Diabete: il diabetico può mangiare cioccolato? Quale preferire?

MEDICINA ONLINE CIOCCOLATO CACAO CIBO DIABETE INSULINA DOLCI DOLCE GRASSI ZUCCHERO CARBOIDRATI CUORE PANCREAS DIGESTIONEPrima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento trattato, vi consiglio di leggere questo articolo: Cosa può e non può mangiare il diabetico: cibi per controllare la glicemia

Il cioccolato, se di qualità, fa sicuramente bene alla salute perché – secondo molte recenti ricerche – migliora il metabolismo degli zuccheri, riduce la pressione, riduce il rischio cardiovascolare e aterosclerotico, ha un grande effetto antiossidante grazie alla presenza dei flavonoli. E’ pertanto importante scegliere cioccolato di qualità ad alto contenuto di cacao e quindi di flavonoli, per essere certi di assumere un alimento salutare e non solo grassi e calorie.
Però non tutto il cioccolato è ammesso: solo quello fondente ad alte percentuale di cacao. In ogni caso, dato l’elevato apporto di grassi e di calorie, chi introduce il cioccolato nella dieta dovrà fare qualche rinuncia sottraendo una quantità di calorie pari a quelle introdotte con una barretta di cioccolato dalla dieta abituale oppure incrementare l’esercizio fisico o più verosimilmente combinare entrambe le cose.
Ricapitolando:

  1. si al cioccolato, ma solo fondente al alta percentuale di cacao;
  2. si a cioccolato di qualità e quindi ricco di flavonoidi;
  3. no a cioccolato al latte o bianco;
  4. no agli eccessi di cioccolato; diabetico o no io consiglio comunque al paziente di moderarne l’assunzione: uno o due dei tipici quadretti piccoli al giorno sono sufficienti per toglierci lo “sfizio” volendo bene alla nostra salute;
  5. evitare di superare i 15 grammi giornalieri di fondente.

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Diabete: zucchero o dolcificanti per il diabetico?

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Per la pianificazione della dieta in caso di diabete è essenziale eliminare completamente lo zucchero da cucina (saccarosio); al suo posto è possibile utilizzare (in piccole dosi e dopo parere medico positivo):

  • Saccarina.
  • Ciclamato.
  • Miele: in quantità moderate il diabetico può utilizzarlo ma deve controllare la glicemia.
  • Stevia: indicato per coloro che soffrono di ipertensione, diabete di tipo 2 e/o insulino-resistenza in quanto sembrerebbe favorire il trasporto dello zucchero dentro le cellule con una riduzione dell’insulino-resistenza e un effetto ipoglicemico.
  • Fruttosio: è consigliabile ai diabetici ma, se si supera la dose massima giornaliera consigliata, che è pari a 30 grammi, si può avere un aumento della trigliceridemia.
  • Sorbitolo: non innalza la glicemia, infatti, una volta arrivato nell’intestino il sorbitolo è convertito in fruttosio, da cui la possibilità per i diabetici di utilizzare questo zucchero. Va consumato saltuariamente ed in piccole dosi (l’uso cronico è sconsigliato).
  • Aspartame: non è adatto in gravidanza, a tal proposito leggi anche: L’aspartame fa bene o fa male alla salute? ed anche: Nuovo studio italiano assolve l’aspartame: non è cancerogeno

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Meteorismo intestinale: cos’è, cause, rimedi, dieta, cibi da evitare

MEDICINA ONLINE TUMORE COLON RETTO INTESTINO SINTOMI INIZIALI TARDIVI DIAGNOSICon meteorismo viene indicato un disturbo gastrointestinale associato alla distensione addominale provocata da una eccessiva produzione e accumulo di gas nel tratto digestivo, usualmente nel tratto intestinale (Meteorismus intestinalis) o nello stomaco, più raramente nella cavità addominale. L’accumulo di gas che risale nel tratto gastro-intestinale e che non viene evacuato, ad esempio attraverso la flatulenza, può dar luogo a complicanze, una tra tutte il rigonfiamento dell’addome stesso.

