Femore rotto: riabilitazione, profilassi antitrombotica e controllo del dolore

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma 109 ANNI ROMPE FEMORE DANTE PARLANI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PenePrima di iniziare la lettura, per comprendere meglio l’argomento trattato, leggi anche: Femore rotto: tipi di frattura, sintomi, intervento, riabilitazione e conseguenze

Come si effettua la riabilitazione dopo una frattura di femore e relativo intervento?
Dopo circa una settimana dall’intervento chirurgico il soggetto inizia a camminare con le stampelle o con un girello e dopo circa due mesi può iniziare a camminare normalmente; ovviamente esistono enormi differenze individuali nei tempi di recupero, relative a età del soggetto, patologie correlate e condizioni generali. In questo periodo è necessario un percorso riabilitativo che consenta il ritorno della persona alla normale attività ed efficienza fisica, da effettuare in una struttura specializzata se il paziente è anziano. La riabilitazione comprende una serie di terapie mirate ad evitare che il trauma risulti invalidante e che insorgano conseguenze. Inizialmente il paziente dovrà fare esercizi di respirazione e ripetute variazioni della postura a letto necessari per evitare complicazioni polmonari ed edemi, flebiti e piaghe da decubito. Successivamente sono necessari esercizi per camminare impostando una corretta postura per un equa distribuzione dei pesi, e nel contempo altri esercizi in acqua o con l’utilizzo di cyclette e tapis roulant volti a migliorare il tono muscolare.

Profilassi antitrombotica post intervento
I pazienti con frattura di femore sono a rischio elevato per TVP. Il tasso di TVP totale e distale dopo frattura di femore in assenza di profilassi è rispettivamente del 50 % e del 27% (Chest, 2008). TVP sintomatica si riscontra dall’1,3% all’8% di pazienti sottoposti a profilassi nei tre mesi successivi al trauma (Chest, 2008). EP fatale si verifica in una percentuale dei pazienti che varia dallo 0,4% al 7,5% nei tre mesi successivi al trauma. Fattori favorenti sono l’età avanzata e il ritardo dell’intervento. Il rischio tromboembolico è significativamente ridotto tra i pazienti che ricevevano una profilassi farmacologica. Il rischio di EP fatale diminuisce se l’intervento avviene entro 24 ore dal trauma. Uno dei farmaci più usati nel periodo riabilitativo è l’enoxaparina sodica (Clexane).

Leggi anche: Ho dimenticato di assumere l’anticoagulante, cosa fare?

Controllo del dolore durante la riabilitazione
Il controllo del dolore è parte integrante del percorso terapeutico. È necessario rilevare il dolore secondo una delle scale abituali (VAS, NRS, faccette nei casi di pazienti con fragilità cognitive) e registrarlo in cartella. La terapia con analgesici va prescritta al bisogno utilizzando preferibilmente paracetamolo ed oppioidi deboli. Si deve porre estrema attenzione ai FANS, che possono causare sanguinamenti gastrici o insufficienza renale e possono causare problemi di sanguinamento in soggetti anziani in terapia con antiaggreganti e anticoagulanti come sono quelli in riabilitazione post intervento.

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Epilessia infantile: come comportarsi col proprio figlio?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia  Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Dieta Sessuologia Sex PSA Pene Laser Filler Rughe Botulino BAMBINI TABLET SCRIVERE DIFFICOLTACon alcune semplici misure di sicurezza il bambino affetto da epilessia è in grado di vivere una vita assolutamente normale e compiere le stesse attività dei suoi coetanei, come giocare, fare sport ed in generale di dedicarsi a tutte quelle attività adatte alla sua fascia d’età.

Epilessia e sport nei bambini

I genitori di soggetti epilettici spesso si preoccupano che l’esercizio o un’attività sportiva possa peggiorare le convulsioni dei propri figli, ma raramente questo scatena un episodio. Anzi, un’attività fisica regolare può migliorare il controllo degli episodi. Anche praticare sport sicuri può essere estremamente salutare per il benessere fisico, mentale ed emozionale. È sempre importante invece evitare traumi legati allo sport, perché possono aumentare il rischio di convulsioni.

