Come riconoscere l’uovo più fresco e nutriente

MEDICINA ONLINE UOVO TUORLO ALBUME PROTEINE QUANTE UOVA MANGIARE SETTIMANA FRESCHE GALLEGGIA AFFONDA MIGLIORE SODO DIGESTIONE COMPRARE COME SCEGLIERE UOVA MIGLIORI SCADUTE.pngCome scegliere l’uovo di gallina migliore al supermercato? Ecco una rapida guida che può aiutarvi nella difficile scelta di uno degli alimenti più consumati al mondo.

Scegliere l’uovo più nutriente

Le galline vengono allevate in svariati modi e ciò può influire sulla qualità dell’uovo:

  • allevamento in gabbia: tanti capi per mq; gli animali passano la loro vita produttiva stipati all’interno di gabbie che vengono distribuite nei capannoni con più piani. Luce e ventilazione sono artificiali. Solitamente e’ una pratica usata solo per la produzione di uova.
  • allevamento a terra: tanti capi per mq; gli animali passano la loro vita all’interno di capannoni chiusi. Solitamente si usa sia per la produzione di uova che per la carne.
  • allevamento a terra intensivo: è un allevamento a terra con uso di luci artificiali (sempre accese per invogliare il pollo a mangiare continuamente), alimentazione spinta (molto carica), ventilazione forzata, regolata con dei ventilatori.
  • allevamento all’aperto: pochi capi per mq. Gli animali vivono in capannoni che dispongono di un pascolo esterno e possono razzolare a piacimento.
  • allevamento biologico: pochi capi per mq. Gli animali vivono in capannoni che dispongono di un pascolo esterno e possono razzolare a piacimento, come nell’allevamento all’aperto, ma in più sono nutriti solo con alimenti certificati come biologici. E’ considerata il tipo di allevamento più salutare, sia per l’animale che per il consumatore, ma è anche il tipo più costoso per il produttore.

Gli allevamenti a terra di tipo biologico sono generalmente garanzia di maggior qualità e genuinità delle uova, anche se ciò non significa che gli altri tipi di allevamento generino uova di cattiva qualità.

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Come riconoscere se un uovo fresco o no?

Ecco tre metodi per scoprire quando sono fresche le uova:

  • La speratura: metodo assai semplice usato anche da alcune industrie, si guarda l’uovo controluce o sotto una torcia elettrica che illumina l’uovo, misurando la camera d’aria (posta infondo all’uovo). Più è grande e visibile, più l’uovo è “vecchio”.
  • Osservazione del tuorlo. Si apre l’uovo sopra un piatto e si osserva il tuorlo: nell’uovo l’albume è vischioso e perfettamente bianco ed il tuorlo è turgido in un certo senso compatto e lucido, man mano che invecchia l’uovo si altera prendendo cattivo odore e diventando schiacciato ed acquoso. Inoltre col tempo le proteine del tuorlo tendono all’idrolasi, quindi l’albume si fluidifica e c’è uno spostamento del tuorlo verso il guscio.
  • Determinazione del peso specifico: il “trucco” più semplice e più usato da sempre. Metti l’uovo in una scodella con dell’acqua salata. Se galleggia è vecchio, se affonda è più fresco, perché all’interno non c’è aria sufficiente da farlo galleggiare.

Le uova fresche galleggiano o vanno a fondo?

Come appena ricordato, in acqua salata l’uovo fresco va a fondo, mentre se rimane a galla è “vecchio”. Più l’uovo si avvicina all’orlo dell’acqua e più e vecchio, perché maggiore è la quantità di acqua che contiene e minore è il suo peso specifico. Se l’uovo rimane a galla, meglio gettarlo via. Se l’uovo rimane “a metà”, può essere consumato, ma in giornata e non oltre.

Cosa determina l’invecchiamento dell’uovo?

I tre fattori che fanno “invecchiare” un uovo sono:

  • temperatura: il caldo ne accelera l’invecchiamento, mentre il freddo ne rallenta l’alterazione, ma a scapito della qualità;
  • umidità: se un uovo è esposto all’umidità i pori del guscio potrebbero assorbire microrganismi e far peggiorare la qualità dell’uovo;
  • igiene: una scarsa qualità dell’igiene dell’ambiente di conservazione, determina peggioramento della qualità dell’uovo.

