Arrabbiarsi fa male alla salute del cuore: aumenta il rischio di infarto ed ictus

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo ARRABBIARSI MALE SALUTE CUORE INFARTO ICTUS Dieta Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Peso Sessuologia Pene HD Filler Rughe BotulinoArrabbiarsi ed essere sempre irascibili fa male alla salute: potrebbe sembrare una classica frase fatta, e invece la ricerca scientifica ha scoperto che davvero l’ira è nemica del nostro corpo, oltre che della nostra mente. Da una ricerca statunitense è risultato che arrabbiarsi aumenta di cinque volte il rischio di avere un infarto e di tre volte il rischio di avere un ictus nelle due ore successive all’arrabbiatura e più ti arrabbi più rischi. Le persone che più di tutte dovrebbero evitare di arrabbiarsi sono i soggetti già ad alto rischio cardiovascolare, come i pazienti che soffrono di ipertensione arteriosa. A rivelarlo è lo studio pubblicato sulla rivista European Heart Journal e condotto da esperti della rinomata Harvard University di Boston, secondo il pericolo aumenta perché il rischio è cumulativo: per cui a rischiare di più infarto e ictus sono le persone inclini al nervosismo e che si arrabbiano facilmente. Gli esperti hanno calcolato che cinque arrabbiature al giorno portano ogni anno a circa 158 infarti in più ogni 10.000 persone a basso rischio cardiovascolare, e a 657 infarti extra per 10.000 persone se consideriamo solo i soggetti già ad alto rischio cardiovascolare, spiega Elizabeth Mostofsky che ha coordinato lo studio. È possibile che le arrabbiature facciano male perché provocano nell’organismo una serie di reazioni fisiologiche negative come l’aumento della pressione arteriosa.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Dieta DASH per dimagrire e abbassare la pressione: come funziona, pro e contro ed esempio di menù

La dieta DASH (dove la sigla DASH sta per Dietary Approaches to Stop Hypertension = approcci dietetici per bloccare l’ipertensione) è un programma alimentare ideato e promosso da un dipartimento medico statunitense soprattutto per arginare e prevenire il diffuso problema dell’ipertensione arteriosa. L’idea è che una dieta ricca di alimenti quali frutta, verdura e cereali integrali e povera di cibi grassi e ricchi di sale e zuccheri, possa far perdere peso in modo sano e al tempo stesso contribuire a prevenire e curare numerose patologie, come i problemi cardiovascolari, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, il diabete, il cancro. E’ dunque un programma nutrizionale consigliato non solo a chi deve dimagrire, ma anche a chi desidera mangiare bene per rimanere in salute.

Una dieta ipolipidica
La Dieta DASH può rientrare nel gruppo delle diete ipolipidiche, poiché prevede un apporto di lipidi leggermente ridotto rispetto alle quantità in genere previste: un eccessivo consumo di grassi infatti, oltre ad apportare spesso troppe calorie nel menù, è anche responsabile dell’accrescimento dei fattori di rischio nei confronti dei disturbi citati nel precedente paragrafo. La Dieta DASH può anche essere definita iposodica, dal momento che prevede un’assunzione limitata di cloruro di sodio, e questo la rende perfetta per chi soffre di pressione arteriosa alta o desidera prevenirla. Dal momento che limita anche l’assunzione di zuccheri, è utile anche nella prevenzione del diabete di tipo 2.

Come funziona la dieta DASH?
La dieta DASH prevede una ripartizione giornaliera di macronutrienti che rispecchia molto quella raccomandata dalle attuali linee guida nutrizionali, e cioè:

  • 55% di carboidrati complessi;
  • 18% di proteine;
  • 27% di grassi.

La quantità di grassi prevista dalla dieta DASH è leggermente inferiore a quella generalmente raccomandata, che si aggira sul 30/35%; ma soprattutto, va detto che i grassi saturi rappresentano solo una minima parte di questa percentuale, (circa il 6%), mentre invece viene dato più spazio ai grassi benefici e utili al cuore, quali quelli contenuti ad esempio nella frutta secca o nell’olio extravergine d’oliva.

Leggi anche: Differenza tra dietologia, alimentazione e nutrizione

Limitare il sale
La dieta DASH prevede un limite massimo giornaliero di sodio rapportato alle esigenze fisiche di chi la segue: per chi già soffre di ipertensione arteriosa, viene suggerita una quantità giornaliera di sale pari o inferiore a 1500 mg, mentre per chi non ne soffre viene consigliato un massimo di 2300 mg. E’ da tenere presente che la maggior parte delle persone in genere supera ampiamente questi limiti, arrivando tranquillamente ad un consumo giornaliero di sodio che si aggira sui 3000-4000 mg. Nel corso di questa dieta bisogna non solo evitare di utilizzare troppo sale nei condimenti, ma anche prestare attenzione al sodio nascosto negli alimenti preconfezionati.

I principi su cui si fonda la dieta DASH 

  1. incrementare gradualmente il consumo di cibi quali frutta e verdura, e consumare cereali integrali anziché raffinati;
  2. preferire pesce e carne bianca magra (senza eccedere nel consumo) ed evitare/limitare al massimo la carne rossa;
  3. limitare al massimo il consumo di sale, anche di quello contenuto nei cibi preconfezionati;
  4. limitare il consumo di cibi ricchi di grassi, specialmente quelli saturi e trans: optare ad esempio per formaggi magri e latte scremato, ed evitare alimenti come il burro;
  5. assumere una sufficiente quantità di legumi e frutta secca;
  6. evitare/limitare al massimo i cibi ricchi di zuccheri, quali le bibite gasate, i dolciumi, lo zucchero per dolcificare;
  7. consumare cibi ricchi in magnesio, calcio e potassio;
  8. praticare una discreta dose di attività fisica, per almeno 3 volte a settimana;
  9. ridurre o gestire meglio lo stress;
  10. evitare vizi come quello del fumo e dell’alcol.

