Come smettere di masturbarsi e di guardare porno online in 14 passaggi, seconda parte

MEDICINA ONLINE MASTURBAZIONE OSSESSIVO COMPULSIVA DIPENDENZA INTERNET ONLINE VIDEO PORNO PORNOGRAFIA SESSO SEX ADDICTION FILMATI SESSUALITA TELEVISIONE PC COMPUTERQuesta è la seconda parte dell’articolo che vi aiuterà a smettere di masturbarvi in maniera compulsiva; per leggere la prima parte seguite questo link: Come smettere di masturbarsi e di guardare porno online in 14 passaggi

8) Sviluppa una relazione importante

Passare del tempo con amici intimi o un partner ti farà sentire più sicuro di te e ti terrà lontano dallo schermo del computer. Fare l’amore spesso col proprio partner può far perdere ai porno online parte del loro fascino. Impegnati nel tuo rapporto e cerca di farlo funzionare, rinnovandolo, ad esempio organizzando una serata a cena in un ristorante galante o facendo un viaggio da soli tu ed il partner in una meta romantica.

9) Evita le situazioni “provocanti”

L’evitare di cadere in tentazione passa anche dall’evitare qualsiasi situazione e argomento che possa direttamente o indirettamente spingerti a masturbarti.

  • Evita il bagno caldo, che può più facilmente indurti a masturbarti: se devi lavarti meglio una doccia tiepida.
  • Quando ti distrai ascoltando una canzone, vedendo un film o leggendo un libro, fai in modo che non abbiano riferimenti sessuali.
  • Quando sei in situazioni “pericolose”, ad esempio sei steso sul tuo letto e sei solo in casa con un cellulare in mano, alzati e fai altro.
  • Se stai su Facebook o Instagram, evita di soffermarti sulle foto provocanti di modelli o attori che di tanto in tanto si possono vedere sui social.
  • Evita di guardare foto dei tuoi partner o ex partner che possano farti ricordare una situazione sessualmente eccitante.
  • Evita di inserire foto “provocanti” sullo sfondo del tuo pc/tablet/smartphone.
  • Evita di guardare programmi televisivi che mostrano modelli o modelle seminude.
  • Evita di frequentare locali e negozi dove è possibile vedere spogliarelli o acquistare materiale inerente al sesso.
  • Se la vista di un corpo seminudo ti fa venir voglia di masturbarti, evita quegli sport dove è facile averci a che fare, come ad esempio il nuoto.

10) Parlane con una amico o col partner

Anche se i tuoi amici non saranno in grado di aiutarti a trovare un modo di uscirne, parlarne semplicemente con qualcuno ti farà sentire meno solo, anche perché probabilmente – vista la diffusione del fenomeno – anche lui avrà lo stesso problema. Se il rapporto con il partner è veramente sincero, potresti provare a parlarne apertamente.

11) Fai una doccia fredda

Quando la tentazione è irresistibile, fai una doccia “fredda” e la voglia tenderà a sparire.

  • Se di solito ti masturbi sotto la doccia, il freddo ti farà pensare a tutto tranne che a farlo.
  • Se vuoi fare una doccia calda ed hai paura di cadere in tentazione, imposta un timer in modo che suoni al massimo cinque minuti dopo essere entrato nel box, e cerca di uscire prima che scada il tempo.

Leggi anche: Dipendenza dal porno online: ecco perché è così facile cadere nel vortice della masturbazione compulsiva che porta all’impotenza. I pensieri di un mio paziente masturbatore cronico

12) Prova a digiunare ed eliminare sostanze stimolanti

Astenerti dal consumo di cibo o bevande per qualche ora al giorno può distrarre la mente dalla masturbazione compulsiva e dal desiderio di visionare materiale pornografico. Il digiuno può anche essere una scusa per tenerti temporaneamente alla larga da alimenti e bibite ritenuti – a torto o a ragione – afrodisiaci. Se usi integratori stimolanti, come guaranà, ginseng o ginkgo biloba, è preferibile smettere di assumerli.

Leggi anche: I vantaggi del non masturbarsi: le rivelazioni di un ex masturbatore cronico

13) Cancella tutto il porno che hai

Elimina video, link, cronologia, foto e ogni altra cosa di pornografico che hai su pc, smartphone e tablet.

  • Elimina sia il porno (immagini e video) scaricato dal web sia quello “amatoriale” (ad esempio quello fatto con partner o ex-partner, anche perché – in alcuni casi – potrebbe essere addirittura illegale).
  • Se razionalmente non riesci a cancellare tutto il materiale che hai accumulato, prova a sfruttare il “senso di colpa tipico del periodo post masturbazione“: appena hai finito una masturbazione, proprio quando è solitamente più alto il tuo senso di colpa e quindi la voglia di smettere, cancella la tua collezione (anche dal cestino del pc o dello smartphone!), ma non aspettare a farlo quando sarai tornato razionale: fallo subito dopo la fine della masturbazione (ed evita di usare programmi per recuperare i dati cancellati dal cestino!).
  • Elimina dal pc o dallo smartphone, qualsiasi programma o app che usi per scaricare video pornografici da internet.
  • Esci da tutti i gruppi e le chat Telegram (o altra app) che frequenti per visionare o scaricare materiale pornografico.
  • Se hai una collezione di riviste, cd o dvd pornografici, eliminali.
  • Se proprio non riesci ad eliminare il materiale tutto insieme, eliminalo in maniera graduale (ad esempio un tot di file al giorno).

Leggi anche: Erezione debole o assente da cause psicologiche: cura e rimedi

14) Cerca informazioni e parlane col medico e con lo psicoterapeuta

Se hai cercato più volte da solo di smettere di masturbarti in modo compulsivo e/o di guardare i video pornografici e non sei stato in grado di farlo, potresti aver bisogno di chiedere aiuto. Anche se potresti sentirti in imbarazzo a discutere la situazione con un’altra persona, alla fine non ti pentirai di averlo fatto. Ecco cosa fare:

  • Trova aiuto su internet. Cerca l’argomento e leggi i consigli delle altre persone che soffrono di problemi simili su forum autorevoli. Tuttavia, se passare tempo su internet scatena la tua dipendenza, riduci al minimo il tempo che passi online o fallo con un amico.
  • La masturbazione compulsiva non dovrebbe essere mai sottovalutata, anzi deve essere affrontata con l’aiuto di un professionista. Parlane col medico e lo psicoterapeuta. Potranno consigliarti le giuste terapie, come quella farmacologica e quella psicoterapica.

Se credi di avere un problema di dipendenza da porno online e masturbazione compulsiva, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a risolvere definitivamente il tuo problema.