Conservazione dell’uovo

Dove conservare le uova acquistate al supermercato? La soluzione migliore è riporle in un posto riparato dalla luce e dall’umidità, ad una temperatura NON superiore a 25 °C. Meglio ancora se sono riposte in frigorifero, con temperature tra 2 e 4 °C.

Uova fresche: quanto durano?

Le uova Extra Fresche restano fresche per nove giorni dalla deposizione e sette giorni dalla data di imballaggio. In generale comunque la scadenza delle uova è di solito di 28 giorni dopo la deposizione per le uova a temperatura ambiente, poco di più se conservate in frigorifero.

Si può mangiare un uovo dopo la data di scadenza?

Se per caso si dovesse superare di un paio di giorni la data di scadenza, le uova possono ancora essere consumate se conservate in frigorifero. Se le uova sono conservate fuori dal frigo, generalmente è meglio evitare di consumarle oltre la data di scadenza. In ogni caso, se l’uovo è scaduto, è bene aprirlo ed osservare se ci sono variazioni di odore, colore o consistenza, prima di consumarlo.

Mangiare uova andate a male o scadute: conseguenze

Il consumo oltre la scadenza può aumentare il rischio di infezione da salmonella, specie se l’uovo è di minore qualità ed è stato conservato a temperatura ambiente e/o sopra i 25 °C e/o esposto a fonti di luce dirette. Il consumo oltre la data di scadenza è meno rischioso, come prima ricordato, se avviene entro un paio di giorni massimo dalla data di scadenza, ma solo se l’uovo è stato conservato in frigorifero tra 2 e 4 °C.

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La frittata fa ingrassare o dimagrire? Quante calorie ha?

MEDICINA ONLINE FRITTATA Italian egg pie EGGS PASTO FRITTA OLIO SAUSAGE DIET LIGHT GOOD DINNER DIETA DIMAGRIRE CALORIE MANGIARE INGRASSARE DIMAGRIRE COLESTEROLO CUCINA RICETTA LEGGERALa frittata è uno dei piatti più popolari della tradizione italiana. È gustosissima, facile da preparare e si possono usare praticamente tutti gli ingredienti che abbiamo in frigo per arricchirla.  La presenza di uova e di olio per friggerla e soprattutto di condimenti che potrebbero essere non proprio dietetici, può creare più di qualche dubbio in chi è a dieta. La frittata fa ingrassare? Oppure possiamo consumarla senza problemi Vediamolo insieme.

Non è un problema di frittata

Non è la frittata ad essere problematica di per sé, ma quello che utilizzeremo per farcirla e soprattutto per cuocerla. Una frittata preparata con ingredienti dietetici e cotta al forno, ad esempio, è ottima per la dieta. Avremo infatti circa 70 calorie per uovo utilizzato, più le calorie delle verdure o degli altri ingredienti dietetici che abbiamo utilizzato. Il problema nasce con le frittate farcite di formaggio e insaccati: a creare il problema per chi è a dieta non è la base di frittata in sé, ma gli ingredienti, appunto, che abbiamo aggiunto.

Qualche idea per una frittata perfetta per la dieta

La frittata è addirittura consigliata da qualche dietologo, in quanto è in grado di aggiungere varietà al nostro menù pur essendo una preparazione estremamente semplice. Vediamo insieme qualche preparazione che può aiutarci nella nostra dieta:

  • Frittata al forno di zucchine: a base di uova, zucchine cotte in padella senza grassi e un cucchiaio di parmigiano.
  • Frittata al forno con peperoni arrosto: possiamo utilizzare i peperoni arrosto come ingrediente principale di una omelette decisamente dietetica.
  • Frittata al forno con pollo: se avete qualche avanzo di pollo della sera prima, possiamo sfilacciarlo e utilizzarlo con due uova sbattute, un pizzico di pepe e una grattata di parmigiano.

