La dieta per dormire bene, combattere l’insonnia e svegliarsi la mattina riposati

MEDICINA ONLINE DORMIRE SONNO SONNOLENZA INSONNIA DONNA DIVANO FIORI POMERIGGIO GIORNO LUCE MELATONINA SONNELLINO POMERIDIANO RIPOSO STANCHEZZA ESAURIMENTO MENTALE TRISTE NEVRASTENIA PSICHIATRIA ANSIA DEPRESSIONE.COSA SI INTENDE PER INSONNIA?

Per insonnia si intende: “la difficoltà a prendere sonno” o “un sonno non ristoratore”; si tratta di un disturbo prevalentemente cronico e molto frequente, che nei paesi industriali raggiunge una prevalenza media del 35% sulla popolazione generale. Altri studi più dettagliati hanno dimostrato una prevalenza dell’insonnia inferiore, valutata intorno all’11% della popolazione spagnola e circa il 21% di quella francese e giapponese. La durata dell’insonnia varia da 7 a 14 anni, ma pare che la maggior parte delle persone che ne soffrono NON affronti l’argomento nemmeno con il proprio medico curante.

Caratteristiche dell’insonnia

L’insonnia si caratterizza per diversi aspetti  i quali si ripercuotono INESORABILMENTE sulla qualità della vita. Tali aspetti sono:
1) Difficoltà ad addormentarsi – latenza del sonno oltre i 30 minuti
2) Insufficiente durata del sonno notturno – tempo totale inferiore a 5,5 o 6 ore
3) Ripetuti o protratti risvegli notturni e/o risveglio precoce mattutino
4) Scarsa qualità del sonno

Classificazione dell’insonnia

L’insonnia può essere classificata in diversi modi, ma per comodità, di seguito verrà utilizzato un criterio temporale:
1) Insonnia transitoria o occasionale; in genere causata da stress emozionali ansiogeni, patologie transitorie, uso sporadico di sostanze stimolanti
2) Insonnia di media durata: fino a tre settimane; spesso sostenuta da eventi emozionali riguardanti il lavoro, la famiglia, una malattia acuta, la sospensione farmacologica di ansiolitici.
3) Insonnia di lunga durata: superiore a tre settimane; causata da un grave evento di stress o ad eziologia mista, che comprende: depressione, ansia generalizzata, sintomi dolorosi cronici, assunzione abituale di farmaci, abuso cronico di alcol, Parkinson, bronco pneumopatie croniche ostruttive, sindrome delle gambe senza riposo, prurito ecc.

Terapia per l’insonnia

La terapia per l’insonnia dovrebbe essere rivolta ad estinguere l’agente eziologico, tuttavia, spesso la cura esclusivamente sintomatologica (farmaci) è essenziale al mantenimento di una minima qualità di vita. La cura NON farmacologica comprende alcune modifiche comportamentali, psicoterapia e training autogeno; tra gli accorgimenti riguardanti lo stile di vita, la dieta svolge un ruolo fondamentale.

DIETA PER L’INSONNIA

L’alimentazione è una componente spesso trascurata quando si tratta di curare l’insonnia, mentre invece è un elemento da tenere in grande considerazione!

Ripartizione energetica nell’insonnia

Innanzitutto, la dieta per l’insonne DEVE prevedere una ripartizione energetica dei pasti adeguata alle esigenze ed allo stile di vita del soggetto. Considerando che l’insonnia si manifesta spesso come una difficoltà ad addormentarsi, frequentemente peggiorata dalla cattiva digestione, o come un ripetuto protrarsi dei risvegli notturni a volte causati dal russare o dalle apnee notturne, è possibile affermare che il pasto serale incida significativamente sull’eziologia dell’insonnia. In definitiva, si consiglia di suddividere i pasti giornalieri nella maniera più equilibrata possibile; ovvero: 15% dell’energia a colazione, il 5% a metà mattina, il 40% a pranzo, il 5% a metà pomeriggio ed il 35% a cena.
Quello serale rappresenta uno dei due pasti principali della giornata ma la sua importanza nutrizionale non dovrebbe mai superare il pranzo. La digestione è un processo attivo che impegna (a volte in maniera decisiva) l’organismo umano, ne deriva che la sollecitazione eccessiva dell’apparato digerente si ripercuote sulla qualità del sonno incrementando il metabolismo basale, le pulsazioni cardiache, la pressione sistolica, la ventilazione e la termogenesi indotta dalla dieta; per questo motivo, oltre a prediligere una ripartizione dei pasti che alleggerisca la cena, è fondamentale alimentarsi circa tre ore prima del sonno con prodotti sufficientemente digeribili. Ovviamente sarebbe necessario non commettere l’errore opposto: la fame indotta dall’ipoglicemia rappresenta una potenziale causa per l’insonnia.

