17 marzo: Giornata mondiale del sonno

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma 17 MARZO GIORNATA MONDIALE SONNO DORMIRE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgIl 17 marzo è la Giornata mondiale del sonno: un evento annuale che ha lo scopo di richiamare l’attenzione sul sonno e sui disturbi ad esso connesso. Ecco una serie di miei articoli che riguardano l’attività che occupa ben un terzo delle nostre vite: il dormire!

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Ritmo circadiano: caratteristiche, durata, luce e melatonina

MEDICINA ONLINE SONNO DORMIRE RIPOSARE RIPOSINO PISOLINO RUSSARE CUSCINO LETTO NOTTE POMERIGGIOIl ritmo circadiano, in cronobiologia e in cronopsicologia, è un ritmo caratterizzato da un periodo di circa 24 ore. Il termine “circadiano”, coniato da Franz Halberg, viene dal latino circa diem e significa appunto “intorno al giorno”. Il primo a intuire che i ritmi osservati potessero essere di origine endogena fu lo scienziato francese Jean-Jacques d’Ortous de Mairan che nel 1729 notò che i modelli di 24 ore nei movimenti delle piante continuavano anche quando queste venivano tenute in condizioni di buio costante. Esempi sono il ritmo veglia-sonno, il ritmo di secrezione del cortisolo e di varie altre sostanze biologiche, il ritmo di variazione della temperatura corporea e di altri parametri legati al sistema circolatorio. Oltre ai ritmi circadiani sono stati identificati e studiati vari ritmi circasettimanali, circamensili, circannuali. Si pensa che i ritmi circadiani si siano originati nelle protocellule, con lo scopo di proteggere la replicazione del DNA dall’alta radiazione ultravioletta durante il giorno. Come risultato, la replicazione avveniva al buio. Il fungo Neurospora, che esiste ancora oggi, contiene questo meccanismo regolatore.

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Caratteristiche

Il sistema circadiano endogeno è una sorta di complesso “orologio interno” all’organismo che si mantiene sincronizzato con il ciclo naturale del giorno e della notte mediante stimoli naturali come la luce solare e la temperatura ambientale, ed anche stimoli di natura sociale (per esempio il pranzo o la cena sempre alla stessa ora). In assenza di questi stimoli sincronizzatori (per esempio in esperimenti condotti dentro grotte o in appartamenti costruiti apposta) i ritmi continuano ad essere presenti, ma il loro periodo può assestarsi su valori diversi, per esempio il ciclo veglia-sonno tende ad allungarsi fino a 36 ore, mentre il ciclo di variazione della temperatura corporea diventa di circa 25 ore.

I ritmi circadiani sono importanti per determinare i modelli di sonno e veglia di tutti gli animali, inclusi gli esseri umani. Vi sono chiari modelli dell’attività cerebrale, di produzione di ormoni, di rigenerazione cellulare e altre attività biologiche collegate a questo ciclo giornaliero.

Il ritmo è collegato al ciclo luce-buio. Animali tenuti in totale oscurità per lunghi periodi funzionano con un ritmo che si “regola liberamente”. Ogni “giorno” il loro ciclo di sonno avanza o regredisce a seconda che il loro periodo endogeno sia più lungo o più corto di 24 ore. Gli stimoli ambientali che ogni giorno resettano i ritmi sono chiamati Zeitgebers (tedesco, letteralmente significa: “donatori di tempo”). È interessante notare che mammiferi totalmente sotterranei (come il topo-talpa cieco spalax) sono capaci di mantenere il loro orologio interno in assenza di stimoli esterni.

In esseri umani che si sono volontariamente isolati in grotte e senza stimoli esterni si è notato che il ritmo circadiano sonno-veglia tende progressivamente ad allungarsi, sino ad arrivare a “giornate” di 36 ore. Fondamentale come regolatore dell’orologio interno appare quindi il ruolo della luce solare.