Patogenesi

La quantità di gas all’interno dell’intestino è abbastanza costante, e non rappresenta che una piccola frazione del volume totale realmente prodotto. Il volume totale dei gas è soltanto da 100 a 200 mL. La quantità dei gas è regolata dal transito intestinale e dall’evacuazione del gas in eccesso. I gas entrano nell’organismo con la deglutizione, le reazioni biochimiche, la diffusione a partire dal sangue e dalla fermentazione batterica intestinale. I gas escono invece per assorbimento dalla parete intestinale, per escrezione respiratoria, per sintesi batterica e per evacuazione anale.

Eccessiva produzione

Questa è influenzata dalla ricchezza in fibre alimentari (soprattutto pectina, poco la cellulosa), la cui riduzione causa una netta diminuzione dei gas prodotti. Esso dipende anche dalla durata del transito: più è lento, più la produzione sarà importante (costipazione).

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Alterazione della propulsione

L’intestino, tramite la peristalsi, mette in movimento i gas prodotti in modo da evacuare la parte non riassorbita dall’intestino. In alcuni pazienti vi è un rallentamento della propulsione dei gas e formazione di sacche gassose. Anche lo sfintère anale ha un ruolo; normalmente il gas è evacuato mediante l’associazione di una leggera contrazione dei muscoli addominali con il rilasciamento dell’ano; talvolta non c’è tale coordinazione e lo sfintère non si rilascia. In conclusione, non è tanto l’eccesso dei gas, ma la distribuzione anormale di essi a essere responsabile del meteorismo addominale. È da notare che la ritenzione dei gas nell’intestino tenue dà una sintomatologia più marcata della ritenzione nel colon. Inoltre è stato notato che, per una stessa quantità di gas, certe persone si sentono gonfie e altre no, quindi vi è un fattore personale di sensibilità e di tolleranza a tale sintomo.

Carbone vegetale contro il meteorismo

Il carbone vegetale riveste un ruolo di assoluta rilevanza come rimedio erboristico naturale, seguito da piante carminative come finocchio ed anice.
Si distinguono quattro categorie di carbone:

  • Carbone vegetale: è ottenuto dalla distillazione secca del legno di betulla, salice o pioppo, da cui si ottiene una polvere. Vanta blande proprietà adsorbenti, comportandosi come una spugna.
  • Carbone animale: deriva da scarti della macellazione (ossa, tendini, cartilagini) sottoposti ad una carbonizzazione senza fiamma. Comporta proprietà adsorbenti maggiori rispetto al carbone vegetale: infatti, è considerato anche “anti-tossico” in ambito medico (in seguito alla lavanda gastrica). Il materiale di scarto animale viene posto in stufe ad una temperatura compresa tra i 100 e i 200°C: la carbonizzazione avviene senza fiamma per evitare la produzione di sostanze aromatiche cancerogene.
  • Carbone officinale composto: rappresenta un mix di carbone vegetale ed animale.
  • Carbone medicato: è un carbone arricchito con sostanze antisettiche (es. fenoli).

Il carbone, in generale, ha proprietà adsorbenti che lo rendono capace di trattenere i gas intestinali; inoltre, facilita l’eliminazione batterica che provoca la fermentazione. Per i soggetti che presentano solamente una forma di meteorismo causata da un’alimentazione scorretta, il carbone dev’essere assunto dopo i pasti. Solitamente, per i soggetti che seguono una cura farmacologica, il carbone dovrebbe essere evitato, perché potrebbe diminuire la biodisponibilità dei farmaci. Il carbone, inoltre, non dev’essere assunto dalle persone che presentano carenze vitaminiche e dai soggetti che manifestano problemi di assorbimento in generale: il carbone, infatti, va ad indebolire l’assorbimento dei principali nutrienti. Sarebbe buona regola assumere fermenti lattici in concomitanza al carbone per favorire il ripristino della flora intestinale, di conseguenza per combattere il meteorismo. Il consulto del medico è comunque indispensabile.

