Differenze tra DNA ed RNA spiegazione semplice

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA TRA RNA E DNA GENETICA LABORATORIO GENE ALLELE CROMOSOMA ADN ARN TIMINA URACILE DESOSSIRIBOSIO RIBOSIO ACIDO BASI DOPPIA ELICA SINGOLA ELICALa principale differenza tra DNA ed RNA è che Il DNA è il depositario dell’informazione genetica che viene trascritta – ossia copiata – in molecole di RNA. Al DNA spetta il mantenimento dei caratteri ereditari, mentre all’RNA spettano altre mansioni, quale la trasmissione delle informazioni contenute nel DNA verso i siti di sintesi proteica. Vediamo tutte le differenze:

1) Differiscono nel nome

DNA e RNA sono acronimi che indicano:

  • DNA: acido desossiribonucleico; l’acronimo DNA deriva dall’inglese DeoxyriboNucleic Acid; meno comunemente, in italiano, anche ADN;
  • RNA: acido ribonucleico; l’acronimo RNA deriva dall’inglese RiboNucleic Acid; meno comunemente, in italiano, anche ARN.

2) Differiscono per lo zucchero

DNA RNA
Deossiribosio (o desossiribosio) Ribosio

3) Differiscono per le basi azotate

DNA RNA
C G A T C G A U

Quindi la differenza riguarda essenzialmente la timina, sostituita con l’tracile nell’RNA. Come risulta evidente dalle formule di struttura l’unica differenza tra le due basi è un gruppo metilico –CH3

4) Differiscono per la struttura

DNA RNA
Ha la struttura a doppia elica

Formata da 2 catene antiparallele, cioè una che inizia con l’estremità 5′ e l’altra con l’estremità 3′ avvolte l’una sull’altra

Le basi in questa doppia elica sono complementari e cioè la citosina è legata con legami a idrogeno (tre legami) con la guanina mentre l’adenina è legata con la timina (con due legami). Le basi sono disposte all’interno  e sono perpendicolari all’asse dell’elica

Spesso è a singolo filamento.  Se presenta l’avvolgimenti, almeno nell’RNA messaggero possono essere momentanei e comunque non si riscontra la perfezione tipica della doppia elica del DNA. Questo non significa che non può avere avvolgimenti complessi ma si tratta di strutture diverse. Vedasi ad esempio la figura dell’RNA transfer cioè di trasporto
MEDICINA ONLINE GENETICA traduzione mRNA e sintesi delle proteine nei ribosomi cellula

Grazie alla trascrizione, si ottiene l’mRNA. La successiva traduzione dell’mRNA permette la sintesi di una nuova proteina

5) Differiscono per la funzione

DNA RNA
Detiene l’informazione genetica Rappresenta una copia del DNA di immediata utilizzazione

L’RNA partecipa con funzioni diverse a seconda del tipo (RNA messaggero, RNA transfer o di trasporto, RNA ribosomiale) alla sintesi delle proteine.

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Doping genetico: modifica il DNA col gene dello sprint, della potenza muscolare, della resistenza…

MEDICINA ONLINE DEATH DEAD MORTE BODY BUILDING DOPING LETTERA MUSCOLI COME RICONOSCERE UN DOPATO IN PALESTRA ATLETA TEST ANTIDOPING IPPOLITO RECORDVogliamo campioni che conseguano record sempre più ardui e Olimpiadi che ci lascino esterrefatti? Allora, facciamo largo al doping genetico. Lasciamo che gli atleti modifichino il loro dna, guadagnando una marcia in più. È la proposta-shock avanzata su Nature da Juan Enriquez e Steve Gullan, volti storici di Harvard, oggi  a capo della Excel Venture Management, azienda che investe in progetti di biotecnologie. “ Man mano che le modifiche genetiche diventeranno più comuni, aumenterà l’accettazione di questa forma di doping, purché fatta in modo sicuro”, pronosticano gli autori.

Così, dopo le polemiche e le accuse di doping genetico sui tempi straordinari di Ye Shiwen(la 16enne cinese che ha battuto ogni record nei 400 misti, correndo nell’ultima vasca anche più velocemente degli uomini), il tema della modfica genetica degli atleti torna di attualità. E rischia di rimanerci per molto tempo.

