Carboidrati, proteine e grassi: come vengono assorbiti nell’intestino?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA TRA INTESTINO TENUE E CRASSO Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneLa superficie assorbente dell’intestino è straordinariamente estesa, lunga oltre 4 metri, al sollevamento delle pliche della sua mucosa di rivestimento è ulteriormente accresciuta nella sua superficie ed ulteriormente ancora per la presenza dei villi intestinali visibili alla microscopia (2×10 elevato 9). La superficie di assorbimento di questa area è aumentata di circa il 600% dai villi, i quali sono proiezioni a forma di dito che rivestono le pareti dell’intestino tenue. Ogni villo contiene un vaso linfatico circondato da una rete di capillari, e nella sua superficie rivolta verso la cavità intestinale è provvisto di un orletto a spazzola, formato da minuscole estroflessioni cilindriche dette microvilli.
L’attività motoria dell’intestino favorisce i processi dell’assorbimento . Le sostanze nutritive raggiungono il circolo attraverso il sistema venoso portale, in cui si gettano i capillari intestinali, o attraverso i linfatici intestinali, verso cui confluiscono i vasi chiliferi. I nutrienti assorbiti attraverso i vasi linfatici, cioè grassi, piccole quantità di fosfolipidi e colesterolo, passano appunto nel sistema linfatico. Circa il 90% dei grassi è complessivamente assorbito attraverso il sistema linfatico. Tale sistema può essere considerato come una via di connessione tra il sangue e i tessuti, attraverso la quale avviene il trasporto alle cellule di quella parte di nutrienti non solubile in mezzo acquoso.

Tutti gli altri nutrienti, (amminoacidi e zuccheri) che sono assorbiti attraverso i capillari sanguigni, si riversano nella vena porta e sono trasportati direttamente al fegato. Il fegato trattiene parte dei nutrienti per le sue necessità (per es: la vitamina B12, indispensabile per formare i globuli rossi) e, tramite il circolo sanguigno, ridistribuisce i restanti, non modificati o dopo averli parzialmente rielaborati per via enzimatica, alle cellule degli altri distretti dell’organismo.

Alcune sostanze, invece, passano attraverso la membrana intestinale per semplice diffusione, e ciò può avvenire solo quando si trovano nell’intestino in concentrazione più elevata che nel plasma, mentre in caso contrario il passaggio avviene per trasporto attivo, un processo che richiede energia. Questo meccanismo, sostanzialmente simile per tutti i nutrienti, avviene a opera di un componente – di regola una proteina localizzata sulla membrana plasmatica delle cellule – che si carica del nutriente e gli consente di viaggiare contro un gradiente di concentrazione, cioè di passare da un’area dove si trova in minore concentrazione, a un’altra dov’è in concentrazione maggiore.

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Tutti i carboidrati sono assorbiti, nella forma delle loro unità costitutive, nella porzione superiore dell’intestino tenue (duodeno e digiuno). Perciò, l’amido, che è un polimero fatto da tante unità di glucosio, deve, prima dell’assorbimento, essere demolito a glucosio; il saccarosio a glucosio e fruttosio; il lattosio a galattosio e glucosio. Molte persone sane, sia adulti sia bambini, hanno intolleranza al lattosio: ciò dipende dal fatto che il loro organismo è incapace di scindere questa sostanza nelle sue unità costitutive, le sole che possono essere assorbite e quindi fungere da nutrienti. Questa intolleranza solitamente è di carattere ereditario, ma può anche essere acquisita, e si manifesta con dolori addominali, diarrea e flatulenza. Essa è poco diffusa tra gli Europei ma è molto ricorrente nelle popolazioni di colore. Fra gli afroamericani, sia dell’America del Nord sia dell’Africa, raggiunge punte del 77%, e quindi non sembra che possa essere semplicemente legata all’abitudine o meno di consumare latte, che negli Stati Uniti è molto diffusa da lunghissimo tempo.

Il processo di assorbimento dei grassi, più complesso, richiede la formazione di aggregati micellari tra i prodotti della loro digestione e i sali biliari che, una volta entrati nelle cellule della parete intestinale, vengono scissi: i sali biliari sono riversati nella cavità intestinale per riprendere il loro ruolo, mentre la componente grassa è trasferita nei vasi linfatici sotto forma di piccolissimi globi detti chilomicroni. I chilomicroni dai vasi linfatici sono poi riversati nella circolazione sanguigna e distribuiti ai vari distretti dell’organismo.

Le proteine, una volta demolite nelle loro unità costitutive (gli aminoacidi), passano nelle cellule della parete intestinale – mediante trasporto attivo – e da lì, attraverso la vena porta, sono convogliate al fegato. Può accadere che piccolissime quantità di proteine siano assorbite così come sono: quando ciò si verifica, il nostro organismo si trova a essere sensibilizzato alle proteine. Ecco perché una successiva introduzione di quelle stesse proteine provoca manifestazioni come asma, eruzioni cutanee e tutta quella serie di altri malesseri conosciuti come allergie.

Le vitamine, invece, non hanno bisogno di essere trasformate. Il loro assorbimento avviene nel digiuno, il tratto intestinale che si trova immediatamente sotto il duodeno. La vitamina B12, a differenza delle altre, è assorbita nel tratto successivo (ileo).

I sali minerali, a quanto risulta, vengono assorbiti lungo tutte le sezioni dell’intestino tenue, mediante meccanismi differenziati per ogni tipo di sale minerale. In particolare, l’assorbimento del ferro e del calcio avviene grazie a uno specifico meccanismo di controllo – ovviamente diverso per ognuno dei due nutrienti in questione – che regola la quantità assorbita a seconda dello specifico bisogno che l’organismo ha di quel nutriente in un determinato momento.

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Come vengono utilizzati i nutrienti

Al termine dei processi di digestione e assorbimento il nostro organismo viene a essere “invaso” da una varietà di sostanze chimiche, che abitualmente comprende tutti i nutrienti che gli sono necessari. Queste sostanze entrano a far parte di un insieme definito pool (ammasso) metabolico. Il pool metabolico, distribuito in tutto l’organismo, non comprende solo le sostanze chimiche che provengono dalla digestione, ma anche quelle (del tutto uguali) che derivano dagli incessanti processi metabolici dell’organismo.

Per esempio, il nutriente chiamato glucosio, proveniente dalla demolizione dell’amido contenuto in alimenti come pane e pasta, è perfettamente uguale al glucosio che proviene dall’attività metabolica del fegato, quindi costituisce con esso un unico pool. Da questo pool comune le cellule prelevano i nutrienti necessari, indipendentemente dalla loro origine. Le cellule del nostro organismo, sebbene siano molto differenziate come strutture e funzioni, e quindi come esigenze nutrizionali e capacità metaboliche, hanno meccanismi operativi di base sostanzialmente identici.

Ciò significa che tutte le cellule:

  • convertono nello stesso modo l’energia chimica contenuta nei nutrienti in energia utilizzabile per compiere lavoro;
  • sintetizzano nello stesso modo le proprie strutture fondamentali a partire dai nutrienti semplici (assimilazione).

di conseguenza, si rinnovano e si duplicano attraverso un’identica successione di eventi.

