Fanno più male le sigarette o la marijuana?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma 10 MOTIVI SMETTERE FUMARE PALESTRA PESI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneOvviamente entrambe le sostanze sono assolutamente da evitare, perché provocano danni estremamente seri all’organismo, tuttavia, se proprio dovessimo fare una “gara” tra quale tra sigarette e marijuana faccia meno male, la risposta sarebbe relativamente semplice. O forse no?

Gli effetti ed i danni procurati dal fumo di sigaretta (e quindi dalla tossicodipendenza da nicotina), sono ormai a tutti ben noti; puoi trovare tutti i nostri articoli riguardando il fumo di sigaretta e lo smettere di fumare, a questo link.
Meno noti invece sono gli effetti di una tossicodipendenza cronica da THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) cioè il principio attivo della marijuana, quindi cerchiamo di comprendere a fondo cosa significa per l’organismo “farsi una canna”.

Cos’è la marijuana?
La marijuana è una miscela di foglie, semi, gambi e fiori di cannabis sativa ed è la droga illegale più utilizzata in Europa e negli Stati Uniti. Dalla resina della stessa pianta si ricava l’hashish. Come prima accennato il principio attivo nella marijuana e nell’hashish è il THC: quando viene fumato passa rapidamente dai polmoni al resto del corpo, cervello compreso, attraverso il flusso sanguigno.

Come agisce la marijuana sul cervello?
Il THC, una volta che viene immesso nel torrente circolatorio, si lega a neuroni specifici dotati dei recettori dei cannabinoidi, che regolano il movimento, la coordinazione motoria, la memoria e altre funzioni cognitive complesse.
Come la maggior parte delle droghe, quando entra in circolo produce euforia e benessere perché stimola il rilascio di dopamina. Colori e suoni sembrano più intensi, il tempo sembra passare più lentamente e, a volte, il tutto si accompagna con fame e sete. Passata la fase dell’euforia possono manifestarsi ansia, paura, diffidenza nei confronti degli altri e panico. Il THC si lega inoltre ad alcuni recettori del cervelletto che regolano la coordinazione motoria, l’equilibrio, la postura e il movimento quindi altri sintomi possono essere legati all’alterazione legati a questi meccanismi.

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Effetti sulla guida di veicoli
Mettersi alla guida fumando una sigaretta o uno spinello: una profonda differenza! Uno studio condotto nel 2001 su 907 neozelandesi tra i 18 e 21 anni, pubblicato dal Centro Europeo per il Monitoraggio delle Droghe, ha rilevato una significativa correlazione statistica tra l’uso di cannabis e il rischio di incidenti stradali: chi si è fatto più di 50 canne in un anno, praticamente una a weekend, ha provocato il 60% di incidenti in più rispetto ai non utilizzatori.

Effetti sulla memoria
L’uso abituale di hashish o marijuana accelera la perdita di neuroni nell’ippocampo, l’area del cervello responsabile della memoria a breve termine, velocizzando ciò che accade nel normale processo di invecchiamento (è comune, negli anziani, ricordare fatti molto lontani nel tempo ma non ciò che hanno mangiato il giorno prima, per esempio). Esperimenti condotti sui ratti hanno evidenziato come la somministrazione quotidiana di THC per 8 mesi abbia prodotto una perdita di cellule nervose equivalente a quella di animali con il doppio della loro età. Anche in questo caso il THC batte la nicotina in fatto di pericolosità.

Cancerogenesi
Gli effetti di un joint (lo spinello) durano dalle 2 alle 3 ore: subito dopo l’inalazione del fumo il cuore accelera dai 70/80 battiti normali fino a 100/130 e più, gli occhi si arrossano per la dilatazione dei vasi sanguigni e le vie bronchiali si rilassano. Oltre agli effetti neurologici, fumare marijuana provoca al fisico più danni del consumo di tabacco: ai classici sintomi correlati all’inalazione di fumo che si verificano con le “semplici” sigarette (irritazione della gola, tosse, predisposizione a malattie respiratorie e infezioni polmonari) aumenta la percentuale di rischio di cancro ai polmoni e del tratto respiratorio, perché il fumo di marijuana contiene dal 50 al 70% in più di idrocarburi cancerogeni rispetto a quello di tabacco.