D’altronde, le regole dei giochi olimpici non sono immutabili. Un tempo alle donne era concesso di partecipare solo nel tennis, nel golf e nel cricket. Fino a qualche anno fa non esistevano competizioni come lo snowboard o il bmx (bicycle motocross) e Oscar Pistorius, nel 2008 escluso dalle competizioni per le sue protesi alle gambe, quest’anno può finalmente correre sulla pista di Londra. Come dire: quel che oggi sembra inconcepibile (il doping genetico è bandito dalla Word Anti-Doping Agency alla stregua degli altri metodi), un giorno potrebbe essere la norma.

Ormai è chiaro che chi nasce con i geni giusti ha la strada spianata verso il successo sportivo, mentre chi non è stato attrezzato adeguatamente da madre natura quasi certamente non coronerà il sogno di salire sul podio. Allora, non sarebbe più leale consentire ai questi ultimi, meno fortunati, di giocare ad armi pari con i primi, avvantaggiati in partenza, grazie a un piccolo aiuto da parte dell’ ingegneria genetica? O forse il Comitato olimpico dovrebbe istituire gare per categorie di pari codice genetico? E se un atleta avesse acquisito alcune varianti genetiche attraverso una terapia medica seguita nell’infanzia, sarebbe giusto escluderlo perché dopato?

Al di sopra di questi interrogativi etici inquietanti, resta poi un’amara verità: non esistonotest anti-doping in grado di rilevare un’eventuale manipolazione genetica e non sembrano a portata di mano. Distinguere tra chi è portatore dalla nascita di una certa variante e chi lo è diventato artificialmente è una sfida ardua per la scienza. Forse, allora, conviene prendere in considerazione la soluzione estrema, dicono Enriquez e Gullan: autorizzare il doping genetico. Ma quali sono i geni dei sogni che ogni sportivo vorrebbe avere? Non ce n’è uno specifico per ogni disciplina, ma molti che possono risultare in vario modo di aiuto permigliorare le prestazioni atletiche. Eccone alcuni, tra i circa 200 finora scoperti.

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I GENI DELLA RESISTENZA

5775, il gene dello sprint

Quasi tutti i velocisti olimpici che siano stati sottoposti a test genetico sono risultati portatori della variante 577R del gene ACTN3, il gene responsabile della crescita delle fibre bianche o rosse nei muscoli, alla base dello sprint. Circa la metà degli euroasiatici e l’85% degli africani ne possiedono almeno una copia. Tutti gli altri individui privi del fattore 577R, oltre un miliardo di persone, farebbero bene a riconsiderare le loro aspirazioni olimpiche. Al Salk Institute for Biological Studies di La Jolla (California) è in fase di sviluppato un farmaco, GW1516, che attiva questo gene.

Ace, il gene del maratoneta
I portatori della mutazione I del gene Ace (o enzima convertitore dell’angiotensina) godono di una resistenza nettamente superiore rispetto agli altri. Si tratta della cosiddetta “variante dello scalatore” perché chi la possiede riesce a scalare facilmente gli 8.000 metri. Non a caso, il gene Ace I è presente nel 94% degli Sherpa himalayani, un gruppo etnico che popola le montagne nepalesi della Valle di Katmandu, e solo nel 45-70% di chi appartiene ad altre etnie. A un maratoneta, questa variante farebbe molto comodo. Uno studio condotto su corridori britannici, in effetti, l’ha riscontrata nella maggior parte di coloro che si cimentano su lunghe distanze.

Epor, il gene dei ciclisti e fondisti
L’eritropoietina (Epo), sostanza dopante per eccellenza nel mondo del ciclismo, è prodotta naturalmente dal nostro organismo. Alcune persone possiedono una rara mutazione dell’Epor (il recettore dell’Epo) che favorisce la produzione endogena di Epo. L’effetto risultante è un surplus di globuli rossi nel sangue, che si traduce in una capacità del 25-50% superiore di trasportare ossigeno ai tessuti. È accertato, per esempio, che fosse dotato di questa variante lo sciatore di fondo finlandese Eero Mantyranta, vincitore di tre medaglie olimpiche e svariati titoli mondiali negli anni Sessanta. In futuro, anziché assumere Epo per via farmacologica, si potrebbe modificare direttamente il gene che ne regola la produzione. La differenza è che nel primo caso la sostanza sintetica è rilevabile attraverso test anti-doping, nel secondo no, perché prodotta naturalmente dall’organismo stesso.

