Quanto pesano le feci prodotte in un giorno?

MEDICINA ONLINE DIARREA VIAGGIATORE VACANZA VIAGGIO CIBO ESOTICO INFEZIONI CIBI CONTAMINATI ACQUA INTESTINO DOLORE FECI LIQUIDEIl peso delle feci è estremamente variabile, tuttavia uno studio inglese del 1992 ha provato a rispondere a questa domanda raccogliendo dati sulla quantità di feci emessa quotidianamente da 20 diverse popolazioni, con questi risultati:

  • la quantità media di feci emessa in un giorno è stata di 106 grammi;
  • la quantità minima di feci giornaliere è stata 72 g;
  • la quantità massima è stata 471 g/die.

Questa grossa variabilità è dovuta alla variabilità individuale, all’eventuale presenza di patologie o altro, ma principalmente si verifica in base alla diversa quantità di fibre assunte con la dieta, fattore che determina anche le volte settimanali in cui si va di corpo. E’ interessante sottolineare che all’aumentare della quantità di feci emesse diminuisce il rischio di cancro al colon, quindi una alimentazione ricca di fibre, e la conseguente regolarità intestinale, è davvero – come accennato all’inizio dell’articolo – uno degli ingredienti di una vita sana. Per ridurre  drasticamente il rischio di cancro al colon, è necessario espellere almeno 150 grammi di feci al giorno (risultato che si ottiene consumando almeno 18 grammi di fibra giornalmente); a tal proposito leggi anche: Stitichezza acuta e cronica: tipi, cause, trattamenti medici e rimedi

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Differenza tra pesi ed elastici: vantaggi e svantaggi delle due tecniche

MEDICINA ONLINE PALESTRA PESI ELASTICI BANDE MUSCOLI MASSA PROTEINE AMMINOACIDI BCAA RAMIFICATI ESSENZIALI WHEY LATTE SIERO CASEINE CREATINA WORKOUT ALLENAMENTO BICIPITI SPALLE GAMBE ESERCIZI DONNA GLUTEI SQUAT.jpgPer chi vuole aumentare la propria massa muscolare o rimanere in forma facendo lavorare i muscoli, esistono principalmente due tipi di esercizio: quelli a corpo libero e quelli con strumenti. I due strumenti più popolari per aumentare la massa muscolare, sono i pesi liberi e le bande elastiche di resistenza. Entrambi hanno vantaggi e svantaggi: vediamo oggi quali.

Pesi liberi

Chiunque abbia frequentato una palestra, almeno una volta avrà tenuto in mano un manubrio o un bilancere. Ma quali sono i vantaggi di utilizzare i pesi liberi rispetto ad usare le bandeelastiche di resistenza?

1 Una volta acquistati sono per sempre. I pesi liberi sono un investimento di una sola volta, una volta acquistati non li devi comprare più perché qualsiasi peso libero di una marca decente, può durare decenni. Gli elastici invece hanno una durata limitata nel tempo e – usandoli – tendono a perdere resistenza.

2 Quantità definita di resistenza. A differenza delle bande elastiche di resistenza, i pesi liberi hanno lo stesso peso nel corso di ogni esercizio, quindi vi forniranno una quantità costante di resistenza. Questo rende più facile misurare i propri progressi e di conseguenza strutturare l’allenamento.

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3 Tempo per abituarsi. Sollevare e spingere sono attività naturali e ti puoi sentire bene con la maggior parte degli esercizi classici. Gli elastici tuttavia forniscono una diversa gamma di resistenza in tutta la fase di sollevamento quindi spingere, tirare ed altri movimenti che si fanno con le bande, potrebbe portarti ad una sensazione di confusione proprio all’inizio. In altre parole, potresti aver bisogno di qualche tempo per adattarti alle bande.

4. Caldo e freddo. I pesi pesano sempre uguale d’estate e d’inverno; le bande, al contrario, offrono resistenza diversa in base al clima. Una temperatura elevata, ad esempio, tende a diminuire la resistenza dell’elastico.

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5. Stimolazione minore. Secondo alcuni gli elastici non stimolerebbero i muscoli come fanno i pesi. Infatti molti istruttori competenti consigliano l’uso degli elastici solo come esercizi secondari (esercizi di assistenza):questo perché gli esercizi principali solitamente sono basati sulla resistenza del peso corporeo che stimolano i muscoli abbastanza per continuare più tardi con gli elastici. Solo con i pesi liberi invece non avrete bisogno di stimolare ulteriormente i vostri muscoli, potrete costruire il vostro corpo solo con essi.

