Zucca: calorie, proprietà, usi in cucina e benefici per la salute

MEDICINA ONLINE ZUCCA CALORIE PROPRIETA USI BENEFICI SALUTE FRUTTA VERDURA CUCINA RICETTE RICETTA LIGHT DIETALa zucca viene largamente utilizzata in cucina per il suo delizioso sapore, ma i suoi estratti sono da tempo noti nella medicina naturale per i loro effetti benefici sulla nostra salute. Scopriamo le proprietà, i benefici e le calorie della zucca.

Quante calorie contiene la zucca? La zucca è un ortaggio davvero poco calorico. Infatti 100 grammi di zucca gialla apportano soltanto 18 calorie. Possiamo dunque scegliere la zucca come contorno leggero e come ingrediente per le nostre ricette autunnali.

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La zucca può essere facilmente coltivata nei nostri orti. Le sue piante danno origine, oltre ai frutti che ben conosciamo, a dei fiori gialli commestibili che sono ottimi da gustare crudi in insalata, come condimento per la pasta, oppure cotti in una pastella composta da acqua e farina di ceci, oppure da farina di grano e birra.

La zucca è un ortaggio appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae. Dai suoi semi può essere ricavato un olio beneficoche può essere utilizzato in cucina come condimento a crudo o sulla pelle per via delle sue proprietà emollienti e lenitive. Come altri frutti o ortaggi dalla polpa di colore giallo-arancio, la zucca è ricca di sostanze antiossidanti e di beta-carotene, un componente che può essere utilizzato dall’organismo per la formazione della vitamina A.

Ciò aiuta il nostro corpo nei processi di rigenerazione cellulare e nel ritardare l’invecchiamento causato dal trascorrere del tempo e dal logoramento dei tessuti cutanei e corporei. La polpa di zucca contiene vitamine ed in modo particolare: pro-vitamina A, vitamina E e vitamina C. Non mancano inoltre sali minerali ed enzimi benefici. Della zucca possono essere consumati anche i semi, dopo averli accuratamente sciacquati, asciugati e tostati, per via del loro prezioso contenuto di lecitina, tiroxina, fosforo, vitamina A e vitamine del gruppo B.

L’olio estratto dai semi di zucca è raccomandato per ridurre il quantitativo di colesterolo in eccesso presente nel sangue. In generale, la zucca, con riferimento alla sua polpa, viene considerata come un alimento protettivo contro l’insorgere di patologie cardiache, soprattutto per via del suo elevato contenuto di antiossidanti. La zucca ha proprietà lassative e viene dunque consigliata in caso di stitichezza e di irregolarità intestinale. Il consumo della zucca permette di migliorare la digestione e l’eliminazione delle tossine a livello dell’intestino e del fegato.

Attraverso l’impiego di una centrifuga, dalla polpa di zucca può essere ricavato un ottimo succo, dalle proprietà benefiche riconosciute. Il succo di zucca è indicato in caso di ulcera e di particolari condizioni di acidità all’interno dell’apparato digerente. La medicina naturale consiglia, in questi casi, di consumare un bicchiere di succo di zucca tre volte al giorno, un’ora e mezza prima dei pasti. Ad esso sono state inoltre attribuite proprietà di prevenzione nei confronti dei tumori.

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Il consumo del succo di zucca, e della stessa polpa di zucca, viene consigliato in caso di insonnia, poiché ad esso vengono attribuite delle efficaci proprietà sedative. Il consumo della zucca è inoltre indicato da parte della medicina naturale in caso di scompensi ormonali durante l’adolescenza e la menopausa. Il consumo di semi di zucca e di polpa di zucca è ritenuto benefico nell’eliminazione dei parassiti intestinali, contro i quali essa rappresenta un vero e proprio rimedio naturale privo di controindicazioni.