La marijuana fa più male del tabacco?
A conti fatti, e ricordando che ovviamente conta anche la quantità di sigarette o spinelli fumati, direi proprio che, quando vi dicono che “fumare canne fa meno male che fumare sigarette”, non gli dovete davvero credere! O forse no? Uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports da Dirk Lachenmeier e Jurgen Rehm, della Klinische Psychologie & Pshychoterapie alla Techische Universitat Dresden, dice tutto il contrario. Gli scienziati hanno confrontato gli effetti della salute di sette stupefacenti (alcool, tabacco, cocaina, ecstasy, metamfetamina, eroina e marijuana), scoprendo che, per l’appunto, la marijuana è la più innocua della lista. Addirittura 114 volte meno pericolosa, in termini di mortalità, rispetto all’alcool. Nel dubbio… evitate entrambe le sostanze!

I migliori prodotti per il fumatore che vuole smettere di fumare
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, pensati per il fumatore che vuole smettere di fumare o che ha smesso da poco. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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La sigaretta elettronica fa male come le sigarette vere

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SIGARETTA ELETTRONICA FA MALE SIGARETTE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLa sigaretta elettronica non fa male alla salute? Assolutamente no: solo un modo diverso delle aziende produttrici per rendere schiave – usa proprio questo termine – le persone. Schiave, vincolate alla sostanza, dipendenti. Ed è quindi condanna delle e-cig, senza se e senza ma. Sono state un modo astuto per far cominciare i teenager, per non far smettere chi già fumava, senza alcuna riduzione del danno. Non ha dubbi, su una tematica che ha fatto molto discutere, Vera da Costa e Silva, del gruppo di controllo del tabacco dell’OMS, che interviene al congresso internazionale Iaslc sul tumore al polmone, in corso a Vienna. “Una strategia delle multinazionali del tabacco – attacca Vera da Costa e Silva – negli anni ’80 ci hanno provato con le sigarette light, che non hanno avuto alcun effetto sulla riduzione del rischio, ma sono state percepite come tali dai fumatori. E adesso sempre nuovi prodotti. Ma attenzione: devono essere regolati dalle leggi, per proteggere i consumatori. Non possiamo lasciarli in mano alle industrie del tabacco, il cui unico scopo è influenzare le leggi e finanziare studi a favore”. Con buona pace dell’ultima arrivata in casa Philip Morris, la sigaretta elettronica con tabacco, appena lanciata in Gran Bretagna e già in vendita anche in Italia.

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Narghilè e sigaretta elettronica
Tante sessioni, qui a Vienna, sui dispositivi elettronici e persino sulla waterpipe, il narghilè. Perché in molte parti del mondo è diffusissimo,  45 per cento di prevalenza in molti paesi del Mediterraneo, ma anche il 17 in alcuni stati americani, insieme ad aromi di vario tipo (più di ottomila) e a dolcificanti naturali e sintetici, approvati e dichiarati sicuri. “Per l’ingestione, però – precisa Alan Shihadeh, dell’università americana di Beirut – non per l’inalazione. Ed è tutt’altra cosa”. L’assunto è che la sigaretta elettronica sia dannosa quanto quella convenzionale. “Non fa smettere di fumare, anzi secondo alcuni studi chi si rivolge alla e-cig ha il 25 per cento di possibilità in meno di riuscirci – continua Shihadeh – e viene spesso aggiunta al fumo convenzionale, aumentando quindi l’assunzione di nicotina, la cui quantità può essere estremamente variabile. Fumatori tradizionali ed elettronici hanno lo stesso livello di nicotina nel sangue. In sintesi, anche grazie agli ultimi studi, dobbiamo dire che non sono prodotti sicuri e che chi li fuma muore come gli altri fumatori”. Anche perché la nicotina – secondo studi presentati da Sergei Grando, dell’Università della California, non solo ha un’attività promotrice dei tumori, ma induce chemioresistenza, quindi rende meno efficace la terapia.

