Whey o aminoacidi essenziali: quale scegliere per aumentare la massa muscolare?

MEDICINA ONLINE PALESTRA DONNA MUSCOLI IPERTROFIA ALLENAMENTO MUSCOLARI ROSSE BIANCHE POTENZIALE GENETICO PESI PESISTICA WORKOUT PRE POST INTEGRATORI PROTEINE AMINOACIDI RAMIFICATI BCAA WHEY CASEINE CREATINA CARNITINA FISIC.jpgLe proteine del siero del latte (whey protein) e gli aminoacidi essenziali (EAA) sono tra i supplementi più popolari nel fitness e bodybuilding. Visto che entrambi esprimono una quantità di aminoacidi essenziali al loro interno, ed entrambi potrebbero essere usati per lo stesso scopo, sorge spontaneo chiedersi quale dei due supplementi abbia il maggiore impatto sulla sintesi proteica muscolare o sull’effettiva crescita muscolare.

Bisogna sapere che le proteine “intere” di alta qualità contengono appena tra il 40 e il 50% di EAA, mentre il supplemento a base di EAA liberi ovviamente ne è costituito da circa il 100%. Quindi, a differenza di quest’ultimo, le whey protein sono composte per poco meno del 50% da aminoacidi essenziali, mentre per la restante parte proteica sono costituite da aminoacidi non-essenziali. Inoltre, sembra che per stimolare la sintesi proteica siano necessari solo gli aminoacidi essenziali, mentre non sia richiesta la presenza di AA non-essenziali.

Per stimolare al massimo la sintesi proteica con il supplemento di EAA possono bastarne tra i 6 e non più di 10 g. Viene inoltre riferito che 9 g di EAA corrispondano a 20 g di proteine “intere”. Questo suggerirebbe che siano necessari attorno ai 20-25 g di proteine intere per stimolare al massimo la sintesi proteica muscolare.

In realtà, la massima stimolazione della sintesi proteica muscolare sembra avvenire quando la fonte proteica/aminoacidica apporta, assieme a tutti gli aminoacidi essenziali, attorno a 0.05 g/kg o circa 3 g di l-leucina, una quantità che può essere facilmente coperta con un misurino da circa 25 g di proteine del siero del latte (whey), e quindi 20-22 g di proteina netta.

Solo uno studio ha confrontato l’impatto degli EAA e delle Whey per verificare quale dei due avesse un maggiore potenziale anabolico. Poiché le proteine del siero sono composte per poco meno della metà da EAA, ai fini comparativi i ricercatori hanno paragonato 15 g di whey isolate con circa 7 g di EAA liberi, cosicché in entrambi i casi l’apporto complessivo di EAA fosse equiparato.

I ricercatori hanno osservato che le whey sono capaci di provocare un maggiore effetto anabolico sul tessuto muscolare rispetto agli EAA liberi, secondo meccanismi indipendenti dal contenuto stesso di EAA. In altre parole, a parità di apporto di EAA, le whey riescono ad esprimere un maggiore effetto anabolico. L’ipotesi dei ricercatori è che questo migliore effetto delle whey sia potenzialmente dovuto al loro contenuto di cisteina, aminoacido non-essenziale che in altri studi aveva dimostrato di incidere positivamente sull’anabolismo proteico. Nello studio, le whey provocavano inoltre una maggiore risposta insulinica, potenzialmente spiegata dalla stimolazione del GIP (peptide inibitorio gastrico), un ormone secreto dal duodeno che sembra avere appunto la funzione di potenziare la secrezione di insulina.

Secondo i ricercatori, le whey hanno anche ulteriori proprietà salutistiche che non sono rilevate negli EAA liberi. La cisteina promuove la sintesi del glutatione, un tripeptide implicato nella protezione da stress ossidativo. Le β-lattoglobuline e le α-lattoalbumine caratteristiche delle proteine del siero sono coinvolte nel modulare la risposta immunitaria.

In conclusione, il maggiore effetto anabolico delle whey è legato a fattori indipendenti dal loro contenuto di EAA, e questo è maggiore della somma delle parti.

Le principali limitazioni dell’analisi citata risiedono nel fatto che i soggetti testati erano solo anziani (60–85 anni) e che è stata misurata solo la sintesi proteica muscolare acuta, ma non le variazioni della massa muscolare in cronico. Sebbene lo studio abbia rivelato informazioni importanti circa i maggiori benefici delle proteine del siero del latte rispetto agli EAA, questo non riesce a provare che le prime riescano effettivamente a promuovere una maggiore crescita muscolare su soggetti giovani e allenati sul lungo termine.

Ciò nonostante, convincono sulla scelta delle whey piuttosto che degli EAA poiché hanno un costo molto più contenuto e possono apportare benefici che vanno al di là del loro potenziale anabolico.