Per quanto riguarda gli usi esterni, l’applicazione della polpa di zucca o dell’olio di semi di zucca viene raccomandata nel trattamento di stati infiammatori della pelle, di episodi di prurito o di arrossamento, oltre che di scottature o ascessi. La zucca riesce ad ammorbidire la pelle e a contrastare il processo infiammatorio delle mucose. Le sue proprietà emollienti la rendono benefica in caso di punture di insetti. Dei piccoli cataplasmi preparati con della polpa di zucca cotta e frullata o semplicemente schiacciata possono accelerare la guarigione delle punture di insetti. I cataplasmi dovranno essere sostituiti quotidianamente, fino a quando i segni della puntura di insetto non saranno completamente scomparsi.

Per le loro proprietà lenitive e antiossidanti, sia l’olio che i semi di zucca vengono utilizzati in cosmesi nella preparazione di creme o di maschere anti-invecchiamento adatte a mantenere un aspetto sempre giovane. Una maschera per il viso lenitiva e purificante può essere ottenuta schiacciando con una forchetta una fettina di zucca lessata o cotta al vapore, dopo averla lasciata raffreddare. L’effetto emolliente sarà dato dalla polpa di zucca stessa, mentre l’effetto purificante verrà conferito grazie all’aggiunta nella sua preparazione di un cucchiaio di succo di limone ricavato dalla spremitura di frutti biologici o non trattati.

Molti non sanno che la zucca può essere consumata cruda, in modo tale che il suo contenuto vitaminico venga mantenuto intatto. Può essere altrimenti cucinata al vapore, al forno, stufata o lessata. È ottima per la preparazione di vellutate e la sua polpa può essere bollita e frullata per preparare una salsa per il condimento della pizza o della pasta, in sostituzione della salsa di pomodoro. La zucca è ottima anche in abbinamento ai risotti e la sua polpa cotta e frullata può essere inserita tra gliingredienti per la preparazione di un ottimo pane casereccio, che acquisterà il caratteristico colore giallo-arancio, oltre che un ottimo sapore.

Una volta aperta e tagliata una zucca, i suoi semi non dovranno essere gettati. Potranno infatti essere sciacquati, asciugati e lasciati essiccare all’aria aperta, al fine di poterli conservare all’interno di sacchetti di carta e di seminarli in primavera, a partire dal mese di aprile, preferibilmente in semenzaio. Possono altrimenti esseretostati in forno per 15-20 minuti a 180°C e consumati come spuntino o utilizzati come condimento. Infine, il consumo di zucca viene consigliato come rimedio naturale in caso di colite. La polpa deve essere lessata e schiacciata per formare una purea, che potrà essere consumata come contorno una volta al giorno o utilizzata per la preparazione di una vellutata o di una zuppa di zucca dalle spiccate proprietà benefiche per l’intestino.

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Stomaco: come fa a digerire il cibo che mangi ed a dirti che sei “pieno”

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Lo stomaco è rivestito esternamente dal peritoneo, ed è unito a fegato, colon traverso e milza per mezzo di legamenti. La mucosa che riveste la superficie interna dello stomaco presenta numerose pieghe, che delimitano aree gastriche, nelle quali si aprono le ghiandole gastriche. Queste sono stimate in 35 milioni e secernono il succo gastrico.

A cosa serve lo stomaco?
Il cardias, aprendosi, lascia passare nello stomaco il cibo proveniente dall’esofago. Gli alimenti si accumulano poco a poco nello stomaco, che ha il duplice compito di immagazzinare gli alimenti ingeriti, evitando che abbiano luogo processi putrefattivi, e di compiere le trasformazioni chimiche che caratterizzano il processo digestivo. Nello stomaco gli alimenti subiscono l’azione digestiva del succo gastrico. I movimenti dello stomaco cooperano a questo processo e determinano lo svuotamento dell’organo.
Il succo gastrico è un liquido limpido e incolore, molto acido a causa della presenza di acido cloridrico. Nel succo gastrico sono inoltre contenuti alcuni fermenti: la pepsina, che scompone le proteine, la chimosina che determina la coagulazione del latte e la lipasi gastrica, che serve alla digestione delle sostanze grasse. È infine presente la mucina, che regola l’acidità dello stomaco e protegge la mucosa gastrica.
L’acidità del succo gastrico è molto importante come mezzo per inibire la moltiplicazione dei microbi contenuti nei cibi.