Precauzioni

È importante assicurarsi che gli altri adulti che si prendono cura di vostro figlio (i parenti, le babysitter, gli insegnanti, gli allenatori, …) sappiano che vostro figlio ha l’epilessia, comprendano il disturbo e sappiano che cosa fare in caso di convulsioni. Date a vostro figlio tutto l’aiuto necessario, parlate apertamente dell’epilessia e rispondete con sincerità a tutte le domande. I bambini affetti da epilessia possono provare disagio per le convulsioni o temere di avere un attacco quando sono a scuola o con gli amici. Prendete in considerazione l’opportunità di portare vostro figlio da uno psichiatra infantile o da uno psicologo, se si trova a dover combattere contro queste ansie. Per prevenire le convulsioni, accertatevi inoltre che vostro figlio:

  • assuma il farmaco o i farmaci seguendo la prescrizione;
  • eviti di smettere di prendere il farmaco solo perché è da tanto tempo che non si verifica un attacco;
  • eviti le cause scatenanti (come ad esempio la febbre, la stanchezza o una notte insonne);
  • proceda regolarmente alle visite specialistiche programmate, anche se si sta rispondendo bene alla terapia.

Per gestire al meglio l’epilessia sono diversi i fattori importanti: è necessario alimentarsi e riposare correttamente e non essere stressati. Dovreste anche prendere altre precauzioni di buon senso, che vi permetteranno di controllare meglio la malattia di vostro figlio e non correre rischi inutili. Ad esempio:

  • i bambini più piccoli devono fare il bagno solo sotto sorveglianza di un adulto;
  • i bambini più grandi devono fare la doccia o il bagno soltanto quando c’è qualcuno in casa con loro, che possano intervenire in caso di attacco;
  • preferire la doccia al bagno;
  • nuotare o andare in bicicletta da soli non sono buone idee per i bambini malati di epilessia (però possono divertirsi in sicurezza, se svolgono queste attività insieme ad altre persone). Quando vanno in bici è necessario che indossino il casco.

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Prostata ingrossata ed infiammata: ecco cosa fare per mantenerla in salute

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PROSTATITE BATTERICA ABATTERICA PROSTATA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneQuando la prostata è infiammata o ingrossata per diversi motivi, come ad esempio nel caso di una iperplasia prostatica benigna, si avverto sintomi molto fastidiosi, come la pollachiuria (aumentata frequenza nell’urinare), la nicturia (cioè un aumentato bisogno di urinare durante la notte), l’urgenza di urinare (la necessità di svuotare la vescica non può essere rimandata) e il bruciore durante la minzione.

Consigli per evitare l’infiammazione

Per ridurre il rischio di infiammazione della prostata, può essere molto utile seguire – oltre a quelli che vi darà il vostro medico – anche questi consigli:

  • Segui uno stile di vita adeguato. L’infiammazione della prostata molto spesso dipende o viene aggravata da un alterato stile di vita. L’attenta osservanza dei consigli di seguito riportati è indispensabile per attenuare i fastidiosi sintomi causati dalla prostatite e per evitare le recidive, che sono molto frequenti.
  • Evita alcuni cibi dannosi per il basso tratto urinario. Ad esempio: birra, insaccati, spezie, pepe, peperoncino, superalcolici, caffè, cioccolato, formaggi grassi, pesci grassi (anguilla, tonno, sgombro ), molluschi, frutti di mare, crostacei (gamberi, aragosta).
    Tutti gli alimenti elencati presentano spiccate proprietà irritanti sul basso tratto urinario (prostata e vescica).
  • Preferisci i cibi che contengono: Vitamina A(carote, albicocche, spinaci, broccoli, pomodori), Vitamina C (ribes, kiwi agrumi, fragole, cavolfiori, peperoni), Vitamina E (olio d’oliva, oli vegetali, germe di grano), Licopene (pomodori rossi), Selenio (carne, noci, tuorlo d’uovo), Zinco (carni rosse, noci, fegato), Manganese (cereali integrali, tè nero, verdure a foglie verdi). Tutti gli alimenti elencati presentano spiccate proprietà antiossidanti per cui aiutano a ridurre l’infiammazione sul basso tratto urinario (prostata e vescica).
  • Bevi almeno 1.5/2 litri di acqua al giorno. Per ridurre il peso specifico delle urine ed evitare le infezioni urinarie, che sono molto frequenti nel paziente prostatico, bere almeno 1.5/2 litri di acqua oligominerale tiepida, a piccoli sorsi, frequentemente nel corso della giornata. E’ però indicato ridurre l’introito di liquidi 2-3 ore prima di coricarsi, onde evitare di alzarsi di notte per urinare a causa di un’aumentata diuresi.