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Differenze tra acido alfa lipoico ed acido linoleico coniugato

MEDICINA ONLINE INTEGRATORE ALIMENTARE DIETA DIETARY SUPPLEMENT COMPLEMENT ALIMENTAIRE SUPLEMENTO DIETETICO NahrungsergänzungsmittelL’acido alfa lipoico (ALA) è un antiossidante che ha il potere di aiutare a pulire il fegato e aiutare a prevenire eventuali potenziali malattie connesse ad esso. La ricerca è ancora in corso, ma ci sono diversi studi che hanno fatto riferimento all’acido alfa lipoico come efficace per: diabete, intorpidimento delle gambe e delle braccia, perdita di memoria, sindrome da stanchezza cronica (CFS), l’HIV / AIDS, cancro, malattie del fegato, malattie di cuore e dei vasi sanguigni, la malattia di Lyme, disturbi correlati agli occhi, quali: danni alla retina, cataratta, glaucoma, e una malattia chiamata morbo di Wilson. L’acido alfa lipoico sembra aiutare a prevenire alcuni tipi di danno cellulare nel corpo, e ripristina anche i livelli di vitamina E e Vitamina C. Vi è anche un’evidenza scientifica, che l’acido alfa lipoico possa migliorare la funzione e la conduzione di neuroni nei diabetici. Essendo un potente antiossidante, l’acido alfa lipoico aiuta anche a liberare il corpo dalla maggior parte dei radicali liberi; i radicali liberi sono ritenuti responsabili del danneggiamento delle cellule e di accelerare la progressione del cancro, malattie cardiovascolari e altri disturbi legati all’età. Nella pesistica è utile assumere l’acido alfa lipoico perché aiuta ad assorbire e ripartire l’eccesso di carboidrati di un pasto e sintetizzarli direttamente nei muscoli – alcuni definiscono questo processo semplicemente come blocco dei carboidrati, lo utilizzano durante il loro ciclo di perdita di peso. Lievito, fegato, rene, spinaci, broccoli e patate sono tutte buone fonti di acido alfa lipoico, ma se si vuole potenziare questi livelli, occorre assumere l’acido alfa lipoico sotto forma di capsule.

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Acido linoleico coniugato (CLA). Se non volete assumere la carne rossa per il suo contenuto di grassi saturi o per altri motivi, potete trovare questo potente acido grasso anche nell’olio di girasole / olio di cartamo, carni bovine e prodotti lattiero-caseari, che è stato collegato alla gestione del peso corporeo a lungo termine e al miglioramento della salute. Questo potente nutriente antiossidante è chiamato acido linoleico coniugato o CLA. Come antiossidante, il CLA può potenzialmente avere proprietà anticancro. Recenti studi hanno dimostrato che le donne che ottengono buone dosi di CLA attraverso le loro diete, hanno un minor rischio di cancro del colon-retto e possono anche avere un minor rischio di cancro al seno. Il CLA sembra avere effetti positivi sull’abbassare il colesterolo cattivo LDL, il trattamento della pelle secca e la sclerosi multipla. Anche se non c’è una dose standard per il CLA, solitamente i dosaggi variano da 1 grammo a 3,4 grammi al giorno, che sono dosaggi molto più elevati rispetto alla quantità di CLA trovati in una tipica dieta. In termini di benessere, la ricerca sugli esseri umani ha dimostrato che il CLA è stato utile nel ridurre il grasso corporeo, con miglioramento ancora maggiore in coloro che combinano esercizio fisico con assunzione alimentare regolare di CLA. La ricerca sugli animali è stata ancora più promettente, con significativi miglioramenti osservati in entrambi per ridurre il grasso corporeo e aumentare la massa corporea magra. Precedenti studi hanno dimostrato che il CLA riduce il grasso corporeo, preservando il tessuto muscolare, inoltre può anche aumentare il tasso metabolico. Un recente studio pubblicato, ha scoperto che le persone che hanno preso 3,2 grammi di CLA al giorno hanno avuto un calo di circa 900 gr di grasso corporeo a settimana, con un moderato esercizio fisico.

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Quale dei due integratori preferire?
Collettivamente, noi sappiamo che entrambi questi acidi, l’acido alfa lipoico e l’acido linoleico coniugato, sono potenti antiossidanti che senza dubbio hanno un enorme impatto benefico sulla salute non solo per i trattamenti contro il cancro, ma anche molti altri aspetti sulla forma fisica che verranno scoperti in futuro. Combinato con un programma alimentare salutare ed un moderato esercizio fisico, il consumo di uno o entrambi questi integratori regolarmente, può dare una possibilità di riuscita al vostro intento di perdere peso. Per quanto riguarda quale dei due è meglio, non c’è purtroppo una risposta netta: sperimentate voi stessi quale avvertite funzionare meglio nel caso vogliate sceglierne uno solo.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Alga bruna o fucus per dimagrire: proprietà e controindicazioni

MEDICINA ONLINE DIMAGRIRE ALGA INTEGRATORE ESTRATTO DIETA PANCIA BRUCIA GRASSI DONNA CONTROINDICAZIONI PROPRIETA A CHE SERVE MARE.jpgL’alga bruna (Fucus vesiculosus), detta anche quercia marina o alga fucus, è un’alga che cresce lungo le coste dei mari del Nord Europa. In fitoterapia, le proprietà dell’alga fucus per dimagrire sono note e sfruttate da molto tempo soprattutto dalla medicina orientale. Spesso il suo estratto viene utilizzato per la formulazione di integratori naturali coadiuvanti delle diete dimagranti. Tuttavia, la medicina occidentale non riconosce a questo rimedio tutte le potenzialità note in Oriente, dove questo prodotto è anche consigliato per trattare alcune problematiche gastrointestinali e per favorire l’eliminazione della cellulite.

