Come raggiungere un orgasmo femminile lungo ed intenso

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma 7 COSE TI SUCCEDONO ECCITATO SESSO REND Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneCi sono esperienze che ci travolgono e ci stupiscono. Altre ci disgustano. Altre ancora ci lasciano totalmente indifferenti. Il sesso non dovrebbe mai, ma proprio mai, rientrare in quest’ultima categoria. Purtroppo, invece, accade. Capita che una donna viva la prestazione sessuale con lo stesso entusiasmo che prova a compilare la dichiarazione dei redditi. Invece, avere un Orgasmo, di quelli con la “O” maiuscola, quelli che rilassano e distendono, quelli che ti fanno sentire appagata e contenta è una delle avventure migliori che possano capitare ad una donna.

Non è così facile

Per inesperienza dei compagni, per poca accortezza, per mancanza di disinibizione e della capacità di dire con schiettezza: “amore, quello è il ginocchio, il clitoride è un filo più su”, spesso e volentieri il rapporto è non solo privo della necessaria complicità ma anche del suo giusto e sacrosanto finale. Così, far l’amore diventa l’ennesimo impegno, frustrante e poco divertente. Ma godere molto si può, è un diritto per ogni donna e uno splendido dono da ricevere. Anche da offrire, perché abbandonarsi completamente al partner, concedendogli di ammirare l’estasi da lui provocata è un viatico miracoloso per qualsiasi autostima. Esiste, addirittura, la possibilità di avere orgasmi lunghi, prolungati e profondi, intensi, decisamente incredibili, talmente lunghi da portare ad un passo dal paradiso e dall’infarto (in caso, scegliete il paradiso). Si verifica quando le sensazioni forti iniziano molto prima dell’orgasmo e coinvolgono, a poco a poco, tutto il corpo femminile, provocando un vero e autentico sconquasso emotivo, ormonale e fisico.

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Come fare per arrivare all’apice del piacere?

Come avere un orgasmo talmente bello da farvi sperimentare stati di comunione con il tutto e di fiducia nella vita? La ricetta è semplice e facile da eseguire. Prima di tutto, occorrono gli ingredienti fondamentali. Che siano di qualità ottima, perché è indispensabile per la buona riuscita dell’intera operazione:

1. Procuratevi un uomo fantastico

Che sia il più bello possibile per voi, che vi piaccia in modo selvaggio. Deve ispirarvi pensieri peccaminosi, piccanti, non protezione e affetto. Cioè, anche protezione e affetto, se possibile. Ma se dovete scegliere, optate per il lato animale. Più vi piace, meglio è. Se siete innamorate è ancora meglio, perché non esiste nessun afrodisiaco più potente del sentimento. Se, oltre a ciò, avete aspettato un po’ di tempo o addirittura mesi prima di togliervi i vestiti reciprocamente, la pratica può diventare davvero esplosiva. Oltre ad essere fantastico e a smuovervi gli ormoni con una sola occhiata, l’uomo in questione deve essere dotato di generosità e capacità di ascolto. Non fingete, non soprassedete e non raccontatevi pietose bugie. Se improvvisamente doveste scoprire che la generosità non è uno dei suoi lati forti, fatevi due sinceri ed onestissimi conti. Quanto ci metterà, anche se adesso vi sembra il principe azzurro, a deludervi in modo cocente? Meglio sorridere, raccogliere gli abiti, tornare a casa e rimettersi garbatamente a cercare qualcosa di diverso. Ma attenzione, la generosità è una dote caratteriale, non una semplice sfumatura del menù erotico. Se un uomo vi sembra attento al vostro piacere, cercate di studiarlo bene in altre situazioni, perché preoccuparsi dell’orgasmo femminile, all’inizio, è facile e può essere sintomo anche e solo di una gran dose di narcisismo. Nel quotidiano vi chiama? Vi vuole vedere? Vi chiede come state, come affrontate le vostre giornate, in quali compiti siete impegnate e come procede quella faccenda che vi fa sentire tanto tristi? Cerca di vedere se state bene quando uscite insieme in pubblico (perché ci uscite, vero?) e non perde occasione per dimostrarvi la sua stima, per riempirvi di complimenti e per elogiarvi davanti agli altri?
No? Molto male. Gli uomini vanno educati alla tenerezza, questo è vero. Ma un uomo che non cerca di capire se siete felici davvero o se siete sull’orlo della disperazione è un narciso che non merita il vostro tempo. Quindi, una volta che vi siete procurate un uomo con tutte queste caratteristiche, la metà della fatica è già fatta. Restano solo da trovare una situazione particolarmente stimolante e da usare pochi, semplici accorgimenti.