L'”orologio circadiano” nei mammiferi è collocato nel nucleo soprachiasmatico (SCN), un gruppo definito di cellule situato nell’ipotalamo. La distruzione dell’SCN causa la completa assenza di un regolare ritmo sonno/veglia. L’SCN riceve informazioni sull’illuminazione attraverso gli occhi. La retina degli occhi non contiene solo i “classici” fotorecettori, ma anche cellule gangliari retinali fotosensibili. Queste cellule, che contengono un pigmento chiamato melanopsina, seguono un tragitto chiamato tratto retinoipotalamico, che collega all’SCN. È interessante notare che se le cellule provenienti dall’SCN sono rimosse e coltivate in laboratorio mantengono il loro ritmo in assenza di stimoli esterni. Sembra che l’SCN prenda le informazioni sulla durata del giorno dalla retina, le interpreti e le invii alla ghiandola pineale (una struttura delle dimensioni di un pisello situata nella parete posteriore del terzo ventricolo) la quale secerne melatonina in risposta allo stimolo. Il picco di secrezione della melatonina si raggiunge durante la notte.

Le piante sono organismi sensibili, e perciò sono strettamente legate con l’ambiente circostante. L’abilità di sincronizzarsi con i cambiamenti giornalieri della temperatura e della luce sono di grande vantaggio per le piante. Per esempio, il ciclo circadiano esercita un contributo essenziale per la fotosintesi, conseguentemente permette di aumentare la crescita e la sopravvivenza delle piante stesse.

La luce e l’orologio biologico

L’abilità della luce di azzerare l’orologio biologico dipende dalla curva di risposta di fase (alla luce). Dipendentemente dalla fase del sonno, la luce può avanzare o ritardare il ritmo circadiano regolando i livelli di melatonina. L’illuminazione richiesta varia da specie a specie: nei roditori notturni, ad esempio, è sufficiente una diminuzione di luce molto inferiore rispetto all’uomo per l’azzeramento dell’orologio biologico. Oltre all’intensità della luce, la lunghezza d’onda (o colore) della luce è un importante fattore per la determinazione del grado a cui l’orologio è azzerato. La melanopsina è eccitata più efficacemente dalla luce blu (420-440 nm).

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Differenza tra anestesia generale e sonno

MEDICINA ONLINE SURGERY SURGEON RECOVERY TAGLIO ANESTESIA GENERALE REGIONALE LOCALE EPIDURALE SPINALE SNC BISTURI PUNTI SUTURA COSCIENTE PROFONDA MINIMA ANSIOLISI ANESTHETIC AWARENESS WALLPAPER PICS PHOTO HD HI RES PICTURESCon “anestesia generale” o “anestesia totale” si intende un trattamento medico farmacologico che consente al paziente sottoposto ad intervento od operazione chirurgica di dormire durante le procedure mediche, in modo da non sentire alcun dolore, non muoversi e di non ricordare quanto accade.

Il sonno che viene indotto dall’anestesia generale è tuttavia ben diverso dal normale sonno, per vari motivi:

  • il cervello anestetizzato non conserva ricordi, mentre un soggetto addormentato può, in certe situazioni, ricordare un evento accaduto attorno a lui mentre dormiva;
  • il cervello anestetizzato non risponde ai segnali del dolore, mentre un soggetto che dorme può essere facilmente svegliato da stimoli dolorosi;
  • il cervello anestetizzato non risponde a segnali uditivi anche intensi, mentre un soggetto che dorme può essere facilmente svegliato da suoni anche lievi, specie se inusuali nell’ambiente in cui riposa;
  • il soggetto sotto anestesia generale è incosciente, al contrario di chi semplicemente dorme che conserva parte della coscienza;
  • il soggetto sotto anestesia generale è incapace di respirare in maniera autonoma, al contrario di chi semplicemente dorme.