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Il peggior nemico siamo noi stessi: i segnali che ci stiamo autosabotando

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma NEMICO NOI STESSI SEGNALI AUTOSABOTAGGIO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgStiamo sulla strada giusta per raggiungere il successo, eppure siamo pessimisti e non riusciamo a non ripeterci che:

non ce la faremo mai

E’ il chiaro sintomo di “self sabotage”, cioè del fatto che ci stiamo inconsciamente “autosabotando”. Per qualche ragione il nostro inconscio pone un freno alla nostra crescita personale, al raggiungimento degli obiettivi positivi che ci siamo prefissati. Esempi di autosabotaggio possono andare da semplici procrastinazioni e rinvii, all’impiego di scarse forze e concentrazione, alla scelta di circostanze ostili che possono chiaramente inficiare sui risultati.

Perché inneschiamo inconsciamente l’autosabotaggio?

La mente umana non sempre va molto d’accordo con i cambiamenti e tutto quello che ne consegue: li vede sempre come un potenziale pericolo, anche se la mente razionale sa benissimo che non è così. Per questo crea delle barriere naturali che ti fanno sentire a disagio quando vuoi o devi esplorare una situazione mai provata prima. E’ in questo che consiste la così detta “zona di comfort”: un limite marcato da tutte le cose che conosci e che hai già fatto, e che quindi consideri sicure. Tutto il resto, che ne sta al di fuori, causa timore e vergogna. Quando c’è l’occasione di migliorare la nostra vita con un cambiamento, anche se consciamente aneliamo il cambiamento, inconsciamente possiamo sviluppare dei comportamenti che lo impediscono, in modo da rimanere nella zona di comfort.

Con quale risultato?

Il risultato di questo comportamento sul lungo periodo è che perdiamo fiducia in noi stessi e col tempo rinunciamo alle migliori occasioni per poter migliorare la qualità della nostra vita, una vita fatta di rinunce, di insicurezze, di paure. Ci immergiamo in un circolo vizioso senza fine in cui meno pensiamo di valere, meno facciamo e ancor meno pensiamo di valere. Cerchiamo quindi di capire quali sono i segnali del fatto che ci stiamo autosabotando, per correggere in tempo il nostro comportamento e rompere finalmente le catene del circolo vizioso.

Leggi anche: Dimmi che padre hai e ti dirò che l’uomo che cerchi e che fa per te

Caratteristiche dell’autosabotaggio

Elenco ora una serie di caratteristiche che ho riscontrato nella maggioranza dei miei pazienti che tendo all’autosabotaggio.

Diamo il peggio di noi stessi per paura di cambiare

Una caratteristica dell’autosabotaggio è quella di non riuscire a far venire fuori le proprie qualità al momento opportuno. Non si tratta solo di avere poca autostima. Dietro a questo comportamento c’è anche la paura di affrontare un cambiamento. In pratica, per un processo inconscio irrisolto che ci portiamo dall’infanzia, facciamo in modo di restare ancorati al punto di partenza, in un cono d’ombra noto, che però impedisce di scommettere su se stessi.

Leggi anche: Le 5 cose che indicano che stai con qualcuno che ti farà sicuramente soffrire

Cerchiamo degli alibi per non agire

Rimandare in attesa di un momento migliore che non arriverà mai. Oppure perdersi nel pianificare quel che potrebbe avvenire. O, ancora, aggrapparsi a luoghi comuni e, per esempio, dopo una storia finita male, dirsi che tanto  sono tutte cattive persone. Tutte strategie che portano a volare basso.

Leggi anche: Le dieci caratteristiche di una donna forte a cui devi tendere se manchi di autostima

Comportamenti, sentimenti ed azioni dell’autosabotatore

I tipici comportamenti, sentimenti ed azioni di chi tende ad autosabotarsi, sono:

  • spostare in avanti i propri impegni
  • Paura di fallire
  • Indecisione ed evitamento
  • Avere scarsa autostima
  • “curare” il proprio stress e la propria ansia con l’alcol, droghe, cibo, pornografia, gioco d’azzardo ed altri comportamenti che portano a dipendenze (comportamentali o da sostanza)
  • Altre abitudini malsane, come stare alzati fino a tardi
  • Negare i propri sentimenti
  • Compiacere gli altri
  • Avere relazioni che non sposano i vostri obiettivi, perché vi abbattono emotivamente o fisicamente, non soddisfano le vostre esigenze, oppure vi distraggono dagli obiettivi stessi
  • Paura di fallire
  • Vivere nella costante preoccupazione
  • Avere manie di perfezionismo
  • Giudicare e criticare se stesso e gli altri
  • Lamentarsi
  • Paragonare sempre la propria vita a quella degli altri

Leggi anche: Diminuire ansia e stress per essere sereni ogni giorno della tua vita

Come uscire dall’autosabotaggio?

Quando siamo chiamati a mostrare le nostre qualità, cerchiamo di concentrarci sulle capacità di cui siamo più fieri. E poi facciamo un esperimento: chiediamo ad esempio ad un’amica di descriverci. Rendiamoci conto di come ci vedono gli altri (nella maggior parte dei casi, molto meglio di ciò che crediamo di essere), daremo una spinta al nostro amor proprio. Altro passaggio per non cadere nell’autosabotaggio è individuare e analizzare il nostro nemico per poter poi reagire in modo funzionale. Quando siamo affranti dai risultati deludenti siamo soliti abbandonarci alle classiche lamentele: “lo sapevo, non dovevo provarci, la solita sfortuna,….”; tutto questo comporta perdita di lucidità, ma soprattutto la possibilità di reagire in maniera propositiva. Quando viviamo un periodo “no”, ogni cosa sembra andare storta; una concomitanza di situazioni avverse, difficoltà e colpi di sfortuna che nell’insieme ci danno la sensazione di essere dentro a un tunnel da cui non si vede l’uscita.  Ma se, mentre li si vive, si sviluppa un atteggiamento mentale sbagliato, possono durare molto più a lungo. Il rischio principale, in questi casi, è che ci cuciamo addosso un personaggio: lo sfortunato a cui non ne va bene una. Una recita in parte consapevole che, inesorabilmente, farà andare male anche le cose che potrebbero funzionare. Per non cadere in questa trappola è bene sviluppare uno sguardo diverso su ciò che ci sta accadendo.

Leggi anche: Preoccuparsi troppo del giudizio degli altri e temere il rifiuto

Che problema ho?

A questo punto bisogna identificare i punti deboli che ci conducono inesorabilmente in questo tunnel maledetto: ho paura di non essere all’altezza per quell’impegno? Prendo tanti impegni e non riesco a dire mai di “No” a nessuno? Tendo a procrastinare?

Il mio problema è il mio ex marito che non mi passa gli alimenti. Ho in mente di andare dall’avvocato, ma continuo a procrastinare. Mi succede perché pur odiando il mio ex, temo che potrà non più rivolgermi la parola.

Ecco perché è importante elaborare: ora che conosco il nemico, posso sconfiggerlo: se non ho rispetto per lui perché mi preoccupo per lui? Il mio vero problema non è mio marito ma la solitudine!