Quante calorie nella dieta DASH?
Le calorie previste dalla dieta DASH variano ovviamente in base alle esigenze fisiche di ciascuno: se è vero che il programma base ne prevede 2000 suddivise in più pasti, ci sono a disposizione delle varianti ipocaloriche per chi deve anche perdere peso (1400, 1600 calorie).

Evidenze scientifiche
La dieta DASH, pur riproponendo delle regole nutrizionali già conosciute, è il risultato di uno studio medico del National Heart, Lung, and Blood Institute (NHLBI), che è durato anni e che ne ha sperimentato gli effetti su un nutrito gruppo di volontari. Gli studi chiave all’interno di questa ricerca sono stati due, e diverse le varianti della dieta testate. I risultati ottenuti hanno mostrato che un programma alimentare di questo genere è in grado di ridurre i  valori della pressione arteriosa in presenza di uno stato di ipertensione moderata (massima

Pro e contro della dieta DASH

  • Pro: la dieta DASH non è una dieta che elimina completamente una o più categorie di cibi, ma un programma alimentare che suggerisce di incrementare il consumo di alcuni (frutta, verdura, cereali integrali) limitando al contempo quello di altri: i due punti sono strettamente connessi tra loro, perché aumentando la quantità assunta di cibi ricchi di fibre e nutrienti si diminuisce automaticamente lo spazio a disposizione per quelli meno sani. Propone delle modifiche allo stile di vita senza dubbio fattibili.
  • Contro: la dieta DASH non presenta particolari controindicazioni. E’ chiaro che, come per tutte le cose, bisogna abituarsi gradualmente ai cambiamenti che propone, imparando a dosare sale e zuccheri e a limitare il consumo dei cibi grassi che tanto ci piacciono. Purtroppo non esiste la bacchetta magica, e se si desidera dimagrire e rimanere in salute qualche sacrificio bisogna per forza metterlo in conto!

Conclusioni
La dieta DASH costituisce un modello alimentare equilibrato e da seguire per la vita. Suggerisce dei cambiamenti graduali e duraturi, che magari non consentono una perdita di peso rapida quanto quella indotta dalle diete iperproteiche, ma senza dubbio si tratta di un calo ponderale sano e potenzialmente definitivo; a patto di non ricadere nelle vecchie abitudini una volta raggiunti gli obiettivi di peso prefissi. La dieta DASH educa a mangiare bene e a imparare a prestare maggiore attenzione alle etichette nutrizionali degli alimenti che si acquistano, cercando di prediligere i cibi naturali, poveri di grassi, senza sodio e zuccheri aggiunti. Si tratta, perciò, di un regime che permette non solo di dimagrire, ma anche di donare al proprio corpo uno stato di benessere psico-fisico ottimale, aiutandolo nella prevenzione delle patologie più comuni e del cancro. Dal mio punto di vista: se eseguita sotto controllo medico è da consigliare!

Esempio di menù

Colazione: cereali integrali,  1 banana, 1 tazza di latte scremato, 1 fetta di pane integrale, 1 bicchiere di succo d’arancia.

Pranzo: pollo, 1 fetta di pane integrale, un’insalata mista condita con un cucchiaio di olio extravergine o di semi di girasole Merenda: qualche frutto secco e uno yoghurt magro senza aggiunta di zucchero; in sostituzione, un frutto.

Cena: riso integrale, spinaci, 1 pezzetto di formaggio, 1 frutto.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Colesterolo alto: come abbassarlo con i “cibi SI”e tenerlo sotto controllo

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO HAMBURGER PATATINE FRITTE PATATE PANINO FAST FOOD JUNK FOOD FRITTI DIETA DIMAGRIRE GRASSI (4)Molti sono i fattori che possono incidere sulla quantità di colesterolo nel sangue: l’età, il sesso, la mancanza di attività fisica, il fumo, lo stato di salute generale e per le donne la menopausa. Gli alimenti hanno un ruolo molto importante per mantenere sano il cuore, si parla di quelli da consumare con parsimonia, dal burro alla carne rossa, ma poco si sa degli alimenti da inserire nella dieta di tutti i giorni per prevenire l’innalzamento dei valori del colesterolo. Vediamo qui di seguito le virtù e i difetti dei principali alimenti.

I “Cibi Sì”

I legumi

Sono l’alimento vegetale più ricco di proteine, anche se il loro apporto proteico non è paragonabile a quello della carne o del pesce. Tuttavia il loro abbinamento con i cereali (grano, orzo, avena e riso…) ne valorizza e completa il quadro proteico, come dimostra la tradizione dei popoli del mondo: in oriente riso e soia o azuki, mais e fagioli rossi in Messico, pasta e fagioli in Italia.

Come consumarli

Sia allo stato fresco che allo stato secco. Ovviamente i legumi freschi, rispetto a quelli secchi, hanno una percentuale di acqua molto superiore (dal 60 al 90% contro il 10-13%) e quindi a parità di peso hanno un contenuto inferiore a livello proteico, glucidico e calorico. Quando sono freschi dunque non si differenziano di molto dalle verdure fresche. Molto più interessanti per il loro valore nutrizionale si rivelano invece i legumi secchi, ricchi di proteine, carboidrati e sali minerali (calcio, fosforo) ma anche di ferro, zinco, magnesio e piccole quantità di vitamine B1,B2, PP, A, E. Oltre ad essere un alimento con molte proprietà nutrizionali, i legumi sono sempre più presi in considerazione dai nutrizionisti per le qualità extranutrizionali. Grazie alla presenza di particolari fibre (come le pectine) sono sicuramente uno dei migliori alleati naturali per diminuire i livelli di colesterolo nel sangue. Inoltre, questi preziosi semi contengono particolari sostanze come le saponine, che legano il colesterolo e ne facilitano l’eliminazione, impedendone in questo modo l’assorbimento.