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Astenia, sonnolenza, stanchezza: cosa li causa e come curarle

MEDICINA ONLINE STANCHEZZA COSA FARE ASTENIA SONNOLENZA LAVORO DORMIRE MALE REGOLE AIUTO CAUSE CURE MANCANZA DI FORZA DEPRESSIONE MUSCOLI SENZA FORZE MANCANZA DI ENERGIE SPORT MOVIMENTO.jpgChiunque può sentirsi stanco e assonnato più o meno occasionalmente, ma in genere è sufficiente una buona notte di sonno per recuperare e affrontare nuovamente con entusiasmo i mille impegni che caratterizzano i ritmi di vita attuali. Se tuttavia la stanchezza persiste da molte settimane, magari inspiegabilmente, è senza dubbio opportuno rivolgersi al medico per approfondire. I medici parlano in questo caso di astenia, il cui significato è una costante sensazione di esaurimento fisico, un sintomo che consiste nella riduzione di energia del soggetto colpito. La stanchezza non è una malattia di per sé, ma può essere il sintomo di una patologia, l’effetto collaterale di un farmaco o la conseguenza di uno stile di vita errato. Un disturbo caratterizzato da una stanchezza e una sonnolenza patologici è la sindrome da fatica cronica, che persiste per lunghissimi periodi senza trarre sollievo dal riposo.

Cause

Malattie

La sensazione di fatica, di stanchezza, di sonnolenza, è spesso un campanello d’allarme che l’organismo utilizza per segnalarci che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe; tra le condizioni che possono causare astenia troviamo ad esempio:

  • celiachia non curata, ossia l’intolleranza al glutine, che tra i diversi sintomi spesso si presenta anche con affaticamento, anemia e perdita di peso;
  • anemia, una delle spiegazioni più comuni di pazienti costantemente stanchi (soprattutto donne in età fertile, magari con mestruazioni abbondanti), causata spesso dalla carenza di ferro;
  • sindrome da fatica cronica, una condizione caratterizzata da stanchezza e affaticabilità debilitanti;
  • fibromialgia, una sindrome caratterizzata da dolore e stanchezza;
  • sindrome delle apnee notturne, una condizione caratterizzata dalla ripetuta interruzione della respirazione durante la notte, che quindi inficia pesantemente la qualità del riposo notturno;
  • ipotiroidismo, uno dei sintomi più comuni di una tiroide pigra è proprio l’astenia;
  • diabete, uno dei sintomi più comuni (ma spesso sconosciuti) è una stanchezza a lungo termine, accompagnata da sete e perdita di peso;
  • mononucleosi, un’infezione virale che colpisce la gola e che, soprattutto negli adulti, può causare stanchezza per mesi,
  • sindrome delle gambe senza riposo, una condizione caratterizzata dall’esigenza di muovere costantemente le gambe, anche di notte;
  • artrite reumatoide, una condizione dolorosa che colpisce le articolazioni e che spesso è accompagnata anche da stanchezza;
  • tumore, a prescindere dall’organo colpito molto spesso i pazienti colpiti da tumore vanno incontro a forte astenia (peggiorata dalle terapie).

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Farmaci

Moltissimi farmaci possono causare astenia, ma tra quelli più comunemente usati e in grado di dare questo effetto collaterale ricordiamo:

  • antistaminici,
  • antidepressivi,
  • farmaci per nausea e vomito (ad esempio Plasil),
  • farmaci per la cinetosi (mal d’auto),
  • chemioterapia e radioterapia.

Anche il recupero da un intervento chirurgico è assolutamente normale che possa richiedere tempo e causare affaticamento.

Emozioni

Le preoccupazioni emotive e altre condizioni psicologiche possono spesso causare astenia, ad esempio:

  • ansia (spesso legata anche all’insonnia),
  • attacchi di panico,
  • depressione,
  • lutti,
  • stress (per esempio per problemi finanziari o personali, come un divorzio o un lutto),
  • noia.

Come vedremo meglio in seguito l’attività fisica regolare può efficacemente contribuire a ridurre queste sensazioni, migliorando stato d’animo e benessere generale.

Stile di vita

Anche uno stile di vita sbagliato può avere un concreto impatto sull’energia disponibile:

  • restare svegli troppo a lungo la sera,
  • consumo eccessivo di caffeina,
  • consumo eccessivo di alcool,
  • alimentazione ricca di junk-food (ricca di calorie vuote).

