I dieci fantastici usi del bicarbonato che ancora non conosci

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO BICARBONATOIl bicarbonato di sodio è un fantastico alleato per la nostra salute e per la nostra bellezza, tuttavia non tutti conoscono fino in fondo tutti i modi in cui può tornarci utile. Vediamo oggi una lista di dieci usi del bicarbonato. Cominciamo prima a farci una semplice domanda:

Cos’è il bicarbonato di sodio?
L’idrogenocarbonato di sodio o carbonato acido di sodio o carbonato monosodico (o bicarbonato di sodio che è il nome più comune, commercialmente noto come “bicarbonato“) è un sale di sodio dell’acido carbonico. A differenza del carbonato, l’idrogenocarbonato mantiene uno ione idrogeno dell’acido corrispondente. È tra gli additivi alimentari codificati dall’Unione Europea. In natura è presente disciolto nelle acque superficiali e sotterranee; il suo nome risale all’epoca di Lavoisier (XVIII secolo) quando i sali erano considerati la combinazione di un ossido metallico con un ossido non metallico. Vediamo ora insieme tutti i benefici che il bicarbonato è in grado di regalarci.

1) Mani e piedi
Possiamo utilizzare il bicarbonato di sodio unito all’acqua per la pulizia delle mani, specialmente se sono molto sporche o presentano cattivi odori. Serve anche come pediluvio rilassante. Leggi anche: Lavarsi veramente bene le mani non è così facile come sembra: ecco i trucchi per farlo nel modo giusto!

2) Respirazione
Possiamo fare dei suffumigi per decongestionare le vie respiratorie, nel caso in cui siamo colpiti dal raffreddore. Leggi anche: Laringite, asma, sinusite, raffreddore: riduci i sintomi con i suffumigi

3) Digestione
Il bicarbonato è un digestivo antiacido. Di solito lo si prende insieme al limone, dalle innumerevoli proprietà benefiche, per evitare i gonfiori e per essere aiutati nella digestione. Leggi anche: Acidità di stomaco e bruciore: tutti i farmaci antiacidi

4) Pulizia dei denti
Possiamo utilizzare il bicarbonato come dentifricio, magari con l’aggiunta di qualche goccia di olio essenziale di menta. Leggi anche: Il cioccolato fondente protegge i nostri denti da carie e placca

5) Punture di insetti
E’ ottimo anche contro le punture degli insetti e le irritazioni. In questi casi basterà mescolarlo con un po’ d’acqua, per ricavarne un amalgama da applicare sulla pelle. Si può fare anche una pomata per le scottature con il bicarbonato. Leggi anche: Quante sono, a cosa servono, perché “ronzano”: dieci cose che non sai sulle zanzare

6) Sport
Se facciamo sport, possiamo bere degli integratori di bicarbonato di sodio con l’acqua, che ci aiutano a rimediare all’accumulo di acido lattico e a migliorare le nostre prestazioni.

7) Scrub
Possiamo utilizzare il bicarbonato per lo scrub del viso e del corpo. Unendolo all’acqua, difatti, si può ottenere un ottimo esfoliante: lo si deve massaggiare sulla pelle e poi si risciacqua con acqua tiepida. Inoltre si può strofinare sui talloni e sulle zone ruvide del corpo, per ammorbidirle. Leggi anche: Lo scrub: a che serve e da cosa è composto?

8) Capelli
Il bicabonato può essere aggiunto al tuo shampoo, per eliminare i residui di calcare dai capelli e per renderli piuttosto morbidi. Leggi anche: Si lava i capelli senza shampoo per venti giorni: il risultato è incredibile

9) Deodorante
Non dimentichiamo gli effetti deodoranti del bicarbonato. Possiamo ottenere un prodotto liquido, sciogliendone 2 cucchiaini in un bicchiere d’acqua, lasciando riposare per 24 ore, per poi trasferire il tutto in un contenitore spray.