Esempi

Vediamo qualche esempio pratico:

  • Se mi ritrovo a procrastinare  perché ho paura di rimanere sola… concentrerò i miei sforzi su nuove amicizie, così da gestire meglio il mio senso di solitudine: posso provare ad iscrivermi in palestra, a fare volontariato, ad iscrivermi a qualche gruppo su Facebook.
  • Se dico sempre di sì a tutti perché sono insicura/o, allora… posso correggere il tiro, posso per esempio rimandare la mia risposta: vedo se posso farlo, ti farò sapere.
  • Se rinuncio all’uscita con gli amici perché mi sento inadeguata…posso invece provare ad analizzare con obiettività l’atteggiamento degli amici nei miei confronti per capire se i miei pensieri sono infondati.

Se credi di starti autosabotando ed hai bisogno di supporto, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a superare il tuo problema.

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Madre anaffettiva: caratteristiche, effetti sui figli, cosa fare?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MADRE ANAFFETTIVA EFFETTI FIGLI COSA FARE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgI primissimi anni di vita dei bambini sono fondamentali per un loro corretto sviluppo emotivo ed in questa fase più che mai i genitori devono saper trasmettere amore, in particolare la madre: quando quest’ultima non è in grado di manifestare amore e tenerezza, è possibile che la crescita del bimbo sia catalizzata da fattori di carenza emotiva con conseguenze sul piano interpersonale che potrebbero risultare anche molto serie sul luingo periodo.
Crescere con una madre anaffettiva può significare crescere sentendosi abbandonati, incapaci di riconoscersi come individuo e di essere accolti dagli altri manifestando il proprio diritto di esistere.
Le madri anaffettive sono persone incapaci di esprimere liberamente le proprie emozioni, soprattutto quando si tratta di manifestare amore. A livello relazionale comunicativo sono madri che non sanno rimproverare, gratificare, sostenere, incoraggiare, proteggere, tranquillizzare, insegnare, ma sanno solo squalificare, criticare, demotivare, scoraggiare, opprimere, intimidire, ricattare, imbrogliare… Questo, da parte della figura di riferimento più importante in assoluto, nella povera mente di un bambino può avere effetti totalmente distruttivi.

Anche il padre può essere anaffettivo. A tal proposito leggi anche: Padre anaffettivo e assente: effetti sui figli, cosa fare?

Cause dell’anaffettività di una madre

Non esistono specifiche cause che rendano una donna una madre anaffettiva. Le motivazioni in genere sono molteplici e risiedono nel vissuto emotivo della donna, agendo in sinergia per produrre questo tipo di comportamento. L’anaffettività dipende solitamente da un vissuto personale problematico che ha impedito alla donna di sviluppare un rapporto sano con le emozioni e con sé stessa. In alcuni casi una madre anaffettiva ha avuto a sua volta una madre anaffettiva: cresciuta con questo modello di riferimento, la donna replica i comportamenti della propria madre credendoli come gli unici possibili per allevare la prole. In altri casi la donna anaffettiva ha avuto uno o più partner narcisisti ed anaffettivi, corroborando in lei l’idea che “la vita va così, è crudele e cinica ed io devo adeguarmi”. In altri casi ancora, eventi traumatici – come un licenziamento, un lutto improvviso, una delusione amorosa – hanno determinato una perdita di fiducia nella vita che ha causato o peggiorato una anaffettività. Spesso la mancata affettività è il risultato finale del fatto che donna non ama abbastanza sé stessa per poter trasmettere amore ai suoi figli.

Caratteristiche delle madri anaffettive

Le madri anaffettive sono l’esatto opposto delle mamme iperprotettive: se queste ultime riempiono di attenzioni eccessive i figli fino a soffocarli, le anafettive non riescono a manifestare affetto, risultando gelide e distaccate. Le caratteristiche principali delle madri anaffettive, sono di seguito elencate.

  • Sono assenti. Le madri anaffettive delegano tutto a figure sostitutive, non partecipano alla vita dei figli e non stanno mai con loro. Non conoscono i propri figli e scappano dall’incombenza di essere madre. Potrebbero, ad esempio, delegare il ruolo di madre ad una o più tate oppure ai nonni.
  • Hanno un rifiuto verso le manifestazioni d’affetto. Un tipico segnale di anaffettività è l’incapacità di abbracciare, baciare, coccolare il bambino, che viene percepito come un ostacolo, un fastidio, qualcosa di addirittura irritante.
  • Sono abili manipolatrici. Le madri anaffettive non sono in grado di leggere e comprendere i propri figlii. Si occupano prevalentemente di se stesse, e percepiscono la prole solo in funzione dei propri personali bisogni.  Pretendono che tutto sia perfetto nella loro vita, inclusi i loro figli. L’unico modo che hanno per assicurarsene è di controllare tutto in prima persona. Il ricatto morale nei confronti dei loro figli è il più vile dato che per loro natura indifeso, non possono rendersi conto di essere imbrigliati in questo tipo di dinamica. Si tratta di un vero e proprio “tradimento” della mamma che invece di proteggere il piccolo e prendersi cura di lui, ne abusa a livello psicologico. Comunque venga espresso il ricatto, il messaggio sottostante è chiaro: “se non farai quello che dico io, mi farai stare molto male”. Per un bambino, per il quale il genitore è la persona più importante, il messaggio è devastante: genera paura, ansia, senso di colpa e lo spinge a muoversi in direzione opposta ai suoi profondi desideri. Conoscendo perfettamente i punti deboli del bambino, la madre anaffettiva fa leva sulla sua paura di perdere la relazione o di entrare in conflitto.
  • Sanno fare leva sui sensi di colpa. Quando i figli saranno adulti, la madre anaffettiva ricorderà e rinfaccerà tutti i sacrifici fatti per loro e sottolinierà quanto loro debbano esserne debitori: si tratta del debito della vita che ha un valore enorme e, pertanto, non potrà “mai” essere colmato! Col suo comportamento da vittima la madre anaffettiva comunica in modo inequivocabile che se il figlio non lo accontenterà, soffrirà e la colpa sarà solo sua. E gli indurrà il senso di colpa, facendolo sentire responsabile del suo malessere e persino della sua vecchiaia.
  • Determinano una inversione di ruolo. Con una madre anaffettiva inevitabilmente, il piccolo (anche se bambino/a) cercherà con tutti i suoi mezzi di farsi carico della madre: diverrà in un certo senso il genitore di sua madre. Ad esempio cucinerà per lei, la metterà a letto o riordinerà la sua casa.
  • Fanno le vittime. Le madri anaffettive hanno richieste martellanti che si risolvono in pianti, insistenze e voglia di commiserazione. La violenza di queste madri si manifesta nel sottoporre i propri figli a continui lamenti, invadono lo spazio dei figli pretendendo di essere comprese, protette e compatite. La madre anaffettiva chiede ai propri figli da bambini di non crearle problemi e da adulti di proteggerla e di aiutarla. Sono gelose. Mostrano gelosia nei confronti del figlio: magari perché ha successo con le persone, o magari ha un buon lavoro.

