Quanto peso perdiamo ogni volta che andiamo in bagno?

MEDICINA ONLINE BAGNO CACCA FECI WATER WC TOILETTE INTESTINO COLON STIPSI STITICHEZZA RETTO ANO EMORROIDI DOLORE COPROCULTURA ANALISI SANGUE FECI ANALISI INFEZIONE PESO DIETA DIMAGRIRE LASSATIVO URINA PIPI CISTITE BERE ACQU.jpgTutti noi ce lo siamo chiesti almeno una volta nella vita: andare in bagno fa dimagrire? Sicuramente è vero che una regolare attività dell’intestino e dei reni è uno dei segreti di una vita sana e di un fisico in forma, tuttavia è vero anche che non è che si dimagrisca ogni volta che si va in bagno, se con “dimagrire” intendiamo la perdita di massa grassa. Se invece si intende una pura perdita di peso, allora si: espellendo feci ed urina, il nostro corpo effettivamente perde giornalmente peso. Ma quanto?

Quanto pesano le feci?

Uno studio inglese del 1992 ha raccolto dati sulla quantità di feci emessa quotidianamente da 20 diverse popolazioni, con questi risultati:

  • la quantità media di feci emessa in un giorno è stata di 106 grammi;
  • la quantità minima di feci giornaliere è stata 72 g;
  • la quantità massima è stata 471 g/die.

Questa grossa variabilità è dovuta alla variabilità individuale, all’eventuale presenza di patologie o altro, ma principalmente si verifica in base alla diversa quantità di fibre assunte con la dieta, fattore che determina anche le volte settimanali in cui si va di corpo. E’ interessante sottolineare che all’aumentare della quantità di feci emesse diminuisce il rischio di cancro al colon, quindi una alimentazione ricca di fibre, e la conseguente regolarità intestinale, è davvero – come accennato all’inizio dell’articolo – uno degli ingredienti di una vita sana. Per ridurre  drasticamente il rischio di cancro al colon, è necessario espellere almeno 150 grammi di feci al giorno (risultato che si ottiene consumando almeno 18 grammi di fibra giornalmente); a tal proposito leggi anche: Stitichezza acuta e cronica: tipi, cause, trattamenti medici e rimedi

Quanto pesa l’urina?

La quantità di urina emessa giornalmente è mediamente 1,5 litri in 3/5 volte, anche se questo dato è estremamente variabile in base a moltissimi fattori:

  • temperatura dell’ambiente;
  • quantità dei liquidi ingeriti;
  • caratteristiche dei cibi assunti (contenuto in acqua e sali);
  • caratteristiche dei liquidi perduti attraverso il tubo digerente, la traspirazione e la sudorazione;
  • eventuale presenza di patologie sistemiche, renali, vescicali o uretrali (tumori, calcoli, cistite…);
  • attività lavorativa e sportiva svolta.

Inoltre perdiamo liquidi in molti altri modi. Anche solo respirando espelliamo oltre 30 centilitri di acqua al giorno (quasi quanto una lattina di coca cola) e con il sudore, specie d’estate, anche molto di più. A tal proposito leggi anche:

In definitiva andare in bagno fa perdere peso?

L’urina che perdiamo ci farebbe effettivamente perdere circa un kg e mezzo al giorno di peso corporeo (badate bene: parlo di peso corporeo e non di massa grassa, quindi è disidratazione e non dimagrimento, come una semplice bioimpedenziometria può rilevare!), tuttavia i liquidi persi devono essere reintegrati giornalmente per evitare disidratazione, non a caso si consiglia di bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. Espellendo l’urina, a conti fatti, non perdiamo peso. Espellendo le feci si può anche arrivare a perdere due o tre etti ma ciò, più che per mantenere il peso forma, è importante per diminuire il rischio di cancro al colon-retto. Il vero segreto per dimagrire non è quello di pesare le vostre feci giornaliere, bensì è mangiare bene e fare tanta attività fisica, per aumentare la massa magra e quindi innalzare il metabolismo basale; a tale proposito leggi anche: Vuoi bruciare più calorie? Fai esplodere il tuo metabolismo!