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Bande elastiche di resistenza

Ed ora invece, ci chiediamo: quali sono i vantaggi di utilizzare gli elastici rispetto i pesi liberi?

1. Niente “acrobazie”. Un esercizio con i pesi è possibile perché i poesi… pesano. E pesano perché c’è gravità. Questo significa che è possibile solo sollevarli e ciò è una limitazione non da poco. Per ovviare a ciò, per allenare tutti i muscoli, si dovrà cambiare la posizione del corpo rispetto alla gravità ed il che porta ad assumere posizioni in certi casi complesse e perfino pericolose per i meno esperti. Ciò non avviene con le bande, che determinano resistenza al di là del punto in cui viene esercitata la gravità.

2. La resistenza è variabile. La natura elastica delle bande rende la resistenza progressiva e costante. In altre parole, più si allunga l’elastico maggiore sarà la resistenza. Così la forza cambia durante tutto l’arco del movimento e ed in maniera isometrica; ciò porterà più stress sui muscoli dal momento che dovrà affrontare e controllare la resistenza fluttuante.

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3. Legateli ovunque. Potete fornire voi stessi la resistenza indipendentemente dal punto di attacco dei vostri elastici. Ciò significa che è possibile legarli sotto, davanti, dietro o sopra di voi, ad oggetti ma anche a voi stessi. Per non parlare di tutti gli angoli che potete creare per allenare un determinato muscolo in isolamento.

4. Vi potete allenare in viaggio. A differenza dei pesi liberi potrete portare i vostri elastici ovunque, anche in vacanza. Con pochi kg di elastici, avrete sempre con voi centinaia di kg di resistenza.

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5. Nessun problema di rigidità o di flessibilità. I pesi a lungo andare vi possono rendere rigidi e vi faranno perdere la flessibilità; gli elastici non danno questo tipo di problemi ed anzi, se usati bene, tendono ad aumentare la vostra flessibilità.

6. Riduzione del rischio di infortuni. Un peso da 20 kg, se vi finisce sul piede, ve lo frantuma. Un elastico che offre 20 kg di resistenza, no.

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7. Non c’è bisogno di un assistente. Quando sollevate carichi pesanti tramite bilancere, avrete probailmente bisogno di uno che vi assista. Se vi allenate da soli come fate? Con gli elastici, a parità di peso/resistenza, non c’è bisogno di supporto.

5. Sono più economici. È vero che i pesi – una volta acquistati – durano decenni mentre gli elastici no, tuttavia quest’ultimi sono decisamente molto più economici di bilanceri e manubri.

Conclusioni

Quindi meglio pesi od elastici? Come abbiamo visto, entrambi hanno vantaggi e svantaggi quindi, non esiste un “vincitore” e la risposta migliore che posso darvi è… prendeteli entrambi!

Continua la lettura con: Differenza tra pesi, kettlebell e bilanciere: punti deboli e di forza

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Tumori, radioterapia e chemioterapia fanno ingrassare o dimagrire?

MEDICINA ONLINE PESO BILANCIA MASSA BIOIMPEDENZIOMETRIA INDICE CORPOREA COCALORIE BASMATI BIANCO INGRASSARE DIETA COTTO CRUDO PIATTO CUCINA LIGHT MANGIARE DIMAGRIRE GRASSO DIABETE CARBOIDRATI GLICEMIA IND GLICEMICO GLICEMIA.jpgMolti pazienti pensano che “tumore” sia sinonimo di perdita di peso, rimangono invece stupiti, o addirittura turbati, quando scoprono che sono ingrassati.

Cause

Si può ingrassare per diverse ragioni:

  • Chi è affetto da certi tipi di tumore ha maggiori probabilità di ingrassare.
  • La terapia ormonale, alcuni tipi di chemioterapia e i farmaci come gli steroidi possono far ingrassare. La causa dell’aumento di peso può essere la ritenzione idrica, che vi farà sentire gonfi e vi farà aumentare di peso.
  • Alcune terapie possono aumentare l’appetito: avrete fame e mangerete di più. Ingrasserete perché assumerete più calorie di quelle effettivamente necessarie per l’organismo.
  • Il tumore e la terapia possono causare affaticamento e cambiamenti nell’organizzazione della vostra vita che probabilmente vi renderanno meno attivi. Facendo meno attività fisica il vostro peso aumenterà.