Leggi anche: “Se tu non mi ami è colpa mia”: i pensieri di una donna che ama un uomo anaffettivo

Cosa comporta crescere con una madre anaffettiva?

Chi è cresciuto con una mamma anaffettiva, in età adulta potrebbe sviluppare una serie di tratti comportamentali o di patologie di interesse psichiatrico, tra cui:

  • anaffettività nei confronti del partner e/o dei propri figli;
  • sindrome di Münchhausen per procura;
  • poca autostima;
  • disistima nei confronti del partner;
  • disistima nei confronti delle donne in generale o vera e propria misoginia;
  • sindrome di inferiorità;
  • sindrome da abbandono;
  • alessitimia (incapacità di manifestare le emozioni);
  • depressione;
  • atti di autolesionismo;
  • fobie;
  • disturbo da stress post traumatico;
  • dipendenze da sostanze (alcolismo, droghe, farmaci…) o comportamentali (cleptomania, shopping compulsivo…);
  • disturbi di personalità;
  • non riuscire a mantenere rapporti amorosi a lungo termine.

Ovviamente aver avuto un genitore anaffettivo non significa necessariamente soffrire di una o più delle condizioni e patologie elencate.

Leggi anche: La sindrome da abbandono: cos’è e come si supera

Cosa fare se hai avuto una madre anaffettiva?

A chi ha avuto un genitore anaffettivo, io consiglio questi “10 comandamenti”:

  1. impara a capire che non hai colpe nell’aver avuto una madre o un padre anaffettivo: in questo caso sei una vittima e non certo carnefice. Mai pensare ad esempio “è colpa mia se mia madre è anaffettiva, se fossi più carino o ubbidiente o di successo, lei sarebbe più buona con me”;
  2. impara a prenderti cura di te stesso/a, a nutrirti di rapporti affettivi basati sul reciproco sostegno;
  3. dai spazio ai tuoi interessi, alle tue passioni, ai tuoi amori, fino a costruirti un’identità stabile e indipendente;
  4. non bloccare le tue emozioni ma lasciale scorrere ricercando il contatto con la natura e – perché no? – con gli animali, spesso gli unici veri depositari dell’affetto illimitato e incondizionato verso i loro padroni;
  5. lasciati ispirare da modelli di riferimento materno alternativi (nonne, zie, tate…), qualora fossero capaci di donare liberamente amore e riconoscimento;
  6. impara ad accettare i limiti di tua madre e non ostinarti a cercare di cambiarla;
  7. non cedere al risentimento e alla recriminazione: probabilmente saresti solo tu a soffrirne per tutta la tuia vita;
  8. se hai figli, amali. Tu sei diverso/a da tua madre. Non permettere all’anaffettività di diventare un circolo vizioso che governa la tua famiglia;
  9. circondati di persone gioiose e attive, capaci di apprezzarti e di valorizzarti;
  10. se la situazione ti genera una angoscia insopportabile, che interferisce con i tuoi rapporti sociali, il tuo lavoro, le tue relazioni, allora contatta un medico o uno psicoterapeuta con cui potrai affrontare un percorso terapeuto.

Leggi anche: “Mi sono pentita di aver avuto un figlio”

Testi consigliati

Un libro economico ma che tratta in modo esauriente questo argomento, è “Madri che feriscono. Liberarsi dal loro potere per rinascere”, scritto da Anne-Laure Buffet, una popolare autrice francese – madre di due bambini – che si interessa da anni dei problemi che interessano la famiglia. Lo potete trovare in offerta seguendo questo link: https://amzn.to/3XpqrzO

Un altro testo che vi consigliamo, in modo da crescere bimbi sereni ed evitare gli errori che ha compiuto la vostra madre con voi, è “Come crescere bambini felici e capirli attraverso il loro linguaggio del corpo e come farsi ascoltare senza urlare”, dell’italiana Fiorenza Moretti, psicologa clinica e psicoterapeuta specializzata in infanzia, adolescenza e genitorialità. Lo potete trovare qui a circa 11 euro: https://amzn.to/3AlmtyS

Il libro della dott.ssa Fiorenza Moretti è disponibile anche in versione gratuita con l’abbonamento Kindle Unlimited, che potete ottenere gratis per 30 giorni seguendo questo link: https://amzn.to/3PQFPBo

Se pensi di aver avuto una madre anaffettiva e ciò ti genera conflitti ed angosce irrisolvibili, prenota una visita e – tramite una serie di colloqui – riusciremo insieme a risolvere i tuoi problemi.
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Come capire se soffri di disturbo schizoide di personalità? I 20 comportamenti caratteristici

medicina-online-dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-roma-capire-se-soffro-disturbo-schizoide-personalita-riabilitazione-nutrizionista-infrarossi-accompagno-commissioni-cavitazione-radiofrequeIn questo articolo ci eravamo occupati del disturbo schizoide di personalità, vi consiglio di leggerlo per comprendere meglio l’argomento trattato in questo articolo. Oggi vediamo come fare a capire – o quantomeno sospettare – la presenza di un disturbo schizoide di personalità. La diagnosi deve ovviamente essere fatta dal medico, ma se vi ritrovate – o ritrovate una persona a voi cara – nei seguenti comportamenti, si potrebbe effettivamente trattare di disturbo schizoide di personalità:

  1. ti consideri un osservatore, anziché partecipe di ciò che accade intorno a te;
  2. quello che ti accade ti appare abbastanza “piatto, insignificante e privo di importanza”;
  3. vivi in un “mondo tutto tuo” fatto più di interessi astratti, come la matematica, l’informatica, la filosofia, che di relazioni;
  4. tendi a preferire gli animali alle persone;
  5. tendi a limitare al minimo il contatto con gli altri;
  6. il contatto con le altre persone è fastidioso ed è più che altro finalizzato ad ottenere uno stile di vita più convenzionale e socialmente accettato, piuttosto che ad ottenere piacere;
  7. hai una carriera scolastica o professionale buona, sei serio e bravo nel profitto, ma ti senti totalmente estraneo alla vita di classe o di ufficio ed abbastanza indifferente alle relazioni sociali coi tuoi compagni di scuola o colleghi;
  8. non hai particolari desideri;
  9. non hai una famiglia (moglie, marito, figli) e preferiresti non averla;
  10. prediligi i lavori solitari, che richiedano un contatto ed uno scambio minimi con i colleghi, meglio ancora se totalmente solitari;
  11. hai un senso di indifferenza o di ansia verso le relazioni;
  12. difficilmente ti senti disinvolto ed a suo agio di fronte agli altri;
  13. vedi le altre persone come soggetti intrusivi e poco gratificanti;
  14. preferisci isolarti e non avere amici stretti e relazioni intime;
  15. preferisci sport singoli a sport di squadra;
  16. preferisci sport in cui l’interazione con gli avversari è minima o assente;
  17. i rapporti sessuali sono poco gratificanti e li vedi più come obbligo sociale che come reale fonte di piacere;
  18. di fronte ad una critica o ad un elogio, la tua reazione è la medesima: indifferenza;
  19. anche se fortemente provocato, tendi a non manifestare una rabbia che nascondi all’interno;
  20. qualsiasi attività preferisci farla da solo, piuttosto che in gruppo.