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2. Fatevi baciare

Poi ribaciare, baciare ancora e, infine, ribaciare di nuovo. Più a lungo possibile. Il bacio è il vero termometro dell’attrazione fra due persone. È molto più intimo di un rapporto sessuale e non mente mai. Se vi piace come vi bacia, se vi piace il suo sapore, il modo in cui le vostre labbra si uniscono e tutti quei gesti che fanno da corollario ad un bacio, il feeling è garantito. Se impazzite per come vi accarezza, durante il bacio, per come vi fa sentire e per come vi passa le mani sulla pelle, potete star sicure che il resto sarà meraviglioso. Non è una questione di tecnica, anche se spesso viene spontaneo pensarlo. Il bacio, così come il sesso, è un incontro. Se l’incontro è quello giusto, il bacio sarà splendido. Altrimenti, sarà solo un preludio al rapporto fisico. Se riuscite a prolungare la fase bacio appassionato per più di mezz’ora – per questo ci vuole un uomo speciale – siete pronte al passo successivo.

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3. Ora siete ad un bivio

O siete molto fortunate e avete trovato un uomo che indovini al primo colpo ciò che deve fare (in caso, ringraziate il divino e beatificatelo) o fate in modo di suggerirglielo, il più discretamente possibile. L’indicazione migliore è sempre quella di guidarlo con i vostri mugolii. Dovrebbe capire e adeguarsi. Se non basta, potete provare con i disegnini, gli articoli, i libri, le mezze frasi o le dichiarazioni spudorate. Una volta che siete, dunque, molto eccitate, lubrificate e pronte, chiedetegli di aprire le vostre labbra (nel senso più basso del termine, cioè quelle che non si trovano sul viso) e di spingere il cappuccio del clitoride verso l’alto, con la massima delicatezza possibile. Poi di appoggiare il pollice della mano destra sul clitoride stesso. Con la sinistra, se è coordinato e sveglio, potrebbe accarezzarvi i glutei e sostenervi mettendo il pollice alla base, non dentro, all’entrata della vagina. Tenendo come riferimento il pollice sul clitoride come se fosse alle ore 12, suggeritegli di cercare la zona dell’una, lì vicino, con l’indice della mano destra. Il tocco deve essere delicatissimo, eseguito con la punta del dito. Deve andare dalle dodici all’una, con l’indice, in modo ritmico e leggero. Se riesce a mantenere lo stesso ritmo, come se fosse o se stesse usando un metronomo, per periodi di due o tre minuti, mutando la velocità fra l’uno e l’altro periodo, comincerete a scalare la gradinata del paradiso. In caso l’uomo sia in vena di meraviglie, chiedetegli di passare alla fase orale. Se lui usa la punta della lingua in modo delicatissimo, passandola dolcemente sul vostro clitoride già così predisposto, potrete cominciare a sentire fenomeni paranormali. Un tocco così lieve, infatti, vi permette di aumentare molto la sensibilità dell’area e di provare una gamma di sensazioni uniche. Se l’esperienza è davvero intensa, potreste cominciare a sentire un leggero e piacevole tremito in tutto il corpo. Più le sensazioni sono forti e devastanti, più il tremito è potente, lungo e incontrollato. Non abbiate paura. È una sensazione meravigliosa, perché è la corrente della vita che scorre, libera da ogni costrizione, per tutto il vostro corpo. Dopo qualche minuto di questo trattamento, comincerete a chiedervi cosa sta accadendo al vostro corpo, se siete ancora sulla terra e come è possibile che fino ad ora abbiate ignorato questa pratica. L’orgasmo profondo, intenso e prolungato, vi farà dimenticare i mali del mondo. Ricordate sempre di respirare bene. La respirazione giusta, quella diaframmatica che usano i cantanti, aumenta le sensazioni sessuali e vi permette di assaporare ogni dettaglio con molta più consapevolezza e gusto. Dopo un’esperienza del genere potete star sicure di una cosa: il sorriso con cui affronterete la giornata successiva sarà talmente raggiante da costringere gli altri ad indossare gli occhiali da sole. Ma a voi, del resto del mondo, importerà ben poco.

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Gravidanza e allattamento: posso assumere Tachipirina, Ibuprofene e Co-Efferalgan? Quante compresse?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO GRAVIDANZA MATERNITA FIGLIO MAMMA MADRE GENITORI CONCEPIMENTO PARTO FETO EMBRIONE (7)La parola “farmaco” viene dal greco ” ϕάρμακον” che si può tradurre anche con la parola veleno. I farmaci sono in effetti – se non assunti in modo consapevole e sotto stretto controllo medico – dei veri e propri veleni. Ciò è ancora più vero durante gravidanza ed allattamento, periodi della vita di una donna in cui la maggior parte dei farmaci sono il più possibile vietati, per non danneggiare la salute del nascituro. Il paracetamolo rappresenta una eccezione.

Cos’è il paracetamolo?

Il paracetamolo, principio attivo contenuto in vari farmaci come la Tachipirina e l’Efferalgan, è usato per curare la febbre ed i dolori lievi. È usato tipicamente per curare i sintomi del raffreddore, dell’influenza, del mal di testa e dell’artrosi. È in commercio in diverse forme: sciroppo, gocce per neonati, in compresse, compresse effervescenti, buste ed in supposte. Molte donne mie pazienti, durante la gravidanza e l’allattamento, mi chiedono se sia possibile usare il paracetamolo e, se si, in quali quantità.