Non mettetevi a dieta se non sotto stretto controllo medico. Il medico vi aiuterà a capire perché state ingrassando e discuterà con voi le possibili soluzioni.

Consigli alimentari

  1. Mangiate molta frutta e verdura, ricche di fibre e povere di calorie. Vi aiuteranno a sentirvi sazi senza aggiungere troppe calorie.
  2. Mangiate alimenti ricchi di fibre, ad esempio pane, cereali e pasta integrali. Chi è affetto da determinate forme di tumore non dovrebbe assumere troppe fibre, quindi chiedete consiglio al medico prima di aggiungere fibre alla vostra dieta.
  3. Scegliete carni magre, ad esempio vitello magro, maiale senza grasso o pollame senza pelle; preferite lo yogurt o il latte scremati o parzialmente scremati.
  4. Riducete i grassi. Diminuite le quantità di burro, maionese, dolci, fritti e altri alimenti ad alto contenuto calorico.
  5. Cuocete i cibi riducendo i grassi: preferite la bollitura, la cottura a vapore, alla griglia o arrosto.
  6. Diminuite le porzioni. Quando mangiate fuori casa, portate metà del pasto a casa. Lo mangerete in un secondo momento.
  7. Diminuite il sale. In questo modo potrete combattere la ritenzione idrica, una delle cause dell’aumento di peso.

Altri consigli

  1. Consultate un dietologo. Se l’aumento di peso è causato dalla ritenzione idrica, il dietologo potrà consigliarvi i modi per diminuire il consumo di sale; inoltre potrà aiutarvi a scegliere alimenti sani e a rendere più sani i vostri piatti preferiti.
  2. Fate esercizio fisico ogni giorno. Il movimento non solo aiuta a bruciare calorie, le ricerche infatti dimostrano che aiuta i malati di tumore a sentirsi meglio. Chiedete al medico o all’infermiere quanto movimento fare durante la terapia.
  3. Chiedete consiglio al medico prima di mettervi a dieta. Il medico vi aiuterà a capire perché state ingrassando e vi prescriverà dei farmaci (diuretici) in caso di ritenzione idrica.

Dimagrimento

Molti malati di tumore dimagriscono, per diversi motivi.

Cause

La perdita di peso può essere causata da diversi fattori:

  • il tumore in sé,
  • gli effetti collaterali di radioterapia o chemioterapia,
  • lo stress e la preoccupazione.

Consigli alimentari

  1. Mangiate quand’è il momento, anziché aspettare di avere appetito. Durante la terapia è più che mai necessario mangiare, anche se non avete appetito.
  2. Fate cinque o sei spuntini al giorno, anziché tre pasti principali. Probabilmente sarà più facile mangiare piccole porzioni più volte al giorno.
  3. Fate il pieno di proteine e calorie, anche aggiungendo proteine e calorie ad altri alimenti.
  4. Se non avete voglia di mangiare cibi solidi, bevete frullati, succhi di frutta o minestre che vi forniranno le proteine, le vitamine e le calorie necessarie per il vostro organismo.
  5. Usate il latte fortificato (credo non disponibile in Italia, purtroppo). Quando fate la pasta al formaggio (ricetta americana), il budino, la crema pasticciera, il purè, il latte con il cacao, la minestra o le torte, usate il latte fortificato anziché quello normale.

Altri consigli

  1. Consultate un dietologo. Vi potrà dare idee su come mantenere il peso forma o su come ingrassare. Probabilmente vi consiglierà di scegliere alimenti ricchi di proteine e calorie e di adattare le vostre ricette preferite alla vostra nuova situazione.
  2. Fate più attività fisica possibile. Probabilmente il vostro appetito aumenterà se farete una breve passeggiata o una leggera attività fisica. Le ricerche dimostrano che i pazienti affetti da tumore si sentono meglio se riescono a fare attività fisica ogni giorno.
  3. Prendete in considerazione la nutrizione assistita. In alcuni casi, quando non si è in grado di alimentarsi a sufficienza per mantenere le forze, la nutrizione assistita può rappresentare un’alternativa valida. Il medico o il dietologo ve la potranno consigliare se ritengono che possa fare al caso vostro.
  4. Se avete problemi come nausea, vomito o alterazioni dell’olfatto o del gusto, consultate il medico che vi potrà aiutare a ritornare a mangiare normalmente.

