienezza, indigestione, o sensazione di soffocamento (descritto a volte come “bruciore di stomaco”),
  • nausea o vomito,
  • stordimento, vertigini, debolezza estrema o ansia,
  • battiti cardiaci accelerati o irregolari.

Un disturbo simile è l’angina, che è il nome di un sintomo e non di una malattia; si tratta di un dolore toracico causato da un’insufficiente afflusso di sangue e ossigeno al cuore. Si presenta in genere come un senso di pressione o costrizione, un dolore acuto caratterizzato da senso di pesantezza, formicolio o indolenzimento al torace, che talvolta si può irradiare verso spalle, braccia, gomiti, polsi, schiena, collo, gola e mandibola. È in genere legata a un disturbo alle coronarie, le arterie che portano il sangue ossigenato che serve al cuore per espletare le sue funzioni, che per qualche ragione si restringono diminuendo l’afflusso. La differenza principale rispetto all’infarto è che il dolore al petto causato dall’angina tende ad essere innescato da attività fisica o da uno stress emotivo e migliora con il riposo entro pochi minuti. I sintomi di un attacco cardiaco, al contrario, tendono a durare più di 15 minuti, si verificano anche a riposo e possono includere sudorazione fredda e vomito. Se c’è già stata una diagnosi in passato di angina l’assunzione dello specifico farmaco è in genere sufficiente ad alleviare i sintomi, eventualmente una seconda dose può essere presa dopo cinque minuti se la prima dose non sia risultata efficace. In caso di persistenza dei sintomi si raccomanda di chiamare il 118.

Tra gli altri disturbi cardiaci legati a un dolore al petto ricordiamo:

  • La dissecazione aortica è una lacerazione della parete dell’aorta, la grande arteria che trasporta il sangue dal cuore al resto dell’organismo: questo disturbo provoca un dolore improvviso e molto intenso nella zona del torace e nella parte alta della schiena. Si tratta di una malattia vascolare particolarmente grave, caratterizzata da un’elevata mortalità in assenza di trattamento chirurgico immediato.
  • La pericardite è un’infiammazione (rigonfiamento) della membrana che circonda il cuore: causa un forte dolore al centro del torace.

Come si fa a distinguere un infarto?

Può essere difficile o addirittura impossibile capire quali siano le cause del dolore al torace in base alla sola visita. I sintomi dell’infarto variano considerevolmente da paziente a paziente, e rendono molto difficile o impossibile capire se il disturbo è causato da un infarto o da qualche altro disturbo. Chi ha avuto un infarto in passato può non rendersi conto che è in corso un altro infarto, perché i sintomi potrebbero essere completamente diversi. Non tutti gli attacchi di cuore iniziano con un improvviso e schiacciante dolore al petto come si vede nei film, molti pazienti addirittura non manifestano alcuna forma di dolore (capita spesso in soggetti anziani, di sesso femminile o diabetici).

  • Gli attacchi cardiaci possono iniziare lentamente, causando solo un lieve fastidio o disagio. In altri casi il dolore è più intenso e improvviso. I sintomi possono anche andare e venire per diverse ore.
  • Le donne manifestano più spesso respiro corto, nausea e vomito, stanchezza (a volte dura per giorni) e dolore a schiena, spalle e mascella.

I sintomi premonitori a cui prestare attenzione sono:

  • Dolore o fastidio al petto. La maggior parte degli infarti causa fastidio nel centro o sul lato sinistroo. Il disagio di solito dura più di pochi minuti, oppure va e viene. Si può avvertire e descrivere come pressione, spremitura, pesantezza o vero e proprio dolore. In alcuni casi sembra il classico bruciore di stomaco o senso di indigestione. La sensazione può essere lieve o grave.
  • Il dolore inizia nella parte superiore del corpo. Si può accusare dolore o fastidio in una o entrambe le braccia, schiena, spalle, collo, mandibola o nella parte superiore dello stomaco (sopra l’ombelico).
  • Fiato corto. In alcuni casi questo è l’unico sintomo, che può verificarsi prima o insieme al dolore/fastidio al petto. Si può verificare sia in condizione di riposo che di attività fisica.

Negli uomini il più comune sintomo attacco cardiaco è il dolore o fastidio toracico, mentre nelle donne è più frequente la manifestazione di alcuni o tutti i sintomi visti in precedenza. Altri segni e sintomi comuni sono:

  • sudore freddo,
  • sensazione di inspiegabile stanchezza, a volte per giorni (soprattutto nelle donne),
  • nausea (sensazione di malessere allo stomaco) e vomito,
  • vertigine improvvisa,

Più segni/sintomi sono presenti, più è probabile un attacco di cuore.