Posso assumere paracetamolo, Ibuprofene e Co-efferalgan in gravidanza e allattamento?

Contrariamente alla maggior parte dei farmaci, che in gravidanza ed allattamento NON possono essere assunti, il paracetamolo in gravidanza e in allattamento non è controindicato, ma va assunto con moderazione e solo se davvero necessario.

POSSONO essere assunti in gravidanza: 

  • Il paracetamolo, che troviamo nella Tachipirina e nell’Efferalgan;
  • l’ibuprofene, come il Moment;
  • gli antibiotici a base di amoxicillina ed eritromicina.

NON deve essere assunto in gravidanza il co-efferalgan, che oltre al paracetamolo contiene codeina; a tale proposito leggi anche: Differenze tra Efferalgan e Co-Efferalgan

Se avete mal di testa, febbre ed influenza, potete prendere le normali dosi di paracetamolo per adulti, ma solo per un breve periodo: se i sintomi non scompaiono, rivolgetevi subito al vostro medico curante. Molto utile il paracetamolo anche in caso di mastite che è una patologia che colpisce moltissime donne che allattano.

Assumere paracetamolo: con quale dosaggio?

Il dosaggio massimo di paracetamolo è 3 grammi al giorno, quindi 3000 mg/die il che significa che potete assumere ad esempio 3 compresse di Tachipirina 1000 mg, oppure 6 compresse di Tachipirina 500 mg al giorno. Il mio consiglio è comunque di rimanere entro la soglia di 2000 mg/die (quindi 2 compresse da 1000 mg o 4 da 500 mg) e di non superare i 3 giorni consecutivi di assunzione. Altro mio consiglio è quello di consultare comunque il proprio medico prima di assumere questo farmaco.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Ecografie 3D e 4D: a cosa servono e quali sono le differenze con l’ecografia standard?

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Che differenza c’è tra una ecografia standard, una a 3D ed una a 4D? E’ una domanda che mi sento rivolgere spesso dalle future mamme. La risposta è molto più semplice di quanto possa sembrare.

L’ecografia standard visualizza il bimbo in modo bidimensionale, cioè in 2 dimensioni. L’immagine appare “piatta”, senza mostrare la profondità. E’ un indagine fondamentale per studiare il feto e la sua salute.

L’ecografia 3D o tridimensionale permette la visualizzazione del feto in 3 dimensioni, mostrando un volume e non solo un piano di sezione come avviene per la tradizionale ecografia bidimensionale. Rispetto all’ecografia bidimensionale, nell’immagine appare quindi anche la profondità (come vedete nella foto in alto).
Questa metodica si basa sulla elaborazione computerizzata delle normali immagini ecografiche a due dimensioni: sfruttando il cosiddetto processo di “rendering” riusciamo ad ottenere l’immagine tridimensionale del feto, in maniera molto fedele alla realtà. L’immagine appare statica come se fosse una fotografia.

L’ecografia 4D visualizza l’immagine tridimensionale come avviene nella 3D, ma in più l’immagine si vedrà in movimento: la quarta dimensione infatti è rappresentata dal tempo. Si vedrà quindi in diretta il feto che muove le mani, che muove la labbra o si succhia il dito. Non più una semplice foto ma un vero e proprio video: una esperienza estremamente coinvolgente per i futuri genitori!

Quali sono le differenze dal punto di vista diagnostico?

Da un punto di vista strettamente diagnostico, in buona parte dei casi, non c’è una grande differenza tra le ecografie tridimensionali (3D e 4D) e quella tradizionale o bidimensionale: attualmente la valutazione del feto viene effettuata sulla base dell’ecografia bidimensionale, mentre la metodica 3D e 4D è solo un complemento all’esame. Ma in alcuni selezionati casi, l’indagine 3D e 4D possono rivelarsi strumenti importanti anche dal punto di vista diagnostico e della comunicazione medico-paziente. Per esempio offre la possibilità di visualizzare alcune malformazioni come la labiopalatoschisi (o labbro leporino) in modo più facilmente comprensibile per i genitori, aiutando così il medico nella spiegazione del difetto alla coppia. Altri casi in cui l’ecografia tridimensionale si è mostrata utile sono ad esempio le malformazioni degli arti, come il piede torto congenito.

Fare la 3D/4D o non farla?

Il mio consiglio è quello di affiancare all’ecografia standard bidimensionale, anche la 3D e la 4D dal momento che, oltre ad aumentare le possibilità di valutare il feto, queste tecniche sono estremamente emozionanti per la futura madre ed il futuro padre. Il rapporto tra la madre e il bambino, secondo alcuni studi, sembra infatti positivamente influenzato. Vedere in bambino in tridimensionale e addirittura muoversi è un emozione forte, che incrementa il legame affettivo e in alcuni casi può indurre la mamma a cambiare stile di vita, a migliorare la propria alimentazione, ad evitare attività dannose come il fumo o l’uso di alcool e droghe. Buona gravidanza a tutte!