Nutrienti che aiutano il sonno e combattono l’insonnia

Dal punto di vista neuro-endocrino, il sonno è facilitato dalla secrezione di due ormoni: melatonina e serotonina; al contrario, è penalizzato significativamente da: adrenalina, noradrenalina e dopamina. Questi mediatori chimici vengono sintetizzati dall’organismo sulla base di: feedback e feedback inversi, crono-biologia e ritmi circadiani, e concentrazione di substrati nutrizionali. In particolar modo, gli ormoni del sonno (serotonina e melatonina) necessitano di un apporto sufficiente di:
1) Triptofano: un amminoacido essenziale che funge da precursore ormonale ed è contenuto nella maggior parte degli alimenti di origine animale; la carenza, in condizioni di equilibrio nutrizionale, è inverosimile, pertanto NON rappresenta un problema
2) Carboidrati complessi: che tramite lo stimolo dell’insulina favoriscono la disponibilità del triptofano
3) Vitamine B1 e B6: che intervengono nella sintesi ormonale
4) Calcio e magnesio: la cui carenza si manifesta con disturbi del sonno

Molecole che invece rendono difficoltoso il sonno

1) Nervini e farmaci anoressizzanti: caffeina e teina (da consumare non meno di 6 ore prima di dormirne), alcol, anfetamine ecc., che compromettono i meccanismi neuroendocrini favorendo l’insonnia
2) Eccesso di carboidrati semplici: che riducono la biodisponibilità della vitamina B6 (Piridossina)

Rimedi naturali contro l’insonnia

Esistono anche alcuni rimedi naturali come l’infusione o la decozione di erbe officinali; si tratta di pratiche DI SOLITO innocue che svolgono una funzione più o meno favorevole anche in base alla reazione PSICOSOMATICA di chi le utilizza (effetto placebo). Le più diffuse sono: Melissa, Escolzia, Biancospino, Camomilla, Melatonina, Tiglio e Luppolo.
La dieta per l’insonnia non rappresenta una vera e propria guida alla cura del disturbo ma piuttosto un’insieme di indicazioni utili a prevenirne l’insorgenza. Una delle mie soluzioni preferite per combattere l’insonnia è la Melatonina.

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Uso di prodotti erboristici nei bambini: attenzione alle reazioni avverse

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO FARMACISTA FARMACIA FARMACO PILLOLA COMPRESSA PASTICCA MEDICAMENTO INTEGRATORE ALIMENTARE PRINCIPIO ATTIVO VITAMINE NATURA FOGLIA FITOTERAPIANon è sempre vero, come spesso si pensa, che la medicina naturale abbia meno controindicazioni di quella “tradizionale”. Lo dimostrano due ricercatori, Fabiana Auricchio e Francesca Menniti Ippolito, entrambi del Centro nazionale di epidemiologia, che durante il XXII seminario nazionale su “La valutazione dell’uso e della sicurezza dei farmaci: esperienze in Italia” organizzato dall’Istituto superiore di sanità, hanno lanciato l’allarme: alcuni prodotti della medicina naturale (integratori, prodotti erboristici e rimedi omeopatici) sono associati, nei bambini, all’insorgenza di svariate reazioni avverse. I due ricercatori hanno raccolto le segnalazioni spontanee di reazioni avverse a terapie non convenzionali raccolte nel database dell’Iss, e le hanno analizzate classificando i casi per gravità, fascia di età, tipo di prodotto utilizzato e specifica condizione di interesse (problemi neurologici, complicazioni gastrointestinali, reazioni mucocutanee). Hanno così conteggiato 213 reazioni avverse delle quali il 26 per cento sono risultate gravi.