Come evitare alcuni possibili inconvenienti

Come è stato già detto, è importante abituare l’intestino ai legumi gradatamente, in modo tale da far crescere i nuovi enzimi in grado di compiere il delicato lavoro di digestione. Si possono inizialmente usare legumi decorticati, come le lenticchie rosse, che non hanno la fibra esterna ricca di zuccheri indigesti. Queste si possono usare per preparare delle zuppe a base di verdure e patate che hanno una funzione addensante. Successivamente e gradatamente si possono aggiungere i legumi con il rivestimento esterno, come ceci o fagioli in una minestra oppure ad un’insalata di riso o di verdure, per poi passare a veri e propri secondi piatti.

La cottura dei legumi secchi

Regola di fondamentale importanza per ottenere un buon risultato è quella di mettere i legumi a bagno in acqua fredda per qualche ora o addirittura tutta la notte (vedi tabella) perché questi semi, oltre che di proteine, sono ricchi anche di amidi, che se non hanno assorbito acqua a sufficienza, rischiano di compromettere la buona cottura dei legumi che rimarranno duri. Durante l’ammollo è meglio cambiare spesso l’acqua perché in acqua si perdono delle sostanze che ostacolano l’assorbimento di alcuni sali minerali come il ferro. Un buon risultato è garantito oltre che da un adeguato tempo di ammollo, anche da una cottura lenta e graduale. È consigliabile poi aggiungere all’acqua fredda di cottura, erbe aromatiche come salvia, rosmarino, timo, alloro, che oltre ad apportare sostanze antiossidanti e sali minerali, aiutano a digerire meglio i legumi ed a ridurre la comparsa di fastidiosi gas intestinali. Per rendere i legumi morbidi aggiungere il sale verso la fine della cottura. Attenzione poi all’età dei legumi: se troppo vecchi non arriveranno mai a reidratarsi nel modo giusto per quanto bicarbonato si aggiunga in cottura o in ammollo.

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Peso Dieta Sessuologia PSA Pene Laser Filler Rughe HDL LDL Botulino COME ABBASSARE IL COLESTEROLO 02

Gli omega-3, amici del cuore e non solo

Non tutti i grassi sono nemici della salute, quelli contenuti nel pesce ne sono un chiaro esempio. Il pesce contiene grassi di qualità superiore (omega-3) e anche in minor quantità rispetto agli altri prodotti di origine animale. Basta pensare che i grassi contenuti in 100 g di mozzarella, sono uguali a quelli di 6,50 Kg di merluzzo. Numerosi studi confermano il ruolo positivo del pesce nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, e nel controllo del livello di colesterolo e trigliceridi nel sangue. Infatti i grassi contenuti nel pesce hanno un alto potere antinfiammatorio, favoriscono la fluidificazione del sangue, abbassano il tasso dei trigliceridi nel sangue, svolgono un’azione antitrombotica e sono dei buoni antiaritmici. Il pesce più ricco di omega-3 è quello azzurro, quello che vive nei paesi freddi e quello selvatico (es. alici, sarde, sgombri). Gli acidi grassi omega-3 sono presenti solo in pochi organismi vegetali: oltre che nelle alghe si trovano anche nei semi di lino, nella soia, nelle noci e in diverse erbe selvatiche. Il pesce si è rilevato, inoltre, un valido alleato per chi ha difficoltà a mantenere il peso forma: è un alimento poco calorico rispetto alle altre fonti proteiche, come evidenziato da questi esempi:

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Peso Dieta Sessuologia PSA Pene Laser Filler Rughe HDL LDL Botulino COME ABBASSARE IL COLESTEROLO 03

Contrariamente a quello che si crede, il pesce (soprattutto quello di mare) ha lo stesso valore proteico della carne bovina, in quanto contiene le stesse quantità di aminoacidi essenziali, quelli che il nostro organismo non riesce a sintetizzare, ma ricava solo attraverso la dieta. Le fibre del pesce contengono più acqua e meno tessuto connettivo rispetto alla carne, rendendolo così un alimento molto digeribile, adatto a tutti, dagli anziani ai bambini.

Come cucinare il pesce

Per i motivi appena spiegati, il pesce dovrebbe avere un posto di primo piano nella nostra dieta ed essere presente da due a tre pasti ogni settimana. La scarsa informazione sul valore nutrizionale e l’idea molto diffusa, a torto, che il pesce sia difficile da cucinare fanno sì che questo alimento sia poco consumato dagli italiani. Per valorizzare al meglio le proprietà dietetiche del pesce e soprattutto la sua digeribilità, è meglio utilizzare tecniche di cottura leggere e condimenti con pochi grassi. Con il caldo estivo è da preferire la cottura alla griglia, veloce, pratica e nello stesso tempo leggera. Altrettanto sane e gustose sono le cotture al cartoccio, al forno ed alla crosta di sale, che sfruttano il normale contenuto di grassi del pesce e che sono poco impegnative e rapide. La bollitura, altra tecnica di cottura usata per preparare il pesce, è da preferire per le zuppe, perché diversamente si rischia di perdere in acqua importanti nutrienti. La frittura, senza dubbio saporita, rende il pesce molto più calorico e poco digeribile, ed è consigliabile solo occasionalmente.