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Come avere un orgasmo vaginale

MEDICINA ONLINE VULVA LABBRA GRANDI PICCOLE LABIA MINORA MAJOR VAGINA SEX SESSO DONNA APPARATO SESSUALE FEMMINILE CLITORIDE MEATRO URETRALE OPENING IMENE VERGINITA WALLPAPER PICS PICTUREC’è chi crede che sia frutto di una totale invenzione e chi, invece, lo ritiene il modo più bello e appagante di provare piacere. Stiamo parlando dell’orgasmo vaginale, argomento spesso al centro di dibattiti e ricerche e sul quale ancora non è stata fatta molta chiarezza. Oggi, vogliamo mettere da parte la teoria che sostiene che l’orgasmo sia riconducibile solo e soltanto alla stimolazione del clitoride e vogliamo spiegarvi cosa dicono gli studiosi sull’orgasmo vaginale. Secondo vari studi, infatti, anche la stimolazione vaginale profonda può portare le donne all’orgasmo, ma cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su cos’è e su come si può raggiungere il tanto dibattuto orgasmo vaginale.

Cos’è l’orgasmo vaginale

L’orgasmo vaginale è quel tipo di orgasmo che non si raggiunge nella vulva, dunque nella parte esterna dell’organo genitale femminile, attraverso la stimolazione clitoridea, ma all’interno della vagina, attraverso la stimolazione del cosiddetto punto G. L’orgasmo vaginale, dunque, è raggiungibile, secondo gli esperti, solo attraverso la penetrazione durante un rapporto, con la pressione del pene, delle dita o di qualche sex toy. Il piacere sarebbe dato, in pratica, dalla frizione sul cosiddetto punto G.

Cos’è il punto G?

Per capire come raggiungere l’orgasmo vaginale, è importante capire prima cosa sia il punto G. Si tratta di una piccola protuberanza all’interno della vagina, più precisamente nella sua parte anteriore, a circa 5 centimetri dalle labbra, ed è un punto presente in tutte le donne.

Come trovare il punto G

Individuare il punto G non è sempre semplice. Per riuscirci, da sole o con il partner, è fondamentale rilassarsi e sdraiarsi a pancia in su. Con il palmo rivolto verso l’alto, inserire una o due dita nella vagina, a questo punto piegare le dita da un lato e dall’altro andando a toccare le pareti interne, fino a percepire una zona rugosa e tondeggiante: ecco il punto G. Individuarlo non significa solo imparare a conoscere meglio il proprio corpo, ma scovare quel punto che, secondo molti esperti, sarebbe in grado di far provare un piacere intenso e molto profondo. Le prime volte, durante la ricerca del punto G, potrebbe capitare di avvertire qualche fastidio, per questo è preferibile interrompere e riprovare a distanza di un po’ di tempo.

Come avere un orgasmo vaginale

A differenza dell’orgasmo clitorideo, quello vaginale – ammesso che esista – è più difficile da raggiungere e molto dipende dalla sensibilità delle donne. Numerose ragazze, infatti, sono clitoridee e dunque riescono a raggiungere l’apice del piacere soltanto attraverso la stimolazione del cosiddetto pene femminile. Bisogna dire, però, che sempre secondo alcune teorie, il raggiungimento dell’orgasmo vaginale richiede pazienza ed esperienza: che lo si provi a raggiungere attraverso la masturbazione o durante un rapporto con il partner, infatti, sarà necessario rilassarsi e perdere un po’ di tempo alla ricerca del famigerato punto G. Poche sono le donne che dicono di aver raggiunto questo tipo di orgasmo, anche se, stando ad alcune ricerche, l’orgasmo avuto all’interno della vagina sarebbe molto più appagante di quello raggiunto nella vulva.

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L’orgasmo vaginale esiste?

Ora che abbiamo capito cos’è l’orgasmo vaginale e abbiamo provato a darvi qualche spunto per provare a raggiungerlo, è bene sottolineare perché sull’orgasmo vaginale ci sono ancora tanti dubbi. A differenza dell’orgasmo clitorideo, raggiunto da tutte (salvo problematiche particolari), in poche possono dire di aver vissuto l’orgasmo vaginale che, secondo alcuni, sarebbe sempre un orgasmo clitorideo. Sempre più scienziati e medici, infatti, sono dell’idea che l’orgasmo vaginale sia una pura invenzione da far risalire, addirittura a Sigmund Freud. Il noto psicolanalista, infatti, riteneva che l’orgasmo vaginale fosse quello della maturità sessuale, a differenza di quello clitorideo, appartenente alle donne ancora sessualmente immature. Da allora si è acceso il dibattito che, ancora oggi, non è giunto ad una conclusione.

