Mancanza di ciclo mestruale da eccessivo allenamento: cause e cure

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MANCANZA CICLO MESTRUALE ALLENAMENTO PESI  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgNelle donne in età fertile ed al di fuori del periodo gravidico e di quello puerpuerale, l’intervallo tra una mestruazione e quella successiva può oscillare tra i 23 ed i 35 giorni (con una durata delle perdite ematiche non superiore ad 8 giorni); questo periodo può essere suddiviso in 3 fasi:

  1. periodo pre-mestruale, ossia i 7 giorni che precedono la mestruazione;
  2. periodo mestruale, coincidente con i giorni di flusso;
  3. periodo post-mestruale.

In seguito ad attività sportiva intensa, specie in sala pesi o nella corsa di resistenza, spesso si verificano alterazioni del ciclo mestruale, in particolare:

  • Oligomenorrea: con questo termine si intende la ricorrenza delle mestruazioni ad intervalli di tempo superiori ai 35 giorni ma inferiori a 3 mesi.
  • Amenorrea secondaria: quando la sospensione del ciclo mestruale in una donna che ha già avuto precedenti mestruazioni supera i 3 mesi (almeno tre mestruazioni saltate).
  • Oligo-amenorrea: quando si alternano cicli molto lunghi ad assenza di ciclo per più di 3 mesi.

Sintomi correlati alla mancanza di mestruazioni
Contemporaneamente all’assenza di mestruazioni potrebbero essere presenti altri segni o sintomi, come ad esempio:

  • acne;
  • osteopenia;
  • dolore pelvico;
  • infezioni;
  • disturbi visivi;
  • perdita di capelli;
  • secrezione lattea dal capezzolo;
  • mal di testa;
  • eccesso di peli sul viso.

Leggi anche: Perché viene la diarrea prima e durante il ciclo mestruale e cure

Cause di oligomenorrea ed amenorrea nelle atlete
Studi recenti su atlete specializzate nella corsa di resistenza hanno evidenziato come circa un terzo di esse andasse incontro ad amenorrea durante il periodo di allenamento e la stagione agonistica; uno dei motivi principale è stato riconosciuto nella scarsa percentuale di grasso corporeo. La donna, infatti, è stata “progettata” dalla natura in maniera funzionale alle necessità del parto: in presenza di un livello troppo basso di grasso corporeo, la vita della eventuale madre e di suo figlio potrebbe essere in pericolo e così l’organismo blocca le mestruazioni a “scopo preventivo”.

A che percentuale di grasso corporeo si possono verificare alterazioni del ciclo?
Le alterazioni tendono a comparire scendendo ad una percentuale di grasso corporeo vicina alla sola quota di grasso essenziale o poco più: tra le mie pazienti mediamente una body fat percentage del 15% tende a dare oligomenorrea od amenorrea. A tale proposito ti consiglio di leggere anche: Percentuale di grasso corporeo normale per uomo e donna

Maggiore allenamento e maggior rischio di alterazioni del ciclo
Un fattore che può concorrere all’amenorrea e all’oligomenorrea è l’intensità dell’allenamento: uno studio ha permesso di evidenziare come l’incidenza dell’amenorrea sia correlata alla distanza percorsa settimanalmente da atlete di mezzofondo o alla quantità di allenamento in sala pesi.

Altre condizioni che aumentano il rischio di alterazioni del ciclo
Parallelamente all’eccessivo esercizio fisico, vi sono altre condizioni che possono aumentare il rischio di alterazioni del ciclo mestruale, come ad esempio:

  • Condizione di stress mentale. Un periodo caratterizzato da particolare stress emotivo può alterare temporaneamente il funzionamento dell’ipotalamo, cioè quella parte del cervello deputato al controllo ormonale che regola il ciclo mestruale. Di conseguenza può verificarsi una sospensione dell’ovulazione e delle mestruazioni. In genere, se la condizione di stress viene a mancare o si riduce, i cicli mestruali riprendono regolarmente. Lo stress in eccesso potrebbe essere ricondotto anche alla Sindrome da sovrallenamento, a tal proposito leggi anche: Sempre stanco dopo la palestra? E’ la Sindrome da sovrallenamento. Ecco gli errori ed i rimedi.
  • La Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) può provocare livelli relativamente elevati e prolungati di ormoni. Può essere geneticamente determinata ma può anche essere come si è detto sopra, provocata dallo stress, in una forma che in questo caso sarà facilmente reversibile una volta sospesa la causa.
  • Ipertiroidismo, cioè l’iperattività della tiroide o ipotiroidismo (scarsa attività) possono essere causa di irregolarità mestruali, tra cui amenorrea.
  • Storia familiare. Se in famiglia altre donne hanno avuto a che fare con l’amenorrea, è possibile una predisposizione al problema.
  • Peso corporeo eccessivamente basso. Essere al disotto del peso normale può influire sulle funzioni ormonali dell’organismo e sull’ovulazione, anche in donne che non esagerano nell’allenamento in palestra o nella corsa. Ciò è particolarmente evidente nelle donne che soffrono di disturbi alimentari come anoressia e bulimia, che sono soggette all’assenza di mestruazioni.