Integratori alimentari per il benessere della prostata

Qui di seguito trovate una lista di integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di diminuire infiammazioni e bruciori e migliorare la salute della prostata:

La valutazione del PSA può essere effettuata anche a casa, usando un test pratico ed affidabile come quello consigliato dal nostro Staff: https://amzn.to/3xsesr0

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Consigli per la salute della prostata

Altri consigli utili per mantenere la prostata in salute, sono:

  • Regolarizza la tua funzione intestinale. La funzione dell’intestino deve essere regolare. Sia la stipsi cronica che la diarrea possono determinare fenomeni di passaggio di batteri tra intestino e prostata (circolo entero-urinario). Per migliorare la regolarità intestinale è consigliata una dieta ricca di fibre.
  • Evita una prolungata astinenza sessuale. L’attività sessuale non è nociva, anzi, se praticata con regolarità e senza esagerazione, ha effetti benefici. L’astinenza prolungata provoca infatti ristagno di secrezioni nella ghiandola prostatica ed una possibile infezione seminale; a tale proposito leggi anche: Masturbarsi regolarmente ti protegge dal cancro alla prostata
  • Evita di praticare il coito interrotto. Quando sopraggiunge lo stimolo eiaculatorio, questo va sempre assecondato e mai interrotto volontariamente, onde evitare fastidiosi fenomeni di reflusso intraprostatico del liquido seminale.
  • Pratica frequentemente attività fisica. Tutte le attività fisiche e sportive di tipo aerobico riducono la congestione della prostata e stimolano la circolazione pelvica.
  • Modera l’uso di mezzi a due ruote, come moto, scooter, bicicletta e cyclette. I microtraumi perineali possono essere responsabili di processi infiammatori prostatici. L’impiego di selle imbottite è in grado solo parzialmente di ridurre tali fenomeni.
  • Evita la masturbazione compulsiva. La masturbazione compulsiva, attuata spessissimo nella dipendenza da video pornografici su internet, può determinare una infiammazione cronica della prostata. Per approfondire: Masturbazione compulsiva e dipendenza dalla pornografia online causano impotenza anche nei giovani: colpa dell’effetto Coolidge

E’ importante, specie dopo aver compiuto i 50 anni di età, effettuare una visita medica di controllo della prostata almeno una volta all’anno. Ogni visita deve essere preceduta dal dosaggio del PSA nelle sue tre frazioni (totale, libero e rapporto libero/totale), oltre ad essere completata dall’esecuzione dell’esplorazione rettale digitale e, se occorre, dell’ecografia specialistica della prostata (con sonda transrettale); a tale proposito leggi: Esplorazione rettale digitale della prostata: fa male? A che serve?
Nei soggetti a rischio (con familiari di primo grado affetti da cancro della prostata) lo screening va iniziato più precocemente (40 anni) e va effettuato ad intervalli più frequenti.

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Fattori di rischio cardiovascolare modificabili e non modificabili

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE MODIFICABILI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari.jpgI fattori di rischio cardiovascolare sono condizioni che risultano statisticamente correlate ad una patologia cardiovascolare (come infarto del miocardio ed ictus cerebrale). I fattori di rischio cardiovascolare si dividono tradizionalmente in fattori di rischio non modificabili e fattori di rischio modificabili. Per capire meglio cos’è con precisione un “fattore di rischio“, leggi questo articolo: Che significa e che differenza c’è tra “fattore di rischio modificabile e non modificabile”?