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Proteggere la pelle dal freddo e prevenirne l’invecchiamento: l’importanza degli integratori di vitamine

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO NEVE FREDDO MONTAGNA COPPIA SESSO AMORE (2)I dermatologi francesi della University hospital di Besancon, a Besancon, hanno dimostrato come alcuni nutrienti, in particolare le vitamine, assunti per via orale difendono efficacemente la pelle dagli sbalzi termici tipici dell’inverno e aiutano a prevenirne l’invecchiamento. Gli specialisti hanno svolto una ricerca, pubblicata su Clinical interventions in aging e condotta su su 80 donne, dai 35 ai 55 anni di età, durante i mesi invernali, cioè da ottobre ad aprile con un’escursione termica complessiva da -4 a + 19 C. Le volontarie hanno assunto una volta al giorno, per 4 mesi consecutivi, alcuni integratori contenenti micronutrienti come vitamina A, C, retinaldeide o B-carotene e derivati e sono state confrontate con un altro gruppo di donne che invece non assumeva nulla. Sono stati valutati sia lo stato della pelle, con indagini strumentali, che la salute e lo stile di vita: i risultati hanno mostrato che gli integratori orali nutrienti sono sicuri e prevengono o eliminano gli effetti negativi dei mesi invernali sulla pelle. Il miglior integratore completo di tutte le vitamine ed i sali minerali di cui avete bisogno, selezionato ed usato dal nostro Staff di esperti, lo potete trovare qui: https://amzn.to/3wKhnvh

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Gli integratori anoressizzanti che spengono la fame eccessiva

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MEDICINA ONLINE FARMACI FARMACIA FARMACISTA BUGIARDINO BLISTER COMPRESSE CAPSULE PILLOLE FARMACOLOGIA ANTIBIOTICI ANSIOLITICI DROGHE DRUGS TERAPIA CHIMICA EFFETTI COLLATERALIUna delle armi più utilizzate nella lotta contro sovrappeso ed obesità è il ricorso a strategie alimentari antifame, all’uso di farmaci e di integratori antifame di cui oggi farò un rapido spaccato.

Due categorie

Gli integratori antifame si dividono in due grandi categorie, quelli che ricalcano a grandi linee gli effetti dei farmaci anoressizzanti noradrenergici, e quelli ricchi di fibre. I primi agiscono aumentando la secrezione di catecolamine o stimolando i loro recettori, mentre i secondi si rigonfiano nello stomaco stimolando il senso di sazietà.

Gli integratori anoressizzanti noradrenergici

Tra gli integratori anoressizzanti noradrenergici, ricordiamo tutte le fonti di caffeina (mate, cola, guaranà, caffè, tè lasciato a lungo in infusione, cacao), l’efedrina (non più ammessa come integratore), l’arancio amaro e la sinefrina in esso contenuta. L’azione anoressizzante è comunque blanda, mentre prevale l’effetto di stimolo sul metabolismo corporeo. L’uso prolungato o a dosaggi eccessivi può rappresentare un importante fattore di rischio per le patologie del tratto gastrointestinale, cardiovascolare e nervoso (emicrania). Inoltre, il loro effetto dimagrante tende a scemare nel tempo per il fenomeno dell’assuefazione. Per tutti questi motivi, si consiglia di non prolungare l’assunzione oltre le 4-5 settimane, senza eccedere le dosi consigliate. Questi prodotti antifame sono generalmente controindicati per chi soffre di ipertensione, diabete, ipertiroidismo, ulcere peptiche  e disturbi cardiovascolari in genere; inoltre, possono teoricamente potenziare l’effetto dei farmaci anoressizzanti ed ostacolare quello dei medicinali destinati al trattamento dell’ansia e dell’insonnia.