Se vi ritrovate in questi comportamenti, vi consiglio di interpellare al più presto un medico a riguardo.

Articoli sui disturbi di personalità:

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Come smettere di masturbarsi e di guardare porno online in 14 passaggi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COME SMETTERE MASTURBARSI PORNO ONLINE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene VaginaPrecedentemente ci siamo chiesti se la masturbazione faccia bene o faccia male alla salute, inoltre abbiamo visto come la masturbazione compulsiva non sia un vizio, bensì una vera e propria tossicodipendenza, ed in un successivo articolo avevamo imparato il modo per capire se la propria masturbazione è “normale” o “compulsiva”. Vediamo oggi come fare per spezzare il circolo vizioso della masturbazione compulsiva e della dipendenza dal porno online con 14 passaggi. Ti anticipo che non sarà un processo semplice e senza possibili ricadute, ma già il fatto che sei qui oggi significa che hai ammesso di avere un problema di masturbazione eccessiva, quindi – ti assicuro – sei già un passo avanti.

1) Scrivi i motivi

Prendi un foglio e scrivi i motivi per cui vuoi smettere di masturbarti. Ecco qui qualche esempio in cui forse ti ritroverai:

  • Perché vuoi ricominciare ad avere relazioni sane ed amorevoli con i tuoi amici, con la tua compagna e con la tua famiglia.
  • Perché vuoi essere in grado di vivere il presente piuttosto che stare di fronte allo schermo del tuo computer.
  • Perché non vuoi essere uno schiavo delle tue dipendenze.
  • Perché stai perdendo il sonno, dimenticando di mangiare e ti senti sempre stanco a causa del tuo problema.
  • Perché senti di aver perso il rispetto per te stesso, la tua dignità e “il controllo sulla tua vita”.
  • Perché vuoi fare sesso con una donna (o un uomo) vera (o vero) e non più da solo.
  • Perché l’energia che usi per masturbarti, la vuoi invece usare per sedurre una donna (o un uomo) vera.
  • Perché il tempo che perdi masturbandoti, lo vuoi invece usare per dedicarti ai tuoi hobby.
  • Perché sei stanco di vedere che la tua vita è ormai diventata “il poco tempo che passa tra una masturbazione e l’altra”.
  • Perché masturbarsi in modo compulsivo alla lunga può danneggiare il tuo cervello.

2) Rendi difficile l’accesso ai siti pornografici

Molte persone passano la maggior parte delle loro giornate davanti ad un computer per motivi di studio o di lavoro, quindi la tentazione di dare una rapida occhiata ad un video in qualche sito pornografico è alta. Esistono però modi per rendere più complicato l’accesso ai porno.

  • Se il tuo lavoro lo concede, evita di navigare in internet il più possibile.
  • Esistono dei software che impediscono l’accesso a siti pornografici.
  • Se puoi, disattiva la connessione a internet quando non ti serve. Crea un rituale elaborato che ti renda più difficile riattivarlo. Scegli una password lunga e complessa.
  • Pianifica l’uso del tuo pc: lo potrai accendere solo in alcuni orari e lo dovrai tenere spento il resto del tempo.
  • Occupa l’intero spazio del tuo schermo con il tuo lavoro, evitando di lasciare lo spazio per una finestra connessa con un sito pornografico.
  • Evita di avere internet illimitato sul tuo smartphone.

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3) Non smettere del tutto

Per alcuni è davvero impossibile smettere del tutto di masturbarsi e guardare pornografia dall’oggi al domani, in questo caso potrebbe essere utile un periodo di diminuzione graduale:

  • Impegnati per limitare ogni giorno di più la quantità di tempo che passi a guardare pornografia e masturbarti: datti dei limiti temporali.
  • Limita il numero di volte al giorno in cui guardi porno/ti masturbi. Se li guardi e ti masturbi cinque volte al giorno, cerca di passare a quattro, poi a tre e così via.
  • Diminuisci le masturbazioni anche dilazionando molto i tempi, ma, una volta “scalato” il numero, non tornare più indietro.
  • Quando ti masturbi, evita di farlo per lungo tempo, bensì cerca di raggiungere l’orgasmo abbastanza velocemente.
  • Determina piccole mete personali graduali: ad esempio comincia cercando di non masturbarti per un giorno, poi per tre giorni consecutivi, poi per cinque giorni di seguito e così via.
  • Prima dell’astinenza vera e propria, prova a passare un periodo di transizione in cui ti masturbi senza guardare il porno online, oppure guarda il porno online ma senza masturbarti. Evita invece di guardare il porno online e contemporaneamente masturbarti – magari anche per lunghi periodi – senza avere eiaculazione: difficilmente questa modalità (chiamata “edging“)  ti aiuterà a smettere, anzi potrebbe addirittura peggiorare la dipendenza.

4) Ricompensati per il tuo buon comportamento

Pianifica dei premi per ogni successo raggiunto, ad esempio se riesci a stare un giorno senza guardare porno, mangia il tuo dolce preferito o fatti un piccolo regalo, come un paio di scarpe che volevi a tutti i costi. Evita solo di “mettere in palio” una masturbazione: ciò tende a mitizzare ancor di più un comportamento che invece devi imparare a dimenticare.

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5) Organizza i tuoi spazi

Usa il pc solo in presenza di altre persone, oppure tenendo la porta aperta della tua stanza in modo che la paura che altri possano vederti ti impedisca di guardare porno e masturbarti.

  • Fai in modo di non ritrovarti mai con un computer (o un tablet/pc pieno di video porno) negli spazi chiusi e da sola.
  • Metti delle foto della tua famiglia sulla scrivania dove tieni il computer. Delle foto sorridenti delle persone che ami, magari di tuo fratello da piccolo, potrebbero aiutarti a non tenere atteggiamenti che non approverebbero.
  • Per lo stesso motivo usa foto della tua famiglia, ad esempio tua moglie, la tua compagna o il tuo compagno, i tuoi figli, i tuoi genitori, li tuoi migliori amici, come sfondo del tuo desktop, tablet e smartphone.