Esistono meccanismi generali che regolano la corretta distribuzione e utilizzazione dei nutrienti nelle diverse cellule e che, pertanto, presiedono a quella che viene chiamata omeostasi dell’organismo.

L’omeostasi è una condizione interna di equilibrio che assicura il mantenimento della normale concentrazione dei componenti del pool metabolico nell’organismo e il ritorno a questo equilibrio quando viene turbato, il che accade a ogni pasto, con l’immissione di nuovi nutrienti.

L’omeostasi è mantenuta tramite il coordinamento delle attività metaboliche di tutte le cellule dell’organismo. Questo coordinamento è assicurato da due tipi di segnali costituiti da particolari sostanze elaborate dal sistema nervoso (neurotrasmettitori) e dalle ghiandole endocrine (ormoni).

I segnali emessi dal sistema nervoso raggiungono l’organo-bersaglio viaggiando attraverso un filamento (nervo), quindi con un meccanismo che consente una comunicazione riservata tra il sistema emittente (cellula nervosa) e quello ricevente (per esempio, il muscolo), come tra due persone che si parlano al telefono. Il repertorio di questi segnali è limitato perché limitato è il repertorio dei neurotrasmettitori.

Gli ormoni, cioè i segnali elaborati dalle ghiandole endocrine, comprendono un numero molto maggiore di specie chimiche, quindi molecole piccole e grandi, solubili nei grassi o nell’acqua. L’esempio più noto di ormone è l’insulina, che è una grossa molecola, solubile in acqua, elaborata dalle cellule di quella porzione del pancreas detto pancreas endocrino per distinguerlo dalla porzione (pancreas esocrino) che, come è stato detto, fabbrica gli enzimi della digestione intestinale. Anche questo tipo di segnale viene trasmesso da una cellula emittente a una ricevente, ma non attraverso una struttura ben definita (come il nervo nel precedente tipo di segnali) bensì attraverso la circolazione sanguigna. Perciò questi segnali arrivano a tutte le cellule dell’organismo; ma dato che sono segnali in codice, possono essere compresi, cioè trasformati in un’informazione utilizzabile, solo da quelle cellule specificatamente attrezzate a questo fine (anche in questo caso le strutture riceventi sono delle glicoproteine localizzate sulla membrana plasmatica delle cellule).

Se la trasmissione dei segnali del sistema nervoso può essere paragonata al telefono, quella ormonale ha delle analogie con le onde radio: le onde radio si diffondono dappertutto, ma soltanto gli strumenti opportunamente sintonizzati sono in grado di trasformarle in un linguaggio comprensibile.
Il sistema di segnali sopra descritto è il principale responsabile della regolazione del “traffico” di nutrienti tra i diversi organi e tessuti che costituiscono il nostro organismo, e della loro utilizzazione secondo le esigenze di ognuno di essi, che non sono le stesse.

Per esempio, il cervello e i globuli rossi utilizzano per i loro bisogni energetici il glucosio che deriva principalmente dal fegato, che è l’organo centrale delle trasformazioni che avvengono nel nostro organismo.
Il muscolo, invece, ha bisogno di glucosio solo nell’esercizio violento e di breve durata, mentre utilizza prevalentemente acidi grassi, provenienti dalle riserve di grassi dell’organismo, per il lavoro di lunga durata.
Il surplus di energia, in qualsiasi forma chimica venga introdotto con la dieta, è messo in riserva nel tessuto adiposo sotto forma di grassi.

Questa incessante ridistribuzione di nutrienti è fondamentale per il processo vero e proprio della nutrizione, che ha luogo continuamente nei miliardi di cellule che, associate in organi e tessuti, costituiscono il nostro organismo. Infatti, normalmente consumiamo i nostri pasti per poco più di un’ora su ventiquattro, assorbiamo i nutrienti provenienti dal processo della digestione lungo un periodo che va dalle sei alle otto ore, e invece dobbiamo utilizzare nutrienti per i differenti bisogni dell’organismo ventiquattro ore su ventiquattro. Tuttavia non è questa la maggior peculiarità del nostro organismo. Anche una macchina non utilizza sempre immediatamente il carburante, ma ha un serbatoio che consente un’autonomia più o meno lunga fra un rifornimento e l’altro.

Ciò che invece contraddistingue il nostro organismo è che i nutrienti, periodicamente immessi nell’organismo, non servono solo a fornire energia e a costituire riserve, ma anche a ricostruire quei pezzi della “macchina” continuamente usurati durante l’incessante svolgimento dei processi vitali.

Infatti, non è solo durante il processo di crescita che i nutrienti sono utilizzati, secondo un piano geneticamente prefissato, per la progressiva costruzione dell’organismo: “siamo quello che mangiamo” anche quando, raggiunte le dimensioni finali, il nostro organismo rimane apparentemente “stazionario”.

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Calcoli renali: cibi vietati e consentiti, le buone abitudini per prevenirli

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CALCOLI RENALI CIBI VIETATI CONSENTITI  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgCon “calcolosi renale” si descrive la presenza di formazioni solide nell’apparato urinario – i calcoli renali – derivate dalla precipitazione e successiva aggregazione di sostanze disciolte nelle urine. Spesso i calcoli renali sono asintomatici, di norma il primo segnale di un calcolo renale è un dolore molto intenso che inizia all’improvviso quando il corpo tenta di “forzare” l’ostacolo, il calcolo si muove nelle vie urinarie e ostruisce il flusso dell’urina portando alla cosiddetta colica renale.

Cause di calcoli renali

Nella maggior parte dei casi, la calcolosi urinaria è causata da un aumento della concentrazione di calcio nelle urine provocato da fattori esterni, quali un’alimentazione ricca di calcio o povera di liquidi senza che sia presente una patologia scatenante. Meno frequente causa della formazioni di calcoli è l’iperparatitoidismo, cioè una produzione eccessiva di paratormone da parte delle ghiandole paratiroidi. In questo caso si ha un tasso di calcio nel sangue costantemente elevato, calcio che arriva quindi nel rene causando una sovra-saturazione persistente con conseguente formazione cronica di calcoli anche di enormi dimensioni.

Come si prevengono i calcoli?

  • buona idratazione con almeno 1,5 litri di acqua al giorno;
  • ridurre l’apporto di sale
  • controllare l’apporto di proteine di origine animale;
  • ridurre l’apporto di zuccheri semplici;
  • scegliere cibi con un basso contenuto di grassi saturi e privilegiare quelli con maggiore tenore di grassi monoinsaturi e polinsaturi;
  • cucinare senza grassi aggiunti. Preferire metodi di cottura come: il vapore, microonde, griglia o piastra, pentola a pressione, piuttosto che la frittura, la cottura in padella o i bolliti di carne.

Attenzione: ridurre l’assunzione di calcio non previene affatto la formazione di calcoli di ossalato di calcio, anzi ne fa addirittura aumentare il rischio.