Proprietà benefiche

Il fucus è un’alga dalle foglie appiattite e allungate, ricca di iodio. In fitoterapia, si usa il tallo, che corrisponde all’intero corpo vegetativo dell’alga, dopo l’avvenuta essiccazione. È utilizzata prevalentemente nella produzione di integratori naturali coadiuvanti delle diete dimagranti e di cosmetici naturali finalizzati a combattere la cellulite. Ma vediamo più nel dettaglio le proprietà dell’alga bruna.

Allevia i dolori articolari

Il fucus vesiculosus è un’alga bruna già conosciuta al tempo dei Romani per alleviare i comuni dolori articolari attraverso degli impacchi. Ancora oggi l’alga bruna si utilizza per il trattamento delle distorsioni e delle articolazioni infiammate. Inoltre, dona sollievo per i dolori reumatici dovuti all’artrite reumatoide.

Fa bene alla tiroide

Una tiroide che lavora poco rallenta il metabolismo del corpo, il drenaggio dei liquidi, il ricambio cellulare e anche le attività mentali. Numerosi studi hanno confermato lo stretto legame tra il consumo dell’alga bruna e il funzionamento della tiroide. Sembra infatti che il contenuto di vitamine e aminoacidi dell’alga siano in grado di stimolare la funzionalità di questa ghiandola.

Aiuta a dimagrire

Grazie alla struttura mucillaginosa dei talli del fucus, l’alga bruna è indicata nelle diete per dimagrire, nel contesto di un regime alimentare ipocalorico e bilanciato, abbinato a un regolare e costante esercizio fisico in soggetti in sovrappeso od obesi. Inoltre, l’alga bruna ha la capacità di gonfiare lo stomaco e placare in poco tempo il senso di fame.

Agisce da lassativo

L’alga bruna favorisce la digestione e il transito intestinale in genere. Grazie all’alto contenuto di mucillagini che facilitano la peristalsi, cioè il movimento delle pareti intestinali, e di conseguenza l’evacuazione, il fucus è un buon rimedio naturale lassativo.

Anticellulite

Aumentando l’attività del metabolismo è possibile non solo bruciare più in fretta i grassi in eccesso, ma anche eliminare i ristagni dei liquidi. L’alga bruna, infatti, viene spesso utilizzata per contrastare obesità, ritenzione idrica e cellulite. Questo perchè l’alga è ricchissima di iodio, un oligoelemento che stimola il metabolismo basale e combatte l’adipe localizzato.

Riduce il colesterolo

Secondo recenti studi, ancora non del tutto confermati, sembra che chi assume l’alga bruna nel tempo possa veder ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. Quest’alga sarebbe infatti in grado di ridurre l’assorbimento di questo grasso aumentando la capacità di espellerlo da parte dell’organismo.

Valori nutrizionali

VALORI QUANTITÀ (in 100 gr di alga bruna)
Calorie 43 kcal
Acqua 81.58 g
Grassi 0.56 g
Carboidrati 9.57 g
Proteine 1.68 g
Fibre 1.3 g
Zuccheri 0.6 g
Calcio 168 mg
Sodio 233 mg
Fosforo 42 mg
Potassio 89 mg
Ferro 2.85 mg

Dosaggi ed uso

In commercio, l’alga bruna può essere trovata sotto forma di estratto secco, capsule, compresse, scaglie e tintura madre. Può essere utilizzata sia per un uso esterno, in particolare nei prodotti di bellezza adatti a contrastare la cellulite, oppure per uso interno. Vediamo i vari usi e dosaggi.

Uso interno

Se si sceglie di assumere l’alga bruna per via interna, sotto forma di capsule, generalmente la dose consigliata è di 1 compressa al giorno, preferibilmente da assumere a colazione per poter fruire della capacità della pianta di risvegliare ed accelerare il metabolismo.

Uso esterno

Per via esterna, l’alga bruna si può utilizzare per fare degli impacchi contro la cellulite, ma anche per lenire la pelle arrossata e infiammata aumentando la rigenerazione cellulare e la guarigione di piccole ferite. In questo caso, può essere utile preparare una tisana con le indicazioni riportate sotto.

Tisana

La tisana di alga bruna è il modo migliore per ottenere dei benefici dimagranti, per favorire il drenaggio dei liquidi ma anche per fruire delle sue virtù lassative. Per prepararla è necessario utilizzare circa 20 grammi di alga ogni 200 ml di acqua. Il composto dovrà bollire per 10 minuti e poi lasciato raffreddare per altri 10 minuti prima di filtrare e bere. Si può scegliere di associare al fucus anche altri rimedi naturali così da agevolare ulteriormente la perdita di peso e combattere la ritenzione idrica.

Tintura madre

Del Fucus vesiculosus tintura madre, invece, generalmente si consigliano dalle 30 alle 50 gocce una volta al giorno, sempre meglio al mattino vista l’attività positiva di questa alga nel risvegliare il metabolismo corporeo. In caso di trattamento prolungato nel tempo, è preferibile non superare i 120 mg di iodio al giorno.

Controindicazioni ed effetti collaterali

In genere, seguendo i dosaggi consigliati, il fucus è ben tollerato da tutti. Tuttavia, a causa dell’alto contenuto di iodio, l’alga bruna presenta delle controindicazioni nei casi di presunta alterata funzionalità della tiroide, soprattutto in coloro che soffrono di ipertiroidismo. È poi sconsigliata l’assunzione anche alle persone cardiopatiche, specie se affette da tachicardia, fibrillazione atriale o ipertensione arteriosa.

