Quanti litri di sangue abbiamo nel corpo? Quanto pesa il sangue? Qual è il pH ed il peso specifico del sangue?

MEDICINA ONLINE GLICEMIA INSULINA SANGUE DIFFERENZA CONCENTRAZIONE ORMONE PIASTRINE GLOBULI ROSSI BIANCHI GLUCAGONE TESTOSTERONE ESTROGENI PROGESTERONE CUOREIl sangue umano è un liquido di colore variabile dal rosso rubino al rosso violaceo a seconda della quantità di ossigeno legato all’emoglobina; ha una viscosità circa 4 volte superiore a quella dell’acqua e un peso specifico di 1,041-1,062 g/cm³, quindi solo lievemente superiore a quello dell’acqua.

Negli esseri umani la massa ematica costituisce circa il 7,7% del peso corporeo e ha un pH (a livello arterioso) di 7,38 – 7,42.

Un adulto possiede mediamente da 4,5 a 5,5 litri di sangue, mentre i bambini ne possiedono una quantità lievemente minore. Il peso del sangue contenuto nel corpo di un adulto oscilla generalmente tra 4,5 e 5,5 kg.

Potete ottenere con una buona approssimazione la quantità del sangue presente nel vostro corpo, calcolando il 7,7% del vostro peso corporeo. Ad esempio un individuo che pesi 65 chili possiede circa 5 litri di sangue, che pesano circa 5 chilogrammi.

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Utero: anatomia, funzioni, patologie e sintomi in sintesi

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L’utero è un organo muscolare cavo che, insieme alle ovaie, alle tube di Falloppio (o salpingi o tube uterine), alla vagina e alla vulva forma l’apparato riproduttivo femminile. È l’organo deputato ad accogliere l’ovulo fecondato, a consentirne lo sviluppo e a espellere il feto quando la gravidanza giunge al termine. L’utero riceve lo sbocco delle salpingi e in basso si apre nella cavità vaginale.
La struttura dell’utero non è sempre la stessa nel corso della vita: molti sono i cambiamenti a cui questo organo va incontro in base alle diverse fasi dello sviluppo sessuale della donna (prepubertà, pubertà, maturità sessuale, menopausa), in caso di gravidanza e nel corso del ciclo mestruale.

L’utero è posto al centro della piccola pelvi, tra la vescica (anteriormente) e il retto (posteriormente). Caratteristica è la posizione dell’utero rispetto al bacino: l’asse maggiore di questo forma con l’asse maggiore del bacino un angolo aperto anteriormente (angolo di versione) di circa 60° (condizione detta antiversione fisiologica), mentre l’asse del corpo forma con l’asse del collo uterino un angolo ottuso (angolo di flessione) di circa 150°, aperto anteriormente (antiflessione fisiologica). Anteriormente poggia sulla vescica, dalla quale è separato tramite il recesso peritoneale (cavo vescicouterino) che solitamente è una cavità virtuale; posteriormente è in rapporto col retto attraverso l’interposizione di un altro recesso peritoneale, il cavo retto-uterino, detto anche Cavo del Douglas, che solitamente contiene anse dell’intestino tenue; lateralmente al retto prendono inserzione, su entrambi i lati, i legamenti larghi, delle formazioni peritoneali contenenti tessuto connettivo e strutture vasali e legamentose (legamento rotondo, tuba uterina, uretere, parte delle ovaie).

La forma dell’utero ricorda grosso modo quella di un cono con la punta rivolta verso il basso. Nelle donne che non hanno avuto figli le dimensioni dell’utero si attestano intorno ai 6-7 centimetri di lunghezza, 3-4 centimetri di larghezza e uno spessore di 2-3 centimetri, per un peso complessivo di circa 50 grammi: valori che, però, possono subire notevoli cambiamenti nel caso di donne che hanno avuto molti figli, nelle quali dimensioni e peso di questo organo possono aumentare. La cavità uterina è rivestita internamente da una mucosa, l’endometrio, grazie a cui viene garantito nutrimento all’embrione nel primo periodo di vita intrauterina, prima che si verifichi l’impianto. La muscolatura che riveste l’utero (miometrio) è spessa e consistente e le sue contrazioni rendono possibile, al momento del parto, l’espulsione del feto.