Gli integratori anoressizzanti a base di fibre alimentari

Gli integratori anoressizzanti a base di fibre alimentari, purché assunti insieme a generose quantità di acqua, si rigonfiano all’interno dello stomaco favorendo il senso di sazietà. Inoltre, agiscono a livello intestinale modulando e riducendo l’assorbimento di grassi e carboidrati. Tra questi integratori antifame ricordiamo: crusca, guar e gomma di guar, xantano, gomma karaya, psillio, semi di psillio, agar agar, glucomannano, pectina, farina di Konjac, algina ed acido alginico, carragenina. Gli integratori di fibre non andrebbero assunti prima di coricarsi, in quanto, rigonfiandosi rapidamente, potrebbero causare ostruzioni esofagee con conseguente asfissia notturna. In linea generale se ne sconsiglia l’uso in presenza di ostruzioni o infiammazioni intestinali, stenosi pilorica, megacolon o megaretto, marcato meteorismo e nelle dispepsie funzionali. Un altro interessante integratore antifame è l’acido pinolenico contenuto nell’olio di semi di pino coreano.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Bloccare la fame con i derivati anfetaminici, i farmaci anoressizzanti più usati

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MEDICINA ONLINE FARMACI FARMACIA FARMACISTA BUGIARDINO BLISTER COMPRESSE CAPSULE PILLOLE FARMACOLOGIA ANTIBIOTICI ANSIOLITICI DROGHE DRUGS TERAPIA CHIMICA EFFETTI COLLATERALIAttenzione: questo articolo rappresenta soltanto uno sguardo divulgativo sul mondo dei farmaci anoressizzanti, non vuole assolutamente incitarne l’uso. Consultate il vostro medico prima di assumere questo tipo di farmaco.

I farmaci anoressizzanti più conosciuti, sono i derivati anfetaminici. Molti, come la fenfluramina e la dexfenfluramina, non vengono più utilizzati a tale scopo, per il rischio di gravi effetti collaterali a livello cardiaco e polmonare. Tra gli altri princìpi attivi anfetaminosimili con azione antifame ricordiamo fentermina, fendimetrazina, fenilpropanolamina, ciclazinolo  e mazindolo. Tutti questi farmaci antifame dovrebbero essere utilizzati sotto stretto controllo medico e per periodi molto brevi, non superiori ai tre mesi.

Solo per pazienti con reali problemi di peso

In genere, i farmaci anoressizzanti sono riservati al trattamento di quei pazienti obesi (IMC > 30) in cui gli interventi dietetico-comportamentali non hanno prodotto i risultati sperati. Questo dovrebbe farci riflettere; se infatti per un obeso il rischio di effetti collaterali legati all’uso di tali farmaci è considerato inferiore rispetto alle gravi complicanze dell’obesità, lo stesso discorso non vale per un individuo in leggero sovrappeso, per cui – come si suol dire – il gioco non vale assolutamente la candela.

Dipendenza ed effetti collaterali

Sono farmaci sicuramente molto potenti ed efficaci nel trattare l’obesità, ma c’è un rovescio della medaglia: le anfetamine possono creare dipendenza fisica e psicologica. Inoltre possono produrre diversi effetti collaterali: irritabilità, insonnia, ansia, euforia, depressione, confusione, cefalea, insonnia, tremore, palpitazioni, tachicardia ed aritmie. Farmaci potenti ma che non vanno assolutamente presi alla leggera. Avete visto che succede alla madre di Jared Leto nel film Requiem for a Dream?

Controindicazioni

I farmaci antifame anfetaminosimili sono particolarmente controindicati in presenza di ipertensione, malattie cardiovascolari, ipertiroidismo o instabilità emotiva, e comunque devono essere usati sotto rigoroso controllo medico.

