Con “ipertonia muscolare” (o “ipertono muscolare”, spesso semplicemente “ipertonia” o “ipertonia”) in medicina si indica l’aumento del tono muscolare. L’ipertonia muscolare si riscontra sia durante l’attività fisica del muscolo, ma anche quando il muscolo sia completamente fermo (a riposo). L’ipertonia muscolare può essere localizzata in un determinato muscolo, oppure in un distretto anatomico o essere generalizzata (interessare l’intero organismo). Quando l’ipertono muscolare è molto accentuato, si parla di “spasticità“.
Nonostante il fatto che l’ipertonia muscolare sia solo un tipo specifico di ipertonia, spesso il termine “ipertonia”, adoperato da solo, viene usato come sinonimo di “ipertonia muscolare”.
Ipertonia muscolare ed iperstenia muscolare
Mentre “ipertonia muscolare” indica l’aumento del tono muscolare, “iperstenia muscolare” indica l’aumento della forza muscolare. I due termini non sono sinonimi e non sono necessariamente correlati. L’ipertonia muscolare può in alcuni casi accompagnarsi ad una iperstenia muscolare mentre in altri casi ciò non si verifica, e viceversa. In parole semplici:
- un aumento del tono muscolare non è correlato necessariamente un aumento della forza muscolare;
- un aumento della forza muscolare non è correlato necessariamente ad un aumento del tono muscolare.
Tipi di ipertonia muscolare
L’ipertonia muscolare può essere distinta in due gruppi:
- ipertonia muscolare piramidale: si verifica quando è lesa la via piramidale, cioè quel fascio di fibre nervose correlate ai movimenti volontari; si riscontra in varie patologie che interessano tale via, come SLA (sclerosi laterale amiotrofica), siringomielia e patologie varie del midollo spinale (ad esempio compressione da tumore). L’ipertonia piramidale interessa i muscoli flessori degli arti superiori e gli estensori degli arti inferiori; qualora il medico tenti di muovere l’arto del paziente, il movimento è opposto da una resistenza che aumenta in modo progressivo per poi improvvisamente cessare appena si rilascia la parte con ritorno alla popizione di partenza (rigidità spastica, “coltello a serramanico”);
- ipertonia muscolare extrapiramidale (o “rigidità plastica”): è causata da un danno al sistema extrapiramidale, cioè la via nervosa motoria da cui dipendono il tono muscolare ed il controllo posturale del corpo. L’ipertonia extrapiramidale si verifica tipicamente nella malattia di Parkinson ed interessa sia i muscoli estensori che quelli flessori; la resistenza alla mobilizzazione passiva si esercita con una forza costante (non progressiva come avviene nell’ipertonia piramidale) e non si osserva il ritorno del segmento alla posizione di partenza.
Cause di ipertonia muscolare
L’ipertonia muscolare può essere causata o favorita da varie patologie, tra cui:
- miastenia gravis;
- sclerosi multipla;
- morbo di Parkinson;
- ictus cerebrale;
- tumori del midollo spinale;
- malattia di Chagas;
- paralisi cerebrale infantile;
- pellagra;
- poliomielite;
- sindrome serotoninergica;
- siringomielia
- varie patologie genetiche a carattere ereditario, come la sindrome di Edwards (trisomia 18).
Sintomi e segni di ipertonia muscolare
L’aumento patologico del tono muscolare è facilmente visibile e riconoscibile al tatto ed alla vista: si manifesta come un irrigidimento che rende difficoltoso l’allungamento passivo dei muscoli. Qualora il medico provi ad esempio a ad attuare uno spostamento passivo del distretto corporeo di un paziente (ad esempio un braccio), l’ipertonia muscolare potrebbe arrivare a rendere difficoltoso o addirittura impossibile tale spostamento. L’ipertonia si può tradurre nella inappropriata attività dei muscoli antagonisti e nella incapacità di frazionare l’esecuzione di un dato movimento.
Sintomi e segni associati
In base alla patologia a monte che l’ha determinata, una ipertonia muscolare può essere associata a sintomi e segni anche molto diversi tra loro, tra cui:
- ipostenia o miostenia (diminuzione di forza muscolare);
- facile affaticabilità;
- scarsa resistenza allo sforzo;
- dolore nella sede di insorgenza (ad esempio collo, torace, schiena, zona lombare e/o arti superiori o inferiori, in alcuni casi irradiati fino a piedi o mani);
- difficoltà nel mantenere la testa “dritta”;
- difficoltà nella concentrazione e nella memoria;
- disturbi urinari: ad esempio incontinenza urinaria e difficoltà alla minzione;
- disturbi intestinali: ad esempio incontinenza fecale e stipsi;
- disturbi sessuali: difficoltà a mantenere l’erezione e/o anorgasmia;
- sintomi influenzali come febbre, cefalea, nausea, vomito, stanchezza diffusa, perdita di appetito, malessere generale;
- spasmi muscolari;
- fascicolazioni muscolari;
- perdita dei riflessi;
- difficoltà motorie (ad esempio difficoltà a camminare o ad eseguire movimenti);
- paralisi parziale o totale, temporanea o permanente;
- perdita della sensibilità cutanea;
- indolenzimento;
- formicoli;
- bruciore a mani e/o piedi (parestesia);
- intorpidimento al volto;
- instabilità della postura a volte con perdita di equilibrio;
- atrofia muscolare.