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, acidità di stomaco, reflusso, cattiva digestione ed alitosi. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Quante calorie hanno pandoro, panettone e torrone?

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Differenza tra proteine animali e vegetali: quali sono le migliori?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica ASSUMI VITAMINA D SINTOMI CARENZA CIBI  Roma Cavitazione Pressoterapia Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Pancia Sessuologia Sesso Pene Laser Filler Rughe Botulino 1Cominciamo dalla prima, quasi banale, differenza: le proteine di origine vegetale sono contenute in tutti gli alimenti di origine vegetale, come ad esempio:

  • legumi,
  • alcuni tipi di verdura,
  • cereali.

Le proteine animali sono presenti invece soltanto negli alimenti di origine animale, come ad esempio:

  • carne,
  • pesce,
  • latte,
  • latticini,
  • formaggi,
  • uova.

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Legumi
Iniziamo dai legumi, che ne sono i più ricchi, in particolare la soia e i fagioli. Tutti i legumi hanno la particolarità di trattenere nelle radici un batterio simbionte detto rizobio in grado di fissare l’azoto presente nell’aria e trasformarlo in amminoacidi che vengono assorbiti dalla pianta. Così tutti i tipi di legumi (dai fagioli alla soia, dall’erba medica alla mimosa, che sono tutti legumi) risultano particolarmente ricchi di proteine vegetali. I fagioli poi sono quelli che, per clima, per attidudine del terreno, e anche per produttività, sono più semplici da coltivare, e vengono scelti anche perché fanno molto bene al terreno (lo riempiono di azoto che viene poi ‘risucchiato’ da colture impoverenti come quelle dei cereali) e questo ha garantito il loro successo nel corso degli anni. Oggi, in un’epoca in cui certo non abbiamo carenza proteica, possiamo mettere da parte la carne e gli alimenti di origine animale, per consumare solo alimenti vegetali: ma a livello nutrizionale le proteine animali e vegetali sono la stessa cosa? Davvero le proteine vegetali possono sostituire la carne?

Proteine animali e vegetali: differenze nutrizionali
Per quanto riguarda il contenuto di amminoacidi essenziali, in generale le proteine animali possono essere considerate complete e quelle vegetali sono incomplete. Assumere proteine da fonti vegetali è importante e le carenze di eventuali amminoacidi possono essere superate utilizzando appropriate associazioni alimentari, ad esempio legumi e cereali, perché si completano tra loro: gli amminoacidi di cui è carente la pasta vengono forniti dai fagioli e viceversa. Sul fronte della digeribilità le proteine vegetali valgono meno di quelle animali (soprattutto quelle dei cereali), avendo un coefficiente di digeribilità, che indica la percentuale effettivamente assorbita, molto più basso: ad esempio i legumi sono al 30% rispetto a carne (80%) e uova (100%). Infine, non dimentichiamo che negli alimenti di origine vegetale è basso il livello di ferro e con i vegetali si assume poca vitamina B12 (una vitamina che svolge un ruolo fondamentale nella sintesi di emoglobina ma che è sintetizzata solo dagli animali). Quindi chi segue un regime alimentare vegetariano o vegano deve necessariamente integrare queste due sostanze.