I Cibi “No”

Burro e Margarina

Burro e margarina sono due prodotti che spesso vengono messi sotto accusa, soprattutto quando si parla di patologie del cuore. Per mantenere il cuore sano, tutti i nutrizionisti sono d’accordo nel dire che è meglio cucinare e condire con l’olio extravergine d’oliva, piuttosto che con i grassi solidi. Bisogna essere morigerati e usarne il meno possibile, ma questo non significa rinunciare ad una fetta di dolce natalizio, ad una cena al ristorante o ancora ad un momento di festa. In piccole quantità, soprattutto a crudo, il burro può completare un piatto e renderlo molto saporito. Questo condimento, che nasce dalla panna, contiene meno calorie dell’olio a parità di peso, ma al contrario di questo è ricco di grassi animali e di colesterolo. La margarina, considerata un’alternativa al burro, può essere a base di grassi idrogenati, ottenuti da oli liquidi che con l’aggiunta di atomi di idrogeno si trasformano in sostanze solide, o non idrogenati, ottenuti separando la parte satura (più dannosa) da quella insatura (parte buona) di una sostanza grassa. È consigliabile evitare quanto più possibile gli alimenti che contengono grassi idrogenati e non idrogenati, accertandone la presenza in biscotti, dolci, merendine, prodotti da forno confezionati, gelati. Tra la margarina ed il burro, è meglio scegliere il burro, da utilizzare comunque in piccole quantità.

Grassi vegetali

Con il termine grassi si identificano quelle sostanze che a temperatura ambiente si trovano allo stato solido e che sono ricchi di acidi grassi saturi (dannosi). Questi ultimi sono anche noti come grassi animali (contenuti in carne, latte, formaggio…), purtroppo non si trovano solo in questi cibi, ma anche in prodotti da forno confezionati quali merendine, biscotti, snack salati, etc. Sulle etichette di molti prodotti si trova spesso riportata la scritta “grassi vegetali” (in genere olio di cocco e di palma). La scritta “vegetale” può trarre in inganno, perché ci fa pensare a qualcosa di leggero. Questi, soprattutto l’olio di cocco, contengono una quantità di grassi saturi superiore a qualsiasi altro grasso animale, in grado anch’essi di contribuire ad innalzare il colesterolo pur essendo d’origine vegetale. Quindi non sempre ciò che è vegetale è sano e non tutto ciò che è animale è sempre dannoso (es. pesce).

Il sale

Il consumo quotidiano consigliato si aggira intorno ai 2-3 grammi, mentre nella pratica comune si arriva a consumarne anche 6 grammi; basti pensare non solo al sale che aggiungiamo al cibo, ma anche e soprattutto a quello che si trova negli alimenti conservati, nei formaggi soprattutto se salati e negli insaccati. Oltre che alla quantità bisogna anche considerare la qualità: non tutto il sale è uguale. C’è una grande differenza tra quello che può essere il sale marino integrale rispetto al comune sale da cucina raffinato. Il sale che compare più spesso sulle nostre tavole è quello raffinato, cioè privato del magnesio, dello iodio e dei moltissimi oligoelementi necessari al nostro organismo. In questo caso ci troviamo di fronte a percentuali altissime di cloruro di sodio (anche il 96%), come il Salgemma, a cui vengono poi aggiunte sostanze contro l’umidità e la formazione di grumi. Anche il processo di essiccazione riveste la sua importanza. Per abbreviare i tempi di lavorazione molti produttori di sale marino integrale, essiccano i loro prodotti in forni speciali, dove il sale può essere sottoposto fino a temperature di 1200°C; in questo caso il cloro evapora e si crea un disequilibrio tra i vari elementi. Per garantire tutte le sue proprietà il sale dovrebbe essere essiccato per alcuni mesi in ambienti areati, dal clima caldo e secco. Un buon sale marino integrale, che presenta tutte queste caratteristiche lo si può tranquillamente trovare nei negozi di alimenti naturali. Anche se usiamo del sale di buona qualità, la regola non cambia: bisogna cercare di usarne poco, in quanto un consumo eccessivo di sale può favorire l’insorgenza di diversi disturbi come l’ipertensione arteriosa, disturbi renali, perdita di calcio (osteoporosi) e maggior rischio di tumore allo stomaco.

Come fare per usarne poco

Occorre ricordare che l’uso del sale può essere sostituito dalla presenza di spezie ed erbe aromatiche, che apportano sapore e gusto pur essendo meno pericolose per l’organismo. In commercio si possono trovare sotto diverse forme e preparati: intere: sono le migliori perché mantengono sicuramente il loro aroma per molto tempo, a patto naturalmente che vengano ben conservate; in polvere: possono essere interessanti dal punto di vista della praticità, ma purtroppo il loro aroma tende ad essere disperso più facilmente; estratti: si rischia però di trovare in questi preparati aromi di sintesi e non estratti naturali. Se tenute con cura non irrancidiscono facilmente e non perdono rapidamente né il loro aroma nè tanto meno il sapore. Questi tipi di aromi non sono da confondersi con l’uso di preparati per gli arrosti o per il pesce, in cui è stata aggiunta una certa quantità di sale nella loro composizione. Inoltre, è da ricordare che, riducendo il sale, gradatamente ci si abituerà a consumarne meno. Attenzione anche al dado da cucina, sicuramente molto pratico, ma spesso ricco di sale e grassi. Naturalmente occorre accostare ad ogni alimento la sua spezia o erba aromatica, ma in questo non esistono regole precise, perché molto dipende dal gusto personale. Qui di seguito vengono dati alcuni esempi di accostamento.