Accortezze nell’assumere i liquidi:

  1. L’assunzione di liquidi dovrebbe essere distribuita nel corso di tutta la giornata in modo omogeneo per assicurare un volume urinario costantemente elevato.
  2. Un maggiore apporto è indicato nei periodi estivi ed in presenza di attività fisica.
  3. L maggior parte dei liquidi introdotti dovrebbero essere rappresentati dalla semplice acqua – e non da altri tipi di bevande come succhi o cola – per evitare la presenza di sostanze controindicate.

Norme da rispettare in caso di calcoli di ossalato di calcio:

  • Dieta normocalorica e normoproteica, con normale contenuto di sale e di calcio e con un apporto di liquidi tale da mantenere il volume della diuresi di circa 2 litri/die;
  • Ridurre l’apporto di alimenti contenenti ossalati soprattutto se presente iperossaluria (aumentata escrezione urinaria di ossalato di calcio);
  • Incentivare il consumo di alimenti contenenti fitati ( composti presenti in alcuni alimenti in grado di  imprigionano i sali minerali rendendoli indisponibili all’assorbimento e all’aggregazione) che sembrerebbero inibire la cristallizzazione dei sali di calcio.

Norme da rispettare in caso di calcoli di acido urico:

  • Controllato apporto calorico;
  • Riduzione della quota proteica che non dovrà superare 1 g/Kg/die;
  • Riduzione dell’apporto di purine. I cibi che ne contengono elevate quantità, hanno un alto contenuto di residui acidi e tendono ad acidificare le urine e quindi ad aumentare la escrezione urinaria di acido urico:
    • Alcool. La sua ingestione, soprattutto sotto forma di birra e di superalcolici, oltre a favorire l’aumento di peso, favorisce la produzione di acido urico da parte dell’organismo e la sua precipitazione nelle articolazioni, e ne riduce inoltre la eliminazione da parte dei reni.
    • Pesce azzurro ad alto contenuto di purine come acciughe, alici, sardine, sgombri.
    • Frattaglie quali fegato, cervella, rognone.
    • Selvaggina.
    • Molluschi e frutti di mare.
    • Insaccati.
    • Alimenti conservati.
    • Strutto, lardo, cucinati o fritti.
    • Dadi da cucina.
    • Bevande zuccherine contenenti fruttosio come cola, succhi di frutta

Alimenti da limitare in caso di calcoli renali

  • Carni e pollame (porzione di circa 100 grammi).
  • Affettati (porzione di circa 50 grammi).
  • Legumi (piselli, fagioli, lenticchie).
  • Pesce a medio contenuto di purine: spigola, carpa, cernia, luccio merluzzo, nasello, palombo, sogliola, rombo, trota (porzione di circa 150 grammi).
  • Alcuni tipi di verdure quali asparagi, spinaci, cavolfiori e funghi.

Alimenti consentiti e consigliati in caso di calcoli renali

  • Pasta e riso non integrale, grissini, crackers, fette biscottate, cereali. L’Amido aiuta l’escrezione di acido urico.
  • Latte e suoi derivati come yogurt e ricotta.
  • Formaggi, soprattutto a basso contenuto di grassi come asiago, bel paese, crescenza, fior di latte, fontina, mozzarella, scamorza e tra gli stagionati il Grana Padano DOP che è un concentrato di latte, ma meno grasso del latte intero perché parzialmente decremato durante la lavorazione, il suo consumo favorisce il raggiungimento del fabbisogno giornaliero di calcio, zinco, selenio e vitamine del gruppo B tra cui la B12 oltre alla vitamina A.
  • Uova.
  • Verdure consumare almeno una porzione ad ogni pasto, cruda o cotta e preferire barbabietole, bietole, broccoli, carciofi, cardi, carote, cavolini di bruxelles, indivia, insalata, lattuga, patate, pomodori, rape, zucca.
  • Frutta fresca come albicocche, arance, kiwi, mele, melone, pere, pesche. Non superare il quantitativo di 300 grammi al giorno. Le ciliegie hanno una particolare efficacia nel ridurre i livelli di uricemia come anche gli agrumi ricchi in vitamina C.
  • Olio extravergine di oliva per condire le pietanze preferibilmente a crudo, aggiunto con moderazione e dosato con il cucchiaino.
  • Acqua, almeno 1,5-2 Litri di liquidi al giorno (preferibilmente acqua oligominarale naturale).

Consigli comportamentali in caso di calcoli renali

  • In caso di sovrappeso o obesità si raccomanda la riduzione del peso e del “giro vita” ossia la circonferenza addominale, indicatore della quantità di grasso depositata a livello viscerale. Valori di circonferenza vita superiori a 94 cm nell’uomo e ad 80 cm nella donna si associano ad un rischio cardiovascolare “moderato”, valori superiori a 102 cm nell’uomo e ad 88 cm nella donna sono associati ad un “rischio elevato”. Tornare ad un peso normale permette di ridurre non solo i livelli di uricemia nel sangue, ma anche di ridurre gli altri fattori di rischio cardiovascolare (come ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, insulino-resistenza).
  • Rendere lo stile di vita più attivo (abbandona la sedentarietà! Vai al lavoro a piedi, in bicicletta o parcheggia lontano, se puoi evita l’uso dell’ascensore e fai le scale a piedi).
  • Praticare attività fisica almeno tre volte alla settimana sia di tipo aerobico, sia di rinforzo muscolare (anaerobica). L’attività fisica costante ha benefici effetti sui soggetti affetti da iperuricemia, oltre che essere fondamentale per eliminare il grasso in eccesso e dimagrire correttamente.

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Azotemia alta e reni: cibi da evitare per abbassarla

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma AZOTEMIA UREA ALTA I CIBI DA EVITARE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgL’azotemia è un parametro che indica la quantità di azoto non proteico nel sangue ed è di tutta evidenza che se si hanno valori di azotemia oltre i limiti consigliati, vi è qualcosa che non va. Solitamente si tratta di un problema  alimentare, ma potrebbe anche trattarsi di una ridotta funzione renale o del fatto che si beve molto meno di quanto si dovrebbe nell’arco della giornata. Ad ogni modo, per comprendere meglio il problema, è necessario innanzi tutto capire in che modo e perché l’azoto non proteico va a finire nel sangue.
Il principale prodotto delle proteine, che vengono trattate a livello epatico,  è l’urea e in essa è presente anche l’azoto, o meglio le scorie azotate, prodotte dal catabolismo epatico. L’urea, come è noto, viene eliminata dal sangue attraverso il filtraggio dello stesso da parte dei reni, ma in questa operazione, una parte delle scorie azotate non vengono eliminate del tutto e il conseguente loro accumulo nel sangue determina il livello di azotemia. Di norma questo accade in presenza di una ridotta funzionalità renale, ma potrebbe essere anche l’effetto di una dieta iperproteica, che produce quindi un alto numero di scorie azotate.
Altra causa di una azotemia oltre la norma potrebbe essere anche una ridotta assunzione di acqua durante la giornata e di norma basta bere un po’ di più per normalizzare il livello di azotemia.
In un soggetto sano  che adotta una dieta equilibrata l’azotemia è compresa tra i valori di 22-46 mg/dl. Alcuni laboratori utilizzano un diverso metodo di valutazione dell’azotemia e in quel caso i valori sono compresi nel range che va da 10,3 a 21,4 mg/dl.