Diagnosi
Le indagini utili per diagnosticare le cause a monte che hanno determinato una ipertonia muscolare, variano in base alla patologia che il medico arriva a sospettare tramite l’anamnesi (raccolta di tutti i dati relativi al paziente, alla sua storia alla modalità di comparsa dei sintomi, molto importante per la diagnosi differenziale di una ipertonia muscolare) e l’esame obiettivo (la visita vera e propria, quella ad esempio in cui il medico esegue la mobilizzazione passiva). In generale esami che potrebbero essere utili a diagnosticare la causa di una ipertonia muscolare, sono:
- analisi del sangue;
- esami di laboratorio atti ad individuare infezioni;
- risonanze magnetiche;
- tomografie computerizzate (TAC);
- radiografie;
- mielografia;
- analisi posturale;
- esame vestibolare;
- elettromiografia;
- elettroencefalogramma;
- rachicentesi (puntura lombare).
IMPORTANTE: non tutti gli esami elencati sono sempre necessari per raggiungere la diagnosi.
Specialisti coinvolti
La diagnosi e la cura di una ipertonia muscolare può richiedere l’intervento di varie figure professionali, tra cui neurologo, neurochirurgo, ortopedico, fisiatra, immunologo, reumatologo, oncologo, otorinolaringoiatra, posturologo, radiologo, ematologo, gnatologo, chirurgo maxillo-facciale, fisioterapista, infermiere, OSS ed altre figure professionali.
Terapia
Il trattamento di una ipertonia muscolare varia in funzione di molti fattori tra cui ovviamente il tipo specifico di patologia che l’ha determinata, l’età del paziente, le condizioni generali del paziente, la gravità dei sintomi. I trattamenti possono includere:
- un semplice follow-up (non intervenire e seguire nel tempo l’andamento della malattia);
- cure fisioterapiche;
- cure farmacologiche (ad esempio farmaci per controllare il dolore o antibiotici in caso di infezioni);
- cure chirurgiche (ad esempio interventi neurochirurgici od ortopedici).
Riportiamo di seguito brevemente alcuni esempi di terapia di una ipertonia in base alla patologia specifica che l’ha determinata (trattando la patologia a monte, l’ipotonia dovrebbe almeno diminuire):
- miastenia gravis: il trattamento consiste nella somministrazione di anticolinesterasici o di corticosteroidi; in caso di tumore al timo si effettua una timectomia (rimozione chirurgica del timo, in genere in toracoscopia);
- malattia di Parkinson: il trattamento consiste nella somministrazione di L-DOPA, agonisti della dopamina, inibitori MAO, catecol o-metiltransferasi, anticolinergici e bloccanti del glutammato;
- sclerosi multipla: si somministrano corticosteroidi, immunomodulanti e immunosoppressori, che prevengono le ricadute e ritardano la progressione della malattia. Per massimizzare l’indipendenza del soggetto, ridurre la disabilità e prevenire complicanze secondarie è molto importante anche inserire il paziente all’interno di un percorso riabilitativo (non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico e sociale);
- atrofia muscolare spinale: il trattamento si basa su un approccio multidisciplinare finalizzato a migliorare la qualità della vita con ad esempio fisioterapia, ventilazione assistita e gastrostomia; talvolta è necessario ricorrere all’intervento chirurgico per eliminare una grave contrattura di uno o più muscoli;
- sclerosi laterale amiotrofica: somministrazione di riluzolo, che agisce sui livelli di glutammato, la cui assunzione può rallentare la progressione della malattia;
- siringomielia: il trattamento consiste nel follow-up a lungo termine (con visite periodiche di controllo) e nell’intervento chirurgico, eseguito però solo in caso di progressivo deterioramento neurologico, mentre in altri casi si esegue solo una terapia farmacologica sintomatica per contenere il dolore;
- stenosi spinale conseguente a un tumore del colonna vertebrale (tumore spinale): la terapia consiste in un intervento chirurgico mirato alla rimozione della massa tumorale;
- stenosi spinale da spondilosi: la cura consisterà, per i casi meno gravi, in un trattamento conservativo (antinfiammatori, fisioterapia, correzioni di eventuali errori posturali e adozione di uno stile di vita sano) e, per i casi più severi, in un trattamento chirurgico mirato ad alleviare la compressione a carico del midollo spinale (chirurgia decompressiva spinale).
- mielite autoimmune: il trattamento comprende la somministrazione di farmaci corticosteroidi ed immunosoppressori, in modo da alleviare l’infiammazione presente e mitigare la risposta impropria del sistema immunitario (che è il fattore causale della suddetta infiammazione);
- mielite da infezione virale: il trattamento prevede la somministrazione di antinfiammatori (sia FANS che cortisonici) e farmaci antivirali;
- mielite da infezione batterica: il trattamento prevede la somministrazione di antinfiammatori (sia FANS che cortisonici) che farmaci antibiotici;
- mielopatia da lesione spinale a origine traumatica: la terapia prevede l’immobilizzazione, la somministrazione per via endovenosa di un corticosteroide ad elevata azione antinfiammatoria (metilprednisolone) e un’operazione chirurgica alla colonna vertebrale mirata a eliminare eventuali anomalie verificatesi a seguito del trauma.
Distonia e miotonia
I termini fin qui citati non devono essere confusi con altri due termini simili: distonia e miotonia. Con “distonia” in medicina si indica una difficoltà motoria caratterizzata dall’assunzione di atteggiamenti posturali del tutto involontari dell’individuo: il paziente assume senza volerlo posizioni innaturali e le mantiene per tempi prolungati senza poterle modificare volontariamente oppure riuscendo a modificarle ma sono molto lentamente. La distonia rientra nel grande gruppo delle “discinesie” (disordini del movimento). Con “miotonia” si intende un segno localizzato o sistemico, che riguarda la muscolatura volontaria striata, in cui persiste una contrazione muscolare prolungata anche dopo la fine dello stimolo eccitatorio.
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