Orgasmo vaginale: teorie

Tra i più alti esponenti della corrente di pensiero che non crede all’esistenza dell’orgasmo vaginale, troviamo il dottor Vincenzo Puppo del Centro italiano di Sessuologia di Bologna e Giulia Puppo del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, i quali, sulla rivista Clinical Anatomy hanno chiaramente espresso il loro punto di vista: non avendo la vagina alcun rapporto diretto con il clitoride ed essendo quest’ultimo l’organo che scatena l’orgasmo, l’orgasmo vaginale non esiste. Eppure, nel 1950, Ernst Grafenberg, con un trattato dettagliato, parlava di quel punto – che dall’iniziale del suo cognome ha preso la denominazione di punto G – in cui avrebbe avuto origine l’orgasmo femminile. Ad oggi molti ancora seguono la teoria di Grafenberg, sostenendo che a raggiungere l’orgasmo vaginale sia circa il 20-30 per cento delle donne. Ma quindi l’orgasmo vaginale esiste o non esiste? Nel dubbio vi abbiamo dato un po’ di nozioni. Hai visto mai vi capitasse di raggiungere, inaspettatamente, un orgasmo vaginale?

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Cos’è la mineralometria ossea computerizzata (MOC), a cosa serve, come si interpretano i risultati?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Estetico Medicina Estetica Roma MOC DEXA MINEROLOMETRIA OSSEA COMPUTERIZZATA DIAGNOSI HDRadiofrequenza Cavitazione Cellulite Pulsata Peeling Pressoterapia Linfodrenante Tecarterapia Dietologo DermatologiaL’osteoporosi è una condizione in cui il nostro scheletro è soggetto a perdita di massa ossea ed è causata da vari fattori che possono essere di tipo nutrizionale, metabolici o patologici. In seguito alla diminuzione di densità delle ossa ed alle modificazioni della loro microarchitettura, lo scheletro di un soggetto affetto da osteoporosi è soggetto ad un maggiore rischio di fratture. Quando si parla di osteoporosi non si può non parlare della MOC, acronimo che sta ad indicare “mineralometria ossea computerizzata“, ecco oggi una serie di domande e risposte utili per chi deve sottoporsi a questo tipo di indagine.

Che cos’è la Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC)?

La mineralometria ossea computerizzata (da cui l’acronimo “MOC”) è una tecnica diagnostica utilizzata per valutare la mineralizzazione delle ossa: misurando la densità della massa ossea, può rilevare la degenerazione dell’osso.

Leggi anche: Quali sono le differenze tra MOC e DEXA nella diagnosi di osteoporosi?

A cosa serve la MOC?

La MOC si esegue per prevenire, diagnosticare e controllare l’evoluzione dell’osteoporosi.

Leggi anche: Osteoporosi: cause, diagnosi, cure, osteopenia, valori Z-score e T-score

Come ci si prepara alla MOC?

La MOC non richiede particolare preparazione. E’ necessario, prima dell’esame, togliere dal proprio corpo eventuali oggetti metallici.

Leggi anche: Differenza tra fratture patologiche, fisiologiche e da stress

Quali pazienti possono sottoporsi alla MOC?

L’esame può essere eseguito a qualsiasi età.

Quali sono le controindicazioni alla MOC?

La controindicazione alla MOC è la gravidanza.

Come si svolge la visita con MOC?

Il paziente deve sdraiarsi sul lettino densitometrico appoggiando le gambe su di un apposito sostegno.

Quanto dura una MOC?

L’esame dura al massimo 10 minuti.

La MOC è dolorosa?

La MOC non è invasiva e non è dolorosa.

La MOC è pericolosa?

No, l’esposizione alle radiazioni è molto bassa.

Leggi anche: Che differenza c’è tra la risonanza magnetica, la TAC, la PET, la radiografia, l’ecografia e l’endoscopia?

Come si interpretano i risultati della MOC?

Il termine T-score indica la differenza, espressa in numero di deviazioni standard, tra il valore individuale che viene registrato e quello medio di una donna di circa 25/30 anni sana.

  • un T-score maggiore o uguale a -1 DS indica osso normale;
  • un T-score compreso tra -1 e -2,5 DS indica osteopenia;
  • un T-score minore di -2,5 DS indica osteoporosi.

Un T-score uguale a 0 indica che il soggetto esaminato presenta una densità ossea uguale a quella media di una donna sana di circa 25/30 anni. Più il valore è basso rispetto allo zero, maggiore sarà la gravità dell’osteoporosi. Ad esempio:

  • un T-score di -3 DS indica osteoporosi;
  • un T-score di -3,5 DS indica una osteoporosi più grave;
  • un T-score di -4 DS indica una osteoporosi ancora più grave.

Un T-score superiore a 0 indica che il paziente ha una densità ossea migliore di una donna sana di circa 30 anni.

Lo Z-score segnala invece la differenza tra il valore osservato e quello di una popolazione sana di riferimento composta da soggetti dello stesso sesso e della stessa età ed etnia dell’individuo in esame.

Quando usare il T-score e quando lo Z-score?

