Testicolo gonfio e dolorante: cause, diagnosi e terapie

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TESTICOLO GONFIO DOLORANTE CAUSE TERAPIE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgLa presenza di un testicolo gonfio, o di entrambi, è una condizione che può facilmente indurre il soggetto ad attraversare uno stato di forte preoccupazione e di paura, nel sospetto che si tratti di una patologia grave. È molto comune ricondurre il gonfiore di un testicolo al segno di un tumore, ma in realtà, è bene premettere fin da subito che un tumore ai testicoli in genere si manifesta con la presenza di un nodulo facilmente identificabile mediante palpazione dello scroto e dei testicoli, e che si nota per una consistenza molto più dura rispetto ai tessuti circostanti. È anche bene ribadire che il tumore ai testicoli non è certo una patologia diffusa quanto temuta, e che se trattata in tempo ha probabilità molto alte di guarigione. Notare un testicolo gonfio, dolorante e duro può comportare delle forti ripercussioni psicologiche, temendo per la propria capacità riproduttiva, per la propria virilità e per la propria vita sessuale. Ma se per un lato la presenza di un gonfiore ai testicoli procura un forte senso di ansia, dall’altro spesso il soggetto temporeggia per senso di imbarazzo.

Il gonfiore testicolare può associarsi a molteplici altri sintomi, in relazione all’evento patologico alla base della manifestazione, quali:

  • febbre;
  • dolore ai testicoli e allo scroto;
  • ematuria (presenza di sangue nelle urine);
  • emospermia (sangue nello sperma);
  • vasi sanguigni dilatati ben visibili attraverso la cute dello scroto.

Inolte, al tatto il testicolo può essere duro e rigido e portare alla manifestazione di disuria (difficoltà nell’atto della minzione) e stranguria (dolore nell’atto di urinare). In ogni caso, sia che il sintomo si manifesti da solo, ai testicoli ed allo scroto, che accompagnato da altri sintomi, si raccomanda di informare il proprio medico con la massima celerità, il quale, valutata la situazione, vi indirizzerà verso una visita specialistica più approfondita, in genere presso un medico specialista in andrologia. In molti casi la causa alla base del sintomo in questione può essere risolta del tutto, preservando la capacità riproduttiva e quindi la fertilità del soggetto, ma in altri casi un intervento tardivo può compromettere in maniera irreversibile sia la fertilità che la salute generale del soggetto. Come lasciato intuire le cause di testicolo gonfio sia destro che sinistro sono molteplici, alcune di facile risoluzione, mentre per altre vi è la necessità di trattamenti più mirati.

Ernia inguinale

Per buona parte della vita fetale i testicoli sono accolti nella cavità addominale, per poi, in genere nel corso del 7° mese di gestazione, discendere nello scroto attraversando una struttura anatomica complessa che prende il nome di canale inguinale. Non è raro, specie nei bambini nati prematuri, o molto più facilmente a seguito di un eccessivo sforzo fisico, che alcune strutture dell’addome attraversino proprio questo canale andando a localizzarsi all’interno dei testicoli causando gonfiore e dolore, anche se quest’ultimo non è sempre avvertito dal paziente. Alla palpazione si nota facilmente la presenza di un’asimmetria e di una massa che ha una consistenza diversa rispetto al tessuto circostante.

Idrocele

Si verifica nei soggetti in cui non vi è stata la corretta chiusura del canale inguinale a seguito del passaggio dei testicoli dall’addome allo scroto. Questa mancata chiusura consente il transito di liquidi provenienti dall’addome che di norma vengono riassorbiti dai tessuti, ma che in alcuni soggetti, specie nei bambini, quando il liquido è presente in quantità, determina la comparsa di testicolo gonfio e dolorante destro o sinistro. Negli adulti questa condizione si instaura a seguito di un traumatismo, di un’ infezione o di un tumore.

Varicocele

Si tratta di un’ectasia venosa, ossia una dilatazione delle vene che costituiscono il cosiddetto plesso pampiniforme. Questo evento si manifesta con molta più frequenza nel testicolo sinistro rispetto al destro, a causa delle caratteristiche anatomiche dei vasi sanguigni. In condizioni di varicocele il flusso di sangue è rallentato, il suo riversamento nella vena renale risulta più lento e si ha il ristagno di sangue all’interno delle vene del testicolo, che appariranno congestionate e dilatate. Caratteristica ben osservabile anche attraverso la cute dello scroto. Il ristagno di sangue va a causare un aumento della temperatura del testicolo, e quando questa supera la soglia di tollerabilità degli spermatozoi, il paziente corre il rischio di subire serie ripercussioni sulla sua capacità fertile.

