Partiamo dalle basi: un aminoacido è una molecola organica che contiene azoto, carbonio, idrogeno, ossigeno ed eventualmente zolfo, mentre una proteina è una catena formata da tanti aminoacidi. Le proteine hanno tanti ruoli nel nostro corpo: ruoli strutturali, sono ormoni, enzimi, proteine di trasporto, proteine canale ecc. Non è solo questa la differenza tra i due composti: molto cambia a livello di dinamica di azione nel nostro organismo, basti pensare alla modalità di assorbimento: mentre un aminoacido non necessita di digestione per venire assorbito dalle cellule dell’intestino tenue, una proteina necessita di una serie di processi abbastanza elaborati. Già nello stomaco si verifica la denaturazione della proteina e un’iniziale digestione, la quale si completa a livello intestinale grazie ad enzimi pancreatici e enzimi che sono ancorati alla membrana degli enterociti (cellule dell’intestino). Fondamentalmente il compito di queste molecole è quello di spezzettare la proteina e ridurla ai suoi componenti fondamentali, quindi gli aminoacidi, che saranno assimilati e inviati ai tessuti bersaglio.
Integrare con aminoacidi o proteine?
Non esiste una risposta univoca a questa domanda, dal momento che dipende dal vostro obiettivo e nulla vieta di integrare con entrambi. Semplificando si può dire che se ho bisogno di aminoacidi rapidamente conviene che prenda un integratore a base di questi ultimi piuttosto che proteine. Molte persone integrano con aminoacidi anche durante l’allenamento, preferendo questi alle proteine dal momento che mettere in moto la digestione quando ci alleniamo non è una buona idea. Oltre a questo, c’è da dire che ogni singolo aminoacido (glutammina, tirosina, BCAA…) ha nel nostro organismo un ruolo, una dinamica di azione e vie di stimolazione differenti. Per questo motivo molti atleti integrano molto spesso anche un singolo aminoacido o creano delle miscele per ottenere l’effetto desiderato, che sia miglioramento del focus, stimolazione di sintesi proteica o pump. Le proteine, se di buona qualità, sono comunque una ottima scelta, specie perché gli integratori proteici sono completi, generalmente sono più economici rispetto agli aminoacidi e svolgono lo stesso un ottimo lavoro plastico se presi al termine dell’allenamento (preferibilmente non durante).
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Lo staff di Medicina OnLine
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Il corpo umano è in grado di produrre autonomamente solo gli aminoacidi non essenziali, mentre tutti gli altri, compresi i BCAA, devono essere necessariamente integrati giornalmente nella dieta. Ecco perché per l’introduzione di questi elementi nell’alimentazione quotidiana, in particolar modo per chi pratica sport di resistenza, si rende necessario il ricorso ad integratori specifici. È importante assumere aminoacidi per promuovere la crescita muscolare e sopperire alle carenze del regime alimentare. Un incremento dell’apporto di aminoacidi ramificati è richiesto soprattutto durante e dopo l’attività aerobica o tra prestazioni sportive intense ravvicinate nel tempo.
Il monossido di azoto (anche chiamato “ossido nitrico” o “NO”; in inglese “nitric oxide”) è un gas incolore; nel corpo umano il monossido di azoto (NO) rappresenta un importante neurotrasmettitore con effetto vasodilatante. E’ quindi un potente vaso-dilatatore, utilizzato per la terapia dell’ipertensione polmonare, in particolare nei neonati affetti da insufficienza respiratoria ipossemica. E per questa caratteristica viene indicato come un fattore di rilascio endotelio-derivato, sigla inglese EDRF. Il NO viene sintetizzato a partire da ossigeno ed arginina grazie all’azione degli enzimi NO-sintasi ed attraverso una reazione multifasica e molto complessa.
Una bodybuilder australiana di 25 anni, Meegan Hefford, è morta per aver consumato troppe proteine. Stava seguendo una dieta rigida con cibi ricchi di proteine per partecipare ad una competizione di bodibuilding a settembre, ma non sapeva, come hanno scoperto i medici dopo il suo decesso, di soffrire di una malattia rara che non permette al corpo di scomporre le proteine. Ciò significa, è bene sottolinearlo, che non è stato l’integratore proteico in sé a causare la morte, bensì la patologia preesistente della sportiva; come è bene sottolineare per l’ennesima volta che assumere proteine (o creatina, o amminoacidi) NON EQUIVALE ASSOLUTAMENTE a doparsi. A riportare l’episodio è il quotidiano inglese The Independent.
La glucosamina (anche glucosammina) è un aminopolisaccaride coinvolto nella sintesi di proteine glicosilate e lipidi. È stata identificata la prima volta nel 1876 da un chirurgo tedesco, Georg Ledderhose, ma si dovette attendere fino al 1939 perché, grazie al lavoro di Walter Norman Haworth, un chimico britannico, se ne comprendesse appieno la stereochimica. La glucosamina è una sostanza abbondantemente presente nei gusci dei crostacei ed è da questi gusci che per idrolisi viene prodotta commercialmente. La glucosamina è coinvolta nella produzione dei glicosaminoglicani, fondamentali per la cartilagine. Come molte altre sostanze, con l’invecchiamento, la quantità di glucosamina prodotta dall’organismo diminuisce e ovviamente le cartilagini si degradano. La ricerca ha dimostrato che l’integrazione con glucosamina è in grado di bloccare l’artrosi nell’85% dei casi. Nessun effetto collaterale di rilievo è stato registrato dalla somministrazione di glucosamina per via orale.
La creatinina è una sostanza che deriva dalla degradazione della creatina (1-Methylhydantoin-2-Imide). La creatina è una proteina che si trova nei muscoli scheletrici ed è fondamentale per i processi che portano al movimento e alla contrazione muscolare dal momento che ha la funzione principale di immagazzinare energia nel muscolo (ad uno dei suoi gruppi azoto gli si può attaccare l’ATP, trasformandola in fosfocreatina o creatin-fosfato). Nel corso delle reazioni energetiche che avvengono durante la contrazione muscolare, una parte della creatina stessa viene trasformata in creatinina che passa nel sangue e viene poi eliminata tramite i reni.
In commercio troviamo un’ampia varietà di integratori per l’abbronzatura che mirano ad apportare importanti sostanze capaci di favorire un’abbronzatura perfetta e di stimolare la produzione della melanina. Ma funzionano davvero? E quali sono i migliori integratori per preparare la pelle all’esposizione al sole? Ma cominciamo con la prima domanda che dobbiamo porci: