Differenze tra DNA e RNA: che sono ed a che servono

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Tutti quanti sappiamo che il DNA racchiude in sé le informazioni genetiche di ciascuno di noi. Come fosse una sorta di memoria fisica su cui sono iscritte le istruzioni di programmazione del software umano. Ma cosa vuol dire questo in termini scientifici? Il termine DNA nasconde la sua stessa natura, perché si traduce in acido deossiribonucleico, che è la composizione chimica di questo acido nucleico. In quanto acido nucleico, si tratta di un polimero formato da unità chiamate nucleotidi, che si organizzano in una struttura complessa. Ogni nucleotide è composto da tre elementi: un gruppo fosfato, uno zucchero (o deossiribosio) e una base azotata. E’ proprio da questa sua natura polinucleotide che deriva la caratteristica doppia elica utilizzata per raffigurare il DNA. Il DNA è, infatti, formato da due catene (conosciute anche come filamenti) di nucleotidi che si avvolgono a spirale l’una intorno all’altra. Grazie a studi effettuati negli anni ’50, sappiamo anche che le due catene sono orientate in senso opposto, ovvero i nucleotidi hanno opposta sequenza di atomi di carbonio del deossiribosio. Il DNA è presente nel nucleo di tutte le cellule di un organismo (che possono essere i cosiddetti cromosomi), sempre uguale a se stesso in quanto porta iscritta la sequenza genetica. Il codice genetico è dato, quindi, dalla peculiare disposizione in sequenza dei nucleotidi, sempre diversa tra gli esseri viventi.
Nel DNA si nasconde il segreto di quello che siamo, in un certo senso, perché è lì che si trovano le istruzioni genetiche che ci hanno fatto proprio come siamo. In concreto, cosa fa il DNA per consentire lo sviluppo di un organismo? Contenendo al suo interno le informazioni genetiche fondamentali, consente la biosintesi dell’RNA e poi delle proteine, che sono poi le molecole necessarie per ogni organismo.

MEDICINA ONLINE GENETICA traduzione mRNA e sintesi delle proteine nei ribosomi cellula

La traduzione dell’mRNA permette la sintesi di una nuova proteina

Cos’è l’RNA

Il passaggio dalle informazioni contenute nel DNA alle proteine non è diretto. Esiste infatti un passaggio intermedio fondamentale che porta dagli amminoacidi alla proteina, attraverso un processo di traduzione genetica noto come sintesi proteica. Questo passaggio è la creazione di una nuova molecola intermedia, una sorta di duplicato del DNA (pur con qualche differenza strutturale). Questa molecola intermedia è, appunto, l’RNA, ovvero acido ribonucleico. Essendo generato per trascrizione dal DNA, dal punto di vista chimico l’RNA è molto simile, anche se consta di un singolo filamento di nucleotidi invece della doppia elica. Per dirla in parole semplici, l’RNA non è altro che il frutto della trascrizione di un filamento di DNA, in cui le informazioni genetiche vengono ricopiate in una nuova molecola (traduzione) per formare una nuova proteina. L’RNA funge da “stampo”. Pur essendo una copia ed essendo presente in ogni cellula, però, si tratta di una molecola molto complessa, che può assumere ruoli differenti nel corso della creazioni dell’organismo. Nel processo di trascrizione genetica, infatti, non vengono creati solo filamenti RNA per la traduzione del codice genetico, ma anche altri che svolgono funzioni biologiche (come i ribosomi). In generale possiamo distinguere tre tipologie di RNA:

  • RNA messaggero: contiene l’informazione per la sintesi delle proteine (funge da stampo).
  • RNA ribosomiale: che entra nella struttura dei ribosomi.
  • RNA transfer: utilizzato per la traduzione nei ribosomi.

Grazie al polimero RNA, quindi, è reso possibile il processo di divisione cellulare e replicazione del DNA, senza che in questo percorso vada persa qualche fondamentale informazione genetica.

Quali sono le differenze?

Avendo descritto le caratteristiche chimiche e funzionali di DNA e RNA, le differenze tra i due dovrebbe essere abbastanza chiaro. Visto che ci troviamo in campi complessi come quelli della chimica e della genetica, però, forse è meglio un riassunto finale.

Partiamo dalle differenze strutturali:

  • la composizione è molto simile, catena polinucleotidica contenente quattro nucleotidi diversi. Però il DNA è composto da due catene antiparallele che si avvolgono a elica (doppio filamento), mentre l’RNA è quasi sempre a un solo filamento.
  • Nei nucleotidi che si nasconde la differenza chimica fondamentale tra le due molecole. L’RNA contiene uno zucchero diverso (ribosio al posto di deossiribosio) e anche una base diversa (uracile al posto di timina).