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Peso Dieta Sessuologia PSA Pene Laser Filler Rughe HDL LDL Botulino COME ABBASSARE IL COLESTEROLO 04

FONTE DI QUESTO ARTICOLO: https://www.fondazioneserono.org/oncologia/consigli-alimentazione-malati-tumore/alimenti-anti-tumore/come-tenere-sotto-controllo-il-colesterolo/

I migliori prodotti per abbassare il colesterolo e dimagrire

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, che sono estremamente utili per abbassare il colesterolo e dimagrire, fattori che diminuiscono il rischio di ipertensione, ictus cerebrale ed infarto del miocardio:

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Ho dimenticato di assumere l’anticoagulante, cosa fare?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OSPEDALE ANAMNESI ESAME OBIETTIVO SEMEIOTICA FONENDOSCOPIO ESAME (3)E’ una domanda che mi sento rivolgere abbastanza spesso dai miei pazienti, che mi chiamano disperati in orari sempre più inusuali, dicendo di essersi dimenticati di prendere la dose di Coumadin. La prima cosa da fare è stare calmi, il problema – come vedremo tra poco – può essere risolto. Ma per cominciare mi sembra giusto spiegare cos’è un anticoagulante orale e quando è necessario assumerlo.

Cos’è il trattamento anticoagulante orale?

I farmaci anticoagulanti orali attualmente disponibili in Italia sono il COUMADIN 5mg (warfarin) ed il SINTROM 4mg ed 1mg (acenocumarolo). Questi anticoagulanti riducono la normale capacità del sangue di coagulare e non possono essere somministrati a dosi fisse come invece avviene per altri farmaci. La terapia deve essere individualizzata, cioè ogni paziente richiede una dose diversa di farmaco per raggiungere il livello di anticoagulazione adeguato. Per controllare l’effetto della T.A.O. (acronimo di “Terapia Anticoagulante Orale“) occorre misurare l’INR su un campione di sangue. E’ indispensabile ripetere periodicamente il controllo dell’INR poiché, anche nella stessa persona, può essere necessario cambiare la dose di farmaco anticoagulante per mantenere un livello adeguato di anticoagulazione (range terapeutico).

Leggi anche: Coumadin: quando si usa, dosaggio ed effetti collaterali (foglio illustrativo)

Cos’è l’INR?

Il test di laboratorio che misura il livello di coagulazione del sangue si chiama “Tempo di Protrombina” (PT). Per le persone in T.A.O., il Pt viene espresso dall’INR (acronimo di “International Normalized Ratio”, che significa “Rapporto Internazionale Normalizzato”) che permette un’espressione uniforme dei risultati indipendentemente dal tipo di reagente usato nel laboratorio: in questo modo i valori di INR determinati in diversi laboratori sono paragonabili tra loro. Questo consente al paziente di poter controllare il proprio trattamento anticoagulante anche se si trova lontano dal Centro di Sorveglianza a cui abitualmente fa riferimento.

Leggi anche: Test della coagulazione PT, INR PTT, aPTT, TT: valori e significato

Dosi ed orari di assunzione

Occorre seguire scrupolosamente le prescrizioni nell’assunzione della dose giornaliera di anticoagulante orale e presentarsi puntualmente al controllo dell’INR. La dose di anticoagulante prescritta dovrebbe essere assunta sempre alla stessa ora (possibilmente di pomeriggio, tra le 17:00 e le 18:00), scegliendo un orario in cui sia più facile ricordarselo. Non occorre il digiuno.

Leggi anche: Cardioaspirin 100mg: effetti indesiderati, a cosa serve, dosaggi (foglio illustrativo)

Ho dimenticato di assumere l’anticoagulante: cosa fare?

Eccoci finalmente alla domanda presente nel titolo di questo articolo. Nella stessa giornata, la dose di anticoagulante può essere assunta anche più tardi (fino alla mezzanotte); oltre questo termine – salvo diversa indicazione medico – in genere si salta la dose dimenticata avendo cura di segnalare la mancata assunzione sulla propria scheda terapeutica. Si evita in questa maniera di assumere due dosi di anticoagulante nella stessa giornata. Non assumere l’anticoagulante è un errore, ma è molto peggio assumerlo due volte. Il giorno dopo si assume l’anticoagulante alla stessa ora, come al solito.

IMPORTANTE: chiedere comunque al proprio medico prima di saltare la dose di anticoagulante.

Cosa posso mangiare?

Non esiste una dieta specifica per il paziente in trattamento anticoagulante orale. L’indicazione è di seguire un regime alimentare equilibrato, mantenendo costante nel tempo l’apporto di frutta e vegetali, soprattutto quelli a foglia verde (spinaci, broccoli, cavoli, lattuga, ecc…) più ricchi di Vitamina K (che riduce l’effetto degli anticoagulanti orali). Se il paziente assume abitualmente verdure, non c’è nessun problema e quindi nessun motivo di eliminare dalla dieta le stesse. Bisogna fare attenzione qualora il paziente sia un assuntore occasionale o abbia propensione verso verdure stagionali. In questo caso si possono creare situazioni di scompenso. Tisane ed infusi potrebbero avere effetti sul livello di anticoagulazione. Gli alcolici, se assunti in quantità eccessiva, influenzano il livello di coagulazione. No alle diete fai da te! E’ bene mantenere le stesse abitudini alimentari in vacanza.

Leggi anche: Differenza tra trombosi arteriosa e venosa profonda e superficiale

Se devo assumere altri farmaci, cosa succede?