Esistono moltissime altre cause che possono portare ad alterazioni del ciclo mestruale, se vuoi conoscerle tutte ti consiglio di leggere anche questo mio articolo: Perché ho un ritardo del ciclo? Quanti giorni devono passare prima di preoccuparmi? A chi chiedere aiuto e come mi devo comportare?

Alterazioni del ciclo da troppo allenamento: cosa fare?
Da assiduo frequentatore di palestra, so quanto è difficile rinunciare ad allenarsi nella maniera preferita, ma la salute viene prima di qualsiasi passione: il mio primo consiglio è ovviamente quello di alleggerire il carico dell’allenamento o di rinuciarvi per un dato periodo: tra le mie pazienti questa accortezza ha funzionato l’80% delle volte. Se – nonostante lo stop – le alterazioni del ciclo dovessero continuare, recatevi dal vostro medico che, tramite visita, esami di laboratorio (prolattina, TSH, FSH…) e di immagine (ecografia o altre metodiche), indagherà sulle cause dell’alterazione. Se l’amenorrea è causata da problemi con l’ipofisi o con la tiroide, il trattamento potrà essere farmacologico. Nei casi in cui l’assenza di mestruo dipenda da un tumore o comunque da un impedimento organico, potrà essere necessario ricorrere alla chirurgia.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

 

Uomo anaffettivo: cosa fare e come comportarsi con lui?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma UOMO ANAFFETTIVO COME COMPORTARSI FARE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgVivete con lui da mesi o – più probabilmente – da anni. Inizialmente era tutto perfetto, poi è iniziato a sorgervi qualche dubbio, ora ne siete quasi certe: il vostro uomo è completamente anaffettivo. Non siete le sole: moltissime donne vivono una situazione simile alla vostra che sembra non portare a nulla di buono nell’immediato futuro. Cosa fare quindi? Se avete l’assoluta certezza che il vostro sia un uomo anaffettivo e che lo sia da tanti anni senza accennare a cambiamenti, il mio drastico consiglio è quello di “abbandonare la nave”.

Nota: per motivi pratici, questo articolo è rivolto alle donne, tuttavia gli stessi consigli sono validi anche nei confronti di un uomo che viva la relazione con una donna anaffettiva.

Consigli per gestire la relazione con un uomo anaffettivo

Anche se ogni situazione ha soluzioni diverse, ecco alcuni consigli pratici che valgono praticamente sempre:

  • Rendersi subito conto che si stano investendo tutte le energie in un rapporto che – molto probabilmente – non ha i requisiti per funzionare.
  • Capire che cambiare per davvero un uomo annaffettivo è quasi sempre una battaglia persa in partenza.
  • Capire che lui non vi ama perché voi non siete amabili, ma perché probabilmente lui non è capace di amare o perché semplicemente non siete la donna giusta per lui.
  • Cercare delle fonti di realizzazione personale alternative alla coppia, imparando ad investire su di sé e dare valore a ciò che si ha (amicizie, lavoro, hobby, ecc) ed a ciò che si fa.
  • Parlarne con una persona veramente fidata. Raccontagli i comportamenti del partner: dall’esterno saprà più facilmente dirvi se sono comportamenti “normali” o patologici.
  • Chiedere l’aiuto di uno psicoterapeuta o di un medico, qualora questa situazione determini un’ansia insopportabile.

Leggi anche: Perché mi capita di piangere senza motivo? Come affrontare il problema?

Consigli per salvare la relazione con un uomo anaffettivo

Se invece avete la sensazione che ancora “non tutto è perduto”, ecco alcuni consigli per rimanere insieme al vostro uomo anaffettivo cercando di migliorare le cose:

  • Essere indipendenti: con un uomo anaffettivo la prima regola è dargli la netta impressione di vivere a prescindere da lui e di essere forti al punto da sopravvivere ad una ipotetica rottura. Non deve essere solo una “facciata”: dovete realmente lavorare su voi stesse, rendervi davvero indipendenti e fargli capire che “la musica è cambiata”.
  • Aumentate la vostra autostima: iscrivetevi in palestra, fate una dieta, comprate vestiti che vi fanno sentire belle, andate a teatro, comprate libri nuovi, viaggiate… Fate quello che vi fa stare bene e che può migliorarvi, in maniera autonoma.
  • Iniziate un nuovo hobby: avreste voluto fin da bambine fare un corso di disegno, saper ballare la salsa o imparare lo spagnolo? Perché non iniziate a farlo ora? Starete meglio con voi stesse e mostrereste all’uomo che la vostra felicità non dipende (solo) da lui.
  • Provate a proporgli un periodo di distanza.
  • Non sentitevi obbligate ad apparire sempre come lui vi vuole piuttosto che come siete in realtà: se a lui non sta bene, fategli capire che ci sono altri uomini disposti ad apprezzarvi per le vostre reali caratteristiche e non per una maschera che dovete indossare per piacergli.
  • Non contate su di lui: se avete un problema fate affidamento solo sulle vostre capacità.
  • Se minaccia violenza fisica, minacciatelo a vostra volta di chiamare subito le forze dell’ordine.
  • Per nessun motivo al mondo lui può essere legittimato a calpestare la vostra dignità, se continuerà a farlo fategli capire che ciò non rimarrà senza conseguenze: voi lo lascerete per un uomo che vi rispetta.
  • Se dipendete economicamente da lui, sforzatevi di trovare un lavoro in modo di essere indipendenti.
  • Cercate di capire se la sua anaffettività è in realtà una forma di difesa legata ad una sua bassa autostima, in tal caso provate ad aiutarlo.
  • Fate autocritica in maniera oggettiva: a volte è la donna a portare l’uomo ad una certa forma di anaffettività. La maniera migliore per fare autocritica è farsi aiutare da una amica che vi conosce bene. Parlo di una VERA amica, non una di quelle false amiche che sotto sotto non vede l’ora che il vostro rapporto vada a rotoli!
  • Ingelositelo: dagli l’impressione di poterlo sostituire in qualsivoglia momento perché ci sono tanti altri uomini in fila per voi molto più affettuosi di lui.
  • Uscite con le vostre amiche con un bel vestito nuovo ed un bel trucco, senza di lui.
  • Andate insieme da un medico o uno psicoterapeuta per una terapia di coppia.
  • Cercate di parlare con lui apertamente di quello che non vi piace dei suoi comportamenti, anche a costo di farlo arrabbiare e di rompere la relazione.
  • Amàtevi. Imparate ad amare e rispettare voi stesse, prima di amare lui o chiunque altro al mondo.

Leggi anche: Quando una storia d’amore subisce un duro colpo, può tornare come prima?

Considerazioni finali

Il mio consiglio, come accennato all’inizio dell’articolo, è comunque quello di lasciare questo tipo di uomo e di cercarne un altro più adatto a voi: l’uomo anaffettivo nella maggioranza dei casi non cambierà mai, anzi probabilmente peggiorerà. E non pensate che il vostro marito o compagno faccia eccezione o che voi – rispetto ad altre donne nella vostra condizione – sarete più brave e riuscirete a cambiarlo. Mi dispiace disilludervi ma questa è la realtà e prima ne prendiamo atto e meglio è. Tra le mie pazienti ce ne sono decine che si sono ritrovate a sprecare anni di vita, circondate da una assuefazione che pian piano le ha spente, anno dopo anno, nella convinzione di riuscire a cambiare il proprio uomo. Può essere apparentemente più facile lasciare le cose come stanno e molto più faticoso e difficile rivoluzionare la vostra vita – specie se avete dei figli – ma meglio cambiare al più presto piuttosto che sprecare la vostra vita in un rapporto apatico ed a senso unico, per paura di cambiare le cose. Trovate la forza nel rispetto per voi stesse e per la vostra dignità di donna e di persona. Trovate la forza nel buon esempio che volete dare ai vostri figli, specie se femmine. Sforzatevi: la vostra vita vi ringrazierà!

Leggi anche: Uomo aggressivo e violento: cosa fare e come comportarsi?

Testi consigliati

Di seguito vi riportiamo alcuni libri consigliati dal nostro Staff, estremamente utili per affrontare e superare la dipendenza affettiva:

Se credi di essere intrappolata o intrappolato in una relazione tossica o che il tuo partner o la tua partner sia anaffettivo o anaffettiva, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a gestire ed a superare questa situazione.

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PRENOTA UNA VISITA CONTATTI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano Pene

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

“Se tu non mi ami è colpa mia”: i pensieri di una donna che ama un uomo anaffettivo

medicina-online-dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-roma-donna-che-ama-uomo-anaffettivo-non-mi-ami-riabilitazione-nutrizionista-infrarossi-accompagno-commissioni-cavitazione-radiofrequenza-e“Vivo da oltre 20 anni con un marito anaffettivo. Ho sempre cercato di migliorare il nostro rapporto ma non ci sono riuscita. Amiche care, scappate finché siete in tempo. Io non ho avuto la forza di separarmi per vari motivi. Ma che vita è la mia? Una nebbia grigia con rari sprazzi di sole.”

Tante mie pazienti donne vengono da me confidandomi di essere innamorate di un uomo che oggettivamente non le ama e che le tratta in malo modo, nell’impossibile circolo vizioso del “sono sicura che riuscirò prima o poi a cambiarlo” e del “se mi tratta male vuol dire che ci tiene a me” che culmina nel “anche se forse non mi ama, io lo amo troppo per riuscire a lasciarlo”.