Differenza nella funzione:

  • Il DNA contiene nel suo interno il codice genetico, ovvero tutte le informazioni necessarie per lo sviluppo delle proteine e, quindi, dell’organismo.
  • L’RNA è il frutto di un processo di copia del DNA, così se il DNA resta stabile e immutato nel tempo, i filamenti di RNA hanno utilizzo immediato e svolgono, come abbiamo visto, diverse funzioni nello sviluppo concreto delle proteine. Possiamo dire, per concludere, che il DNA è il calco originale (o il master di un disco) e le molecole RNA che ne derivano sono le copie da utilizzare concretamente.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Differenza tra astice ed aragosta: l’astice è il maschio dell’aragosta?

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A sinistra un’astice; a destra una aragosta

In molti confondono astice ed aragosta: i due crostacei vengono spesso scambiati per la stessa specie commettendo l’errore di pensare che l’astice sia il maschio dell’aragosta. Ciò è invece un errore!

Aragosta ed astice hanno caratteristiche simili ed il loro riconoscimento non e’ per nulla difficile. Sono le chele (o zampe chelate), presenti solamente nell’astice e non nell’aragosta a differenziare i due crostacei. Le chele sono due appendici molto sviluppate che servono all’animale per catturare le sue prede, utilizzate come arma di difesa e addirittura come “apribivalvi”.

L’aragosta mediterranea (Palinurus elephas)

L’aragosta e’ un crostaceo decapode che vive in Mediterraneo ed atlantico. Puo’ raggiungere, anche se raramente gli 8 Kg di peso e la dimostrazione e’ l’aragosta gigante catturata alle bermuda. L’aragosta a differenza dell’astice non ha chele. Questo crostaceo decapode riesce a crescere per tutta la sua vita cambiando il carapace centinaia di volte. Si stima che possa arrivare a vivere anche 80 anni. Vive su fondali rocciosi dai 15 ai 200 metri dove si riunisce in gruppo per colonizzare un area che non lascerà fino alla fine della sua vita. Si nutre di spugne, vermi marini, piccoli crostacei sia vivi che già morti. L’aragosta e’ molto apprezzata in cucina in quasi tutta la parte del globo. Gli stock però, soprattutto in Mediterraneo, non godono di buona salute tanto da essere inserita tra le specie in pericolo nella Convenzione di Berna.

Una morte atroce

E’ opinione diffusa che i crostacei devono essere immersi vivi in acqua bollente dato che non sentono dolore. La realtà e’ ben diversa, e questo non farà certo felice chef e ristoratori . A confermarlo è stato uno studio Norvegese del 2013. I risultati parlano chiaro: i movimenti ed i salti del crostaceo immerso in acqua bollente non sono dovuti a riflessi automatici ma ad una reale percezione del dolore.

L’Astice europeo  (Homarus gammarus)

L’astice e’ anch’esso un crostaceo decapode. A differenza dell’aragosta che appartiene alla famiglia dei palinuridi l’astice appartiene alla famiglia Nephropidae. L’astice normalmente e’ colorato di marrone scuro con dellechiazze gialle sul ventre ma puo’ anche presentare delle tonalità di blu sul dorso. Raramente si possono osservare degli astici totalmente blu. Gli astici europei sono presenti nel Mare del Nord ed in Mediterraneo, vivono tra i 50 ed i 150 metri di profondità nascosti sotto grossi massi.

L’astice in cucina

Al mercato, nelle pescherie o nei banchi del congelato non troviamo  l’astice europeo ma quello americano. Una specie molto simile anche se il sapore e’ ritenuto meno gustoso. L’astice mediterraneo e’ oramai divenuto sempre più raro. Viene catturato casualmente con le reti da posta o con le nasse.

Aragoste ed astici sono parenti ?

L’astice non e’ strettamente imparentato con l’aragosta o almeno lo e’ quanto l’aragosta lo possa essere con un granchio.