10) Alito cattivo
E’ possibile utilizzare il bicarbonato di sodio anche come collutorio: se lo sciogliamo in mezzo bicchiere d’acqua, possiamo risciacquarci la bocca e aiuta a sconfiggere l’alito cattivo. Inoltre con esso possiamo pulire fino in fondo le dentiere e gli apparecchi per i denti.

Il miglior bicarbonato in commercio, selezionato ed usato dal nostro Staff, è questo: https://amzn.to/3LXbYp7

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Sì al bagno dopo mangiato, ecco le vere 8 cause più frequenti di morte in acqua

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MARE SPIAGGIA ESTATE CALDO NUOTARE COSTUME DA BAGNO PISCINA (10)Come ogni anno impazza il ritornello “Non fare il bagno dopo mangiato“. Si, sto parlando di quella canonica attesa di due ore (per alcuni addirittura tre ore) sotto i raggi infuocati ad aspettare che la digestione faccia il suo corso, spada di Damocle che ci portiamo dietro fin da bambini e che ha sconvolto le nostre estati! Supplizio non risparmiato praticamente a nessuno di noi, letteralmente sequestrati sotto l’ombrellone. Una tortura, però, che sembrerebbe essere del tutto inutile, come spiega a Tgcom24 il pediatra Alberto Ferrando, che è anche istruttore di rianimazione cardiopolmonare.

Si tratta di una bufala?
“Sì, peraltro molto italiana, visto che negli altri Paesi non è consueto. In realtà non esiste un’esigenza scientifica che prescriva di aspettare prima di fare il bagno”.

Ci sono degli accorgimenti che si possono prendere?
“Non bisogna naturalmente abbuffarsi, quindi il primo suggerimento che posso dare è di evitare pranzi pantagruelici. Gli adulti, inoltre, non devono assumere sostanze alcoliche. La cosa più importante è che l’immersione in acqua sia graduale. Bisogna evitare i tuffi da accaldati, non tanto per il rischio di congestione ma più per quello di sincope”.

Quali possono essere le conseguenze di un’immersione troppo rapida?
“Ci può essere uno shock termico che può generare crisi vagali con conseguente svenimento in acqua, che può effettivamente portare a morte”.

Quali sono le otto più diffuse cause di morte in acqua? 
1. La presenza di una piscina privata in una casa dove ci sono bambini fra 1 a 4 anni.
2. Non aver imparato a nuotare.
3. La mancanza di barriere che impediscano ai bambini di accedere alla piscina.
4. La mancanza di supervisione costante sui bambini nei luoghi a rischio.
5. Per i ragazzi al di sopra dei 15 anni, invece, l’annegamento è più probabile in acque di fiume, mare o lago, a causa di comportamenti incauti come ad esempio fare il bagno in condizioni climatiche avverse o con l’acqua agitata, andare troppo al largo e stancarsi eccessivamente nuotando.
6. Il mancato uso di giubbotti di salvataggio sulle imbarcazioni.
7. L’uso di alcol. A questo proposito, i ragazzi italiani cominciano ad essere sempre più consumatori problematici di questa sostanza.
8. La presenza di epilessia o disturbi neurologici analoghi.

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Diarrea e sindrome dell’intestino irritabile: quali alimenti evitare?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RISTORANTE MANGIARE CUCINA DIETA CIBO INSALATA DIMAGRIREVarie persone sperimentano episodi occasionali di diarrea, in genere causati dalla presenza di un batterio o di un virus che si insinuano nell’intestino. Il batterio o il virus stimolano l’intestino a contrarsi più rapidamente o con maggior vigore oppure a produrre una quantità maggiore di fluidi. Anche lo stress può comportare la comparsa di episodi di diarrea perché quando siamo sottoposti ad eventi stressanti, uno dei primi sintomi fisici è la comparsa di crampi e brontolio allo stomaco. Alcune persone, invece, presentano un intestino sensibile o iperattivo. Ma quali sono gli alimenti da evitare in caso di diarrea o di sindrome dell’intestino irritabile? Ecco una lista di cibi da evitare o comunque limitare:

  • Cibi fritti
  • Agrumi
  • Zucchero artificiale
  • Quantità eccessive di fibre
  • Fagioli
  • Cavolo e altre verdure
  • Fruttosio
  • Cibi piccanti
  • Latticini
  • Menta piperita.