Anche un peso significativamente diverso da quello ideale può essere causa di affaticamento, sia in caso di sovrappeso (ancor di più se si parla di obesità) che di sottopeso, anche se ovviamente per ragioni diverse. Un importante sovrappeso rende qualsiasi attività, anche se banale come camminare, molto più faticosa per l’organismo e la stanchezza si accumula più facilmente; se a questo sommiamo il fatto che spesso l’obesità si porta dietro numerosi altri problemi (apnee notturne, pasti abbondanti alla sera) è intuitivo comprende le cause di questo legame. Nel caso di importante sottopeso l’organismo potrebbe essere carente di scorte di energia e segnala queste difficoltà attraverso una costante sensazione di astenia. Possiamo infine aggiungere la gravidanza, una condizione e non una malattia, che tipicamente nel primo e nel terzo trimestre è spesso causa di stanchezza e sonnolenza anche intense.

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Stanchezza invernale

Moltissime persone patiscono i lunghi periodi invernali, a causa della riduzione delle ore di luce; con l’accorciarsi delle giornate i ritmi circadiani dell’organismo possono venire alterati con un aumento della produzione endogena di melatonina che si traduce rapidamente in un aumento della sonnolenza. La produzione di questo importante ormone è fortemente influenzata dalle ore di buio, quindi nel tardo pomeriggio viene anticipata la produzione e così aumenta il desiderio di andare a letto presto. In alcuni casi questo passaggio può influire così profondamente da permettere la formulazione di una vera e propria diagnosi di disturbo affettivo stagionale, considerato a tutti gli effetti un disturbo dell’umore collegato alla depressione.

Quando contattare il medico?

Se la stanchezza persiste per parecchie settimane senza alcun sollievo e apparentemente senza alcuna spiegazione, è sicuramente necessario valutare la situazione con il medico curante, che procederà a un’anamnesi (domande su sonno, attività quotidiane, appetito ed esercizio) e probabilmente alla prescrizione di esami del sangue.

Dove perdiamo energia inutilmente?

È possibile individuare alcune cause nascoste in grado di influenzare sensibilmente la nostra riserva di energia giornaliera, vediamo quali sono:

  • Rimanere per lunghi periodi immobili: Anche stiamo guardando la TV o leggendo un libro, è consigliabile cambiare periodicamente posizione, fare qualche rapido esercizio di stretching e magari anche fare qualche passo; l’organismo associa l’immobilità al sonno e così riduce attenzione, voglia di fare, …
  • Cattiva postura: Rimanere a lungo in posizioni sbagliate o poco ergonomiche è spesso causa di affaticamento alla colonna vertebrale, causato dalla necessità di compensare con la forza muscolare uno scorretto allineamento.
  • Diete troppo aggressive: Recuperare il peso forma è sicuramente consigliabile sotto tutti i punti di vista, ma procedere con una dieta troppo audace può essere controproducente: può far sentire di più la stanchezza e soprattutto dopo aver perso i primi chili rapidamente si andrà altrettanto rapidamente in una condizione di stallo metabolico che renderà molto più difficile perdere i restanti.
  • Chiudersi in casa: Ridurre eccessivamente l’esposizione al sole e all’aria esterna ha un concreto impatto sulla produzione ormonale e può causare astenia (oltre a causare carenza di vitamina D per insufficiente esposizione solare).
  • Eccesso di zuccheri: A colazione è corretto concedersi una parte delle calorie giornaliere derivanti dagli zuccheri, ma è bene non esagerare e possibilmente andrebbero associati alla fibra (per esempio alla frutta o a cereali integrali); in questo modo si beneficerà dell’energia a pronto assorbimento, ma senza patire un calo ipoglicemico a distanza di due ore, dovuto alla risposta insulinica dell’organismo.
  • Ansia e stress: Anche quando non si tratta di ansia patologica, vivere costantemente in tensione è causa di aumento del battito cardiaco, aumento della pressione sanguigna e tensione muscolare, tutte attività che tra le diverse conseguenze (anche in termini di rischio cardiovascolare) si traducono in un enorme e inutile dispendio energetico.
  • Eccesso di esercizio fisico: L’attività fisica, inutile dirlo, è consigliata a tutti: migliora l’umore, riduce il rischio cardiovascolare e fa stare bene. Esagerare, come tutte le cose, è però controproducente e può non dare modo all’organismo di recuperare.