Molti farmaci interferiscono aumentando o diminuendo l’effetto della T.A.O.: non bisogna assumere nuove medicine se non prescritti dal medico. Tutto il personale sanitario con cui entrate in contatto deve essere informato che siete in T.A.O. In caso di assoluta necessità, qualunque farmaco può essere usato sotto stretta sorveglianza medica e con l’obbligo di effettuare controlli dell’INR più frequenti se è nota l’interferenza con la TAO. Le iniezioni intramuscolari possono provocare ematomi; è bene limitarle il più possibile avendo cura di applicare del ghiaccio sulla zona prima e dopo l’iniezione. Non esistono particolari controindicazioni per le vaccinazioni, compresa quella antinfluenzale. I prodotti di erboristeria che contengono sostanze ad effetto farmacologico possono influenzare la T.A.O. in modo imprevedibile ed importante; per tale motivo se ne sconsiglia l’suo. Avvertire il Centro di Sorveglianza T.A.O. dell’intenzione di avere una gravidanza o immediatamente dopo un test di gravidanza positivo.

Posso praticare sport?

E’ ammessa attività fisica in rapporto alle proprie condizioni generali. Sono sconsigliate attività sportive che possano procurare traumi o ferite.

Leggi anche: Qual è la differenza tra arteria e vena?

Cosa comunicare al medico?

Ricordarsi di comunicare tempestivamente al Centro di Sorveglianza:

  • Errori nell’assunzione della dose di anticoagulante.
  • Inizio di una dieta o notevoli variazioni al regime alimentare precedente: il digiuno potenzia l’effetto degli anticoagulanti.
  • Assunzione di nuovi farmaci e durata prevista del trattamento.
  • Sospensione di farmaci.
  • Comparsa di lividi senza trauma accertato.
  • Problemi emorragici: avendo cura di quantificare il grado di emorragia (quanto sangue si è perso), la sede dell’emorragia (da dove esce il sangue) e la frequenza del sintomo (quante volte è successo).
  • Aumento importante del flusso mestruale.
  • Traumi importanti anche senza danno apparente, soprattutto se alla testa e/o alla schiena.
  • Appuntamenti per esami endoscopici e/o invasivi.
  • Appuntamenti per estrazioni dentarie o interventi odontoiatrici.
  • Segnalare al Centro di Sorveglianza T.A.O. eventuali cambiamenti di indirizzo e numero telefonico.
  • In caso di ricovero portare una lettera di dimissione dell’Ospedale.

Nota: abbi cura di portare sempre con te uno scritto che informi che sei in trattamento anticoagulante e la motivazione dello stesso (Ad esempio: “Mi chiamo Rossi Ugo, nato il …e sono in trattamento anticoagulante orale perché sono portatore di protesi valvolare meccanica dal…”).

FONTE DI QUESTO ARTICOLO: http://www.diagnosticaconte.it/?pagina=interno&id=25

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn e su Pinterest, grazie!

La dieta del gruppo sanguigno: gli alimenti consigliati e quelli sconsigliati per ogni gruppo

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO PRELIEVO SANGUE LABORATORIO ANALISI DEL SANGUE ANEMIASicuramente avrete sentito parlare della dieta del gruppo sanguigno, un regime alimentare dietetico ideato da un naturopata americano che si basa sulla convinzione che il gruppo sanguigno d’appartenenza sia fondamentale per elaborare una dieta corretta.

Dieta e gruppo sanguigno

La dieta del gruppo sanguigno è stata ideata dal naturopata americano di origini italiane Peter D’Adamo, il quale ha elaborato un modello alimentare basato sul gruppo sanguigno d’appartenenza, che sarebbe fondamentale per l’impostazione di una dieta corretta ed efficace.

La dieta del gruppo sanguigno funziona davvero?

Nonostante il dott. D’Adamo proclami al mondo l’infallibilità della sua dieta, diversi esperti, sostengono che non c’è alcuna prova scientifica del fatto che prediligere alcuni alimenti sulla base del gruppo sanguigno sia utile per dimagrire o per la salute, ad essere del tutto onesto neanche io sono del tutto certo che funzioni questo tipo di dieta, ma, visto che molti pazienti mi hanno chiesto delle informazioni a riguardo ecco quelli che sono, in base alle teorie del dott. D’Adamo, i cibi consigliati e quelli sconsigliati a seconda del vostro gruppo sanguigno.

La dieta del gruppo sanguigno 0

Come vi avevamo già detto, il gruppo sanguigno 0 è quello del cacciatore, formatosi quando la caccia era il principale mezzo di sostentamento degli uomini. Gli appartenenti a questo gruppo sanguigno si caratterizzano per un sistema immunitario attivo e per un apparato digerente robusto, mentre lo stomaco e le articolazioni sono i loro punti deboli.

I cibi permessi per il gruppo sanguigno 0

Prodotti biologici, quinoa e amaranto, germogli di fieno greco, lenticchie e ceci, olio extravergine d’oliva estratto a freddo, crostacei, tofu, pane di soia, pane di riso, pane di segale, fagioli azuki, fagioli dall’occhio, alghe marine, aglio, bietole, broccoli, carciofi, cavolo rapa, cavolo verde, cipolle gialle e rosse, lattuga romana, peperoni rossi, porro, rafano, rape, scarola, spinaci, tarassaco, topinambur, verza, zucca, fichi freschi e secchi, noci, prugne, semi di zucca, sale marino integrale, tè verde.