Epididimite

L’epididimo è una piccola struttura situata posteriormente al testicolo e che rappresenta il tratto di congiunzione tra il didimo (testicolo) e le vie spermatiche, consentendo allo sperma di fluire verso il dotto deferente. Questa struttura è facilmente soggetta ad infiammazione che può essere provocata sia da traumi che da infezioni che colpiscono le vie genito-urinarie, e ancora da infezioni sessualmente trasmissibili (gonorrea e clamidia). Il gonfiore al testicolo, se la causa è di natura infettiva, si associa facilmente a febbre, dolore, brividi e linfonodi ingrossati.

Orchite

L’orchite è un’infiammazione dei testicoli, analogamente per quanto accade nell’epididimite può essere sia di natura traumatica che di natura infettiva, pertanto al gonfiore testicolare si associano febbre, brividi, ematuria, emospermia (presenza di sangue nello sperma), l’intera zona pelvica può essere dolorante ed in genere si riscontrano linfonodi ingrossati. Si tratta di una condizione più frequente negli uomini adulti, specie dalla quinta decade di vita in avanti

Torsione del testicolo

Si tratta di una vera e propria emergenza medico-chirurgica, per cui si deve intervenire entro 4-6 dall’episodio di torsione, altrimenti il testicolo viene perso per la mancanza di flusso sanguigno a nutrire il normale metabolismo dei tessuti. Questa evenienza si manifesta con più frequenza a seguito di sforzi fisici di grande entità, a seguito di forti emozioni, di traumi o di rapporti sessuali intensi, e consiste nell’attorcigliamento del legamento gubernaculum che permette la fissità del testicolo all’interno della borsa scrotale. Come anticipato, la torsione del testicolo va a comprimere la rete vascolare, causando una progressiva sofferenza che procede fino alla necrosi e quindi alla perdita del testicolo. La torsione del testicolo porta al gonfiore del testicolo e dello scroto, dovuto alla congestione sanguigna, ma si caratterizza sicuramente ben più per una sensazione dolorosa molto intensa e che porta il soggetto a rivolgersi al pronto soccorso con celerità.

Come si effettua la diagnosi?

Ribadiamo ancora una volta la necessità di rivolgersi al consulto medico in ogni caso, sia quando il testicolo si presenta gonfio senza altri sintomi, che ovviamente quando al gonfiore si associano altri sintomi. Quando, invece, il gonfiore è improvviso ed è accompagnato da un dolore molto intenso si invita a rivolgersi alle cure immediate in un pronto soccorso, perché potrebbe trattarsi di una torsione del testicolo. Condizione che come abbiamo visto in precedenza, costituisce una vera e propria emergenza e che necessita di un intervento immediato. Una visita medica in genere è costituita da una fase di raccolta di informazioni (anamnesi), momento in cui il medico chiede quando è insorto il sintomo, da quanto persiste, se è accompagnato da altri sintomi e se il soggetto aveva manifestato episodi precedenti. A questa fase segue l’esame obiettivo, ossia il momento in cui il medico verifica visivamente e manualmente l’entità del problema, quindi osserva se vi è la presenza di vasi sanguigni ben visibili attraverso la cute dello scroto (indice di varicocele), se il testicolo interessato ha una colorazione differente da quello sano, se alla palpazione sono distinguibili masse, noduli o ernie. Sulla base delle informazioni raccolte il medico valuterà quali indagini diagnostiche effettuare per indagare più a fondo sulla base di precisi sospetti diagnostici. Risulteranno utili l’esame del sangue o delle urine, al fine di individuare la presenza di un’infezione, o un’ecografia per verificare la presenza di un’ernia o di una raccolta di liquidi nello scroto.

Quali sono le terapie più efficaci?

La terapia più efficace ed idonea sarà in funzione della patologia alla base del rigonfiamento del testicolo, pertanto dovrà essere prescritta e somministrata esclusivamente da un medico dopo aver preso visione di tutte le indagini effettuate e dopo essere giunto ad una diagnosi precisa. In caso di infezione, la terapia andrà ad eradicare l’agente patogeno scatenante mediante antivirali, in caso di virus, o di antibiotici in caso di batteri. Se la causa è di natura strettamente infiammatoria la terapia potrà essere di natura farmacologica con l’assunzione di antinfiammatori. In caso di varicocele, invece, talvolta si rende necessario un intervento chirurgico che vada a correggere le alterazioni venose, salvaguardando la fertilità del paziente.

Integratori alimentari efficaci nel migliorare quantità di sperma, potenza dell’erezione e libido sia maschile che femminile

Qui di seguito trovate una lista di integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di migliorare la prestazione sessuale sia maschile che femminile a qualsiasi età e trarre maggiore soddisfazione dal rapporto, aumentando la quantità di sperma disponibile, potenziando l’erezione e procurando un aumento di libido sia nell’uomo che nella donna. Ogni prodotto viene periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

Per approfondire, leggi:

Leggi anche:

Lo Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Come faccio a superare la fine di una storia d’amore?