Fattori non modificabili che aumentano il rischio cardiovascolare:

  • età: il rischio di malattie cardiovascolari aumenta con l’età e, nei pazienti anziani, l’età diviene il fattore di rischio dominante;
  • sesso: gli studi finora condotti hanno fatto emergere un rischio maggiore negli uomini rispetto alle donne in pre-menopausa. Dopo la menopausa tuttavia, il rischio cardiovascolare nelle donne tende ad aumentare rapidamente. L’effetto protettivo è esercitato, almeno in parte, dagli estrogeni che favoriscono livelli più elevati di colesterolo HDL rispetto agli uomini;
  • familiarità: il rischio di malattia coronarica è tanto maggiore quanto più diretto il grado di parentela con un individuo già colpito, quanto più elevato è il numero di parenti affetti, e quanto più precocemente si è manifestata la malattia in questi soggetti. In alcuni casi, la familiarità è dovuta alla trasmissione ereditaria di altri fattori di rischio quali diabete, ipertensione o ipercolesterolemia.

Fattori modificabili che aumentano il rischio cardiovascolare:
I fattori modificabili sono quelli suscettibili di correzione mediante modifiche dell’alimentazione, del comportamento, dello stile di vita, o mediante interventi farmacologici:

Un fattore protettivo cardiovascolare è l’opposto di un fattore di rischio cardiovascolare, cioè una condizione che diminuisce il rischio di sviluppare una patologia cardiovascolare, ad esempio l’attività fisica moderata ed il consumo giornaliero di frutta e verdura, sono considerati fattori protettivi nei confronti delle malattie cardiovascolari. Ovviamente la presenza di un fattore di protezione NON esclude necessariamente la comparsa della malattia, come l’assenza di un fattore di protezione non implica necessariamente la comparsa della malattia.

I migliori prodotti per abbassare il colesterolo e dimagrire
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, che sono estremamente utili per abbassare il colesterolo e dimagrire, fattori che diminuiscono il rischio di ipertensione, ictus cerebrale ed infarto del miocardio:

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Stanchezza pomeridiana tra lavoro e palestra: come ottenere il meglio dal vostro pomeriggio

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma STANCHEZZA POMERIDIANA LAVORO PALESTRA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgAvete appena pranzato, il pomeriggio è appena agli inizi, avete ancora tanto lavoro da fare ma gli occhi iniziano a diventare un po’ pesanti, il livello di energia diminuisce e la necessità di un pisolino diventa quasi impellente. Ma perché si verifica ciò? La stanchezza pomeridiana può essere causata da svariate condizioni, tra cui: un calo di zuccheri nel sangue, disidratazione, noia, un pasto eccessivo e relativa digestione, carenza di sonno. Le barrette di cioccolato e la caffeina non sono un aiuto veramente efficace: possono funzionare nell’immediato, ma dopo un breve lasso di tempo, il livello di energia tende a scemare nuovamente.

Tuttavia, esistono alcune strategie che favoriscono la ripresa e permettono di tornare al lavoro o all’attività che state svolgendo con più grinta. Consumare piccoli pasti ogni 3 o 4 ore durante il corso della giornata è un modo per prevenire questi cali di energia. Ma se questo rimedio non si adatta al vostro programma giornaliero, provate a ripristinare un adeguato livello di energia con uno dei metodi che andremo a elencare qui di seguito.

Mantenersi idratati

Mantenersi idratati è fondamentale per preservare un buon livello di energia. Quindi, prima di precipitarvi verso il distributore automatico dell’uffico alla ricerca di qualcosa che vi tiri su, provate a bere un bel bicchiere di acqua. Quando si è disidratati, ci si sente stanchi. Quindi, uno dei modi più semplici e privi di calorie per contrastare un calo di energia è bere un bicchiere di acqua. Con l’avanzare dell’età, i meccanismi che regolano il senso di sete non sono più affidabili e il loro funzionamento non è più perfetto come un tempo. Quindi, tenete sempre a portata di mano delle bottigliette di acqua (sulla scrivania o in macchina) e sorseggiatela regolarmente.