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Livelli alti di azotemia non sono necessariamente indice di ridotta funzionalità renale, in quanto ci si potrebbe trovare alla presenza di una dieta alimentare particolarmente sbilanciata in favore degli alimenti ricchi di proteine, ed è quanto accade in tutte quelle diete iperproteiche che  stanno vivendo un periodo di grande popolarità. Questo è uno di motivi per cui è  necessario sempre valutare bene se è il caso di adottare certe diete sbilanciate che, in sostanza, nel lungo periodo non si sa che problemi potrebbero arrecare all’organismo.
Se invece l’azotemia alta è dovuta ad una semplice abitudine alimentare errata, quindi non sostenuta da una dieta  particolarmente rigida, basta evitare o ridurre alcuni alimenti, bere di più, e la situazione si normalizzerà.
Ma cosa bisogna evitare di mettere in tavola, o quanto meno ridurre, per evitare di incorrere in una situazione del genere.

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Innanzi  tutto bisogna distinguere le proteine in base alla loro qualità, e in questo ci vengono in aiuto tre parametri e, per la precisione il CUD, coefficiente di utilizzazione digestiva,  parametro che sarà alto in caso di proteine di origini animali e basso per quelle vegetaliPER, coefficiente di efficacia proteica, che indica l’accrescimento di peso corporeo per ogni grammo di proteina che viene assunto con l’alimentazione;  NPU, utilizzazione proteica netta,  che esprime la digeribilità delle proteine.
L’apporto consigliato di proteine nell’alimentazione è in stretta relazione all’età, per cui  nel neonato, che ovviamente deve crescere, il valore corretto è di 2 g/kg/die;  nei bambini di 5 e più anni il valore corretto è di 1.5 g/kg/die; negli adolescenti e negli adulti questo valore continua a ridursi e quindi è di 1-1.2 g/kg/die.

E’ ormai dimostrato che un eccessivo apporto di proteine animali, in particolare in associazione a grassi saturi, è uno dei fattori di rischio di cancro al colon, per cui, tornando alle diete di cui si parlava precedentemente, è una valutazioneda fare con molta attenzione.
Gli alimenti quindi da evitare o da assumere con moderazione, in caso di azotemia alta, sono prosciutto crudo, salame, bresaola, grana,  carne rossa, merluzzo o nasello, tonno fresco, petto di pollo, pinoli, soia secca. Quest’ultimo è l’alimento che in assoluto detiene il maggior contenuto di proteine.

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Costruire un fisico muscoloso: i 14 punti chiave

MEDICINA ONLINE PALESTRA PESI MUSCOLI MASSA PROTEINE AMMINOACIDI BCAA RAMIFICATI ESSENZIALI WHEY LATTE SIERO CASEINE CREATINA CARNITINA DIMAGRIRE WORKOUT ALLENAMENTO BICIPITI SPALLE DORSIl modo migliore per ottenere un fisico muscoloso è quello di tornare alle semplici soluzioni che funzionano davvero. Quando si tratta di costruzione muscolare, ci sono numerose teorie, metodi e preferenze. Se l’obiettivo è migliorare la salute, estetica, prestazioni, o una combinazione di tutte e tre, si può proprio dire che non c’è carenza di consigli che aiutino a raggiungerli. Questo però a volte possono diventare eccessivi e complicati e far dimenticare i principi di base, ma per fortuna, è più semplice di quanto sembri.

Cercare di diventare sempre più forti e preoccuparsi solo di quello che avviene in palestra, anche se è un elemento chiave, non deve essere la sola cosa di cui preoccuparsi. Ad esempio come affrontare il resto della vostra giornata e la notte ed il sonno che ha un ruolo importante nel determinare come e se avviene la costruzione del muscolo. Continuate a leggere questi 14 fattori basilari inerenti la costruzione del muscolo dal come mangiare, allenarsi, vivere e altro ancora.

1 – PROTEINE

Le proteine sono fondamentali da ottenere con ogni pasto, perché costruiscono e mantengono la massa muscolare. L’obiettivo sarebbe quello di 1/1,5 grammi di proteine per chilo di peso corporeo al giorno – le persone meno attive ne hanno bisogno di meno – e dovrebbero essere distribuite su cinque o sei piccoli pasti.

2 – OCCORRONO ANCHE I CARBOIDRATI

Le proteine saranno usate per costruire il muscolo se si consumano abbastanza carboidrati che forniranno al vostro corpo l’energia di cui necessita. In caso contrario, il corpo sfrutterà le proteine come combustibile. I carboidrati forniscono energia per le funzioni muscolari e agiscono anche da carburante per il cervello. Scegliete i carboidrati giusti, affidandovi maggiormente a verdura, avena, quinoa, riso e pasta integrale.

3 – FARE PASTI FREQUENTI

Mangiare cinque o sei piccoli pasti al giorno mantiene il metabolismo più attivo e quindi permette anche di bruciare di più. Se non si mangia spesso, la sostanza più prontamente disponibile per il corpo da consumare potrebbe essere il muscolo e non il grasso. Il corpo è resistente alla perdita di grasso e proverà ad attaccare prima la massa muscolare magra. Mantenete il giusto carburante nel serbatoio per fare in modo che il muscolo non venga consumato.

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4 – DORMIRE BENE, LA CHIAVE PER LA CRESCITA MUSCOLARE

E’ difficile costruire il muscolo senza un adeguato riposo – sette ore a notte, preferibilmente otto. Il sonno è utile perché la maggior parte dei vostri ormoni, come l’ormone della crescita e testosterone, vengono rilasciati, permettendo al corpo di recuperare e crescere. Senza un sonno adeguato, verranno sabotati i vostri sforzi per costruire il muscolo.

5 – L’IMPORTANZA DI UN ADDOME FORTE

I tanti piccoli muscoli stabilizzatori intorno alle vostre spalle, fianchi e sezioni addominali – collettivamente l’addome – forniscono un tronco solido. Allenate la stabilità e la mobilità di questi muscoli chiave con palle mediche, swiss ball, bande elastiche e con movimenti di rotazione che pagano dividendi enormi.

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6 – CAMBIARE LA ROUTINE DI ALLENAMENTO

Allenarsi costantemente è una grande cosa, ma non cambiare la rouutine di allenamento non lo è dal momento che il corpo si adatta rapidamente. Sfidate costantemente voi stesso con l’aggiunta di diversi movimenti. Quando eseguite un esercizio per voi familiare, puntate a fare un record personale.

7 – LE DONNE NON DIVENTERANNO ‘TROPPO GROSSE’

Contrariamente alla credenza popolare, le donne non avranno eccessiva massa muscolare, senza prendere steroidi o altri farmaci nocivi. Le donne mancano di testosterone necessario per mettere su una tale quantità di muscolo.