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Unghie fragili? Gli integratori per rinforzale e farle crescere più velocemente

MEDICINA ONLINE UNGHIE SMALTO MANO BELLEZZA DONNASe le tue unghie sono particolarmente fragili puoi trovare in farmacia e parafarmacia degli integratori, da assumere per bocca o da applicare direttamente sull’unghia. Questi ultimi si presentano sotto forma di smalto idrosolubile e contengono complessi multivitaminici, selenio, silicio e urea. Sono da applicare un paio di volte alla settimana quando l’unghia è libera da smalto.
L’alternativa sono gli integratori sotto forma di capsuline, da ingerire con un bicchier d’acqua. In commercio ci sono preparati ricostituenti specifici per rinforzare le unghie, perfetti se noti lamine sfibrate e che si piegano, magari dopo una dieta restrittiva, trattamenti di ricostruzione o in seguito ad alterazioni ormonali, come gravidanza o menopausa.

Maggiore velocità di crescita ed idratazione

Gli integratori sono mix di componenti bilanciati in varie percentuali. Tra quelli più comuni ci sono gli amminoacidi solforati (cistina, arginina, treonina) che costituiscono naturalmente l’unghia. Troviamo anche oligoelementi, come zinco, selenio, silicio, ferro e calcio. E poi le vitamine A, C, E e la biotina. Quest’ultima, in particolare, è detta vitamina dei capelli e delle unghie: è un enzima che non solo migliora le unghie, ma ne accelera anche la crescita. Gli integratori più nuovi contengono acidi grassi essenziali, cioè gli omega 3, utili per restituire lipidi e quindi una maggior idratazione.

Per quanto tempo prendere un integratore e perché parlare col medico?

Consiglio cicli di almeno tre mesi ripetibili dopo due mesi di pausa. Se noti fragilità delle tue unghie è comunque prudente chiedere consiglio al medico, non solo per identificare gli integratori più adatti a te e la rispettiva durata di assunzione: alcune patologie da carenza di nutrienti, possono infatti avere tra i sintomi una eccessiva fragilità delle ossa e caduta dei capelli.

I migliori prodotti per la cura delle unghie

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere di mani e piedi, in grado di migliorare forza, salute e bellezza delle tue unghie e della tua pelle:

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Migliora le tue prestazioni sessuali con zafferano, ginseng e banane

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO AMORE COPPIA SESSO SESSUALITA ABBRACCIO MATRIMONIO MASTURBAZIONE ORGASMO (9)I ricercatori dell’Università di Guelph (Ontario, Canada) hanno messo a paragone centinaia di ricerche sulle sostanze afrodisiache per comprenderne l’effetto sulla funzionalità sessuale. Lo studio, pubblicato sulla rivista Food Research, sostiene che tra i rimedi naturali per aumentare il desiderio, l’aggiunta di ginseng e zafferano (ma anche banane, asparagi e fichi) alla dieta è il più efficace perché agisce come un “turbo” sulla libido. Il ginseng contiene ginsenosidi che migliorano le performance fisiche, donano all’organismo energia e vitalità e sembrano essere direttamente responsabili dell’aumento del desiderio sessuale. Sembra inoltre avere effetto sull’asse ipotalamo-ipofisi-ghiandole surrenali, aumentando il livello di corticosteroidi nel circolo sanguigno. Lo zafferano è in grado di risvegliare i sensi: migliora la circolazione del sangue e favorisce il riscaldamento delle mucose aumentandone la sensibilità. Una ricerca condotta parallelamente da Ashleymadison.com, promuove altri dieci ingredienti afrodisiaci: asparagi, banane, fichi, ravanelli, vaniglia, tartufo, cioccolato, champagne, caviale e ostriche.

