Le 5 cose da fare a stomaco vuoto, secondo la scienza

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE PENIS VARICOCELE HYDROCELE IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVER SEX GIRL MAN NO WOMAN WALLPAPERCon la pancia piena si pensa meglio, o almeno così dice il detto. Ma non è sempre vero. Ci sono alcune cose che andrebbero fatte rigorosamente a stomaco vuoto. Il sesso, ad esempio. Oppure prendere decisioni o studiare. Secondo una ricerca della Yale School of Medicine, un ormone, la grelina, che si produce quando abbiamo fame, stimola le funzioni cerebrali collegate alla memoria e ci permette di immagazzinare meglio le informazioni. Vale la pena anche andare in palestra a stomaco vuoto e, possiamo stare tranquilli, non c’è nessun rischio di “morire di fame” e di mangiare il doppio, una volta tornati a casa. Ecco 5 situazioni in cui avere lo stomaco che brontola può essere vantaggioso:

1) Fare attività fisica

C’è chi crede che andare in palestra a stomaco vuoto abbia come effetto quello di aumentare in modo vertiginoso l’appetito. Come se, una volta tornati a casa, potessimo svuotare il frigorifero in un batter d’occhio. Secondo i ricercatori della Northumbria University, questa convinzione sarebbe errata. “Fare esercizi o un po’ di jogging prima della colazione non solo ha l’effetto di farci mangiare di meno durante la giornata, ma ci fa bruciare più grassi rispetto a chi va in palestra o fa attività fisica dopo aver mangiato”, spiegano gli studiosi. Se poi il nostro scopo è quello di mantenerci in forma, oltre a perdere peso, anche in questo caso è meglio fare esercizi a stomaco vuoto. John Rowley, Wellness Director dell’International Sports Science Association (ISSA) raccomanda di mangiare almeno 45 dopo l’attività fisica, a chi voglia rafforzare i muscoli. Essere a stomaco vuoto, insomma, ha i suoi benefici. Come sottolinea all’Huffington Post americano, Robert Ferguson, fondatore e CEO di “Diet Free Life”: “I tuoi muscoli non hanno abbastanza zuccheri da prendere, dal momento che non hai ingerito nulla, ecco quindi che devono ricorrere alle riserve di energia, cioè ai grassi in eccesso che vengono così bruciati molto più facilmente”. Conviene, dunque, svegliarsi e mettersi subito all’opera.

2) Fare sesso

Mangiare tanto e fare sesso sono due cose che non vanno d’accordo. La digestione è un processo che richiede grandi quantità di energia che vengono “tolte” alla performance sessuale. Se un uomo, che si è prima abbandonato ad una cena maestosa, decide poi di lanciarsi sotto alle lenzuola con la sua partner, potrebbe avere problemi di erezione perché l’afflusso di sangue necessario per l’erezione viene richiesto, nello stesso tempo, anche dallo stomaco. Non è detto, insomma, che non si possa fare sesso a stomaco pieno, ma, lontano dai pasti, è più probabile che l’erezione duri più a lungo. Anche le donne, poi, possono avere qualche problemino dopo aver mangiato troppo: magari la sensazione di pienezza ha l’effetto di farle sentire meno a loro agio con il loro corpo e di far calare il desiderio.

3) Studiare

Il detto dice che a stomaco pieno si pensa meglio. Ma si studia anche meglio? Secondo i ricercatori della Yale School of Medicine, per leggere, studiare e imparare meglio e più velocemente gli studenti dovrebbero mettersi sui libri prima di mangiare o comunque lontano dai pasti. Non è ovviamente la fame a mettere in moto il cervello, ma un ormone, la grelina, che si produce quando lo stomaco è vuoto che stimola le funzioni cerebrali collegate alla memoria e alla capacità di immagazzinare le informazioni. “Basandoci sulle nostre osservazioni possiamo dare un consiglio ai genitori – dicono gli studiosi – ed è quello di non permettere ai propri figli di esagerare con la colazione. In questo modo potranno dare il massimo durante le ore della mattina a scuola”.