8 – LA TEMPISTICA È IMPORTANTE

Alla fine del vostro allenamento, il vostro corpo richiede le sostanze nutritive. Prima verrà rifornito il serbatoio, più rapidamente il vostro corpo si riprenderà ed i vostri muscoli cresceranno. Una strategia semplice è di mettere nella borsa da palestra uno shaker con un mix di integratori per il recupero post allenamento a cui aggiungere acqua e mescolare subito dopo l’allenamento.

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9 – IDRATAZIONE

Quanto ci si allena, bere acqua sufficiente è essenziale per la costruzione del muscolo. Bere abbastanza acqua prima, durante e dopo l’esercizio può aumentare le prestazioni fino al 25 %. Un modo corretto per mantenere l’idratazione, è quello di pesarsi prima dell’allenamento e dopo, quindi poi rifornire il peso perso con acqua.

10 – NON SI TRATTA SOLO DI SOLLEVAMENTO

È possibile rinforzare i muscoli anche trasportando tronchi, lanciando pneumatici, remando e con innumerevoli altri modi. I migliori esercizi di costruzione muscolare sono quelli che imitano i movimenti di tutti i giorni. Sono anche divertenti e vi preparano allo sport specifico con i giusti esercizi.

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11 – ESERCIZI MULTIARTICOLARI

Perché spendere il vostro tempo su un esercizio di isolamento come un curl o un esercizio di estensione della gamba quando si può ottenere molto di più beneficio dai movimenti che coinvolgono più di una sola parte del corpo?

12 – CI VUOLE INTENSITA ‘

Gli smartphone producono allenamenti blandi. Non siate una di quelle persone che passano il loro tempo in palestra a giocare con il telefono cellulare. Perderete il vostro obiettivo e l’intensità necessaria per costruire il muscolo.

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13 – IL RECUPERO ATTIVO

Il corpo recupera e i muscoli crescono nei giorni di riposo. Il riposo è una buona strategia, ma il riposo attivo promuove il recupero. Rotolare su un rullo di schiuma fornisce una compressione profonda e distende gli spasmi muscolari che si sviluppano nel corso del tempo. Questo permette ai muscoli di rilassarsi e allentare le tensioni, permettendo al sangue di scorrere meglio e aiutare il corpo a recuperare più rapidamente.

14 – NON È MAI TROPPO TARDI

Noi tendiamo a perdere massa muscolare con l’età, a partire dai trentanni ma in modo più evidente quando ci avviciniamo ai cinquanta. Questo non significa che non possiamo essere in grado di rallentare il processo e mantenere ciò che abbiamo. L’allenamento per la forza è un modo efficace per mantenersi in forma con una buona mobilità e indipendenza anche in età avanzata.

I migliori integratori

I migliori integratori alimentari scelti, selezionati ed usati dal nostro Staff di esperti, sono:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Elettroforesi delle proteine o protidogramma: valori e significato clinico

medicina-online-dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-roma-elettroforesi-proteine-protidogramma-albumina-riabilitazione-nutrizionista-infrarossi-accompagno-commissioni-cavitazione-radiofrequenzL’elettroforesi delle proteine del siero (o siero proteine) viene anche chiamata protidogramma ed è una analisi di laboratorio in uso da diversi anni e ancora sempre attuale, che permette di separare, identificare e valutare le proteine del siero.

Le proteine del siero sono di cinque tipi:

  1. L’albumina, che generalmente rappresenta la quantità più elevata di proteine che si trovano nel siero. E’ la proteina prodotta dal fegato ed ha diverse funzioni, tra cui la conservazione corretta dei liquidi nell’orga­nismo perché con la sua presenza fa in modo che i liquidi stiano all’in­terno dei vasi sanguigni e non debordino (sovrintende alla cosiddetta “pressione osmotica”). Inoltre, ha il compito di trasportare, attraverso il sangue, i principi attivi dei farmaci che vengono assunti, gli ormoni e le sostanze come la bilirubina.
  2. Le Alfa-1-globuline. proteine diffuse nelle cellule dove svolgono una funzione di trasporto dei lipidi, dei grassi del sangue e degli ormoni.
  3. Le Alfa-2-globuline, che, come le Alfa-1-globuline, sono proteine diffu­se nelle cellule adibite al trasporto di alcune sostanze come i lipidi e gli ormoni.
  4. Le Beta-globuline, proteine con funzione di trasporto di sostanze pre­senti nel sangue. In particolare tra queste è presente la transferrina, che trasporta il ferro.
  5. Le Gamma-globuline, le più importanti proteine del sangue perché costituiscono gli anticorpi dell’organismo.

Perché si esegue l’elettroforesi delle proteine sieriche?
Il protidogramma è una analisi utile per valutare molte patologie: ad esempio indica la corretta funzionalità del fegato, la presenza di infiammazioni o infezioni nell’organismo e, addirittura, può orientare il medico verso la diagnosi di malattie più preoccupanti e che richiedono ulteriori approfondimenti come il “mieloma multiplo”, o “plasmacitoma”, un tumore maligno del sangue.

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Come si esegue e come ci si prepara all’esame?
L’elettroforesi del siero è una analisi di laboratorio che consiste in un sem­plice prelievo di sangue che deve essere eseguito a digiuno da dodici ore, in modo che il cibo non interferisca con il risultato. L’assunzione di farmaci non influenza l’esito dell’analisi, ma è consigliabile, in ogni caso, segnalare al medico eventuali terapie farmacologiche in corso, importanti per valutare lo stato di salute globale della persona.

Quali sono i valori normali delle proteine del siero?
Albumina      59,1-69,3%      3,70-5,30 g/dl
Globuline alfa 1      2,0-3,5 %      0,14-0,30 g/dl
Globuline alfa 2      6,1-11,2%      0,41-0,90 g/dl
Globuline Beta      6,3-12,1 %      0,56-1,00 g/dl
Globuline Gamma      9,8-20,0%      0,68-1,50 g/dl
Rapporto Albumine/Globuline      1,1-2,5 %

Protidogramma: come interpretare i risultati

1) Albumina: l’analisi di questa proteina può essere definita normale se la sua percen­tuale si trova nell’intervallo compreso tra 59.1 e 69.3 e la sua quantità si trova compresa tra i 3.70 e 5.30 grammi per decilitro di sangue.

  1. Se la sua percentuale o la sua quantità aumentano rispetto ai valori nor­mali, significa che le altre proteine, per differenza, si sono ridotte e,
    quindi, si ha una buona funzionalità del fegato. E’ un dato, comunque,
    che non ha una grande rilevanza clinica per il medico.
  2. Se la sua percentuale diminuisce, ma non la sua quantità, significa che le altre proteine, per differenza, sono aumentate e questo potrebbe orientare il medico verso alcuni approfondimenti relativamente a malattie infiammatorie o ad una malattia preoccupante come il mieloma.
  3. Se diminuiscono sia la sua percentuale sia la sua quantità, significa che il fegato non svolge in modo corretto la sua funzione di produzione delle proteine. Questa alterazione, in genere, indica una cirrosi epatica, malattia caratterizzata da una grave e irreversibile anomalia delle cellu­le del fegato con la conseguente perdita delle sue funzioni.