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Proteine animali e vegetali: la quantità proteica contenuta negli alimenti
Parlare di “proteine” è un po’ come parlare di “casa”. Si fa presto a dire casa, ma le case vanno dalle capanne delle periferie di Rio de Janeiro alle ville di George Clooney: sfido a dire che queste due case siano uguali. E per le proteine il discorso non cambia. Una proteina è una catena di amminoacidi, che ne costituiscono i mattoni. Ci sono proteine lunghe e proteine corte, proteine costituite da amminoacidi migliori, per il nostro corpo, e da amminoacidi peggiori, ci sono proteine accartocciate e difficilissime da digerire (come la cheratina, che costituisce le nostre unghie) e proteine facili da digerire, ed ovviamente tutto dipende anche da quante e quali proteine ci sono in un alimento. A livello quantitativo ci sono cibi con più o meno proteine, ma non basta solo questo valore. E’ importante sapere come questi alimenti debbano essere prepararti e cucinati per essere mangiabili. E questi processi alterano e diluiscono la quantità originariamente contenuta nel cibo. Facciamo un esempio. I fagioli secchi contengono un 23,6% di proteine, quindi 23,6 gr per 100 gr di prodotto. Per fare un paragone e far capire come si esegue il calcolo abbiamo scelto un alimento che, così come si compra al supermercato, contiene praticamente la stessa quantità di proteine, il petto di pollo crudo, 23,3%. Facciamo conto che e abbiano tutti e due il 23%, per fare il conto in modo migliore. Quando arrivo a casa, questi due alimenti devo cuocerli, e i fagioli si devono anche ammollare per poterli mangiare. Così i fagioli assorbono acqua, che va a costituire peso nel legume, e quando questo è pronto, è gonfiato, le proteine non costituiscono più il 23%, ma sono il 9% all’incirca, sul prodotto reidratato. Mangiando 100 gr di fagioli (secchi e crudi sono immangiabili) ottengo 9 gr di proteine. Il petto di pollo va cotto, ma la cottura è molto veloce e lo scopo è proprio quello di eliminare acqua, così che le proteine saranno più concentrate e la loro percentuale maggiore: dal petto di pollo cotto, da 100 gr, otterrò circa un 30% di proteine, cioè 30 gr per 100 gr.  Per cui abbiamo: 9 gr di proteine nei fagioli contro 30 gr del pollo, pari ad un terzo.

Proteine animali e vegetali: la qualità delle proteine
Ma non abbiamo ancora considerato la qualità proteica. Esistono diversi indici per definire la qualità delle proteine: il valore biologico, il rapporto di efficienza proteica e l’indice chimico; ne esistono anche altri, ma questi tre sono quelli più utilizzati ed è proprio in base a questi che si capisce come il livello qualitativo delle proteine vegetali sia minore di quello delle proteine di origine animale. Facciamo un altro esempio. La qualità proteica calcolata con il metodo C.U.D. (coefficente di utilizzazione digestiva) è il rapporto tra le proteine ingerite e quelle assorbite, ed ha un valore che va da 0 a 100. Se è 100 (albume d’uovo) la proteina è perfetta, di qualità altissima, perché tutta quella che si mangia la si assorbe; se è 0 (unghie, ad esempio) è come se non la mangiassimo affatto. Le proteine della carne di pollo hanno un valore di 80, per cui mangiando 100 gr di proteine ne assorbiamo 80; per i fagioli questo valore è 30, per cui mangiandone 100 gr ne assorbiamo solo 30.  Il che significa che mangiando 100 gr di petto di pollo e 100 gr di fagioli otteniamo con il primo 30 gr, e per una qualità di 0,8 assorbiremo 24 gr di proteine. Mangiando 100 gr di fagioli lessi, invece, ne otteniamo 9 gr, per una qualità di 0,3 avremo 3 gr di proteine. Sono sempre 100 gr di prodotto, ma dalla carne di pollo otteniamo 8 volte le proteine che otteniamo dai fagioli. Dovremmo mangiarne 800 gr per tornare allo stesso valore. Se volete divertirvi a fare questo conteggio con altri alimenti, su internet e sui libri si trovano tranquillamente sia le tabelle qualitative delle proteine, sia le tabelle nutrizionali degli alimenti (sui sito INRAN) per cui potete divertirvi anche da soli a ripetere il conteggio che abbiamo appena fatto insieme.