Passare oltre a qualsiasi situazione

Non esclusivamente (ma più frequentemente) tra le donne, negli amori non corrisposti esiste una componente di ossessività. Spesso una donna, pur di avere l’oggetto del proprio amore (o di quello che pensa essere l’amore), passa sopra a qualsiasi nefandezza perpetrata dal partner: tradimenti ripetuti, offese di fronte ai figli, freddezze, violenza psicologica, eclatanti mancanze di rispetto, fino a sottovalutare e perfino legittimare gli episodi di violenza fisica. Anche se lui si dimostra egoista, anaffettivo e non mostra  alcuna  volontà di costruire qualcosa, lei non prende seriamente in considerazione l’idea di cercarsi un partner più adatto: al contrario, paradossalmente lei si “innamora” ancora di più.
Più lui la tratta male o si dimostra sfuggente e indisponibile, più lei raddoppia gli sforzi per conquistarlo. Il suo sentimento  non viene scalfito dall’interesse debole ed oggettivamente discontinuo di lui: anche se il rapporto si rivela insoddisfacente sin dall’inizio, lei non vuole assolutamente rinunciare a quello che considera un grande amore. Nonostante lui la tratti con freddezza e – peggio ancora – non la rispetti, lei si sente profondamente innamorata e non vuole rinunciare ad un partner che è diventato per lei il senso della vita.

Leggi anche: Uomo anaffettivo: cosa fare e come comportarsi con lui?

La vita ha senso solo se lui mi ama: mancanza di autostima

Da dove deriva questa  ostinazione nel cercare di conquistare a tutti i costi (a volte fino ad arrivare al punto di farsi male) un uomo che sfugge e che ci fa sentire sole e poco amate? Perché si desidera  un uomo che non ci ama mentre partner più disponibili e adeguati vengono bollati come poco interessanti e non suscitano nessuna attrattiva?
La questione è molto complessa perché non esiste una motivazione univoca che vada bene per tutte le donne a prescindere dalla loro personalità e dalla loro storia passata.
Una possibile spiegazione è che lei nel tentativo di farsi amare da un uomo sfuggente ed anaffettivo  stia combattendo una battaglia di vitale importanza per la sua autostima, una battaglia che non vuole assolutamente perdere.
In genere, le donne che si aggrappano a rapporti insoddisfacenti sono cresciute in una famiglia che non le ha mai valorizzate, hanno  una scarsa autostima e ripongono nel rapporto di coppia tutte le loro aspettative di realizzazione personale. L’uomo che amano diventa la loro ragione di vita perché – inconsciamente – soltanto nella misura in cui si sentono amate da lui, possono sentire di essere amabili e di valore qualcosa: senza il loro uomo queste donne tornano ad essere le bambine che venivano sempre messe in secondo piano dalle sorelle maggiori o che a scuola erano quelle meno “popolari”.

Leggi anche: Gelosia: dieci consigli per controllarla e superarla

Partner assenti come il padre

E’ paradossale il fatto che le donne con queste problematiche – le quali sarebbero le prime a beneficiare di avere accanto un compagno presente ed affettuoso – purtroppo tendono ad essere attratte solo da uomini freddi ed emotivamente indisponibili, simili al loro primo oggetto d’amore: il padre. Le donne che tendono a lasciarsi coinvolgere in relazioni difficili con gli uomini hanno avuto una figura paterna poco presente e affettuosa.
Nel cercare di ottenere l’amore di un uomo egoista e non innamorato  si cerca di vincere la battaglia che si è persa durante gli anni della crescita: quella di farsi amare da un padre sempre altrove perché preso da altro o fisicamente assente. Una battaglia persa che ancora brucia e di cui la donna non ha ancora compreso il risultato o che tenta ancora disperatamente di ribaltarne l’esito.

Leggi anche: Le 8 tattiche usate dai narcisisti per controllare le conversazioni

Prima è andata male ma ora deve funzionare a tutti i costi

Queste storie “impossibili” capitano con più facilità nei periodi di maggiore fragilità personale, in particolare  dopo un lungo periodo di solitudine affettiva o dopo una separazione o un fallimento sentimentale che fa ancora male. In casi come questi si diventa  ancora più tenaci nel perseguire la meta perché “stavolta deve funzionare  a tutti i costi“. Anche se è oggettivo che non ci siano i presupposti affinché il nuovo partner coroni il sogno d’amore della donna, la nuova storia viene portata avanti camminando su qualsiasi maceria che si presenti: la nuova storia deve compensare l’insuccesso precedente. L’incapacità di vincere ieri, determina la scarsa autostima di oggi e causerà l’ossessiva testardaggine di domani: un circolo vizioso difficile da sciogliere.