Il marketing aggressivo
Ma quello che non va giù agli oncologi è il marketing aggressivo di questi prodotti che in molti paesi vengono proposti come alternativa sicura alla sigaretta, con immagini pubblicitarie di famiglie riunite con bambini e i genitori che fumano. O di anziane signore che alzano il dito medio al divieto di fumo. O di ragazzi invitati a riprendersi la loro libertà (di fumare, ovviamente). Per non parlare di quel 34 per cento di studi che giurano sulla non dannosità della sigaretta elettronica e hanno dietro conflitti di interessi grandi come montagne. “È importante che le università non prendano soldi dalle industrie – continua la rappresentante Oms – e che non ci sia promozione dei prodotti né delle ricerche finanziate dalle industrie. Per non diffondere informazioni controverse”. Anche perché – sottolinea Charlotta Pisinger, dell’ospedale danese Glostrup – non ci sono studi sugli effetti a lungo termine. Ed è quindi insensato vietarla dove ci sono i bambini, come si fa in Danimarca, ma non negli ospedali”.
Ma non tutti sono d’accordo. E anzi la Liaf, la Lega italiana antifumo attacca l’Oms, accusando l’organismo internazionale di assumere una posizione ideologica e di favorire lo status quo del tabagismo.

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La stevia ti aiuta a smettere di fumare sigarette: come assumerla

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO STEVIA NATURA PIANTAUno dei problemi fondamentali di chi decide di smettere di fumare è il soffrire dei sintomi legati all’astinenza da nicotina, la Continua a leggere

Smettere di fumare ha i suoi svantaggi, anche “a letto”

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO DORMIRE LETTO DIVANO PIGIAMA RIPOSO RELAX (3)Fumare sigarette è una tossicodipendenza e smettere di fumare è in tutto e per tutto una disintossicazione. Mettere da parte definitivamente le sigarette porta ad estremi vantaggi, tuttavia può portare anche alcuni effetti collaterali derivanti da quella che è una vera e propria sindrome da astinenza da nicotina. Uno di questi è l’insonnia, ovvero l’incapacità di dormire bene. Questo è un disturbo transitorio che di solito si risolve dopo i primi due mesi dall’abbandono delle sigarette. Ma se ciò non dovesse avvenire – nonostante l’aiuto magari di prodotti naturali quali melatonina o valeriana – è consigliabile l’utilizzo, almeno per qualche settimana, di blandi induttori del sonno, in compresse o gocce da assumere prima di coricarsi, prescrivibili anche dal medico di famiglia. Solo in casi particolari, rari ma non impossibili a vedersi, si deve ricorrere a terapie farmacologiche più forti, come le benzodiazepine (da evitare possibilmente nei soggetti anziani e con deficit di memoria), prescritte e poi monitorate riguardo ai tempi e ai dosaggi da medici specialisti che si possono trovare nei centri del sonno di molti ospedali.

Smetti di fumare: dormirai meglio

Certo, smettere di fumare non deve condurre ad altre dipendenze (in questo caso da farmaci), ma bisogna anche sapere che può rendersi necessaria una fase di adattamento alla nuova condizione di ex fumatore e che in questo periodo può servire l’ausilio di supporti farmacologici e psicologici. E, in ogni caso, ricordiamoci che nessun problema derivante dall’astinenza è dannoso per la salute più di quanto lo sia il fumare. In alcuni casi smettere di fumare è in grado di migliorare il ritmo del sonno della persona vittima della dipendenza. Non deve stupire: quando la persona smette di fumare non solo blocca l’effetto della nicotina sul proprio organismo, ma allo stesso tempo crea le basi per il miglioramento di tutti quei disturbi che si presentano quando si ha tale schiavitù, come ad esempio l’apnea del sonno. Migliorando le condizioni generali di salute dell’individuo vengono a mancare tutte quelle problematiche che ne segnavano un sonno disturbato e frammentato. E’ come se si risolvesse un circolo vizioso di problemi, ed a beneficiarne è proprio il ritmo del sonno, il quale diventa più regolare e gestibile dalla persona senza l’ausilio di strumenti naturali o chimici.