Rimedi

Moltissimi casi di stanchezza e astenia sono dovuti a stress, carenza di sonno, dieta poco sana e altri fattori inerenti lo stile di vita: vediamo come affrontarle.

  • Preferire 5-6 spunti giornalieri ai 2-3 classici pasti abbondanti, questo permetterà di mantenere costanti i livelli di energia disponibile ed eviterà la sonnolenza dovuta agli eccessi.
  • L’attività fisica moderata deve essere un pochino stancante, ma se praticata regolarmente permette di mantenere in salute l’organismo e ridurre la stanchezza e la fatica sul lungo periodo, aumentando i livelli di energia disponibili. È molto importante iniziare con sforzi compatibili con il proprio stato di salute e grado di allenamento e in seguito aumentare gradualmente, senza voler a tutti i costi strafare.
  • Perdere peso se necessario, in modo da permette all’organismo di spendere meno energia a parità di attività (riferendomi anche e soprattutto al quotidiano, come camminare, salire le scale o anche solo lo stare in piedi).
  • Migliorare la qualità del sonno e dormire un numero di ore adeguato (in genere almeno 7-8 per un adulto).
  • Ridurre lo stress.
  • Ridurre la caffeina e il consumo di alcolici per favorire il riposo notturno.
  • Bere almeno 1.5 l al giorno di acqua (alcuni casi di stanchezza sono legati a una moderata disidratazione).
  • Esporsi quotidianamente e regolarmente al sole e all’aria aperta, magari mentre si fa attività fisica; l’esposizione al sole stimola la produzione ormonale dell’organismo e regola finemente i ritmi circadiani, aiutando il corpo a essere attento e attivo durante il giorno e riposare meglio durante la notte.

Rimedi che NON funzionano

Nonostante claim pubblicitari e parole di sedicenti esperti, girano moltissimi falsi miti che è bene sfatare.

  • Praticare diete o altri protocolli detossificanti non serve a nulla, non esiste anzi alcuna evidenza scientifica che l’organismo abbia bisogno di alimenti o integratori detox (detossificarsi da cosa poi?).
  • Non esistono cibi miracolosi, ma esistono evidenze che un’alimentazione varia e completa possa fare la differenza. È la varietà a essere importante, non l’eccesso di un singolo alimento.
  • Pur essendo estremamente utili in molte situazione, gli integratori multivitaminici non devono mai sostituire interamente un’alimentazione ricca di frutta e verdura, ma solo integrarsi con essa.

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Quali sono i benefici del sonno?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma 17 MARZO GIORNATA MONDIALE SONNO DORMIRE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PenePerché dormire è così importante?

Oltre a recuperare le energie fisiche consumate durante la giornata, dormire fa bene per consolidare la memoria e mantenere la linea: alcuni studi hanno infatti dimostrato che un sonno regolare è utile sia per la mente che per la dieta, per motivi logicamente diversi. Ogni giorno è fonte di nuove nozioni, informazioni e scoperte che tratteniamo nella memoria a breve termine del cervello e le passiamo in rassegna mentre dormiamo: messi a riposo i neuroni dell’apprendimento, i neuroni colinergici, se ne attivano altri che fanno ordine fra le informazioni raccolte durante il giorno e le integrano in un contesto più generale e già conosciuto. Questo processo fa sì quindi che la nostra memoria sia quotidianamente migliorata e che ci svegliamo ogni giorno più intelligenti, in quanto abbiamo immagazzinato e metabolizzato un maggior numero di informazioni rispetto al giorno precedente.
Il sonno è inoltre importante per il mantenimento della linea perché è responsabile della produzione di leptina, l’ormone che tiene a freno lo stimolo della fame; chi soffre di insonnia o dorme poco durante la notte è invece più portato a ingrassare in quanto l’organismo che dorme poco produce la grenalina, un ormone dall’effetto contrario, vale a dire che fa aumentare l’appetito.

Quali alimenti favoriscono il buon riposo?