Senso di sazietà
Quando il cibo è presente nello stomaco in quantità eccessiva, le sue pareti sono messe in tensione e questo dato è interpretato dal cervello come segnale di sazietà: immettere ulteriore cibo sarebbe pericoloso per l’organismo.

Come funziona lo stomaco?
L’azione digestiva del succo gastrico si svolge prevalentemente sulle proteine. L’acido cloridrico funziona come stimolante della pepsina. Le proteine, per effetto della pepsina, vengono trasformate in prodotti più semplici, i peptoni.
La chimosina impedisce che il latte liquido passi troppo rapidamente attraverso lo stomaco. Coagulandolo, permette alla pepsina di svolgere la sua azione digestiva sulle proteine contenute in esso. Questo processo è molto importante per l’alimentazione dei neonati. Nello stomaco ha inizio anche la digestione delle sostanze grasse in stato di fine emulsione. La lipasi gastrica le scinde in glicerina e acidi grassi.
La secrezione del succo gastrico è fondamentalmente legata a un meccanismo nervoso di natura riflessa. Hanno massima importanza certe influenze psichiche e le sensazioni gustative, olfattive e visive, che provocano l’insorgere dell’appetito. L’appetibilità e il sapore degli alimenti eccitano la secrezione gastrica, mentre sostanze nauseanti, ansia e paura la inibiscono. La secrezione del succo gastrico è inoltre tanto più rapida e intensa quanto è maggiore il digiuno.

Peristalsi
Oltre al succo gastrico, per la digestione sono molto importanti i movimenti dello stomaco, che favoriscono l’azione dell’acido e lo svuotamento dello stomaco. I movimenti dello stomaco avvengono sotto forma di onde contrattili, che mescolano gli alimenti e li spingono verso il piloro. Nella misura nella quale procede la digestione, il cibo si trasforma in una poltiglia chiamata chimo e le onde peristaltiche si fanno più frequenti. Quando un’onda arriva al piloro, questo si apre e il chimo viene espulso nel duodeno. Normalmente lo stomaco si svuota in 3/4 ore dopo i pasti.
Appena lo stomaco si è nuovamente svuotato, iniziano nuove contrazioni, che aumentano d’intensità con il tempo, generando in noi la sensazione della fame.

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Diabete di tipo 1: cause, fattori di rischio, sintomi e cure

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Fisiopatologia

Il diabete mellito di tipo 1 rientra nella categoria delle malattie autoimmuni perché è causato dalla produzione di autoanticorpi (anticorpi che distruggono tessuti ed organi propri non riconoscendoli come appartenenti al copro ma come organi esterni) che attaccano le cellule Beta che all’interno del pancreas sono deputate alla produzione di insulina. Come conseguenza, si riduce, fino ad azzerarsi completamente, la produzione di questo ormone il cui compito è quello di regolare l’utilizzo del glucosio da parte delle cellule. Si verifica, pertanto, una situazione di eccesso di glucosio nel sangue identificata con il nome di iperglicemia. La mancanza o la scarsità di insulina, quindi, non consente al corpo di utilizzare gli zuccheri introdotti attraverso l’alimentazione che vengono così eliminati con le urine.
In questa situazione l’organismo è costretto a produrre energia in altri modi, principalmente attraverso il metabolismo dei grassi, il che comporta la produzione dei cosiddetti corpi chetonici. L’accumulo di corpi chetonici nell’organismo, se non si interviene per tempo, può portare a conseguenze molto pericolose fino al coma.

Cause

Le cause del diabete di tipo 1 non sono ancora state individuate con certezza. Di sicuro ci sono dei fattori che contribuiscono alla sua comparsa:

  • fattori genetici (ereditari);
  • fattori immunitari (legati ad una particolare difesa del nostro organismo contro le infezioni);
  • fattori ambientali (dipendono dall’azione contro il nostro organismo di batteri, virus, sostanze chimiche, etc.).