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Differenze e somiglianze fisiche e comportamentali tra cani e lupi

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica Roma MEGLIO CANE UOMO PREFERISCONO DONNE Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Luce Pulsata Peeling Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Nei Dietologo DermatologiaVi siete mai chiesti perché i lupi assomigliano molto ai cani? Semplice: il lupo è l’antenato del cane! Per risalire alle origini del “miglior amico dell’uomo” così come lo conosciamo oggi, è necessario tornare indietro fino all’epoca del Paleolitico, era in cui i lupi cominciarono ad avvicinarsi agli insediamenti dell’uomo, in cerca di cibo. Fu così che ebbe inizio il processo di addomesticamento che consentì il passaggio dall’antico lupo “modificato”, fino ai cani dei giorni nostri. Nonostante le razze di cani oggigiorno esistenti siano numerosissime e diverse per carattere e tratti morfologici, ciascuna di esse ha dunque come antenato il lupo.

Similitudini tra cani e lupi

Seppur soltanto alcuni cani ricordino fisicamente i lupi, come può essere il caso dell’Husky Siberiano o del Pastore Tedesco, tutti quanti i nostri amici a quattro zampe mantengono alcuni tratti e comportamenti ereditati dai loro antenati. Persino i più piccoli barboncini. Ecco alcune somiglianze tra cani e lupi:

  • l’abitudine di scavare per nascondere il cibo;
  • ululati;
  • gesti corporali volti a trasmettere informazioni o emozioni ai propri simili, così come segnali visuali (posizione di orecchie, coda, occhi, ecc.), o segnali olfattivi (urina, ghiandole anali);
  • senso dell’olfatto e dell’udito molto sviluppati;
  • visione adattata all’oscurità.

Ogni singola razza di cane esistente nell’attualità, a prescindere dalle grandi differenze morfologiche e di carattere che possa in apparenza presentare, discende dal lupo. I cani mantengono abitudini e comportamenti ereditati dai loro antenati, persino i più piccoli barboncini. Inoltre, entrambe le specie sono collettive. Ciò significa che entrambe hanno bisogno di relazionarsi all’interno di un gruppo, sia che si tratti dei loro simili come nel caso dei lupi, sia nei riguardi di un gruppo di persone, come succede per i cani. È per questo motivo, dunque, che i cani che conservano maggiormente le caratteristiche tipiche dei loro antenati sono quelli meno esposti al contatto con gli esseri umani. D’altra parte, un cagnolino abituato a stare in perenne contatto con i propri padroni e che passa la vita rinchiuso fra le mura di casa, tenderà a perdere pian piano ogni somiglianza con i lupi.

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Quali sono le differenze tra cani e lupi?

Tuttavia, le differenze tra cani e lupi non mancano. A partire dall’ovvio carattere più diffidente e schivo del lupo nei confronti degli umani, la selezione genetica ha senza dubbio favorito lo sviluppo dei seguenti tratti nei cani:

  • capacità di difesa e guardia;
  • dimensioni;
  • abilità sociali.

L’evoluzione, inoltre, ha determinato il fatto che, rispetto ai lupi, i cani:

  • abbiano ridotto le dimensioni del cranio e del cervello
  • abbiano perso i grandi denti da predatore
  • abbiano accorciato la lunghezza del muso
  • abbiano sviluppato la capacità di digerire idrati di carbonio

Una nuova teoria sulla nascita del rapporto tra cani e umani

A discapito della credenza che l’addomesticamento del cane antico fosse dovuta alla selezione da parte dell’uomo degli animali più portati ad interagire con la nostra specie, alcune ricerche recenti segnalano come, in realtà, la cooperazione tra cani e uomini risalga alle abilità sociali dei lupi. Le ricercatrici Friederike Range e Zsófia Virányi del Messerli Research Institute dell’Università di Medicina Veterinaria di Vienna, e del centro di ricerca sui lupi con sede ad Ernstbrunn, sempre in Austria, rivelano come i lupi abbiano acquisito le capacità necessarie per tollerare la loro reciproca presenza, oltre che per la decodificazione delle intenzioni dei propri compagni, grazie alla loro abitudine di vivere in branco. Grazie a queste abilità, essi sono in grado di raggiungere un buon livello di coordinamento tra di loro – per pratiche come la caccia. Le ricercatrici sostengono dunque che l’attuale relazione tra uomo e cane si basi proprio su queste due qualità dei lupi. Da quanto emerge, infatti, non sembra esser stata necessaria una selezione aggiuntiva riguardo la tolleranza nei confronti degli uomini e la capacità di interpretare le loro intenzioni. Secondo i risultati emersi dal lavoro di Range e Virányi, i lupi possiedono, come i cani, simili capacità di comprendere le intenzioni di altri esseri viventi. La differenza tuttavia sta nella maggior facilità con cui i cani riescono ad interagire con l’uomo: essi sono in grado di accettare più rapidamente l’essere umano come compagno, e riescono ad abbandonare più rapidamente la paura.