MEDICINA ONLINE VOLTO TRISTE DONNA RAGAZZA CAPELLI SGUARDO ESTATE SUMMER MORA PELLE SKIN OCCHI OCCHIAIE TERAPIA TRATTAMENTO EYES TRUCOS DE BELLEZZA VISO DONNA RIMEDI SEXY SEX MEDICINA E“Un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla”. Bisogna partire da questa struggente frase di C. Pavese per compiere un percorso di superamento della fine di un’amore.

Superare la negazione

Innanzitutto bisogna accettare che l’amore è finito e che nel finire ci ha completamente disarmati, come nella frase di Pavese. Senza un’accettazione di ciò qualsiasi percorso è inutile. Sembra scontato ciò, ma non lo è. All’inizio, soprattutto se la fine sopraggiunge in maniera improvvisa ed imprevista, si tende a negare il tutto o quanto meno a minimizzare. Si ritiene che l’altro ritornerà, che ha confuso qualche suo dubbio o quant’altro come mancanza d’amore.
Dopo che si è arrivati ad accettare che l’amore è realmente finito, si sprofonda in un cupo, lacerante dolore. Bisogna allora concedersi un periodo del tutto simile ad un vero e proprio lutto. In questo periodo che può durare giorni o settimane ed a volte mesi, va cacciato fuori tutto il nostro dolore. Bisogna piangere tutte le lacrime che vorremmo provare a tenerci dentro, evitando di nascondere lo sporco sotto il tappeto che porta soltanto ad una rimozione che rende più difficile il superamento della situazione. Ci si può far affiancare in questo periodo da una persona a noi cara che prestandoci semplicemente ascolto, raccogliendo il nostro dolore, ci allevierà un po’ la sofferenza. Va espressa anche tutta la rabbia che si ha dentro. Vanno analizzati eventuali sensi di colpa che si provano.

Leggi anche: La paura di restare single ti fa scegliere il partner sbagliato

Il distacco assoluto evita l’agonia prolungata

Serve un distacco assoluto dalla persona che ci ha lasciato. Spesso, per soffrire di meno, si tende a mantenere una minimo di relazione, di tipo amicale, con l’altro. Magari anche solo seguendolo sui social come Facebook o Instagram, mandandosi di tanto in tanto un messaggio. Ci si illude che così il dolore sarà meno lacerante, mentre non si fa altro che prolungare l’agonia. Inoltre questo atteggiamento nasconde la speranza, spesso inconscia, che l’amore possa ritornare. Quindi, prima che si possa riprendere un rapporto anche minimamente formale con l’altro, occorre tempo.

Leggi anche: Dipendenza affettiva: riconoscerla, affrontarla e superarla

Nuovo interesse

Nel frattempo che il tempo ci aiuti a superare la situazione, sostituiamo il nostro rapporto ormai finito con un nuovo forte interesse, che magari non riempirà appieno il baratro lasciato dal precedente, ma ci aiuterà comunque a superarlo. La natura umana aborrisce il vuoto, soprattutto nell’area dei comportamenti e delle emozioni umane. Se non colmiamo, pur parzialmente, questo vuoto, il comportamento dipendente si rafforza. Ricordarsi della massima del filosofo Nieztsche che recita “Tutto ciò che non mi uccide, mi giova”. La fine dell’amore rappresenta anche un momento di crescita, di rafforzamento delle proprie capacità di superare le difficoltà. Se ci riusciremo saremo sicuramente più forti e più maturi.

Dottore “tempo”

Non dimenticarsi del dottore “tempo” che col suo trascorrere cicatrizza qualsiasi ferita. Infine vorrei ricordare un bel verso di U. Saba “Muta il destino
lentamente, a un’ora precipita”. 
Per quanto doloroso e lento possa essere questo percorso di superamento della fine di un’amore, arriverà un’ora dove vi accorgerete di essere guariti. E vi renderete conto che il più grande amore è quello che ancora deve venire.

Se credi di non riuscire a gestire da sola o da solo la fine di una relazione, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a superare questa difficile situazione.

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PRENOTA UNA VISITA CONTATTI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano Pene

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, segui la nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Colpo di frusta: sintomi, rimedi e risarcimento in Italia

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COLPO DI FRUSTA RISARCIMENTO ESITI DANNO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgCon l’espressione “colpo di frusta” (in inglese “whiplash”) si intende un semplice movimento articolare del rachide cervicale nei tre piani dello spazio a seguito di un’accelerazione o decelerazione, tipici di un incidente stradale con tamponamento antero-posteriore tra due autovetture, ma anche di alcuni traumi sportivi.
Anche se nell’uso comune “colpo di frusta” è diventato sinonimo di danno o patologia, in realtà questa espressione non sottende assolutamente una patologia traumatica del rachide cervicale, né, tanto meno, una sua lesione: è un movimento fisiologico articolare che l’organismo attua in risposta ad una sollecitazione e che non comporta, di per sé, alcuna conseguenza patologica. Questo ovviamente non significa che il colpo di frusta – in alcuni casi – non possa in effetti determinare un danno.