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I 10 motivi per cui non riesci a dimagrire anche se ci provi da anni

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO DISEGNO DI DONNA GRASSA SOVRAPPESO OBESA CHE PIANGE SULLA BILANCIA TRISTE IN BAGNO PERCHE NON RIESCO A DIMAGRIRE

Raggiungere il peso ideale non è solo una questione di bellezza: perdere un po’ di peso, ma soprattutto ridurre il girovita può migliorare di molto le condizioni di salute. Il grasso addominale, infatti, è strettamente legato all’insorgenza di malattie cardiache, diabete di tipo 2, insulino-resistenza e anche alcune forme di tumore. Eppure far “calare la pancia” può risultare un’impresa ardua, nonostante dieta e attività fisica. Il motivo? A contribuire a far allargare il girovita possono contribuire l’età, gli ormoni e alcuni fattori genetici. Ecco una lista di dieci tipici motivi per cui per qualcuno tornare ad avere un ventre piatto può diventare un’impresa impossibile, nonostante anni ed anni di tentativi.

1) L’invecchiamento

Col passare degli anni il corpo modifica il proprio metabolismo basale e con esso le calorie in grado di bruciare normalmente. Per le donne, poi, bisogna tenere conto dall’arrivo della menopausa, che fa diminuire la produzione di estrogeni e progesterone, e contemporaneamente fa diminuire il metabolismo e aumentare la pancia. In parole semplici: se quando avevate 20 anni diminuire la percentuale di grasso corporeo era relativamente facile, se ora avete 40 o 50 anni dimagrire è fisiologicamente più difficile, anche perché – anno dopo anno – allenarsi adeguatamente risulta progressivamente più difficile, soprattutto se si pensa che iscriversi in palestra a 60 anni, dopo una vita di sedentarietà, sia una sorta di bacchetta magica. Per approfondire: Menopausa: quali cambiamenti aspettarsi e come gestirli

2) Dimenticarsi di potenziare i muscoli

Va bene la corsa, va bene l’aerobica, va bene fare zumba, va bene fare step, ma se volete perdere peso in modo efficace in palestra dovete affiancare i pesi: aumentare i muscoli, oltre a farvi apparire più tonici, i muscoli in più aumentano il vostro metabolismo basale e quindi il fabbisogno calorico giornaliero, migliorando le possibilità di eliminare il grasso in eccesso. Per approfondire: Metabolismo basale: cos’è, definizione, calcolo, alto, basso, totale

3) Pensare di dimagrire in una settimana

Dimagrire in modo corretto e senza l’aiuto di liposuzione, richiede tempo: se pensi di poter far calare macroscopicamente la pancia con una semplice corsetta o una seduta di spin purtroppo si sbaglia. Se pensi di poter dimagrire in modo visibile facendo una settimana di dieta, sbagli ugualmente. Per perdere kg di grasso corporeo serve costanza: l’impegno di fare attività fisica e di osservare una dieta ipocalorica, deve essere mantenuto per tempi adeguati.

Leggi anche: Quanto peso perdiamo ogni volta che andiamo in bagno?