Leggi anche: Ho superato i trent’anni e sono single. Perché? Ecco i 10 motivi

La difficoltà nell’ammettere l’errore

Lo psicologo Robert Cialdrini, col suo “Principio di Coerenza” descritto nel libro “The science of persuasion”, descrive perfettamente la trappola persuasiva in cui cade una donna legata ad un uomo anaffettivo. Lo studioso di psicologia sociale ci dice che quando entriamo in un progetto a lungo termine, più tempo ed energie abbiamo investito e più difficilmente si riuscirà ad “abbandonare la nave in tempo”, questo perché il rimanere coerenti con le proprie scelte passate ci evita di doverci fermare ed ammettere di aver sbagliato tutto fin dall’inizio. Quanto è difficile farlo… specie se sappiamo di aver sbagliato mille volte, la nostra autostima è sotto i piedi e l’ultima cosa che vogliamo è avere un gruppo sterminato di amici e parenti che con aria saccente ci ripete “te lo avevo detto!”. Stessa cosa avviene in amore: tanto più tempo ed energie si sono investite nel vano  tentativo di farsi amare da un uomo incapace di amore profondo, più tornare indietro diventa difficile e doloroso e comporta il pagamento di un prezzo molto elevato in termini di autostima. Questo è catastrofico, specie considerando che diventa il circolo vizioso in cui tante mie pazienti si sono ritrovate:

più passa il tempo, più è difficile ammettere l’errore, più è difficile lasciare, più si sta male, più si abbassa l’autostima, più si ha bisogno di rimanere con la persona sbagliata, più passa il tempo

Continua la lettura con la seconda parte dell’articolo: “Se tu non mi ami è colpa mia”: i pensieri di una donna che ama un uomo anaffettivo (seconda parte)

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, segui la nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Le ultime parole e foto di Elvira prima di sdraiarsi sui binari in attesa di morire

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ULTIME PAROLE ELVIRA VERRONE FOTO WHATSAPP  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari P (.jpgAddentrandosi nella vita di Elvira Verrone, diventa sempre più incomprensibile capire cosa abbia spinto una giovane di 25 anni, bella e solare, a sdraiarsi sui binari della linea ferroviaria Napoli-Formia per attendere che un treno la falciasse. L’agonia dell’attesa e il travaglio del tormento interiore che le offuscava la lucidità, sopraffatti da un dolore lancinante. Questa è la tragica fine che Elvira ha scelto di abbracciare: 25 anni, professione commessa, residente a San Cipriano, ma ha cercato la morte alla stazione di Albanova.

Il suo profilo Facebook la ritrae come una ragazza qualunque che, domenica 6 novembre, prima di uscire si è concessa qualche selfie davanti allo specchio, come sono solite fare le giovani donne d’oggi. Un amore smisurato per i trucchi e gli smalti e per i bei vestiti, Elvira era una ragazza che sapeva coccolarsi e volersi bene, senza entrare in quel conflittuale e pericoloso rapporto con la bellezza fisica che limita i peccati di gola. La giovane non disegnava il buon cibo e non se ne vergognava affatto.

Le uscite e le serate con le amiche, trascorse tra una pizza e un pigiama-party o sedute ai tavolini dei bar più frequentati dai giovani della zona, i selfie e i momenti condivisi con loro, ben raccontano il ruolo egemone che l’amicizia ricopriva nella scala dei valori della giovane. Tant’è vero che le ultime parole le ha rivolte alla sua amica Marika. Attraverso una serie di messaggi, inviati su whatsapp, Elvira scrive all’amica: “Non faccio che pensare in negativo della mia vita, non mi aspetto niente di bello”.MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ULTIME PAROLE ELVIRA VERRONE FOTO WHATSAPP  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari P (3).jpg

Dopo la morte di Elvira, l’amica ha pubblicato su Facebook gli screen della loro ultima conversazione. Frasi e pensieri che, in seguito all’estremo gesto, assumono dei connotati ben diversi. Alla base del gesto estremo la delusione d’amore. Probabilmente la fine di una storia col fidanzato. Tantissimi i messaggi che si susseguono sulla sua bacheca di Facebook. Amici, amiche, famigliari e anche qualche ex fidanzato. Tra i tanti post pubblicati da Elvira, l’attenzione cade su una frase condivisa pochi giorni prima di togliersi la vita: “Sorridi, urla, parla, incazzati, divertiti, ma non mollare mai perché la vita è bella”.

Leggi anche:

Lo Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Studentessa torturata, stuprata ed uccisa

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma STUDENTESSA TORTURATA STUPRATA UCCISA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneUna studentessa 30enne di giurisprudenza è stata brutalmente stuprata e uccisa in India. Il caso è avvenuto cinque giorni fa ed ha scatenato delle proteste di piazza nella città di Ernakulam contro il governo locale. Per adesso la polizia ha fermato per accertamenti due sospetti, vicini di casa della vittima. La studentessa, Jisha, appartenente alla comunità dei ‘dalit’ (gli ex intoccabili), è stata rinvenuta cadavere nella sua abitazione con i segni di circa 30 coltellate e con profonde ferite all’addome.