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6) Mantieniti impegnato

La tua masturbazione compulsiva e dipendenza dai porno può essere nata perché ti sentivi solo, annoiato e non riuscivi a pensare a niente di meglio da fare. Adesso è il momento di prendere la vita nelle tue mani creando una routine significativa che ridurrà al minimo il tempo a tua disposizione per guardare i porno. Ecco come:

  • Allenati. Inizia ad amare la corsa, l’escursionismo, la palestra o gli sport di squadra come il basket o la pallavolo. Fare attività fisica ti terrà lontano dal computer e ti farà bene alla salute, inoltre andare al parco o in palestra è una ottima occasione per socializzare con persone che condividono con te la stessa passione e, magari, iniziare un rapporto reale con una donna o un uomo reali.
  • Stancati. Fai esercizio ogni pomeriggio, così di sera sarai realmente esausto. Dal momento che spesso ci si masturba la sera, una persona sfinita generalmente preferisce dormire, non praticare autoerotismo. Ovviamente non esagerare: svolgi esercizio fisico intenso, ma adeguato al tuo fisico. Se non sei esperto del campo, fatti aiutare da un personal trainer titolato.
  • Sviluppa degli hobby che ti tengano lontana da computer, tablet e smartphone. Dipingi all’aperto, segui un corso di fotografia o passa del tempo a leggere nel parco. Fai tutto quello che puoi per allontanarti dal computer e dallo smartphone.
  • Distraiti ascoltando della musica o leggendo un libro.

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7) Capisci i motivi alla base

La dipendenza dalla masturbazione e dal porno, spesso è il sintomo di un disturbo d’ansia che non deve essere sottovalutato. Spesso il desiderio di masturbarsi interviene in un momento in cui ci si sente tristi o “depressi” e la masturbazione è un modo apparentemente efficace per risolvere il problema, evitando di pensare ai motivi per cui ci si sente così. Chiediti quali sono questi motivi, anche grazie all’aiuto di un medico e di uno psicoterapeuta: risolvere le cause ed i fattori di rischio che a monte hanno generato il comportamento compulsivo, è il primo vero passo per guarire davvero.

Siamo alla fine della prima parte ma ci sono altri sette consigli di vitale importanza, per scoprirli segui questo link: Come smettere di masturbarsi e di guardare porno online in 14 passaggi, seconda parte

Se credi di avere un problema di dipendenza da porno online e masturbazione compulsiva, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a risolvere definitivamente il tuo problema.

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Sedurre una donna o un uomo col gioco di sguardi: vantaggi, svantaggi, dove farlo

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Il miglior preliminare sessuale che conosca? Senza dubbio il gioco di sguardi.

Piacere ad una donna o ad un uomo è una cosa al tempo stesso facilissima e difficilissima. Fin dall’antichità l’essere umano ha cercato di sviluppare tecniche di seduzione sempre più sofisticate per avere successo con l’altro sesso (o col medesimo, in base all’orientamento sessuale), nella continua ricerca del valorizzare le proprie qualità individuali. Fermo restando che il primo e più importante fattore nel determinare il piacere o il non piacere a chi ci sta di fronte è la bellezza esteriore, in particolare quella del viso, esistono comunque alcuni sistemi per aumentare le possibilità di “approccio” con l’altro sesso (o con lo stesso se si è omosessuali). Uno strabiliante aiuto da accostare alle tecniche più raffinate di seduzione è sempre stato costituito da linguaggi non verbali più o meno innati in ognuno di noi, cioè tutti quei comportamenti che non includono il parlare, come muoversi o assumere una certa posizione, che il nostro corpo compie, consciamente o inconsciamente, quando siamo attirati da una persona. Riuscire a controllare questo tipo di comportamenti del nostro corpo e riuscire ad interpretarli negli altri, ci permetterà di essere più interessanti per chi vogliamo sedurre e ci aiuterà a capire se dall’altra parte c’è un ritorno positivo al nostro approccio e massimizzare le possibilità di conquista.

Cos’è il gioco di sguardi e perché è importante?

Una delle tecniche migliori di seduzione, nel linguaggio non verbale, è il “gioco di sguardi“, cioè quella situazione in cui due persone, poste in un ambiente che gli permette una certa vicinanza, si “rincorrono” più o meno timidamente con lo sguardo. E’ una tecnica di seduzione molto intrigante, sia per l’uomo che per la donna, e contemporaneamente è un utile segnale che ci permette in maniera relativamente semplice di capire se abbiamo qualche possibilità con l’altra persona ed evitare il rischio di brutte figure.

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I vantaggi e gli svantaggi del gioco di sguardi

Come tutte le tecniche di seduzione, anche con il gioco di sguardo esistono vantaggi e svantaggi. I vantaggi nel giocare con lo sguardo sono molti:

  1. permette di godere la vista di una persona che esteticamente ci piace;
  2. determina un vero e proprio crescendo di desiderio ed emozioni (quando i vostri sguardi si incrociano vi sentite elettrici grazie alla dopamina che scorre a fiumi nel vostro cervello);
  3. permette di mettersi in gioco senza rischiare molto;
  4. ci regala autostima, ci fa sentire più belli;
  5. essendo a noi sconosciuta, la persona che abbiamo di fronte acquista il carattere che più ci piace (certo questo può diventare un potenziale grosso svantaggio, perché ce la fa idealizzare e se poi scopriamo che il suo carattere non è come immaginavamo… la delusione è doppiamente forte).

Infine non dimentichiamoci che un gioco di sguardi è estremamente utile per cogliere lati psicologici che gli occhi riescono a comunicare: se lo sguardo dell’altra persona sarà intraprendente, avremo di fronte una persona sicura di sé e predatrice; se lo sguardo sarà timido, avremo di fronte una persona più sensibile. Sapere questa informazione, porta a due vantaggi fondamentali:

  • ci fa capire in anticipo, ancor prima di aprire bocca, se la persona che abbiamo di fronte ha un carattere che può piacerci o no;
  • ci permette di usare una tattica di approccio diversa a seconda se la persona è più timida/riservata o più aggressiva.

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Gli svantaggi del gioco di sguardi

Il principale svantaggio di un gioco di sguardi – oltre alla possibilità di male interpretare le occhiate, cosa da mettere in conto –  è che, se il gioco di sguardi viene protratto per troppo tempo e nessuno dei due si fa avanti (magari per timidezza), non nasce nessun rapporto, tuttavia per alcuni il bello è proprio questo: avere l’emozione di un flirt (magari con diversi potenziali partner), senza alcune “complicazioni” legate ad un rapporto vero e proprio come ad esempio tradire “fisicamente” il proprio o la propria partner. Senza considerare che qualcuno può trarre piacere da un gioco di sguardi che non passa ad uno stadio successivo, perché è esso stesso fonte di autostima e gratificazione: “mi guarda, quindi sono bello/a”.