Leggi anche:

Cause di colpo di frusta da incidente stradale
Quando l’autovettura viene tamponata il sedile ed il conducente subiscono una forte accelerazione che li proietta in avanti. Il peso del capo tende per inerzia a conservare la posizione iniziale e, mentre il resto del corpo viene spinto in avanti, la testa viene pressata contro il poggiatesta (danno da iperestensione).
Successivamente il capo viene proiettato in avanti con una velocità superiore rispetto al resto del corpo (danno da iperflessione).
Se la vettura è priva di poggiatesta, o questi sono regolati in modo scorretto, il danno da iperestensione sarà maggiore. In assenza di airbag saranno invece più gravi i traumi da iperflessione poiché la testa non verrà frenata nella sua corsa ed andrà a sbattere violentemente contro il volante.

Esiti da colpo di frusta
Solo in alcuni casi, quando il colpo di frusta sia particolarmente brusco ed istantaneo (come può succedere a seguito di sollecitazioni particolarmente intense), esso può dare origine a conseguenze patologiche: si parlerà, in questo caso, di esiti da colpo di frusta, che possono consistere in vari danni e patologie, tra cui:

  • contratture dei muscoli paravertebrali;
  • riduzione della lordosi fisiologica del tratto cervicale;
  • schiacciamento o frattura delle vertebre cervicali.

L’entità della lesione è direttamente proporzionale all’intensità e alla violenza dell’impatto. Quando il capo subisce una forte accelerazione il suo limite di resistenza viene superato e le singole fibre si sfilacciano sempre più fino alla completa lacerazione (strappo muscolare). Fortunatamente nella maggior parte dei casi il trauma non è così violento da causare la rottura delle fibre muscolari. Nel caratteristico colpo di frusta si verifica di solito soltanto un semplice stiramento dei muscoli e dei legamenti cervico-nucali. Inoltre il nostro corpo possiede la capacità di rigenerare i tessuti lesi anche se questi non raggiungeranno mai il livello di efficienza degli originali. Gli esiti patologici del colpo di frusta, quando pure raramente si verifichino, sono quindi quasi sempre completamente reversibili in tempi brevi: solo in una minoranza di casi il colpo subito può procurare danni gravi e permanenti.
Questi traumi non vanno comunque sottovalutati poiché le loro conseguenze negative si possono manifestare anche nei giorni seguenti con la comparsa della classica “contrattura muscolare da riflesso protettivo”. Si tratta essenzialmente di un meccanismo di difesa che il nostro corpo adotta contraendo la muscolatura cervico nucale. In questo modo se da un lato vengono impediti tutti quei movimenti in grado di peggiorare la situazione dall’altro i processi di riparazione cellulare possono procedere in modo ottimale.

Leggi anche:

Colpo di frusta: gli esiti più gravi
Nei casi più gravi si possono manifestare anche alterazioni della colonna, dell’equilibrio fisiologico del bacino e addirittura dell’articolazione temporo-mandibolare. La situazione peggiore compare tuttavia quando il colpo di frusta si associa a vere e proprie rotture ligamentose, erniazioni discali e fratture vertebrali. In queste situazioni la gravità della lesione esula dalla definizione di colpo di frusta che abbiamo visto essere caratterizzato da lesioni molto più superficiali. Basti pensare che una rottura del midollo spinale contenuto nelle vertebre cervicali causa la paralisi degli arti e, se avviene a livello di C1-C2, è addirittura letale. Quindi se l’impatto è stato piuttosto violento, è bene riferire sintomi e dinamica dell’incidente ai sanitari che provvederanno ad effettuare esami diagnostici come radiografie e TAC per evidenziare l’effettiva entità delle lesioni.

Danni da colpo di frusta: i fattori di rischio
Come abbiamo visto, gli esiti da colpo di frusta sono generalmente rari, tuttavia ci sono cattive abitudini alla guida che aumentano il rischio di danni legati ad eventuale colpo di frusta:

  • eccessiva velocità alla guida;
  • erronea postura del passeggero;
  • assenza del poggiatesta;
  • mancato uso di cinture di sicurezza in tutti i passeggeri.

Alcuni soggetti possono inoltre avere una particolare predisposizione anatomica dovuta a caratteristiche della loro struttura ossea, che li espone a danni maggiori in caso di colpo di frusta.