Cause digestive

Sono numerose le patologie legate all’apparato digerente in grado di causare dolore al petto, che spesso viene scambiato per un infarto. Tra le più comuni ricordiamo per esempio:

  • spasmi o restringimento dell’esofago (il tubicino che fa passare gli alimenti dalla bocca allo stomaco),
  • calcoli biliari, che causano un dolore che si aggrava dopo i pasti (soprattutto se ricco di grassi),
  • reflusso gastroesofageo (GERD),
  • ulcera gastrica o gastrite (il bruciore si presenta a stomaco vuoto e tende a migliorare a stomaco pieno).

Concentriamoci in particolare sul reflusso e sul bruciore di stomaco, due disturbi tanto comuni quanto molto spesso scambiati per infarto, tanto che in alcuni casi anche i medici sono costretti a fare ricorso a esami del sangue per escludere con certezza un interessamento cardiaco. Imparare le differenze tra il bruciore di stomaco e i disturbi più gravi può essere questione di vita o di morte, cerchiamo quindi di capire come distinguerli.

Che cos’è il bruciore di stomaco?

Il bruciore di stomaco non è una malattia, ma un sintomo. Tra le caratteristiche del bruciore di stomaco ricordiamo:

  • si presenta soprattutto dopo i pasti oppure quando si sta sdraiati o chinati,
  • la durata è molto variabile,
  • la sensazione di bruciore di stomaco può iniziare nella parte alta dell’addome e irradiarsi verso il collo in caso di reflusso gastroesofageo,
  • gli acidi gastrici che refluiscono nell’esofago possono lasciarvi un gusto acido in bocca, soprattutto se siete sdraiati.

L’esofago è il tubo che collega lo stomaco alla bocca e, normalmente, il passaggio del cibo avviene solo verso il basso; quando la valvola che impedisce la risalita del cibo verso l’alto non funziona correttamente, il contenuto dello stomaco (cibo e acidi gastrici) può risalire verso la bocca e irritare il tubo digerente, causando la comparsa di dolore al petto.

Cause polmonari

Tra i problemi polmonari in grado di provocare il dolore toracico ricordiamo:

  • L’embolia polmonare è il blocco di un’arteria polmonare, il vaso sanguigno che trasporta il sangue dal cuore ai polmoni; l’ostruzione è in genere causata da un coagulo di sangue trasportato da altre parti del corpo e si tratta di una condizione potenzialmente fatale; oltre al dolore (che peggiora con la respirazione), possono comparire
    • mancanza di fiato, improvvisa o che compare gradualmente,
    • tosse, spesso secca, talvolta con presenza di sangue,
    • sensazione di svenimento e/o di vertigini.
  • Lo pneumotorace, ossia un improvviso collasso del polmone causato dalla fuoriuscita dell’aria nello spazio pleurico, è caratterizzato da un dolore improvviso e in grado di durare diverse ore.
  • La pleurite (infiammazione della membrana che circonda il polmone) può provocare un dolore toracico acuto, che in molti casi si aggrava quando si fa un respiro profondo o si tossisce,
  • La polmonite causa un forte dolore toracico che in molti casi si aggrava quando si fa un respiro profondo o si tossisce; è spesso accompagnato da:
    • tosse, spesso produttiva con catarro giallo-verde e/o con sangue,
    • febbre,
    • brividi,
    • mancanza di fiato.

Cause muscolari

Alcune forme di dolore toracico sono legato a infiammazioni muscoloscheletriche, ricordiamo per esempio:

  • la costocondrite, ossia l’infiammazione della cartilagine tra le costole e lo sterno,
  • dolori muscolari più o meno gravi, causati da eventi traumatici (stiramenti, traumi, …) o da patologie sottostanti (ad esempio la fibromialgia),
  • costola rotta/incrinata, in seguito a traumi, cadute,
  • dolori intercostali.

Altre cause

Ricordiamo infine altre possibili cause:

  • attacchi di panico, che spesso si manifestano con un’improvvisa accelerazione del respiro,
  • fuoco di Sant’Antonio, che provoca un dolore acuto e bruciante nella fascia che va dal torace alla schiena e può causare un’eruzione cutanea.