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Allenamento con la palla medica: perché è importante e quali sono i vantaggi

MEDICINA ONLINE PALESTRA PESI PALLA MEDICA MUSCOLI DOPO ALLENAMENTO MASSA PROTEINE AMMINOACIDI BCAA RAMIFICATI ESSENZIALI WHEY LATTE SIERO CASEINE CREATINA WORKOUT BICIPITI SPALLE GAMBELa palla medica è uno degli strumenti d’allenamento e fitness più antichi al mondo grazie al quale si possono fare tanti utili esercizi di riabilitazione, potenziamento muscolare, propriocezione, resistenza o velocità. La palla medica non è altro che una palla in materiale sintetico, come il vinile, o pelle, riempita di sabbia o acqua o altro materiale pesante, con peso e diametro variabili e quindi adatti a diverse esigenze, e con un prezzo normalmente intorno a poche decine di euro.

Se Ippocrate usava dei sacchetti di pelle animale riempiti di sabbia per aiutare la riabilitazione degli antichi greci, è negli Stati Uniti che è stata inventata la moderna palla medica: il suo primo uso si deve al medico Robert Jenkins Roberts Jr. nel 1876 ma è con il presidente Hoover che spopolò l’Hooverball, una forma di fitness inventata dal suo medico per tenere in forma il presidente americano.

Fondamentalmente la palla medica è un peso, da afferrare con una o due mani, e con il quale eseguire diversi esercizi per singoli muscoli oppure total body. La si può utilizzare per potenziare le braccia, per eseguire esercizi per gli addominali e i dorsali, per fare torsioni del busto, per gli squat o gli affondi e, in generale, per qualunque esercizio che prevede l’utilizzo di un attrezzo pesante.

I vantaggi della palla medica

Usare una palla medica per allenarsi comporta numerosi vantaggi sia dal punto di vista degli esercizi che si possono fare che da quello dei risultati dell’allenamento.

La palla medica crea instabilità nell’equilibrio

Prendiamo un esercizio semplice: gli squat, o accosciate. Si possono eseguire a corpo libero oppure afferrando una palla medica, da tenere per esempio davanti al petto. Anche senza un grande carico, il solo fatto di dover sostenere la palla medica al petto genera instabilità dell’equilibrio costringendo i muscoli a lavorare più intensamente e più in profondità per mantenere l’equilibrio, e non solo quelli delle gambe ma anche il core, il corsetto addominale che funge da collegamento tra gambe e braccia.

Gli esercizi con la palla medica sviluppano la forza

Proprio perché si tratta di esercizi con un sovraccarico, quelli con la palla medica sviluppano in particolare la forza. Ovviamente in base al peso dell’attrezzo, al numero di ripetizioni e serie che si svolgono, alla velocità dei movimenti e, in generale, al piano d’allenamento, si potranno allenare diversi tipi di forza, da quella resistente a quella veloce, da quella esplosiva a, in alcuni casi, quella massima. Il vantaggio della palla medica è anche quello che si tratta di un attrezzo che si può lanciare e che può cadere a terra senza rompersi, e questo è particolarmente utile negli esercizi che prevedono lanci e che sviluppano la forza esplosiva e veloce.

Con la palla medica si possono fare anche esercizi isometrici

Un altro utilizzo pratico e utile della palla medica è quello per gli esercizi isometrici in cui si mantiene una determinata posizione del corpo per un certo numero di secondi e che non prevedono un movimento articolare e tuttavia stimolano la contrazione muscolare. Per esempio si può reggere la palla medica con le braccia distese davanti a sé per tonificare gli arti superiori, le spalle e il tronco; oppure si possono eseguire i plank con le mani, o i piedi, appoggiati su una o due palle mediche; o ancora si può fissare la palla medica tra le caviglie e sollevare le gambe, dritte o flesse al ginocchio, per poi mantenere la posizione per un determinato tempo.

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Eutirox fa ingrassare o dimagrire?