Non solo uova sode

Chi vuole mangiare uova pur essendo a dieta non deve limitarsi per forza alle uova sode. Come vi abbiamo dimostrato in questo articolo si possono mangiare anche frittate gustosissime che siano comunque dietetiche, fermandosi prima della soglia delle 200 calorie.

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Differenza tra vegani, vegetariani, crudisti e fruttariani

MEDICINA ONLINE VEGAN GIRL VEGETARIAN EAT WOMAN DINNER CRUDISTI FRUTTARIANI VEGETARIANI VEGETARIANI DIFFERENZE VERDURA CARNE CIBO PROTEINE WALLPAPER HD PHOTO PICTURE HI RES EATING MANGIARE DIETA RICETTAVegetariano e vegano sono la stessa cosa? No, i due termini NON sono sinonimi, indicano due tipi di alimentazione per alcuni versi molto simili, ma con qualche differenza importante da sottolineare.

I vegetariani non mangiano carne, né di animali che vivono sulla terra né in mare, quindi per un vegetariano a tavola sono esclusi bovini, suini, ovini, ma uccelli ed anche pesci, crostacei e molluschi. Lo scopo di ciò è principalmente impedire la sofferenza e la morte di animali innocenti, oltre alla convinzione che questo tipo di alimentazione sia più salutare. Un vegetariano mangia invece cibi di origine animale, come il latte o le uova.

I vegani (anche detti vegetaliani), al pari dei vegetariani, evitano di mangiare animali di terra e di mare, ma – al contrario dei vegetariani – rifiutano tutti i cibi di origine animale compresi i loro derivati. Questo perché l’obiettivo è non solo quello salutistico o di non uccidere gli animali, ma anche di non far soffrire quest’ultimi, sfruttandoli per le nostre esigenze alimentari. Ciò vuol dire che, oltre a non mangiare carne, non mangiano nemmeno le uova, il formaggio, il miele e tutti quei cibi che originano dagli animali. Per lo stesso motivo i vegani non usano nemmeno la seta, i piumini d’oca o la lana.

Sia i vegetariani che i vegani tendono ad avere un gran rispetto per la natura e perciò spesso fanno la raccolta differenziata ed evitano anche di usare tutti i prodotti cosmetici o i capi d’abbigliamento che contengono ingredienti animali o che siano stati testati su di loro.

Oltre a queste due grandi classi, esistono numerose varianti:

  • i semivegetariani, che eliminano solo le carni rosse, ma non quelle bianche;
  • gli ovovegetariani che eliminano tutti i tipi di alimenti animali tranne le uova;
  • i latteovegetariani che mangiano solo alimenti derivati da latte o suoi derivati per integrare la dieta;
  • i crudisti, che mangiano solo gli alimenti a crudo, preferibilmente biologici e non lavorati;
  • i fruttariani, che invece si nutrono solo di frutta.

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Il pollo che mangiamo è maschio o femmina? Chi fa le uova?

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA GALLO POLLO GALLINA CHIOCCIA CAPPONE PULCINO MANDIBOLA CARATTERISTICHE NASO DENTI ANIMALE DIVERSITA SFONDO HDIl pollo può ovviamente essere sia maschio, che femmina. Il maschio riproduttore è più propriamente chiamato gallo, la femmina gallina; quando quest’ultima alleva i pulcini viene detta chioccia.

Chi depone le uova?

Le uova vengono deposte dalle galline, cioè le femmine.

Il pollo che mangiamo è maschio o femmina?

Può essere entrambi, generalmente è l’individuo giovane di 60-70 giorni e peso di circa 1-1.5 Kg. Se proviene da razze ovaiole vengono usati soprattutto i maschi allevati separatamente, in quanto le galline sono utilizzate per produrre le uova.

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Differenza tra proteine animali e vegetali: quali sono le migliori?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica ASSUMI VITAMINA D SINTOMI CARENZA CIBI  Roma Cavitazione Pressoterapia Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Pancia Sessuologia Sesso Pene Laser Filler Rughe Botulino 1Cominciamo dalla prima, quasi banale, differenza: le proteine di origine vegetale sono contenute in tutti gli alimenti di origine vegetale, come ad esempio:

  • legumi,
  • alcuni tipi di verdura,
  • cereali.