Colpo di frusta: cura e rimedi
Nei casi meno gravi, il riposo è il mezzo di guarigione più efficace nel primo periodo subito dopo il trauma. In questa fase andranno limitati al massimo i movimenti del collo e della testa. Spesso il primo provvedimento preso dal medico è proprio quello di applicare il collarino, che con la sua azione di sostegno protegge il tratto cervicale sia da movimenti incongrui sia da sollecitazioni di altro tipo. Grazie all’immobilità l’infiammazione tissutale può lentamente regredire, specialmente se viene abbinata a farmaci opportuni.
I medicinali più utili per curare il colpo di frusta sono quelli con azione antiflogistica, antidolorifica e miorilassante (antinfiammatori non steroidei, FANS). Nel caso in cui il dolore interferisca con il riposo notturno o crei ansietà vengono prescritti anche farmaci tranquillanti e sedativi.
Terminata la fase acuta del trauma, più o meno dopo dieci-venti giorni, l’utilizzo di farmaci e collare viene abbandonato definitivamente. A questo punto del processo riabilitativo vengono invece introdotte terapie fisiche e manipolazioni.
Nei casi più gravi, la terapia dovrà essere invece decisa in base al trauma riportato, non escludendo eventuali interventi chirurgici e lunghi periodi riabilitativi.

La situazione italiana: risarcimenti eccessivi
I danni provocati dal colpo di frusta, nel mondo, sono estremamente rari e minimi; in Italia invece il colpo di frusta porta ad esiti anche gravi, piuttosto frequentemente. Perché ciò avviene? La facilità di simulazione dei sintomi porta i sinistrati a comportamenti frodatori: le truffe assicurative connesse alla simulazione del colpo di frusta raggiungono in Italia effetti economici definiti “devastanti” sui costi del sistema assicurativo e sull’ingombro dei relativi contenziosi sul sistema giudiziario civile. Si tratta di un fenomeno, quello italiano, il cui impatto – dal punto di vista epidemiologico – non è giustificato dai dati scientifici e non trova alcun riscontro in Europa, in situazioni di mobilità paragonabili a quelle italiane.
Il caso dell’abnorme incidenza italiana dei danni da colpo di frusta è quindi chiaramente l’effetto di un diffuso “malcostume” che trova la sua origine della simulazione di malattie (patomimia), o nella esagerazione dei micro-danni permanenti, espedienti comportamentali che trovano un fertile terreno di coltura nell’universo delle microlesioni (come quelle del rachide), le uniche facilmente simulabili, grazie alla pochezza dei postumi ed alla loro natura talvolta asintomatica.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Differenza tra angina stabile, instabile e secondaria: cause, sintomi, diagnosi, cure

MEDICINA ONLINE CUORE HEART INFARTO MIOCARDIO NECROSI ATRIO VENTRICOLO AORTA VALVOLA POMPA SANGUE ANGINA PECTORIS STABILE INSTABILE ECG SFORZO CIRCOLAZIONE.jpgL’angina pectoris viene descritta come un “senso di peso”, “oppressione”, “soffocamento”, costrizione o dolore “simile a una morsa”, anche se Continua a leggere

Crollo vertebrale nell’anziano da osteoporosi e tumore: sintomi, diagnosi e terapia

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CROLLO VERTEBRALE D12 ANZIANO OSTEOPOROSI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari An Pene.jpgCon “crollo vertebrale” si identifica una patologia caratterizzata dalla perdita dell’altezza della vertebra, che può avvenire in modi diversi. Quasi sempre si verifica un crollo vertebrale in soggetti di età avanzata e che soffrono di osteoporosi, ma esistono anche fenomeni patologici che possono portare a questa situazione anche soggetti più giovani, come le metastasi vertebrali. Anche la menopausa può portare rischi di fratture, poiché si verifica una perdita continua del tessuto osseo.

Sintomi del crollo vertebrale 
Innanzi tutto c’è da dire che non sempre vi sono sintomi visibili che fanno presupporre un crollo vertebrale, e il paziente può anche non accorgersene. Già dai primi dolori alla schiena si dovrebbe ricorrere a specifici accertamenti per chiarirne la causa e determinarne la terapia. E’ indispensabile che il medico non sottovaluti il caso e si adoperi tempestivamente a prescrivere un immediato controllo. Da sottolineare il controllo periodico della postura e della statura del paziente, che può diminuire a causa della frattura vertebrale.

Diagnosi precoce
Una diagnosi precoce offre la possibilità di intervenire con diversi tipi di trattamenti. La soluzione per una diagnosi accurata, in questi casi, è un’esame radiologico o una tac, attraverso il quale è possibile accorgersi della frattura e valutarne la gravità, in modo da trattarla con le dovute terapie. E’ di fondamentale importanza affidarsi a strutture adeguate e a professionisti esperti che svolgono l’esame con competenza e accertino la giusta diagnosi.