MEDICINA ONLINE PESO BILANCIA MASSA BIOIMPEDENZIOMETRIA INDICE CORPOREA COCALORIE BASMATI BIANCO INGRASSARE DIETA COTTO CRUDO PIATTO CUCINA LIGHT MANGIARE DIMAGRIRE GRASSO DIABETE CARBOIIl farmaco Eutirox contiene l’ormone tiroideo levotiroxina sodica (T4), uguale a quello prodotto dalla ghiandola tiroidea anche se ottenuto in laboratorio per via sintetica e si presenta in compresse. I dosaggi disponibili sono:

  • 25 mcg;
  • 50 mcg;
  • 75 mcg;
  • 88 mcg;
  • 100 mcg;
  • 112 mcg;
  • 125 mcg;
  • 137 mcg
  • 150 mcg;
  • 175 mcg;
  • 200 mcg.

La T4 contenuta in Eutirox viene convertita nel nostro organismo nell’ormone triiodiotironina (T3), che regola numerose funzioni del metabolismo umano.
Eutirox si usa per trattare stati di ipotiroidismo nei quali il metabolismo, essendo diminuito, tende a far aumentare il peso del paziente.

Una volta che si è raggiunti un dosaggio terapeutico adeguato, il paziente diventa “eutiroideo”, cioè il suo metabolismo torna ad essere normale, cosa che lo può aiutare a ritrovare il suo peso forma, ma ovviamente ciò non vuol dire che tutti i kg di massa grassa eventualmente accumulati durante l’ipotiroidismo, all’improvviso debbano scomparire. Il farmaco in sé, al dosaggio adeguato, non fa né ingrassare, né dimagrire: se raggiunto l’eutiroidismo il paziente non perde i kg di grasso precedentemente accumulati e se non segue una dieta ed un programma di attività fisica adeguati, tenderà a rimanere in sovrappeso o ad aumentare di peso; se invece dovesse seguire una dieta ipocalorica associata ad attività fisica, tenderà a dimagrire.

Per questo motivo, una volta iniziata una terapia con Eutirox, si dovrebbe contemporaneamente procedere con una dieta ed un programma di attività fisica adeguati.

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Differenza tra rene destro e sinistro

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica Roma DIECI ABITUDINI TI DANNEGGIANO RENI Radiofrequenza Rughe Cavitazione Peeling Pressoterapia Linfodrenante Dietologo Cellulite Dieta Pancia Sessuologia Filler BotulinoI reni sono due organi di colore rosso scuro che, Insieme alle vie urinarie, costituiscono l’apparato urinario, che filtra dal sangue i prodotti di scarto del metabolismo e li espelle tramite l’urina. I reni inoltre gestiscono l’equilibrio idro-salino nel corpo umano. I reni si trovano ai lati della colonna vertebrale e sono tenuti in sede dalla pressione addominale e da uno spesso tessuto connettivo detto fascia renale.

Vi sono alcune differenze tra rene destro e sinistro:

  • il peso del rene oscilla tra 110 e 160 grammi, ma quello di sinistra generalmente pesa lievemente più del destro;
  • il rene sinistro è generalmente più voluminoso del destro;
  • esistono differenze tra il rene destro, posizionato lievemente più in basso, e il rene sinistro, più alto, il cui polo superiore arriva sopra all’XI costa;
  • il rene destro è vascolarizzato dall’arteria renale destro, il sinistro dall’arteria renale sinistra;
  • a causa della posizione reciproca nella cavità addominale di aorta, vena cava inferiore e reni, l’arteria renale destra è normalmente più lunga della sinistra.
  • il rene destro è vascolarizzato dalla vena renale destra, il sinistro dalla vena renale sinistra;
  • dal momento che la vena cava inferiore non è in posizione mediana, ma spostata sulla destra, la vena renale sinistra è generalmente più lunga della destra; essa inoltre riceve spesso altre vene (la vena frenica inferiore sinistra, la vena surrenale sinistra, la vena gonadica sinistra – nel maschio vena testicolare sinistra, nella femmina vena ovarica sinistra – e la seconda vena lombare sinistra); i corrispettivi del lato destro di queste vene drenano invece direttamente nella vena cava.

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Differenze tra diabete mellito ed insipido: glicemia, vasopressina, poliuria e polidipsia

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Dieta Peso Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Sessuologia Ecografie DermatologiaSmettere fumare Obesità Cancro EmorroidiIl diabete insipido (DIN) è una malattia rara che – a causa del nome – viene spesso confusa con il diabete “più famoso”, cioè il diabete mellito. Il diabete mellito (di tipo 1 e 2) ed il diabete insipido, hanno effettivamente dei tratti in comune; entrambi sono caratterizzati da:

  • Poliuria: cioè urinare molto; la diuresi è maggiore di 2500-3000 ml nelle 24 ore e si associa nicturia (necessità, anche molto frequente, di eliminazione dell’urina durante il riposo notturno);
  • polidipsia: cioè una sete insaziabile.