L’alga bruna è da evitare soprattutto in gravidanza e allattamento poiché potrebbe essere interessata dalla presenza di metalli pesanti. Inoltre, l’apporto giornaliero di iodio va limitato, si raccomanda quindi di non assumere più di 250 mg di polvere di fucus al giorno per periodi di lunga durata.

Tra gli effetti indesiderati legati al consumo prolungato dell’alga bruna può riconoscersi un’ipersensibilità o un ipertiroidismo con palpitazioni, stress e insonnia. Assumere troppo iodio può, a sua volta, provocare lesioni della pelle, sviluppo di acne, salivazione abbondante o irritazioni gastriche.

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Carnitina: a cosa serve, effetti, dosi, effetti collaterali e controindicazioni

MEDICINA ONLINE INTEGRATORI ALIMENTARI CARNITINA PER DIMAGRIRE ACIDI GRASSI PALESTRA PERDERE PESO CORPOREO MASSA GRASSA.La carnitina è un acido carbossilico la cui formula è C7H15NO3, ha una struttura simile a quella di un amminoacido e appartiene alla Continua a leggere

Integratore di Glutamina: a che serve, quando assumerlo, dosi ed effetti collaterali

MEDICINA ESTETICA GLUTAMINA GLUTAMMINA INTEGRATORE PALESTRA SPORT QUANDO QUANTO ASSUMERLA DOSAGGIO DOSE POLVERE COMPRESSE PESI MUSCOLI ALLENAMENTO GLUTAMINE WORKOUT PRE POST MUSCLE WALLPAPER.jpgCos’è la glutamina?
La glutamina (anche chiamata glutammina) è un aminoacido non essenziale e rappresenta i 2/3 degli aminoacidi presenti nella muscolatura. La glutammina è un aminoacido che viene usato per formare le proteine. È un elemento essenziale per la forza, la resistenza e il recupero muscolare. Sebbene la glutammina venga sintetizzata dall’organismo e sia facilmente disponibile in alcuni alimenti, quando il corpo è sotto tensione a causa di un esercizio intenso, malattie o lesioni potrebbe non essere in grado di produrne una quantità sufficiente.

Da chi è prodotta la glutamina e dove viene immagazzinata?
La maggioranza della glutamina nel torrente ematico è prodotta dai muscoli e da alcuni organi, ad esempio il fegato. Molti degli altri aminoacidi, in particolar modo i BCAA, ne fungono da precursori. All’interno del corpo la glutammina viene immagazzinata nei muscoli e polmoni.

Cibi con alte fonti di glutamina
La glutammina è presente in grandi quantità negli alimenti ricchi di proteine, come il latte, il pesce, la carne e i fagioli. Si trova anche in alcune verdure come gli spinaci, i cavoli e il prezzemolo. Sebbene questi alimenti siano una fonte di glutammina, tuttavia non sono in grado ovviamente di fornirne tanta quanta gli integratori.

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Glutamina in caso di ferite, infezioni e non solo
La glutamina non è utile solo in palestra: il cortisolo, che è un ormone rilasciato dal corpo quando è sotto stress a causa di lesioni, ustioni e infezioni, provoca una diminuzione della glutammina; alcune ricerche hanno rilevato che in questi casi una integrazione di glutamina aiuta il sistema immunitario a gestire queste situazioni. La sua capacità di innescare il recupero della forza muscolare la rende particolarmente preziosa per le vittime di ustioni o per i pazienti che devono sottoporsi a degli interventi chirurgici. Inoltre una integrazione con glutamina può essere utile durante periodi di stress psicofisico, per esempio durante un forte periodo di studio prima di un esame, o in periodi di depressione. La glutamina fornisce calma interiore, concentrazione e sonno riposante (anche se in rari casi sembra che si siano verificati casi di insonnia legati all’integrazione con glutamina). Il corpo produce la glutammina a partire dall’acido glutammico e viceversa. La glutammina aumenta la produzione di GABA, l’acido gamma amminobutirrico. Il GABA è il più importante neurotrasmettitore inibitorio del cervello. Ciò significa che esso ostacola la trasmissione degli impulsi tra le cellule nervose ed è perciò una sorta di calmante naturale per il cervello. Il corpo può produrre GABA solo se ha a disposizione una quantità sufficiente di glutammina.

Glutamina ed idratazione muscolare
Studi hanno dimostrato che una maggiore idratazione muscolare ne può influenzare la crescita; maggiore è l’idratazione, maggiore è il ritmo della sintesi proteica (anche per questo motivo si consiglia di bere molta acqua). Di logica la diminuzione del volume della cellula è fortemente catabolico. La glutamina è in grado proprio di aumentare l’idratazione muscolare.