Terapia per crollo vertebrale
Esistono diversi modi per guarire o migliorare il crollo vertebrale, e cambiano tutti a seconda della gravità del caso. Può essere necessaria una cura farmacologia, l’uso di un busto, la terapia fisioterapica o un intervento chirurgico. Spesso si ricorre anche alla cifoplastica, che è una modifica della vertebroplastica e che consiste nel posizionamento di due cateteri a palloncino dentro la vertebra prima di chiuderla col cemento osseo. I vantaggi di questa terapia sono molteplici: innanzi tutto, non è dolorosa e aumenta notevolmente la consistenza della vertebra; inoltre, può essere praticata su soggetti anziani ed evita una prolungata degenza ospedaliera. Non solo, non c’è alcun pericolo che il cemento fuoriesca e riduce drasticamente il rischio di complicazioni. Naturalmente, qualsiasi sia il trattamento, è indispensabile un riposo prolungato a cui è consigliabile far seguire un periodo di fisioterapia. Particolarmente indicati saranno esercizi posturali e di respirazione, associati a cauti massaggi dei muscoli paravertebrali con la possibilità di utilizzare inoltre strumenti antidolorifici ed antinfiammatori.

I migliori prodotti per la cura delle ossa e dei dolori articolari 
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere di ossa, legamenti, cartilagini e tendini e la cura dei dolori articolari. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

Leggi anche:

Lo Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Coccigodinia e dolore anale: sintomi, rimedi e cure

MEDICINA ONLINE OSSA OSSO PARI IMPARI SCHELETRO UOMO DIFFERENZE TESSUTO SPUGNOSO TRABECOLARE COMPATTO CORTICALE FIBROSO LAMELLARE CARTILAGINE OSSO SACRO COCCIGE CERVELLO SISTEMA NERVOSO CENTRALE PERIFERICO MIDOLLO OSSEO SPINALELa coccigodinia è una sindrome dolorosa che interessa il bacino, in particolare il coccige o l’area circostante. I dischi di cartilagine specie negli anziani, sono affaticati da decenni di uso continuo nel compito di mantenere il coccige nella sua sede e tendono ad usurarsi, provocando dolori sempre più forti. La coccigodinia è quasi sempre associata all’età avanzata, raramente è causata da metastasi o da un tumore chiamato “osteosarcoma” (ovvero un tumore maligno primitivo delle ossa). In alcuni casi la sofferenza può essere provocata da patologie come la cisti pilonidale  (una particolare cisti che compare nella regione sacrale, tra lo strato adiposo cutaneo e la fascia muscolare)  e lo sperone osseo.

Caratteristiche della coccigodinia
Non è difficile comprendere di soffrire di coccigodinia: il dolore infatti è sempre localizzato alla base della colonna vertebrale e anche se la sua intensità può variarare, è proprio il preciso posizionamento a renderlo facilmente identificabile. In alcuni casi potrebbe essere particolarmente forte, al punto da non permettere di effettuare attività tanto semplici quanto indispensabili: guidare la propria autovettura o addirittura sedersi. Fra i vari dolori collegati alla coccigodinia ricordiamo:

  • un insieme di forti dolori quando si evacua (ossia quando si va in bagno);
  • dei forti dolori alle gambe, i fianchi ed i glutei;
  • un forte aumento dei dolori collegati alle mestruazioni;
  • aumento del dolore durante i rapporti sessuali;

Sappiamo che la coccigodinia non rappresenta una problematica molto grave, ma se essa si unisce ad altre patologie, come una massa anomala od un ascesso, le difficoltà e le sofferenze patite possono aumentare notevolmente. Per capire l’eventuale presenza di una sinergia negativa fra la coccigodinia ed altre malattia si potrà utilizzare una radiografia.

Leggi anche:

Come curare efficacemente la coccigodinia?
Un metodo semplice ed efficace per combattere la coccigodinia è l’utilizzo dei FANS (i farmaci antinfiammatori non steroidi), a cui si possono unire anche dei farmaci miorilassanti che evitano una contrazione muscolare eccessiva, inutile e addirittura controproducente. Anche il paracetamolo (Tachipirina) può essere usato efficacemente, specie se il dolore è lieve. Tutti queste medicine non sono però così efficaci nel caso in cui il paziente soffra di dolori particolarmente intensi, quali quelli provocati dalla coccigodinia cronica, una “variante” particolarmente aggressiva di questa patologia. In questo caso sarà necessario utilizzare un trattamento più “radicale” ed adoperare il tramadolo: si tratta di un oppioide sintetico, vendibile solo con una prescrizione medica non ripetibile. Tale sostanza non è un semplice agonista oppioide ma agisce come inibitore della ricaptazione della noradrenalina, inducendo anche un maggior rilascio di serotonina. Si tratta di un farmaco da utilizzare con cautela in quanto può anche provocare effetti collaterali non indifferenti come vomito, nausea, sudorazione eccessiva e stitichezza. Non è assolutamente un farmaco da utilizzare in gravidanza e nel caso venga assunto in sinergia con altri farmaci antidolorifici il mix può portare a tremori nervosi di grande intensità. Il tramadolo è quindi una sorta di “extrema ratio” e proprio per questa ragione può essere acquistato solo con ricetta non ripetibile in modo che il medico possa verificare se sia davvero necessario che il paziente ne assuma dose ulteriori.