Fatta eccezione per questi sintomi, il diabete insipido è molto diverso dal più diffuso diabete mellito e non esiste nessun tipo di correlazione accertata tra i due, che portano ai prima citati sintomi corrispondenti, tramite due meccanismi eziologici completamente diversi.

La glicemia nel diabete insipido è normale
Nel diabete insipido non si riscontrano alterazioni nella concentrazione di glucosio nel sangue e nelle urine, che dagli esami risultano quindi nella norma, al contrario di quello che accade nel mellito. Nel caso del diabete insipido, infatti, l’eccessiva quantità di urina non è la conseguenza di valori troppo alti di glucosio nel sangue dovuti ad un mancato o cattivo funzionamento dell’insulina, bensì è causata da un’alterazione della produzione, della secrezione o dei meccanismi di funzionamento dell’ormone vasopressina (l’ormone antidiuretico) da parte dell’ipotalamo e dell’ipofisi posteriore, o dalla sua mancata attività a livello renale.

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Ormone antidiuretico
Nel caso di mancata produzione di vasopressina si tratta di diabete insipido centrale, ADH-sensibile o neurogenico, nel secondo caso di diabete insipido nefrogenico o ADH-insensibile (perché non si può correggere con la somministrazione di vasopressina). Il diabete insipido può essere completo o parziale, permanente o temporaneo. La vasopressina agisce a livello renale stimolando il riassorbimento di acqua ed opponendosi alla diuresi, per questo il sintomo principale del diabete insipido è la produzione di grandi quantità di urine diluite associate a sete intensa.

Diverse cause
Il diabete mellito è causato principalmente da patologie genetiche, l’insulinoresistenza di tipo A, il leprecaunismo, la Sindrome di Rabson-Mendenhall, le sindromi lipodistrofiche, il sovrappeso e l’obesità, la pancreatite, la fibrosi cistica, l’emocromatosi e il tumore del pancreas.
Il diabete insipido riconosce invece come cause altre patologie, come tumori ipofisari o per metastasi, traumatismi, operazioni neurochirurgiche, encefalite, meningite, patologie ereditarie o genetiche (alterazione dei recettori di tipo 2 della vasopressina, o deficit di acquaporina 2 a livello dei tubuli collettori renali).

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Diagnosi differenziale
La diagnosi differenziale del diabete insipido si effettua escludendo la polidipsia psicogena, il diabete mellito e l’abuso di diuretici. La determinazione dell’osmolarità urinaria dopo prova di assetamento o dopo amministrazione di arginina-vasopressina è diagnostica.

  • Prova di assetamento. In un soggetto sano comporta un aumento dell’osmolarità. Nel diabete insipido questa resta <300mOsm/L, mentre l’osmolarità plasmatica è superiore a 295. Non bere per lungo tempo può provocare una disidratazione ipertonica senza perdita di elettroliti.
  • Test secondo Hickey-Hare. Se si sospetta un’assunzione di liquidi durante la prova di assetamento, si somministrano soluzioni ipertoniche che procurano risultati fisiologici e patologici identici alla prova da assetamento.
  • Test alla desmopressina. Controindicata in caso di insufficienza coronarica per i suoi effetti vasospastici. Dopo questa somministrazione l’osmolarità urinaria aumenta in caso di diabete insipido centrale, ma non nel nefrogenico.

La determinazione dell’ADH è raramente necessaria. In caso di polidipsia psicogena sia l’ADH che l’osmolarità urinaria si elevano. Occorre escludere un tumore ipofisario o ipotalamico mediante tomografia computerizzata o imaging a risonanza magnetica.

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Diabete gestazionale: cos’è e quali sono i rischi per il feto e la madre

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Questa condizione si verifica nel 8% nelle donne incinte. Generalmente, il diabete gestazionale tende a scomparire al termine della gravidanza, tuttavia, le donne che ne hanno sofferto presentano un rischio più elevato di sviluppare diabete di tipo 2 in età avanzata. Esistono dei fattori di rischio come l’obesità e la familiarità con un paziente diabetico che possono accrescere sensibilmente la probabilità di andare incontro a questa forma di diabete.