4) Giocare d’azzardo

Chi è solito giocare o scommettere, è meglio che lo faccia a stomaco vuoto se intende aumentare le probabilità di vincita. Il senso di fame, infatti, è associato con una migliore capacità di pensare. In poche parole, accende la nostra mente e ci aiuta a prendere decisioni migliori. Secondo uno studio della University of Utrecht, le strategie messe in atto dai giocatori a stomaco vuoto sono molto più “intelligenti”, se comparate con quelle di chi gioca poco dopo aver mangiato. I giocatori affamati sono poi molto più predisposti ad apprezzare i riconoscimenti futuri e a correre rischi per raggiungere i loro obiettivi.

5) Dormire

Non si può andare a letto con la cena sullo stomaco o senza avere prima digerito. È meglio farlo a stomaco vuoto. Questo perché dormire richiede il dispendio di una piccola quantità di energia: non muovendoci, non riusciamo a smaltire le calorie e i grassi in eccesso. Oltre ad essere a non essere ideale per la linea, andare a dormire a stomaco pieno può portarci a soffrire di problemi legati alla digestione. Non è sbagliato, però, fare un piccolo spuntino la sera tardi. Come dice Stephanie Maxson, dietologa della University of Texas, “uno snack non ci rovina il sonno, anzi lo migliora”. Questo perché alza il livello di zuccheri nel sangue: avere un livello troppo basso ha l’effetto di farci sentire più pigri e apatici e con meno voglia di saltare fuori dal letto la mattina dopo.

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Anllela Sagra: la splendida fitness model colombiana [FOTO]

Famosa ormai da cinque anni sui social, Anllela Sagra ha iniziato come modella, poi ha incontrato un istruttore in palestra che le ha cambiato la vita trasformandola nella fitness model che è adesso e rendendola popolare in tutto il mondo. Seguitissima perché ha un fisico scolpito e perfetto, ecco oggi alcune sue foto:

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Encefalopatia traumatica cronica: cos’è e quali sport sono a rischio?

MEDICINA ONLINE ENCEFALOPATIA TRAUMATICA CRONICA FOOTBALL CALCIO FILM CONCUSSION ZONA D'OMBRA URTO DANNO CERVELLO SPORT CONTATTO CAUSE.jpgL’encefalopatia traumatica cronica (CTE), in inglese chronic traumatic encephalopathy, nota anche come sindrome da demenza pugilistica, è una sindrome che è stata descritta per la prima volta nel Football americano, ma ne sono affetti, seppure più lievemente, anche atleti di altri sport di contatto. La scoperta della CTE è dovuta alle ricerche del dottor Bennet Omalu, neuropatologo nigeriano; il dottor Omalu iniziò così una battaglia contro la NFL (la maggiore lega professionistica nordamericana di football), accusando la poca importanza data alla salute dei giocatori ed il poco interesse per le precauzioni da prendere per evitare i traumi cranici.
Le ricerche di Omalu furono ignorate dalla NFL fino al 2009, quando l’autopsia del giocatore di football Chris Henry, morto a soli 29 anni, evidenziò per l’ennesima volta la presenza della malattia. La storia del dott. Omalu fu riportata dalla giornalista Jeanne Marie Laskas in un articolo dello stesso anno su GQ che fece scalpore, diventando poi il soggetto del film Zona d’ombra del 2015, con Will Smith nella parte del dott. Omalu.

Le encefalopatie
Le encefalopatie sono un gruppo di patologie contraddistinte da un’alterazione strutturale e funzionale del cervello. Una encefalopatia può essere congenita o acquisita, può essere permanente oppure può presentare un margine più o meno importante di guarigione (encefalopatia temporanea). I vari tipi di encefalopatia differiscono tra loro per le cause scatenanti – alle quali di solito devono i loro nomi – per la sintomatologia, per le complicazioni, per il trattamento e per la prognosi. La CTE è un tipo di encefalopatia.