Le proteine animali sono presenti invece soltanto negli alimenti di origine animale, come ad esempio:

  • carne,
  • pesce,
  • latte,
  • latticini,
  • formaggi,
  • uova.

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Legumi
Iniziamo dai legumi, che ne sono i più ricchi, in particolare la soia e i fagioli. Tutti i legumi hanno la particolarità di trattenere nelle radici un batterio simbionte detto rizobio in grado di fissare l’azoto presente nell’aria e trasformarlo in amminoacidi che vengono assorbiti dalla pianta. Così tutti i tipi di legumi (dai fagioli alla soia, dall’erba medica alla mimosa, che sono tutti legumi) risultano particolarmente ricchi di proteine vegetali. I fagioli poi sono quelli che, per clima, per attidudine del terreno, e anche per produttività, sono più semplici da coltivare, e vengono scelti anche perché fanno molto bene al terreno (lo riempiono di azoto che viene poi ‘risucchiato’ da colture impoverenti come quelle dei cereali) e questo ha garantito il loro successo nel corso degli anni. Oggi, in un’epoca in cui certo non abbiamo carenza proteica, possiamo mettere da parte la carne e gli alimenti di origine animale, per consumare solo alimenti vegetali: ma a livello nutrizionale le proteine animali e vegetali sono la stessa cosa? Davvero le proteine vegetali possono sostituire la carne?

Proteine animali e vegetali: differenze nutrizionali
Per quanto riguarda il contenuto di amminoacidi essenziali, in generale le proteine animali possono essere considerate complete e quelle vegetali sono incomplete. Assumere proteine da fonti vegetali è importante e le carenze di eventuali amminoacidi possono essere superate utilizzando appropriate associazioni alimentari, ad esempio legumi e cereali, perché si completano tra loro: gli amminoacidi di cui è carente la pasta vengono forniti dai fagioli e viceversa. Sul fronte della digeribilità le proteine vegetali valgono meno di quelle animali (soprattutto quelle dei cereali), avendo un coefficiente di digeribilità, che indica la percentuale effettivamente assorbita, molto più basso: ad esempio i legumi sono al 30% rispetto a carne (80%) e uova (100%). Infine, non dimentichiamo che negli alimenti di origine vegetale è basso il livello di ferro e con i vegetali si assume poca vitamina B12 (una vitamina che svolge un ruolo fondamentale nella sintesi di emoglobina ma che è sintetizzata solo dagli animali). Quindi chi segue un regime alimentare vegetariano o vegano deve necessariamente integrare queste due sostanze.

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Proteine animali e vegetali: la quantità proteica contenuta negli alimenti
Parlare di “proteine” è un po’ come parlare di “casa”. Si fa presto a dire casa, ma le case vanno dalle capanne delle periferie di Rio de Janeiro alle ville di George Clooney: sfido a dire che queste due case siano uguali. E per le proteine il discorso non cambia. Una proteina è una catena di amminoacidi, che ne costituiscono i mattoni. Ci sono proteine lunghe e proteine corte, proteine costituite da amminoacidi migliori, per il nostro corpo, e da amminoacidi peggiori, ci sono proteine accartocciate e difficilissime da digerire (come la cheratina, che costituisce le nostre unghie) e proteine facili da digerire, ed ovviamente tutto dipende anche da quante e quali proteine ci sono in un alimento. A livello quantitativo ci sono cibi con più o meno proteine, ma non basta solo questo valore. E’ importante sapere come questi alimenti debbano essere prepararti e cucinati per essere mangiabili. E questi processi alterano e diluiscono la quantità originariamente contenuta nel cibo. Facciamo un esempio. I fagioli secchi contengono un 23,6% di proteine, quindi 23,6 gr per 100 gr di prodotto. Per fare un paragone e far capire come si esegue il calcolo abbiamo scelto un alimento che, così come si compra al supermercato, contiene praticamente la stessa quantità di proteine, il petto di pollo crudo, 23,3%. Facciamo conto che e abbiano tutti e due il 23%, per fare il conto in modo migliore. Quando arrivo a casa, questi due alimenti devo cuocerli, e i fagioli si devono anche ammollare per poterli mangiare. Così i fagioli assorbono acqua, che va a costituire peso nel legume, e quando questo è pronto, è gonfiato, le proteine non costituiscono più il 23%, ma sono il 9% all’incirca, sul prodotto reidratato. Mangiando 100 gr di fagioli (secchi e crudi sono immangiabili) ottengo 9 gr di proteine. Il petto di pollo va cotto, ma la cottura è molto veloce e lo scopo è proprio quello di eliminare acqua, così che le proteine saranno più concentrate e la loro percentuale maggiore: dal petto di pollo cotto, da 100 gr, otterrò circa un 30% di proteine, cioè 30 gr per 100 gr.  Per cui abbiamo: 9 gr di proteine nei fagioli contro 30 gr del pollo, pari ad un terzo.