Torturata nelle parti intime e poi uccisa
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la ragazza avrebbe subito uno stupro di gruppo, durante il quale sarebbe stata torturata nelle parti intime con una sbarra in ferro, prima di morire probabilmente strangolata, almeno secondo quanto rivelato dall’autopsia. La tragica scoperta è stata fatta dalla madre che viveva con lei in un piccolo appartamento in Kerala. La vicenda ha suscitato un grande clamore sui social network, tant’è che la povera giovane è già diventata la ‘Nirbhaya del Kerala’. Il ministro degli interni del Kerala, Ramesh Chennithala, ha detto ai giornalisti che le indagini sono in corso ed i responsabili saranno giudicati “con severità”. “L’incidente è terrificante e un promemoria di casi simili siano in aumento nel Kerala e in altri stati”, ha detto. La polemica su quanto accaduto si è poi spostata in parlamento, diventando subito oggetto di dibattito politico tra la maggioranza del Congresso e il partito comunista all’Opposizione, impegnati nella campagna per le elezioni regionali che si concludono tra qualche giorno.

I precedenti
Non è la prima volta che dall’India arrivano notizie del genere. Soltanto all’inizio dello scorso mese di marzo una ragazzina di 15 anni è stata prima violentata e poi bruciata, ridotta in fin di vita mentre si trovava sulla terrazza di casa. Ancora, all’inizio del 2016 una tredicenne è stata stuprata all’interno di un ospedale del Jharkhand, nell’area nord-orientale del Paese, dove era ricoverata dopo essere stata sottoposta a una violenza sessuale. Infine, non si può non ricordare la vicenda di Nirbhaya, la giovanissima di New Delhi deceduta a causa delle lesioni causate da uno stupro di gruppo su un autobus nel dicembre 2014.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Sindrome dell’intestino irritabile: cause, sintomi e diagnosi

MEDICINA ONLINE Medico Chirurgo Roma SINDROME INTESTINO IRRITABILE CAUSE SINTOMI DIAGNOSI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie AnoLa sindrome dell’intestino irritabile (da cui l’acronimo “IBS”) rappresenta una parte di un più vasto gruppo di malattie funzionali gastroenteriche, caratterizzata prevalentemente da dolore addominale e disturbi della defecazione. Questo disturbo è molto frequente e può essere associato con alterazioni della sfera psichica, riduzione della qualità della vita, disabilita sociale ed elevati costi socio-sanitari. In Italia ne soffre circa il 30% della popolazione, ad essere colpite sono soprattutto le donne, tra i 30 ed i 50 anni.

Cause e fattori di rischio della Sindrome dell’intestino irritabile

La sindrome dell’intestino irritabile ha varie cause e fattori di rischio, tra cui:

1) Cause fisiopatologiche: queste includono:

  • Alterazioni della motilità intestinale;
  • ipercontrattilità del sigma di tipo non propulsivo che si accentua dopo il pasto;
  • ipersensitività viscerale (distensione anche minima delle pareti del colon, provocano dolore);
  • infiammazione: da allergie/intolleranze alimentari, infezioni intestinali o modificazioni della flora batterica intestinale;
  • patologie di interesse psichiatrico: in uno studio di Drosmann del 1988 si è visto che nei pazienti con sindrome dell’intestino irritabile, erano più frequenti disturbi come la depressione, l’ipocondria, e la paranoia.

2) Fattori genetici: esistono studi sui gemelli monozigoti che dimostrano una certa prevalenza di gemelli affetti da IBS. Si ritiene che non solo l’ambiente familiare ma proprio meccanismi genetici siano responsabili di una predisposizione a sviluppare IBS. In uno studio pubblicato da Levy nel 2001 si osserva che la prevalenza di IBS nei gemelli monozigoti è doppia rispetto a quella nei gemelli di zigoti, che hanno una prevalenza simile a quella dei pazienti con IBS non geneticamente trasmessa.

3) Fattori psicologici: alla base della sindrome dell’intestino irritabile, possono esserci periodi di forte stress psicologico, determinati ad esempio da lutti, forte stress lavorativo, mobbing, bullismo, licenziamento.

Leggi anche:

Diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile

La diagnosi si serve di vari strumenti, tra cui l’anamnesi (raccolta dei dati e dei sintomi del paziente), l’esame obiettivo (raccolta dei segni), diagnostica per immagini (radiografie, ecografie, TC…) ed esami di laboratorio (esame del sangue, esame delle feci…).

Anamnesi ed esame obiettivo

All’anamnesi il paziente riferisce in genere un dolore addominale prsente insieme ad almeno due dei seguenti punti:

  • il dolore è attenuato dalla evacuazione;
  • esistono variazioni nella frequenza delle evacuazioni;
  • esistono variazioni nella consistenza delle feci.