4) Dieta sbagliata

Chi non riesce a dimagrire da anni, probabilmente si alimenta in modo errato, con diete ipercaloriche e ricche di grassi e carboidrati. Consumare troppi carboidrati raffinati (come pane bianco, cracker e patatine), assumere troppi zuccheri sotto forma di dolci o bevande zuccherate, è distruttivo non solo sul nostro peso corporeo, ma anche sulla salute. Meglio prediligere frutta, verdura e cereali integrali, che sono ricchi di fibre – ottime contro la stitichezza – e di antiossidanti naturali. Meglio assumere la giusta quantità di proteine (almeno 1 grammo di proteine per ogni kg corpoereo al giorno), possibilmente ad alto valore biologico (uova, latte, carni bianche e pesce). Molte persone che non riescono a dimagrire, ignorano inoltre il fatto che i grassi non sono tutti uguali. Esistono grassi “buoni” e grassi “meno buoni”. Rientrano in quest’ultima categoria, ad esempio, quelli saturi come latticini e carne rossa, che andrebbero ridotti. Via libera invece ai grassi monoinsaturi (come olio d’oliva e quelli contenuti nell’avocado) o alcuni tipi di polinsaturi (come quelli di noci, semi di girasole o gli omega-3 del pesce, anche se più grasso come il salmone). In caso di dubbi, decisamente meglio consultare un medico dietologo.

Leggi anche: Valore biologico: significato, alimenti con proteine ad alto e basso valore biologico

5) Hai appena smesso di fumare

Hai smesso di fumare e sei ingrassato? Purtroppo non è una leggenda: fumare sigarette, aumenta il metabolismo. Quando si smette di fumare, il metabolismo cala, rendendo molto più difficile il rimanere dello stesso peso. Per approfondire: Ho smesso di fumare e sono ingrassato: perché succede e come rimettersi in forma?

6) Troppo stress

Ritmi di vita frenetici, impegni lavorativi e familiari, litigi, crisi amorose ed altre situazioni che generano ansia, possono rendere stremamente più difficile perdere i chili di troppo, perché per affrontare le situazioni di stress si tende a mangiare alimenti più calorici. I cibi calorici, ricchi di carboidrati e grassi (come biscotti, merendine, dolci…) fanno infatti aumentare i livelli del neurotrasmettitore dopamina, che è un vero e proprio antidepressivo endogeno, prodotto dal nostro stesso corpo. Quando siamo tristi e nervosi, se non affrontiamo a monte il problema, rischiamo di attaccarci al cibo per sentirci meglio e non avvertire i sintomi negativi. Ciò può portare, sul lungo periodo, ad una dipendenza comportamentale, la dipendenza da cibo, che rende molto più difficile dimagrire, a meno che non si risolvano i problemi a monte che determinano stress e depressione. Per approfondire: Dipendenze comportamentali: sintomi e caratteristiche

7) Poco sonno

Il 30% degli americani dorme meno di sei ore a notte: troppo poco secondo The National Institutes of Health, che suggeriscono per gli adulti almeno sette-otto ore a notte. Dormire poco è nemico della salute, del dimagrimento, della bellezza e della crescita muscolare. Nonostante molti pensino, sbagliando, che dormire poco faccia dimagrire, in realtà è vero il contrario. Dormire la giusta quantità di ore ed aumentare l’igiene del sonno, è uno dei fattori che può aiutarvi a dimagrire. Per approfondire: Dormire poco fa ingrassare o dimagrire?

8) A forma di mela

Se il tuo corpo ha una forma detta “a mela” (tecnicamente denominata “obesità androide”), per distinguerla da quella “a pera” (denominata “obesità ginoide”), e tendi ad accumulare chili intorno al girovita invece che su fianchi e cosce, significa che mediamente avrai una difficoltà maggiore a perdere grasso. L’obesità di tipo androide è un fenotipo tipicamente maschile, ma può interessare anche le donne, caratterizzato da una maggiore distribuzione di tessuto adiposo nella regione addominale, toracica, dorsale e cerviconucale. L’obesità androide si associa statisticamente un maggior rischio di patologie cardiovascolari e metaboliche: infarto del miocardio, ictus cerebrale, diabete, ipercolesterolemia, iperuricemia, ipertensione e ridotta tolleranza ai carboidrati. Per approfondire: Differenza tra obesità androide e ginoide ed i rispettivi rischi per la salute