Alcuni miei articoli sul sonno:

Alcuni miei articoli sullo smettere di fumare:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Vuoi smettere di fumare? Attenzione al ciclo mestruale

MEDICINA ONLINE SIGARETTA ELETTRONICA FUMARE NICOTINA FUMO SMETTEREL’ho sempre detto: il momento migliore per smettere è ora! O, ancora meglio, era ieri! Non esiste un momento migliore per smettere di fumare. O forse non è esattamente così? Secondo una nuova ricerca esiste, almeno per donne che fumano che vogliono diventare ex-fumatrici, un piccolo accorgimento che potrebbe essere di grande aiuto: programmare il momento in cui si abbandoneranno le sigarette in funzione del proprio ciclo mestruale.

Come il ciclo mestruale influenza la voglia di fumare

Il ciclo mestruale sembrerebbe infatti avere effetti considerevoli sull’astinenza da nicotina delle fumatrici mentre cercano di smettere; lo ha scoperto un nuovo studio guidato da Adrianna Mendrek dell’Università di Montreal, insieme a un team di ricerca dell’Institut universitaire en santé mentale. «I nostri dati ci hanno mostrato come l’incontrollabile necessità di fumare sia molto più forte all’inizio della fase follicolare che inizia dopo la mestruazione. Il calo ormonale di estrogeno e progesterone potrebbe aggravare i sintomi dell’astinenza e aumentare l’attività dei circuiti neurali che sono associati con il desiderio», spiegano i ricercatori.

Differenze di genere

Ed è per questo motivo che secondo Mendrek potrebbe essere molto più facile per una donna provare a smettere di fumare verso la metà della fase luteale, quando si forma il corpo luteo e vengono prodotti livelli molto elevati sia di progesterone sia di estrogeno (in preparazione a un’eventuale gravidanza). La differenza tra maschi e femmine in questi ambiti è piuttosto spiccata, considerazione che è emersa sia da studi sugli esseri umani che da studi su modelli animali. Meno di una ex-fumatrice su dieci riesce a non ricominciare dopo un anno o in periodi comunque relativamente brevi, e per le donne smettere si è dimostrato più difficile che per gli uomini (anche a parità del numero di sigarette fumate). Negli studi sui topi, per vagliare gli effetti della nicotina e di altre sostanze, i ricercatori hanno osservato che «i ratti femmina sviluppano la dipendenza più rapidamente e sono disponibili a impegnarsi molto di più anche per ottenere la stessa dose della sostanza», spiega Mendrek. Indagini che l’hanno portata a concludere che le donne sono probabilmente più a rischio di diventare dipendenti e gli ormoni sessuali potrebbero esserne la motivazione. Ed è per questo che di fronte alla decisione di smettere potrebbe essere opportuno prendere in considerazione il proprio ciclo mestruale.

Lo studio

Lavorando con 34 persone tra uomini e donne, ognuno dei quali fumava più di 15 sigarette al giorno, i ricercatori hanno fatto compilare un questionario e sottoposto tutti i partecipanti a risonanza magnetica (MRI) mentre guardavano fotografie neutrali o immagini appositamente pensate per far loro venire voglia di fumare. Tutte le donne hanno partecipato all’esperimento due volte, la prima all’inizio della fase follicolare del ciclo mestruale e la seconda verso la metà della fase luteale. In parallelo sono stati misurati a tutte i livelli di progesterone ed estrogeno.
Una delle difficoltà principali, spiega Mendrek, è il fatto che tra topi e umani c’è una differenza sostanziale quando si tratta di comprendere i meccanismi della dipendenza. Ogni fumatore o fumatrice è unico nel suo utilizzo del tabacco ma anche nella sua storia personale, situazione sociale e nell’ambiente in cui vive. Fattori come l’ansia, lo stress ed eventuali condizioni psicologiche andrebbero considerate in modo molto più soggettivo. Dall’analisi dei risultati è emerso che non ci sono differenze significative tra uomini e donne per quanto riguarda i circuiti neurali coinvolti nel fenomeno della dipendenza. D’altra parte però i meccanismi di attivazione variavano molto nelle donne in base alla fase del ciclo mestruale in cui si trovavano durante la scansione. Alcune aree della corteccia frontale, temporale e parietale mostravano attivazione  corticale molto più forte in fase follicolare, mentre nell’ippocampo si trattava di un’attività limitata durante tutta la fase luteale.