Per garantirsi una notte serena e un sonno appagante è bene evitare di appesantirsi troppo a cena con abbuffate o cibi poco digeribili. Prima di coricarsi è maggiormente indicato mangiare la pasta, il gelato e alcune verdure come patate, zucchine, fagiolini, lattuga e cavolfiore. Carne e pesce, ma anche frutta ricca di vitamina C, come i kiwi, le fragole e gli agrumi, rimangono molto più tempo nel nostro stomaco e non favoriscono un buon riposo.

Leggi anche: Perché abbiamo gli incubi?

Quali sono le regole per dormire bene?

Al di là della quantità di ore ideali per una rigenerazione completa e per un risveglio senza stanchezza arretrata, ovvero le famose “8 ore di sonno”, per favorire un riposo salutare è importante prendere l’abitudine di seguire alcuni gesti e azioni molto semplici e basilari quali il mantenimento, se possibile, di orari regolari sia per il coricarsi che per lo svegliarsi; non bere bevande eccitanti e stimolanti la sera e a maggior ragione proprio poco prima di andare a letto; andare a letto solo quando si ha davvero sonno.

Che cosa è la fase Rem?

Rem è l’acronimo di Rapid Eye Movement ed è la prima fase del sonno che inizia quando andiamo a dormire: durante la notte si alterna circa quattro o cinque volte con quella non Rem e la prima dura 15 minuti mentre l’ultima un’ora. In questa fase di sonno il nostro organismo consuma molto, addirittura più di quando siamo svegli! I movimenti oculari sono rapidi, il ritmo cardiaco e la pressione sanguigni aumentano, il respiro si fa irregolare e anche le oscillazioni nel cervello diventano più rapide, ecco perché nei sogni ci sembra di essere svegli e ci immaginiamo di parlare e muoverci. Quando il sonno si fa più profondo comincia la fase non Rem e si abbassa la temperatura corporea e non sogniamo più: ogni ciclo non Rem dura circa un’ora e mezzo e si contraddistingue da una fase discendente e da una ascendente che precede di fatto la fase Rem. Per approfondire: Differenze tra fase REM e NON REM del sonno

Continua la lettura con: Igiene del sonno come aumentarla per dormire bene ed evitare l’insonnia

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Dormire poco fa ingrassare o dimagrire?

MEDICINA ONLINE SONNO DORMIRE RIPOSARE RIPOSINO PISOLINO RUSSARE CUSCINO LETTO NOTTE POMERIGGIOLa risposta è facile: dormire poco e/o male, fa ingrassare. Questo perché:

1) Lo sbilanciamento ormonale dato dallo squilibrio veglia/sonno provoca un aumento (pericoloso) dall’appetito e una diminuzione del senso di sazietà.

2) Perdere la parte finale del ciclo del sonno implica perdere la parte in cui si sogna in modo più approfondito, che è anche quella in cui si bruciano più calorie. Dormire poco, se non fa in ingrassare, di sicuro non fa dimagrire.

3) La carenza di sonno provoca un desiderio molto forte di cibi ad alto livello di carboidrati e grassi.

Quindi cosa bisogna fare per dormire “bene”? Nei seguenti articoli troverete alcuni utilissimi consigli:

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Troppo caldo per prendere sonno: i 14 trucchi per dormire bene in estate

MEDICINA ONLINE DORMIRE SONNO LETTO UOMO DONNA SESSO AMORE COPPIA MATRIMONIO ESTATE CALDO TRUCCHI TEMPERATURA CUSCINO MATERASSO.jpgIl caldo ed i disturbi del sonno vanno di pari passo, ma i rimedi per dormire meglio esistono, scopriamoli insieme. Capita a molte persone di passare l’intera notte a girarsi nel letto senza riuscire a prendere sonno, e tutto questo per colpa dell’innalzarsi delle temperature. Soprattutto nelle città, l’afa e l’umidità raggiungono livelli davvero allarmanti e a risentirne sono tutti coloro che non riescono a riposare correttamente. È quindi normale, durante la giornata, essere stanchi, nervosi e meno concentrati del solito. Dunque è importante mettere in atto alcuni stratagemmi per dormire bene anche con il caldo d’estate.