Se l’acqua non è di vostro gradimento, potete anche optare per un bicchiere di tè freddo o una tazza di tè caldo. Per esempio, il rito quotidiano del tè delle cinque, presente in molte culture, accompagnato da un piccolo spuntino aiuta a prevenire i cali di energia. Bere una tazza di tè contribuisce a preservare un adeguato livello di idratazione e l’aggiunta di un piccolo spuntino aiuta a prevenire i morsi della fame che possono favorire un’abbuffata durante la cena. Inoltre, il tè è ricco di antiossidanti e altre sostanze che promuovono un buono stato di salute. Quindi, aggiungete alla vostra dispensa o portate in ufficio diversi tipi di tè e qualche spuntino (da 100 calorie l’uno) in modo da potervi godere un piacevole e rigenerante momento di pausa.

Sonno e colazione

Anzitutto, un buon sonno notturno ristoratore è di fondamentale importanza. In caso di carenza di sonno, è difficile contrastare un calo di energia con metodi diversi dalla classica pennichella. Inoltre, per mantenere gli zuccheri nel sangue a un livello adeguato, ricordate di iniziare la giornata con unasana colazione. Molte persone saltano la colazione e questo, di solito, comporta un inevitabile calo di energia a metà mattina. Una ciotola di cereali integrali, frutta e latte parzialmente scremato è un buon modo per fare una colazione sana e veloce. Se proprio non avete tempo di sedervi a tavola, fatevi un frullato oppure optate per una banana o uno yogurt.

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Spuntino sì, ma bilanciato

Uno spuntino equilibrato potrebbe essere ciò di cui avete bisogno per recuperare l’energia persa: è il tipo di spuntino che fa la differenza. Meglio optare per carboidrati e proteine. Alcuni alimenti, come la frutta, sono carboidrati semplici che l’organismo riesce ad assorbire facilmente. Inoltre, il consumo di questo tipo di cibi comporta un rapido aumento degli zuccheri nel sangue e del livello di energia. La frutta apporta altri benefici, in quanto contiene acqua, fibre, vitamine e minerali. Se poi aggiungete anche alcune proteine magre, otterrete uno spuntino in grado di fornirvi un livello costante di energia per diverse ore.

Organizzatevi in anticipo e portate con voi uno o più dei seguenti spuntini energizzanti:

  • mele con burro di arachidi
  • hummus (o un altro tipo di condimento povero di grassi) e verdure
  • un pezzetto di formaggio magro e crackers integrali
  • confezioni da 100 calorie l’una di popcorn, crackers o biscotti semplici
  • cacao non zuccherato con una spruzzata di latte scremato
  • un uovo sodo e un bicchiere di succo di frutta
  • un bicchiere di latte scremato e crackers
  • frullato di frutta
  • barretta ai cereali o muesli poveri di zuccheri
  • ciambelline integrali e formaggio
  • mix di frutta secca

Ovviamente, gli spuntini apportano calorie. Quindi, fate in modo che le porzioni siano ridotte. Così facendo, potrete dare una sferzata di energia alla giornata senza aumentare di peso.

Mangiare prima di praticare attività fisica

Dopo una lunga giornata di lavoro o dopo una notte di riposo, è necessario un carico di energia prima di andare in palestra.

Lo spuntino migliore pre e post allenamento contiene proteine magre e carboidrati.

Le proteine aiutano l’organismo a riparare i tessuti muscolari e i carboidrati forniscono il “carburante” necessario al corpo per praticare attività fisica e ripristinare il glucosio nel sangue a sessione ultimata. Assicuratevi che gli alimenti che consumate prima di praticare esercizio fisico siano facilmente digeribili e fate in modo che lo spuntino sia di porzioni ridotte. Inoltre, non dimenticate di bere molta acqua prima, durante e dopo l’allenamento. Per mantenervi idratati e per un apporto di zuccheri necessario per preservare il livello di energia, potete anche portare con voi un piccolo contenitore di bevanda sportiva.