Proteine animali e vegetali: la qualità delle proteine
Ma non abbiamo ancora considerato la qualità proteica. Esistono diversi indici per definire la qualità delle proteine: il valore biologico, il rapporto di efficienza proteica e l’indice chimico; ne esistono anche altri, ma questi tre sono quelli più utilizzati ed è proprio in base a questi che si capisce come il livello qualitativo delle proteine vegetali sia minore di quello delle proteine di origine animale. Facciamo un altro esempio. La qualità proteica calcolata con il metodo C.U.D. (coefficente di utilizzazione digestiva) è il rapporto tra le proteine ingerite e quelle assorbite, ed ha un valore che va da 0 a 100. Se è 100 (albume d’uovo) la proteina è perfetta, di qualità altissima, perché tutta quella che si mangia la si assorbe; se è 0 (unghie, ad esempio) è come se non la mangiassimo affatto. Le proteine della carne di pollo hanno un valore di 80, per cui mangiando 100 gr di proteine ne assorbiamo 80; per i fagioli questo valore è 30, per cui mangiandone 100 gr ne assorbiamo solo 30.  Il che significa che mangiando 100 gr di petto di pollo e 100 gr di fagioli otteniamo con il primo 30 gr, e per una qualità di 0,8 assorbiremo 24 gr di proteine. Mangiando 100 gr di fagioli lessi, invece, ne otteniamo 9 gr, per una qualità di 0,3 avremo 3 gr di proteine. Sono sempre 100 gr di prodotto, ma dalla carne di pollo otteniamo 8 volte le proteine che otteniamo dai fagioli. Dovremmo mangiarne 800 gr per tornare allo stesso valore. Se volete divertirvi a fare questo conteggio con altri alimenti, su internet e sui libri si trovano tranquillamente sia le tabelle qualitative delle proteine, sia le tabelle nutrizionali degli alimenti (sui sito INRAN) per cui potete divertirvi anche da soli a ripetere il conteggio che abbiamo appena fatto insieme.

Proteine vegetali e proteine animali: alternative vegetali alle proteine animali
La differenza tra le proteine animali e vegetali è evidente e le proteine di origine vegetale non sono un’alternativa a quelle di origine animale. I vegetariani devono sopperire alle carenze di alcuni amminoacidi essenziali integrandoli con quelli di sintesi o seguendo sempre e comunque una dieta equilibrata che comprenda latte, latticini, uova, legumi, soia e tutti i tipi di verdure e frutta, cereali e legumi di varietà differenti per assumere tutte le proteine di cui abbisogna il corpo. Il problema è ben più complicato per i vegani; il fabbisogno proteico per il nostro organismo è fornito solo da uno specifico mix di alimenti e a livello pratico non è semplice da applicare, perché sono poche le varietà vegetali da mangiare per ottenere il giusto apporto proteico e sempre in grandi quantità. Basti pensare che in un regime ‘onnivoro’ solo 1/3 delle nostro fabbisogno proteico è fornito da alimenti vegetali.

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Il diabetico può mangiare le uova?