Leggi anche:

Quando chiamare il medico

È necessario farsi portare immediatamente al pronto soccorso in caso di un dolore al torace diverso dal solito, soprattutto nel caso di

  • precedenti di infarto,
  • cardiopatia,
  • diabete,
  • sovrappeso,
  • colesterolo alto.

È necessario chiamare l’ambulanza il prima possibile, perché la diagnosi immediata e una terapia tempestiva potrebbero fare la differenza tra la vita e la morte.

Chiamate il 118 o farsi portare al Pronto Soccorso anche se:

  • all’improvviso avvertite una stretta al petto, un dolore schiacciante o una sensazione di forte pressione al torace.
  • Il dolore si irradia (si diffonde) verso la mascella, il braccio sinistro o tra le scapole.
  • Avete la nausea o le vertigini, iniziate a sudare, avete il cuore che batte forte o avete problemi a respirare.
  • Già sapete di soffrire di angina e il dolore toracico si intensifica, anche dopo attività fisiche leggere, oppure dura più a lungo del solito.
  • I sintomi dell’angina si verificano quando siete a riposo.
  • Avvertite un dolore acuto e improvviso al torace, accompagnato da difficoltà respiratorie, soprattutto dopo un lungo viaggio, dopo un periodo di inattività forzata (ad esempio dopo un intervento chirurgico), in particolar modo se una gamba è gonfia o più gonfia dell’altra. In questo caso potrebbe trattarsi di un embolo.

Se soffrite di bruciore di stomaco e questo

  • sembra peggiore o diverso dal solito,
  • si verifica durante l’attività fisica
  • o è accompagnato da problemi respiratori, sudorazione, capogiro, nausea o dolore che si irradia verso la spalla e il braccio,

andate IMMEDIATAMENTE al pronto soccorso. Questi sintomi potrebbero indicare un infarto.

Diagnosi

Se pensate di essere in una situazione di emergenza, andate immediatamente al pronto soccorso. Il medico vi visiterà e controllerà i parametri vitali (temperatura, battito cardiaco, frequenza respiratoria, pressione). La visita si concentrerà sul torace, sui polmoni e sul cuore. Il medico vi rivolgerà domande di questo genere:

  • Ha male tra le scapole? Ha male sotto lo sterno? Il dolore si sposta? È da un solo lato?
  • Come descriverebbe il dolore (Dolore grave, strappo, dolore acuto, pugnalata, bruciore, compressione, stretta, pressione, dolore schiacciante, dolore persistente, dolore sordo, dolore forte)?
  • Il dolore si è presentato all’improvviso? Compare tutti i giorni alla stessa ora?
  • Il dolore peggiora con il passare del tempo? Quanto dura?
  • Il dolore si irradia verso la spalla, il braccio, il collo, la mascella o la schiena?
  • Il dolore peggiora quando fa un respiro profondo, tossisce, mangia o si china?
  • Il dolore peggiora dopo l’esercizio fisico? Tende a migliorare dopo il riposo? Sparisce completamente o si attenua soltanto?
  • Il dolore migliora dopo aver assunto la nitroglicerina? Migliora dopo aver bevuto del latte, assunto gli antiacidi o aver ruttato?
  • Soffre anche di altri sintomi?

Gli esami da effettuare dipendono dalla causa presunta del dolore. In molti casi, per prima cosa, saranno eseguiti uno o più degli esami seguenti:

  • esame della troponina, per escludere l’infarto,
  • elettrocardiogramma,
  • ecocardiografia,
  • TAC toracica,
  • radiografia toracica.

Cura e terapia

In caso di dolore toracico, indipendentemente dalla causa, è consigliabile rivolgersi al medico prima di ricorrere a qualsiasi rimedio pratico.

Se avete uno strappo muscolare causato da un trauma, dal sovraccarico o dalla tosse, il torace è dolorante al tatto in caso di pressione sulla zona di origine del dolore (per esempio con un dito o con la mano). La cura degli strappi muscolari è molto semplice, e prevede il riposo, l’assunzione di paracetamolo o ibuprofene, la borsa dell’acqua calda o del ghiaccio. Se sapete di avere l’asma o l’angina, seguite le istruzioni del vostro medico e assumete i farmaci con regolarità, per evitare che i disturbi si riacutizzino.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Eutirox in sovradosaggio: cosa fare, è pericoloso, quando chiamare il medico?