Cause
La sindrome è causata da una somma di fattori che includono il danno cerebrale ricorrente e di un idrocefalo comunicante progressivo formato da lesioni cerebellari ed extrapiramidali. Tali fattori sono determinati dal danno cronico a cui viene sottoposto il cervello, quando viene ripetutamente esposto a traumi diretti ed indiretti.

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Encefalopatia traumatica cronica: progressione e sintomi
Questa particolare patologia può insorgere anche diversi decenni dopo il ritiro dalla pratica sportiva (alcuni individui mostrano le prime manifestazioni anche in età anziana) ed ha carattere progressivo, cioè va inesorabilmente peggiorando col tempo. Secondo diverse ricerche, condotte soprattutto negli Stati Uniti, esistono tre stadi patologici, durante i quali il quadro sintomatologico evolve in maniera considerevole:

  • Durante il primo stadio, i pazienti mostrano un calo dell’attenzione, mancanza di concentrazione, amnesie (cioè perdita di memoria), sbalzi d’umore e piccoli disturbi affettivi.
  • Durante il secondo stadio, i malati denunciano un peggioramento delle amnesie e dell’instabilità comportamentale, confusione, disorientamento e, talvolta, mal di testa e giramenti del capo. Per certi versi la sintomatologia ricorda molto quella del morbo di Parkinson.
  • Durante il terzo e ultimo stadio, i pazienti presentano una forma grave di demenza, difficoltà a capire le cose, problemi di linguaggio, tremori, rallentamento dei movimenti, sordità, paralisi, “facies a maschera” e forti vertigini.

In aggiunta a tali sintomi, possono comparire talvolta anche altri problemi, come disartria, disfagia e ptosi oculare.

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Diagnosi post-mortem
L’unico modo per stabilire con certezza se determinati disturbi neurologici sono dovuti o meno a un’encefalopatia traumatica cronica è analizzare il tessuto cerebrale dopo la morte, durante un’autopsia (diagnosi post-mortem), infatti, prima del decesso, le uniche informazioni utili a livello diagnostico provengono dall’analisi dei sintomi e dalla storia passata del paziente.

Sport a rischio e fattori di rischio
Oltre al pugilato, gli sport a rischio di CTE sono: il football americano, il rugby, l’hockey su ghiaccio e il wrestling. Diversi studi hanno poi confermato che sono a rischio:

  • I militari che, nelle zone di guerra, sono coinvolti in continue esplosioni.
  • Coloro che soffrono di epilessia cronica, perché, durante un attacco, potrebbero sbattere la testa da qualche parte.
  • Coloro che sono stati ripetutamente vittime di abusi domestici. Anche in questo caso, i traumi occasionali alla testa sono la possibile causa.

Gli studi
Da anni negli Stati Uniti si discute delle conseguenze sulla salute dei giocatori di football americano, uno degli sport più popolari e praticati del paese, e in particolare delle ricadute neurologiche sugli atleti professionisti dovute alle commozioni cerebrali, uno degli infortuni più comuni. Nel 2000 uno studio dell’accademia americana di neurologia presentò una ricerca condotta su 1094 ex giocatori professionisti che conteneva dati impressionanti. Lo studio sosteneva che circa il 61 per cento degli ex giocatori aveva avuto almeno una commozione cerebrale nel corso della propria carriera, e inoltre che il 49 per cento ha sperimentato perdita della sensibilità e formicolii; il 28 per cento artriti al collo o al nervo cervicale; il 31 per cento ha problemi di memoria; il 16 per cento non è in grado di vestirsi autonomamente; l’11 per cento non è in grado di nutrirsi autonomamente.
Anche nel calcio sta aumentando l’interesse per i possibili danni causati dagli scontri di gioco con altri giocatori o dagli impatti violenti della testa con il pallone. Secondo una ricerca dell’università di Purdue, i calciatori che colpiscono più volte il pallone con la testa nel corso di una sessione di allenamento o durante una partita danneggiano molti vasi sanguigni, che hanno bisogno di tempo e riposo per rigenerarsi. I colpi di testa però sono molto frequenti nel calcio e i giocatori hanno solo pochi giorni di riposo tra partite e allenamenti. Il pallone da calcio non può essere considerato per questo un oggetto pericoloso, ma per quei giocatori che colpiscono il pallone con la testa regolarmente esiste il rischio che il cervello possa subire lesioni sub-concussive in grado di causare danni a lungo termine.