2) Alfa-1-globuline: l’analisi di questa proteina può essere definita normale se la sua percen­tuale si trova nell’intervallo compreso tra 2 e 3.5 e la sua quantità si trova compresa tra 0.14 e 0.30 grammi per decilitro di sangue.

  1. La diminuzione della sua percentuale o della sua quantità non ha alcun significato clinico.
  2. Se la sua percentuale o la sua quantità aumentano rispetto ai valori nor­mali, l’alterazione indica un processo infiammatorio o una infezione in corso all’interno dell’organismo.

3) Alfa-2-globuline: l’analisi di questa proteina può essere definita normale se la sua percen­tuale si trova nell’intervallo compreso tra 6.1 e 11.2 e la sua quantità si trova compresa tra 0.41 e 0.90 grammi per decilitro di sangue.

  1. La diminuzione della sua percentuale o della sua quantità non ha alcun significato clinico.
  2. Se la sua percentuale o la sua quantità aumentano rispetto ai valori nor­mali, l’alterazione, come per la Alfa-1-globuline, indica un processo infiammatorio o una infezione in corso all’interno dell’organismo.

4) Beta-globuline: l’analisi di questa proteina può essere definita normale se la sua percen­tuale si trova nell’intervallo compreso tra 6.30 e 12.1 e la sua quantità si trova compresa tra 0.56 e 1 grammo per decilitro di sangue.

  1. La diminuzione della sua percentuale o della sua quantità non ha alcun significato clinico.
  2. Se la sua percentuale o la sua quantità aumentano rispetto ai valori nor­mali, l’alterazione può essere un segnale di anemia perché tra le beta-globuline è presente la transferrina, che aumenta quando il ferro nel­l’organismo è basso.

5) Gamma-globuline: l’analisi di questa proteina può essere definita normale se la sua percen­tuale si trova nell’intervallo compreso tra 9.8 e 20 e la sua quantità si trova compresa tra 0.68 e 1.5 grammi per decilitro di sangue.

  1. La diminuzione della sua percentuale o della sua quantità indica una ridotta produzione di anticorpi, per lo più dovuta ad assenza di stimo­li (batteri) e non causata da malattie. Può, quindi, essere interpretato come un indice di buona salute.
  2. Se la sua percentuale o la sua quantità aumentano rispetto ai valori nor­mali, l’alterazione è un segnale di:
  • malattia policlonale, quando l’aumento comprende tutti i tipi di anticor­pi ed è tipico delle infiammazioni acute o croniche, per cui indica un proces­so infiammatorio o una infezione in corso;
  • oppure è un segnale di malattia monoclonale, se le cellule produttrici di anticorpi impazziscono e producono un solo tipo di anticorpo, sempre lo stesso, in grande quantità e in modo sconclusionato. Quando l’alterazione monoclonale è elevatissima, potrebbe indicare la presenza di una malattia preoccupante come il “plasmacitoma” o “mieloma multiplo”, tumore mali­gno del sangue caratterizzato da questa eccessiva produzione di anticorpi, oppure di una “gammapatia monoclonale benigna”, una malattia piuttosto diffusa nella popolazione che, in alcuni casi, è associata a malattie infettive o croniche e può scomparire naturalmente, in altri casi ha significato incerto ed è opportuno tenerla sotto controllo.

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8 errori che fanno crescere i tuoi muscoli MENO di quanto potrebbero

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma 5 ERRORI CRESCERE MUSCOLI POCO Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Ano Tre.jpgNelle molte palestre che ho frequentato nella mia vita, da quando avevo tredici anni in poi, ho visto tantissime volte la stessa scena: molti ragazzi “secchi” (come vengono simpaticamente battezzati dagli appassionati più “grossi”) si iscrivono in palestra a maggio ed iniziano ad allenarsi come dei matti pensando di diventare Jay Cutler, Phil Heath o Arnold Schwarzenegger in tempo per rimorchiare in spiaggia le ragazze d’estate. Arrivati a luglio si guardano allo specchio e nella loro mente si materializzano quasi sempre queste domande:

Perché i miei muscoli non crescono? Perché i miei muscoli crescono così poco? Perché i miei muscoli crescono meno velocemente degli altri frequentatori della palestra?

La prima cosa che mi sento di dire ai poveri “secchi” è che a parità di allenamento+dieta+riposo (cioè i tre cardini su cui si fonda la crescita muscolare, corrispondenti a stimolo, materiale e costruzione) due persone diverse possono avere risultati diversi in base alla genetica. C’è poco da dire a riguardo: alcuni sono alti un metro e novanta, altri un metro e settanta; alcuni hanno fisici più facilmente “scolpibili” come gli afroamericani, altri meno. L’ambiente varia anche moltissimo un fisico, ma i geni son quelli. Ovviamente la genetica non deve rappresentare un alibi, anche perché quasi tutti noi abbiamo dei geni che ci permettono di avere un fisico almeno più che rispettabile. Non facciamo come gli obesi che dicono di avere le ossa grosse mentre mangiano la terza ciambella alla Nutella di fila e tu a cena hai i fiocchi di latte ed un cucchiaino di glutamina. Ed allora perché i tuoi muscoli non crescono? Perché, come pensi a volte, “gli altri prendono tutti gli ‘asteroidi’ ed io no”? O perché fai uno di questi otto errori?

1) Fai riposare troppo poco i muscoli. I muscoli in realtà non crescono quando lavorano: crescono quando sono a riposo. E’ preferibile non allenare lo stesso gruppo muscolare ogni giorno: meglio alternare seguendo uno schema che avrai compilato con l’aiuto di un istruttore qualificato, in mono o multifrequenza. A tal proposito leggi anche: Sempre stanco dopo la palestra? E’ la Sindrome da sovrallenamento. Ecco gli errori ed i rimedi. Ovviamente se è un errore far riposare troppo poco i muscoli, è un errore anche farli riposare troppo!

2) Dormi troppo poco: assicurati di dormire almeno 7-8 ore di buon sonno a notte, però attenzione a non assumere la melatonina, se vuoi scoprire perché, clicca su questo link. Per “imparare” a dormire bene, segui questi consigli: Vi insegno le 12 regole d’oro per battere l’insonnia ed avere un sonno perfetto

3) Ti alleni per un periodo troppo lungo. Dopo circa un’ora di allenamento intenso con i pesi, nel tuo corpo aumentano i livelli di cortisolo che è nemico della crescita muscolare. D’accordo che in palestra bisogna superare i propri limiti, però serve anche ascoltare il proprio corpo. Se siete esausti da un quarto d’ora, insistere non è solo inutile: è controproducente.