I cibi vietati per il gruppo sanguigno 0

Salumi, insaccati e affettati in genere, carne suina, latte intero e scremato, parmigiano, provolone, ricotta, yogurt, uova, dolci a base di mais, gelato, couscous, melanzane, fragole, mandarini, mirtilli, funghi coltivati, patate dolci, olive greche e nere, arachidi, noce di cocco e noci brasiliane, pistacchi aceto di vino, condimenti speziati, bibite a base di cola e frizzanti, caffè, sottaceti, cacao e cioccolato.

La dieta del gruppo sanguigno A

Il gruppo sanguigno A è quello degli agricoltori e a differenza del gruppo sanguigno 0, quello A deve incentrare la propria alimentazione su verdura, frutta, cereali e soia, mentre è da evitare quasi completamente la carne.

I cibi permessi per il gruppo sanguigno A

Cereali integrali, fagioli azuki, fagioli neri, fagioli verdi, fagioli dall’occhio, lenticchie, aglio, bietole, broccoli, carciofi, carote, cavolo rapa, cavolo verde, cicoria, cipolle gialle, cipolle rosse, lattuga romana, rape, spinaci, tarassaco, topinambur, verza, zucca, albicocche, ananas, arachidi, ciliegie, fichi freschi e secchi, limoni, pompelmo, prugne, semi di zucca, olio extravergine d’oliva e di lino, frutti di bosco (mirtilli e more), latte di soia, pane di germe di grano, pane di soia, grano saraceno, tofu, tempeh, latte di soia, semi e frutta fresca, germogli in abbondanza, ricotta, uovo intero, formaggi a pasta dura e molle di ogni tipo, yogurt, malto d’orzo, melassa, caffè, alghe marine, zenzero.

I cibi vietati per il gruppo sanguigno A

Carne, salumi, insaccati, affettati, precotti, burro, latte intero e scremato, parmigiano, gelati, carni insaccate, in scatola e affumicate, farine di frumento, ceci, fagioli bianchi, fagioli rossi, fagioli lima, fagioli di spagna, crusca, cavolo bianco, cavolo rosso, melanzane, olive greche e nere, patate, peperoni gialli, rossi e verdi, pomodori, banane, mango, papaia, noce di cocco, noci brasiliane, olio di arachidi, olio di mais, aceto di vino.

La dieta del gruppo sanguigno B

Il gruppo sanguigno B è il gruppo dei nomadi, e rappresenta il momento di passaggio dall’agricoltura alla pastorizia. Gli appartenenti a questo gruppo sanguigno si caratterizzano per un apparato digerente forte, per essere molto adattabili e per avere un sistema immunitario attivo; possono seguire una dieta bilanciata e molto varia.

I cibi permessi per il gruppo sanguigno B

Ortaggi a foglia verde, broccoli, carote cavolini di Buxelles, cavolo bianco, cavolo rosso, cavolo verde, melanzane, patate dolci, peperoni gialli, rossi, verdi, verza, frutta fresca, ananas, banane papaia, prugne, uva, latte e latticini, ricotta, fiocchi di latte magro, formaggi di capra, uova, pane di miglio e riso, farro, fagioli bianchi, fagioli di lima e di Spagna, miele, zucchero di canna, dolci di riso, curry, zenzero, ginseng, olio extravergine di oliva, prezzemolo, rosmarino.

I cibi vietati per il gruppo sanguigno B

Salumi, carni di maiale, gorgonzola, gelato, dolci a base di mais, salatini, pane di frumento, fichi d’India, nocciole, pistacchi, semi di zucca, noce di cocco, arachidi, avocado, olio di mais, sesamo, olive, mais, tofu, crusca, frumento, couscous, farina d’orzo, germe di grano, grano saraceno, polenta, ceci, fagioli, lenticchie, carciofi, pomodori, rapanelli, topinambur, zucca.

La dieta del gruppo sanguigno AB

Il gruppo sanguigno AB è chiamato l’enigmatico, perché si è formato recentemente dalla mescolanza del gruppo sanguigno A e di quello B; questo gruppo sanguigno è quello che può mangiare di tutto, possiede un sistema immunitario molto adattabile, anche se può soffrire di anemia e patologie cardiocircolatorie.

I cibi permessi per il gruppo sanguigno AB

Riso, farro, fiocchi di latte magro, formaggio di capra, formaggio fresco magro, mozzarella, ricotta, uova, ortaggi (in particolare i pomodori, anche succo), uva nera (anche succo), olio extravergine d’oliva, tè verde, fiocchi formaggio di soia, pane di segale, pane di soia, pane e dolci a base di riso, fagioli bianchi e fagioli rossi, aglio, broccoli, cavolfiore, cavolo verde, cetrioli, melanzane, sedano, tarassaco, verza, ananas, arachidi, castagne, ciliegie, fichi freschi e secchi, kiwi, limoni, noci, pompelmo, prugne, uva, olio extravergine d’oliva.

I cibi vietati per il gruppo sanguigno AB

Carne, carni insaccate, in scatola e affumicate, burro, gorgonzola, parmigiano, provolone, dolci a base di mais, farina di mais, grano saraceno, ceci, fagioli azuki, fagioli di lima, fagioli di spagna, fagioli neri, fagioli dall’occhio, fave, carciofi, peperoni gialli, rossi e verdi, rapanelli, arance, banane, cachi, fichi d’india, mango, melagrana, nocciole, noce di cocco, semi di zucca, aceto di vino, sottaceti, cibi in salamoia.