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Farmaci e integratori anoressizzanti che spengono la fame: quelli legali e quelli ritirati dal mercato

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MEDICINA ONLINE FARMACI FARMACIA FARMACISTA BUGIARDINO BLISTER COMPRESSE CAPSULE PILLOLE FARMACOLOGIA ANTIBIOTICI ANSIOLITICI DROGHE DRUGS TERAPIA CHIMICA EFFETTI COLLATERALIE’ “anoressizzante” qualsiasi sostanza capace di ridurre o annullare lo stimolo dell’appetito, qualità molto utile nel trattamento dell’obesità. Essendo in grado di ridurre l’appetito e quindi l’introduzione di cibo nell’organismo, le sostanze anoressizzanti (farmaci ed integratori) hanno come obiettivo il calo ponderale, cioè la riduzione del peso corporeo tramite riduzione del grasso. Dal momento che l’utilizzo delle sostanze anoressizzanti gravato da importanti effetti collaterali, alcune di queste sostanze sono state – negli anni – ritirate dal mercato.

Etimologia

Il termine anoressizzante deriva “anoressia” parola che deriva dal greco ἀνορεξία (anorexía), composto da alfa privativo e órexis (che significa appetito): quindi “mancanza dell’appetito”.

Cenni storici

I militari tedeschi e finlandesi durante la seconda guerra mondiale furono trattati su ordine dei vertici militari con delle anfetamine (metamfetamina, Pervitin) per migliorarne le attività belliche, ed in particolare per prevenire o trattare la stanchezza delle truppe esauste e quindi permettere loro di sopravvivere e continuare a combattere. Subito dopo la guerra, l’uso delle amfetamine è stato indirizzato al mercato civile. La stessa amfetamina è stata commercializzata come soppressore dell’appetito fino a quando non è stato bandita, negli anni cinquanta, in molti paesi a causa del suo profilo di sicurezza. Molte molecole appartenenti alla classe delle amfetamine, utilizzate negli anni successivi, hanno evidenziato svariati effetti collaterali, tra cui tachicardia, ipertensione e la possibilità di indurre dipendenza. Gli effetti indesiderati divengono più evidenti quando se ne fa un uso incontrollato e prolungato nel tempo.

Leggi anche: Efedrina, caffeina ed altri stimolanti usati nel doping sportivo

Scopi

Gli anoressizzanti vengono usati nel trattamento dell’obesità e della dipendenza dal cibo. In considerazione dei non indifferenti effetti collaterali ad essi associati le autorità di regolamentazione dei farmaci hanno sempre sottolineato che il loro utilizzo deve essere considerato integrativo e non sostitutivo di un adeguato programma per la riduzione ed il controllo del peso corporeo. Possono essere utilizzati solo da pazienti affetti da grave obesità, specie se si associano altri fattori di rischio correlati all’obesità, come ad esempio il diabete di tipo II o la dislipidemia. Anche in presenza delle caratteristiche sopra citate molti farmaci sono stati autorizzati solo per quei pazienti che hanno dimostrato di non rispondere adeguatamente ad un appropriato regime con dieta ipocalorica per ottenere la riduzione del peso corporeo, ovvero a quei pazienti che, a dispetto della dieta, hanno dimostrato impossibilità a raggiungere una perdita di peso > 5% rispetto ai valori base, nel giro di tre mesi.

Meccanismo d’azione

In buona parte si tratta di farmaci ad azione centrale, che stimolano il centro della sazietà o inibiscono quello della fame, presenti nell’ipotalamo. Alcuni di queste molecole sembra siano in grado di determinare un aumento del senso di sazietà. Per altre è stato ipotizzato un effetto termogenico, ovvero un’azione in grado di determinare un’attenuazione della caratteristica riduzione del metabolismo a riposo che tende a verificarsi durante la perdita di peso.

Leggi anche: Anfetamine: meccanismo d’azione, struttura, usi medici ed effetti

Lista di farmaci anoressizzanti

Preparati antiobesità ad azione centrata

  • Fentermina
  • Dietilpropione (Amfepramone, Dietilcatinone)
  • Rimonabant
  • Sibutramina
  • Ossimetazolina
  • Pemolina
  • Mazindolo

Depressori dell’appetito

  • Benfluorex
  • Butenolide
  • Catina (farmaco)
  • Dietilpropione
  • FG-7142
  • Fendimetrazina
  • Fentermina
  • Fenilpropanolamina
  • Piroglutamil istidil glicina
  • Sibutramina