Leggi anche: I tre errori che fanno le donne in palestra

4) Consumi troppo alcol e fumi. Birra, vino, e cocktail sono un altro grande colpevole della poca crescita muscolare. Una birra occasionale va bene, ma MAI esagerare! Stesso discorso vale per il fumo e per qualsiasi droga. Elimina alcolici e sigarette e vedrai che i tuoi muscoli (e la tua salute, e le tue erezioni!) ti ringrazieranno. A tal proposito leggi anche: I 10 motivi per smettere di fumare se vai in palestra

5) Fai troppa corsa e troppi pochi pesi. Se vuoi aumentare la massa muscolare, non “perdere” tutto l’allenamento facendo cardio e lasciando ai pesi una parte esigua di tempo. I muscoli crescono davvero se li sforzi coi pesi, non col lavoro aerobico!

Leggi anche: Correre non fa dimagrire

6) Ti alimenti/integri male. Per far crescere i muscoli è importante una dieta che comprenda le giuste quantità di grassi, carboidrati, vitamine, sali minerali ed ovviamente proteine, il tutto assunto in quantità e ad intervalli ben precisi. Alcuni “secchi” eliminano i carboidrati e fanno addirittura il digiuno per “dimagrire ed essere più definiti”! Errore molto grave, ecco perché rimangono secchi! Poi svengono e mi costringono ad interrompere la mia routine perché sono l’unico medico presente in palestra! Importantissimo seguire un programma dietetico deciso assieme al vostro al vostro medico, basato sul vostro corpo, le vostre analisi del sangue e le vostre eventuali patologie e che comprenda anche una adeguata integrazione con opportuni integratori nelle giuste quantità.

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7) Ti alleni male o sei seguito da un istruttore mediocre. Fare bene un esercizio non è una opinione. C’è un modo giusto ed efficiente ed uno sbagliato per fare un certo esercizio coi pesi. Un movimento sbagliato, fatto con un peso sbagliato e per un numero di ripetizioni sbagliato, magari senza fare lo giusto stretching, può farti stancare molto senza ottenere un gran beneficio. Può anzi determinare cronicamente un danno a muscoli, tendini ed articolazioni. Perfino sbagliare i tempi di recupero tra le serie potrebbe ridurre la vostra performance. A volte però l’errore che hai fatto è a monte: hai scelto un istruttore mediocre. Prima di iniziare a seguire i consigli del primo personal trainer che capita, chiedigli quali sono le sue competenze e soprattutto con quali titoli le ha raggiunte. Ormai fare due video motivazionali su You Tube sembra aver dato a chiunque il titolo di super-esperto. Ricorda: le sue istruzioni influiranno sulla tua schiena, sulle tue articolazioni, sulla tua salute, quindi stai alla larga dagli “esperti” che si sono “laureati all’università della vita”. Attenzione anche a farsi “prescrivere” una dieta da un istruttore di palestra, cosa ILLEGALE. Ricordate che una “semplice” dieta iperproteica può determinare danni gravi alla vostra salute.

8) Ti masturbi troppo. Chiudo la lista con un consiglio che non ho MAI sentito dare da un istruttore di palestra: evitare la masturbazione compulsiva. Masturbarsi varie volte nell’arco della giornata può indirettamente influire negativamente sui livelli di testosterone, sull’allenamento e quindi sulla crescita muscolare. A tale proposito leggi anche: Dipendenza dal porno online: ecco perché è così facile cadere nel vortice della masturbazione compulsiva che porta all’impotenza. Le confessioni di un mio paziente masturbatore cronico ed anche: Come varia il testosterone in caso di astinenza dall’eiaculazione

Ovviamente questo rapido articolo – quasi banale per i veri esperti delle palestre – non vuole essere esaustivo dal punto di vista scientifico: deve soltanto dare qualche spunto ai meno esperti, spunto che dovrà necessariamente essere affrontato a fondo DAL VIVO (e non a distanza come va tanto di moda oggi tra i “laureati all’università della vita” a cui facevo riferimento prima) con l’aiuto di un professionista della salute e del fitness. Le cause che possono impedire uno sviluppo muscolare possono essere molto varie e l’elenco si estende ben oltre agli otto punti prima elencati, arrivando ad annoverare perfino alcune patologie, quindi non fate le cose a caso, visto che non è in gioco solo la vostra bellezza, ma soprattutto la vostra salute: è necessario un aiuto autorevole.

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Cari “secchi”…

Ci sono altre due cose che mi sento di dire con tutto il miocardio ai miei cari amici “secchi” che occupano tutti i macchinari della mia palestra guardando l’ultimo video di Emma Marrone sul loro smartphone ultimo modello. Non esiste una motivazione giusta o sbagliata per iscrivervi in palestra. Qualsiasi motivazione che vi porta ad avere una salute migliore è ottima. Ma se vi iscrivete solo per “rimorchiare le ragazze”, non andrete molto lontano, specie appena vi accorgerete – e succederà fidatevi – che i risultati arrivano con fatica e solo dopo molto tempo. Per carità, ognuno di noi va in palestra anche per essere più belli ed avere più chance con l’altro sesso e non nascondo che quando vedo i miei compagni di liceo esser diventati dei dirigibili mentre io sono ancora in forma, non ci goda discretamente. Ma la migliore motivazione che vi deve portare ad amare la ghisa, è quella di migliorare voi stessi. E’ quella di sfidare voi stessi. E’ quella di darvi regole ed obiettivi. E’ quella di battere le vostre paure e superare i vostri limiti. Perché quando vi allenate, vi fate la doccia e poi andate a dormire, siete solo voi a rendere conto a voi stessi della vostra vita. Non è retorica: lavorate su quello che siete dentro, prima di lavorare sui muscoli. Alle medie ero il più timido ed insicuro della classe, ora – da medico – ho la sicurezza in me stesso per avere la salute delle persone nelle mani, e questo grazie anche alla palestra, che mi ha letteralmente forgiato. Con queste motivazioni andrete lontano, e rimorchierete ragazze anche col vostro cervello, non solo coi muscoli. La palestra, se fatta bene, non è uno sport: è uno stile di vita.
L’ultima cosa che mi sento di dire ai “secchi” è che, pur facendo tutto bene, per diventare davvero “grossi” non bastano due mesi di allenamento e tre foto photoshoppate postate su Facebook: servono anni di pazienza, coraggio, passione, determinazione, autocontrollo, disciplina. Se non siete disposti a questo, è meglio se andate a far Zumba in allegria. In palestra serve tempo. La vita non è il “training montage” di Rocky che si allena sulle nevi per combattere contro Ivan Drago ed in 5 minuti scala la montagna e diventa Superman. Serve sudore e fatica. Serve devozione. Tutto il resto sono chiacchere da bar. Però vi prego, togliete Emma Marrone dal vostro cellulare e mettete Back in Black  degli AC/DC: fidatevi, i vostri muscoli cresceranno sicuramente un po’ di più!

PS Non se la prendano i “secchi” all’ascolto. Anzi, io li adoro perché quando li guardo fare esercizi improbabili davanti alle ragazze e sforzarsi coi pesi da 4 kg, divento nostalgico e mi ricordano me tanti anni fa. Ricordate: tutti siamo nati “secchi”!