Questi sintomi devono essere presenti per almeno 12 settimane (non necessariamente consecutive) negli ultimi 12 mesi. Altri sintomi sono:

  • presenza di muco;
  • gonfiore o tensione addominale;
  • alterata consistenza delle feci).

Essi possono essere presenti ma non sono elementi sintomatologici fondamentali.
Pertanto questi criteri rappresentano l’elemento diagnostico fondamentale su cui ci dobbiamo basare per porre diagnosi di IBS. Ma è importante che la valutazione di questi criteri sia completata dalla esclusione di altri quadri clinici, che abbiano la presenza di sintomi uguali, e che includono patologie organiche o altre patologie funzionali.
Quando non vi siano segni di “allarme” come la perdita di peso, la diarrea refrattaria e viene esclusa un’anamnesi familiare di Cancro del Colon, la specificità dei Criteri di Roma supera il 98% ed il rischio di misconoscere una patologia organica è molto basso.

Oltre ad un’attenta anamnesi completata da un esame obiettivo accurato (che miri ad escludere una epatomegalia, masse addominali o segni di occlusione intestinale), può essere opportuno completare l’esame obiettivo con una esplorazione rettale, soprattutto quando viene descritta la presenza di sangue nelle feci o sintomi di incontinenza.

Leggi anche:

Diagnostica per immagini ed esami di laboratorio

Oltre ad anamnesi ed esame obiettivo, laboratorio ed immagini sono componenti importanti per la diagnosi e la diagnosi differenziale. Utili un esame completo ematologico ed una ricerca del sangue occulto fecale. Tra gli esami consigliati troviamo la VES, la biochimica clinica, il TSH e la ricerca di parassiti fecali e delle uova. Nei soggetti giovani che presentano diarrea può essere utile dosare gli anticorpi antigliadina (aga) ed antiendomisio (ema) per la diagnosi della celiachia.
Per pazienti che abbiano superato i 50 anni e vi siano elementi che possono far sospettare patologie gravi (come il cancro al colon-retto) si raccomanda una colonscopia, mentre nei soggetti più giovani tale esame va effettuato solo con un fondato sospetto di malattia organica (prevalentemente nella diagnosi differenziale con le IBD). Se il trattamento iniziale fallisce il quadro clinico va approfondito con altre indagini strumentali come la manometria rettale, il Breath-Test al glucosio o al Lattosio per lo studio del transito e per lo studio della Intestinal Bacterial Overgrowth. In alcuni casi – in cui si sopettano malattie più gravi – può essere opportuno ottenere biopsie del colon per escludere un tumore maligno, una collagenopatia o una colite linfocitica.

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, acidità di stomaco, reflusso, cattiva digestione ed alitosi:

Per approfondire: Sindrome dell’intestino irritabile: sintomi, dieta e cibi da evitare

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Before & after gym: come la palestra cambia il corpo della donna

L’attività fisica costante, unita ad una adeguata alimentazione, possono letteralmente trasformare un corpo: ecco oggi una carrellata di immagini che lo provano!

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Come fa uno spermatozoo a fecondare un ovulo femminile? Perché solo uno su milioni?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COME SPERMATOZOO FECONDA OVULO Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina GluteiNon è affatto facile la vita degli spermatozoi emessi nella vagina durante un rapporto sessuale: li aspetta un viaggio lungo e tortuoso che comunque lascerà scontenti decine di milioni di loro, visto che solo uno verrà premiato con la fecondazione, cioè l’unione dell’ovulo femminile con lo spermatozoo, per formare una cellula – lo zigote – da cui si svilupperà una nuova vita.

Leggi anche: Com’è fatto uno spermatozoo e quanto è piccolo rispetto al gamete femminile?

Cosa avviene quando lo sperma viene eiaculato nella vagina?

Al culmine dell’atto sessuale, l’eiaculato maschile fuoriesce dal pene e si riversa nella parte superiore della vagina, insieme al suo carico di spermatozoi, che – negli uomini sani – sono compresi tra 40 e gli oltre 100 milioni di unità per eiaculazione. Dopo l’emissione del liquido seminale dal meato uretrale del pene, gli svariati milioni di spermatozoi sani disponibili iniziano un lungo viaggio alla ricerca della cellula uovo, annidata in una delle due tube di Falloppio. La stragrande maggioranza dei gameti maschili perisce ancor prima di intravedere l’ambita meta: è un vero e proprio viaggio di eliminazione, dove la selezione è estrema e così deve essere: permette statisticamente solo agli spermatozoi più sani di diventare parte del corredo genetico del bimbo che nascerà. Tra i primi ostacoli presenti, c’è il muco cervicale, una secrezione dell’utero che intrappola gli spermatozoi meno vitali, non completamente maturi o con caratteristiche morfologiche non favorevoli.