I limiti dello studio

Ci sono comunque alcuni limiti nello studio pubblicato su Psychiatry Journal, come sottolinea la stessa autrice: in primis i fattori psicologici e sociali, determinati dal fatto che le donne prese in considerazione per la ricerca hanno detto loro stesse in quale fase del ciclo mestruale si trovavano in quel momento.  Inoltre il gruppo di soggetti studiati era limitato.

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Come smettere di masturbarsi e di guardare porno online in 14 passaggi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COME SMETTERE MASTURBARSI PORNO ONLINE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene VaginaPrecedentemente ci siamo chiesti se la masturbazione faccia bene o faccia male alla salute, inoltre abbiamo visto come la masturbazione compulsiva non sia un vizio, bensì una vera e propria tossicodipendenza, ed in un successivo articolo avevamo imparato il modo per capire se la propria masturbazione è “normale” o “compulsiva”. Vediamo oggi come fare per spezzare il circolo vizioso della masturbazione compulsiva e della dipendenza dal porno online con 14 passaggi. Ti anticipo che non sarà un processo semplice e senza possibili ricadute, ma già il fatto che sei qui oggi significa che hai ammesso di avere un problema di masturbazione eccessiva, quindi – ti assicuro – sei già un passo avanti.

1) Scrivi i motivi

Prendi un foglio e scrivi i motivi per cui vuoi smettere di masturbarti. Ecco qui qualche esempio in cui forse ti ritroverai:

  • Perché vuoi ricominciare ad avere relazioni sane ed amorevoli con i tuoi amici, con la tua compagna e con la tua famiglia.
  • Perché vuoi essere in grado di vivere il presente piuttosto che stare di fronte allo schermo del tuo computer.
  • Perché non vuoi essere uno schiavo delle tue dipendenze.
  • Perché stai perdendo il sonno, dimenticando di mangiare e ti senti sempre stanco a causa del tuo problema.
  • Perché senti di aver perso il rispetto per te stesso, la tua dignità e “il controllo sulla tua vita”.
  • Perché vuoi fare sesso con una donna (o un uomo) vera (o vero) e non più da solo.
  • Perché l’energia che usi per masturbarti, la vuoi invece usare per sedurre una donna (o un uomo) vera.
  • Perché il tempo che perdi masturbandoti, lo vuoi invece usare per dedicarti ai tuoi hobby.
  • Perché sei stanco di vedere che la tua vita è ormai diventata “il poco tempo che passa tra una masturbazione e l’altra”.
  • Perché masturbarsi in modo compulsivo alla lunga può danneggiare il tuo cervello.

2) Rendi difficile l’accesso ai siti pornografici

Molte persone passano la maggior parte delle loro giornate davanti ad un computer per motivi di studio o di lavoro, quindi la tentazione di dare una rapida occhiata ad un video in qualche sito pornografico è alta. Esistono però modi per rendere più complicato l’accesso ai porno.

  • Se il tuo lavoro lo concede, evita di navigare in internet il più possibile.
  • Esistono dei software che impediscono l’accesso a siti pornografici.
  • Se puoi, disattiva la connessione a internet quando non ti serve. Crea un rituale elaborato che ti renda più difficile riattivarlo. Scegli una password lunga e complessa.
  • Pianifica l’uso del tuo pc: lo potrai accendere solo in alcuni orari e lo dovrai tenere spento il resto del tempo.
  • Occupa l’intero spazio del tuo schermo con il tuo lavoro, evitando di lasciare lo spazio per una finestra connessa con un sito pornografico.
  • Evita di avere internet illimitato sul tuo smartphone.