Proteine vegetali e proteine animali: alternative vegetali alle proteine animali
La differenza tra le proteine animali e vegetali è evidente e le proteine di origine vegetale non sono un’alternativa a quelle di origine animale. I vegetariani devono sopperire alle carenze di alcuni amminoacidi essenziali integrandoli con quelli di sintesi o seguendo sempre e comunque una dieta equilibrata che comprenda latte, latticini, uova, legumi, soia e tutti i tipi di verdure e frutta, cereali e legumi di varietà differenti per assumere tutte le proteine di cui abbisogna il corpo. Il problema è ben più complicato per i vegani; il fabbisogno proteico per il nostro organismo è fornito solo da uno specifico mix di alimenti e a livello pratico non è semplice da applicare, perché sono poche le varietà vegetali da mangiare per ottenere il giusto apporto proteico e sempre in grandi quantità. Basti pensare che in un regime ‘onnivoro’ solo 1/3 delle nostro fabbisogno proteico è fornito da alimenti vegetali.

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Pandoro e dieta: calorie, carboidrati e valori nutrizionali

MEDICINA ONLINE NATALE DOLCI NATALIZI PANDORO PANETTONE TORRONE NOCCIOLE CIOCCOLATO BIANCO SFOGLIATA LIEVITAZIONE OFFELLA INGREDIENTI ZUCCHERO VENEZIANA A VELO CALORIE RICETTE DIFFERENZE DIETA CIBO DOLCE COLOMBA PASQUAIn generale possiamo dire che il pandoro è un dolce molto calorico, uno per questo andrebbe consumato in maniera limitata e non alla fine dei pasti come spesso si è soliti fare. In questo modo non si fa altro che appesantire il nostro intestino e mettere a rischio il peso forma. Per chi proprio non può rinunciare al pandoro sarebbe meglio mangiarne soltanto una piccola fetta dopo i pasti e preferirlo in altri momenti della giornata, come per esempio a colazione. Per conoscere il pandoro in termini di calorie, possiamo dire che il pandoro classico ha circa 410 calorie, quello al cioccolato 450 e quello farcito alla gianduia 420/450 per 100 grammi. Per quanto riguarda i carboidrati tutte tre le versioni del dolce si aggirano intorno ai 45-50 grammi, mentre i grassi corrispondono a circa 19-20 grammi.

Per rimanere in linea è meglio preferire le versioni classiche del pandoro, in modo da evitare le farcitura alla crema e cioccolato.

Pandoro classico

Calorie 100 gr Carboidrati Grassi Proteine Zuccheri
410 kcal 45,20 g 19,70 g 8,40 g 22,90 g

Visto che il pandoro tende non saziare velocemente, sarebbe meglio unire il consumo di una fetta di pandoro a una macedonia di frutta oppure usare come farciture del dolce dello yogurt magro. Al limite si possono mangiare le varianti leggere del pandoro, che contengono una quantità minore di grassi e zuccheri, ma questo non vuol dire che sia concesso esagerare.

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Bruciare grassi in palestra: dimagrire solo coi pesi è possibile?

MEDICINA ONLINE PALESTRA DA GIOVANE BLOCCA CRESCITA TEEN FITNESS HEIGHT STOP GROWING TREADMILL RUNNER CARDIO CORRERE CORRIDORE CORSA APERTO TAPIS DIETA DIMAGRIRE AEROBICA GRASSO CALORIE SALITA PESI CITTA SMOG PALESTRA SPORTQuante volte avete sentito dire, specie ovviamente alle donne: “non faccio i pesi perché poi mi ingrosso”, “per dimagrire devi fare cardio per tanto tempo a bassa intensità”, “quando facevo sala pesi ero ingrassata”. Tante volte, vero?

Purtroppo in gran parte dell’ambiente fitness troneggia ancora la regola che l’allenamento con i pesi sia nemico del dimagrimento, mentre interminabili ed estenuanti sedute cardio rappresentano il santo Graal per tutte quelle persone (soprattutto donne) che identificano nella bilancia il loro peggior nemico.