Ecco alcuni spuntini sani da consumare prima o dopo una sessione di allenamento:

  • yogurt magro e cereali integrali o crackers
  • un piccolo contenitore di succo di mela naturale e una manciata di frutta secca
  • banane, per un rapido apporto energetico e di potassio necessario per i muscoli
  • frutta disidratata e frutta secca
  • frullato di frutta
  • formaggio magro e un frutto
  • pane integrale tostato con burro di noci

Fare movimento

Uno dei motivi per cui al lavoro si verifica il tanto indesiderato calo di energia, può essere il fatto di essere sempre seduti alla scrivania senza muovere un muscolo, ad eccezione delle dita che, per ovvi motivi, siete costretti a utilizzare per scrivere a computer.

Quindi, alzatevi dalla seduta e muovetevi almeno per qualche minuto ogni ora.

Invece di inviare una mail al vostro collega per informarlo di una riunione importante, andate direttamente nel suo ufficio. Pianificate, se possibile, di andare a un incontro di lavoro a piedi. Se il bagno dista due piani dal vostro ufficio, raggiungetelo passando per le scale. Basta trovare un semplice motivo per muoversi ed essere più attivi. E non pensate che sia uno spreco di tempo, in quanto questo movimento extra può aiutarvi a essere più produttivi. Infine, queste mini e poco impegnative sessioni di attività fisica possono essere molto energizzanti e aiutarvi a superare un momento di stallo mentale e a pensare con più chiarezza.

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Carnitina: a cosa serve, effetti, dosi, effetti collaterali e controindicazioni

MEDICINA ONLINE INTEGRATORI ALIMENTARI CARNITINA PER DIMAGRIRE ACIDI GRASSI PALESTRA PERDERE PESO CORPOREO MASSA GRASSA.La carnitina è un acido carbossilico la cui formula è C7H15NO3, ha una struttura simile a quella di un amminoacido e appartiene alla Continua a leggere

Qual è lo sport che allunga di più la vita?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma qual e sport allunga piu la vita      Legge 104 Avvocato Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Pene.jpgLo sport fa bene alla salute ed allunga la nostra vita, ma vi siete mai chiesti quali sono gli sport che l’allungano di più? La risposta a questa domanda è… il tennis. Racchetta e pallina staccano infatti, nella classifica degli sport più salutari, anche i quotati nuoto e ginnastica. Il rischio di morte, per i tennisti, diminuisce del 47 per cento rispetto a chi non fa attività fisica e scende ancora di più (56%) se relazionato ai decessi provocati da malattie cardiovascolari e ictus. E’ almeno quanto sostiene una ricerca dell’Università di Oxford, della Sydney Medical School, pubblicata sul British Journal of Sports Medicine.

Lo studio

I ricercatori hanno incrociato i dati provenienti da undici studi effettuati tra il 1994 e il 2008 in Inghilterra e Scozia. Sotto osservazione sono finiti 80.306 adulti con un’età media di 52 anni. Ogni quattro settimane, per nove anni, è stato chiesto a ognuno di indicare il tipo di attività fisica svolta: sono stati considerati anche lavori pesanti, giardinaggio, fai-da-te e passeggiate. Soltanto il 44 per cento del campione, però, ha dichiarato di aver fatto sport con regolarità. Durante il periodo di monitoraggio sono morte 8.790 persone per varie cause e 1.909 per problemi cardiaci o ictus.

Gli altri sport

Se per chi gioca a tennis, sostiene la ricerca, la prospettiva di vita migliora, con una riduzione del rischio di morte del 47 per cento rispetto a chi non pratica sport, anche chi si applica in altre discipline guadagna in salute. Per chi nuota il rischio si riduce del 28 per cento, va al 27 per gli amanti della ginnastica aerobica, scende al 15 per cento per i ciclisti. Se ci si concentra sugli ictus e sulle malattie cardiovascolari che possono risultare fatali, la diminuzione del rischio di morte per i tennisti, rispetto ai sedentari, si attesta al 56 per cento, per i nuotatori al 41 e per i ginnasti al 36 per cento. Calciatori, podisti, rugbisti e ciclisti non hanno fatto registrare cali di rischio significativi.