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Rimedi naturali per il meteorismo

Tra rimedi naturali contro il meteorismo spiccano anche le tisane con estratti di piante carminative, che agiscono diminuendo il gonfiore a livello addominale: finocchio, anice, cumino, sono i più noti, ma anche melissa, mirto e camomillasono molto efficaci per contrastare il meteorismo.

  • Finocchio (Foeniculum vulgare) e anice (Pimpinella anisum): sono droghe carminative che diminuiscono il gonfiore addominale grazie a molecole capaci di limitare la fermentazione anaerobia (in assenza di ossigeno) operata dalla flora intestinale. Il finocchio, stimolando l’attività biliare, è usato anche contro la dispepsia; inoltre è un diuretico. Il fitocomplesso è caratterizzato da fencone e da anetolo, appartenenti alla categoria di mono e sesquiterpeni. L’anice potenzia l’azione del finocchio,  inibisce il processo fermentativo a livello intestinale, riduce la flatulenza e la nausea.
  • Cumino (Cuminum cyminum) vanta proprietà carminative e digestive: per questo motivo è un ottimo rimedio naturale contro crampi addominali e gonfiori legati al meteorismo. Si consiglia una tisana a base di cumino a fine pasto per favorire la corretta digestione; per queste sue proprietà si configura simile al finocchio e all’anice.
  • Melissa (Melissa officinale) anche la melissa vanta proprietà carminative, riuscendo i diminuire i gas intestinali formati. La melissa è ricordata anche per le sue capacità antispasmodiche e calmanti: per questa sua potenzialità è inserita in molte formulazioni per indurre il sonno. Considerando poi che il meteorismo, come abbiamo analizzato, è causato anche da stress ed ansia, la melissa è sicuramente una droga molto utile per rilassare i tessuti, di conseguenza ostacolare il gonfiore addominale.
  • Mirto (Myrtus communis) il mirtolo è un principio attivo del mirto, ricavato dal suo olio essenziale, che vanta proprietà digestive, stomachiche, antinfiammatorie  e carminative. Inoltre, esplica anche proprietà antifermentative, ostacolando la fermentazione gastrica che causerebbe la sensazione di gonfiore.
  • Camomilla (Matricaria recutita) ha potenzialità carminative, essendo in grado di togliere l’aria dallo stomaco e dall’intestino, diminuisce i dolori addominali ed i crampi. Ha proprietà antispasmodiche, antinfiammatorie, spasmolitiche e antibatteriche, attività utili ad alleggerire i disturbi derivati dal meteorismo.

Consigli per combattere meteorismo e pancia gonfia

  • seguire una dieta equilibrata e bilanciata introducendo nello stesso pasto i vari nutrienti nelle giuste proporzioni;
  • utilizzare, sotto controllo medico, antibiotici non assorbibili che esercitano la loro azione riequilibrante sulla flora batterica senza essere assorbiti dall’intestino (effetti collaterali ridotti);
  • alcuni farmaci impediscono la formazione di schiume nell’intestino, favorendo l’assorbimento dei gas e riducendo il meteorismo (carbone vegetale, dimeticone).
  • masticare lentamente;
  • evitare le abbuffate;
  • mangiare la frutta zuccherina lontano dai pasti, soprattutto in caso di colite fermentativa;
  • se si soffre di meteorismo è bene evitare le fritture ed i cibi molto grassi;
  • mangiare in un ambiente rilassante, senza parlare troppo tra un boccone e l’altro
  • attenzione a combinazioni alimentari particolarmente sfavorevoli: carne e formaggi; uova e legumi; pasta, pane e molta carne;
  • per prevenire il meteorismo limitare il consumo di the, alcol, bevande gassate e più in generale di tutti quegli alimenti che contengono aria (panna montata, pasta sfoglia ecc.);
  • attenzione ai dolcificanti artificiali che contengono polialcoli (mannitolo, sorbitolo, xilitolo); anche un eccesso di fruttosio favorisce il meteorismo;
  • altri comportamenti a rischio: succhiare con la cannuccia e fumare durante i pasti;
  • il meteorismo e la fermentazione intestinale possono essere evitati grazie ad un ammollo prolungato dei legumi, al loro consumo sottoforma di puré o alla loro divisione con il cucchiaio a metà cottura;
  • nei pasti ricchi di proteine si consiglia l’associazione con verdure.