Cosa succede alla glutamina durante l’allenamento?
L’esaurimento di questo aminoacido segue un corso composto da 2 fasi: la prima che diminuisce è la glutamina nel sangue e avviene quasi all’inizio dell’allenamento. Per compensare il deficit, i muscoli iniziano a sintetizzare nuova glutamina da altri aminoacidi, come i BCAA e questo porta, inevitabilmente, all’esaurimento di questi ultimi. Alla fine, la glutamina appena sintetizzata passa nel torrente ematico, provocandone una carenza muscolare. Tutto questo porta il nostro organismo verso uno stato di catabolismo, dovuto ad una diminuzione di glutamina e di aminoacidi che sono serviti per la resintesi.
Una carenza di glutamina, come detto in precedenza, porta ad una riduzione della sintesi proteica che viene accentuata nelle ore successive ad un allenamento; siccome anche il digiuno notturno causa una perdita di glutamina, i due processi si uniscono ed aumentano il catabolismo. Non c’è bisogno di dire che se ci si allena quando le riserve di glutamina sono ancora basse si va incontro al superallenamento.

Perché durante l’allenamento la glutamina viene distrutta?
Il consumo della glutamina è notevole durante l’allenamento perché:
1. L’allenamento intenso provoca un innalzamento del cortisolo, il quale è una sostanza che ne induce maggiormente lo spreco, degradandola.
2. L’allenamento aumenta il consumo dei carboidrati da parte dell’organismo, perciò è molto probabile che calino sia i livelli di insulina che di glicemia. Ciò induce l’utilizzo di altre sostanze, al di fuori dei carboidrati, come fonte energetica; quindi, sia il fegato che i reni captano gli aminoacidi, principalmente l’Alanina e la glutamina, per avere energia.
3. Un’altra funzione della glutamina è mantenere l’equilibrio ACIDO-BASE.
Mentre ci alleniamo con i pesi, i muscoli producono acido lattico, il quale passa nel torrente ematico e lo acidifica. L’aumento dell’acido lattico induce un calo del pH (il pH è la scala di misurazione per la concentrazione di ioni di idrogeno. Un pH al disotto del 7 indica un ambiente acido, un pH al disopra del 7 indica un ambiente basico).
In tale situazione il consumo renale di glutamina può essere enorme, cosa che indirettamente alza la percentuale di bicarbonato. Dopo che il bicarbonato appena sintetizzato ha raggiunto il sangue, serve da tampone legandosi alla parte acida del sangue per renderla a pH neutro e ripristinare l’equilibrio acido-base.
4. La glutamina è un ottimo carburante per le cellule del sistema immunitario.
5. L’ acido glutamminico prodotto nel cervello dalla glutamina insieme al glucosio è il carburante primario delle cellule celebrali ed inoltre, combinandosi con l’ammoniaca, disintossica il cervello.

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Glutamina in combinazione
La glutamina da sola è instabile in presenza di acqua, caldo e cambiamenti del pH (ciò ci deve far riflettere su quegli integratoti liquidi che dichiarano di contenere glutammina).
Il problema più grave è che una volta ingerita, gran parte di essa, non riesce a passare nel sangue, ovvero circa il 60 – 80 % viene assorbita dall’intestino; la restante parte è troppo poca per soddisfare le esigenze dei nostri muscoli. Ottima è la sua combinazione con ALANINA + GLICINA + BCAA. I primi due rendono la glutammina molto più stabile, mentre i BCAA ne sono i precursori.

Glutamina peptidica: perché preferirla?
Alla semplice glutammina viene preferita quella peptidica perché è nettamente superiore.
La glutammina in legame peptidico vuol dire che essa è legata ad un’altro aminoacido che rende il composto molto più stabile. Vari studi hanno dimostrato che questa forma peptidica rende la glutamina 10 volte superiore alla forma semplice. Inoltre viene consigliata perché:
1. Viene assorbita + velocemente
2. Non viene usata e degradata dall’intestino e dal fegato altrettanto velocemente quanto la glutamina libera.

Quanta glutamina assumere e quando assumerla?
Vengono assunti 5g prima di un allenamento e 5 /10g dopo l’allenamento per avere un recupero più veloce e per ridurre i livelli di cortisolo. Una terza dose di ulteriori 5g può essere assunta la mattina o, meglio, prima di andare a dormire.

Accortezze nell’assunzione di glutamina
Puoi prenderla durante o lontano dai pasti, ma assicurati di non assumerla con il cibo o le bevande bollenti. Questo perché la glutammina è un aminoacido sensibile alla temperatura; pertanto devi assumerla solo con liquidi freddi o a temperatura ambiente. Quando è in polvere o liquida può essere miscelata con acqua o con i succhi di frutta a basso livello di acidità, come quello di mela o di carota. Non mescolarla con succhi di agrumi, come arancia e pompelmo, dato che sono più acidi. Inoltre non unire la glutammina in polvere o liquida con bevande calde, perché il calore la degrada.

Intolleranza al glutine e glutamina
La glutammina è completamente diversa dal glutammato, dall’acido glutammico, dal glutammato monosodico e dal glutine. Pertanto, le persone che soffrono di intolleranza al glutine non devono preoccuparsi di avere una reazione avversa alla glutammina.