Altri composti ritenuti soppressori dell’appetito

  • Amfetamina
  • Benzfetamina
  • Bupropione
  • Clortermina
  • Dexmetilfenidato
  • Destroamfetamina
  • Fendimetrazina
  • Feniletilamina
  • Fenproporex
  • Glucagone
  • Lisdexamfetamina
  • Metamfetamina
  • Metilfenidato
  • Lamotrigina

Effetti collaterali ed indesiderati

Per molte sostanze ad azione amfetaminica simile sono stati segnalati in particolare effetti collaterali di natura cardiovascolare, tra cui palpitazioni, tachicardia e aumento della pressione arteriosa. In alcuni soggetti è possibile che si verifichi anche cardiomiopatia dilatativa (in particolare a seguito dell’uso cronico di fendimetrazina). Un uso prolungato può causare l’insorgenza di effetti collaterali a carico del sistema nervoso quali ansia, insonnia, irrequietezza, vertigini, tremori e cefalea. Raramente sono stati riportati episodi psicotici. Infine in alcuni individui sono stati segnalati disturbi quali secchezza della bocca, diarrea, costipazione, nausea, epigastralgia (mal di stomaco), disuria e alterazioni della libido.

Anoressizzanti naturali

Alcuni alimenti di uso comune come il caffè, integratori ad azione noradrenergica, come la sinefrina, e l’efedrina, sembrano essere dotati di azione anoressizzante. Anche alcuni eccipienti e integratori alimentari, come diverse gomme alimentari (gomma adragante, gomma di guar) e polisaccaridi quali il glucomannano, vengono comunemente usati per la loro capacità di anticipare il senso di sazietà in base ad un’azione meccanica di riempimento dello stomaco. La loro reale efficacia in senso anoressizzante non è però scientificamente accertata. Alcuni soppressori naturali dell’appetito si basano su Hoodia, un genere di 13 specie di piante della famiglia delle Apocynaceae, sottofamiglia Asclepiadoideae. Diversi soppressori dell’appetito commercializzati come preparati da banco, sono basati su un mix di ingredienti naturali, per lo più con il tè verde come base, in combinazione con altri estratti vegetali come la fucoxantina, che si trova naturalmente nelle alghe. Molte sostanze di questa classe sono spesso degli stimolatori della famiglia delle fenetilamine, molto simile a quella delle amfetamine.

Farmaci ritirati dal commercio

  • Rimonabant: L’EMEA (Agenzia europea per i medicinali) ne ha stabilito il ritiro dal commercio il 30 gennaio 2009 dopo che il mese precedente la società farmaceutica Sanofi-Aventis aveva informato l’agenzia della sua decisione di non proseguire ulteriormente nella commercializzazione del farmaco. Un’indagine di EMEA si era conclusa affermando che i benefici del farmaco non erano superiori ai rischi connessi al suo utilizzo (gravi sindromi depressive e casi di suicidio).
  • Sibutramina: L’EMEA (European Medicines Agency) nell’agosto del 2010 ne ha stabilito il ritiro dell’autorizzazione al commercio in quanto un’indagine dell’agenzia si era conclusa affermando che i benefici del farmaco non erano superiori ai rischi connessi al suo utilizzo (aumentato numero di eventi avversi di origine cardiovascolare: infarto del miocardio, ictus cerebrale ed arresto cardiaco).
  • Fenfluramina: il farmaco venne ritirato dal commercio negli Stati Uniti nel 1997 dopo alcune segnalazioni di malattie valvolari cardiache e di ipertensione polmonare. Dopo il ritiro dell’autorizzazione negli USA il farmaco fu rapidamente ritirato anche in altri paesi del mondo, tra cui l’Italia.

IMPORTANTE: In Italia ministero della Salute aveva seguito la decisione della Food and Drug Administration mettendo al bando l’efedrina nel 2 dicembre 2015, vietandone la vendita. Il 10 gennaio 2017 il Tar del Lazio ha però annullato tale provvedimento e reso legale la vendita dei preparazioni galeniche a base di efedrina fini dimagranti.

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