GENI DELLA MASSA MUSCOLARE

Igf-1, il gene della potenza
Quando s’introduce nel muscolo il fattore di crescita insulino-simile, o IGF-1,  questo lievita a dismisura. Gli esperimenti sugli animali hanno dimostrato che l’aumento delle prestazioni è stupefacente: i topi geneticamente dopati nuotano il triplo degli altri.

Blocco della miostatina, la variante del body-builder
Un fisico da culturista si può ottenere spegnendo il gene della miostatina, una proteina il cui compito è frenare la proliferazione delle cellule muscolari. Se si disattiva il gene della miostatina, la massa muscolare cresce a dismisura. È capitato naturalmente a un bambino in Germania, figlio di una centometrista. Un piccolo Ercole, con il doppio dei muscoli rispetto ai suoi coetanei. A cinque anni sollevava tre chili con ciascuna delle due braccia tese.

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Nucleo cellulare: funzioni, dimensioni e membrane nucleari

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZE CELLULE EUCARIOTE PROCARIOTE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneIl nucleo è un grosso organulo, il più delle volte sferico, delimitato da un involucro nucleare costituito da due membrane, ognuna delle quali è un doppio strato fosfolipidico.

Di regola in ogni cellula è presente un solo nucleo, ma esistono eccezioni (come i globuli rossi che ne sono privi, o certe cellule ossee che ne posseggono molti).

Il nucleo è l’organulo che racchiude il materiale genetico, cioè quello che è in grado di conservare l’informazione biologica. L’involucro nucleare fa da barriera tra i processi genetici fondamentali della duplicazione del DNA e della sintesi dell’RNA. All’interno del nucleo il DNA si trova organizzato, a seconda della fase in cui si trova la cellula, in strutture dette cromosomi o in una forma meno organizzata, detta cromatina.

L’involucro nucleare racchiude un’altra struttura a elevato grado di organizzazione, il nucleolo, nel quale avviene l’assemblaggio di tutti i ribosomi della cellula. A differenza di altri organuli, il nucleolo non è delimitato da membrane e può essere presente in più copie in un singolo nucleo.

Oltre alla duplicazione del DNA e alla sintesi dell’RNA, nel nucleo avvengono vari fenomeni di regolazione e attivazione dei geni, mediati da proteine. Ovvero avvengono tutti quei fenomeni che fanno sì che una proteina, codificata da un tratto del DNA, venga prodotta esclusivamente nei tempi e nelle quantità richiesti dalla fisiologia della cellula. L’involucro nucleare, che separa il contenuto del nucleo (il nucleoplasma) dal citoplasma, è costituito da due membrane fosfolipidiche concentriche separate da uno spazio perinucleare.

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La membrana nucleare esterna è in continuità con le membrane del reticolo endoplasmatico ruvido e, analogamente, la sua superficie esterna è cosparsa di ribosomi. Lo spazio perinucleare è in continuità con il lume del reticolo endoplasmatico. Le membrane nucleari esterna e interna sono fuse insieme a intervalli frequenti; in esse si creano quindi dei pori attraverso i quali possono passare sostanze tra il nucleo e il citoplasma. Tramite i pori nucleari le due membrane sono in continuità fra loro, pur essendo molto diverse quanto alle funzioni e alle molecole presenti. I pori nucleari sono circondati da una struttura ad anello, detta complesso del poro nucleare, formata da otto granuli di origine proteica. Attraverso i pori nucleari avviene il trasporto selettivo di grosse molecole o particelle. Per esempio, tutte le molecole di RNA e i ribosomi della cellula sono sintetizzati nel nucleo e quindi trasferiti nel citosol, mentre tutte le proteine che svolgono le loro funzioni all’interno del nucleo sono sintetizzate nel citosol (unica sede della sintesi proteica) e devono venire introdotte nel nucleo.

Il complesso del poro nucleare sembra essere organizzato e mantenuto in sito da un’altra struttura, la lamina basale. Questa è una rete di proteine fibrose che tappezza la superficie interna della membrana nucleare interna collaborando a dare forma al nucleo e a organizzare i cromosomi con i quali è a contatto.