Due sono le porzioni nelle quali è possibile idealmente dividere l’utero:

  • una parte più larga – detta corpo uterino o corpo dell’utero – che si espande verso l’alto e in cui sfociano le salpingi (o tube di Falloppio, o tube uterine);
  • il fondo dell’utero, la parte più estesa che termina superiormente;
  • una parte più stretta, detta collo dell’utero o cervice uterina, dalla forma simil-cilindrica, rivolta verso il basso e che va a inserirsi nella vagina.

Prima della pubertà il collo dell’utero corrisponde a circa la metà della lunghezza totale dell’utero; nelle donne che hanno avuto figli, invece, arriva a corrispondere a un terzo di tutta la lunghezza dell’organo: ciò accade, specie nelle donne che hanno avuto più figli, in seguito al notevole sviluppo a cui va incontro il corpo uterino per ospitare le gravidanze.

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Funzioni dell’utero

Il compito dell’utero è triplice: accoglie l’ovulo fecondato, ne consente lo sviluppo e permette l’espulsione del feto quando la gravidanza giunge al termine.

Patologie più diffuse dell’utero

1) Anomalie congenite, rappresentate da uteri malformati in varia maniera (per esempio doppi o con setti).
Sintomi: generalmente asintomatiche (in alcuni casi problemi di fertilità ); spesso saranno associate anomalie congenite del distretto urinario. Nel caso in cui il sangue mestruale per un qualsiasi ostacolo non defluirà  all’esterno (come per esempio nell’imene imperforato), saranno presenti dolori al basso ventre anche di notevole intensità  e l’utero sarà  ripieno di sangue (condizione questa ben visibile all’ecografia).

2) Fibromi (sinonimo nel linguaggio parlato: miomi): sono dei noduli nello spessore del miometrio (la parte muscolare, paragonata ai muri di un stanza). Per definizione sono ascritti tra le formazioni benigne e raramente degenereranno in senso maligno; l’equivalente “invasivo” è il fibrosarcoma; dimensioni e sede risultano estremamente variabili.
Sintomi: spesso sono completamente asintomatici; nella evenienza di localizzazione in prossimità  della cavità  uterina, ma non esclusivamente in questo caso, potranno causare emorragie uterine. È possibile la torsione con dolori al basso ventre soprattutto nei fibromi cosiddetti sottosierosi ad estrinsecazione esterna all’utero. Con il termine fibromatosi uterina, si intende un utero aumentato, anche modicamente, di dimensioni con limiti sinuosi ma non necessariamente pieno di noduli miomatosi; a volte costituisce la normalità  di donne che hanno affrontato più parti, in altri casi può rappresentare l’anticamera allo sviluppo di miomi veri e propri.

3) Adenomiosi: Consiste nella presenza di endometrio nello spessore del miometrio o muscolo uterino. Si formano così delle zone singole o multiple che spesso causano metrorragie – le quali a volte non risentono del trattamento con estroprogestinici (pillola) -, dolori mestruali soprattutto dal secondo giorno del ciclo. Tale condizione, che rappresenta una forma di endometriosi interna, è spesso non diagnosticata e confusa ecograficamente con i fibromi. Il trattamento consiste nell’uso di progestinici, analoghi dell’LHRH, isterectomia in caso di dolore e metrorragie in donne che non desiderano la prole. Sconsigliata in donne in età  fertile l’escissione del focolaio adenomiosico in quanto potrebbe determinare una perdita di tessuto uterino, incompatibile con successive gravidanze. Ogni caso, ad ogni modo, richiede valutazione personalizzata.

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4) Polipi endometriali e del canale cervicale: spesso benigni, richiedono però valutazione istologica per la possibile presenza di atipie.
Sintomi: nessun sintomo; emorragie uterine o perdite ematiche lievi.

5) Cancro endometriale: è più frequente in donne in perimenopausa;
Sintomi: emorragie uterine; perdite capricciose; in alcuni casi nessun sintomo.