Il T-score andrebbe usato come riferimento per donne oltre i 30 anni, soprattutto se in post menopausa, e uomini oltre i 50 anni. Per tutti gli altri casi andrebbe valutato l’uso dello Z-score, soprattutto per bambini, adolescenti e giovani adulti maschi. In parole semplici:

  • il valore della densità ossea ottenuti da una DEXA in un paziente donna ultratrentenne o donna nel periodo post menopausale o uomo di oltre 50 anni, viene messo a paragone con quello di una donna di circa 30 anni (T-score);
  • il valore della densità ossea ottenuti da una DEXA in un paziente che non rientra nelle precedenti classi, viene messo a paragone con quello di un soggetto di pari età, sesso ed etnia (Z-score).

A titolo di esempio un bambino di 7 anni afroamericano o scandinavo userà i valori di riferimento diversi da quelli di una bambina di 10 anni asiatica o sudamericana. Per capire l’importanza di usare lo Z-score al posto del T-score in questo caso, si pensi al rischio che si avrebbe paragonando il risultato della MOC di un bambino di 9 anni a quello della donna di 30 anni, ovvero quello che accadrebbe usando il T-score: al bimbo verrebbe diagnosticata l’osteoporosi nonostante abbia una normale una densità per la sua età.

I migliori prodotti per la cura delle ossa e dei dolori articolari

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere di ossa, legamenti, cartilagini e tendini e la cura dei dolori articolari:

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Samantha Cristoforetti è il vero 8 marzo

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Estetico Medicina Estetica Roma SAMANTHA CRISTOFORETTI SPAZIO TERRA RIENTRO ATTERRAGGIO 8 MARZO FESTA DONNA ASTRONAUTA Pulsata Peeling Pressoterapia Linfodrenante Tecarterapia Dietologo DermatologiaSamantha Cristoforetti è arrivata a terra assieme al suo record mondiale di permanenza consecutiva nello spazio. Ecco la vera donna italiana che ci deve rappresentare nel mondo, ecco il vero 8 marzo!

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Sintomi di eccitazione sessuale femminile e maschile

medicina-online-dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-roma-perche-viene-la-pelle-doca-cute-riabilitazione-nutrizionista-infrarossi-accompagno-commissioni-cavitazione-radiofrequenza-ecografia-puIl desiderio sessuale è una fase fondamentale nel rapporto. Perché questa fase sia attiva, il cervello deve produrre in quantità un neurotrasmettitore, la dopamina , che sollecita il desiderio e si deve rallentare la produzione della sostanza che lo inibisce: la serotonina . Occorre per questo uscire dall’anestesia emotiva, tanto che si ha anche una riduzione della produzione di endorfine da parte dell’ipotalamo. Contemporaneamente aumenta la produzione di una molecola che regola il sistema ormonale riproduttivo: il GnRH . Perché tutto ciò si svolga adeguatamente è necessario che il cervello emozionale, chiamato sistema limbico, abbia dato il “via libera” di fronte ad un’emozione con connotazione erotica .

Le 4 fasi della risposta sessuale

L’insieme dei fenomeni fisici e psichici che avvengono nel corpo umano in seguito ad uno stimolo erotico viene definito “ciclo di risposta sessuale” e comprende 4 fasi:

  1. eccitamento;
  2. plateau;
  3. orgasmo;
  4. risoluzione;

Naturalmente l’intensità e la durata di queste fasi varia molto da un soggetto all’altro, perché esiste un’importante componente psicologica che accompagna, stimola o addirittura deprime e inibisce una buona risposta sessuale, soprattutto nella fase dell’orgasmo. Oggi si pensa che la proporzione ottimale fra mente e corpo sia del 50%, perciò è importante sapersi abbandonare all’istinto e alle sensazioni, imparare a rilassarsi, diminuendo il livello di ansia e le inibizioni. Questo buon approccio psicologico permette il realizzarsi della fisicità del rapporto a partire dalla prima fase cioè l’eccitamento , costituito da una serie di stimoli erotici sia fisici (carezze, stimolazione genitale) sia sensoriali (odore della pelle e delle secrezioni, fantasie erotiche). Se la tensione sessuale persiste si raggiunge la fase statica: il plateau costituito dal perdurare dell’eccitazione fisica fino al raggiungimento della terza fase che è l’orgasmo, la cui intensità è condizionata sia dall’efficacia degli stimoli precedenti, sia dalle motivazioni e dalla disponibilità psicologica del soggetto. L’orgasmo si manifesta con un acme di piacere intenso e involontario nel quale si riversano tensioni fisico-psichiche del soggetto avvertite nella donna a livello di vagina, clitoride ed utero e nell’uomo a livello di pene, prostata e vescichette seminali. Nel maschio questa fase è sempre molto intensa e stabile, mentre nella donna è più variabile e si possono avere schemi di risposta diversi : in uno l’orgasmo si manifesta come un acme evidente sulla fase di plateau, talvolta invece l’acme è molto debole e con caratteristica ondulatoria, altre volte viene raggiunto per mezzo di un rapido e progressivo incremento della tensione sessuale. La fase di risoluzione vede una progressiva diminuzione della tensione sessuale che si manifesta con profonde differenze fra i due sessi. Nell’uomo si ha un fisiologico “periodo refrattario” la cui durata è estremamente soggettiva e variabile: in genere è più breve nei giovani. Tale periodo è caratterizzato da una fase di detumescenza rapida con condizioni inferiori alla norma d’eccitabilità. La donna, quando si trova in questa fase, se riceve un’adeguata stimolazione, può ricominciare il ciclo e avere successivi orgasmi distinti fra loro provando ondate di piacere nel corso dello stesso rapporto sessuale.