I limiti dello studio

Un risultato però quello di questa ricerca internazionale che va preso con cautela. Gli sport con la racchetta richiedono più di altri preparazione, allenamento costante e una vita regolare. Si può ricondurre a questi fattori un risultato che va preso con le molle, perché generato da un’analisi statistica che presenta molti limiti. Gli stessi autori dello studio, ricordano che servono altri test per confermare il dato. “Non si tratta di una sentenza – avvertono -, dato che alcuni fattori possono aver alterato il risultato”. Tra questi, l’impossibilità di registrare nel dettaglio le variazioni di attività, il tempo limitato di osservazione e la ‘stagionalità’ di alcune attività come la corsa, praticate dai più soltanto con il bel tempo. Non soltanto, però. Nella categoria degli ‘sport con la racchetta’, messa al primo posto come la più salutare, sono contenuti il badminton e lo squash. Si tratta di tre discipline che richiedono un tipo di sforzo motorio diverso, è un difetto metodologico da tenere in considerazione. Dallo studio non si ricava una plausibilità biologica ma si possono fare riflessioni sociali e psicologiche che portano a individuare i tennisti come più concentrati sulla propria attività rispetto a calciatori o rugbisti.

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Differenza tra catabolismo, anabolismo, metabolismo basale e totale

medicina-online-dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-roma-differenza-catabolismo-anabolismo-metabolismo-riabilitazione-nutrizionista-infrarossi-accompagno-commissioni-cavitazione-radiofrequenzIl metabolismo è l’insieme dei processi anabolici (costruttivi) e catabolici (degradativi) svolti all’interno di un organismo. Questi processi sono caratterizzati da numerose reazioni chimiche catalizzate da enzimi e consentono agli organismi di crescere e riprodursi, mantenere le proprie strutture e rispondere alle sollecitazioni dell’ambiente circostante. Nel linguaggio comune per metabolismo si intende la capacità dell’organismo di bruciare calorie. Un “metabolismo veloce” permette dunque di bruciare nell’unità di tempo una quantità maggiore di calorie rispetto ad un metabolismo lento.

Quando parliamo di metabolismo dobbiamo però fare una importante distinzione:

  • metabolismo totale (MT) o TMR (total metabolic rate): indica il dispendio energetico totale di un individuo ed è la somma del metabolismo basale più il consumo da TID (termogenesi indotta dagli alimenti) e il surplus di consumo legato all’attività dell’organismo durante la giornata. La sua unità di misura è la chilocaloria (simbolo kcal).
  • metabolismo basale (MB) o BMR (basal metabolic rate): indica il dispendio energetico di un individuo a riposo e comprendente dunque l’energia necessaria per le funzioni metaboliche vitali (respirazione, circolazione sanguigna, digestione, attività del sistema nervoso, ecc.). Rappresenta circa il 45-75% del dispendio energetico totale nella giornata (questa grande variabilità è in funzione del rapporto tra % di massa magra e grassa soggettiva) e può essere misurato con la calorimetria o con una bioimpedenziometria. La sua unità di misura è la chilocaloria (simbolo kcal). Mediamente il metabolismo basale giornaliero corrisponde a circa 25 kcal x kg di peso corporeo.

Quindi:

metabolismo basale (a riposo) + attività fisica giornaliera + termogenesi indotta dalla dieta = metabolismo totale

Per capire cos’è la termogenesi indotta dalla dieta, leggi questo articolo: Termogenesi indotta dalla dieta: scopri il segreto per dimagrire

Per approfondire, leggi anche: Metabolismo basale: cos’è, definizione, calcolo, alto, basso, totale

La velocità del metabolismo totale dipende da numerosissimi fattori concatenati tra loro, alcuni modificabili, altri non modificabili, tra cui:

  • età;
  • assunzione media giornaliera di calorie;
  • secrezione ormonale;
  • tipo di alimentazione (maggiore o minore quota di proteine);
  • integratori alimentari;
  • attività fisica;
  • patologie endocrine;
  • stile di vita;
  • ciclo mestruale;
  • condizioni di stress psicofisico;
  • farmaci;
  • idratazione;
  • percentuale di massa magra e grassa del corpo;
  • periodo dell’anno.