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Effetti a breve termine del fumo sullo sportivo

MEDICINA ONLINE PALESTRA PESI MUSCOLI PROTEINE AMINOACIDI INTEGRATORI CORSA DIMAGRIRE DUODENO PANCREAS DIGESTIONE GLICEMIA BAMBINO GRASSO DIABETE ANALISI INSULINA ZUCCHERO CARBOIDRATI CIBO MANGIARE DIETAEcco una lista degli effetti a breve termine del fumo di sigaretta su sportivi ed atleti:

  • maggiore affaticamento. Si riduce infatti il tempo di esaurimento delle energie fisiche in esercizi a sforzo continuato (Il monossido di carbonio disturba la funzione dell’emoglobina del sangue, occupando lo spazio in cui viene trasportato l’ossigeno. Di conseguenza i muscoli si stancano più rapidamente);
  • l’ossigeno non riesce a raggiungere i muscoli. Si produce un’intossicazione da monossido di carbonio e un blocco parziale dell’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno ai muscoli;
  • diminuisce il flusso del sangue ai muscoli, ma anche al cervello e all’apparato cardiovascolare (I polmoni producono catarro e respirare diventa più difficoltoso);
  • si riduce la ventilazione polmonare, ossia il volume complessivo di aria immessa nei polmoni;
  • sfruttando meno il metabolismo aerobico si deve ricorrere a quello anaerobico: da qui una precoce formazione dell’acido lattico, una specie di “scoria” che intossica i muscoli;
  • si altera il sistema nervoso. La nicotina agisce come una sostanza antistressante, ma altera le condizioni biologiche dell’organismo;
  • fumare sovraccarica il cuore e il sistema circolatorio, quindi aumenta la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa.

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Perché nuotare fa così bene alla salute?

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Nel periodo estivo – ma non solo – possiamo dedicarci ad attività sportive che fanno davvero molto molto bene alla salute. Oggi parliamo del nuotare, una attività che aiuta tutto il corpo a restare in forma, fornendo anche una buona dose di divertimento.

Nuotare aiuta a bruciare le calorie in eccesso, abbassa lo stress e oggi sappiamo che è un toccasana anche per ridurre i rischi cardiovascolari per il cuore. Dedicarsi regolarmente alla disciplina per 3-4 volte a settimana dai 15 ai 45 minuti, può infatti abbassare la pressione e migliorare la funzione vascolare. A dimostrarlo sono importati studi scientifici, che dimostrano come l’arteria carotidea in chi ha deciso di allenarsi diventi più elastica e reattiva ai cambiamenti nel flusso sanguigno. Un segnale molto utile perché quando queste arterie sono rigide il cuore ha più difficoltà a pompare il sangue. Inoltre, nuotare fa bene alla schiena ed è un rimedio ottimo per eliminare la cellulite, inestetismo che rappresenta un vero problema per milioni di donne in tutto il mondo. Il nuoto rafforza poi le difese immunitarie, perché aumenta la produzione di linfocitit T, nemici di virus ed infezioni.

Nei bambini favorisce lo sviluppo armonioso della struttura ossea e corregge alcune deviazioni della colonna vertebrale; ma è adatto anche agli anziani, perché in acqua il rischio di traumi all’apparato locomotore è quasi del tutto inesistente e perché coinvolge e attiva tutti i muscoli del corpo. A seconda dei diversi stili di nuoto, inoltre, si possono ottenere risultati mirati per ogni parte del corpo.