Ma è vero che i pesi non servono a dimagrire (anzi peggiorano le cose) mentre il cardio si? La risposta è ovviamente NO, anzi… tutto il contrario!

Il nostro corpo

Il nostro corpo è un sistema incredibilmente complesso, ma possiamo individuare in esso quattro grandi componenti: ossaorganimuscolo e pannicolo adiposo, a cui vanno aggiunti i liquidi. Ossa e organi sono componenti che, tendenzialmente possiamo considerare fisse (ovvero non sottoposte ad oscillazioni), mentre muscoli e tessuto adiposo sono le due componenti variabili a cui possiamo e dobbiamo fare riferimento quando parliamo di dimagrimento.

Per dimagrimento si intende il miglioramento del rapporto tra massa grassa e massa magra, all’aumentare della seconda diminuirà la prima e viceversa; e in tutto questo il peso ricopre un ruolo marginale se non nullo (tranne in particolari condizioni).

Inoltre va detto che grasso e muscolo hanno due densità completamente diverse a parità di peso, il che significa che, se in un lasso di tempo X  ci allenassimo con i pesi e perdessimo 3 kg di massa adiposa, a favore di 3 kg di massa magra, davanti allo specchio risulteremmo molto più asciutti, pur pesando sempre uguale.

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Il peso

Croce e delizia di chiunque debba (o pensa di dovere) dimagrire, alcuni arrivano a consultare la bilancia anche più volte al giorno disperandosi o gioendo di oscillazioni di pochi etti, sprecando tempo ed energie preziose. Il nostro peso infatti è un valore di per se abbastanza vuoto, che indica la somma di tutti i nostri tessuti, liquidi e quant’altro; ci da una stima quantitativa, ma non qualitativa, della nostra condizione attuale. Quindi, a meno che non rientriate nella categoria del forte sovrappeso o dell’obesità (condizione nella quale, perdere peso è necessario, almeno in una prima fase), potete tranquillamente consultare la bilancia non più di una volta ogni settimana, o anche meglio ogni due).

Il metabolismo

Il nostro corpo consuma una certa quantità di calorie ogni giorno per mantenere le proprie funzioni vitali (metabolismo basale) e per permetterci di svolgere tutte le nostre attività giornaliere, dal lavoro all’allenamento. Noi ingeriamo giornalmente una certa quantità di calorie per far si che tutto funzioni a dovere. Ogni tessuto del nostro corpo utilizza una certa quantità di calorie, e il tessuto che ne utilizza la quantità maggiore è il muscolo; va da se che più muscolo (massa magra) abbiamo, e più calorie il nostro corpo utilizzerà per le proprie funzioni, quindi all’aumentare dei muscoli, aumenta anche il metabolismo basale e quindi aumentano le possibilità di dimagrire.

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Cardio vs pesi

Il dimagrimento si considera rapportando la percentuale di massa grassa con la percentuale di massa magra, il peso non è una discriminante fondamentale (si può notare facilmente capendo come funziona una bioimpedenziometria) e il muscolo è il nostro principale alleato per innalzare il metabolismo e rendere più efficace il processo di dimagrimento. Da queste considerazioni si evince che il lavoro con i pesi (ovviamente ben organizzato e strutturato) è sicuramente preferibile all’allenamento cardio, perché ci consente di rafforzare e potenziare quelle strutture che ci consentiranno di avere un metabolismo più efficiente e più veloce, a discapito della massa grassa. Avere una percentuale più alta di muscolo vi consentirà inoltre di mangiare di più (non cheesecake), perché è un substrato energeticamente più efficiente.

Ma allora il cardio va messo da parte? Assolutamente no! Pesi e cardio possono essere svolti in sinergia. L’allenamento cardio è un ottimo alleato, ma solo se eseguito con criterio: sono infatti sconsigliate interminabili sedute di camminata sul tappeto che hanno come unico risultato quello di farvi morire di noia, molto meglio una sessione più breve (anche ventitrenta minuti massimo), ma organizzata secondo degli intervalli di intensità variabili, che permetteranno al vostro corpo di non abituarsi mai a quello che state facendo, reagendo e migliorando la risposta metabolica.