Curiosità: Se la tua vita è sedentaria, un piccolo trucco per aumentare il metabolismo è quello di contrarre attivamente la muscolatura durante la giornata. Appiattisci la pancia, stringi i pugni, muovi le gambe, contrai i quadricipiti. Queste contrazioni spontanee, a cui spesso non facciamo molto caso contribuiscono in maniera significativa ad accelerare il metabolismo, tanto che sono tipiche dei soggetti magri ed ipereattivi, mentre si osservano assai più di rado negli obesi. Potete farlo anche a scuola o al lavoro!

Leggi anche: Digiuno intermittente e terapeutico: fa dimagrire? Fa bene o fa male alla salute?

Anabolismo
L’anabolismo è quella parte del metabolismo che riguarda i processi di accrescimento e sintesi. Nel corpo umano ci sono alcune parti e tessuti che crescono di continuo per tutta la durata del ciclo vitale, mentre altre in condizioni normali cessano il loro accrescimento al termine del periodo di sviluppo, ovvero intorno al sedicesimo – diciottesimo anno di vita. L’accrescimento corporeo è dovuto essenzialmente alla secrezione di somatotropina, nota anche come ormone somatotropo, ormone della crescita, STH, oppure SH o GH (growth hormone), il quale abbonda durante il suddetto periodo dello sviluppo. Quando la secrezione naturale del GH si arresta, è possibile comunque indurne la produzione endogena. Sostanzialmente ciò avviene solamente quando vengono fatti scattare dei meccanismi di supercompensazione, e solamente in condizioni di ipernutrizione. In pratica l’anabolismo indotto è possibile solamente se l’organismo ha a disposizione risorse energetiche e nutrizionali molto superiori a quelle che gli sarebbero strettamente indispensabili per svolgere le normali attività fisiologiche. Nel body building questo si traduce nell’applicazione dei principi per la crescita delle masse muscolari, i quali sono infatti basati su allenamenti in grado di suscitare reazioni di adattamento molto accentuate, e su regimi alimentari iperproteici ed ipercalorici, che pongono l’organismo in una condizione ottimale per l’anabolismo cellulare.

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Catabolismo
Il catabolismo è quella parte del metabolismo che riguarda i processi di degradazione e scissione cellulare. Esso si verifica normalmente in tutti i tessuti le cui cellule sono sottoposte ad un continuo ricambio, tuttavia esso compare anche quando si verificano condizioni in cui all’organismo occorre energia e non ci sono risorse energetiche immediatamente disponibili. In tali condizioni l’organismo si procura le risorse energetiche che gli occorrono andando a intaccare porzioni di tessuto adiposo o muscolare, il quale viene dunque trasformato in energia. Sia il grasso corporeo che le proteine muscolari costituiscono una fonte energetica di ottima qualità, in quanto contenenti una energia chimica specifica (per unità di massa) superiore a quella dei carboidrati. Tuttavia, come è facilmente comprensibile, mentre l’utilizzo dei grassi è positivo perché provoca la riduzione del grasso corporeo, l’utilizzo delle proteine muscolari come fonte energetica è un processo negativo, e va assolutamente evitato soprattutto ovviamente nell’ambito del body building.

Evitare il catabolismo
Per evitare che l’organismo si procuri energia consumando massa muscolare, è indispensabile mantenere sempre positivo il bilancio azotato nel sangue. Ciò significa che nell’arco della giornata bisogna assumere con gli alimenti proteine in quantità e con frequenza tali da impedire l’abbassamento drastico dell’azotemia nel sangue. In generale, il bilancio azotato si può mantenere sufficientemente alto se si fanno dei pasti con una frequenza di massimo tre ore, ed includendo in ogni pasto almeno 20 o 30 grammi di proteine (la quantità è variabile in base al soggetto).

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