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Differenze tra prugna e susina?

MEDICINE ONLINE PRUGNE SUSINE FRUTTA DIFFERENZA DIFFERENZE SECCA FRESCO STITICHEZZA LASSATIVA WALLPAPER IMAGE PICSPrugna e susina sono lo stesso frutto? In tanti si pongono questa domanda, ma non tutti conoscono la risposta. Entrambi i termini indicano il frutto che nasce sull’albero del susino (Prunus domestica), detto anche “pruno” e originario dell’Asia. L’uso comune, in realtà, va oltre le classificazioni scientifiche: spesso si utilizza il termine “susina” per la qualità tonda e morbida, e “prugna” solo per quella blu-violacea dalla forma allungata, da cui deriva anche il colore prugna. La differenza è che quando il frutto è fresco si chiama susina, quando è secco si chiama prugna. Non c’è dunque alcuna differenza sul piano botanico. Due nomi diversi per indicare la stessa cosa, quindi, ma il nostro intestino conosce benissimo la differenza: le virtù lassative della prugna secca, o cotta, sono infatti note da tempi immemorabili.

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Differenza tra mito, fiaba e favola: esempi e caratteristiche

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo IL MALE PUO ESSERE SCONFITTO Cibo Dieta Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Peso Seno Sessuologia Pene Laser Filler Rughe BotulinoIl mito costituisce un’antica forma di narrazione orale investita di sacralità, precedente all’invenzione della scrittura, nata presso i popoli primitivi per spiegare, attraverso le imprese di eroi e dei, le origini dell’universo e dell’uomo e i fenomeni naturali. Gli eventi straordinari e meravigliosi rivelavano messaggi religiosi, ma sono anche profondamente legati all’esigenza di spiegare l’animo umano. Nel dire che il mito è una narrazione “investita di sacralità” si intende che esso viene considerato verità di fede e che gli viene attribuito un significato religioso o spirituale. Ciò naturalmente non implica né che la narrazione sia vera, né che sia falsa.

La favola è una narrazione breve, di origine orale e popolare, i cui protagonisti sono animali che agiscono, pensano e parlano come gli umani. Essi rappresentano, infatti, vizi e virtù dell’umanità. Iniziatore del genere favolistico fu il greco Esopo, seguito poi dal latino Fedro. Le loro opere sono state poi riprese dal francese La Fontaine. Il genere si è diffuso soprattutto come letteratura per bambini. L’intento narrativo è comunicare un insegnamento ed educare. La morale fornisce spesso norme di comportamento. Il messaggio della favola è sostanzialmente pessimistico sull’umanità, e spesso nella favola si ha la vittoria del più forte sul debole.

Le fiabe risalgono ai tempi degli uomini antichi dove. durante i riti di iniziazione, cioè del passaggio dall’età adolescenziale all’età adulta, gli anziani raccontavano storie fantastiche. Le fiabe sono caratterizzate dal lieto fine, la cui funzione educativa era quella di fornire speranza per superare le difficoltà della vita. I personaggi sono statici, cioè non si evolvono durante il corso della vicenda, e compiono imprese straordinarie grazie alla presenza di esseri soprannaturali. Le fiabe sono state tramandate oralmente e i testi che oggi possediamo sono soprattutto trascrizioni ottocentesche.

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Differenza tra piccole e grandi labbra

MEDICINA ONLINE VULVA LABBRA GRANDI PICCOLE LABIA MINORA MAJOR VAGINA SEX SESSO DONNA APPARATO SESSUALE FEMMINILE CLITORIDE MEATRO URETRALE OPENING IMENE VERGINITA WALLPAPER PICS PICTURE PHOTO.jpgLa “vulva” è l’insieme degli organi dell’apparato genitale femminile che sono esterni e quindi visibili. Fanno parte della vulva le grandi labbra, le piccole labbra, il clitoride e il vestibolo della vagina. Molti confondono le grandi labbra con le piccole labbra, in particolare le piccole labbra sono erroneamente da molti chiamate grandi labbra.