Glutamina: effetti collaterali
La glutamina raramente provoca effetti collaterali, tuttavia, dovresti evitare di consumarne in quantità eccessive, perché in rari casi può scatenare mal di stomaco, vomito, mal di testa, sudorazione e dolori articolari. Inoltre, se soffri di malattie epatiche o renali, se sei una donna incinta o stai allattando, dovresti rivolgerti al medico prima di assumere questo integratore, dato che potrebbe rendersi necessaria una dose ridotta o l’interruzione dell’assunzione.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Il naturopata sbaglia terapia: bimbo rischia di morire

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma NATUROPATA TERAPIA BIMBO MORIRE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Ano.jpgUn bambino inglese di appena quattro anni negli ultimi tempi aveva perso l’appetito, mangiava pochissimo ed era dimagrito molto, tutto ciò a causa colpa di una cura a base di una dose eccessiva integratori. Una situazione a rischio per la vita di questo bambino che soffre di autismo (un disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione dell’interazione sociale e da deficit della comunicazione verbale e non verbale), che ha spinto i genitori a chiedere aiuto ai medici. Dopo una serie di test, i dottori hanno capito che il piccolo soffriva di ipercalcemia. Aveva livelli troppo alti di calcio nel sangue, ma anche di vitamina D. Una diagnosi che ha spinto la coppia a confessare di aver sottoposto il bimbo a una cura a base di ‘prodotti naturali’. Un cocktail di sostanze che ha danneggiato l’organismo del ragazzino e ha spinto gli esperti inglesi a lanciare un appello contro ‘le terapie fai-da-te’ sul British medical journal.

Integratori fai da te: rischio per la salute

Nella cura scelta dal naturopata inglese c’erano dosi eccessive di calcio, vitamina D, olio di fegato di merluzzo, latte di cammello, argento, zinco. La terapia era arricchita da solfato di magnesio, un ingrediente scelto per ‘depurare l’organismo’. “I genitori del bimbo ora sono devastati per quello che hanno fatto al figlio e per averlo fatto stare così male – spiega il report del Bmj – e la polizia ha aperto un’indagine nei confronti del naturopata che ha sbagliato la sua cura”. Ci sono volute ben due settimane per far guarire il bambino. Quando è stato ricoverato era iperidratato e aveva livelli di calcio altissimi, ora per fortuna è fuori pericolo. “Molte famiglie scelgono ‘cure naturali’ come queste – spiegano i medici del Bmj – ma questo caso dimostra che possono esserci gravi effetti collaterali che sono difficili da individuare anche per la mancanza di conoscenza di queste terapie”. E a volte anche la vita dei pazienti può essere a rischio aggiungono i medici inglesi. “Ci sono molti casi di complicanze, anche fatali, e probabilmente molti altri che non sono segnalati ai medici o che, a volte, non sono stati riconosciuti”.

Primum non nocere

“Il caso dimostra che purtroppo esistono persone che speculano sulla disperazione delle famiglie, a volte  per ignoranza altre volte con dolo – spiega Raffaele Falsperla, Presidente Società Italiana di Neurologia Pediatrica – . In Italia per fortuna esiste un “filtro” ed è il pediatria di famiglia che segue il bambino sin dalla nascita e rappresenta il vero “ambasciatore” nella tutela del minore.  A tutti va ricordato che il principio che dovrebbe guidare chiunque si occupa di salute del bambino è “ Primum non nocere”, cioè non fare nulla che potrebbe nuocere alla salute del bambino”. In questo caso la cura a base di integratori non sarebbe mai riuscita neppure a guarire il piccolo. “Gli integratori hanno delle indicazioni cliniche e non sono indicati nel caso di  disabilità intellettive non rientra fra queste. Dunque questo tipo di cura non era indicata per guarire il bambino autistico”.
Le “cure alternative”, spiegano ancora gli esperti del Bmj – sono molto diffuse tra i bambini con malattie croniche, tra cui l’autismo, per una serie di motivi. Questi possono includere l’insoddisfazione con le terapie tradizionali.

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Come perdere 2 kg di peso a settimana in modo rapido e sicuro

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DIMAGRIRE GRASSO DIETA DIETOLOGIA CALORIE IPOCALORICA OBESO OBESITA SOVRAPPESO KG BILANCIA JEANS PANTALONIMolti miei pazienti vengono da me con parecchio peso da perdere e ben poco tempo a disposizione. Spesso sono pazienti che hanno provato molte diete tradizionali senza mai giungere a risultati concreti e duraturi, oppure sono pazienti che hanno bisogno urgentemente di perdere una grande quantità di peso. Un caso che mi è capitato poco tempo fa è stato quello di una ragazza che doveva sposarsi due mesi dopo ed era disperata perché non riusciva più ad indossare il vestito del matrimonio che aveva acquistato qualche mese prima perché, per lo stress dei preparativi per le nozze, era ingrassata ben 12 kg! In questo tipo di pazienti la terapia migliore per perdere peso in modo rapido, sicuro e senza il rischio di fallimento, è senza dubbio la Dieta Proteica. Questa metodologia, usata da anni da dietologi e nutrizionisti di tutto il mondo, prevede una forte riduzione  della quantità di zuccheri e grassi, attivando il fenomeno della chetogenesi controllata, a scapito delle riserve di grasso dell’organismo. La dieta proteica fu introdotta nel 1973 , grazie agli studi del prof. Blackburn  dell’università di Harvard, che elaborò il protocollo PSMF : Protein Sparing Modified Fasting. Da quel momento sono innumerevoli in tutto il mondo i successi legati a questa terapia, tra cui anche la ragazza che doveva sposarsi: grazie alla mia dieta proteica le ho fatto perdere quasi 14 kg in meno di due mesi ed il giorno delle nozze era bellissima nel suo abito bianco!

Come si svolge la visita?