Leggi anche: A che velocità viaggiano sperma e spermatozoi? Quanto è lungo il loro viaggio?

Gli spermatozoi come trovano la strada?

Grazie alle “indicazioni” dell’apparato genitale femminile: il pH, l’ossitocina che li attrae, le contrazioni dell’utero, le cellule ciliate che li spingono verso l’ovocita: tutto è organizzato dalla natura per favorire il “grande incontro”.

Leggi anche: Quante calorie contiene lo sperma?

Superato il muco cervicale, via in alto

Gli spermatozoi che riescono a sfuggire al muco proseguono la risalita verso la parte superiore dell’utero. E’ stato calcolato che, con le debite proporzioni, la velocità di uno spermatozoo sarebbe pari a quella di una persona che corre a 55 km/h. In realtà, vista la ridottissima dimensione, la loro velocità di avanzamento assoluta è piuttosto bassa, pari a circa 15 centimetri all’ora (l’utero è lungo circa 6-9 cm e le tube uterine una decina di cm). In genere la fecondazione avviene nello stesso giorno in cui si ha il rilascio della cellula uovo da parte del follicolo ovarico (intorno al 14° giorno del canonico ciclo ovarico di 4 settimane). L’ovocita maturo sopravvive al massimo per 24 ore circa dopo la liberazione. Gli spermatozoi depositati dal maschio possono invece resistere fino a 4 giorni (in alcuni casi anche di più) nelle cripte della mucosa cervicale e da qui risalire verso le tube. Normalmente la fecondazione avviene in prossimità dell’ovaio.

Uno su centinaia di milioni

Nonostante la fecondazione metta in gioco milioni di spermatozoi, solamente uno di questi riesce a fecondare l’ovulo: quest’ultimo, infatti è protetto da uno strato di cellule chiamato corona radiata. Dopo aver superato questo primo ostacolo, lo spermatozoo si trova davanti alla barriera glicoproteica chiamata zona pellucida. Per poterla attraversare, gli spermatozoi rilasciano enzimi tramite un processo chiamato reazione acrosomale, che consente agli spermatozoi di scavarsi un canale nell’ovulo.Il privilegio della fecondazione spetta solamente al primo spermatozoo che completa l’assalto all’ovocita. La fusione delle due membrane cellulari è molto importante perché stimola l’ovulo a completare la sua seconda divisione meiotica; consente al nucleo dello spermatozoo di raggiungere quello dell’ovocita e con esso fondersi; impedisce la fecondazione dell’ovulo da parte di altri spermatozoi (cioè impedisce la “polispermia”).

Leggi anche: Se un profilattico sporco di sperma penetra in vagina si rimane incinta?

Cosa avviene dopo l’entrata dello spermatozoo nell’ovocita?

L’unione dei nuclei di spermatozoo e oocita origina una nuova cellula, lo “zigote“, che possiede 46 cromosomi, 23 dei quali ereditati dallo spermatozoo e 23 dei quali dalla cellula uovo. Lo zigote subirà varie divisione mitotiche, che porta alla formazione dell’embrione. Le prime fasi di sviluppo dell’organismo umano (zigote, morula, blastula, gastrula) o alcune di esse a volte sono incluse nella definizione di embrione, altre volte no. L’embrione, giorno dopo giorno, inizia ad assumere le caratteristiche dell’organismo umano. Sviluppa un metabolismo basale, si rapporta con l’ambiente esterno, modificando le proprie risposte metaboliche in relazione a esso, si accresce e si rigenera, seppur dipendendo completamente dalla madre per quanto riguarda l’assunzione di nutrienti, gli scambi gassosi e la rimozione delle sostanze di scarto. A partire dall’ottava settimana di gestazione il prodotto del concepimento prende il nome di feto.

Perché tutta questa concorrenza per generare un nuovo essere vivente?

La fecondazione sessuata, così come avviene nell’uomo e in molti altri organismi, consente al nuovo individuo di ereditare una combinazione di cromosomi paterni e materni, e quindi di caratteristiche, tra le miliardi possibili. Tutto ciò spiega perché ognuno di noi – tranne i gemelli omozigoti – abbia caratteristiche genotipiche praticamente uniche e permette il rafforzamento della specie, poiché si pone alla base della selezione naturale, vale a dire di quel processo che – nel lungo periodo – favorisce gli organismi dotati dei caratteri più adatti in un determinato ambiente e scarta quelli meno adatti, raffinando la specie. Questi caratteri, innati in seguito a piccole mutazioni casuali, sono ereditati, cioè trasmessi ai discendenti tramite la fecondazione sessuata di cui abbiamo oggi parlato. Alcuni soggetti avranno quindi ereditato una combinazione genetica meno favorevole e tenderanno storicamente ad essere “scartati” dalla selezione naturale, mentre altri avranno combinazioni genetiche più favorevoli e continueranno la specie, contribuendo al suo progressivo miglioramento genetico globale.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!