Con il nuoto libero si tonificano soprattutto glutei, addominali e spalle. Il dorso è ottimo per rinforzare la schiena e allungare i muscoli flessori dei fianchi. La rana fa lavorare maggiormente il torace e l’interno cosce, mentre delfino e farfalla, che richiedono una grande forza e flessibilità, sviluppano soprattutto la parte superiore del corpo. Il nuoto è inoltre lo sport ideale in caso di lombalgie ed altri problemi alla schiena perché la colonna vertebrale viene alleggerita dal peso del corpo.

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Differenza apnea statica, dinamica e profonda

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA APNEA STATICA DINAMICA PROFONDA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari A Pene.jpgA livello agonistico l’immersione sportiva in apnea viene suddivisa essenzialmente in tre categorie:

  • apnea statica;
  • apnea dinamica (con e senza attrezzatura);
  • apnea profonda (in assetto costante; in assetto variabile; in assetto variabile assoluto).

Apnea statica

L’apnea statica è la disciplina più mentale ed introspettive tra tutte le competizioni che prevedono immersione in acqua. Nell’apnea statica, lo scopo dell’apneista, che deve immergere l’apparato respiratorio nell’acqua, è quello di trattenere il respiro il più a lungo possibile. Le prestazioni possono svolgersi o in piscina o in acque libere. Fra tutte le discipline riconosciute, l’apnea statica è l’unica che tiene conto del tempo di immersione. L’apneista che si cimenta nell’apnea statica infatti dopo aver messo la propria muta (che garantisce termo-protezione, galleggiamento e rilassamento muscolare) si abbandona in galleggiamento prono e trattiene il fiato.
Il paradosso dell’apnea statica è che per farla bene bisogna essere in grado di “non fare” ovvero abbandonarsi completamente. La capacità del corpo di restare senza ventilarsi è incredibile basti pensare che nelle competizioni atleti riescono a trattenere il fiato per oltre 8 o 9 minuti.

Apnea dinamica (con e senza pinne)

Disciplina indoor (in piscina) nella quale l’apneista nuota in orizzontale a rana subacquea e compie una o più volte la lunghezza della piscina. Nelle competizioni l’obiettivo è quello di percorrere la distanza maggiore (con distanza che, nel caso di campioni possono superare abbondantemente i 160 metri senza pinne e 250 metri con pinne).

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Apnea profonda

La disciplina sportiva dell’apnea profonda si differenzia in tre categorie fondamentali, diverse fra loro e per tecnica e regolameti:

  • apnea in assetto costante : si scende utilizzando solo le proprie forze, raggiungendo la quota senza zavorra e solo con le pinne .La fase di risalita avverrà lungo il cavo guida senza toccarlo.
  • apnea in assetto variabile : si scende utilizzando una slitta con zavorra di massimo 30 kg e si risale pinneggiando o aiutandosi con il cavo guida.
  • apnea in assetto variabile assoluto (No-Limits): si scende utilizzando una slitta con zavorra senza limiti di peso e si risale utilizzando un pallone gonfiabile.

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Italia: secondo paese al mondo per casi di doping

MEDICINA ONLINE DEATH DEAD MORTE BODY BUILDING DOPING LETTERA MUSCOLI COME RICONOSCERE UN DOPATO IN PALESTRA ATLETA TEST ANTIDOPING IPPOLITO RECORDL’Italia è il secondo paese al mondo per casi di doping a livello olimpico. Ma il doping si sta allargando a macchia d’olio anche nel settore giovanile e degli amatori, dal ciclismo all’atletica al nuoto, senza contare l’uso di sostanze illecite o pericolose nelle palestre. Purtroppo, mentre nel settore professionistico i controlli sono d’obbligo e vengono effettuati sia durante le competizioni che in fase di preparazione, nell’ambito amatoriale e giovanile il monitoraggio non è così frequente. Ma qualcosa sta cambiando: nel 2015 la Commissione per la Vigilanza ed il Controllo sul Doping istituita presso il Ministero della Salute ha presentato la relazione in Parlamento sui controlli antidoping effettuati nel 2014 soprattutto nei settori giovanili e amatoriali. Sono stati eseguiti test su 1.427 sportivi nel settore del ciclismo, dell’atletica leggera, del nuoto e del calcio. Di questi 58 sono risultati positivi: avevano assunto soprattutto diuretici, agenti mascheranti, ormoni e stimolanti.