Dopo la visita medica generale e la visione di esami ematici recenti, passi necessari per escludere eventuali controindicazioni alla Dieta Proteica, eseguo la valutazione delle misure antropometriche (peso,statura, indice delle masse corporee, circonferenze). Successivamente sottopongo il paziente ad una bioimpedenziometria per calcolare le masse corporee, l’idratazione ed il metabolismo basale. Dopo aver valutato tutti i dati raccolti, assegno al paziente una terapia dietologica basata sulla Dieta Proteica vera e propria. I controlli vengono effettuati una volta a settimana.

Come viene organizzata una Dieta Proteica?

La Dieta Proteica è uno schema piuttosto facile da seguire. Ecco un esempio tipico:

  1. Colazione: Caffè o tè senza zucchero +  1 busta proteica
  2. Metà mattina1 busta proteica
  3. Tarda mattina: 1 frutto (mela, pera, kiwi, arancia)
  4. Pranzo1 busta proteica + 300 g di verdura concessa
  5. Merenda: 1 frutto (mela, pera, kiwi, arancia)
  6. Cena1 busta proteica + 300 g di verdura concessa

La verdura concessa è: (cotta a vapore o lessa) broccoli, cavolfiori, cime di rapa, spinaci, zucchine, cicoria, melanzane, bieta, peperoni gialli e verdi, asparagi, insalata verde, finocchio, sedano. Condire con mezzo cucchiaio di olio d’oliva, sale, limone.
La verdura NON concessa è: pomodori, radicchio, carota, peperoni rossi, ravanelli

Accortezze importanti da seguire durante la dieta

Durante tutta la terapia il paziente dovrà bere giornalmente almeno due litri a scelta tra le seguenti bevande: acqua; tè verde; spremuta d’arancio o pompelmo; caffè senza zucchero. E’ importante assumere anche con integratore di vitamine e sali minerali. Estremamente importante è non assumere zuccheri di nessun tipo e nessun altro alimento non incluso nello schema. Lo schema proposto precedentemente può essere diverso in base alle vostre caratteristiche fisiche, ad esempio le buste proteiche possono essere cinque e non quattro. Le buste proteiche devono essere disciolte in acqua (e NON in altro liquido) ed assunte rapidamente. Le buste proteiche in commercio hanno i sapori più vari per venire incontro al vostro gusto (cioccolato, arancia, cibi salati…): io vi aiuterò nella scelta dell’integratore giusto per la vostra terapia.

Quali sono i vantaggi della Dieta Proteica?

  • Senso di sazietà che dura tutto il giorno;
  • Facilità di gestire la dieta. Non c’è bisogno di andare a fare una spesa mirata, di verificare le quantità esatte, di cuocere i cibi: quasi impossibile fare errori!
  • Facilità di assunzione del prodotto anche quando si è a lavoro in pausa pranzo;
  • Mantenimento della massa muscolare e di un alto metabolismo basale;
  • Minor rischio di intolleranze;
  • Maggiore assimilazione dei nutrienti;
  • Sicurezza del trattamento;
  • Facilità nel dimagrimento;
  • Economicità del trattamento in rapporto alla grande perdita di peso;
  • Rapidità del dimagrimento.

Come agisce la Dieta Proteica nell’organismo?

L’ipoinsulinemia, indotta dalla marcata riduzione degli zuccheri, va a provocare il catabolismo dei trigliceridi di riserva, i quali grazie all’azione della lipoproteina lipasi, si trasformano in acidi grassi liberi e glicerolo. Di quest’ultimo, il 10% viene ossidato a livello epatico per finire in glucosio, il resto apporta l’energia necessaria per la gluconeogenesi. Per quanto riguarda gli acidi grassi, il 40% viene direttamente usato dai muscoli, il resto subisce una betaossidazione a livello epatico, trasformandosi in 48 ore dall’inizio della dieta in corpi chetogeni. Questi, in presenza di insulina e glucosio, endogeno ed esogeno, si ricondenseranno a formare l’acetil-coenzima A, che finirà nel ciclo di Krebs per fornire energia alle cellule. L’ipoinsulinemia quindi , crea e favorisce la chetogenesi e la lipolisi, apportando energia a tutto l’organismo, senza intaccare la massa muscolare.

Quali sono le controindicazioni alla Dieta Proteica?

  • Grave insufficienza epatica e renale
  • Gravidanze e allattamento
  • Età inferiore ai 14 anni
  • Recenti incidenti vascolari (trombosi venosa profonda, ictus cerebrale, infarto del miocardio, arteriopatia obliterante degli arti inferiori)
  • Gravi alterazioni psichiatriche (psicosi maniacali, schizofrenia)
  • Diabete insulinodipendente
  • Celiachia.

Per quanto tempo può essere seguita la Dieta Proteica?

Ricerche effettuate in tutto il mondo, confermano che la Dieta Proteica, può essere proseguita – sotto stretto controllo medico – fino a 16 settimane consecutive.

Quanti kg di peso si perdono a settimana con la Dieta Proteica?