Un consiglio da non dimenticare

Per concludere, il dimagrimento è senza dubbio un processo che va affrontato da più versanti (alimentazione, allenamento, integrazione), ma che trova nell’allenamento con i pesi il suo principale strumento di successo, e se riuscirete a superare tutte le leggende e i miti (per lo più sbagliati) che lo circondano, vi renderete conto di quanti e quali risultati positivi e durature potrete ottenere per mezzo di esso.

Inoltre, e questo vale soprattutto per le donne, non fatevi ingannare dalla storiella che fare pesi equivale a diventare muscolosi come gli uomini (una delle più grandi stupidaggini che si ascolta dentro e fuori le palestre!) perché il vostro quadro ormonale ve lo impedirebbe anche se lo voleste, inoltre la qualità muscolare e la compattezza che potete ottenere con allenamenti di forza sono irraggiungibili seguendo qualsiasi altra pratica, men che meno facendo soltanto cardio. Avete paura di diventare come le culturiste che ogni tanto vedete in tv? Non ci diventerete mai, soprattutto senza l’aiuto del doping!

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Il tapis roulant magnetico fa dimagrire?

MEDICINA ONLINE TOM TOM RUNNER CARDIO CORRERE CORRIDORE CORSA APERTO TAPIS ROULANT MAGNETICO ELETTRICO MECCANICO DIFFERENZE DIETA DIMAGRIRE AEROBICA GRASSO CALORIE SALITA BOSCO CITTA SMOQuanto ci può aiutare il tapis roulant magnetico (o “meccanico”) per dimagrire o comunque per perdere peso?

Ci aiuta molto, ma in base a l’utilizzo che ne facciamo: se corriamo molto piano bruciamo i grassi e dimagriamo perché diminuisce la scorta di grassi; se corriamo forte bruciamo i carboidrati e impediamo che carboidrati assunti con l’alimentazione vadano a immagazzinarsi come grasso e quindi dimagriamo perché dirottiamo i carboidrati, trasformandoli in energia che ci aiuta a continuare nello sport.
Poiché nella corsa il consumo calorico dipende dai chilometri percorsi, quindi, è ovvio che per dimagrire occorre scegliere la velocità che consenta di effettuare il maggior numero di chilometri nel tempo a disposizione. Il consiglio è quello di lasciarsi consigliare dal proprio personal trainer in palestra o di auto allenarsi al parco monitorando l’effettivo percorso ed i tempi che si impiegano per percorrerlo. Una volta stabilita la velocità con cui riuscite a percorrere la maggior parte di chilometri potrete continuare ad allenarvi a tale velocità e ricavarne maggiori benefici e risultati.
Con il tapis roulant magnetico regolare la velocità è, ovviamente, più difficile che nei tapis a motore. Bisogna fare da soli, conoscersi e sapere a che velocità andare; non possiamo memorizzare una velocità, ma ricordarci a che passo riusciamo a tenere più duro. Se utilizziamo quotidianamente il nostro tappeto magnetico saremo sicuramente in grado di reimpostare la velocità tenuta il giorno prima.
Con il nascere di tutti questi attrezzi utili per il raggiungimento della forma fisica è stato fatto un sondaggio per verificare quale attrezzo era preferito dagli sportivi di diversi livelli, dal professionista allo sportivo occasionale. Secondo i dati raccolti dal sondaggio, eseguito dal portale degli specialisti in Fitness e Sport, per il 41% degli intervistati il tapis roulant non è solo l’oggetto che non può mancare nei centri sportivi, ma è anche l’attrezzo a cui non si può assolutamente rinunciare nel momento in cui si decide di praticare il training in casa.
La camminata veloce (o corsa leggera) è ormai lo sport per antonomasia, l’attività prediletta, sia dai più piccoli e giovani, che dagli sportivi più avanti con l’età; ogni mese aumentano gli acquisti di Tapis Roulant, che per le loro caratteristiche rappresentano una valida alternativa alle passeggiate o alla corsa nei parchi e sulla spiaggia.