Sintomi del diabete gestazionale
Il diabete gestazionale si manifesta con sintomi poco evidenti e passa spesso inosservato alle donne. Tuttavia attraverso un’attenta analisi delle condizioni della gestante è possibile intuirne la presenza.
I sintomi da controllare sono: l’aumento ingiustificato della sete, il frequente bisogno di urinare, la perdita di peso corporeo, i disturbi della vista e le infezioni frequenti, come cistiti e candidosi.

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Terapia del diabete gestazionale
La cura del diabete durante la gravidanza avviene fondamentalmente attraverso una dieta finalizzata a garantire il giusto apporto calorico necessario alla crescita del feto, a preparare l’organismo materno al parto e all’allattamento, oltre che ad evitare episodi di ipoglicemia o iperglicemia per l’organismo della madre. Non può comunque prescindere dalla pratica dell’attività fisica.
La terapia con insulina si rende necessaria solo quando, nonostante il rispetto dell’alimentazione prescritta dal diabetologo o dal dietologo, i valori della glicemia risultano superiori ai valori ritenuti normali per la gravidanza.
Nel caso del diabete gestazionale, l’autocontrollo della glicemia è fondamentale per tenere sotto controllo l’evolversi della malattie e valutare l’efficacia della terapia.

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Rischi per la madre e per il feto nel diabete gestazionale
Pur essendo una condizione transitoria, se non viene diagnosticato ed adeguatamente curato, può portare a delle conseguenze, sia per la madre che per il feto. In presenza di diabete gestazionale non esiste alcun rischio per la vita del bambino, ma è comunque importante controllare al meglio i valori glicemici per evitare complicanze.
Tra queste, la più conosciuta e diffusa è chiamata macrosomia, ovvero un eccessivo sviluppo del feto rispetto alla sua età gestazionale, con peso alla nascita superiore ai 4-4,5 kg.
Il motivo di questo eccesso ponderale va ricercato nella grande disponibilità di glucosio (zucchero) legata all’iperglicemia materna. Per le notevoli dimensioni, il feto può incontrare importanti difficoltà durante il passaggio nel canale del parto, richiedendo in molti casi il ricorso al parto cesareo (anche se in tal senso, il diabete gestazionale non rappresenta un indicazione assoluta). In caso di parto naturale, quindi, per la madre aumentano i rischi di lacerazione vaginale (fino all’interessamento dello sfintere anale) ed emorragie post-partum, mentre il nascituro corre un maggior rischio di frattura e distocia di spalla. Al momento del parto, inoltre, il nascituro può subire una crisi ipoglicemica, dal momento che – essendo abituato a vivere in un ambiente iperglicemico – può risentire della brusca diminuzione degli zuccheri al momento del distacco del cordone ombelicale.

Altre complicanze del diabete gestazionale
Altre possibili complicanze alla nascita sono rappresentate dall’iperbilirubinemia, dall’ipocalcemia e dalla sindrome da distress respiratorio.
Un cattivo controllo metaboilico del diabete gestazionale può dare origine a complicazioni ipertensive e facilitare l’insorgenza di diabete materno nel post-partum. Le donne affette da GDM costituiscono infatti una popolazione ad elevato rischio per lo sviluppo del diabete mellito tipo 2 negli anni successivi: per entrambe queste due forme di diabete sono infatti simili i più importanti fattori di rischio, quali obesità, distribuzione viscerale del tessuto adiposo e familiarità per diabete.
La macrosomia, al pari della condizione opposta, sembra aumentare il rischio di obesità e sue complicanze tardive (diabete di tipo II, aterosclerosi, ipertensione) nell’infanzia e nelle successive fasce di età .
Come anticipato nella parte introduttiva, il diabete gestazionale non comporta normalmente abortività o malformazioni, comunque possibili nel caso in cui l’iperglicemia cronica sia già presente al momento del concepimento ma ancora all’oscuro della gestante e dello staff medico. Tutto ciò contribuisce a sottolineare l’importanza di una visita pre-concepimento nel momento in cui la gravidanza è ancora ricercata. Sia chiaro che anche una donna diabetica può portare a termine una gravidanza con serenità e senza alcuna complicanza, ma è fondamentale che il concepimento sia preceduto da un preventivo consulto medico e da un controllo ottimale del diabete prima, durante e dopo la gravidanza. Il concepimento e le primissime settimane di gestazione, in particolare, devono avvenire in una situazione di perfetto controllo glicemico.

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