MEDICINA ONLINE FARMACO EUTIROX TIROIDE LEVOTIROXINA CAPSULE DOSAGGIO COMPRESSE SOVRADOSAGGIO EFFETTI COLLATERALI NOCIVI INDESIDERATI CONTROINDICAZIONI AI PASTI DOPO I PASTI VENDITA FARMACIA GENERICO EQUIVALENTELa levotiroxina sodica è il principio attivo presente nel celebre farmaco Eutirox. La levotiroxina sodica è un ormone perfettamente uguale a quello prodotto dalla ghiandola tiroidea (T4), ma è ottenuto in laboratorio per via sintetica. La T4 contenuta in Eutirox viene convertita nel nostro organismo nell’ormone triiodiotironina (T3), che regola numerose funzioni del metabolismo umano. Eutirox si usa per trattare stati di ipotiroidismo come: gozzo, ipofunzione tiroidea, flogosi della tiroide, terapia sostitutiva dopo tiroidectomia (rimozione chirurgica della tiroide).

Dosaggio di Eutirox

Eutirox è presente sul mercato in compresse da diverse dosi, per adattarsi alle diverse situazioni cliniche:

  • 25 mcg
  • 50 mcg
  • 75 mcg
  • 88 mcg
  • 100 mcg
  • 112 mcg
  • 125 mcg
  • 137 mcg
  • 150 mcg
  • 175 mcg
  • 200 mcg.

La posologia efficace del farmaco deve essere stabilita dall’endocrinologo e può variare in baso ad un miglioramento od un peggioramento dell’ipotiroidismo. Nel caso in cui si siano assunte dosi elevate del farmaco si possono riscontrare alcuni effetti collaterali. Eutirox, preso in quantitativo eccessivo, provoca infatti una concentrazione dell’ormone tiroideo troppo elevata, dannosa per la salute. In particolare si possono riscontrare fenomeni collegati ad una brusca accelerazione del metabolismo.

Sintomi e segni di sovradosaggio di Eutirox

In caso di sovradosaggio (avvenuto per aver assunto per errore troppo farmaco o per una errava valutazione terapeutica) possono manifestarsi sintomi cardiaci (ad es. dolore anginoso, aritmie cardiache, palpitazioni) e crampi della muscolatura scheletrica. In generale i sintomi più diffusi da sovradosaggio di Eutirox sono:

  • nervosismo,
  • iperattività,
  • alterazioni della frequenza cardiaca, specie tachicardia,
  • insonnia,
  • alterazioni del ciclo mestruale,
  • aumento del numero di defecazioni giornaliere,
  • diarrea,
  • eccitabilità,
  • ansia,
  • astenia (stanchezza generale) anche in assenza di grandi sforzi,
  • crampi muscolari,
  • cefalea,
  • senso di malessere generale,
  • vampate di calore,
  • dolore al petto,
  • sudorazione,
  • debolezza muscolare,
  • aumento della fame,
  • calo ponderale.

In questi casi è consigliabile, su indicazione medica, la riduzione della posologia quotidiana o la sospensione del trattamento per alcuni giorni. Se i sintomi di sovradosaggio persistono, è consigliato consultare immediatamente il proprio medico; è importante recarsi subito dal medico anche se i sintomi sono particolarmente intensi, ad esempio in caso di severa e persistente tachicardia e/o di dolore toracico, soprattutto in caso di paziente cardiopatico.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn e su Pinterest, grazie!

Palpazione nell’esame obiettivo: cos’è ed a che serve?

MEDICINA ONLINE ESAME OBIETTIVO ANAMNESI VISITA MEDICA GENERALE AUSCULTAZIONE ISPEZIONE PERCUSSIONE PALPAZIONE DIFFERENZA FONENDOSCOPIO STETOSCOPIO TORACE ADDOME VISCERI CUORE SUONI STETOFONENDOSCOPIO SEMEIOTICAPer palpazione in campo medico, si intende una parte dell’esame obiettivo, dove il medico o l’infermiere utilizza le proprie mani a contatto col corpo del paziente esercitando pressioni, trazioni, penetrazione di organi ed apparati accessibili, sfregamenti, premiture per molteplici finalità:

  • valutazione di posizione, sede, dimensioni, forma, consistenza, continuità, movimenti e mobilità di un organo o tessuto (muscoli, fegato, tiroide, segmenti ossei, cuore, linfonodi, prostata, articolazioni, vescica, testicolo eccetera)
  • ricerca di segni clinici
  • individuazione di eventuali tumefazioni patologiche
  • determinazione della presenza ed entità di dolore evocato
    • punti dolorosi (ureterale, appendicolare, colecistico, eccetera)
    • per controllare i tender point della persona, a volte infatti la palpazione rimane l’unico mezzo diagnostico di alcune malattie come la fibromialgia e la sindrome del dolore miofasciale.
  • ricerca polsi arteriosi fisiologici e patologici
  • rilevazione di fremiti, crepitii, fremito vocale tattile (FVT)
  • valutazione della presenza ed entità di edema
    • tissutale, per esempio agli arti inferiori: segno della fovea
    • raccolto in cavità, ad esempio in addome: ascite (segno del fiotto)
  • per avere indicazioni sulla temperatura di un distretto corporeo (ad esempio un’articolazione infiammata)
  • valutazione dello stato di idratazione
  • studio della sensibilità ed evocazione di riflessi
  • corpi estranei

Le parti più analizzate sono il torace e l’addome.

La palpazione può essere superficiale, media o profonda.

Può essere condotta con una o, più frequentemente, con due mani (palpazione bimanuale).

Altri articoli che potrebbero interessarti:

Semeiotica dell’addome:

Semeiotica della colecisti:

Semeiotica del rene:

Semeiotica del cuore:

Posizione del corpo:

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Che significa prendere un farmaco off label?

MEDICINA ONLINE FARMACO MEDICINALE PRINCIPIO ATTIVO FARMACIA PILLOLA PASTIGLIA DINITROFENOLO DNP DIMAGRIRE DIETA FARMACI ANORESSIZANTI MORTE EFFETTI COLLATERALI FOGLIO FOGLIETTO ILLUSTRACon off-label in medicina e farmacologia si intende l’impiego nella pratica clinica di farmaci in maniera non conforme allo stesso, ad esempio la somministrazione di un dato farmaco per una patologia non prevista tra le indicazioni terapeutiche di quel dato farmaco.

Spesso l’utilizzo degli off-label riguarda molecole già note e utilizzate da tempo e per le quali determinate evidenze scientifiche suggerirebbero un uso razionale anche in situazioni cliniche non previste dalla scheda tecnica e nel foglietto illustrativo dei farmaci autorizzati all’immissione in commercio dalle Autorità regolatorie (Ministero della Salute e/o EMEA). Di conseguenza il farmaco off-label può essere utilizzato in “particolari situazioni cliniche”, per esempio ma non solo, anche modificando alcuni aspetti fondamentali “consolidati” della posologia del farmaco.

Leggi anche:

La prescrizione off-label si realizza quando un farmaco viene somministrato:

  • Diversamente dall’indicazione terapeutica prevista.
  • Diversamente dalle vie e dalle modalità di somministrazione prevista.
  • Secondo dosi diverse rispetto a quanto previsto dallo schema posologico dell’RCP.
  • Superando le controindicazioni contemplate nel RCP.
  • Diversamente dalle utilizzazioni autorizzate dal Ministero della Salute.
  • Diversamente dall’elenco predisposto dalla Commissione Unica del farmaco.

La prescrizione in off-label, al di là del rispetto delle leggi che la regolano, è anche un problema di ordine etico; perché va a condizionare in modo decisivo la pratica clinica, ovvero il comportamento che il medico assume nei confronti della terapia cui sottopone il proprio paziente. Infatti, se da un lato la prescrizione in off-label di un farmaco, in alcune situazioni cliniche selezionate, può rappresentare una preziosa opportunità, talvolta questa è l’unica terapia possibile del paziente.

L’uso diffuso ed indiscriminato del farmaco off-label, per il quale non è stata accertata “efficacia” e/o “sicurezza”, può sottoporre inutilmente il paziente a possibili imprevedibili danni. Danni evitabili nel caso in cui sono disponibili più note e collaudate alternative terapeutiche efficaci e nello stesso tempo autorizzate; per le quali è stata accertata con sicurezza l’efficacia e la tollerabilità.

Spetta sempre e comunque al medico curante la scelta dell’utilizzo di un farmaco in off-label che, secondo “scienza e coscienza”, basandosi sui risultati pubblicati nella letteratura scientifica, sotto la sua diretta responsabilità, dopo aver informato adeguatamente il paziente ed averne ottenuto il consenso, potrà far iniziare la terapia con un farmaco per un’indicazione terapeutica differente o una via di assunzione o una modalità di somministrazione alternativa a quelle approvate foglietto illustrativo.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!