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Quale allenamento sul tapis roulant brucia più calorie in assoluto?

A differenza di quanto ci si possa aspettare l’allenamento che regala maggiori risultati in termini di dimagramento e smaltimento della massa grassa non è la corsa su piano, bensì la camminata veloce in salita. Ciò che occorre fare è inclinare la pedana del tapis roulant in modo da ricreare una salita (impostate il livello di inclinazione in base alla vostra resistenza). La camminata in salita, oltre a valorizzare maggiormente i glutei rispetto alla corsa normale, a certe velocità riesce a portare l’allenamento anche sui 100 kcal ogni 10 minuti.

Come scegliere il tapis roulant magnetico giusto per noi?

Per scegliere il migliore tapis roulant che soddisfa tutte le nostre esigenze bisogna considerare diversi punti, quali:

  • possibilità di inclinare la superfice da corsa. Rendere più difficoltoso il nostro allenamento è importante e scegliere il modello che soddisfa ciò è indispensabile. Diamo sempre un occhio qualità-prezzo.
  • l’ammortizzazione del nastro da corsa. Verificate che tipo di ammortizzazione sia supportata nel modello di tapis roulant da voi scelto (elastomeri, poliuretano o altro ancora) facendo attenzione a non risparmiare su questo aspetto perché si tratta della vostra salute; è fondamentale allenarsi senza dover temere infiammazioni o problemi di vario tipo alle varie giunture o legamenti.

 

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Differenza tra dieta ipocalorica, normocalorica ed ipercalorica

MEDICINA ONLINE RISO RISOTTO CIBO DIABETICO INDICE GLICEMICO PASTA CARBOIDRATI GLICEMIA DIETA GRASSO PRANZOIl TDEE (Total Daily Energy Expenditure), in italiano “Fabbisogno Calorico Giornaliero” (o FCG) rappresenta la quantità totale di calorie consumate da un individuo in un giorno, quantità che si calcola fondamentalmente dal metabolismo basale (l’energia che il nostro corpo usa per “restare vivo”) più le calorie che l’individuo spende nelle sue attività giornaliere (lavoro, sport, muoversi…).

L’introito calorico è invece la quantità di calorie ingerite in un giorno tramite cibi, bevande ed integratori alimentari.

La relazione fra questi due concetti è semplice:

  • Se si assumono più calorie al giorno di quante se ne consumano in un giorno (introito>fabbisogno calorico giornaliero), il peso del nostro corpo sul lungo periodo tenderà ad aumentare.
  • Se si assumono meno calorie al giorno di quante se ne consumano in un giorno (introito<fabbisogno calorico giornaliero), il peso del nostro corpo sul lungo periodo tenderà a diminuire.
  • Se si assumono tante calorie al giorno quante se ne consumano in un giorno (introito=fabbisogno calorico giornaliero), il peso del nostro corpo sul lungo periodo tenderà a rimanere stabile.

Per perdere peso, l’obiettivo di moltissimi pazienti, bisogna quindi assumere con l’alimentazione, meno calorie di quante se ne consumano, affinché parte delle calorie bruciate in un giorno provenga dalle scorte corporee (i grassi): questo è l’obiettivo che può essere raggiunto tramite una dieta ipocalorica, che ci fornisce meno calorie di quante ne usiamo ogni giornoPer perdere più grasso e meno muscolo possibile, è indispensabile seguire non solo una buona dieta ipocalorica, ma anche una adeguata attività fisica che tenderà ad aumentare la massa magra con il duplice successo di tonificare i muscoli ed aumentare il metabolismo basale, fatto quest’ultimo che – a parità di dieta ipocalorica – ci farà perdere ancora più peso, inteso come percentuale di massa grassa.