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RISPOSTA SESSUALE MASCHILE

La zona maggiormente sensibile agli stimoli in fase d’eccitazione è il glande, perché ricco di recettori sessuali specifici che trasmettono le sensazioni attraverso il midollo spinale, fino all’encefalo. Il parasimpatico controlla il sistema vascolare penieno e agisce sia sull’afflusso di sangue in fase di erezione, sia sul deflusso che avviene con il calo dell’erezione .La stimolazione diretta dei genitali determina l’inizio del periodo di eccitamento caratterizzato dall’aumentato afflusso sanguigno con conseguente allagamento e irrigidimento dei corpi cavernosi. Nel sistema limbico si trovano le aree MEDICINA ONLINE RISPOSTA SESSUALE MASCHILE ECCITAZIONE.gifresponsabili dell’erezione che sono sensibile all’azione del testosterone, infatti durante la fase di eccitamento si ha un aumento della sua secrezione. Nella fase di plateau, con il perdurare dell’eccitazione, il pene raggiunge il massimo di durezza, di lunghezza e di diametro . A questo proposito è importante sottolineare che non esiste una proporzione tra le dimensioni del pene a riposo e quelle in stato di erezione, perché molto dipende dall’elasticità dei tessuti e da come è fisiologicamente posizionata l’asta peniena dietro all’arcata pubica. La fase di plateau ha una durata variabile a seconda dell’individuo e si allunga spontaneamente con l’età ed è caratterizzata dal glande di un colore rosso vinoso e dall’aumento di volume dei testicoli, che risalgono aderendo al perineo per contrazione del saccco scrotale. L’orgasmo che segue è caratterizzato da una serie di violente contrazioni ritmiche che determinano l’emissione e l’eiaculazione. L’emissione è costituita dal rilascio di sperma e di fluidi di ghiandole accessorie nell’uretra pelvica, mentre l’eiaculazione consiste nell’espulsione del seme maschile. L’intensità del piacere è dovuta a più fattori: le contrazioni precedenti il momento dell’eiaculazione, il volume dell’eiaculato, il tempo di astinenza, la durata e l’intensità dell’eccitazione sessuale e da una serie di fattori psicologi estremamente variabili da un individuo all’altro.

RISPOSTA SESSUALE FEMMINILE

Il primo essenziale segno di eccitazione femminile, corrispondente all’erezione maschile, è la lubrificazione vaginale, che si manifesta velocemente e rende possibile e non doloroso il coito . Inoltre le secrezioni diminuiscono l’acidità della vagina che altrimenti sarebbe inadatta alla motilità degli spermatozoi. I centri nervosi che assicurano la risposta fisica sessuale , anche nella donna sono situati a livello midollare e in rapporto con il Sistema Nervoso Centrale. La stimolazione del clitoride, zona erogena di primaria importanza nella donna, attiva migliaia di fibre nervose e determina una serie di reazioni vascolari ed endocrine che contribuiscono alla formazione della “piattaforma orgasmica”. Questa fase è costituita da una vasocongestione vaginale, dall’appiattimento e dalla distensione delle grandi labbra contro il perineo fino a scoprire parzialmente l’ostio vaginale e dall’aumento del diametro delle piccole labbra fino a sporgere dalle grandi labbra. Il colore varia dal rosa al rosso intenso, aumenta il corpo del clitoride e si ha una trasudazione di sostanza mucosa che ricopre tutta la parete vaginale. La zona esterna della vagina è, quindi, quella sicuramente più sensibile, infatti nel suo interno non si MEDICINA ONLINE RISPOSTA SESSUALE FEMMINILE ECCITAZIONE.giftrovano molte terminazioni nervose. Si pensa che la sensibilità erogena vaginale sia comunque collegata a recettori profondi a partenza muscolare, ciò spiega il fatto che molte donne apprezzano una penetrazione profonda, ricavandone un piacere intenso diverso da quello ottenuto dalla stimolazione vaginale esterna. Il proseguire della fase di eccitamento porta alla fase di plateau , caratterizzata da un’intensa vasocongestione, dalla riduzione del lume vaginale di circa il 50% rispetto alla dilatazione verificatasi nella fase di eccitamento, dall’intensificazione del colore e dall’appiattimento delle pieghe mucose. Tutto questo porta all’aumento delle sensazioni fino ad arrivare all’orgasmo il cui piacere è unico e può variare parecchio di intensità in relazione allo stimolo iniziale. In questa fase il condotto vaginale si espande e si determinano una serie di contrazioni dei muscoli perivaginali spesso accompagnate da simili contrazioni dello sfintere anale esterno e da motilità del perineo. Avviene un’innalzamento dell’utero e il sollevamento del canale cervicale per creare una eventuale sede di deposito dello sperma. Dopo questa fase, l’eccitazione sessuale svanisce lentamente, senza avere il rapido crollo caratteristico dell’uomo e sia l’utero che il canale cervicale recuperano la loro posizione normale. Si è molto discusso sul tipo di orgasmo femminile: se è determinato dalla stimolazione clitoridea o da quella vaginale. Sicuramente la stimolazione del clitoride in modo diretto (carezze, baci…) prima del coito e quella che avviene durante il rapporto attraverso i movimenti penieni, lo sfregamento e la pressione delle pareti vaginali produce intense sensazioni che portano all’orgasmo. Esiste, però, un orgasmo definito vaginale del quale si ignorano ancora le cause scatenanti. Si crede che esistano alcuni punti capaci di attivarlo, per esempio il punto G nella parte interna anteriore della vagina, lo sbocco dell’uretra stimolato durante il coito, la prima parte della vagina e le strutture vaginali profonde. L’eccitazione dell’orgasmo è un’esperienza totale e unica che può arrivare a livelli così elevati da far perdere coscienza per qualche attimo. E’ avvertito con contrazioni involontarie definite come tremito pelvico e precedute da una sensazione di spasmo, di calore che parte dalla zona pelvica e si irradia a tutto il corpo. Queste sensazioni possono ripetersi più volte nel corso dello stesso rapporto sessuale in particolari condizioni di coinvolgimento emotivo e di grande eccitazione, dando vita a quello che viene definito come orgasmo multiplo.