MEDICINA ONLINE VULVA VAGINA ORIFIZIO VAGINALE URETRA URETRALE PUBE PELI PEBICI DONNA MONTE DI VENERE CLITORIDE PICCOLE GRANDI LABBRA ANO PERINEO RAGAZZA REALE FEMMINILE ORGANI GENITALI FEMMINILI SESSO PENETRAZIONE PENE ANO

Vediamo le differenze tra queste due strutture dell’apparato sessuale femminile:

Le grandi labbra (in inglese “labia majora”, vedere figura in alto) sono più grandi ed esterne rispetto alle piccole labbra. Sono fisse e caratterizzate da un colore più scuro, poiché lo strato cutaneo che le copre è maggiormente pigmentato rispetto alla normale colorazione cutanea; si tratta inoltre di un tessuto particolarmente ricco di ghiandole sudoripare (che rispondono ad una funzione di attrazione sessuale soprattutto nel mondo animale).

Le piccole labbra (in inglese “labia minora”, vedere figura in alto) sono più piccole e più vicine alla vagina rispetto alle grandi labbra. Sono mobili e possono ricoprire l’entrata della vagina. Sono situate anteriormente al clitoride, da cui decorrono formando il prepuzio clitorideo.

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Differenze tra yogurt greco e normale

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Uno degli alimenti più conosciuti e consumati dalle persone, specialmente in questi ultimi anni dove ha avuto un vero e proprio boom, è lo yogurt greco. Si tratta a tutti gli effetti di uno yogurt, ma ha un sapore e una consistenza completamente diverse dallo yogurt “normale” (che, come vedremo, è tutt’altro che tradizionale) che consumiamo di solito. Ma per capire che cos’è lo yogurt greco abbiamo la necessità di capire, per prima cosa, che cosa sia lo yogurt tradizionale.

Lo yogurt tradizionale

Lo yogurt è un sottoprodotto della lavorazione del latte, latte che può essere di qualsiasi animale (capra, mucca e pecora) e anche di origine vegetale (come il latte di soia, di riso o di noci) perché deriva essenzialmente dalla fermentazione degli zuccheri. Infatti, se nel latte entrano alcuni batteri particolari, che industrialmente vengono inseriti di proposito, questi hanno una particolare attività detta fermentazione: per prima cosa scindono lo zucchero principale del latte, il lattosio, nelle due unità di base che sono il glucosio e il galattosio, poi si “mangiano” quest’ultimo formando un acido, l’acido lattico.

Questo acidifica il prodotto, rendendo la vita impossibile ad altri batteri e facendo sì che il latte possa conservarsi più a lungo. Ed è per questo motivo che lo yogurt è molto più acido rispetto al latte di partenza. E questo è lo yogurt tradizionale. Eppure lo yogurt a cui siamo abituati non è acido! Perché quello non è yogurt. Il marketing, negli anni ’80, ha fatto un così grande lavoro in Italia, facendo credere che quei barattolini ai vari gusti molto dolci che troviamo nei supermercati fossero yogurt: si tratta di uno yogurt con aggiunta di panna o zucchero per renderlo più appetibile, soprattutto ai bambini.

Quando vi capita, andate in un caseificio e chiedete dello yogurt, quello vero. Sentirete la differenza (e capirete anche perché hanno voluto renderlo più buono: è immangiabile!) ma potete dire di aver mangiato almeno una volta nella vita lo yogurt, non quello che viene spacciato per yogurt (ma che ha i fermenti quindi ai fini della legge può essere chiamato yogurt).

Lo yogurt greco

Ma in questo articolo parliamo di yogurt greco, che in realtà non è greco ma bulgaro (ma se lo avessero chiamato yogurt bulgaro non avrebbe avuto il suo appeal) e viene prodotto soprattutto negli Stati Uniti. Quante verità ci vengono rivelate, vero? In realtà, se avete modo di assaggiare lo yogurt tradizionale (quello vero) e lo yogurt greco, scoprirete che a livello di gusto la differenza non è tantissima. Lo sentite diverso, per prima cosa, perché quello che pensate sia yogurt tradizionale non lo è, come abbiamo appena visto.

La differenza tra la produzione dello yogurt tradizionale e lo yogurt greco è infatti minima: si parte dallo stesso latte, con gli stessi fermenti, ma un certo punto si arriva al filtraggio dello yogurt, perché, come il formaggio, la parte liquida è separata da quella solida. Nello yogurt tradizionale le operazioni di filtrazione sono due, mentre nello yogurt greco sono tre. Potrebbe sembrare una differenza di poco conto, ma la terza filtrazione è lentissima, perché più si va avanti e più è difficile estrarre il liquido, e questo porta ad una serie di differenze. Essenzialmente nel liquido che viene filtrato e buttato vi è contenuto quasi tutto il sodio (quindi lo yogurt greco è adatto a chi segue diete iposodiche) e il lattosio che i batteri non hanno fermentato (il ché rende lo yogurt greco adatto anche agli intolleranti). Nella massa, di conseguenza, rimane un quantitativo maggiore di proteine, per cui è più nutriente e più grasso di quello tradizionale. Va però ricordato che un processo di raffinazione industriale in più ha permesso di creare un ‘mostro’, lo yogurt greco light, con solo il 3% di grassi! Rispetto allo yogurt tradizionale, e non a quello dolcificato a cui siamo abituati, lo yogurt greco ha un contenuto in zucchero più basso e chiaramente è anche meno dolce, per lo stesso motivo.