9) Tiroide che funziona poco

Soffrire di ipotiroidismo, cioè una malattia della tiroide che porta ad un deficit della produzione di ormoni tiroidei, potrebbe determinare un calo nel metabolismo ed una maggior difficoltà a perdere peso. In questi casi un bravo endocrinologo vi somministrerà la giusta dose del farmaco Eutirox e non avrete più scuse per non dimagrire! Per approfondire: Ipotiroidismo: sintomi, diagnosi, cura farmacologica e consigli dietetici

10) La motivazione

Per poter ridurre il grasso addominale, oltre che curare qualsiasi malattia psichiatrica o endocrinologica o altra patologia che aumenti il rischio di soffrire di obesità o si opponga al dimagrimento, bisogna essenzialmente assumere meno calorie e bruciare più calorie. Questo significa combinare una dieta ipocalorica con allenamenti mirati ad elevata intensità che prevedano anche il potenziamento dei muscoli attraverso la pesistica. Tutto ciò potrebbe risultare difficile da seguire, se non si ha la giusta motivazione. La motivazione è quindi la prima cosa che vi serve se volete dimagrire. Senza motivazione, nessuno dei miei pazienti è riuscito a dimagrire in modo soddisfacente. Lavorare su questo aspetto, migliorerà le vostre possibilità di raggiungere il vostro peso forma.

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Intossicazione alimentare, tossinfezione, indigestione: cause, sintomi, diagnosi, cura e prevenzione

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo INTOSSICAZIONE ALIMENTARE INDIGESTIONE MAL DI PANCIA Dieta Chirurgia Medicina Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Peso Sessuologia Pene Laser Fill RugheCos’è una INTOSSICAZIONE?

Per intossicazione si intende uno stato patologico dell’organismo causato dall’azione di una sostanza:

  • esogena:  la sostanza che procura la patologia è esterna all’organismo e viene introdotta nel corpo attraverso varie vie. Ad esempio un’intossicazione esogena tipica è quella da monossido di carbonio (introdotto tramite le vie aeree) o da tossine batteriche (introdotte tramite il cibo);
  • endogena: l’origine è interna all’organismo. Un esempio tipico è il caso dell’iperazotemia.

La sostanza che procura l’intossicazione può essere tossica per natura (la sostanza è tossica a prescindere dalla sua quantità) o tossica per dosaggio (la sostanza non è tossica finchè non raggiunge concentrazioni che sono tossiche per il nostro organismo).

Continua la lettura su https://sintomicura.com/terapia/curare-intossicazione-alimentare-sintomi-cause-prevenzione-terapia-con-medicina-convenzionale-o-omeopatia/

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L’inulina favorisce la flora intestinale e riduce il gonfiore della pancia

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DIMAGRIRE GRASSO DIETA DIETOLOGIA CALORIE IPOCALORICA OBESO OBESITA SOVRAPPESO KGL’inulina è una fibra solubile, presente naturalmente in numerosi alimenti tra cui carciofi, cipolle, banane ed aglio. Industrialmente, l’inulina viene di solito estratta dalla radice della Cicoria (Cichorium intybus) oppure ottenuta tramite processi di sintesi, e si presenta come una polvere di colore bianco-giallastro. Appartiene alla classe dei prebiotici, componenti alimentari non digeribili che stimolano la proliferazione di numerosi batteri del colon.