Leggi anche: Masturbazione compulsiva e dipendenza dalla pornografia online causano impotenza anche nei giovani: colpa dell’effetto Coolidge

3) Non smettere del tutto

Per alcuni è davvero impossibile smettere del tutto di masturbarsi e guardare pornografia dall’oggi al domani, in questo caso potrebbe essere utile un periodo di diminuzione graduale:

  • Impegnati per limitare ogni giorno di più la quantità di tempo che passi a guardare pornografia e masturbarti: datti dei limiti temporali.
  • Limita il numero di volte al giorno in cui guardi porno/ti masturbi. Se li guardi e ti masturbi cinque volte al giorno, cerca di passare a quattro, poi a tre e così via.
  • Diminuisci le masturbazioni anche dilazionando molto i tempi, ma, una volta “scalato” il numero, non tornare più indietro.
  • Quando ti masturbi, evita di farlo per lungo tempo, bensì cerca di raggiungere l’orgasmo abbastanza velocemente.
  • Determina piccole mete personali graduali: ad esempio comincia cercando di non masturbarti per un giorno, poi per tre giorni consecutivi, poi per cinque giorni di seguito e così via.
  • Prima dell’astinenza vera e propria, prova a passare un periodo di transizione in cui ti masturbi senza guardare il porno online, oppure guarda il porno online ma senza masturbarti. Evita invece di guardare il porno online e contemporaneamente masturbarti – magari anche per lunghi periodi – senza avere eiaculazione: difficilmente questa modalità (chiamata “edging“)  ti aiuterà a smettere, anzi potrebbe addirittura peggiorare la dipendenza.

4) Ricompensati per il tuo buon comportamento

Pianifica dei premi per ogni successo raggiunto, ad esempio se riesci a stare un giorno senza guardare porno, mangia il tuo dolce preferito o fatti un piccolo regalo, come un paio di scarpe che volevi a tutti i costi. Evita solo di “mettere in palio” una masturbazione: ciò tende a mitizzare ancor di più un comportamento che invece devi imparare a dimenticare.

Leggi anche:  Mi masturbo una volta al giorno: soffro di masturbazione compulsiva o no?

5) Organizza i tuoi spazi

Usa il pc solo in presenza di altre persone, oppure tenendo la porta aperta della tua stanza in modo che la paura che altri possano vederti ti impedisca di guardare porno e masturbarti.

  • Fai in modo di non ritrovarti mai con un computer (o un tablet/pc pieno di video porno) negli spazi chiusi e da sola.
  • Metti delle foto della tua famiglia sulla scrivania dove tieni il computer. Delle foto sorridenti delle persone che ami, magari di tuo fratello da piccolo, potrebbero aiutarti a non tenere atteggiamenti che non approverebbero.
  • Per lo stesso motivo usa foto della tua famiglia, ad esempio tua moglie, la tua compagna o il tuo compagno, i tuoi figli, i tuoi genitori, li tuoi migliori amici, come sfondo del tuo desktop, tablet e smartphone.

Leggi anche: Dipendenza dal porno online: ecco perché è così facile cadere nel vortice della masturbazione compulsiva che porta all’impotenza. I pensieri di un mio paziente masturbatore cronico

6) Mantieniti impegnato

La tua masturbazione compulsiva e dipendenza dai porno può essere nata perché ti sentivi solo, annoiato e non riuscivi a pensare a niente di meglio da fare. Adesso è il momento di prendere la vita nelle tue mani creando una routine significativa che ridurrà al minimo il tempo a tua disposizione per guardare i porno. Ecco come:

  • Allenati. Inizia ad amare la corsa, l’escursionismo, la palestra o gli sport di squadra come il basket o la pallavolo. Fare attività fisica ti terrà lontano dal computer e ti farà bene alla salute, inoltre andare al parco o in palestra è una ottima occasione per socializzare con persone che condividono con te la stessa passione e, magari, iniziare un rapporto reale con una donna o un uomo reali.
  • Stancati. Fai esercizio ogni pomeriggio, così di sera sarai realmente esausto. Dal momento che spesso ci si masturba la sera, una persona sfinita generalmente preferisce dormire, non praticare autoerotismo. Ovviamente non esagerare: svolgi esercizio fisico intenso, ma adeguato al tuo fisico. Se non sei esperto del campo, fatti aiutare da un personal trainer titolato.
  • Sviluppa degli hobby che ti tengano lontana da computer, tablet e smartphone. Dipingi all’aperto, segui un corso di fotografia o passa del tempo a leggere nel parco. Fai tutto quello che puoi per allontanarti dal computer e dallo smartphone.
  • Distraiti ascoltando della musica o leggendo un libro.