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Virus e virioni: cosa sono, come sono fatti, come funzionano e come si riproducono

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Un virus batteriofago

I virus sono entità biologiche elementari con caratteristiche di parassita obbligato cioè sono capaci di moltiplicarsi soltanto all’interno di una cellula ospite da loro infettata; non sono vere cellule, sono particelle subcellulari, prive cioè di una struttura cellulare, Per le loro ridotte dimensioni, che variano dai 17 ai 3000 nanometri, i virus possono essere osservati soltanto al microscopio elettronico. Uno dei più noti RNA virus è il retrovirus HIV, responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita, o AIDS.

Leggi anche: Sesso e AIDS: l’HIV si trasmette anche tramite il rapporto orale

Come sono fatti i virus?

Tutti i virus sono costituiti da un involucro proteico (capside) formato da tante subunità (capsomeri) di una stessa proteina. Alcuni virus possiedono all’esterno del capside uno strato di protezione lipidico che il virus asporta dalla membrana della cellula infettata, quando, alla fine del ciclo infettivo, la cellula si rompe e libera le nuove unità di virus replicatesi. All’interno dell’involucro vi è un acido nucleico, che può essere DNA o RNA. I virus sono classificati, secondo il tipo di acido nucleico presente, in DNA virus o RNA virus. In base agli organismi che vanno a infettare, si possono dividere in virus veri e propri, che possono infettare cellule eucarioti, e in virus batteriofagi o fagi, che infettano cellule procarioti batteriche. I virus veri e propri hanno generalmente forma di icosaedro (un poliedro a venti facce) e includono i virus del raffreddore, delle verruche, della poliomielite. I virus parassiti di cellule vegetali hanno invece per lo più forma allungata o sferica. I fagi hanno una struttura più complessa, in cui si possono riconoscere cinque parti, costituite da altrettante proteine: testa, stilo, guaina contrattile, piastra basale, fibre della coda.

Leggi anche: Sistema immunitario, immunità innata e specifica: riassunto, schema e spiegazione

Cosa sono i virioni?

Quando non si trovano all’interno di una cellula infetta o nella fase di infettarne una, i virus esistono in forma di particelle indipendenti. Queste particelle virali, note anche come virioni, sono costituite da due o tre parti:

  1. il materiale genetico costituito da DNA o RNA, lunghe molecole che trasportano le informazioni genetiche;
  2. un rivestimento proteico, chiamato capside, che circonda e protegge il materiale genetico;
  3. una sacca di lipidi che circonda il rivestimento proteico quando sono fuori dalla cellula.

Le forme di queste particelle di virus vanno da semplici forme elicoidali e icosaedriche per alcune specie di virus, fino a strutture più complesse per altre. La maggior parte delle specie di virus possiedono virioni che sono troppo piccoli per essere visti con un microscopio ottico. In media il virione ha una dimensione di circa un centesimo della dimensione media di un batterio.

Leggi anche: Anticorpi: (immunoglobuline): tipi, caratteristiche e funzioni

Cicli infettivi

I virus si riproducono solo all’interno di una cellula ospite: l’involucro proteico è specializzato per legarsi a un dato gruppo molecolare sulla superficie di una specifica cellula ospite. Alcuni virus ­ per esempio i fagi ­ iniettano nella cellula ospite solo l’acido nucleico virale; in altri casi, il virus penetra interamente nella cellula e successivamente si libera dell’involucro, che può essere digerito dagli enzimi dell’ospite. Il materiale genetico del virus si integra con quello dell’ospite, che è costretto in questo modo a “leggere” anche le informazioni genetiche virali e a produrre quindi i diversi componenti virali che verranno poi assemblati rapidamente; i nuovi virus fuoriescono dalla cellula, distruggendola, e invadono le cellule vicine. In alcuni DNA virus, il doppio filamento di DNA iniettato nella cellula viene duplicato immediatamente e il processo si conclude con la disgregazione, o lisi, della cellula e la formazione dei nuovi virus (ciclo litico). In altri virus, il DNA integrato in quello dell’ospite rimane quiescente per un certo tempo, partecipando inattivamente alla crescita e alla divisione della cellula (ciclo lisogenico); solo successivamente avvia un ciclo litico con la distruzione della cellula. Negli RNA virus il materiale genetico, prima di poter essere introdotto nella cellula ospite, deve essere copiato in una molecola di DNA: questo avviene mediante un enzima, detto trascrittasi inversa.