Una Dieta Proteica seguita in maniera costante porta ad una sicura perdita di peso, che oscilla tra non meno di 2 kg a 2,5 kg a settimana.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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A cosa serve il magnesio e quali sono i cibi che ne sono ricchi?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RAGAZZA TRISTE DONNA DEPRESSIONE STANCA PAURA FOBIA PENSIERI SUICIDIO FIUMA PONTEIl magnesio svolge un importante ruolo fisiologico per l’organismo umano: basti pensare che interviene come attivatore di circa 300 enzimi, che regolano fondamentali processi metabolici. Il contenuto corporeo normale di magnesio nell’organismo adulto è compreso tra 20 e 28 grammi: il 60% è presente nelle ossa, il 39% nei tessuti e circa l’1% nei liquidi extracellulari. Vi sono tuttavia alcuni periodi della vita in cui si possono perdere o consumare notevoli quantità di magnesio. Situazioni di stress prolungato tipiche della frenetica vita moderna, eccessiva sudorazione (soprattutto se legata a intensa attività fisica), gravi ustioni o lesioni, diarrea e vomito prolungati, malattie debilitanti. Per queste ragioni spesso occorre perciò intervenire con una sua integrazione.

Quali sono le funzioni e le proprietà del magnesio?

Il magnesio è impiegato in oligoterapia per le numerose proprietà terapeutiche: rilassa il sistema nervoso; svolge un’azione antidepressiva, cura le patologie cardiovascolari; migliora la rigenerazione cellulare; aumenta l’elasticità dei tessuti ed elimina le calcificazioni dannose dei tessuti molli e delle articolazioni.

1) Azione antidepressiva e calmante sul sistema nervoso

Il magnesio stimola la funzione nervosa, favorendone la trasmissione degli impulsi: al livello intracellulare, attiva l’esochinasi, enzima che converte il glucosio in glucosio-6-fosfato, primo gradino della glicolisi (processo attraverso il quale gli zuccheri vengono “bruciati” per produrre energia), necessaria per fornire energia a tutte le cellule; in particolare quelle nervose e muscolari che ne consumano una grande quantità.
Questo prezioso minerale tra le tante funzioni esercitate, stimola la produzione di serotonina, un’endorfina che agisce su recettori specifici del cervello, e che svolge azione analgesica, antidepressiva e stabilizzante del tono dell’umore. Lo stress tende ad esaurire le riserve di magnesio perché l’organismo lo utilizza per la sua capacità calmante e antidepressiva. Infatti una sua carenza produce depressione, nervosismo, ansia, tic nervosi e insonnia. Anche in sindrome pre-mestruale e in menopausa, a causa degli squilibri ormonali, si sono riscontrati notevoli abbassamenti dei livelli di magnesio, con conseguente depressione, senso di inadeguatezza e irritabilità.

2) Azione antispasmodica e rilassante della muscolatura

Il magnesio stimola le funzioni muscolari e normalizza il ritmo cardiaco e previene le malattie cardiovascolari: una carenza di questo minerale produce tensione muscolare e crampi. L’ipomagnesemia può produrre ipertensione arteriosa e sembrerebbe inoltre favorire l’insorgenza di aterosclerosi, soprattutto in caso di dieta ricca di colesterolo. Per queste proprietà è indicato per rilassare la muscolatura liscia in caso di intestino irritabile (ne favorisce la funzionalità, con delicato effetto lassativo), mal di testa causato da tensione nervosa, tachicardia, palpitazioni e dolori mestruali.

3) Azione remineralizzante

Il magnesio è essenziale per il processo di mineralizzazione e di sviluppo dell’apparato scheletrico. Rinforza lo smalto dei denti e insieme al calcio e al fosforo partecipa alla costituzione dello scheletro: più del 60% di tutto il magnesio presente nel nostro organismo si trova nel sistema osteoarticolare.

Quali cibi contengono più magnesio?

“Ho imparato a conoscere i due unici rimedi contro il dolore, la tristezza, le paturnie e piaghe simili del cuore umano: essi sono la cioccolata e il tempo”. Queste sono le parole di Tommaso Landolfi, uno degli scrittori italiani di maggior rilievo del ‘900 che ci forniscono un indizio su una delle maggiori fonti di magnesio tra gli alimenti: il cioccolato!
Tra gli altri alimenti ricchi di magnesio ricordiamo le verdure verdi fresche (essendo un elemento essenziale della clorofilla), legumi e cereali integrali (perché più dell’80% viene rimosso dai trattamenti di raffinazione), la soia, i fichi, il mais, le mele, i semi oleosi, in particolare le noci e le mandorle, le banane. Il magnesio è presente anche nel pesce, nell’aglio, nel tofu, nelle pesche e nelle albicocche.

Più presente nelle diete ricche in vegetali e cereali

Nel complesso, diete ricche in vegetali e cereali integrali hanno un contenuto di magnesio maggiore rispetto a quello di diete ricche di carni, prodotti caseari e alimenti raffinati. La dieta mediterranea prevede un consumo di 254 mg di magnesio al giorno. Mentre l’apporto di magnesio assunto attraverso l’acqua è variabile, ed è stato poco quantificato: sulla base di un consumo di un litro al giorno si può ipotizzare una quantità che varia da 1 a 50 mg. Il magnesio, oltre che attraverso gli alimenti e l’acqua, può essere assunto anche sotto forma di integratore naturale.

Quanto magnesio assumere al giorno?

Nel soggetto sano l’apporto di magnesio è da 3 a 4,5 mg/Kg (210 – 320 mg/die), sufficienti per il mantenimento del bilancio. L’assunzione raccomandata per la Commission of the European Communities (1993) è da 150 a 500 mg/die (il mio consiglio è quello di dividere la dose giornaliera in due diverse assunzioni al giorno).

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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