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Negli Stati Uniti, in particolare, il rapporto tra uova e diabete di tipo 2 è valutato con cautela, come potenzialmente rischioso per la salute. Infatti, le linee guida americane oggi consigliano prudenza nel consumo di uova e raccomandano che l’introduzione di colesterolo con la dieta sia inferiore a 300 mg/die nei soggetti sani e a 200 mg/die per chi ha il diabete di tipo 2: suggeriscono quindi alle persone con diabete di tipo 2 di non mangiare più di QUATTRO uova la settimana. Secondo la ricerca australiana, invece, una dieta anche ricca di uova non nuoce ai diabetici di tipo 2.

Lo studio di Sydney ha per la prima volta eseguito un’osservazione prospettica, randomizzata, sulla relazione tra consumo di uova e diabete di tipo 2. Ha quindi valutato gli esiti di una dieta ricca di uova in soggetti con prediabete o diabete, esaminando 140 soggetti, sottoposti, per gruppi, a diete diverse per tre mesi: una dieta a ridotto contenuto di uova (due la settimana) e una ad alto contenuto (due uova al giorno a colazione per sei giorni la settimana).

Al termine dello studio non è stata rilevata, tra i due gruppi, alcuna differenza nella concentrazione di trigliceridi e di colesterolo LDL (quello “cattivo”, da distinguere da HDL, quello cosiddetto “buono”) e neppure nell’andamento e controllo della glicemia. L’elevata quantità di uova assunta da uno dei due gruppi monitorati non ha dunque  avuto effetti negativi sui parametri fondamentali degli individui controllati.

Importante: in caso di dubbio, il paziente diabetico può – sotto controllo medico – monitorare la propria risposta glicemica all’assunzione di certi alimenti, annotando i valori su un taccuino e raffrontando le relative glicemie.

I migliori glucometri per misurare la glicemia

I migliori apparecchi di ultima generazione per l’automonitoraggio della glicemia, selezionati, consigliati ed usati dal nostro Staff sanitario, sono i seguenti:

Sono strumenti abbastanza economici, tuttavia ottimamente costruiti, affidabili e professionali, prodotti da aziende che da anni sono leader mondiali nella produzione di tecnologie sanitarie.

Può interessarti anche: Come e quando misurare la glicemia in modo semplice, rapido e sicuro

I migliori prodotti per diabetici

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Le uova fanno ingrassare o dimagrire? Quante calorie hanno?

MEDICINA ONLINE MANGIARE YOGURT UOVA LEGUMI MAGRA DIABETE CALORIE SEMI GLICEMIA GASSATA OLIGOMINARALE RICETTA INGRASSARE DIMAGRIRE INSULINA GLICATA COCA COLA ARANCIATA THE BERE ALCOL DIEPer anni le uova sono state ritenute erroneamente un cibo non adatto a chi è a dieta, se non nella versione soda e comunque consumate molto di rado. Sembrava essere uno dei capi saldi sui quali venivano organizzate le diete: le uova sono ricche di colesterolo e sono comunque caloriche, quindi meglio accantonarle. Ma è proprio vero quello che dicono? È vero che le uova fanno ingrassare? Oppure si possono consumare senza problemi?

Le calorie

Non si capisce come le uova siano state considerate per anni un cibo grasso e calorico. In un uovo di medie dimensioni troviamo circa 90 calorie, con il grosso di queste che proviene dalle proteine. Si tratta in aggiunta di proteine di ottima qualità e decisamente importanti per chi sta seguendo un regime alimentare restrittivo.

Attenzione a come si preparano

Ovviamente dipende da come si preparano: l’uovo sodo non ha calorie aggiunte, ma nel caso in cui optassimo per una frittata o comunque per delle uova fritte, dovremo per forza di cose andare ad aggiungere grassi di cottura e dunque andare ad aumentare la quantità di calorie contenute in questo alimento. Un uovo però semplicemente lessato, oppure cotto alla coque, è sicuramente un alimento dietetico che non fa ingrassare.