I dati hanno confermato “la tendenza dei praticanti ad assumere grandi quantità di farmaci non vietati per doping e di prodotti salutistici. Tra gli atleti sottoposti a controllo, 1.040 (72,9% del totale) hanno dichiarato di aver assunto prodotti farmaceutici (compresi i prodotti omeopatici) e prodotti salutistici in genere”.

“Oggi c’è la cultura degli integratori”, commenta la deputata Paola Binetti (Ap) che sulla relazione ha presentato un’interpellanza parlamentare, notando che l’uso di sostanze dopanti e affini risulta cresciuto nei giovani 25-35enni, non solo nel ciclismo ma anche tra i frequentatori di palestre e tra i runner. In particolare ha puntato l’attenzione sull’aumento delle preparazioni galeniche comunicate per legge dalle farmacie al ministero della Sanità: diuretici, anabolizzanti e stimolanti. “Deidroepiandrosterone e testosterone sono stati i principi attivi più utilizzati”, spiega la Binetti.

“Farmaci legali, ma solo se usati a scopo curativo. Se vengono utilizzati da soggetti sani diventano doping. Il problema nel settore amatoriale è difficile da risolvere perché andrebbe scardinata la forma mentis del cosiddetto ‘aiutino’, del benessere ad ogni costo, dell’eterna giovinezza, del narcisismo. Prendere qualcosa, magari un integratore, che di per sé serve appunto a ‘reintegrare’ sali minerali o vitamine perse nell’attività fisica, può avere una valenza benefica e salutistica, ma poi può scattare il meccanismo di assumerlo prima dell’allenamento o della gara della domenica, non per reintegrare ma per arrivare prima, per andare più forte e non sfigurare con gli amici. Con la convinzione di non barare, ma di farlo per la salute. Il confine tra salutismo e doping è quindi molto labile e viene facilmente superato da chi non è consapevole del meccanismo. Incitato dagli attori di questo sistema, che muove somme di denaro enormi. Purtroppo è nelle palestre che si concentra il giro delle sostanze dopanti e affini, con l’incentivo di personal trainer che spesso non hanno un’adeguata preparazione”.

La legge lo punisce solo se c’è guadagno
Nelle palestre i controlli arrivano raramente, almeno che non finiscano in mezzo alle indagini dei Nas per traffico e commercio di sostanze dopanti. Chi fa uso personale di steroidi a fini estetici (senza quindi ricavarne vantaggi economici, che configurerebbe il reato di ricettazione) e non per le competizioni sportive non commette reato perché nuoce “solo” alla propria salute.

La legge anti-doping del 14 dicembre 2000, n. 376, definisce come doping “la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche ed idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti” e “finalizzate e comunque idonee a modificare i risultati dei controlli sull’uso dei farmaci, delle sostanze e delle pratiche” già indicate.

Per ciò che riguarda le sanzioni “salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni” e con la multa da lire 2.500 e 50mila euro per “chiunque procura ad altri, somministra, assume o favorisce comunque l’utilizzo di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive”. Le sanzioni si aggravano se vengono coinvolti dei minori.

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Michelle Lewin: la bellissima fitness model venezuelana [FOTO]

Michelle Lewin è una fitness model venezuelana molto seguita sui social per il suo fisico muscoloso, ma allo stesso tempo molto femminile. Michelle non ha sempre avuto questo fisico scolpito e armonioso. Prima di dedicarsi al fitness era in sovrappeso: la sua storia riesce a motivare tantissime ragazze in tutto il mondo, ispirate dalla sua trasformazione. Ecco di seguito alcuni suoi dati fisici:

Peso: 56.7 – 61.2 kg
Altezza: 162.5 cm
Anno di nascita: 1986

Ed ecco alcune sue fantastiche foto:

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