Leggi anche: I vantaggi del non masturbarsi: le rivelazioni di un ex masturbatore cronico

7) Capisci i motivi alla base

La dipendenza dalla masturbazione e dal porno, spesso è il sintomo di un disturbo d’ansia che non deve essere sottovalutato. Spesso il desiderio di masturbarsi interviene in un momento in cui ci si sente tristi o “depressi” e la masturbazione è un modo apparentemente efficace per risolvere il problema, evitando di pensare ai motivi per cui ci si sente così. Chiediti quali sono questi motivi, anche grazie all’aiuto di un medico e di uno psicoterapeuta: risolvere le cause ed i fattori di rischio che a monte hanno generato il comportamento compulsivo, è il primo vero passo per guarire davvero.

Siamo alla fine della prima parte ma ci sono altri sette consigli di vitale importanza, per scoprirli segui questo link: Come smettere di masturbarsi e di guardare porno online in 14 passaggi, seconda parte

Se credi di avere un problema di dipendenza da porno online e masturbazione compulsiva, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a risolvere definitivamente il tuo problema.

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La masturbazione fa bene o fa male?

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Masturbazione: in Italia si passa da un eccesso all’altro

E’ un classico all’Italiana passare da una presa di posizione ad una diametralmente opposta in un tempo relativamente rapido, anche nel caso del sentire popolare nei confronti dell’autoerotismo. Fino a qualche decennio fa, la masturbazione faceva malissimo alla salute, addirittura faceva “diventare ciechi”. Questo perché la nostra Italia e la sua base ultra cattolica ha sempre condannato la masturbazione come grave peccato. Poi si è passati all’eccesso inverso: la masturbazione all’improvviso non faceva più male, anzi faceva benissimo alla salute. Ciò in parte è vero, ad esempio masturbarsi riduce le possibilità di soffrire di cancro alla prostata. Ma molti medici e ricercatori erano troppo ottimisti, ed hanno sopravvalutato il buon senso dell’uomo e sottovalutato l’enorme diffusione che avrebbe avuto il porno su internet in tempi rapidissimi. Molti uomini, grazie anche alla enorme mole di pornografia online, hanno completamente perso il controllo e sono diventati dipendenti dalla masturbazione e dalla dopamina che essa gli procura. Internet è un luogo dove le dosi di droga – cioè i video pornografici – sono praticamente illimitate, gratuite e sempre disponibili: come non esagerare? La masturbazione è certamente un atto che la natura ha istillato in ognuno di noi, tanto che una masturbazione limitata fa bene alla salute, il problema è che la natura non aveva previsto la quantità illimitata di materiale pornografico a cui l’uomo avrebbe avuto accesso… a tal proposito leggi questo articolo: Dipendenza dal porno online: ecco perché è così facile cadere nel vortice della masturbazione compulsiva che porta all’impotenza. Le confessioni di un mio paziente masturbatore cronico

Concludendo: la masturbazione, come atto saltuario, fa bene alla salute; la masturbazione, come atto compulsivo e ripetuto varie volte durante la giornata, fa male alla salute, arrivando a cronicamente a determinare anche un danno cerebrale ai lobi frontali del nostro cervello.

Ora, molti di voi penseranno: “io ogni tanto mi masturbo: come faccio a capire se la mia masturbazione è normale o compulsiva“? A tale proposito leggete questo mio articolo: Come capire se soffro di masturbazione compulsiva?