Alimenti che causano meteorismo, da eliminare o limitare

  • Frappè, panna montata
  • Cacao, cioccolato al latte, cioccolato fondente, cioccolato in tazza
  • Legumi: fagioli, fave, lenticchie (da soli o come componenti di zuppe tradizionali)
  • Alcune verdure: cipolla, cavoli, cavoletti di Bruxelles, cime di rapa, melanzane, carote(ammesse in piccoli quantitativi), lupini. Usare con moderazione i minestroni e i passati di verdura
  • Frullati di frutta (con o senza latte)
  • Bevande gasate
  • Maionese e salse a base di maionese
  • Zabaione
  • Gelato
  • Pasticceria fresca e secca
  • Zucchero, marmellata
  • Mollica di pane (in presenza di pancia gonfia e meteorismo si consiglia l’utilizzo di pane abbrustolito, fette biscottate o crackers)
  • Sostituire spesso il riso alla pasta
  • Brodi di carne o fatti con dadi ed estratti di carne
  • Vino rosso, alcolici, aperitivi
  • Liquidi in grande quantitativo ai pasti (bere spesso tra un pasto e l’altro)
  • Formaggi fermentati o piccanti
  • Pepe
  • Fritture in genere
  • Cibi troppo freddi o troppo caldi
  • Cibi assunti ad orari irregolari (utili 3 pasti principali ed eventualmente 2 merende)
  • Cibi poco masticati, ingoiati in fretta, parlando mentre si mastica.

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente

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Sono incinta: da quando si percepiscono i movimenti fetali?

MEDICINA ONLINE VAGINA DONNA BACIO SESSULITA GRAVIDANZA INCINTA SESSO COPPIA AMORE TRISTE GAY OMOSESSUAANSIA DA PRESTAZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE FRIGIDA PAURA FOBIA TRADIMENTOQuando vengono percepiti i movimenti del feto durante la gravidanza? Generalmente la percezione dei movimenti del bambino nel grembo materno iniziano ad essere percepiti dalla madre a partire dalla ventesima settimana (cioè dal quinto mese) anche se il realtà il feto si muove già precedentemente ma i suoi movimenti sono difficili da individuare, specie se la madre è alla prima gravidanza: le donne che si trovano alla seconda gravidanza tendono infatti a percepire i movimenti del bambino in anticipo rispetto alla prima gravidanza, poiché riconoscono già la sensazione.

Indicativamente si individua la ventesima settimana come punto di riferimento per l’inizio della percezione materna dei movimenti fetali, quando il bambino comincia a spingersi con i piedi contro la parete uterina.
Talvolta la percezione di quello che può essere un movimento è invece confusa con il singhiozzo, momento che la madre avverte come un sussulto ritmico, senza però sentire altri movimenti degli arti.

Alla fine del quinto mese la madre comincerà a sentire il bambino che si muove, e i movimenti saranno poi ben più chiari e definiti a partire dall’ultimo trimestre; naturalmente ogni bambino ha il suo modo di spostarsi, sarà dunque più o meno attivo e il movimento potrà essere concentrato in determinati momenti della giornata. La presenza dei movimenti è importante poiché denota benessere, al contrario se il bambino sta fermo può voler dire che può è in difficoltà. In ogni caso è da tener presente che il feto alterna sonno e veglia ogni 20 minuti.