1) Non esagerare con l’esposizione al sole

Per avere un buon sonno, bisogna partire già da parecchie ore prima di andare a letto. L’estate è la stagione in cui finalmente ci si può godere un po’ di sole, ma fate attenzione: se ci si scotta, la temperatura corporea si innalza e la notte si farà più fatica a prendere sonno.

2) Preferire una cena leggera

Sebbene d’estate sia piacevole fare grigliate con gli amici o andare al ristorante, è necessario fare attenzione ai cibi e alle bevande che si consumano. Tra gli alimenti sconsigliati con il caldo, possiamo annoverare le fritture, i cibi grassi e quelli troppo speziati. Via libera invece a frutta e verdura, che sono leggere e mantengono idratato il nostro corpo. Se si soffre di pressione bassa per il caldo, è possibile aggiungere un pizzico di sale ai propri pasti, facendo attenzione a non esagerare.

3) Evitare alcool e bevande zuccherate

Un occhio di riguardo anche a quello che si beve: l’alcool sarebbe da evitare, perché se è vero che induce sonnolenza, è altrettanto vero che porta ad avere un riposo disturbato e a risvegliarsi spesso durante la notte. Sono sconsigliate anche le bevande zuccherate e, naturalmente, il caffè e il tè – come tutte le bevande eccitanti. A tale proposito, leggi anche: La dieta per dormire bene, combattere l’insonnia e svegliarsi la mattina riposati

4) Fare attenzione alla posizione della camera da letto

Ovviamente è molto importante cercare di mantenere una temperatura confortevole nella camera da letto, già da alcune ore prima del momento del riposo. Quando il sole batte sulle finestre della camera, fate attenzione a chiudere le tapparelle e a tirare le tende, per evitare di surriscaldare l’ambiente. Al contrario, quando il sole è calato, spalancate le finestre e cambiate aria.

5) Dormire in un letto basso

Il calore tende a salire verso l’alto, quindi un letto basso può farci sentire più fresco. Una soluzione tipo futon è l’ideale, ma nelle notti più calde si può provare anche un materasso appoggiato a terra.

6) Usare il condizionatore con moderazione

Se siete tra i fortunati che hanno un condizionatore in camera da letto, sarete tentati di tenerlo acceso tutta la notte per non soffrire il caldo. L’importante è che la temperatura non sia troppo bassa: quella ideale va dai 18° ai 23°C.

7) Usare poche luci in camera

Un altro consiglio importante è quello di non tenere troppe luci accese in camera da letto. Sfruttate la luce solare più che potete, e poi utilizzate lampadine a basso voltaggio, che producono meno calore. Se siete abituati a leggere a letto – cosa che sicuramente concilia il sonno – cercate di accontentarvi di un solo punto luce, magari un’abat jour sul comodino. Tenere le luci spente è importante anche per evitare uno dei fattori che determina un sonno poco ristoratore: la presenza di zanzare in camera da letto.

8) Spegnere le apparecchiature elettroniche

Da sempre è consigliato non abusare di tv e smartphone poco prima di andare a letto. Le luci che emettono infatti interferiscono con il sonno, specie quelle del cellulare che sono letteralmente “sparate” in faccia. In questo caso il consiglio è ancora più valido, perché tutte le apparecchiature elettroniche, quando in uso, producono calore. Spegnete la tv e ricordatevi di NON ricaricate il telefono sul comodino, il vostro riposo ne trarrà beneficio. A tale proposito leggi anche: Usare lo smartphone a letto prima di andare a dormire potrebbe ucciderti

9) Scegliere con cura la biancheria da letto

Bisogna fare attenzione alla scelta delle lenzuola: il cotone e il lino sono tessuti naturali, che aiutano la traspirazione e permettono il passaggio dell’aria. Anche il colore della biancheria da letto può risultare importante. I colori chiari infatti attirano meno calore, e sono quindi i più consigliati.

10) Indossare il pigiama

Può sembrare un controsenso, ma indossare il pigiama può aiutare a rimanere più freschi. Questo perché un buon tessuto – lino o cotone – assorbe il sudore e favorisce la traspirazione. Se indossare un pigiama sembra esagerato, possono bastare anche una camicia da notte od una canotta.