Importante per la nostra digestione

L’inulina è un polisaccaride molto importante, l’interesse nei suoi confronti è andato aumentando negli ultimi anni anche a causa di una serie di ricerche che ne hanno decantato numerose proprietà benefiche. Fra le proprietà che le vengono attribuite c’è quella di facilitare la digestione e di ridurre la formazione di gas intestinali: l’assunzione di inulina infatti aumenterebbe in modo spiccato nel tratto intestinale la presenza di Bifidobatteri e Lattobacilli (fermenti lattici importantissimi per una corretta digestione e per la salute del colon) e comporterebbe una diminuzione del numero dei batteri ritenuti nocivi. Per questo motivo molti prodotti a base di fermenti lattici, compresi i prodotti probiotici, contengono anche inulina, utilizzata per migliorare la sopravvivenza dei fermenti lattici stessi e fornire un substrato ben specifico alla flora batterica intestinale.

Quando la consiglio

L’inulina favorisce il riequilibrio della flora intestinale, potenziandone l’attività e migliorando il metabolismo. Per i suoi effetti regolarizzanti io la consiglio spesso ai miei pazienti che soffrono di stipsi e diarrea. Altri risultati di alcuni recenti studi indicherebbero che l’inulina riduce il colesterolo e i trigliceridi, quindi in alcuni casi può essere assunta anche per migliorare le condizioni dei pazienti con colesterolo e trigliceridi alti. La sua dose giornaliera raccomandata, secondo le ultime linee guida, va da 4 grammi a 8 grammi.

Leggi anche: Per dimagrire è meglio eliminare carboidrati o i grassi? L’esperimento dei due gemelli

L’eccesso di inulina è dannoso

Le quantità di inulina consigliate non vanno superate. A tal proposito è interessante l’ipotesi della dottoressa Joanne Slavin pubblicata sul Journal of the American Dietetic Associationil consumo di grandi quantità di cibi industriali e la presenza di disturbi gastrointestinali potrebbero essere collegati dal fatto che negli ultimi anni l’industria alimentare utilizza sempre di più l’inulina come additivo addensante nella preparazione dei prodotti alimentari industriali.
Secondo i risultati di questo studio, questi sarebbero i limiti di tollerabilità: 10 grammi di inulina o 5 di oligofruttosio al giorno. Oltre questa soglia, i disturbi gastrointestinali diventano probabili.
Tuttavia, restare nei limiti non è sempre facile: come detto, l’inulina viene utilizzata nella produzione di numerosi alimenti, dalle barrette al cioccolato alle bevande, perchè il suo impiego oltre a consentire un’ampia combinazione di vantaggi tecnologici e nutrizionali, permette di migliorare l’aspetto e la consistenza di un vasto gruppo di categorie di prodotti.
Purtroppo a confondere il consumatore è il fatto che la presenza di inulina viene indicata nell’etichetta dei preparati alimentari in svariati modi:

  • inulina;
  • estratto di radice di cicoria;
  • oligosaccaridi;
  • oligofruttosio.

E’ quindi molto facile ritrovarsi a superare le dosi senza neanche immaginarlo.

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Il ruolo dell’acqua nella digestione

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BICCHIERE ACQUA BERE LIQUIDI IDRATAZIONE SPIAGGIA CALDO ESTATE MARE VACANZE SETE BERETutti noi sappiamo cos’è, senza di lei non potremmo vivere, ne siamo circondati, anzi, ne siamo… fatti. E’ l’acqua. Ma quanta bisogna berne e che ruolo ha nella nostra digestione? Scopriamolo insieme! L’acqua è una componente essenziale del nostro organismo; nell’adulto rappresenta oltre il 70% della massa complessiva (nel bambino è addirittura superiore) e la sua carenza sistemica può compromettere il benessere, la salute e (nella peggiore delle ipotesi) la sopravvivenza della persona. Il rischio aumenta sensibilmente nella terza età, quando l’organismo risulta maggiormente predisposto alla disidratazione e il cervello trasmette/percepisce solo pochi segnali di “sete”.

Continua la lettura su https://www.drgianfrancescondphd.it/sezione/30149_112101_acqua-e-digestione.html

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Sintomi della diarrea: quando è necessario consultare il medico?