I dati attualmente disponibili indicano che ci sono soggetti geneticamente predisposti a sviluppare malattie autoimmuni (e quindi anche il diabete di tipo 1), ma devono verificarsi altri eventi (fattori immunitari e/o fattori ambientali) perché la malattia si sviluppi. Sebbene i pazienti affetti da diabete di tipo 1 non siamo solitamente obesi, l’obesità non è incompatibile con la diagnosi. Ultimamente è stato dimostrato, infatti, che l’obesità non rappresenta un fattore di rischio solo per il diabete di tipo 2 ma anche per quello di tipo 1. Le persone affette da questa forma di diabete possono, infine, avere anche altri disturbi immunitari come il morbo di Graves, la tiroide di Hashimoto e il morbo di Addison.

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Tipi di diabete mellito

Il diabete di tipo 1 viene suddiviso in:

  • Diabete mellito autoimmune (fino a poco tempo fa conosciuto con il nome di diabete insulinodipendente). Si manifesta nella stragrande maggioranza dei casi durante l’infanzia o l’adolescenza (diabete infantile), ma non sono rari nemmeno i casi tra gli adulti. È causato dalla distruzione delle cellule Beta da parte di anticorpi. La velocità di distruzione di tali cellule è variabile: in alcuni soggetti è molto rapida, in altri molto lenta.
    La forma a progressione rapida si manifesta principalmente, ma non esclusivamente, nei bambini; la forma lentamente progressiva tipicamente negli adulti e talvolta viene definita come diabete autoimmune latente dell’adulto (LAD). Alcuni pazienti, soprattutto bambini ed adolescenti, possono presentare come primo sintomo della malattia una chetoacidosi; altri una modesta iperglicemia a digiuno che può rapidamente trasformarsi in iperglicemia severa e chetoacidosi in presenza si altre situazioni di stress.
  • Diabete mellito idiopatico. È una forma molto rara di diabete di tipo 1 che si manifesta principalmente nei soggetti di etnia africana o asiatica. Si presenta con una carenza di insulina permanente accompagnata da chetoacidosi, ma nessuna evidenza di autoimmunità. Le cause del diabete mellito idiopatico non sono ancora note.

Sintomi

La scarsità o l’assenza di insulina, impedisce all’organismo di utilizzare il glucosio per produrre l’energia necessaria al suo funzionamento.
Il glucosio, introdotto con l’alimentazione, non viene utilizzato e viene eliminato dal corpo attraverso le urine. Si verifica, quindi, un aumento del volume urinario, con conseguente aumento della sensazione di sete, e un calo di peso improvviso dovuto al fatto che non vengono trattenute le sostanze nutritive.
I principali sintomi clinici del diabete di tipo 1 sono, infatti, i seguenti:

  • poliuria (aumento del volume e delle urine);
  • polidipsia (aumento della sete);
  • polifagia paradossa (dimagrimento improvviso non dovuto a variazioni nella dieta).

Spesso il sintomo di esordio del diabete di tipo 1 è la chetoacidosi diabetica (aumento della quantità di corpi chetonici nel sangue). In alcuni casi si riscontra un’interruzione dei sintomi subito dopo la fase di esordio; è una condizione transitoria, nota come luna di miele, che può durare solo pochi mesi. Passato questo breve periodo i sintomi si ripropongono e permangono stabilmente dando origine alla malattia vera e propria.

Terapia

La terapia si avvale principalmente di:

  • esercizio fisico adeguato;
  • dieta ipoglucidica ipocaloria;
  • controllo periodico della glicemia;
  • somministrazione di insulina;
  • trapianto di pancreas o trapianto di cellule beta pancreatiche.