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Come perdere 2 kg di peso a settimana in modo rapido e sicuro

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DIMAGRIRE GRASSO DIETA DIETOLOGIA CALORIE IPOCALORICA OBESO OBESITA SOVRAPPESO KG BILANCIA JEANS PANTALONIMolti miei pazienti vengono da me con parecchio peso da perdere e ben poco tempo a disposizione. Spesso sono pazienti che hanno provato molte diete tradizionali senza mai giungere a risultati concreti e duraturi, oppure sono pazienti che hanno bisogno urgentemente di perdere una grande quantità di peso. Un caso che mi è capitato poco tempo fa è stato quello di una ragazza che doveva sposarsi due mesi dopo ed era disperata perché non riusciva più ad indossare il vestito del matrimonio che aveva acquistato qualche mese prima perché, per lo stress dei preparativi per le nozze, era ingrassata ben 12 kg! In questo tipo di pazienti la terapia migliore per perdere peso in modo rapido, sicuro e senza il rischio di fallimento, è senza dubbio la Dieta Proteica. Questa metodologia, usata da anni da dietologi e nutrizionisti di tutto il mondo, prevede una forte riduzione  della quantità di zuccheri e grassi, attivando il fenomeno della chetogenesi controllata, a scapito delle riserve di grasso dell’organismo. La dieta proteica fu introdotta nel 1973 , grazie agli studi del prof. Blackburn  dell’università di Harvard, che elaborò il protocollo PSMF : Protein Sparing Modified Fasting. Da quel momento sono innumerevoli in tutto il mondo i successi legati a questa terapia, tra cui anche la ragazza che doveva sposarsi: grazie alla mia dieta proteica le ho fatto perdere quasi 14 kg in meno di due mesi ed il giorno delle nozze era bellissima nel suo abito bianco!

Come si svolge la visita?

Dopo la visita medica generale e la visione di esami ematici recenti, passi necessari per escludere eventuali controindicazioni alla Dieta Proteica, eseguo la valutazione delle misure antropometriche (peso,statura, indice delle masse corporee, circonferenze). Successivamente sottopongo il paziente ad una bioimpedenziometria per calcolare le masse corporee, l’idratazione ed il metabolismo basale. Dopo aver valutato tutti i dati raccolti, assegno al paziente una terapia dietologica basata sulla Dieta Proteica vera e propria. I controlli vengono effettuati una volta a settimana.

Come viene organizzata una Dieta Proteica?

La Dieta Proteica è uno schema piuttosto facile da seguire. Ecco un esempio tipico:

  1. Colazione: Caffè o tè senza zucchero +  1 busta proteica
  2. Metà mattina1 busta proteica
  3. Tarda mattina: 1 frutto (mela, pera, kiwi, arancia)
  4. Pranzo1 busta proteica + 300 g di verdura concessa
  5. Merenda: 1 frutto (mela, pera, kiwi, arancia)
  6. Cena1 busta proteica + 300 g di verdura concessa

La verdura concessa è: (cotta a vapore o lessa) broccoli, cavolfiori, cime di rapa, spinaci, zucchine, cicoria, melanzane, bieta, peperoni gialli e verdi, asparagi, insalata verde, finocchio, sedano. Condire con mezzo cucchiaio di olio d’oliva, sale, limone.
La verdura NON concessa è: pomodori, radicchio, carota, peperoni rossi, ravanelli

Accortezze importanti da seguire durante la dieta

Durante tutta la terapia il paziente dovrà bere giornalmente almeno due litri a scelta tra le seguenti bevande: acqua; tè verde; spremuta d’arancio o pompelmo; caffè senza zucchero. E’ importante assumere anche con integratore di vitamine e sali minerali. Estremamente importante è non assumere zuccheri di nessun tipo e nessun altro alimento non incluso nello schema. Lo schema proposto precedentemente può essere diverso in base alle vostre caratteristiche fisiche, ad esempio le buste proteiche possono essere cinque e non quattro. Le buste proteiche devono essere disciolte in acqua (e NON in altro liquido) ed assunte rapidamente. Le buste proteiche in commercio hanno i sapori più vari per venire incontro al vostro gusto (cioccolato, arancia, cibi salati…): io vi aiuterò nella scelta dell’integratore giusto per la vostra terapia.

Quali sono i vantaggi della Dieta Proteica?

  • Senso di sazietà che dura tutto il giorno;
  • Facilità di gestire la dieta. Non c’è bisogno di andare a fare una spesa mirata, di verificare le quantità esatte, di cuocere i cibi: quasi impossibile fare errori!
  • Facilità di assunzione del prodotto anche quando si è a lavoro in pausa pranzo;
  • Mantenimento della massa muscolare e di un alto metabolismo basale;
  • Minor rischio di intolleranze;
  • Maggiore assimilazione dei nutrienti;
  • Sicurezza del trattamento;
  • Facilità nel dimagrimento;
  • Economicità del trattamento in rapporto alla grande perdita di peso;
  • Rapidità del dimagrimento.

Come agisce la Dieta Proteica nell’organismo?

L’ipoinsulinemia, indotta dalla marcata riduzione degli zuccheri, va a provocare il catabolismo dei trigliceridi di riserva, i quali grazie all’azione della lipoproteina lipasi, si trasformano in acidi grassi liberi e glicerolo. Di quest’ultimo, il 10% viene ossidato a livello epatico per finire in glucosio, il resto apporta l’energia necessaria per la gluconeogenesi. Per quanto riguarda gli acidi grassi, il 40% viene direttamente usato dai muscoli, il resto subisce una betaossidazione a livello epatico, trasformandosi in 48 ore dall’inizio della dieta in corpi chetogeni. Questi, in presenza di insulina e glucosio, endogeno ed esogeno, si ricondenseranno a formare l’acetil-coenzima A, che finirà nel ciclo di Krebs per fornire energia alle cellule. L’ipoinsulinemia quindi , crea e favorisce la chetogenesi e la lipolisi, apportando energia a tutto l’organismo, senza intaccare la massa muscolare.

Quali sono le controindicazioni alla Dieta Proteica?

  • Grave insufficienza epatica e renale
  • Gravidanze e allattamento
  • Età inferiore ai 14 anni
  • Recenti incidenti vascolari (trombosi venosa profonda, ictus cerebrale, infarto del miocardio, arteriopatia obliterante degli arti inferiori)
  • Gravi alterazioni psichiatriche (psicosi maniacali, schizofrenia)
  • Diabete insulinodipendente
  • Celiachia.

Per quanto tempo può essere seguita la Dieta Proteica?

Ricerche effettuate in tutto il mondo, confermano che la Dieta Proteica, può essere proseguita – sotto stretto controllo medico – fino a 16 settimane consecutive.

Quanti kg di peso si perdono a settimana con la Dieta Proteica?

Una Dieta Proteica seguita in maniera costante porta ad una sicura perdita di peso, che oscilla tra non meno di 2 kg a 2,5 kg a settimana.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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