La dieta ipercalorica è invece utile in particolari casi, dove il nostro obiettivo è l’aumento di peso o – nel caso di sportivi e frequentatori di palestra – più specificatamente l’aumento della percentuale di massa magra e quindi della muscolatura.

La dieta normocalorica ci fornisce le stesse calorie del nostro fabbisogno calorico giornaliero: con questa dieta il nostro peso rimarrà costante e la dieta sarà definita di mantenimento.

Una dieta, iper, normo o ipocalorico che sia, può essere anche ipoglucidica, ipolipidica, iperproteica o ipoproteica, ma questo tipo di diete verrà affrontato in altri articoli.

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Dieta ipoglucidica: cos’è e cosa mangiare?

MEDICINA ONLINE RISO RISOTTO CIBO DIABETICO INDICE GLICEMICO PASTA CARBOIDRATI GLICEMIA DIETA GRASSO PRANZOPer capire meglio quale può essere il menu adatto per questo tipo di alimentazione, dobbiamo provare a comprendere meglio che cosa sono i glucidi. Forse non tutti lo sanno, ma si tratta semplicemente degli zuccheri, che in genere sono contenuti nei carboidrati. Questo tipo di dieta, quindi, si basa sulla riduzione dell’apporto degli zuccheri e delle calorie da essi determinate. Proprio per questo motivo il regime alimentare in questione può essere utile per i diabetici, perché si configura anche come una dieta ipoglicemica oltre ad essere generalmente anche ipolipidica ed ipocalorica.

Che cos’è

La dieta ipoglucidica è un tipo di alimentazione che prevede l’apporto ridotto degli alimenti che contengono zuccheri. Questi ultimi sicuramente svolgono un ruolo fondamentale nel nostro organismo, perché sono in grado di fornire delle riserve di energia da spendere in maniera immediata per tutte le funzioni corporee e mentali che attuiamo nel corso della giornata. Allo stesso tempo, comunque, non si deve esagerare con l’apporto delle sostanze zuccherine, perché esse forniscono un numero elevato di calorie e quindi, insieme ai grassi, sono le principali responsabili del sovrappeso e dell’obesità, condizioni che sono collegate a varie malattie, tutte da prevenire con un’alimentazione equilibrata. In questo senso una dieta ipoglucidica può essere veramente utile.

Cosa mangiare

Nell’ambito di questo tipo di dieta, si deve avere cura non di eliminare completamente i carboidrati, ma di ridurli. Soprattutto sarebbe importante scegliere quei cibi che contengono carboidrati a basso indice glicemico. Se poi al tutto si abbina un buon apporto di fibre, possiamo agire veramente in modo salutare. Può essere utile scegliere la pasta e il pane integrali, mentre, invece, sarebbero da evitare i dolci ricchi di zucchero e le bevande gassate. Sono consentiti, invece, altri cibi specifici. Fra questi la carne, soprattutto quella bianca, di pollo, di tacchino e di coniglio, e il pesce. Nello specifico quello magro può andare benissimo. In questo modo possiamo stare attenti agli errori da evitare nella dieta.

Menù ipoglucidico

Per quanto riguarda i formaggi, possono essere mangiati magari anche una o due volte la settimana, però si deve avere cura di scegliere quelli magri; da evitare, invece, gli insaccati e i latticini interi. Il tipico menu per una dieta ipoglucidica potrebbe essere costituito da latte scremato, tè senza zucchero e una fetta biscottata integrale a colazione, pollo grigliato e verdure crude come contorno per il pranzo e dentice al forno con verdure cotte al vapore per la cena. Per lo spuntino di metà mattina e del pomeriggio va bene uno yogurt magro. E’ stato dimostrato, proprio in termini di dieta, che lo yogurt e le nocciole aiutano a dimagrire.

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