L’insulina utilizzata per il trattamento può essere somministrata per via sottocutanea o con infusore, avviando il rilascio di insulina prima dei pasti. Il trattamento con insulina predispone all’ipoglicemia, nella cui eventualità è necessario apporto di zuccheri. In caso di crisi ipoglicemica severa il trattamento è invece con somministrazione di glucagone, per approfondire leggi: Glucagone: cos’è, a cosa serve, alto, adrenalina e diabete

Complicanze del diabete

Per comprendere le complicanze ed i pericoli a lungo termine del diabete, leggi: Diabete mellito: conseguenze e complicanze a lungo termine

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Panettone o pandoro: quale fa ingrassare di più?

MEDICINA ONLINE NATALE DOLCI NATALIZI PANDORO PANETTONE SFOGLIATA LIEVITAZIONE INGREDIENTI ZUCCHERO A VELO CALORIE RICETTE DIFFERENZE DIETA CIBO DOLCE COLOMBA PASQUA BUONE FESTE CAPODANNO.jpgPandoro o panettone non sono dolci dietetici, ma quale dei due fa ingrassare di più?

Entrambi hanno un elevato contenuto calorico:

  • 100 grammi di panettone con canditi e uvetta hanno circa da 330 a 360 calorie;
  • 100 grammi di pandoro ricoperto di zucchero a velo hanno circa 410 calorie.

Si tratta di alimenti completi ricchi di amido, con un discreto contenuto proteico ma con un’elevata presenza di grassi. A parità di peso, il pandoro è comunque più calorico del panettone perché contiene una maggiore quantità di grassi saturi e uova, ma entrambi i dolci devono essere consumati con moderazione, specie da chi è già in sovrappeso.

Entrambi sono “battuti” dal torrone, che mediamente contiene circa 460 calorie per 100 grammi.

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Il pepe fa male o bene alla salute? Controindicazioni e gravidanza

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Lati positivi del pepe

I benefici che si traggono dal pepe sono numerosi e di notevole importanza, anche se in effetti non sono molto conosciute. Ricerche scientifiche hanno dimostrato che il pepe nero ha la capacità innanzitutto di migliorare le funzioni digestive. Aggiunto quindi ai cibi, specie se pesanti e difficili da digerire, aiuta lo smaltimento e la digestione. Questa sua proprietà è indicata anche in caso di diete e in cui si ha necessità di perdere peso, proprio perché migliorando il metabolismo favorisce lo stesso dimagrimento.

Un altro vantaggio è quello di riuscire a ridurre la quantità di gas nell’intestino, particolarmente utile perciò per tutte quelle persone che tendono a soffrire di aerofagia o semplicemente quando si ingeriscono cibi che formano più aria di altri come i legumi ad esempio. Sia per gli uomini che per le donne, farà piacere sapere che esso ha in sé una gran quantità di antiossidanti, ci aiuta quindi a rimanere giovani sia con il corpo che l’organismo nel suo complesso. Per chi ne avesse necessità, è utile sapere che il pepe inoltre favorisce l’acido cloridrico nello stomaco. Infine si è potuto verificare anche un effetto benefico nel combattere la proliferazione batterica, specie del tratto intestinale.

Lati negativi e controindicazioni del pepe

Sottolineate le sue proprietà salutari sull’organismo è però anche necessario ricordare che deve essere sconsigliato in alcuni casi specifici. Sostanzialmente il pepe va usato con moderazione quando si ha un ipersensibilità gastrica dato che ne aumenta l’acidità e può pertanto irritare le detta mucosa. Se assunto in quantità eccessive può comportare effetti negativi al tratto gastrointestinale. Se odorato con insistenza potrebbe irritare le vie respiratorie, con comparsa anche di gonfiori e difficoltà respiratoria. Infine è sconsigliato, questo per specifico dettame medico, alle donne in gravidanza e allattamento. Oltre a questo non ci sono particolari controindicazioni. Un uso moderato dunque non può far altro che bene, come tutte le cose del resto. Se qualcuno dice che il pepe fa male forse si riferisce ad un suo uso eccessivo che come visto prima può in effetti irritare e cerare problemi gastrointestinali.