6) Patologie del collo uterino: sostanzialmente includono le infiammazioni ed il cancro; il cancro potrà  causare nessun sintomo o perdite vaginali ematiche anche lievi. Le infiammazioni quasi sempre provocheranno leucorrea (fuoriuscita vaginale di secrezioni con varie caratteristiche). Quasi tutte le persone alla domanda: “ha mai avuto perdite ginecologiche?” rispondono senza esitare: “soltanto in quantità  normale”. La normalità è però: nessuna perdita. Sono solo ammesse a metà  del ciclo, modeste emissioni di muco chiaro, inodore, incolore, e filante.

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A che servono i capelli ed i peli?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma A CHE SERVONO PELI CAPELLI Pelle Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgPeli e capelli pur se apparentemente poco importanti, svolgono svariate funzioni utili all’organismo. Tra cui:

  • funzione percettiva. Peli e capelli funzionano come veri e propri meccanismi sensori, in grado di captare stimoli tattili anche molto leggeri. I follicoli piliferi sono circondati da una fitta rete nervosa e funzionano come una specie di leva che amplifica gli stimoli tattili;
  • funzione estetica. I peli possono avere anche una funzione estetica e di richiamo sessuale. I capelli, per esempio, sono un’arma di seduzione tipicamente femminile, capace di donare un certo fascino anche al volto maschile. Anche i peli sul petto negli uomini e i peli sul pube femminile possono rappresentare un forte richiamo sessuale. I peli, specie quelli ascellari, hanno la funzione di diffondere il sudore apocrino, ricco di sostanze deputate al richiamo sessuale, dette feromoni.
  • funzione protettiva. Peli e capelli hanno il compito di proteggere alcune zone del corpo sia dal punto di vista fisico che chimico, pensiamo ad esempio a come una folta capigliatura protegge la testa dai traumi, o come i peli delle ciglia e sopracciglia impediscono a sudori ed oggetti estranei di penetrare nell’occhio. I peli del naso e delle orecchie ostacolano l’entrata dei corpi estranei, mentre i capelli, se abbondanti, riparano efficacemente dal sole e dai traumi.
  • funzione termoregolatrice. A tale proposito leggi: Perché viene la pelle d’oca?

Altre funzioni sono:

  • funzione comunicativa. I peli sono molto importanti per la mimica facciale e ci consentono di esprimere molti stati d’animo.
  • funzione “antinquinamento”. I capelli sono anche buoni indicatori di inquinamento ambientale, poiché sono in grado di assorbire e trattenere determinate sostanze nocive, come il piombo ed il mercurio. L’analisi del capello è importante anche in medicina legale, poiché in questa sede si concentrano determinati veleni, come l’arsenico, e le droghe, come gli oppiacei (morfina, eroina e derivati) e determinati alcaloidi (cocaina, crack).

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Perché lo scroto che contiene i testicoli è così rugoso?

MEDICINA ONLINE PENE TESTICOLO ASIMMETRICO PENIS SCROTO DAVID MICHELANGELO FIRENZE ASIMMETRIA VENA VARICOCELEPerché spesso lo scroto, cioè il “sacchetto” che contiene i testicoli, è così rugoso? E’ solo una questione estetica? In realtà no: nel nostro corpo qualsiasi cosa, anche quella apparentemente più banale, ha una funzione specifica.

La temperatura

Cominciamo col dire che non sempre uno scroto è pieno di rughe, bensì la sua “rugosità” è variabile per un motivo molto più importante di quello che sembri. Chi ne possiede uno si sarà accorto che quando fa molto caldo, o dopo un bagno molto caldo, lo scroto è piuttosto liscio e “rilassato”, con i testicoli che tendono a scendere verso il basso. Quando al contrario fa freddo, o dopo una doccia gelata, lo scroto si ritrae verso il corpo, raggrinzendosi e formando le caratteristiche rughe scrotali, accorciando lo spazio che occupa e ritirando su i testicoli verso il corpo. Ciò dipende dall’azione dei muscoli presenti nello scroto stesso, che lo avvicinano all’addome quando fa freddo e lo allontanano quando fa caldo.