11) Fare una doccia fresca

Naturalmente il consiglio più seguito è quello di una bella doccia fresca poco prima di andare a letto. In effetti, l’acqua fresca abbassa velocemente la temperatura corporea e ci libera dal sudore.

12) Fare un pediluvio

Ma non sempre è possibile fare una doccia subito prima di coricarsi. In questo caso, può essere utile immergere i piedi in acqua fresca per qualche minuto. Le estremità infatti sono le parti più sensibili al caldo, e abbassare la loro temperatura con un pediluvio donerà una sensazione di freschezza in tutto il corpo.

13) Bere prima di andare a letto

L’idratazione è fondamentale, soprattutto in estate. Per dormire bene quando fa molto caldo, non c’è nulla di meglio di un bicchiere di acqua fresca poco prima di coricarsi. Basta fare attenzione a non esagerare: se l’acqua è troppo fredda, si rischia di provocare spiacevoli crampi allo stomaco. Se invece si beve troppo, si avrà più bisogno di andare in bagno e quindi il sonno verrà disturbato da fastidiosi risvegli.

14) Scegliere una posizione comoda

Infine un ultimo consiglio per riposare bene: che posizione assumere a letto? Il calore si disperde su una superficie più ampia, quindi è meglio dormire ben distesi e non in posizione fetale. Inoltre aprire leggermente le braccia e le gambe permette di avere più pelle esposta all’aria, e quindi di abbassare la temperatura corporea. Chi soffre di gambe gonfie a causa del caldo, può anche utilizzare dei cuscini per tenerle sollevate.

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Differenza tra dispnea, apnea e tachipnea

muscles-of-respirationDISPNEA

La dispnea o fame d’aria, (in inglese dyspnea o shortness of breath) è un sintomo caratterizzato da respirazione difficoltosa.
La dispnea può essere fisiologica quando si manifesta nel compiere uno sforzo pesante, specie in soggetti non particolarmente allenati allo sforzo.
La dispnea è patologica se si verifica in situazioni in cui il corpo non viene sottoposto a sforzo o quando viene sottoposto a sforzi molto lievi, quindi anche a riposo. Nell’85% dei casi è dovuto a asma, polmonite, ischemia cardiaca, malattia polmonare interstiziale, insufficienza cardiaca congestizia, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), stenosi laringo-tracheale o cause psicogene.  I fattori di rischio includono la vecchiaia, il fumo, l’ipertensione, l’iperlipidemia e il diabete. Per approfondire, leggi questo articolo: Dispnea ansiosa, notturna, cardiaca: sintomi e cura

APNEA

L’apnea (in inglese apnoea) è la mancanza totale di respirazione superiore ai 15 secondi. Durante l’apnea non c’è movimento dei muscoli della respirazione ed il volume dei polmoni rimane inizialmente invariato.
L’apnea può essere volontaria (come quando si trattiene il respiro), ma non può essere sostenuta per più di poche decine di secondi senza adeguato allenamento.
L’apnea è patologica se:

  • è indotta farmacologicamente (oppiacei);
  • è causata da ostruzione meccanica delle vie aeree (strangolamento),
  • è determinata da patologie (malattie neurologiche come sclerosi multipla ed encefaliti, sindrome delle apnee ostruttive…).

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TACHIPNEA

Con il termine tachipnea (in inglese tachypnea o tachypnoea) si intende un grande aumento della frequenza respiratoria rispetto alla norma (16-20 atti respiratori al minuto nelle persone adulte).
L’aumento della frequenza respiratoria è fisiologico in caso di grandi sforzi, ma anche in caso di sforzi lievi ma protratti nel tempo.
La tachipnea patologica si osserva a volte nei neonati prematuri (tachipnea transitoria del neonato) ed in molte altre patologie: nell’insufficienza cardiaca, negli stati febbrili, nelle turbe dei centri respiratori, nelle polmoniti, nelle sindromi dolorose della pleura e della parete toracica.

Quindi mentre nell’apnea la respirazione è temporaneamente del tutto bloccata, nel caso della dispnea il respiro è invece presente, seppur difficoltoso, mentre nella tachipnea il respiro è presente, ma molto rapido.

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