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Dove giocare con lo sguardo? Il gioco di sguardi “territoriale”

Una ricerca ha dimostrato che troviamo più interessanti, piacevoli e rassicuranti i volti che abbiamo visto più volte, in un ambiente che conosciamo bene, anche se non conosciamo realmente l’altra persona. Ambienti dove tipicamente si può svolgere un gioco di sguardi, sono:

  • una sala universitaria;
  • una classe di liceo;
  • un’aula di studio;
  • una biblioteca;
  • una palestra;
  • uno stadio;
  • un parco dove si va a correre;
  • un locale che frequenti spesso.

Tutti posti che tendono ad essere popolati più o meno sempre dalle stesse persone. Questo ti permetterà di giocare con lo sguardo più volte (anche in giorni diversi) con l’altra persona e, col tempo, ottenere questi vantaggi:

  • il vostro volto le piacerà sempre di più (un viso visto più volte è statisticamente considerato più attraente rispetto allo stesso viso visto meno volte);
  • darete più sicurezza all’altro (una persona vista più volte è statisticamente considerata meno “pericolosa” rispetto ad uno sconosciuto);
  • vi dà l’occasione di partire da un punto in comune (ad esempio il fitness, se vi vedete in palestra);
  • quando chi vi piace interagisce con altre persone, vi dà l’occasione di “carpire” come parla e di che parla, oltre a capire come si comporta: tali informazioni sono utili sia per capire se davvero chi vi piace esteticamente potrebbe piacervi anche caratterialmente, sia per capire quale tipo di approccio possa essere più efficace con lei/lui;
  • vi dà l’occasione di parlare con lei grazie ad eventuali amici in comune che frequentano lo stesso posto;
  • quando la giornata sarà finita potrete “darvi un sensuale appuntamento al giorno dopo”, magari con uno sguardo di commiato un po’ più lungo degli altri.

Considerate inoltre che chi frequenta questi posti, tenderà a tornarci con molta regolarità: ad esempio in una palestra un ragazzo o una ragazza che vi interessano potrebbe seguire un corso ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle 18,30 alle 19,30 e voi, per avere la quasi certezza di incontrarlo/a, vi recherete in palestra proprio in quel momento. Un vantaggio di un gioco di sguardi ricorrente e “territoriale” è che può farvi apparire come più leggere ed entusiasmanti alcune situazioni altrimenti abbastanza noiose. Ad esempio ai tempi del liceo io ero felice di andare a scuola ogni mattina proprio per il gioco di sguardi intrapreso con una mia compagna di classe. Stesso discorso in palestra, dove una seduta di allenamento può diventare più piacevole se intervallata con un gioco di sguardi: fate solo in modo che tale bellissima attività non vi distragga dal compito che state svolgendo!

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Un punto in comune da cui partire

La cosa interessante dei posti elencati nel paragrafo precedente e del gioco di sguardo territoriale, è che vi permettono di avere subito un punto in comune con l’altra persona: un frequentatore abituale di una biblioteca avrà in comune con voi l’amore per la lettura; un frequentatore di una palestra condividerà con voi la passione per il fitness; un runner abituale in un dato parco, avrà in comune con voi la passione per la corsa, per la salute e – probabilmente – condividerà anche con voi il quartiere in cui vive: questo vi avvicina e vi permette anche di avere un punto di partenza per l’eventuale conversazione che seguirà il gioco di sguardi. Non stiamo quindi parlando di una persona totalmente sconosciuta, magari incontrata una sola volta per strada e di cui non abbiamo nessuna informazione: è invece una persona che abbiamo visto più volte (quindi “rassicurante”) di cui conosciamo almeno una passione e su questa possiamo costruire un approccio più efficace.
L’altro vantaggio di una osservazione continuata di un soggetto in un posto ristretto, vi permette spesso di capire quali sono i suoi gusti specifici e questo vi da una marcia in più per piacergli/le. Ad esempio se siete in biblioteca e vedete che legge spesso libri di Platone, sapete che potete iniziare una conversazione parlando di come il vostro mito fin da bambini sia stato Socrate! Oppure se vedete che il soggetto che vi interessa in palestra fa sempre lo stepper, potete farlo anche voi accanto a lei/lui iniziando la conversazione relativamente a quanto sia bello e/o utile per te fare quel particolare attrezzo. Oppure ad esempio se frequentate uno stadio di calcio dove i posti sono numerati e vedi che quella data persona tifa la tua stessa squadra, quale modo più semplice esiste nell’approcciare parlando della propria passione comune? O ancora, se ascoltate la persona che vi piace parlare spesso di cinema o di un dato gruppo musicale con altre persone, potreste approcciare dicendo per esempio “ah davvero anche tu ami quel particolare film/band musicale? Lo sai che anche io ci vado pazzo?”. Una mia amica tempo fa mi ha raccontato che, mentre si allenava in palestra, aveva messo sul suo smartphone una compilation del gruppo musicale Muse: un ragazzo, semplicemente guardando lo schermo del suo telefono, riconobbe la copertina di un album della suddetta band e la approcciò proprio dicendole “Anche a te piacciono i Muse”? 

Continua la lettura con la seconda parte di questo articolo, in cui ti spiegherò cosa può succedere quando si svolge il gioco di sgardi, quali sono i possibili passi successivi e soprattutto gli errori che devi assolutamente evitare. Trovi la seconda parte qui: Sedurre una donna o un uomo col gioco di sguardi: cosa può succedere, passo successivo, errori da evitare

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Ho superato i trent’anni e sono single. Perché? Ecco i 10 motivi

MEDICINA ONLINE DONNA TRENTANNI SINGLE PAURA RAPPORTO SESSO SAD TRISTE PIANTO RAGAZZA FIDANZATA AMORE PRINCIPESSA TRISTEZZA DEPRESSIONE MENTE EMOZIONI SESSO SEX GIRL YOUNG CUTE CRYING VERY UNHAPPY WALLPAPER.jpgSei giovane. Non “giovanile”, sei proprio giovane. Certo non più ventenne, ma ancora giovane e appetibile. Hai superato trentanni ma ormai perfino i quarantenni sono considerati giovani, perché non dovresti esserlo tu? Hai titoli di studio, un lavoro per cui magari non impazzisci ma che ti da uno stipendio decente, sei in forma, piena di hobby e di begli amici. Sei finalmente sicura di te e tutto sembra andare piuttosto bene nella tua vita. Eppure quando vedi che le tue ex compagne di classe del liceo cominciano a postare le foto dei loro figli e mariti su Facebook, mentre tu torni a casa la sera da sola circondata da cani e/o gatti, o in compagnia di uomini con cui sai già che non ci sarà futuro, senti che qualcosa ti manca. Preferisci restare single, ma vorresti non esserlo: ti contraddici. Fuori appari sempre sorridente con tutti, ma la sera a volte piangi e neanche sai bene il motivo. Menti a te stessa. Fermati e cerca di riflettere sui motivi per cui hai trentanni e sei ancora da sola o comunque senza un rapporto che andrà da qualche parte. Ecco alcuni motivi possibili in cui forse ti ritroverai, basato sui racconti delle nostre pazienti.