Curare la coccigodinia con altre terapie
Se non desiderate assumere farmaci chimici e pensate che la cura migliore sia quella di tipo naturale, potreste affidarvi con fiducia al vostro fisioterapeuta, osteopata o chiropratico: i massaggi praticati da degli esperti possono infatti allontanare il dolore, almeno per un periodo ridotto di tempo. Esistono inoltre dei cuscini creati proprio per ridurre la pressione sul coccige e permettere così una seduta comoda e priva di dolore.

La rimozione chirurgica del coccige
Nel caso in cui né i farmaci né i massaggi apportino beneficio non resterà che agire alla radice tramite una coccigectomia, ossia una asportazione chirurgica dell’intero coccige. Normalmente questo intervento è effettuato solo su pazienti che soffrono di una notevolissima instabilità del coccige e di dolori davvero lancinanti. In alcuni casi esso è utilizzato nella terapia post partum, quando la paziente abbia subito una frattura del coccige a causa di fortissime contrazioni. La tecnica più usata è detta “di Gardner”, uno specialista anglosassone che negli anni ’70 introdusse questa metodologia chirurgica. Il paziente viene sottoposto ad un’ anestesia generale e successivamente messo in posizione genu-pettorale. Viene praticata una incisione longitudinale della cute nella zona fra i glutei, rimanendo sempre ad almeno 5 cm. di distanza dall’anno per evitare qualsiasi tipo di infezione. Successivamente verrà effettuata un’incisione dei tessuti sottocutanei per arrivare a raggiungere il coccige. A questo punto con delle apposite garze verranno allontanati tutti i tessuti ed i legamenti che si trovano attorno al coccige. Verrà poi effettuato uno scollamento della parete anteriore coccigea, l’esposizione della punta del coccige e la resezione dei tralci connettivali. Infine verrà rimosso completamente tutta quella parte del coccige effettivamente lesionata. Pur essendo decisamente invasiva questa operazione chirurgica risolverà sicuramente la problematica limitando i rischi di infezione e permettendo una guarigione tutto sommato rapida: dopo circa 5 settimane si potrà ritornare a sedersi normalmente ed i dolori al coccige rimarranno solo un brutto ricordo.

I migliori prodotti per la cura delle ossa e dei dolori articolari 
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere di ossa, legamenti, cartilagini e tendini e la cura dei dolori articolari. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

A che serve la Tachipirina (paracetamolo)?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MAL DI GOLA FORTE RIMEDI FARMACI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneLa Tachipirina è un farmaco che contiene paracetamolo. In Italia è possibile acquistare senza ricetta la formulazione di Tachipirina 500 mg e non quella da 1000 mg, che invece richiede ricetta medica. Si può assumere a stomaco vuoto (al contrario degli antinfiammatori non steroidei FANS come l’Aspirina). La singola dose è generalmente di 1000 mg, negli adulti non superare la dose di 3000 mg totali in un giorno. La Tachipirina si trova in commercio in varie forme:

  • Supposte, in diversi dosaggi per bambini e adulti (62.5 mg, 125 mg, 250 mg, 500 mg, 1000 mg), non serve ricetta medica.
  • Compresse (Tachipirina 500 mg e 1000 mg, rispettivamente farmaco da banco e con ricetta medica)
  • Sciroppo
  • Gocce (esclusivamente per bambini piccoli, poichè la dose prevede 3-4 gtt per chilogrammo di peso)
  • Compresse oro-dispersibili (Tachipirina Flashtab da 250 mg e da 500 mg)
  • Compresse effervescenti (da 500 mg con vitamina C o da 1000 mg, questo dosaggio richiede ricetta medica)
  • Bustine di granulato effervescente (da 500 mg e da 1000 mg, la seconda richiede ricetta medica).
  • Granulato orosolubile (250 mg, 500 mg o 1000 mg)

Il paracetamolo è un buon antidolorifico e antipiretico, può quindi dare sollievo in tutte le condizioni in cui ci sia una forma di dolore medio-lieve; in particolare in queste situazioni:

  • febbre;
  • influenza;
  • malattie esantematiche;
  • affezioni acute del tratto respiratorio;
  • cefalee;
  • nevralgie;
  • mialgie;
  • altre manifestazioni dolorose di media entità, di varia origine.