A che serve?

L’obiettivo fisiologico di questo meccanismo è adattarsi agli sbalzi di temperatura dell’ambiente, permettendo una corretta omeostasi dei testicoli. Ciò si comprende ricordando che la funzione dello scroto è mantenere i testicoli a una temperatura (35 °C) costante, lievemente più bassa di quella interna del corpo, adatta alla spermatogenesi (cioè la produzione degli spermatozoi). Temperature troppo più alte o più basse di 35 °C potrebbero impedire la corretta nascita di nuovi spermatozoi normali. Quindi accade che:

  • quando fa caldo lo scroto si rilassa, i testicoli scendono e, allontanandosi dal corpo, si “raffreddano”, evitando quindi temperature che sarebbero troppo alte per una corretta spermatogenesi;
  • quando fa freddo, lo scroto si contrae, i testicoli si riavvicinano all’addome e si “riscaldano”, evitando quindi temperature troppo basse per la normale spermatogenesi.

La mancata capacità dello scroto di creare rughe potrebbe, addirittura, portare a problemi di infertilità e sterilità dal momento che, nei momenti più freddi, i testicoli sarebbero troppo “al fresco” per produrre spermatozoi normali.

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Differenza tra femore e anca

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA TRA FEMORE ANCA ARTICOLAZIONE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgL’anca in anatomia è la regione che unisce la regione pelvica del tronco (il segmento centrale del nostro corpo) all’arto inferiore. Comunemente con “anca” si può intendere anche l’articolazione coxofemorale, cioè l’enartrosi tra il cotile (o acetabolo) dell’osso iliaco e la testa del femore. L’articolazione coxofemorale è anche chiamata “articolazione dell’anca”.

Il femore è invece il nome dell’osso principale dell’arto inferiore, situato nella coscia e messo in comunicazione con l’osso iliaco tramite l’articolazione coxofemorale. È l’osso più lungo, voluminoso e resistente dello scheletro.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Differenza tra apparato e sistema con esempi

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Peso Sex Sessuologia Pene Laser Filler Rughe Botulino Koen Hauser ANATOMIA ARTE CORPO NUDO 07I termini “apparato” e “sistema” sono spesso usati come sinonimi, anche se in verità hanno un significato lievemente diverso.

Si definisce apparato un insieme di tessuti e organi diversi per struttura, funzione e origine, ma che cooperano tra di loro per lo svolgimento delle medesime funzioni. Alcuni esempi di apparato possono essere:

  • l’apparato respiratorio, è l’insieme di organi che consente lo scambio di gas tra il sangue e l’ambiente esterno, in particolare l’introduzione di ossigeno e l’eliminazione di anidride carbonica. Fanno parte di tale apparato numerosi organi e tessuti, quali naso, faringe, laringe, trachea, polmoni (costituiti da bronchi, bronchioli e alveoli polmonari);
  • l’apparato digerente  permette di introdurre, digerire, assorbire i principi nutritivi contenuti negli alimenti ed eliminare i residui non digeribili dal metabolismo sotto forma di feci. I principali organi che lo costituiscono sono cavità boccale,  faringe, esofago, stomaco, l’intestino tenue e intestino crasso;
  • l’apparato locomotore è costituito da ossa, legamenti e muscoli; il suo compito è quello di permettere il movimento di un organismo, attraverso l’interazione tra questi tre principali elementi che lo compongono;
  • l’apparato cardiocircolatorio è formato da cuore, sangue e vasi sanguigni, tra cui vene, arterie e capillari sanguigni; la sua principale funzione è quella di trasportare il sangue e le sostanze in esso contenute (ossigeno e sostanze nutritive) a tutte le cellule del corpo;
  • l’apparato urogenitale comprende a sua volta due apparati, quello urinario e quello genitale, che spesso sono connessi tra loro.  Il primo è l’insieme degli organi e delle strutture finalizzate all’escrezione dell’urina o di altri prodotti catabolici; il secondo rappresenta quell’insieme di organi deputati alla riproduzione. L’apparato urogenitale comprende i reni, gli ureteri, la vescica, l’uretra, le gonadi e gli organi genitali maschili e femminili;
  • l’apparato tegumentario è il tessuto che compone la pelle e che svolge la funzione di rivestimento e protezione dell’organismo umano. E’ costituito da numerosi strati, come l’epidermide e il derma.