Non esagerare

C’è una buona quantità di grassi e colesterolo nel tuorlo delle uova ed è per questo motivo che la loro assunzione andrebbe comunque tenuta sotto controllo. Forse meglio non superare le 4 uova a settimana, optando per altri prodotti di tipo proteico durante la settimana, come pesce e tagli di carne magra. Questo non perché siano nocive, ma piuttosto perché la varietà, quando si parla di diete, è sicuramente un valore che deve interessarci ed è dunque sempre meglio cercare di ruotare gli alimenti, soprattutto quelli di base per l’apporto proteico. Le uova rimangono comunque, alla luce dei fatti, un prodotto di qualità assoluta, che può e anzi deve essere aggiunto alla nostra dieta, per i suoi straordinari valori nutrizionali e per il suo straordinario potere saziante. Se amate le uova, non dovete preoccuparvi: non è vero che fanno ingrassare, a patto che le consumiate con criterio.

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Colesterolo e uova: si o no? Tutta la verità scientifica

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COLESTEROLO UOVA SI O NO VERITA SCIENZA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgAncora sono molti gli italiani che – a causa dei media che per decenni le hanno estremamente demonizzate – credono nel fatto che le uova facciano aumentare il colesterolo, ma è davvero così? Falso. Le uova, consumate in modo corretto, non solo non aumentano i livelli di colesterolo, ma sono ricche di nutrienti importanti per la salute.

Tutta la verità sulle uova
Da tempo ormai si sa che 100 grammi di uova contengono solo 5 grammi di grassi e di questi solo 1,5 grammi sono grassi saturi, oltre ad essere un’ottima fonte di proteine ad altissimo valore biologico contenendo tutti gli aminoacidi essenziali per il nostro organismo in solo 64 calorie. Un uovo, per esempio, contiene 6 grammi di proteine e pochi grassi che non hanno alcun impatto negativo sul colesterolo. Come dimostrato da numerose ricerche scientifiche  le uova sono una buona fonte di vitamina D utile per l’assorbimento del calcio, aiutano a prevenire la degenerazione maculare grazie all’alto contenuto di carotenoidi, rientrano tra gli alimenti che prevengono il cancro della mammella ma soprattutto è stato dimostrato che, il consumo moderato di uova, che non superi le 4 uova a settimana suddivise anche nei vari preparati, non ha nessun impatto negativo sul colesterolo e quindi non vi è alcuna correlazione tra il consumo di uova e le malattie cardiovascolari.

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Come mai le uova pur ricche di colesterolo sono inserite nelle diete?
Le uova sono un alimento poco costoso, ricco di proteine, a elevato valore biologico ma è anche uno degli alimenti che contiene più colesterolo: il tuorlo, il rosso, ne contiene 200 mg. Nonostante questo anche nelle diete per chi soffre di ipercolesterolemia, cioè ha i valori del colesterolo oltre i livelli raccomandati, vengono lasciate le classiche due uova la settimana: questo accade perché quello su cui oggi si concentra l’attenzione è il tipo e la quantità di grasso che una persona assume (grassi saturi rispetto agli insaturi) più che alla quantità totale di colesterolo. Le uova contengono circa il 9% di grassi (poco più di 5 g per uovo, cioè quanto 1 cucchiaino di olio o di burro), concentrati nel tuorlo, di cui più del 50% sono formati da grassi mono e polinsaturi. Detto questo, è ovvio che un consumo elevato di uova da parte di persone affette da ipercolesterolemia è comunque sconsigliato.

Quante uova può consumare chi soffre di colesterolo alto?
Il mio consiglio è quello di non superare le 2-3 uova a settimana facendo attenzione non solo al consumo delle uova in sé ma anche a tutti quegli alimenti che possono contenerle, come dolci, paste fresche, alcune salse a base di uova, e come componenti di alcune ricette, visto che spesso sono usate perché fanno da legante tra i vari ingredienti.

Come mangiare le uova?
Meglio le uova alla coque piuttosto che sode: sono sufficienti 3 minuti di bollitura, rispetto ai circa 7 che servono per farle sode, per godere dei benefici delle uova e digerirle più facilmente e rapidamente.

I migliori prodotti per abbassare il colesterolo e dimagrire
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, che sono estremamente utili per abbassare il colesterolo e dimagrire, fattori che diminuiscono il rischio di ipertensione, ictus cerebrale ed infarto del miocardio. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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