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Sullo stesso argomento:

Se hai già la certezza di essere un masturbatore compulsivo, ti consiglio di leggere invece quest’altro mio articolo: Come smettere di masturbarsi e di guardare porno online

Se sei una donna e pensi di essere una masturbatrice compulsiva, potresti invece leggere questi articoli:

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La masturbazione compulsiva non è un vizio: è una tossicodipendenza

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MASTURBAZIONE COMPULSIVA TOSSICODIPENDENZA Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio PeneUn concetto che ancora oggi molti ignorano, anche tra i miei stessi colleghi, è che la masturbazione compulsiva, quasi sempre legata alla dipendenza dal porno online, è una vera e propria tossicodipendenza dalla dopamina, cioè un neurotrasmettitore che viene rilasciato quando compiamo una attività piacevole e che trasmette al nostro corpo appunto piacere. Masturbarsi in maniera compulsiva diventa una tossicodipendenza nel momento in cui diventiamo dipendenti dal rilascio ripetuto giornaliero di dopamina. L’atto di masturbarsi è il mezzo (come la siringa per l’eroinomane o la sigaretta per il tabagista) attraverso il quale il nostro corpo ottiene la sua dose di dopamina (che corrisponde all’eroina per l’eroinomane o la nicotina per il tabagista). Dopo un certo periodo dall’ultima “dose” il nostro corpo comincia ad avvertire i sintomi dell’astinenza, così cercherà di riottenerla tramite una nuova masturbazione (o nuova eroina, o nicotina, continuando col paragone precedente). Tutto questo per sempre, in un circolo vizioso che può solo peggiorare se non viene interrotto.

Leggi anche: Mi masturbo una volta al giorno: soffro di masturbazione compulsiva o no?

Pensate che la masturbazione compulsiva NON sia una tossicodipendenza?

Purtroppo vi sbagliate. Attenzione però, sia ben chiaro che mi riferisco alla masturbazione compulsiva, cioè quella situazione di dipendenza dal sesso che costringe la persona a masturbarsi varie volte al giorno (quindi non parlo della masturbazione saltuaria, che invece è assolutamente sana). Vediamo per prima cosa: cos’è una tossicodipendenza? La tossicodipendenza è un insieme di comportamenti che si instaurano in un soggetto in seguito all’uso cronico e compulsivo di una sostanza (dopamina nel caso della masturbazione compulsiva). La dipendenza da sostanze è un vero e proprio disturbo cronico recidivante caratterizzato principalmente da questi cinque comportamenti:

  • compulsione alla ricerca e all’assunzione della sostanza.
  • perdita di controllo nel limitare l’assunzione della sostanza stessa.
  • aumento dell’assunzione della quantità di sostanza a causa dell’assuefazione.
  • comparsa di uno stato emozionale negativo (caratterizzato da disforia, irritabilità, ansia…) quando l’accesso alla sostanza è precluso.
  • messa in atto di comportamenti bizzarri (o, nel peggiore dei casi, illegali) per ottenere la sostanza.

Sono comportamenti tipici del cocainomane, dell’eroinomane, del tabagista. Non vi sembrano dei comportamenti familiari anche nel masturbatore compulsivo? Il masturbatore cerca compulsivamente di masturbarsi, nel tempo tende a masturbarsi sempre di più e con stimoli pornografici sempre nuovi e più estremi (a causa dell’assuefazione) ed è nervoso quando non può masturbarsi (perché è in un posto dove è vietato), inoltre – quando la dipendenza diventa cronica – si mette alla ricerca di dosi sempre maggiori di dopamina masturbandosi in modi illegali (ad esempio in pubblico): il fatto che l’azione sia illegale regala al masturbatore un extra di dopamina.

Il masturbarsi in modo compulsivo è una tossicodipendenza dalla dopamina ed internet è un posto in cui il dipendente ha dosi di sostanza illimitate e gratuite. Ma allora la masturbazione fa bene o fa male?
La risposta in questo articolo: La masturbazione fa bene o fa male?

Se pensi di essere un masturbatore compulsivo, ti consiglio di leggere questo mio articolo: Come smettere di masturbarsi e di guardare porno online in 14 passaggi

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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