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Differenza tra cellule eucariote e procariote

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZE CELLULE EUCARIOTE PROCARIOTE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLe cellule possono essere distinte in due grandi categorie:

  • procariote, come ad esempio i batteri;
  • eucariote, come le cellule umane.

La principale differenza tra queste due cellule sta nel fatto che i procarioti presentano il materiale genetico libero nel citoplasma, mentre negli eucarioti il materiale genetico si trova segregato all’interno di un nucleo circondato da membrana. Questa differenza strutturale comporta anche piccole variazioni nei processi di trascrizione e traduzione del materiale genetico. Negli eucarioti la trascrizione del DNA in mRNA avviene nel nucleo; poi le molecole di mRNA vengono traslocate nel citoplasma, dove ha luogo la sintesi delle proteine.

Le cellule procariote, oltre ad essere normalmente assai più piccole di quelle eucariote (con un diametro generalmente compreso fra 1 e 5 µm), hanno una struttura interna molto più semplice rispetto alle eucariote. Come prima accennato il loro DNA si trova concentrato in una regione del citoplasma, senza essere delimitato da alcuna membrana. Sono prive di organuli, ad eccezione dei ribosomi, preposti alla sintesi delle proteine. Le funzioni cellulari sono comunque effettuate da complessi enzimatici analoghi a quelli delle cellule eucariote.

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Gli organuli cellulari

Le cellule eucariote presentano un’organizzazione più complessa e sono molto più grandi (solitamente il loro asse maggiore è compreso fra i 10 e i 50 µm). Le cellule eucariote si distinguono nettamente da quelle procariote per la presenza di organuli cellulari, cioè di corpuscoli ben differenziati e provvisti di una loro membrana di separazione dal citoplasma. Gli organuli hanno la funzione di separare fisicamente complessi di reazioni specifiche, in modo che esse si svolgano indipendentemente le une dalle altre. Ciò conferisce alle cellule eucariote la possibilità di svolgere, contemporaneamente, più funzioni, anche se incompatibili tra di loro.

Vediamo ora una lista di strutture ed organelli contenuti nella cellula eucariote (clicca su ogni titolo per raggiungere l’articolo corrispondente).

  1. Mitocondri: definizione, dimensioni e funzioni
  2. Citoscheletro: funzioni e struttura
  3. Ribosomi e reticolo endoplasmatico: cosa sono e che funzioni svolgono?
  4. Nucleo cellulare: funzioni, dimensioni e membrane nucleari
  5. Lisosomi: cosa sono? Significato e dimensioni
  6. Perossisomi: definizione e funzioni
  7. Membrana plasmatica: definizione e funzioni
  8. Apparato del Golgi: spiegazione semplice e funzioni
  9. Citosol: definizione e funzioni

Ed i virus?

I virus non sono né eucarioti né procarioti, sono invece particelle subcellulari, prive cioè di una struttura cellulare, capaci di moltiplicarsi soltanto all’interno di una cellula ospite da loro infettata. In base agli organismi che vanno a infettare, si possono dividere in virus veri e propri, che possono infettare cellule eucarioti, ed in virus batteriofagi o fagi, che infettano cellule procarioti batteriche. Per approfondire leggi anche: Virus e virioni: cosa sono, come sono fatti, come funzionano e come si riproducono

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Aldo, Giovanni e Giacomo: genetica, Tafazzi e tafazzina

MEDICINA ONLINE TAFAZZI TRIO ALDO GIOVANNI E GIACOMO MASOCHISTA SOSPENSORIO TAFAZZINA DNA GENE TAFAZZISMONel nostro corpo è presente una proteina chiamata “tafazzina” il cui gene (gene TAZ) è sito sul cromosoma Xq28, cioè sul braccio lungo del cromosoma X, locus 28. Le proteine “tafazzine” hanno un importante ruolo nel mantenere l’equilibrio di membrana dei mitocondri, in particolar modo agendo sul lipide cardiolipina. Mutazioni del gene che produce la tafazzina – come la sostituzione di un singolo aminoacido – portano alla Sindrome di Barth, una patologia cardiaca, o ad altre patologie del cuore.