La percezione dei primi movimenti è data anche dal ritmo di vita della donna, dalla capacità di saper ascoltare il suo corpo. Chi ha una vita estremamente attiva ha meno tempo a disposizione per il relax e lo stress può portare ad una contrazione del muscolo uterino, rendendo difficile la percezione del feto.

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Dispepsia: cos’è, sintomi, come si fa la diagnosi e terapia

MEDICINA ONLINE APPARATO DIGERENTE INTESTINO DIGIUNO ILEO DUODENO STOMACO ESOFAGO FEGATO PANCREAS DIGESTIONE FECI CRASSO COLON RETTO CROHN COLITE DIARREA VOMITO DIGERIRE SANGUE CIBO MANGLa dispepsia è un’alterazione delle funzioni digestive dello stomaco, comunemente descritta come ‘cattiva digestione’, tuttavia è ancora oggi una sindrome di difficile inquadramento e definizione. Attualmente si definisce dispepsia un insieme di sintomi, episodici o persistenti, avvertiti prevalentemente a livello della porzione superiore dell’addome e riferibili a disordini del tratto prossimale del tubo digerente, in assenza di una malattia organica, metabolica o psichiatrica che li giustifichi. Poiché i disturbi spesso sono vaghi e aspecifici, si ritiene vi siano molte cause, ad esempio, alterazioni della secrezione acida gastrica, stress, fattori psicologici, alterata percezione viscerale, alterazioni della motilità gastrointestinale. Vi sono dubbi tuttora su quale sia l’effettivo ruolo dell’Helicobacter pylori. Poiché il 70% dei pazienti con questa malattia presenta l’infezione da Helicobacter pylori, è stato ipotizzato che il germe possa avere un ruolo determinante, ma i numerosi studi condotti fino a oggi non sono risultati concordi nel dimostrare la regressione o la scomparsa dei sintomi dopo l’eradicazione del germe.

COME SI RICONOSCE?

  • Dolore addominale a livello della parte superiore dell’addome (la fascia che va dalle coste fino alla linea dell’ombelico).
  • Disturbo non doloroso: sensazione mal definita, di malessere che non raggiunge l’intensità dolorosa, pesantezza postprandiale, sazietà precoce, nausea, vomito, senso di gonfiore.

È utile ricordare che questi sintomi sono aspecifici, cioè possono essere imputabili a moltissime malattie gastroenterologiche, ma anche di altri distretti, per tale ragione è fondamentale il parere del proprio medico per capire se si tratta di disturbi di poco conto o meritevoli di ulteriori indagini o consulti specialistici.
L’esofagogastroduodenoscopia è l’esame di prima scelta da effettuarsi in presenza di dispepsia: esso permette da un lato di individuare o escludere la presenza di malattie organiche alla base della sintomatologia (ad es. ulcera, cancro), dall’altro di determinare il grado di gastrite cronica eventualmente presente e la presenza di infezione da Helicobacter pylori, attraverso l’esecuzione di biopsie della mucosa gastrica. In caso di sintomi indicativi di ritardato svuotamento gastrico (digestione lunga, pesantezza e gonfiore postprandiali) può essere utile lo studio dello svuotamento gastrico con radioisotopi.

CHI SI AMMALA?

Quasi tutti gli individui nel corso della vita hanno provato uno o più episodi di dispepsia e quindi mancano dati epidemiologici reali perché spesso si ricorre all’automedicazione e non ci si rivolge al medico, tuttavia alcuni studi hanno messo in evidenza che una percentuale che varia dal 10% al 40% della popolazione generale presenta sintomi cronici o ricorrenti.

COME SI CURA?

La terapia dipende dalla causa specifica che causa il disturbo a monte. Non tutti i pazienti dispeptici si giovano dello stesso trattamento, per cui abbiamo a disposizione varie classi di farmaci: procinetici, antiacidi, inibitori della secrezione acida, psicotropi.