Leggi anche:

Lo Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Differenza tra otite esterna, media ed interna con diagnosi e cure

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ORECCHIE TAPPATE PIENEZZA AURICOLARE CUR Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneCon il termine “otite” (in inglese “otitis”) si identifica una infiammazione a livello auricolare, di tipo acuto o cronico. La cura è impostata in base alle cause che l’hanno determinata, quasi sempre include farmaci antiinfiammatori per lenire il dolore ed antibiotici (se l’otite è causata da batteri). In rari casi rende necessario l’intervento chirurgico di timpanoplastica.

A seconda della parte dell’orecchio colpita – dall’esterno all’interno dell’orecchio – si distingue in:

  • Otite interna: l’infiammazione coinvolge l’orecchio interno.
  • Otite media: probabilmente la variante più comune nei bambini in età pediatrica, è un’infiammazione a carico dell’orecchio medio.
  • Otite esterna: oltre a coinvolgere il canale uditivo esterno, questa forma di otite tende a colpire anche il timpano. Ad ogni modo, non sempre il timpano ne risulta compromesso.
  • Miringite: l’otite assume la connotazione precisa di miringite quando il processo infettivo-infiammatorio colpisce esclusivamente la membrana timpanica.

Indipendentemente dall’area auricolare colpita dall’infezione, tutte le varie forme di otite possono presentare un decorso acuto o cronico. Si parla di otite acuta quando l’infiammazione si conclude definitivamente nell’arco di un breve periodo, senza necessariamente aver bisogno di cure; diversamente, l’otite cronicizza quando il paziente, non riuscendo a debellare spontaneamente il patogeno in tempi brevi, richiede farmaci specifici per la guarigione completa.
Il sintomo che accomuna tutte le differenti forme di otite è il mal d’orecchio (otodinia): l’intensità del dolore e l’eventuale presenza di altri sintomi (es. perdita d’equilibrio, vertigini, nausea ecc.) dipende dall’area di orecchio interessata dall’infiammazione.

Leggi anche:

Sintomi dell’otite interna
L’otite interna esordisce generalmente con vertigini, sempre violente ed acute. Il quadro clinico è completato da ansia, confusione, difficoltà a mantenere l’equilibrio, fischi alle orecchie (acufene), giramenti di testa, nausea, nistagmo, mal di stomaco, pallore e perdita dell’udito.
L’otite interna può dunque causare disagi considerevoli, tanto da sfociare talvolta in depressione ed attacchi di panico.

Sintomi dell’otite media
L’otite media è accompagnata da dolore ed infiammazione auricolare, associati ai sintomi caratteristici della malattia scatenante: mal di gola, febbre/febbricola, congestione nasale (naso chiuso), tosse.
In alcuni casi, l’otite media si manifesta nella variante purulenta: in simili frangenti, il dolore alle orecchie è accompagnato dall’emissione di materiale purulento (pus) dal canale auricolare. Quando l’otite media non viene accuratamente trattata, è possibile che il quadro clinico venga aggravato da perforazione del timpano, compromissione delle capacità uditive ed acufene grave.

Leggi anche:

Sintomi dell’otite esterna
L’otite esterna tende ad esordire con una sensazione fastidiosa di prurito, che presto si trasforma in dolore più o meno intenso localizzato nelle strutture uditive esterne. Il dolore auricolare si accentua durante la masticazione o semplicemente toccando l’orecchio. L’otite esterna può essere accompagnata da eritema, iperemia (aumento del sangue nell’orecchio esterno), edema, alterazione della capacità uditiva oppure otorrea (secrezione purulenta/sierosa dal canale uditivo).

Diagnosi e cure
Le otiti possono essere diagnosticate e differenziate tramite:

  • Visita con l’otoscopio.
  • Timpanometria: valuta il movimento del timpano e la pressione all’interno dell’orecchio medio.
  • Timpanogramma: valuta la presenza di liquido/muco nell’orecchio medio e la funzionalità della tuba di Eustachio.
  • Esame audiometrico.
  • TC.

La terapia dell’otite dipende ovviamente dalla causa scatenante: gli antibiotici sono indicati in caso di accertata infezione batterica, mentre gli antivirali – quando necessari – sono indicati per la cura delle infezioni da virus. Per il controllo del dolore, il paziente affetto da otite media può assumere sussidi terapeutici analgesici ed antinfiammatori, utili per velocizzare i tempi di guarigione: i più usati sono paracetamolo, ibuprofene ed idrocortisone (applicazione topica, direttamente nel canale auricolare).

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!