Ma qual è il legame tra questa proteina, ed il celebre – grandissimo – trio comico italiano composto da Aldo, Giovanni e Giacomo? Dovete sapere che la tafazzina è stata isolata nel 1996 dalla genetista italiana Silvia Bione e dai suoi collaboratori, dopo un lunghissimo e faticoso lavoro, ed è stata battezzata in questo modo a ricordare il personaggio di Tafazzi (nella foto in alto), simbolo del masochismo per la strenua volontà di trovarla da parte del gruppo dei ricercatori. Ricordiamo – per i pochi che non lo sapessero – che Tafazzi è un personaggio interpretato da Giacomo Poretti, componente appunto del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, la cui caratteristica principale è il masochismo, in quanto – vestito in calzamaglia nera e sospensorio bianco – saltella colpendosi ripetutamente ed inspiegabilmente l’inguine con una bottiglia di plastica vuota, con un effetto davvero esilarante. Evidentemente alla ricercatrice ed ai suoi collaboratori non mancava il senso dell’umorismo!

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Cos’è un gene ed a che serve?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Peso Dietologo Roma Cellulite Sessuologia Ecografie DermatologiaSmettere fumare Obesità Cancerogeni Cancerogenesi e CancroI geni sono sequenze nucleotidiche situate in posizioni fisse e specifiche del cromosoma. Non sono altro che una serie di nucleotidi con una specifica sequenza che ha la funzione, mediante il successivo processo di TRASCRIZIONE E TRADUZIONE, a generare una proteina (e non solo, in realtà il prodotto può essere anche un tRNA o rRNa ad esempio).

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Differenza tra gene e allele

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Peso Dietologo Roma Cellulite Sessuologia Ecografie DermatologiaSmettere fumare Obesità Cancerogeni Cancerogenesi e CancroI geni sono sequenze nucleotidiche situate in posizioni fisse e specifiche del cromosoma. Non sono altro che una serie di nucleotidi con una specifica sequenza che servirà poi, mediante il processo di TRASCRIZIONE E TRADUZIONE, a generare una proteina (e non solo, in realtà il prodotto può essere anche un tRNA o rRNa ad esempio).

Per ogni gene esistono alleli differenti. Considerando per semplicità un unico cromosoma , ad esempio il cromosoma 7 umano, se su questo cromosoma esiste un gene che codifica per una proteina, entrambi i cromosomi 7 avranno questo gene che codifica per quella proteina. La differenza sta nel fatto che ogni gene può però subire delle mutazioni nel corso dell’evoluzione. E quindi per via di mutazioni casuali in quel gene si possono generare ALLELI differenti, ovvero forme alternative di quel gene. Negli esempi di Mendel delle piante e dei fiori con colori o forme differenti, il motivo di tali differenze era dovuto ad alleli differenti di uno stesso gene: uno codifica per una proteina che ha un pigmento rosso e una che codifica per il colore bianco ad esempio. In realtà il motivo per cui un fiore è bianco in molti casi è dovuto ad una proteina non funzionale, che quindi non codifica per nessun pigmento e il risultato è un fiore bianco. E’ quindi da tenere presente che una mutazione in un gene può far si che si produca una proteina che esprime una caratteristica diversa o anche che esprime una proteina che non funziona più. Quindi ogni cellula porterà due geni dello stesso tipo, uno sul cromosoma paterno e uno materno, ma questi possono essere differenti perchè sono differenti le forme alleliche che portano il cromosoma materno e quello paterno. Un gene dobbiamo immaginarlo come una sequenza di nucleotidi.

Ad esempio possiamo avere lo stesso gene che ha due alleli che differiscono per un nucleotide: uno ha una guanina in posizione 7 e l’altro ha un’adenina. Ovviamente un gene ha una sequenza di molti più nucleotidi, ma non è raro che due alleli differiscano per un singolo nucleotide, e per quanto possa sembrare di non molta importanza una differenza cosi piccola in realtà molte malattie gravi (come l’anemia falciforme) sono dovute ad una singola sostituzione nucleotidica.

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