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Il termine sistema invece in anatomia indica un gruppo di organi e tessuti che svolgono una funzione comune, ma che non sono necessariamente connessi tra loro dal punto di vista anatomico. Alcuni esempi di sistemi sono:

  • il sistema nervoso è la sede della ricezione, elaborazione e trasmissione delle informazioni relative a tutto il corpo umano, che regola le varie funzioni dell’organismo. Esso è costituito dal tessuto nervoso che viene suddiviso anatomicamente in: Sistema Nervoso Centrale (SNC), che comprende il cervello e il midollo spinale; Sistema Nervoso Periferico (SNP) comprende i nervi cranici, spinali e il Sistema Nervoso Autonomo (Simpatico e Parasimpatico);
  • il sistema scheletrico rappresenta la struttura portante degli organismi vertebrati ed è deputato al sostegno del corpo. E’ formato da ossa, cartilagini e articolazioni;
  • il sistema muscolare è l’insieme di tessuti che permette il movimento del soggetto; esso è costituito principalmente da due tipologie di muscoli: muscolatura liscia involontaria e muscoli striati o volontari;
  • il sistema linfatico è costituito da un articolato sistema di vasi in cui scorre la linfa, molto simile a quello circolatorio venoso e arterioso, e dagli organi linfoidi primari (midollo osseo e timo) e secondari (milza e linfonodi) dove avviene la produzione e lo sviluppo delle cellule immunitarie dell’organismo;
  • il sistema endocrino è un sistema regolatore formato dall’insieme di ghiandole (ipofisi, ipotalamo, tiroide, surrenali, pancreas…), che secernono sostanze chiamate ormoni. Esso ha il compito di gestire il funzionamento dell’organismo in collaborazione con il sistema nervoso.

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Da quanto detto si intuisce che “apparato” e “sistema” significano entrambi un insieme di organi che svolgono una funzione comune ma mentre nell’apparato gli organi sono anatomicamente collegati tra di loro, invece nel sistema gli organi non sono necessariamente connessi tra loro dal punto di vista anatomico.

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Glicerolo Carlo Erba soluzione rettale e supposte: posologia ed effetti collaterali

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Roma Medicina Chirurgia Estetica Rughe Filler Cavitazione Peso Dimagrire Pancia Grasso Dietologo Cellulite Senologo Pene H Grasso Pancia Sex Sessuologo Auguri Buon Natale 2013 CURA FARMACI ANTICOLESTEROLOIl glicerolo è un composto largamente impiegato in campo farmaceutico per le sue proprietà lubrificanti, osmotiche, emollienti ed idratanti. Per via rettale produce generalmente un’evacuazione entro 15-20 minuti. II meccanismo d’azione del glicerolo è di tipo iperosmotico:richiamando acqua nelle feci e producendo una disidratazione dei tessuti con cui viene a contatto. Tale disidratazione determina un effetto irritante locale che scatena contrazioni peristaltiche con conseguente stimolazione allo svuotamento dell’ampolla rettale. Il glicerolo, somministrato per via rettale, è in grado di promuovere la peristalsi e l’evacuazione del basso intestino in virtù della sua azione irritante e della capacità di ammorbidire la massa fecale ispessita. II glicerolo non presenta attività sistemica, quando somministrato localmente, in quanto non assorbito.

Glicerolo Carlo Erba viene venduto sotto forma di:

  • Glecerolo Carlo Erba Prima infanzia 900 mg supposte
  • Glecerolo Carlo Erba Bambini 1375 mg supposte
  • Glecerolo Carlo Erba Adulti 2250 mg supposte
  • Glecerolo Carlo Erba Bambini 2,25g soluzione rettale
  • Glecerolo Carlo Erba 6,75 g soluzione rettale

Indicazioni terapeutiche
Trattamento di breve durata della stitichezza occasionale.