Calorie

Lo yogurt “normale” contiene mediamente 59 calorie per 100 grammi e circa 3,6 grammi di carboidrati; lo yogurt greco contiene invece mediamente 115 calorie per 100 grammi e circa 2,5 grammi di carboidrati.

Differenze con lo yogurt tradizionale

Quali sono i benefici della salute dello yogurt greco? E’ più indicato per il maggior quantitativo di nutrienti, proteine, e per la minor presenza di zuccheri e per una percentuale di sodio minore rispetto allo yogurt tradizionale. I benefici quindi non sono tantissimi, ma stiamo parlando a tutti gli effetti di due prodotti molto simili. La differenza è invece maggiore in cucina, dove i sapori sono diversi per cui lo yogurt greco si può impiegare anche nella cucina soprattutto salata, laddove impiegare quello tradizionale dolce è molto più difficile, per cui si tende a consumarlo tal quale o al massimo come ingrediente nei dolci.

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Differenza artrite reumatoide e artrite psoriasica: sintomi comuni e diversi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MALATTIE REUMATICHE COSA SONO CURANO PERICOLOSE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie CapillariL’artrite reumatoide (AR) è una poliartrite infiammatoria cronica, anchilosante e progressiva a patogenesi autoimmunitaria e di eziologia sconosciuta, principalmente a carico delle articolazioni sinoviali. Può provocare deformazione e dolore che possono portare fino alla perdita della funzionalità articolare.
L’artrite psoriasica è un tipo di artrite infiammatoria cronica, associata spesso, ma non sempre, a psoriasi che precede generalmente il processo artritico. Normalmente colpisce solo alcune articolazioni ma in forme gravi si manifesta nella colonna vertebrale, ricordando come quadro clinico quello della spondilite anchilosante. Fa parte del gruppo delle spondiloartriti sieronegative.
Entrambe sono patologie autoimmunitarie, entrambe con eziologia ancora non del tutto chiara, tuttavia esistono molte differenze tra esse, a cominciare dall’epidemiologia: mentre l’artrite reumatoide colpisce maggiormente le donne (rapporto 3:1) e la malattia esordisce di solito tra i 40 e i 50 anni di età, nella psoriasica il picco di incidenza è tra i 20 e i 40 anni senza distinzione tra i sessi.

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Sintomi
Nell’artrite reumatoide i segni sono principalmente: dolore, tumefazione calda ma non arrossata, impotenza funzionale e rigidità (specie al mattino) delle articolazioni: tipicamente interfalangea prossimale (IFP) e/o metacarpofalangea (MCF). La psoriasica è un’oligoartrite, cioè che interessa poche articolazioni, che colpisce solamente le interfalangee distali (IFD) che appaiono tumefatte e doloranti, impossibili da distendere o piegare completamente. Può essere mutilante (molto aggressiva), simmetrica o predominare il danno alla colonna vertebrale (spondilite).

Differenze
Una sostanziale differenza tra le due è che nel caso dell’artrite psoriasica sono presenti, nell’individuo, anche le manifestazioni cutanee della psoriasi, mentre nell’artrite reumatoide non è rilevabile clinicamente nessuna lesione cutanea riconducibile alla psoriasi.
Importante differenza tra le due patologie è la presenza del fattore reumatoide: l’artrite psoriasica è classificata tra le spondiloartriti sieronegative, cioè un gruppo di malattie in cui non è presente il fattore reumatoide che è invece un riscontro di laboratorio che caratterizza in particolare l’artrite reumatoide (la positività al fattore reumatoide indica artrite reumatoide nell’80% dei casi). Per avere ulteriori informazioni su fattore reumatoide e sui suoi valori normali e patologici, leggi questi aricoli:

Per approfondire l’argomento, leggi gli articoli sulle rispettive patologie:

I migliori prodotti per la cura delle ossa e dei dolori articolari 
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