Per approfondire: Indigestione: significato, febbre, brividi, diarrea, svenimento, cure

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Eliminare la tensione nervosa allo stomaco con i rimedi naturali

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Lo stomaco, così come l’intero apparato digerente, è una delle parti del corpo su cui si scarica più facilmente lo stato di stress ed ansia: in un periodo in cui ci sentiamo molto tristi o sopraffatti dalla quantità di lavoro oppure preoccupati per qualche problema familiare, il nostro stomaco ne risente subito, facendoci diventare inappetenti o facendoci prendere chili senza motivo apparente. Per combattere questo problema, vi diamo alcuni semplici consigli che vi aiuteranno a ridurre la tensione nervosa accumulata nello stomaco.

Tensione nervosa: perché si accumula nello stomaco?

Quando sperimentiamo una sensazione di stress molto forte, il nostro stomaco ne risente subito. In questo organo abbiamo infatti una specie di “molla” che si attiva quando abbiamo fame e che fa sì che vengano prodotti dei succhi gastrici. Ora, quando ci troviamo in uno stato di tensione, preoccupazione, ansia o stress, lo stomaco non risponde più agli stimoli nel modo corretto e l’intestino smette di produrre questa secrezione gastrica.

Questa condizione, conosciuta anche con il nome di dispepsia, provoca problemi di digestione, sensazione di pesantezza, bruciore di stomaco, ecc. Quando conviviamo quotidianamente con lo stress, i nostri processi digestivi vengono alterati e questo colpisce direttamente il tubo digerente, provocando sintomi come stitichezza, diarrea o vomito. È questo problema a causare, in alcuni casi, la comparsa dell’intestino irritabile.

Questo problema può interessare chiunque: uomini, donne, giovani, anziani… Lo stress è una malattia che colpisce tutti, senza distinzioni ed è bene sapere che il nostro apparato digerente, e in particolare lo stomaco, sarà il primo a subirne le conseguenze.

Consigli per rilassare la tensione nervosa nello stomaco

Evitate di consumare carboidrati: durante attacchi di ansia o stress, è molto comune sfogare il nervosismo mangiando la prima cosa che abbiamo sottomano, soprattutto cibi che ci piacciono molto. È normale ricorrere a merendine, caramelle, snack… Alimenti che non ci sazieranno e, per di più, peggioreranno il problema.

Questo provoca l’accumulo di grassi nel nostro corpo e la comparsa di tossine che renderanno ancora più difficile la digestione, facendola diventare molto più lenta e dolorosa. Se volete fare uno spuntino tra i pasti perché vi sentite nervosi o ansiosi, la cosa migliore è scegliere un frutto: una mela, una banana o anche uno yogurt naturale fermentato possono essere di grande aiuto. Contengono infatti prebiotici, sostanze che si prendono cura della nostra flora intestinale. Ricordate, però, di non scegliere mai alimenti ricchi di grassi, perché sono molto dannosi sia per lo stomaco che per l’intestino.

Per rilassare i nervi dello stomaco è bene prendere degli infusi dalle proprietà rilassanti. Se volete consumare delle tisane o del tè, però, ricordate di farlo due ore dopo i pasti, visto che queste piante tendono ad assorbire il ferro. Prendete nota dei seguenti infusi:

  • Camomilla: Prendetela due ore dopo ogni pasto, un cucchiaino con acqua bollente è l’ideale per calmare lo stomaco ed eliminare l’acidità. Ricordate di berla abbastanza calda; è una pianta perfetta per l’apparato digerente, perché ha proprietà antinfiammatorie, antispasmodiche, antiflatulente, ecc.
  • Passiflora: Una pianta perfetta per eliminare i problemi gastrointestinali, per rilassare, per disinfiammare ed eliminare la tensione nervosa. Potete prenderla come infuso dopo i pasti, anche se è possibile assumerla in compresse che troverete in vendita nei negozi naturali.
  • Melissa: Solleva dagli spasmi dello stomaco, è rilassante e diminuisce la tensione muscolare. Potete prendere un cucchiaino delle sue foglie dopo i pasti, noterete subito dei miglioramenti.
  • Anice: È una pianta che si può dare come infuso persino ai bambini piccoli. I suoi benefici per lo stomaco e la digestione sono ampiamente riconosciuti: elimina i gas, il mal di stomaco, favorisce la digestione… È semplicemente perfetta. Potete prenderne due tazze al giorno, dopo i pasti.
  • Chiodo di garofano: Un’altra pianta medicinale perfetta in questi casi, visto che riduce l’infiammazione, elimina i gas e calma il mal di stomaco. Potete far bollire 15 grammi di chiodo di garofano in un litro d’acqua, passarlo per un colino e poi lasciarlo a riposo. È perfetto da consumare mezz’ora prima dei pasti.

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Gravidanza e bambino podalico: manipolazione ed esercizi

MEDICINA ONLINE DONNA GRAVIDANZA INCINTA PANCIA ANATOMIA IMMAGINI FETO BAMBINO BIMBO POSIZIONE PODALICO ESERCIZI MANIPOLAZIONE GINECOLOGO OSTETRICO.jpgNell’ultimo trimestre il ginecologo verifica la posizione del bambino che idealmente dovrebbe aver assunto la cosiddetta posizione anteriore con la testa rivolta verso il basso vicino al canale del parto e il viso girato la schiena della mamma.
La maggior parte dei bambini assume questa posizione naturalmente intonro al sesto/settimo mese. Può succedere, però, che il bimbo non sia girato e si presenti, dunque, con i piedi o il sederino rivolti verso il canale del parto o che abbia assunto la cosiddetta posizione occipitale, con la testa in basso ma il visto girato verso l’addome della mamma. In questo ultimo caso, spesso succede che il bambino riesca a cambiare posizione durante il travaglio o, in fase espulsiva, geniceologo o ostetrica possono intervenire perché si volti.
Nel caso in cui, però, il bambino sia podalico la sola soluzione possibile per il parto è il cesareo. Come fare, dunque, per aiutare il feto a posizionarsi nel modo corretto?

MANIPOLAZIONE OSTETRICA
Le ostetriche o il ginecologo effettuano sulla pancia della mamma una sorta di massaggio che aiuta il bambino a cambiare posizione e, generalmente, a girarsi. Si tratta di una procedura abbastanza diffusa e spesso consigliata anche dai ginecologi che non comporta particolari rischi né per la mamma né per il bambino se non quello di essere inefficace.

ESERCIZI IN CASA

  • Posizion dei cuscini non troppo morbidi sotto al bacino in modo da sollevare la schiena di circa 30 cm. Piega le gambe e respira profondamente cercando di rilassarti. L’esercizio va ripetuto 3 volte al giorno per 10 minuti. Meglio eseguirlo a stomaco vuoto per evitare nausee.
  • Assumi la posizione del gatto inginocchiandoti a terra e appoggiando al suolo gli avambracci. Porta il mento verso il petto e il sedere verso l’alto. Questo permette di allargare la parte inferiore dell’utero consentendo al bimbo di girarsi. Ripeti l’esercizio  2 volte al giorno per 10 miniuti possibilmente a stomaco vuoto.
  • Siediti sul divano e porta le ginocchia al petto. Appoggia, quindi, i palmi delle mani a terra (chiedi a qualcuno che ti aiuti sostenendo le spalle) e porta il mento al petto. Esegui l’esercizio 3/4 volte al giorno per massimo 30 secondi.FA

FATTORI DI DISTRAZIONE
Talvolta per far girare il bambino è sufficiente fare degli impacchi freddi o molto caldi all’altezza del pube, avvicinare della musica o una torcia accesa in modo da attirare l’attenzione del bambino.