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Posologia e modo di somministrazione
La dose corretta è quella minima sufficiente a produrre una facile evacuazione. È consigliabile usare inizialmente le dosi minime previste; chiedere al vostro medico a riguardo.

Supposte:

  • Adulti: 1 supposta adulti al bisogno, per un massimo di 1 o 2 somministrazioni al giorno.
  • Adolescenti (12-18 anni):1 supposta adulti al bisogno, per un massimo di 1 o 2 somministrazioni al giorno.
  • Bambini di età compresa tra 2-11 anni: 1 supposta bambini al bisogno, per un massimo di 1 o 2 somministrazioni al giorno.
  • Bambini di età compresa tra 1 mese e 2 anni: 1 supposta prima infanzia al bisogno, per un massimo di 1 o 2 somministrazioni al giorno.

Soluzione rettale:

  • Adulti: 1 contenitore monodose adulti al bisogno, per un massimo di 1 o 2 somministrazioni al giorno.
  • Adolescenti (12-18 anni):1 contenitore monodose adulti al bisogno, per un massimo di 1 o 2 somministrazioni al giorno.
  • Bambini di età compresa tra i 6-11 anni: 1 o 2 contenitori monodose bambini al bisogno, per un massimo di 1o 2somministrazioni al giorno.
  • Bambini di età compresa tra i 2 – 6 anni: 1 contenitore monodose bambini al bisogno per un massimo di 1 o 2 somministrazioni al giorno.

Modo di somministrazione

  • Supposte: Togliere la supposta dal suo contenitore e poi, se necessario, inumidirla per facilitarne l’introduzione rettale. Qualora le supposte apparissero rammollite immergere i contenitori, prima di aprirli, in acqua fredda.
  • Soluzione rettale: Per togliere il copricannula di sicurezza del contenitore monodose, appoggiare indice e pollice sulla ghiera rotonda posta sopra il soffietto e, con l’altra mano, piegare il copricannula fino a provocarne il distacco del corpo del contenitore. Durante l’operazione, non afferrare mai il soffietto, altrimenti si verificherebbe la fuoriuscita del medicinale prima dell’utilizzo. Può essere utile lubrificare la cannula con una goccia della soluzione stessa, prima di introdurla nel retto e premere il soffietto. Estrarre la cannula tenendo premuto il soffietto. Ogni contenitore deve essere utilizzato per una sola somministrazione; eventuale medicinale residuo deve essere eliminato.

Avvertenze

  • Nei bambini sotto i dodici anni il medicinale può essere utilizzato solo dopo aver consultato il medico.
  • I lassativi devono essere usati il meno frequentemente possibile e per non più di sette giorni. Una dieta ricca di liquidi favorisce l’effetto del medicinale. L’uso per periodi di tempo maggiori richiede la prescrizione del medico dopo adeguata valutazione del singolo caso. Il trattamento della stitichezza cronica o ricorrente, richiede sempre l’intervento del medico per la diagnosi, la prescrizione dei farmaci e la sorveglianza nel corso della terapia.
  • È inoltre opportuno che i soggetti anziani o in non buone condizioni di salute, consultino il medico prima di usare il medicinale. L’abuso di lassativi può causare diarrea persistente con conseguente perdita di acqua, sali minerali (specialmente potassio) ed altri fattori nutritivi essenziali. Nei casi più gravi di abuso è possibile l’insorgenza di disidratazione o ipopotassiemia, la quale può determinare disfunzioni cardiache o neuromuscolari, specialmente in caso di trattamento contemporaneo di glicosidi cardiaci, diuretici o corticosteroidi.
  • L’abuso di lassativi, specialmente quelli di contatto (lassativi stimolanti), può causare dipendenza(e, quindi, possibile necessità di aumentare progressivamente il dosaggio), stitichezza cronica e perdita delle normali funzioni intestinali (atonia intestinale).
  • Negli episodi di stitichezza, si consiglia innanzitutto di correggere le abitudini alimentari integrandola dieta quotidiana con un adeguato apporto di fibre ed acqua.
  • Quando si utilizzano lassativi è opportuno bere al giorno almeno 6-8 bicchieri di acqua, o altri liquidi, in modo da favorire l’ammorbidimento delle feci.