1) Sei troppo legata al tuo passato, al ricordo del tuo ex e delle relazioni passate: ormai li hai idealizzati e ti appaiono tutti perfetti, mentre in realtà non lo erano affatto. I legami col passato sono quasi sempre tutti “blocchi”, àncore che ti spingono sul fondo, impedendoti di vivere serenamente l’incontro con persone nuove.

2) Nel momento del primo approccio e del corteggiamento con un uomo, per paura e per insicurezza, ti metti una maschera e fingi di essere quello che non sei, giocando un ruolo e una parte, come un’attrice di secondo livello. Perdi autenticità, butti fumo negli occhi degli uomini e hai come risultato di attrarre uomini scostanti, distanti, non desiderosi di impegnarsi. Quelli che colgono la mancanza di autenticità e la condividono, dato che sono (pericolosamente) inautentici anche loro e soprattutto vogliono evitare la vera vicinanza e la vera intimità. Ecco perché attrai gli uomini sbagliati e non l’uomo giusto. Ed ecco perché ti ritrovi single, alla fine. Scegli di essere autentica: scopri quali sono i tuoi veri bisogni e non avere paura di manifestarli.

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3) Credi e ti affidi agli stereotipi, perdendo obiettività: ci sono tali e talmente potenti luoghi comuni sugli uomini, sulle donne e sulle relazioni che è difficile non esserne influenzate (negativamente). “Gli uomini vogliono solo sesso”; “Se mi dice “mi piaci” mi chiamerà”; “Se è bello, sportivo e in carriera, è un uomo di valore”. Bisogna andare oltre le apparenze e darsi il tempo di conoscere le persone poco alla volta, senza avere paura di scartarle se danno segnali (anche piccoli) negativi. Ripeto: darsi tempo, senza crearsi aspettative e rimanendo pronte a lasciare la presa appena i segnali non sono positivi. Meglio single ancora per un po’ che in una relazione che ti toglie tempo e vita.

4) Non lasci andare un legame superficiale abbastanza in fretta: insistere con un uomo che non è chiaro e non è determinato, non porta nulla di buono. Devi essere veloce, velocissima, non appena il tuo inconscio e il tuo intuito ti fanno sorgere dei sospetti devi lasciar perdere la persona con la quale hai a che fare. Smetti di idealizzare e di cercare il buono a tutti i costi in chi incontri per coltivare la speranza che sia la volta buona. E’ solo così che puoi smettere di essere single.

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5) Sei bloccata nelle sabbie mobili di una relazione che non ha capo né coda: la storia clandestina con un collega sposato, una deludente storia da amici di letto, una storia a distanza che non va avanti né indietro, una relazione virtuale, cioè un rapporto di mesi con qualcuno che non hai mai visto né sentito. Oppure vivi separata in casa con il tuo forse futuro ex marito o permetti al tuo ex di essere troppo presente nella tua vita (perché è il padre dei tuoi figli e se ne approfitta per restare nella tua vita, con una scusa o con l’altra, perché siete colleghi o soci in affari o hai legami forti con la sua famiglia d’origine). Taglia i ponti! Tutte queste relazioni sono totalmente distruttive e non portano a storie veramente destinate a durare.

6) Hai troppa paura di una relazione e di ciò che comporta: seduzione, attrazione e intimità. E poi condivisione di spazi e tempi, di conoscenze e di emozioni di vita. Sei troppo attaccata alla tua condizione di single e alla libertà emotiva che pensi conceda.

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7) Sei troppo attaccata al tuo ruolo di single: se trovi l’uomo giusto per te, di che cosa e su che cosa potrai mai lamentarti e compiangerti in futuro? Ufficialmente vuoi apparire felice da single; in fondo non sei felice da single; ma ancora più in fondo – inconsciamente – sei felice di esserlo.

8) Hai scartato tutti pensando che solo Superman fosse alla tua altezza. Hai un ideale di uomo che non esiste nella realtà e questa è anche una buona scusa per astenersi da cimentarsi sul serio nella vita di coppia e rimanere single. E se anche pensi di trovare questo (inesistente) superuomo, sotto sotto magari non sei neanche convinta di essere alla sua altezza… La (possibile) verità è che tra i 20 ed i 30 anni tu forse sei stata davvero con degli uomini che in realtà erano perfetti per te, ma non ti sei mai accontentata e li hai scartati pensando di meritare di più, sempre di più. Un uomo più bello del precedente, più ricco del precedente, più intelligente del precedente… Ora però li rimpiangi, anche se il tuo egocentristo e la tua autostima smisurata non lo ammetterebbero mai, visto che ormai “sono rimasti solo gli scarti” e non li vuoi, lamentandoti che “non ci sono più gli uomini di una volta”. In questo caso, non sarebbe meglio ammettere che la colpa è tua e non degli uomini? Siamo nel mondo reale e tu non sei una principessa delle favole: impara a capire che anche un uomo che non è bello, ricco e intelligente come il principe che pensi (erroneamente) di meritare, può essere perfetto come compagno. Se questa descrizione ti suona maschilista e ti indigna, probabilmente è perché ho colto nel segno.

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9) Sei talmente sconfortata che metti subito le mani avanti con qualsiasi uomo tu incontri: fai capire (magari senza rendertene conto) che hai paura di soffrire per amore, che sei delusa e che hai paura di metterti in gioco. E gli uomini, alla fine, ti danno ragione perché si scoraggiano e preferiscono donne più ottimiste ed entusiaste. Che davvero non vogliono più restare single. Oppure senti di essere così “in ritardo” rispetto alle tue coetanee, che con ogni uomo nuovo che conosci, inizi subito a parlare di come vorresti fare prestissimo una famiglia con tanti bei bambini. L’uomo si spaventa con discorsi troppo affrettati, e scappa appena può.

10) Non ti senti ancora “pronta”. Ti sei fatta l’idea che solo persone eccezionali e davvero meritevoli possano ambire a una soddisfacente vita di coppia e così pensi di non meritare, per colpe ataviche, di essere felice in amore. Nello stesso tempo pensi che potresti sedurre un uomo solo quando avrai perso peso, trovato un lavoro, raggiunto un traguardo professionale. Gli uomini che sono interessati a relazioni autentiche, sono autentici e non badano all’esteriorità. Meglio una partner serena e un pochino sovrappeso, che una perfezionista insopportabile sempre scontenta di sé, anche se questo non deve ovviamente diventare un alibi per non migliorare sé stessa.

Se il fatto di non aver ancora trovato un partner ti rende nervosa e non riesci a gestire da sola questa situazione, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a gestire questo momento difficile.

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