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Pubalgia in gravidanza: cause e rimedi del dolore all’osso pubico

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Ecografia Vascolare Articolare Reumatologo TACHIPIRINA GRAVIDANZA ALLATTAMENTOMedicina Estetica Luce Pulsata Depilazione Macchie Capillari Mappatura Nei Dietologo Roma  Radiofrequenza Cavitazione CelluliteLa pubalgia in gravidanza, ossia il dolore riferito nella pelvi all’altezza dell’osso pubico, è piuttosto frequente in alcune particolari condizioni, come la staticità, lo sforzo eccessivo, i difetti congeniti o posturali del bacino, i mal posizionamenti fetali. Tra i rimedi c’è sicuramente un corretto stretching, qualche piccola accortezza nelle posture ed evitare invece sforzi eccessivi in adduzione e abduzione delle gambe. Quello che chiamiamo comunemente pube è un osso che nel bacino si articola in avanti nella così detta sinfisi pubica. Come ogni articolazione, quindi, qui si trovano i tendini e le inserzioni dei muscoli, che possono in alcuni casi infiammarsi. Esiste una forma di pubalgia da sovraccarico sportivo, molto nota tra i calciatori che si verifica a causa di miscotraumi quando si stimolano eccessivamente queste strutture, o quando non si è preparata adeguatamente l’articolazione al movimento che andrà a compiere. Quello che si nota negli sportivi è che la pubalgia è spesso causata da un raccorciamento della muscolatura posteriore delle gambe, dovuta ad un mancato stretching dopo gli allenamenti. Un muscolo che perde la sua elasticità tonica è un muscolo che prima o poi sottoposto ad un lavoro darà segni di sofferenza.

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Cause del dolore all’osso pubico
In gravidanza vale più o meno lo stesso principio appena visto. Anche se non si tratta di un lavoro atletico, trasportare il peso del ventre che cresce è comunque uno sforzo per il muscoli del bacino e delle gambe. Uno sforzo al quale spesso i muscoli non sono preparati perché ipotonici alla base oppure ipertonici ma totalmente privi di elasticità come accade a volte a seguito di sport mal eseguiti e non susseguiti da stretching. Quindi a lungo andare man mano che il peso aumenta anche la semplice marcia può diventare dolorosa. Un fattore aggravante è quello ormonale. In gravidanza aumentano il progesterone gli estrogeni e la relaxina per facilitare l’apertura dell’articolazione del bacino proprio in vista del parto. Ma questa eccessiva lassità tendinea e articolare se non è supportata da una muscolatura tonica alla base rischia di creare contratture all’interno del bacino proprio per compensazione della debolezza muscolare. Tra le altre cause troviamo i mal posizionamenti fetali che sicuramente contribuiscono ad infiammare l articolazione del bacino, come anche il riposo assoluto a letto, una asimmetria del bacino che sia congenita o dovuta a difetti posturali o ancora una ginnastica fai da te.

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Alleviare i sintomi
Per alleviare i sintomi può essere utile apporre un cuscino tra le gambe quando si assume la posizione laterale o sotto il gluteo quando si sta sedute, cercando di mantenere la simmetria del bacino. Non fare movimenti bruschi e muovere le due gambe insieme piuttosto che una alla volta. Non sollecitare eccessivamente i muscoli adduttori e abduttori e fare uno stretching controllato dei muscoli posteriori delle gambe. La pubalgia, come la sciatica, il diabete e la trombosi venosa profonda si prevengono con un po’ di sana attività fisica che deve cominciare anche prima della gravidanza ed essere sempre preceduta da mobilizzazione articolare e seguita dallo stretching. La pubalgia gravidica si risolve spontaneamente dopo il parto ma se il fenomeno dovesse diventare particolarmente doloroso è bene consultare un ortopedico o un osteopata e cominciare fin da subito una riabilitazione.

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