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REAZIONI EXTRAGENITALI

Nella donna il primo segno di eccitazione è dato dall’erezione dei capezzoli e dalla congestione mammaria, che in seguito determina un aumento di volume delle mammelle e un ispessimento dell’aureola che ingloba parzialmente il capezzolo eretto. In fase di plateau facilmente nella donna si manifesta una reazione eritematosa sul torace, sul collo e sul volto che diventa un rossore generalizzato con l’aumentare dell’eccitamento e che scompare dopo l’orgasmo. Sia nell’uomo che nella donna è presente un aumento della tensione nella muscolatura degli arti, nei muscoli addominali e in quelli intercostali e un’accelerazione del ritmo respiratorio. Nella fase iniziale della risposta sessuale c’è il controllo volontario della muscolatura striata, ma questo scompare nella fase preorgasmica, nella quale si instaura un periodo tonico seguito da contrazioni cloniche tipiche dell’orgasmo . Spesso nel momento immediatamente successivo si può avere un tremolio in quei muscoli che avevano avuto movimenti involontari. Viene inibita la mobilità intestinale ed è presente una dilatazione delle pupille. Costante della tensione sessuale sono l’iperventilazione e la tachipnea con associazione di vocalizzi, gemiti che culminano con una inspirazione forzata nel momento dell’orgasmo. Si ha un aumento del battito cardiaco e della pressione arteriosa. In fase di risoluzione nell’uomo si presenta sudorazione a livello della superficie plantare dei piedi e delle mani e nella donna a livello del torace e delle cosce.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Non mi depilo da 8 anni: così mi sento molto più libera!

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma NON SI DEPILA 8 ANNI CORPO PELOSO WEB  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgFin da quando era una adolescente, Yasmin Gasimova ha deciso di dire basta a creme, rasoi e cerette. Oggi lei ha 19 anni, e di peli ne ha da vendere! La studentessa di Reading, Regno Unito, ha scelto 8 anni fa di non depilarsi più e da allora si sente realmente a suo agio.
“Questa è la realtà di essere una donna”, dichiara, mentre pubblica e mostra al mondo il suo corpo peloso. Yasmin ha ammesso che elimina giusto la peluria sul volto, ma solo quando “la barba” naturale può darle fastidio. Studente d’informatica e filosofia, attualmente al suo primo anno alla Liverpool University, ha scritto sul giornale studentesco che:

“Essere pelosa non fa paura. In una società in cui ci si aspetta che le donne si radino, non mi vergogno di ammettere che non lo faccio. Non c’è niente di sporco e impuro nei peli del corpo. Questo è la realtà del corpo di una donna, e non deve essere nascosta”.

Yasmin ha raccontato di essere stata vittima di atti di bullismo a scuola quando i baffetti hanno cominciato a crescere sul labbro superiore all’età di appena dieci anni. Ma l’unico modo per sentirsi felice nella propria pelle è stato quando ha smesso di combattere il proprio corpo. A causa della fitta peluria, infatti, la ragazza ricorda che almeno una volta a settimana doveva passare un’ora per la depilazione completa, e la ricrescita le causava numerosi fastidi ed irritazioni. Da quando ha smesso di depilarsi, Yasmin dice di sentirsi molto più libera – ma ammette che sistema ancora regolarmente le sopracciglia. La ragazza è così felice del suo look irsuto, che quando si rade deve essere per una buona ragione. Ha aggiunto: “Se mi depilo, ed è molto, molto raro, è per necessità assoluta”.

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