MEDICINA ONLINE DONNA CORPO DOLORE TRISTE PANCIA MESTRUAZIONI CICLOLa prima precisazione da fare è che la diarrea è già di per se un sintomo (anzi, un “segno”): è il nostro corpo che ci segnala la presenza di una patologia. Può essere di origine infettiva o psicosomatica ma è comunque sempre la manifestazione soggettiva di una malattia o di un processo patologico. Si traduce con l’emissione di una quantità e di una frequenza superiori alla normalità delle feci. Queste ultime possono essere molli e acquose. A volte sono accompagnate da mucosità o sangue.
Gli episodi diarreici sono in genere associati a dolori e crampi addominali. Di solito si avverte anche una sensazione di debolezza generale e una leggera febbre può accompagnare questo stato doloroso.

Alleviare i sintomi: farmaci

Per attenuare i sintomi esistono vari farmaci acquistabili con o senza ricetta medica. I farmaci antidiarroici a base di loperamide (alcuni di questi non hanno bisogno della prescrizione medica, come Imodium Lingual®) riducono l’attività eccessiva dell’intestino e migliorano l’assorbimento liquido. Questo consente di riportare le feci alla normalità. Tali farmaci possono risultare pratici per i viaggiatori che devono percorrere lunghi tragitti. Attenuano rapidamente la diarrea e impediscono di perdere troppi liquidi e sostanze nutritive. Oltre a normalizzare le feci, queste medicine evitano anche l’indebolimento. Sono, però, controindicati in presenza di febbre alta (>38,5°C), oppure se le feci contengono mucosità o sangue.
Attenzione a non assumerli troppo rapidamente perché potrebbero impedire l’evacuazione dei germi e quindi il trattamento della patologia.
Per i dolori addominali, puoi prendere degli antispasmodici (come il Spasfon Lyoc o l’Imodium Duo, che sono di più rapida ingestione).
Non abusare però di questi palliativi. Ricordiamo che questi farmaci alleviano i sintomi ma non trattano in alcun caso le patologie associate. Se i dolori e le diarree persistono, devi tassativamente consultare un medico.

Alleviare i sintomi: i rimedi naturali

Esistono molte “ricette della nonna” per alleviare i sintomi legati a una diarrea. Ecco una piccola selezione:

  • I probiotici: due studi hanno dimostrato che, come complemento della reidratazione, quando si manifesta, i lactobacilli possono ridurre i sintomi di diarrea in caso d’intolleranza agli antibiotici.
  • La fitoterapia: è consigliata per ogni tipo di diarrea. Puoi bere un decotto di corteccia di quercia. Grazie al suo effetto astringente, che riduce cioè la permeabilità dell’intestino, calma le diarree. Anche gli infusi di camomilla o zenzero attenuano i sintomi.

Diarrea: quando è necessario consultare il medico?

La diarrea è spesso un fenomeno passeggero che si regolarizza da solo nel giro di qualche giorno. Tuttavia, in alcuni casi è importante sentire il parere di uno specialista. Il professor Laurent Beaugerie, gastroenterologo all’ospedale Saint-Antoine di Parigi precisa: “Se la diarrea si accompagna a febbre alta e se le feci presentano mucosità o sangue, bisogna tassativamente consultare il medico. Questi sintomi, infatti, sono spesso sinonimi di infezioni parassitarie evolutive che bisogna trattare rapidamente”. Ma c’è un altro caso che necessita di un consulto: “Attenzione anche ai dolori addominali. Finché sono sotto forma di spasmi, cioè finché la sofferenza dura circa cinque minuti e scompare dopo essere andati in bagno, niente di preoccupante. Se invece si avverte un dolore continuo in un punto ben preciso della pancia, bisogna rivolgersi al medico. Potrebbe trattarsi di un’infiammazione del colon, di un’appendicite o anche di una peritonite”.

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