Dieta del gruppo sanguigno: il mio personale parere

Nonostante molte persone che hanno seguito la dieta del gruppo sanguigno sostengano di essere dimagrite e di aver migliorato la propria salute, io – come dicevo anche all’inizio dell’articolo – NON sono particolarmente a favore di questa dieta visto che allo stato attuale non esiste nessuna prova scientifica del fatto che le lectine assunte con gli alimenti possano provocare delle reazioni di agglutinazione con gli antigeni, pertanto scegliere determinati alimenti in base al gruppo sanguigno di appartenenza non assicurerebbe né la perdita di peso né specifiche cure contro disturbi legati all’alimentazione o contro eventuali intolleranze alimentari. Prima di avventurarvi in questo tipo di dieta parlatene col vostro medico di fiducia!

FONTE: http://www.terranuova.it

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

I 7 “assi salva-cuore'”: pochi italiani li possiedono tutti

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO VERDURA CIBO VEGETALI DIETA DIMAGRIRE CUCINA (2)Sono sette gli “assi salva-cuore” che abbassano il rischio di ictus e infarto:

  1. non fumare;
  2. fare sport;
  3. seguire una dieta sana;
  4. avere la glicemia bassa;
  5. avere la pressione arteriosa nei limiti;
  6. avere il colesterolo nei limiti;
  7. giusto indice di massa corporea (il rapporto tra peso e altezza).

Sette “assi” che mettono al sicuro dai disturbi cardiovascolari. Purtroppo sono ancora troppo pochi gli italiani che posseggono tutti i fattori protettivi. Lo certifica uno studio dei geriatri dell’Università Cattolica – Policlinico A. Gemelli di Roma. In media, gli italiani presentano quattro dei sette fattori considerati dall’American heart association come “protettivi”, solamente due individui su cento li hanno tutti e sette. E una persona su dieci ne presenta meno di tre.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Reddit, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Gli energy drink modificano l’attività del cuore

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO ALCOL ALCOLICO BERE ALCOLISMO BIRRA VINO SUPERALCOLICO ALCOLICI SPUMANTE CHAMPAGNE COCKTAIL BICCHIERE BOTTIGLIA PUBUn’analisi tedesca su 18 persone sane dimostra che gli energy drink hanno un effetto diretto sull’attività del cuore. Iniziano a comparire gli studi non epidemiologici sugli effetti cardiaci degli energy drink, finora dedotti soltanto dai casi segnalati in tutto il mondo in seguito a ricoveri e anche a qualche decesso. Nei giorni scorsi è stata presentata all’ultimo meeting annuale della Radiological society of North America, una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università di Bonn, in Germania, che documenta, senza possibilità di equivoco, l’esistenza di questi effetti.

Continua la lettura su https://medicinaonline.co/2013/12/02/gli-energy-drink-modificano-lattivita-del-cuore/

Leggi anche:

Lo Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Il sugo al pomodoro fa bene al cuore e combatte i tumori

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO PASTA DIETA MEDITERRANEA CUCINARE CIBO DIETA DIMAGRIRE CUCINA (4)Olio extravergine d’oliva, trito di cipolla, spicchio d’aglio, pomodoro a volontà. La salsa più amata dagli italiani (e spesso simbolo – insieme alla pasta – della cucina italiana nel mondo) è anche la più benefica per la salute di cuore e arterie, grazie a 40 polifenoli antiossidanti racchiusi negli ingredienti del sugo rosso, re della dieta mediterranea. Inoltre il sugo al pomodoro sembra essere un ottimo alleato contro i tumori!

Lo studio spagnolo

Le splendide qualità del sugo al pomodoro sono confermate da uno studio spagnolo pubblicato su Food Chemistry, condotto da un gruppo di scienziati dell’Università di Barcellona confrontando diverse salse pronte vendute al supermercato, preparate con materie prime fornite da aziende agricole. Secondo gli autori della ricerca, ripresa dal quotidiano britannico Daily Mail, le virtù del sugo al pomodoro non si nascondono nei singoli ingredienti bensì nel combinarli in un mix: agli antiossidanti del pomodoro si aggiungono quelli di olio, aglio e cipolla.

Polifenoli e carotenoidi

Spiega Rosa Maria Lamuela, coordinatrice della ricerca: “Con 120 grammi di sugo aggiunto alla pasta si introducono dai 16 ai 4 milligrammi di polifenoli per porzione e dai 6 ai 10 milligrammi di carotenoidi. Questi composti sono molto utili e un loro consumo è correlato alla riduzione dei tumori e delle malattie cardiovascolari, come ha dimostrato lo studio PREDIMED (PREvention with a MEDiterranean Diet) nel quale si è valutata la frequenza dell’uso di sugo di pomodoro connessa con il rischio di patologie a cuore e vasi, senza però “misurare” esattamente che cosa, dentro all’alimento, sia responsabile dell’effetto protettivo. La nostra ricerca ha perciò individuato le sostanze responsabili dell’azione benefica del sugo”.

Sinergia tra i singoli ingredienti del sugo

I ricercatori vogliono comprendere quale sia la proporzione ideale fra i diversi ingredienti, e hanno scoperto che l’olio d’oliva è meglio di quello di girasole in quanto è più ricco di polifenoli e ha proprietà antiossidanti maggiori. “Riteniamo che una quota pari al 10 per cento del totale del sugo sia adeguata. Inoltre, abbiamo anche verificato che i benefici del sugo sono superiori a quelli derivanti dal consumo dei suoi singoli ingredienti: sembra infatti esserci un effetto sinergico fra di essi e, insieme, apportano una quantità di polifenoli maggiore rispetto a quando sono mangiati singolarmente. Il pomodoro è l’alimento più ricco di queste sostanze, infatti, ma anche cipolla e aglio ne apportano in quantità discreta per cui il ‘cocktail’ finale ne abbonda. Con notevoli vantaggi in termini di prevenzione delle malattie cardiovascolari e anche dei tumori”, ha concluso la scienziata.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!