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Colomba e dieta: calorie, carboidrati e valori nutrizionali

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Calorie 367 kcal
Proteine 6,5 g
Carboidrati 55,4 g
Grassi 12,9 g

Questi valori possono variare molto in base alla marca ed alla eventuale farcitura aggiuntiva.

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Quanto pesano le feci prodotte in un giorno?

MEDICINA ONLINE DIARREA VIAGGIATORE VACANZA VIAGGIO CIBO ESOTICO INFEZIONI CIBI CONTAMINATI ACQUA INTESTINO DOLORE FECI LIQUIDEIl peso delle feci è estremamente variabile, tuttavia uno studio inglese del 1992 ha provato a rispondere a questa domanda raccogliendo dati sulla quantità di feci emessa quotidianamente da 20 diverse popolazioni, con questi risultati:

  • la quantità media di feci emessa in un giorno è stata di 106 grammi;
  • la quantità minima di feci giornaliere è stata 72 g;
  • la quantità massima è stata 471 g/die.

Questa grossa variabilità è dovuta alla variabilità individuale, all’eventuale presenza di patologie o altro, ma principalmente si verifica in base alla diversa quantità di fibre assunte con la dieta, fattore che determina anche le volte settimanali in cui si va di corpo. E’ interessante sottolineare che all’aumentare della quantità di feci emesse diminuisce il rischio di cancro al colon, quindi una alimentazione ricca di fibre, e la conseguente regolarità intestinale, è davvero – come accennato all’inizio dell’articolo – uno degli ingredienti di una vita sana. Per ridurre  drasticamente il rischio di cancro al colon, è necessario espellere almeno 150 grammi di feci al giorno (risultato che si ottiene consumando almeno 18 grammi di fibra giornalmente); a tal proposito leggi anche: Stitichezza acuta e cronica: tipi, cause, trattamenti medici e rimedi

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Diabete e dolci di Natale: il diabetico può mangiare il pandoro?

MEDICINA ONLINE NATALE DOLCI NATALIZI PANDORO PANETTONE TORRONE NOCCIOLE CIOCCOLATO BIANCO SFOGLIATA LIEVITAZIONE OFFELLA INGREDIENTI ZUCCHERO VENEZIANA A VELO CALORIE RICETTE DIFFERENZE DIETA CIBO DOLCE COLOMBA PASQUA.jpgIl pandoro contiene mediamente 410 calorie per 100 grammi; per quanto riguarda i carboidrati tutte tre le versioni del dolce si aggirano intorno ai 45-50 grammi, mentre i grassi corrispondono a circa 19-20 grammi.

Il pandoro è un alimento sconsigliato, tuttavia può essere saltuariamente assunto dal paziente diabetico, in dosi moderate, preferibilmente lontano dai pasti principali e dopo parere positivo del medico. Sarebbe comunque preferibile sostituirlo con altri dolci meno calorici e con meno carboidrati.

Il problema vero del pandoro è che spesso viene servito in tavola alla fine dei pasti natalizi che già da soli sono ipercalorici e ricchi di carboidrati e vanno così ad aggiungersi a un menu già fin troppo abbondante. Per evitare un eccessivo apporto calorico e di carboidrati, un trucco potrebbe essere quello di ridurre le calorie durante la cena, diminuendo le porzioni ad esempio di pasta. Altro trucco è – se prevedete una cena abbondante – quello di limitare le calorie a pranzo o, comunque, nei giorni precedenti e successivi al periodo natalizio. Altro trucco è, ovviamente, quello di limitare le porzioni e di aumentare l’attività fisica prima, durante e dopo le feste.

Importante: in caso di dubbio, il paziente diabetico può – sotto controllo medico – monitorare la propria risposta glicemica all’assunzione di certi alimenti, annotando i valori su un taccuino e raffrontando le relative glicemie.

I migliori prodotti per diabetici
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, estremamente utili per aiutare il diabetico ed il pre-diabetico a mantenere i giusti livelli di glicemia, perdere peso e migliorare la propria salute. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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