Controindicazioni

  • ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti;
  • dolore addominale acuto o di origine sconosciuta;
  • nausea o vomito;
  • ostruzione o stenosi intestinale;
  • sanguinamento rettale di origine sconosciuta;
  • crisi emorroidale acuta con dolore e sanguinamento;
  • grave stato di disidratazione.

Interazioni con altri farmaci
Non sono stati effettuati studi specifici di interazione.

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Gravidanza e allattamento
Non sono stati effettuati studi adeguati e ben controllati sull’uso del medicinale in gravidanza o nell’allattamento. Anche se non ci sono evidenti controindicazioni dell’uso del medicinale in gravidanza e durante l’allattamento, si raccomanda di assumere il medicinale solo in caso di necessità e dopo aver chiesto al vostro medico.

Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchine
Il medicinale non altera la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari, tuttavia è possibile che durante il trattamento si manifestino degli effetti indesiderati, pertanto è bene conoscere la reazione al farmaco prima di guidare veicoli o usare macchinari.

Effetti collaterali
Effetti indesiderati osservati durante il trattamento negli studi clinici e integrati, sono:

  • dolori crampiformi dell’addome;
  • coliche addominali, diarrea;
  • irritazione.

Sovradosaggio
Non sono stati riportati casi di sovradosaggio. In ogni caso, dosi eccessive (abuso di lassativi-uso frequente o prolungato o con dosi eccessive) possono causare dolori addominali e diarrea persistente con conseguente perdita di acqua, sali minerali (specialmente potassio) e altri fattori nutritivi essenziali. Le perdite di liquidi ed elettroliti devono essere rimpiazzate. Gli squilibri elettrolitici sono caratterizzati dai seguenti sintomi: sete, vomito, indebolimento, edema, dolori alle ossa (osteomalacia) e ipoalbuminemia. Nei casi più gravi è possibile l’insorgenza di disidratazione o ipopotassiemie la quale può determinare disfunzioni cardiache o neuromuscolari, specialmente in caso di contemporaneo trattamento con glicosidi cardiaci, diuretici o corticosteroidi. L’abuso di lassativi, specialmente quelli di contatto (lassativi stimolanti), può causare dipendenza (e, quindi, possibile necessità di aumentare progressivamente il dosaggio), stitichezza cronica e perdita delle normali funzioni intestinali (atonia intestinale).

Speciali precauzioni per la conservazione
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità e lontano da fonti dirette di calore.

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Si può vivere di sola aria senza mangiare né bere? Per quanto tempo?

MEDICINA ONLINE CIBO MANGIARE DIETA QUANTO SI PUO VIVERE SOLA ARIA CIBO ACQUA TAVOLA DIGESTIONE UVA FRUTTA DIETA CALORIE DIMAGRIRE CONSIGLI NUTRIZIONE VITAMINE SALI MINERALI DONNA VERDURA.jpgSi può vivere senza mangiare né bere, di sola aria? Domanda apparentemente banale che però – visto le ultime stravaganti mode in fato dietologico – diventa attuale. La risposta è NO, non è possibile vivere di sola aria. Il corpo dispone di riserve energetiche e liquide a cui attingere e può mettere in atto sofisticati sistemi per sopravvivere il più a lungo possibile in assenza di cibo e acqua, tuttavia, ad un certo punto, il nostro organismo cesserà di vivere senza questi preziosi carburanti?

Un adulto sano, di età media e con sforzi fisici quotidiani limitati, può arrivare a vivere mediamente ben un mese senza mangiare, tuttavia, se contemporaneamente viene privato dell’acqua, difficilmente raggiungerà questo traguardo temporale, dal momento che senza bere riuscirà a sopravvivere per una sola settimana.

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